17
“Che
splendore… il mio cristallo”
Selenis
aprì gli occhi di scatto drizzando la testa.
-
Dove siamo? – chiese leggermente intontita.
Il gruppo
era ripartito
quella mattina all’alba in direzione Lestallum. Entrando nel
territorio di Duscae il paesaggio era radicalmente cambiato rispetto a
quello di
Leide. Le immense distese quasi desertiche, avevano lasciato lo
spazio a lussureggianti praterie e boschi di conifere. La regione era
famosa anche per le paludi di Alstor, che ne occupavano la parte
centrale.
- In
vista della faglia di Cauthless – rispose Prompto girandosi
sul
sedile per guardarla – Stai bene? –
domandò poi, notando il pallore della giovane.
- Ho sognato qualcosa
– rispose stancamente Selenis.
- Di che tipo?
– chiese Gladio seduto al suo fianco.
- Qualcuno si vantava
del Cristallo.. e penso proprio si riferisse al nostro
– replicò.
- L’importante
è che non sia qualche catastrofe imminente –
ribattè Noctis.
- Per
ora non direi - rispose la ragazza - Certo che è davvero
magnifica – aggiunse puntando lo sguardo sulla faglia che
sembrava una lama infuocata protesa a fendere il cielo.
- Fermiamoci a fare
una foto! – propose il ragazzo biondo tirando fuori in un
nano secondo la sua macchina.
- Che ne dici Noct?
– domandò Ignis.
- Ma sì,
perche no? – replicò il principe con una scrollata
di spalle e un sorriso.
Il loro
autista mise la
freccia a si accostò al bordo della strada, parcheggiando
l’auto in modo che non desse fastidio alle altre vetture.
Il panorama
era davvero
mozzafiato. La faglia di Cauthless era tutto ciò che restava
di un enorme
meteorite iridescente che spuntava dal fondo di un cratere.
Lì
sotto, l’Immane, uno dei Siderei, lo reggeva da quando ne
aveva
arrestato la caduta impedendogli così di distruggere Eos. O
almeno quelli erano i racconti con cui tutti i bambini erano
cresciuti. Qualunque fosse la verità,
l’impatto aveva creato delle vere e proprie creste di roccia
che
facevano da contorno al cratere in un quadro che risultava armonioso.
Il meteorite si accendeva di blu e di rosso quando era particolarmente
attivo, rendendolo un’ottima fonte di energia. Energia che
veniva
usata dalla famosa l’azienda con sede a Lestallum e che si
occupava
di fornire elettricità a tutte le regioni.
- Forza,
tutti in posa! – ordinò Prompto dopo aver
assicurato la
fotocamera al suo piedistallo ed impostato la modalità
autoscatto.
I ragazzi si
strinsero davanti all’obbiettivo sorridendo per immortalare
il momento.
- Perfetto!
– disse il pistolero quando la foto fu scattata.
In quel
momento, il cellulare di Noctis si mise a squillare.
- Iris? –
rispose.
La sorella
di Gladio, a
quanto pareva, aveva deciso di farsi sentire. Anche Selenis
tirò
fuori il suo telefono, più per abitudine che per altro, e
nel
farlo aprì il menù dei messaggi. L’ultima
conversazione avuta con Nyx era ancora lì, a dolorosa
testimonianza che tutto ciò che era accaduto non faceva
parte di un altro mondo.
- Iris è a
Lestallum, ha detto che ci aspetta lì e di avvisarla quando
arriveremo –
- Ma pensa te! Invece
di chiamare il suo fratellone! –
- E di me ti ha
chiesto? Eh? -
Selenis
quasi non sentì quello che Noctis rispose; la conversazione
dei suoi compagni di viaggio si era fatta distante.
Improvvisamente,
l’idea di non poter più rivedere il suo amico
divenne
quasi intollerabile. La ragazza si voltò verso il panorama
alle
sue spalle e alzò il braccio che reggeva il telefono, ma
qualcuno glielo afferrò.
- Te ne pentiresti
–
La
principessa alzò gli
occhi lucidi su Gladio. Si rese conto di avere il
fiato corto e il cuore che le scoppiava nel petto. L’immagine
sorridente di Nyx sembrava stampata a fuoco nella sua mente.
- Io…
- mormorò abbassando la mano – scusatemi
– disse ai
suoi amici, che avevano smesso di parlare tra di loro e la fissavano
preoccupati.
- Non devi scusarti
– intervenne Noctis.
La cugina lo
guardò.
- Invece dovrei... a
partire da te Noct – rispose facendo alzare il sopracciglio
del ragazzo.
- E di cosa?
– chiese lui.
- Per..-
Il rombo
famigliare di un motore Magitek interruppe la sua replica.
- Là!
– esclamò Prompto puntando l'indice verso
l’alto.
Dalla
collina adiacente
spuntò un’areonave che, superatili,
cominciò la sua
discesa qualche chilometro più ad ovest.
- Sembra che stia
atterrando proprio sulla strada – commentò Ignis
oscurandosi.
- Meglio andare a dare
un’occhiata – disse Gladio.
