This is my fight song
Take back my life song
Prove I'm alright song
My power's turned on
Starting right now I'll be strong
Manabe era a terra. Si era alzato proiettandosi in avanti senza nemmeno
ricordarsi della sua stampella, ed era malamente caduto.
Si tiró in piedi con la forza della disperazione e,
afferrato l’oggetto, si mise a correre verso le scale
dell’argine, seguito da Shindou e Tenma che avevano intuito
cosa fosse successo.
-Maledetti scalini… sono troppo ripidi! -Il lilla rischiava
di inciampare ad ogni passo e cadere pericolosamente
all’indietro ma non gli importava, voleva raggiungere il
ponte il prima possibile.
-Aspetta, appoggiati a me, ti aiuto io. -Shindou gli aveva messo una
mano sulla spalla.
Manabe si aggrappó al suo collo e insieme si issarono sul
parapetto dell’argine. Il ponte era molto vicino a loro, ma
Shindou continuò a sorreggere il lilla. Aveva paura che
l’agitazione lo spingesse a mettersi in pericolo.
-Minaho!! -Il lilla corse sul ponte verso il ragazzo steso al
suolo. -Minaho!! Rispondimi!!
Manabe si chinó sul corpo esanime dell’amico. Era
coperto di graffi e lividi, e aveva le mani tagliate in più
punti. Sembrava svenuto.
-Min! Min dannazione rispondimi!! Svegliati… ti prego
svegliati…
Shindou e Tenma si erano avvicinati e osservavano la scena con il cuore
in gola. Non avevano idea di cosa fosse successo. Perché
Minaho aveva fatto a botte con quel ragazzone?
-Minaho… ti supplico… non puoi lasciarmi
così dopo questa enorme cazzata!! È tutta colpa
mia! È… colpa… mia!!! -Il lilla
piangeva.
-N…n…non credo… non credo
proprio…
L’arancione aveva aperto gli occhi. Sembrava facesse una
grandissima fatica a parlare, ma sorrideva sornione!
Manabe rimase come paralizzato.
-M… Minaho…? -bisbiglió con un filo di
voce.
-Sì… si… lo so… lo so come
mi chiamo! -Il respiro dell’arancione era spezzato.
-Ma… Ma io ti… questa non te la faccio passare
liscia!! Lo giuro!!! -Di certo era difficile prendere il lilla sul
serio, a giudicare da come abbracciava piangendo l’amico che
intanto era riuscito a tirarsi a sedere. Shindou e Tenma sospirarono di
sollievo.
-E… e perché?… Quel… quel
cretino ci… ci penserà due volte prima di
avvicinarsi ancora ancora a te! -Minaho sorrideva soddisfatto dietro
alla maschera di sangue che gli copriva il volto.
Manabe era sconvolto. Si sentiva responsabile.
-Ma… guarda come ti sei ridotto!! Ti avevo detto
che… che non dovevi farlo!! -Il lilla continuava a piangere
contro il petto dell’amico.
-Ma no… sono solo… sono solo due lividi e qualche
graffio! Niente… niente di che! -L’arancione
sorrideva. Il dolore era grande ma non insopportabile, era anche
riuscito a normalizzare il respiro. -Su Man… smetti di
piangere… va tutto bene.
Minaho o accarezzava i capelli dell’amico. Manabe intanto era
completamente sconvolto. Aveva tirato fuori un fazzoletto e cercava di
pulire il sangue dal volto dell’arancione, che
però gli fermò la mano con delicatezza. -Non ti
preoccupare… adesso vado a sciacquarmi, è solo un
graffietto vedrai…
Minaho non aveva previsto che si sarebbe sentito in colpa. Sapeva di
rischiare e sapeva che Manabe si sarebbe preoccupato, ma quegli occhi
spaventati lo facevano soffrire più delle sue strigliate.
In quel momento faceva la sua apparizione sul ponte
l’allenatore con il resto della squadra, in piena confusione
e spaventati.
-Cosa… non voglio sapere cosa sia successo qui! Minaho! Che
ti è successo?
