Batman Natale
Disclaimer:
Selina Kyle, Bruce Wayne, Harley Quinn e tutti gli altri personaggi
appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"Sanity and happiness are an impossible combination."
- Mark Twain -
L'(E)nigma
del torrone
Alfred l'aveva chiamata
ricompensa karmica, Grayson una bella occasione.
Selina si era limitata ad alzare un sopracciglio, fissandosi con aria
annoiata un'unghia - nel peggiore dei casi se ne sarebbe uscita da una
finestra laterale, probabilmente non prima d'aver rubato un pugno di
brownie.
"Se il Joker decidesse..."
"Si trova ad Arkham." aveva interloquito Dick, passando il prosciutto
ad Alfred.
"Se Crane..."
"Arkham."
"Se Deathstroke..."
"Ah!" l'aveva interrotto, alzando l'indice nella sua direzione "Sotto
la giurisdizione della Waller, per una volta."
Jason aveva assottigliato le labbra, riducendole a una piega
contrariata.
"Non possiamo lasciare la città incustodita."
"I sistemi di allarme di Babs andranno più che bene."
"Potrebbero non bastare."
Grayson aveva sospirato, paziente.
"Quando mai non hanno funzionato, Jay?"
Jason digrigna i denti, tamburella le dita sull'avambraccio.
"Bene." sibila "Benissimo,
fate come volete: ma poi non venite a lamentarvi dal sottoscritto."
Gli dà le spalle, afferra una ciotola di mirtilli (che
sarebbero serviti per la salsa) ed esce dalla cucina con passo rigido - irritato.
Alfred apre il frigo e ne estrae una nuova scatola.
"Ci saranno tutti."
Bruce aveva annuito, sistemandosi gli occhiali sul naso - aveva perso
due decimi da quello sinistro e la cosa lo infastidiva parecchio.
"Tuttituttitutti."
Sospira, alza lo sguardo; rinuncia a leggere l'ultimo accordo proposto
dalla LexCorp - tanto l'avrebbe rifiutato comunque.
"Sì, Selina,
tutti."
"Uhm."
"Uhm." ripete Wayne, reclinandosi nella poltrona.
"Io non ci vengo."
"Selina..."
"No." e si
era protesa in avanti "Sai bene quanto siano difficili i rapporti tra
me e tuo figlio..."
"Damian."
"La prole del demonio."
Bruce alza un sopracciglio a quel soprannome, trattiene una risata.
"Come dicevo, sai bene quanto siano difficili i rapporti tra me e
Damian, e questo non può fare altro che peggiorare le cose."
"Non ti facevo così pessimista."
"Ha tentato di tagliarmi una mano, Bruce."
"Sua madre gli ha insegnato che è la punizione che
s'infligge ai ladri."
"Mi ha quasi staccato la testa, una volta."
"C'era di mezzo un Babbo Natale demoniaco. E Constantine." (1)
"Mi odia, Bruce."
"Odia tutti, compreso se stesso, Selina."
"Sua madre voleva uccidermi. E più
di una volta."(3)
"Le hai conficcato una spada nella schiena: direi che siete pari." (2)
Selina chiude gli occhi, si stringe la radice del naso tra il pollice e
l'indice.
"Ci saranno i brownie di Alfred. E il tacchino arrosto. E i muffin con
la crema di pistacchi e..."
"Va bene, va bene." lo interrompe, alzando una mano "Mi avevi
già convinta ai brownie."
Bruce inclina il mento verso sinistra, le rivolge uno dei suoi rari
sorrisi - di quelli sinceri, che appartengono all'uomo dietro la
maschera.
Selina si annota mentalmente d'aggiungere anche l'ultimo orologio della
Cartier al suo regalo di compleanno.
Si era preparato a quel giorno con
assoluta precisione: aveva calcolato il cambio dei turni
delle guardie, gli orari della distribuzione dei medicinali, persino il
momento dell'accensione di quello stupido albero di Natale.
Alle 07:00 in punto Stone avrebbe lasciato il posto a Jess.
Alle 07:04 minuti Jess si sarebbe lamentato con l'infermiera Beth di
quanto era stronzo il suo proprietario di casa.
Alle 07:10 minuti Beth gli avrebbe dato la dose giornaliera di farmaci,
un cocktail che avrebbe dovuto aiutarlo a contenere le sue teorie frustrate su tutto ciò che non era semplicemente lui.
Alle 07:15, finito di vomitare la dose nello scarico del cesso (e dopo
essersi abbondantemente
sciacquato la bocca con il collutorio) avrebbe potuto
(finalmente!) concedersi il suo regalo di Natale, fatto arrivare
appositamente dall'Italia.
Edward si era schiarito la gola, abbassandosi fino a toccare il
pavimento con la punta del naso.
Aveva contato le mattonelle, fila per fila, incrociando poi le bianche
con le nere e...
"Dove diavolo è
finito il mio torrone?"
"Che c'è?" gli chiede, finendo di masticare un pezzo di
brownie "Sono nervosa." è l'unica spiegazione che offre al
suo sguardo interrogativo, prima di tornare a infilarsi le calze
(collezione Charisma, La Perla.)
Bruce si allaccia il polsino della camicia, la fissa in tralice.
"Damian ti ha portato un regalo."
"Oh, che carino."
ribatte, e ha la stessa espressione del gatto che ha mangiato il topo -
pardon, il
pettirosso "E sarebbe?"
Bruce le porge un pacchetto rosso e oro, di modeste dimensioni -
sicuramente non un gioiello.
Selina gli indica la schiena, si volta - gli offre una pelle pallida e
segnata dalle cicatrici di Gotham.