Ripresa la
strada, i
ragazzi si avvicinarono al punto in cui il mezzo Imperiale doveva
essersi fermato. Una volta parcheggiata la Regalia in sicurezza, il
gruppo si arrampicò sul costone di roccia che fiancheggiava
il
largo assetto del fiume. Da quella posizione elevata poterono
constatare che i loro timori erano del tutto fondati. Il velivolo si
era fermato
proprio in mezzo alla strada, ostruendone il passaggio. Un folto
schieramento di fanteria Magitek era già pronto ad
accoglierli.
- Sono
decisamente di più rispetto alle altre volte –
commentò Prompto osservando il piccolo esercito immobile.
- Fare breccia non
sarà una passeggiata – disse Ignis.
- Merda –
sbottò Noctis – proprio qui si dovevano mettere
–
- Pare che siano
allerta – osservò Gladio.
- Non abbiamo altra
scelta che passare di qui eh? – sospirò Prompto.
- Temo
di sì – rispose Selenis ritirando la cartina che
aveva
usato per cercare un percorso alternativo – Se cambiassimo
strada ci impiegheremmo giorni ad arrivare a Lestallum –
sentenziò.
- Che dite allora? Si
balla? – propose Noctis.
- Per me sì
– rispose Gladio.
- Allora diamoci
dentro! – esclamò il ragazzo biondo.
- Diamoci
dentro un corno – lo frenò Ignis – Ci
serve una
strategia – asserì – Noct, tu e Selis
scatenatevi fin da
subito e fatene fuori la metà. Potete farci da diversivo?
– domandò ai due cugini.
- Ricevuto –
assentì il principe.
- Agli ordini!
– soggiunse la principessa.
I due
ragazzi si alzarono, e un secondo dopo si proiettarono nel bel mezzo
dello schieramento.
Prima che i
soldati potessero attivarsi, quattro unità erano
già state distrutte. Noctis e Selenis, in
perfetta sincronia, si alternavano parando e colpendo a turno.
Le
truppe vennero ulteriormente decimate quando dalle retrovie
arrivò il resto del loro gruppo.
- Iggy! –
chiamò Selenis.
- Ci sono –
rispose l’amico.
Assieme, i
due amici si
diressero
verso uno dei Magitek.
La principessa si abbassò, dirottando il colpo indirizzato
ad
Ignis che potè così affondare il proprio pugnale
nel
cranio metallico del
nemico facendolo crollare a terra.
In un flusso
di
continuità, Selenis si avventò sul secondo
lanciandogli il
Kukri alla gola. La principessa, alzò poi la mano per
afferrare al volo uno dei pugnali
scagliati da Ignis e con quello in mano, si proiettò alle
spalle
di un terzo soldato trapassandolo da parte a parte.
- Vai così!
– gongolò posizionandosi schiena contro schiena
con l’amico.
- Impeccabili
– commentò Ignis.
Ovviamente
anche gli altri si
stavano dando parecchio da fare. Noctis aveva appena sferrato un
rondò
che aveva atterrato diversi nemici, mentre Gladio e Prompto si
dividevano tra colpi di spada e proiettili.
Ad un certo
punto, un rumore improvviso mise
in allarme Selenis che innalzò una barriera a
cupola da una parte all’altra della strada. Su di essa si
abbattè una raffica di mitragliatrice che di sicuro non
poteva essere opera dei soldati di fanteria.
- Chi diavolo?!
– abuffò infastidito Gladio.
Una seconda
areonave aveva fatto la sua apparizione in campo; fermandosi dietro di
loro.
- Cosa? Una trappola?
– disse preoccupato Prompto.
Dal mezzo
piombò a
terra l’ennesima squadra di Magitek, seguita a ruota da un
grosso
container di metallo. La struttura cadde sulla strada facendo tremare
la terra e alzando una densa nube di polvere.
- Ahh! –
Selenis serrò i denti e strinse la mano con l'anello, che le
aveva appena trasmesso una fitta dolorosa.
- Che succede?
– le domandò Ignis ancora di fianco a lei.
- Non lo so...
– rispose la ragazza.
Proprio in
quell’istante il box si aprì, e
dall’apertura si riversò in strada una strana
massa.
- No, non è
possibile,,, – mormorò attonita la principessa.
Purtroppo il
suo timore
era legittimo. Da quelle che si rivelarono spire di serpente, si erse
il
torso di una donna dai capelli verdi e dalle innumerevoli braccia. Una
cicatrice le sfregiava il volto, laddove la spada
di Re Regis l’aveva colpita dodici anni prima.
- Quella
è… - mormorò Ignis.
- Già…
- ringhiò Noctis – La riconoscerei
ovunque… -
- Che
cos’è? – domandò Prompto
confuso.
- Quella
è una Lamia... - rispose Selenis, il pugno stretto in uno
spasmo
doloroso attorno all’impugnatura del coltello.
- Una Lamia?
– ripetè il ragazzo senza capire.
- È il
mostro che ha quasi ucciso Noct e Selis molti anni fa –
spiegò Ignis.
Il viso di
Gladio si indurì istantaneamente. Selenis gliene aveva
parlato quando si erano conosciuti, e
già allora aveva visto con quanta paura ricordasse
quell’evento. Il pensiero che potesse accadere di nuovo lo
fece
infuriare.
La
principessa,
d’altro canto, guardava Noctis fermo a qualche metro da lei,
perfettamente immobile. Sapeva quali sentimenti si stessero agitando in
lui in
quel momento, e fu con un secondo di ritardo che capì le sue
intenzioni.