La voce dell’allenatore era calma ma seria. Non sembrava
arrabbiato, ma decisamente preoccupato e confuso.
-Mister… io… -Minaho non sapeva come spiegarsi, e
la voce gli tremava.
-Lascia… lascia stare. Non è il caso di sforzarti
ora. Manabe, portalo a casa… domani però mi
aspetto che mi raccontate tutto. Vi conosco e so che se avete fatto
questo ci deve essere un motivo serio e valido, ma cercate di capirmi,
il mio compito è di proteggervi. -Endou li guardò
serio. -Avete bisogno che qualcuno vi accompagni? Shindou! Vai con
loro…
-Eh… certo! -Shindou si scosse dalla confusione dei suoi
pensieri e corse vicino a Manabe.
-Bene… state attenti ragazzi. Domani vi aspetto per
discutere di quello che è successo.
Manabe non era ancora riuscito a frenare le lacrime. Endou gli fece un
sorriso di incoraggiamento. Sapeva che i suoi ragazzi non avrebbero mai
fatto una cosa del genere se non per un motivo estremamente grave.
Voleva vederci chiaro.
Rimasti soli, Manabe e Shindou aiutarono Minaho ad alzarsi in piedi.
Aveva forti dolori ad un ginocchio e temeva di essersi rotto un piede.
-Appoggiati a noi Min… andiamo a casa.
I due ragazzi si misero uno a destra e uno a sinistra
dell’arancione e gli fecero girare le braccia intorno alle
loro spalle, sostenendolo. Procedevano estremamente piano e ad ogni
passo il piede di Minaho gli lanciava fitte di dolore.
-No… così non possiamo procedere. Gli fa troppo
male… Aspettami qui Manabe, torno subito. -Shindou corse a
prendere il cellulare nel borsone e si appartó dietro alcuni
alberi. Pochi minuti dopo ne uscì con un sorriso
-Fatto… ora dobbiamo solo aspettare.
Non erano passati nemmeno dieci minuti che una colossale limousine
aveva accostato davanti a loro. Manabe era allibito.
-Uao! Questa sì che è una macchina! Da dove salta
fuori Shindou? -Minaho aveva spalancato gli occhi come un bambino,
dimenticandosi del dolore.
-Ecco… -Il castano era arrossito. – I miei sono
molto ricchi, anche se odio che gli altri lo sappiano…
sapeste quanto mi hanno preso in giro da piccolo! In passato ho avuto
un rapporto difficile con loro, ma ora è andato tutto a
posto… sono contenti che io mi sia fatto nuovi
amici…
Manabe abbracció Shindou.
-Sei un ragazzo speciale. Grazie.
I due ragazzi, aiutati dall’autista nella sua linda divisa di
servizio, fecero stendere Minaho sul sedile posteriore della vettura.
Shindou e Kirino si sedettero davanti a lui.
Il lilla teneva la mano dell’amico. -Tieni duro
Min… a casa starai più comodo, ok?
Shindou disse all’autista l’indirizzo dei due amici
e la macchina si mise dolcemente in moto. L’uomo stava molto
attento a non prendere buche e a non fare frenate brusche. Minaho rise.
Chissà che ansia, avere un ferito in auto!
Dopo dieci minuti erano arrivati. L’autista aiutò
i due ragazzi a portare dentro Minaho e ad adagiarlo sul divano, quindi
si inchinó e se ne andò dopo aver salutato i
ragazzi. Minaho sembrava vergognarsi molto della situazione.
-Uff…. Vi dico che sto bene! -Si lamentó
debolmente. In fondo gli piaceva essere al centro delle attenzioni del
lilla!
Manabe sorrise e fece cenno di dargli uno schiaffone se non avesse
taciuto. Shindou rise di gusto.
Manabe era sparito in bagno ed era ricomparso con una cassetta del
pronto soccorso. L’aveva appoggiata sul pavimento e aveva
iniziato a tirare fuori cerotti e disinfettante.
