La perfezione del caos

di bijouxer92
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il male e la paura sono gemelli siamesi cap 2

2. IL MALE E LA PAURA SONO GEMELLI SIAMESI *

 

‘’Is this the real life?
 Is this just fantasy?
 Caught in a landslide
 No escape from reality’’

(Canzone Bohemian Rhapsody, Queen)

 

Rossana non poteva credere a quello che aveva appena sognato.

Era orripilata nel rilevare perfino a se stessa il contenuto di quell'abominio.

No, non era il sogno in sé a turbarla, ma la sensazione che ne era derivata. Soddisfazione. Trionfo. Un minuto prima aveva visto nella sua mente le sue mani avvolgersi con violenza e prepotenza attorno al collo di una ragazza indifesa. Le sembrava quasi conoscerla, eppure non si ricordava di averla mai vista. Non riusciva a levarsi dalla mente la fuga inutile e disperata della poveretta. Il terrore del suo sguardo e il barlume di vita spegnersi subito dopo.

Rossana si ricompose, fece profondi respiri e cercò delle spiegazioni razionali. le vennero in mente le parole della vecchietta della porta accanto che le raccomandava si stare attenta agli sconosciuti e che motivava il dilagare moderno di violenza immotivata con la proliferazione di film cruenti. Rossana penso tra sé e sé :“Ah!! A che punto sono arrivata per ascoltare i consigli di quella rincoglionita di Pina? Vabbè almeno lei non ha desideri omicidi (spero)”. Nemmeno il pensare alle massime di una figura così materna e rassicurante come quella della vicina l’aveva distolta dal punto nodale. Come aveva potuto la sua mente partorire simili immagini, soprattutto con dettagli cosi nitidi? Ricordava la sensazione del contatto tra le sue mani e il collo della ragazza, le sembrava addirittura di sentire le ossa della poveretta scricchiolare. E poi ripensava alla visione del tavolo in legno massello, della libreria stracolma. Le sembrava quasi di poter ancora percepire l’odore di paura, quell’odore acre emesso per via di un istinto primordiale ed inestinguibile, dovuto alla consapevolezza di essere senza via di scampo . Poi …una melodia ..sì, una melodia dolce e delicata. Da non si sa quali reconditi spazi della sua memoria le sembrava di averla già sentita, familiare e rassicurante. Questo suono rimbalzava nella sua mente e la trafiggeva come una moltitudine di coltelli.

La sveglia segnava le 5, Rossana decise di riprovare a dormire. Con il cuore colmo di inquietudine e la mente in tumulto si riaddormentò ma non prima di porsi la fatidica domanda : ‘’ Cosa rimane quando si ha paura perfino di se stessi?’’.

Una lacrima scese velocemente sulla sua guancia…

 

 

*Il titolo è una citazione di ZYGMUNT BAUMAN





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