- Noct! –
esclamò, allungando una mano per afferrarlo.
Il suo pugno
però si chiuse sull’aria. Il principe, con un
grido, si lanciò a capofitto contro il mostro.
Il primo
attaccò fu però facilmente parato dalla Lamia,
che rispose con violenza mancando di poco il ragazzo caduto a terra.
Nel
frattempo, i rinforzi Magitek avevano ripreso l’assalto
concentrandosi sui quattro amici rimasti indietro.
- Gladio!
– gridò Selenis mentre respingeva uno dei soldati
–
Riesci ad aprirmi un varco? Devo raggiungere Noct! – disse
mentre
quello veniva perforato da un proiettile di
Prompto.
- Certo! –
ruggì l'Amicitia in risposta.
Il ragazzo
le si parò davanti, e con lo spadone fece un mezzo giro su
sé stesso. La spazzata sortì l’effetto
desiderato:
i nemici caddero a terra liberando loro il campo.
Selenis,
afferrato il Kukri per la lama, lo lanciò in avanti
proiettandosi così di fianco a Noctis.
La Lamia
reagì alla nuova arrivata con un ringhio feroce.
- Non pensavo che
avrei rivisto questo stupido serpente – disse il cugino.
- Siamo in due...
– concordò la giovane – Però
dobbiamo elaborare una strategia.. Noct! –
Non aveva
avuto il tempo
di finire la frase, che il principe si era già lanciato
contro il
mostro. Quest’ultimo parò nuovamente
l’attacco rivoltogli, per poi mettersi a girare
vorticosamente su sé
stesso. La coda finì per urtare contro il container che lo
aveva ospitato,
disintegrando al contempo un gruppo di Magitek che erano lì
vicini.
- È fuori
controllo! – gridò Prompto spaventato.
- Noct, ritiriamoci
per ora! – consigliò Gladio.
- Nemmeno
il Re è riuscito a sconfiggerlo! - gli fece eco
Ignis
– Ora non hai la minima possibilità di…
-
- Sta
zitto! – urlò Noctis in preda alla collera
– Le cose
ora sono diverse – aggiunse caricando il prossimo fendente.
-
Così ti farai ammazzare! –
esclamò Selenis affiancandolo.
Entrambi i
loro colpi
vennero
fermati e respinti. Noctis cadde di schiena, mentre la principessa
venne sbalzata di diversi metri sull'asflato. L'unica cosa che gli
evitò dall’essere letteralmente
fatti a pezzi dalle lame che il mostro brandiva, fu il tempestivo
intervento dei loro amici che, con un’azione combinata,
riuscirono ad arrestarlo. Purtroppo, quella
mossa contribuì solamente a far infuriare ancora di
più il Deamon.
- State bene?
– domandò Ignis parandosi davanti a loro.
- Dobbiamo ritirarci
– disse Prompto aiutando Noctis ad alzarsi.
- Levatevi!
– ribattè però il principe scostandosi
– Lo
ammazzo! – esclamò buttandosi di nuovo nella
mischia.
- Noctis! –
gridò Selenis.
Con una
mossa fulminea si
proiettò davanti a lui,
riuscendo a deviare il colpo successivo che la Lamia gli aveva
indirizzato.
In un
turbinio di spade
che cozzavano tra di loro, i due cugini cercarono di tenere testa al
mostro, che però risultò essere ancora troppo
potente.
Con un
fendente ben
assestato, il Deamon spezzò la guardia del principe
facendolo
precipitare nel letto del fiume che costeggiava la strada, mentre con
la coda urtò violentemente Selenis, che cadde rovinosamente
sull'asfalto.
Il mondo si
colorò
di un’esplosione di puntini neri. La
ragazza tossì violentemente avvertendo un forte bruciore al
braccio sinistro.
- Selis! –
L’urlo
di Gladio le
fece riaprire gli occhi. La giovane sbattè le palpebre
cacciando
le lacrime dovute al dolore e alla polvere, poi guardò in
su.
La Lamia,
poco più in là festeggiava il suo trionfo, e
quella vista la fece imbestialire.
Richiamando
a sé
un’alabarda, si puntellò sul terreno per
rimettersi in piedi in piedi.
Osservò i suoi amici cercare di fermare il mostro ormai del
tutto fuori controllo, ma finire inesorabilmente al tappeto.
Il Deamon
tornò allora ad
affacciarsi sul burrone da cui aveva scaraventato Noctis, e fu a quel
punto che Selenis impugnò la sua arma, scagliandola con
tutta la
forza che aveva. Nello stesso
preciso
momento, una spada sbucò dal nulla andando a conficcarsi nel
petto della
Lamia, mentre l’alabarda della principessa centrava il punto
morbido tra le scapole. Il
nemico urlò finalmente di dolore retrocedendo.
Noctis
atterrò con grazia a terra e Selenis sorrise.
- Scusate –
disse grondando acqua – mi sono dato una rinfrescata
–
Pareva
essere rinsavito e il suo sguardo era decisamente più
consapevole, quasi calmo.
Detto questo, nel palmo gli apparve la spada degli antichi Re
recuperata nel mausoleo di Leide.
La Lamia
ruggì,
puntando le proprie armi contro il principe, ma una serie di pugnali le
si conficcò nella schiena.
