Dalla sua pace la mia
dipende,
quel che a lei piace vita mi rende,
ciò che le incresce morte mi dà.
La mattinata scolastica si era conclusa, finalmente.
Minaho, con un dieci in matematica che aspettava solo di essere
riferito al suo amico, se ne tornó a casa di buon umore,
sopportando di buon grado anche il caos
sull’autobus, la gente che gli tirava i capelli e prestava i
piedi.
La casa sembrava particolarmente luminosa quel giorno.
L’arancione spalancò le tende ed aprì
le finestre. Gli sembrava di dover rinnovare il clima che si respirava
lí dentro.
-Bene... e ora vediamo cosa abbiamo di buono da mangiare…
Minaho si diresse in cucina e aprì il frigorifero.
Tiró fuori una confezione di pollo surgelato e delle patate,
li aprì e li mise nel microonde pregustando il pranzo
precotto.
-Sempre meglio dei miei sformatini di patate di due giorni
fa… -pensò. -Man, torna presto ti prego!
Quando il campanello del microonde suonò il ragazzo mise il
cibo su un piatto e si piazzó sul divano, accendendo la
televisione. Aveva due ore di tempo prima che fosse ora di andare da
Manabe, e già pregustava un po’ di relax con un
bel film.
-Che abbiamo di bello?
L’arancione trovò subito un programma di suo gusto
e si immerse nell’ascolto, non rendendosi conto
degli occhi che gli si chiudevano. Era davvero stanco… non
si era accorto di quanto sforzo gli fosse costato tirare avanti in quei
giorni difficili.
Sentí un grande tepore avvolgerlo…
pensò per un istante di alzarsi prima di cadere
addormentato, ma non trovò la forza.
-Sarà… sarà solo per qualche
minuto… poi… poi mi alzo…
promesso…
Minaho si svegliò stiracchiandosi. Aveva proprio bisogno di
un pisolino… ora si sentiva molto meglio. Aveva ripreso il
controllo della sua mente analitica.
Si chiese se fosse già ora di andare da Manabe. Non vedeva
l’ora di parlargli… avevano così tante
cose da programmare! Li aspettavano giorni difficili.
Prese il telefono tra le mani. -Vediamo un po’…
Il cuore dell’arancione perse un battito. Erano le sette di
sera!
-Io… cosa… non… non è
possibile!!
Minaho non riuscì a trattenere un urletto di angoscia. Aveva
perso l’orario di visite!
-Sono un maledetto idiota!! -Vide tre messaggi… tutti da
parte di Manabe, preoccupato per l’assenza
dell’amico nel primo, angosciato nel secondo per la mancata
risposta e definitivamente terrorizzato nel terzo, arrivato meno di
un’ora prima.
L’arancione si sentì tremendamente in colpa.
-Man… io… cosa ho combinato…
Compose il numero e si portò il telefono
all’orecchio con mano tremante. Squillava. Ci volle un minuto
perché Manabe rispondesse.
-Man!! Man perdonami!!!
Il lilla, all’altro capo del telefono, si vede aggredito dal
grido del suo migliore amico ed andò in piena confusione.
-M. .. Min. .. ma che… perché non sei
venuto…
-Perdonami!! Perdonami ti prego!! Io… io sono un idiota!
Mi… mi sono addormentato…
Manabe rise dolcemente. L’arancione rimase muto per un
istante.
-Oh Min… come fai ad essere così
tenero… non avere paura, non è niente di grave!
Avevo solo paura che non stessi bene o cose così…
è tutto a posto! Guarda… sono così
felice! Devo darti una bella notizia sai?
La voce del lilla era carica d’eccitazione.
L’arancione ebbe un tuffo al cuore.
-Non… non vorrai dirmi che…
-Domani mi fanno uscire!! Finalmente fuori di qui, ci credi?? Non ho
più la febbre ora… domani saremo di nuovo insieme!
Minaho non riuscì a trattenere un urlo di gioia. Manabe
scoppiò a ridere.
-Davvero??? È… è bellissimo!!!
È… è….
-L’arancione scoppiò a piangere come un bambino.
-Ehiehiehi Min! Che… che succede? Non… non sei
felice?
-Io… io sono so…solo troppo… troppo
felice!!! Mi… mi sei mancato così tanto!!
-L’arancione tiró su col naso. -O Man…
Il lilla ridacchió. -Anche tu… anche tu mi sei
mancato tanto, Min.
La conversazione era andata avanti senza problemi per più di
mezz’ora, finché Minaho non aveva pensato che
fosse ora di dare anche lui il suo contributo alla gioia di quel giorno.