-Min… perdonami… brucerà un
po’! Anche se dopo la paura che mi hai fatto prendere un
po’ di dolore te lo meriteresti! -Il lilla passava un
batuffolo imbevuto di disinfettante sul viso dell’amico. Per
fortuna dopo averlo ripulito si erano accorti che aveva pochi graffi.
Il naso non era rotto e il sangue evidentemente non doveva essere solo
il suo!
L’arancione ridacchió. Era stato attento a non
fare troppo male a Kitama, non voleva abbassarsi al suo livello,
però aveva assetato alcune discrete
“carezze”!
Minaho si accorse solo allora che Shindou si era abbandonato sulla
poltrona bianco come uno straccio.
-Scusate… scusate ma il sangue mi fa troppo senso! -Il
castano si lamentó amaramente. Minaho e Manabe
risero allegramente. -Non avere paura Shindou… non
è niente di grave… abbiamo quasi finito!
Dopo aver ripulito per bene il volto e le mani di Minaho e aver
applicato qualche cerotto sui graffi, Manabe si rivolse al castano.
-Shindou… avrei bisogno del tuo aiuto per favore! -Il lilla
sorrise al castano.
-Certo… dimmi tutto… ora il sangue è
sparito per fortuna! -Il castano era rosso di vergogna.
-Tieni ben ferma la gamba di Minaho… devo togliergli la
scarpa e verificare che il piede non sia rotto.
Shindou ubbidí come meglio poteva. Manabe tolse la scarpa
all’amico e gli tastó dolcemente il piede. Per
fortuna niente di rotto. Anche il ginocchio era a posto.
-Ragazzi… ve lo aveva detto che non era niente di
che… Ahia! -Minaho sorrise stringendo i denti. Il piede gli
aveva dato una fitta.
-Sarà meglio che vada a prendere del ghiaccio…
ringrazia che sei ferito, Min! Con la paura che mi hai fatto prendere
mi ci vorranno giorni e giorni per riprendermi! -Manabe sorrideva ma
l’arancione si sentì ancora più in
colpa.
Dopo un’oretta Shindou decise di tornare al campo per
informare i compagni e il mister dello stato di Minaho. -Per qualunque
cosa chiamami Manabe… arrivo in un istante!
Il lilla abbracció Shindou. -Grazie di tutto
Shin… Kirino è davvero fortunato.
Manabe era triste. Non è che fosse arrabbiato con Minaho.
Sapeva che voleva solo difenderlo, ma aveva avuto così
paura… il pensiero che il suo amico avesse rischiato ferite
molto gravi lo faceva sentire male.
Minaho aveva notato la sofferenza dell’amico, e se ne sentiva
responsabile.
-Man… Man, vieni un minuto vicino a me?
Il lilla tiró su col naso. Si mise a sedere vicino
all’arancione e abbracció le ginocchia, guardando
fisso nel vuoto.
-Man… mi dispiace così tanto! Io non…
non volevo farti soffrire… solo che non resistevo! Non
riuscivo a tollerare quello che quell’essere ti aveva fatto!
-Lo so… lo so ma… se ti perdessi non so cosa
farei Min. Sei la mia ancora… la mia forza! Non fare mai
più una cosa del genere a mia insaputa , ti imploro!
Minaho sospirò. -Ti giuro su mio padre che non
farò mai più niente di simile. Sei troppo
importante per me… troppo. D’ora in poi le cose le
risolveremo insieme, ok?
-Su… su tuo… padre? -Il lilla sapeva cosa quel
giuramento significasse per l’arancione.
-Su mio padre, Man, lo giuro.
Il lilla abbracció di slancio Minaho, facendolo gemere di
dolore. -Grazie Min! Grazie!
-Mi… mi perdoni? – L’arancione fece due
splendidi occhi da cucciolo.
-Ahimè… lo sai che sono troppo buono! -Il lilla
rise. -Ti perdono...
Quella sera nessuno dei due pensò più agli
avvenimenti del pomeriggio… avevano una partita a carte da
finire! Niente di meglio per festeggiare un piccolo lieto fine per una
giornata così movimentata!
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