- Ehi
stronza! - la apostrofò Selenis – Vieni
un po’ a
prendermi! – la provocò con un sorriso ferino.
Il mostro
non se lo fece
ripetere una seconda volta, partendo alla carica. La principessa sapeva
di non
poterla abbattere da sola, ma non era quello il suo intento.
Parò e schivò tutti gli attacchi che le erano
indirizzati,
facendo imbestialire ancora di più la Lamia che
alzò le
spade tutte insieme per un ultimo fendente decisivo. In quel
momento, Selenis scomparve dalla sua vista e Noctis la
sostituì.
Un
secondo più tardi, quattro delle otto braccia del Deamon
furono
staccate di netto.
La Lamia
lanciò un urlo disumano mentre fiotti di sangue imbrattavano
l’asfalto.
Noctis e
Selenis si portarono a distanza di sicurezza con il fiato corto.
- Ehi voi due! Vi
ricordate che ci siamo anche noi? – sbottò Gladio
respingendo la coda impazzita del Deamon.
- Già! Non
dovete fare tutto da soli! – rincarò Prompto.
- Ce la fate?
– domandò Ignis affiancandosi ai due ragazzi.
- Sì
– rispose Selenis.
- Allora andiamo?
– propose il cuoco del gruppo.
- Andiamo –
concordò Noctis.
I due
giovani si
diressero verso la Lamia e, saltando nello stesso momento, colpirono
con precisione recidendo altre due braccia al mostro.
- Selis! –
chiamò Gladio.
- Ci sono! –
rispose lei.
Imitando i loro due amici tagliarono via gli ultimi due arti rimasti.
- Ecco,
adesso sì che assomigli ad un serpente! –
commentò
Noctis conficcando la punta dell’alabarda nel grosso nodo
formato dalla
coda.
Il Deamon
ormai si
limitava a dibattersi furiosamente sotto i colpi ricevuti, iniziando a
perdere la poca lucidità che gli era rimasta.
- Prompto! –
esclamò il principe facendo da gradino perché
l’amico potesse prendere meglio la mira.
- Eccomi! –
Una
sventagliata di
proiettili colpì senza fallire il bersaglio, che con un
lamento
abbassò il mento contro lo sterno.
- Non è
ancora il momento di dormire – asserì Selenis
comparendo sotto di essa.
Con un
fendente circolare
aprì una lunga ferita sul ventre della bestia che per il
dolore
gettò la testa indietro.
- Gladio! –
urlò a quel punto Noctis.
Aiutato
dall’amico, il principe
spiccò un balzo verso l’alto e girandosi su
sé
stesso per caricare il colpo, tagliò di netto il collo della
Lamia, staccandole la testa. Quest’ultima cadde a terra con
un
tonfo, rotolando un paio di volte prima di fermare la sua corsa.
Il resto del corpo serpentesco si contrasse per poi ricadere
pesantemente e il silenzio tornò nella strada, mentre la
polvere residua si depositava a terra.
- Ce
l’abbiamo fatta? – domandò Prompto
leggermente intontito.
- Direi di
sì – rispose Ignis sospirando.
- Noct!
– chiamò allora il ragazzo biondo, pronto a
festeggiare
assieme all’amico la loro vittoria, ma la mano di Ignis lo
bloccò.
Il principe
aveva voltato
le spalle al nemico appena sconfitto, dirigendosi invece sul ciglio del
burrone
dal quale era caduto durante lo scontro. Rimase fermo per qualche
istante, con i capelli mossi dal vento leggero e la mente incatenata al
ricordo del padre. Finalmente, dal giorno in cui avevano appreso la
notizia della morte del Regis, suo figlio si lasciò andare,
cadendo
in ginocchio e piangendo il dolore per la perdita del genitore.
Selenis per
tutto il tempo
che suo cugino pianse, rimase ad osservare la testa della Lamia che con
occhi sbarrati guardava il cielo senza realmente vederlo.
L’aveva
perseguitata nei suoi incubi per anni, ma ucciderla aveva risollevato
il suo spirito
solo in parte. C’era ancora una questione che le
impediva di accantonare per sempre quella brutta esperienza.
- Scusatemi –
Noctis
raggiunse i suoi amici fregandosi l’avambraccio sugli occhi
per asciugare le ultime lacrime.
- Tranquillo
– lo rassicurò Gladio.
- Possiamo andare?
– chiese Ignis.
- Certo,
abbiamo perso fin troppo tempo. Iris ci sta aspettando –
rispose
il principe – Selis, vieni? – chiamò poi
la cugina
ancora ferma nello stesso punto.
- Ti devo chiedere
perdono Noct – replicò lei.
- Me lo hai
già detto, ma non capisco per cosa –
ribattè il cugino confuso.
- Quella
gita in riva al lago di dodici anni fa sono stata io ad organizzarla
– confessò voltandosi a fronteggiare il ragazzo
–
Ero preoccupata perché sembravi sempre infelice a quel tempo
e
ho convinto tuo padre a lasciarci andare –
raccontò
– Se non mi fossi impuntata tanto, a
quest’ora… -
Selenis
abbassò lo sguardo sulle dita che aveva intrecciato senza
riuscire a finire la frase.