-Ehi Man… sai? Anche io ho una bella notizia!
-Una… una bella notizia?
-Sì! Vedi Man… l’ho saputo
solo stamattina e aspettavo il momento giusto per dirtelo!
-L’arancione rise. -Ricordi la finale, no?
Manabe sospirò. -Sì… si, la
ricordo… era ieri vero? Come è andata?
Avrei… avrei tanto voluto giocare anche io…
L’arancione ridacchió. -Vedi Man…
è proprio questa la bella notizia! La partita è
stata rimandata!! L’allenatore dei nostri avversari si
è slogato una spalla, e tutto è stato rimandato a
fra quindici giorni!
Manabe era senza parole.
-Quindici giorni… questo… questo
significa…
-Che giocheremo insieme!! -Minaho non trattenne un urletto di gioia.
-Insieme… -Manabe faticava ancora a realizzare quello che
aveva appena sentito uscire dalla bocca del suo amico.
-Giocheremo… insieme… ma è
fantastico!!! Fenomenale!! -Il lilla si lanciò in un
balletto improvvisato sul suo candido letto d’ospedale.
-Insieme!!!
Minaho sorrise. -Man… non vedo l’ora che sia
domani, sai? Quando ti faranno uscire?
-Hanno detto che… che quando alle otto apriranno le
porte, potrò firmare e venire a casa. Spero solo
di trovare un autobus… stasera faccio le valigie!
-E no Man… non esiste che tu venga a casa da solo! Sei
debole, e poi… e poi…
-E poi? Min… mi vuoi dire qualcosa? -La voce del lilla era
tranquilla.
Minaho mugugnó qualcosa tra i denti.
-Parla più forte Min… non ti ho sentito!
-Ho voglia di abbracciarti, ecco! -L’arancione
sbuffó. Per fortuna al telefono non si poteva vedere il suo
rossore!
Manabe scoppiò a ridere. -Anche io!
Non ci fu niente da fare. Minaho insistette così tanto che
Manabe dovette accettare di aspettarlo in ospedale per farsi aiutare
nel tragitto verso casa.
-Entrerò a scuola alla seconda ora Man… non
è un problema. -L’arancione era troppo dolce
perché Manabe potesse resistergli e poi… in fondo
anche a lui piaceva qualche volta essere al centro
dell’attenzione.
-Ma… dovrai svegliarti presto! Sicuro di non voler dormire?
-Man! Che mi importa di dormire? Io è con te che voglio
stare… non potrei rimanere a scuola senza sapere che sei a
casa e stai bene. Credimi… va meglio così.
Dopo i saluti e la promessa di sentirsi di nuovo dopo cena, Minaho si
era messo al lavoro per preparare al lilla qualcosa che gli facesse
piacere. Era tardi e i negozi erano chiusi… cosa poteva
pensare di portargli per tirargli su il morale? Ci voleva qualcosa di
buon auspicio…
Pensò a lungo prima di avere l’illuminazione. Il
suo amico sarebbe stato entusiasta!! Si buttò al tavolo
della cucina, lasciando stare le pentole. Avrebbe avuto
bisogno di tutta la notte! Si sarebbe accontentato di tonno e
insalata… ora il problema principale era mettersi in
contatto con una persona che era certo potesse aiutarlo…
Yamano Akane, una delle manager della squadra nonché prima
pretendente di Shindou, per il quale nutriva un amore ai limiti del
feticismo fin dalla prima media, aveva appena finito di sorseggiare una
leggera tisana e si preparava per andare a cenare insieme ai suoi
genitori quando ricevette la telefonata.
-Ehi… Akane? Scusa se ti disturbo, sono
Minaho… ho un gigantesco favore da chiederti… mi
vergogno un po’…
La ragazza, timida ma dolcissima, ridacchió. Aveva capito
Minaho più di tanti altri perché sotto certi
aspetti erano simili. -Minaho… certo che ti
aiuterò. Dimmi tutto.
-Ecco… puoi… puoi venire da me? Appena avrai
cenato ovviamente… ti prego, solo tu puoi aiutarmi a fare
una bella sorpresa a Manabe… mi sdebiteró in
qualsiasi modo… ti prego!
La ragazza sorrise. Pensó a cosa avrebbe fatto per
Shindou… sapeva che gli piacevano i ragazzi e lo aveva, in
fondo al cuore, accettato, però…
-Non ti preoccupare Minaho. Arrivo subito.
Manabe, steso sul letto a leggere un fumetto portatogli
dell’arancione il giorno prima, cercava di fare mente locale
su cosa doveva raccogliere e mettere nel borsone.