- Ho
voluto che credessi che fosse stata di tuo padre l’idea
perché sapevo che i vostri rapporti erano un po’
incrinati. Poi è successo tutto questo e io… -
Un paio di
mani si
avvolsero attorno a quelle contratte della ragazza. Selenis
alzò lo
sguardo per incrociare quello di Noctis che la guardava sorridente.
- Non hai motivo di
scusartene, non è stata colpa tua se le cose sono andate
così – le disse – Eri preoccupata per me
e quel
giorno mi hai reso immensamente felice – aggiunse appoggiando
la
fronte contro quella della cugina – Grazie Selis –
La
principessa finalmente
si rilassò, avvertendo quell’ultimo scoglio legato
al
passato scomparire come neve al sole.
- Andiamo –
disse alla fine con un sorriso tirandosi indietro.
- Sì
– assentì felice lei.
**
- Però,
mica male come città –
Il commento
di Gladio non
poteva essere più azzeccato di così. Lestallum
faceva bella mostra di
sé anche solo dalla strada.
Aveva accolto i cinque ragazzi in un
tripudio di voci, profumi e colori.
La
città si
affacciava su un alto strapiombo, che lasciava spaziare lo sguardo per
tutta la regione di Duscae fino alla faglia di Cauthless che brillava
al centro.
Già solo nel piazzale dove parcheggiarono la Regalia
c’era parecchia movida. Gente del posto e turisti si
mescolavano
tra di loro riempiendo l’aria con il loro vociare. La strada
provinciale, che passava esattamente davanti le prime palazzine di
Lestallum, era ingombra di auto ferme in sosta, che
però non sembravano disturbare per niente la popolazione. La
piazzetta che introduceva al corso principale della città,
era
piena di bancarelle di cibo da strada e di comode sedie su cui fermarsi
a consumare i pasti o anche solo per fare quattro
chiacchiere. Ovunque c’erano bambini che giocavano e
aiutavano
gli adulti nella gestione degli innumerevoli negozi.
- Più
all’interno dovrebbe esserci un mercato – disse
Ignis
mentre salivano la scalinata che li avrebbe portati alla via
dell’hotel Leville.
- Non vedi
l’ora di andarci vero? – commentò
Selenis dando di gomito all’amico.
- Non posso dire che
non sia così – rispose lui con un sorriso.
- Per di qua!
–
Prompto li
superò,
dirigendosi verso la via che tagliava in due la città. Al
fondo di essa, si
ergeva un’altra piccola piazza con una bella fontana. A
dominare il tutto, la
struttura del Leville: il più vecchio (nonché
unico) albergo
di Lestallum.
Non appena raggiunsero l’edificio, una forte scossa
di terremoto li costrinse a fermarsi cogliendogli di sorpresa.
- L’avete
sentito? – domandò Prompto spaventato.
- Intendi il
terremoto? – chiese sarcasticamente Gladio mentre la terra
smetteva di tremare.
Il lamento
di Noctis fece
voltare tutti quanti verso di lui. Il ragazzo si teneva una mano sulla
fronte con espressione corrucciata.
- Qualcosa non va?
– gli chiese Ignis.
- Ho delle fitte alla
testa... – rispose l’amico
- Stai bene?
–
- Sì, non
è niente – minimizzò il principe
rivolto al pistolero.
Selenis
guardò di sottecchi il cugino, non del tutto convinta da
quella risposta che
assomigliava molto alle sue quando voleva tenere qualcosa nascosto.
Nonostante
questo, i cinque ragazzi varcarono finalmente la soglia
dell’hotel.
- Benvenuti signori,
al Leville – li accolse il corsierge alla reception
– Posso aiutarvi? –
- La signorina Iris
Amicitia ci sta aspettando – disse Ignis avvicinandosi al
bancone – potete dirle che siamo arrivati per cortesia?
– aggiunse.
- Oh certo, datemi un
secondo per poterla avvisare – rispose il
ragazzo componendo il numero della camera.
- Selis? –
La ragazza
che si stava guardando intorno, concentrò la sua attenzione
su Noctis.
- Sì?
–
- Hai visto qualcosa?
–
Selenis
inclinò appena la testa in una muta richiesta di
spiegazioni.
- Prima, quando la
terra ha tremato, hai avuto qualche visione? – chiese il
ragazzo.
- No..
perché tu sì? –
- Gladio! –
Una voce
squillante
interruppe la loro conversazione. Iris, la sorella minore di Gladio,
scese di corsa le scale che portavano alle stanze poste al piano di
sopra.
- Che piacere
rivedervi ragazzi! – li accolse dopo aver abbracciato
brevemente il fratello.
- Che dire? Ti trovo
bene – si complimentò Prompto.
- Tutto considerato
è vero – rispose la ragazzina – Selis!
–
Le due
amiche si scambiarono un altro abbraccio.
- Mi sei mancata!
– le disse la principessa.
- Mio fratello non si
è comportato bene? – domandò Iris
corrucciandosi.
- Nella norma
– replicò Selenis mettendosi a ridere.
- Vi fermate qui,
vero? – domandò poi la giovane Amicitia.
- L’idea
è quella – assentì Ignis.
- Cosa ne dici allora
di aggiornarci? – propose Gladio mettendo una mano sulla
spalla della sorella.
- Certo, venite di
sopra – assentì la ragazza.
Una volta
arrivati alla camera di Iris, ad aspettarli c’erano altre due
vecchie conoscenze.
- Jared, Talcott! Che
piacere vedervi! – esclamò Gladio alla vista del
suo
vecchio maggiordomo e del nipote di quest’ultimo.
- Principe Noctis,
principessa Selenis – esordì il bambino
salutandoli - Iris con me
è al sicuro – affermò con la fierezza
tipica
dell’infanzia.
- Vogliate perdonare
mio nipote – intervenne Jared – non impara mai le
buone maniere –
- Nah, mi piace
– replicò con un sorriso il principe.
- Ci servono persone
coraggiose come lui – soggiunse Selenis arricciando il naso
divertita.
- Siete molto
comprensivi, ma ora togliamo il disturbo – disse
l’anziano inchinandosi leggermente.
- Vi auguro una buona
notte vostre maestà – si congedò
Talcott imitando il nonno.
- Buona notte a voi
– rispose la ragazza.
Quando la
porta si fu
richiusa, ognuno prese posto attorno al basso tavolino in onice che
faceva parte dell’arredamento della stanza.
- Quindi...
– prese la parola Noctis – Iris,
com’è la situazione alla capitale? –
domandò.
- Non bella
– rispose
la ragazzina adombrandosi – Il palazzo reale e la zona
circostante hanno subito pesanti danni, ma le altre zone della
città sono illese – spiegò.
- L’Impero
si è concentrato sugli obiettivi strategici –
commentò Ignis.
- Incurante della
morte che poteva disseminare... ovviamente – soggiunse
Selenis con rabbia repressa.
- Se posso fare
qualcosa Noctis non esitare a chiedere – disse Iris con
trasporto.
- Gra.. grazie
– rispose il principe.
- C’è
ancora
una cosa, a proposito di sua Grazia Lunafreya –
continuò la
ragazzina – Qualcuno ha detto di averla vista qui in
città
– disse – Sembra che sia ripartita subito, ma
almeno
significa che sta bene –
Il sollievo
nel sentire quelle parole fu quasi tangibile.
- Buono a sapersi,
grazie – sorrise Noctis.
- Ora... che ne dite
se andassimo a cenare tutti assieme? – propose Iris.
- Forse sarebbe meglio
se..-
- La trovo
un’ottima idea! –
Selenis
interruppe la risposta di Gladio, accettando con entusiasmo
l’offerta.
- Bene! –
esclamò Iris alzandosi – C’è
un ristorante
buonissimo in piazza, sono sicura che vi piacerà!
–
raccontò dirigendosi verso la porta.
- Ha bisogno di un
attimo di spensieratezza – disse la principessa a mezza voce
rivolta a Gladio.
- Hai ragione...
– concordò il fratello osservando come Iris
sorrideva.
- Ne abbiamo bisogno
tutti – aggiunse mesta.
La cena si
svolse senza mai tornare sull’argomento
della capitale. Il ristorante citato da Iris si trovava nella piazza in
centro città. I tavolini allestiti all’esterno,
invitavano
la clientela a sedersi per godere della brezza serale che si portava
finalmente via un po’ della calura dovuta al periodo estivo e
alla vicinanza con il vulcano Ravatogh. A loro si unirono
anche
Jared e Talcott, con evidente eccitazione di quest’ultimo; il
bambino infatti adorava letteralmente Noctis, e pendeva dalle sue
labbra
qualsiasi cosa dicesse. Per Gladio e Iris fu un po’ come
tornare
a casa, nel ritrovarsi a chiacchierare così con loro come
solevano fare ad
Insomnia.
Man mano che
la serata
proseguiva, le strade si riempirono di gente e la movida notturna ebbe
il suo via. Lestallum era una città di passaggio e questo
contribuiva a riempirla di persone provenienti da tutte le regioni.
- Sbaglio o prima
tutte queste ragazze non c’erano? –
Prompto,
satollo sulla sua sedia mentre aspettava che venisse loro servito il
caffè, si guardava intorno curioso.
- Per forza, erano
tutte al lavoro – rispose Iris.
- Non mi pare di aver
visto
nessuna donna nei negozi, anzi, mi pareva l’esatto contrario
– replicò il ragazzo corrugando la fronte.
- L’Exineris
– disse Selenis guadagnandosi un’occhiata perplessa
dall’amico – La compagnia che gestisce la centrale
elettrica – proseguì – Ci lavorano solo
donne
–
- Cosa?! –
esclamò il ragazzo stupito.
- Per questo di giorno
non
le vedi – raccontò Iris – gli uomini si
occupano
solo di mandare avanti le attività commerciali –
aggiunse.
- Però!
– commentò Prompto.
- Ti ci vedrei bene
qui Iris – commentò Noctis.
- Vero? Anche io!
–
rispose la ragazza illuminandosi – All’inizio non
ci ero
abituata essendo cresciuta alla Capitale, ma adesso mi sembra normale
– disse.
- È tutto
molto
diverso rispetto ad Insomnia – concordò Ignis
appoggiando
la tazzina di caffè ormai vuota.
Una volta
conclusasi la
cena, il gruppo di amici tornò verso l’albergo.
Jared era
rientrato un po’ prima, permettendo però al nipote
di
restare ancora con loro.