La lavanderia dell’ospedale era stata rapidissima. Tutta la
sua biancheria era già stata sistemata… doveva
solo raccogliere i suoi appunti. In quei giorni la noia era stata tale
che aveva passato ore e ore sui libri, a fare matematica.
Aveva scoperto una nuova formula per calcolare alcuni tipi complessi di
equazione differenziale. Non era la prima volta che faceva qualcosa di
simile… a cinque anni aveva scoperto da solo una semplice
formuletta per velocizzare i calcoli che la maestra di prima elementare
gli dava. Da quel giorno aveva scoperto che matematica non è
solo studio, ma anche caccia al tesoro e ricerca. Da allora
aveva studiato e sviluppato tante cose… se non si fosse
vergognato così tanto di sé stesso, ne avrebbe
avute abbastanza per proporre a qualche istituto di ricerca un breve
saggio con le sue conclusioni. Chissà… magari
poteva essere un’idea per fare qualche soldo… gli
sarebbe bastato quel poco che poteva garantire a lui e Minaho
un’eventuale affitto e il cibo.
-A proposito di affitto… chissà perché
i miei genitori non ci hanno ancora sbattuto fuori… in fondo
viviamo in casa loro. Oddio… temo proprio che stiano
tremando qualcosa… -Il lilla non riusciva ad evitare di
avere un brutto presentimento sulla loro futura condizione abitativa,
nonstante il giudice avesse diffidato i suoi genirori dal metterlo alla
porta.
Scacció i brutti pensieri e sorrise pensando al suo amico.
Gli aveva garantito che quel fumetto gli sarebbe piaciuto…
aveva proprio ragione.
Con un sospiro divertito si lanciò di nuovo nella lettura.
Era quasi l’alba quando Minaho, distrutto dal sonno, aveva
salutato Akane.
La ragazza aveva fatto miracoli, ottenendo dai genitori il permesso di
“dormire” dall’arancione.
-Una ragazza da sola a casa di due ragazzi… i tuoi genitori
devono essere molto aperti! -Minaho aveva sorriso.
-Sì… e poi il mister gli ha parlato molto bene di
voi. Non preoccuparti… si fidano. -La ragazza aveva
sospirato dolcemente. -Magari Shindou mi invitasse a dormire da lui!
Quando se ne era andata sorridendo e dandogli appuntamento a scuola,
Minaho aveva rimirato il loro lavoro. Era venuto benissimo! Corse in
camera sua e tiró fuori da sotto il letto un grosso pezzo di
compensato, di forma rettangolare. Lo aveva trovato nello sgabuzzino,
probabilmente residuato da qualche lavoro di riparazione. Era proprio
della misura necessaria!
Tornó in cucina. Fece ciò che doveva fare e,
sospirando di gioia, si buttò sotto le coperte per dormire
almeno un’oretta. Non vedeva l’ora di
vedere Manabe e di dargli la sua sorpresa!
La mattina seguente (o per meglio dire… un’ora e
mezzo dopo!) l’arancione si svegliò abbastanza
fresco nonostante l’emozione e il poco sonno.
Si alzò, si lavó, fece colazione con latte, pane
e marmellata, quindi si vestì, si
pettinó (con poco successo… tempo tre
minuti e i ciuffi erano tornati al proprio posto) e uscì di
casa sorridendo.
Il tragitto in autobus, a quell’ora della mattina, fu
tranquillo. In dieci minuti si trovò davanti
all’ospedale.
Salutò le infermiere mentre si dirigeva verso la camera 34.
Si sentiva leggero e felice.
Manabe stava finendo di sistemare gli ultimi pigiami nel borsone quando
sentì la porta aprirsi.
-Min!!
Il lilla corse ad abbracciare l’amico. L’arancione
rischiò quasi di cadere per il peso del ragazzo che gli si
era lanciato in braccio. Scoppiarono a ridere.
-Man!! Finalmente! Non vedo l’ora di essere a casa con
te… sai che con l’aiuto di Akane ti ho preparato
una sorpresa?
Il lilla spalancò gli occhi. -Mi avete…
una… una sorpresa? Di cosa si tratta Min?
L’arancione sorrise sornione. -Ehhhh…. Lo
scoprirai a casa!!
Per tutta la durata del viaggio Manabe si era arrovellato su cosa
avesse preparato il suo migliore amico insieme ad Akane… era
proprio un mistero!
Fece l’ultimo prezzo di strada, tra la fermata del bus e
casa, sorreggendosi a Minaho. Stava benone ma si sentiva ancora debole
se si sforzava troppo.