Anche a quell’ora piuttosto tarda, la
gente continuava a popolare le stradine di Lestallum senza accennare la
minima stanchezza. I bar erano pieni di gruppi di donne di ogni
età, che finito il lavoro si ritrovavano per bere qualcosa e
fare
quattro chiacchiere.
Davanti al
Leville, la
fontana illuminata per la notte era diventata il palcoscenico
improvvisato di alcuni artisti di strada. La gente che si era riunita
ad ascoltarli aveva finito per lanciarsi anche nella danza.
- Che ne dici?
–
- Di cosa? –
Gladio
guardò verso Selenis interdetto.
- Balliamo?
– domandò la ragazza.
- Ma neanche morto!
– rise l’Amicitia.
- Allora
andrò con
Talcott! – replicò la principessa facendo la
linguaccia al
suo ragazzo – Che ne dici? Mi faresti da cavaliere?
–
chiese poi al bambino che camminava al suo fianco.
- Sarebbe un onore per
me, Sua Grazia – rispose il bambino felice.
- Dovresti imparare da
lui
sai? – lo prese in giro Noctis mentre la cugina e il suo
piccolo
accompagnatore si univano alla ballata che veniva suonata in quel
momento. - Ha parlato il ruba
cuori... – replicò Gladio con aria di sufficienza.
- Noct! Andiamo anche
noi! –
Iris
comparve al loro fianco prendendo il principe sotto braccio.
- Non penso sia una
buona idea – balbettò il ragazzo preso in contro
piede.
- Dovresti imparare da
Talcott!! – gli fece il verso l’Amicitia.
- Questa me la paghi!
– gli gridò dietro il suo amico mentre veniva
letteralmente trascinato via da Iris.
- Voglio venire anche
io! – esclamò Prompto accodandosi.
- Tu non partecipi?
–
Gladio si
rivolse ad Ignis che sostava in disparte con le braccia incrociate.
- Il ballo non fa per
me – rispose con un sorriso l’amico.
- Mi chiedo
perché
alle donne piaccia tanto invece – sospirò lo scudo
del Re
salutando con una mano Selenis che sembrava divertirsi un mondo.
- Forse vedono il
mondo con occhi diversi – replicò Ignis.
- Credo
che tu abbia
ragione – concordò Gladio – Stai
già pensando
a come dovremo muoverci, vero? – osservò poi, dopo
un
attimo di
silenzio.
- Già..-
assentì il ragazzo cambiando posizione.
- Cosa pensi che
dovremmo fare? –
- Per ora raccogliere
informazioni – rispose Ignis osservando i goffi tentativi di
Prompto di imparare i passi della quadriglia – Ma possiamo
pensarci domani – disse.
Il brano
suonato dai
musicisti terminò in quel momento sotto uno scroscio di
applausi
che inghiottirono il seguito della possibile conversazione tra i due
ragazzi.
- Selis,
perché non ci canti qualcosa? –
La voce di
Prompto si levò abbastanza alta perché uno dei
suonatori s'interessasse alla questione.
- Vieni, unisciti a
noi!
– esclamò all’indirizzo della ragazza,
che in quel
preciso istante era occupata nel fulminare il pistolero con
un’occhiataccia.
- No davvero, non
è il caso – declinò Selenis imbarazzata.
- Eddai Selis!
– fece eco Gladio prendendosi la sua piccola rivincita per
poco prima.
- Oh per favore,
è da così tanto che non ti ascolto! –
soggiunse Iris sostenuta da Talcott.
- Sai suonare
qualcosa? – le domandò il musicista.
- La chitarra...
– sospirò lei, arrendendosi e accettando lo
strumento che le veniva prontamente offerto.
La
principessa si sedette sul
bordo della grande fontana e imbracciò la chitarra. Dopo
qualche
secondo iniziò a cantare.
Come sempre, la scelta del brano le
venne spontanea; aveva un talento nel trovare canzoni che
riuscissero ad esprimere le emozioni che provava.
La parte
centrale diceva così:
Sometimes
the past can
Make
the ground beneath you feel like a quicksand
You
don't have to worry
You
reach for my hand
Yeah
I know you're gonna be okay
You're
gonna be okay
And
even if you're scared
You're
stronger than you know
If
you're lost out where the lights are blinding
Caught
in all, the stars are hiding
That's
when something wild calls you home, home
If
you face the fear that keeps you frozen
Chase
the sky into the ocean
That's
when something wild calls you home, home
Era di
speranza che avevano bisogno e di speranza lei cantava.
Gli
spettatori
ascoltavano in religioso silenzio la sua esecuzione, e sul volto degli
amici di Selenis si potevano leggere diverse emozioni. Ognuno veniva
colpito da quelle parole in modo differente, ma tutti si sentirono
rinfrancati quando le ultime note risuonarono, seguite
dall’applauso del pubblico.
Per quante
difficoltà ci sarebbero state ancora sul loro cammino,
nessuna di
esse sarebbe stata insuperabile, non se fossero rimasti uniti.
Selenis si
tirò in
piedi ancor più imbarazzata di prima, restituendo la
chitarra al legittimo proprietario che le fece i complimenti per la
splendida voce. La ragazza si diresse poi verso i suoi amici che la
aspettavano. Nel vederli tutti lì così, la
principessa avvertì un nodo salirle alla gola.
- Torniamo in albergo?
–
Gladio le
passò un
braccio attorno alle spalle e lei annuì solamente. Nessuno
le
chiese niente, avevano già capito.
**
- Allora? Va meglio -
Selenis si
voltò
verso Prompto che prese posto nella sedia vuota di fianco a lei.
Una
volta tornati all’hotel, la ragazza si era seduta
sul balcone ad osservare la movida notturna e a cercare di
riordinare i pensieri. I suoi amici l’avevano lasciata fare,
decidendo di farsi ancora una partita a carte tra di loro.
- Sì,
grazie – rispose lei con un sorriso.
- Mi fa piacere
– asserì sollevato il ragazzo tornando ad
osservare la piazza sotto di loro.
- Sei cambiato Prompto
– riprese dopo un momento la principessa.
- Eh? Trovi che sia
davvero così? – chiese lui imbarazzato girandosi
verso di lei.
- Certo! –
confermò Selenis – Ho sempre invidiato la tua
determinazione nel cercare di renderti migliore,
sai? – confessò arricciando il naso.
- Non
è niente di speciale dai... – minimizzò
lui,
accompagnando le parole con un gesto di noncuranza della mano.
- È
fondamentale
invece! Guarda dove sei arrivato con le tue sole forze! –
replicò la ragazza seriamente – Dovresti esserne
orgoglioso
– affermò con convinzione.
- Invece non sono
ancora
sicuro che il Re abbia fatto bene a scegliermi –
ribattè
lui con una risata – In combattimento sono ancora
estremamente
goffo, avrebbe fatto meglio a scegliere qualcuno più
addestrato di me –
proseguì – Per non parlare poi..-
Prompto si
interruppe improvvisamente e Selenis fu allarmata da quello sguardo
spento che gli era comparso sul volto.
- Ehi...
– la ragazza
gli mise una mano sul braccio riscuotendolo – Non voglio mai
più sentirti dire che sarebbe stato meglio se ci fosse stato
qualcun altro al tuo posto! – lo ammonì
severamente
– Se non ci fossi stato tu con noi, non saremmo
così
spensierati nonostante tutto. Prompto..- anche Selenis si interruppe
senza sapere come fargli capire ciò che intendeva.
Il ragazzo
la guardava con la bocca semichiusa, stupito da quelle parole accorate.
- La tua allegria e la
tua
bontà d’animo Prompto, non possono essere
sostituite
– riprese la principessa con più calma –
Quando sono
infelice mi basta guardarti per ritrovare il buon umore e questo non
è un dono da poco! E credo che anche il Re lo avesse capito
– proseguì – Quindi non
voglio sentirti dire certe cose – concluse con un sorriso.
- Oh beh se dici
così…- balbettò il ragazzo –
Grazie Selis – disse sorridendole.
- Ehi tu! Non starai
mica
facendo gli occhi dolci alla mia ragazza? – Gladio apparve
sul
balcone squadrando con finta gelosia il pistolero.
- Cosa? No!
– esclamò Prompto.
- Tu non me la
racconti
giusta... – replicò l’Amicitia
intrappolando il collo
dell’amico nell’incavo del braccio.
- Gladio! –
piagnucolò l’altro mentre veniva trascinato via.
- Che ne dite di una
partita a King's Knight? – propose Selenis rientrando con
loro, del tutto
ignara dello sguardo, sotto la falda del cappello, di una figura
avvolta dall’oscurità.
Campeggio dell'autrice:
Perdonatemi, sono in ritardo!
Ho avuto una settimana impegnativa lavorativamente parlando e quando
arrivavo a casa non riuscivo a concentrarmi abbastanza per sistemare il
capitolo :(
E' piuttosto lunghetto e movimentato, quindi spero di essermi fatta
perdonare ^^
I nostri amici sono arrivati a Lestallum e si sono riuniti ad
Iris! Anche se la strada per raggiungerla non è stata
proprio
una scampagnata.
Ne ho approfittato infatti, per allacciarmi all'ultimo episodio di
Brotherhood e finire così il cerchio riguardante l'attacco
del
Deamon. Mi auguro che le scene di combattimento non siano confuse ^^"
Sono un pò il mio scoglio da sempre.
E' tornato il momento Sanremo xD Scusatemi è più
forte
di me! La canzone però è quella che dà
il titolo
all'intera storia, quindi dovevo per forza inserircela! Per chi
l'avesse
mancata al prologo lascio qui il link per ascoltarla: Something
Wild cover
Mi era stata messa la pulce nell'orecchio, che il povero Prompto era
stato un pò messo da parte e credo di avervi accontentato
così xD In realtà gli sarà dato ampio
spazio anche
più avanti, non temete!
Non sono certa di riuscire a postare la prossima settimana
perchè sono in ferie xD Nel senso che probabilmente
sarò
fuori porta un giorno sì e uno no, per cui non ho idea di
quanto
riuscirò a stare dietro al capitolo =/ Portate pazienza,
preferisco fare le cose bene e con calma, piuttosto che di fretta pur
di
riuscire a postare puntuale.
Grazie tantissime a tutti i fantastici Lettori, a chi recensisce e a chi
mi ha inserita tra le storia seguite
e preferite!
Buone vacanze a chi le
ha iniziate!
Un abbraccio a tutti,
Marta
|