Entrati dovette trattenere Minaho dal lasciarsi prendere la mano
dall’agitazione. Manabe pensò che fosse
dolcissimo… se lo avesse lasciato fare gli avrebbe anche
messo il pigiama!
-Tranquillo Min… sto bene! Non ho nemmeno più la
tosse, senti? Adesso fammi vedere questa sorpresa dai! Mi hai
incuriosito e poi… vedo dai tuoi occhi che non resisti
più!
L’arancione arrossí e ridacchió.
-Ecco… è che mi ci sono impegnato
tanto… aspetta, vado a prendere il regalo!
Minaho uscì dalla stanza trotterellando felice. In due
istanti era tornato con in mano un pacco rettangolare e piatto. Lo
allungó con un sorriso al suo amico, che lo prese con
espressione curiosa.
-Vai Man… spacchetta!!
Il lilla tolse dolcemente lo scotch e iniziò a svolgere la
carta. Rimase senza parole.
-Ma… Ma. .. oddio che… cosa…
non… non ci posso credere!!
Dalla carta era saltato fuori qualcosa di incredibile.
Ben incollato sulla sottile base di compensato era un magnifico
carboncino di Manabe. Minaho sapeva che Akane era bravissima a
disegnare grazie al suo “allenamento” con
Shindou… e gli era sembrato che fosse il regalo perfetto per
il suo amico!
-Min… Min è… è bellissimo!!
Siete… siete stato troppo… troppo gentili!
È… è il più bel
regalo che poteste farmi!
Il disegno, di grande formato simile a quello di un vero e proprio
dipinto, era un capolavoro.
Manabe, raffigurato di tre quarti con il capo leggermente reclinato
verso destra, era dipinto a mezzo busto. Indossava una giacca nera con
un elegante colletto ad ala di gabbiano, mentre sul petto gli ricadeva
dolcemente una cravatta vaporosa. Era stato Minaho a scegliere per quei
vestiti… erano molto formali, ma l’arancione
voleva che Manabe nel disegno sembrasse quello che in fondo era, un
grande matematico.
I capelli del lilla, perfettamente resi con il carboncino, gli
incorniciavano il viso in morbidi ciuffi, mentre le delicate
ombreggiature facevano risaltare la pelle candida del ragazzo. Le
braccia, incrociate morbidamente sul petto, creavano un elegante
contrasto con la solennità dei vestiti.
La cosa più eccezionale però erano gli occhi. La
ragazza era riuscita a rendere uno sguardo di una dolcezza infinita,
ingentilito da un simpatico sorriso. A Manabe veniva da piangere da
quanto era commosso.
-Min… io… io non so che
dire… è… è incredibile!
-Ti piace? Sono così felice! Pensa che bello quando
sarà appeso in salotto!! Lo vedranno tutti… tutti
vedranno quanto è bello il mio migliore amico!
Manabe arrossí. -Min… lo… lo pensi
davvero? Nessuno… nessuno mi aveva mai detto una cosa
così carina, sai? Ho sempre pensato di non essere niente di
speciale. Ho gli occhiali… e non ho tanti muscoli…
-Man… tu sei bellissimo.
Il lilla era sull’orlo delle lacrime. Abbracció il
suo amico.
-Man… ascolta. Domani dobbiamo darci da fare. Hai sentito
cosa ha detto il giudice…
-Lo so… lo so. Ho paura… tanta paura. Dovremo
cercare un lavoro… e stare molto attenti a non fare errori.
L’arancione sorrise. I due ragazzi erano seduti sul divano,
abbracciati.
-Manabe… sai cosa ho imparato a stare in questa casa, con te?
Il lilla sembrava perplesso.
-Ho imparato a non cedere mai. -L’arancione prese la mano del
suo amico. -Mai. Sei la cosa più bella della mia vita. Mi
prometti che combatteremo insieme?
Il lilla sospirò.
-Te lo prometto. Amici… amici per sempre.
Angolino dell’autore ritardatario:
Buonsalve a tutti! Grazie mille a chi ha letto e ha recensito…
Come ho già detto ad alcuni di voi in privato, siamo
arrivati alla fine di quella che è la prima parte di una
trilogia incentrata sui personaggi del Go… già,
ho la tendenza a tirarla molto per le lunghe! :)
A parte gli scherzi… niente, quando lavoro su dei personaggi
mi piace sviscerarli al massimo! Da domani inizierò a
pubblicare la seconda parte della trilogia… ritroveremo i
nostri amici, e entreranno in scena tanti nuovi personaggi!
Grazie ancora a tutti, e specialmente a chi vorrà seguirmi
in questo luuuungo percorso!
ROW99
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