"Giuro, se mi ha regalato un collarino per gatti come l'anno scorso gli
strappo..."
Silenzio.
"Ti piace?"
Selina apre la bocca, la richiude; l'unica risposta che gli concede
è un grugnito soffocato.
Iniziare una rivolta ad Arkham era facile: praticamente un gioco da
ragazzi.
L'Asylum era un pozzo di benzina seduto su una polveriera sulla quale
pioveva continuamente fuoco - l'anticamera del disastro perfetto.
Poteva scoppiare una rissa per uno sguardo sbagliato, per una vecchia
faida tra psicotici, per aver offeso la mamma di qualcuno.
Poteva succedere anche solo per puro divertimento, oppure per
necessità, ma che Beth ricordi, mai si era trovata in quella
situazione per colpa di un alimento.
E men che meno per colpa
di un dolce, da sempre il raccapriccio di ogni mensa decente.
"Chi cazzo mi
ha fregato il torrone? Chi è la testa di merda che
ha avuto questa idea del cazzo?"
Beth si nasconde dietro un carrello rovesciato, la voce di Nigma che
fuoriesce da ogni altoparlante.
"Giuro sulle vostre patetiche
e miserabili
vite che se entro due ore il mio torrone non salterà fuori
farò esplodere
questo posto - esplodere, capito? Lo farò saltare su se
stesso!"
"Magnifica idea, Eddie!" gli dà corda il Joker, incrociando
le braccia dietro la testa "Sai bene quanto apprezzi un po' di colore a Natale:
soprattutto il rosso."
Harley colpisce con la gamba di un tavolo una delle guardie, ride
quando Ivy ne cattura altre due.
Gli altoparlanti scricchiolano, indicano che Nigma ha chiuso le
comunicazioni.
A Beth non resta altro da fare che premere il pulsante d'emergenza e
pregare.
"Una cannetta da pesca con le piume."
Damian annuisce, le sorride affabile - lo stronzo.
"Piume rosa."
"Esatto."
"E cosa dovrei farci, di grazia?"
Damian si scrolla nelle spalle, scioglie il nodo della sciarpa.
"Potresti usarlo con Isis. O Mocha. O potresti usarlo tu. A una donna
semplice corrispondo bisogni semplici, no?"
Selina arriccia le labbra, gli regala un curatissimo e
laccato di rosso dito medio.
"Sai dove puoi metterti questa cannetta con piume, Damian?"
L'arrivo di Alfred e del suo tacchino segnano la fine delle
ostilità.
A Gotham le cose possono andare in due modi; male e malissimo.
Gordon lo sa bene ed è per questo che quando gli dicono che
ad Arkham è scoppiata una rivolta per un torrone non
batte ciglio.
Niente, neppure una contrazione involontaria delle dita.
Si accende una sigaretta (la ventesima
da quando ha iniziato il turno) sale le scale per il tetto e si chiude
la porta alle spalle.
Il simbolo del pipistrello è lì, silenzioso - spento, per una
notte.
Sospira, attaccando la spina e premendo l'interruttore d'accensione.
Per un attimo si chiede se uomini come lui - brutali, oscuri, pieni di
demoni e ossessioni - abbiano qualcuno con cui festeggiare il Natale.
Metterli tutti seduti insieme assomiglia un po' a disciplinare una
classe dell'asilo.
Tim continua a tagliare il suo tacchino, impassibile - affamato, a dir la
verità.
Grayson gesticola verso Jason e continua a raccontare aneddoti su
Blüdhaven - Todd che, puntualmente, cerca d'ignorarlo e si
riempie la bocca d'insalata.
Damian fissa Selina - Barbara che gli sferra dei non così poi discreti
pugni da sotto il tavolo.
Bruce cerca il sostegno di Alfred - casualmente
impegnato a farcire la cheesecake.
L'allarme sui loro telefoni suona con un tempismo impeccabile.
Ad Arkham puoi uscire di testa per tante cose - troppe.
Dalla terapia elettroconvulsivante (un nome raffinato per dire che ti
sparano 450 volt direttamente nel cervello) all'isolamento (per alcuni
un paradiso in terra.)
Ad Arkham entri pazzo, esci sempre pazzo - forse addirittura un po' più
di prima.
"Un torrone."
Gordon annuisce, scivola con lo sguardo sugli schermi di sorveglianza
dell'Asylum.
"Pare se lo fosse fatto portare direttamente dall'Italia."
Nightwing non riesce a trattenere una risata, Damian gli rivolge uno
sguardo storto.
"Ha preso il controllo della struttura dalla sala comandi e ha aperto
tutte le celle."
Bruce trattiene una bestemmia, assottiglia le labbra.
"Abbiamo riconquistato l'ala est, ma i sotterranei e il corpo centrale
no."
"Quindi la maggior parte dei criminali è libera."
s'intromette Tim.
"Esatto."
Damian sfodera la spada, raddrizza le spalle.
"Andiamo a fargli il culo." annuncia, e si lancia oltre le mura del
manicomio.
"Quella piccola testa di
cazzo." mormora Tim a mezza bocca, e gli è
subito dietro.
Gordon fissa sia Batman che Nightwing sparire nella notte e si chiede
da quando il temuto vigilante di Gotham sia diventato il personaggio di
una sit-com famigliare.
"Sai, mi sei sempre stato simpatico."
Jason annusa la notte, Gotham - una città che brilla di
sangue e veleno.
"Arrogante, spietato, brutale."
sussurra Selina, la r che
rotola come le fusa di un gatto "Uguale a tuo padre."
Jason cerca di afferrarle il viso, snuda i denti - Selina scarta di
lato e ride
(labbra piene, occhi divertiti.)
"Uguale."
ripete, e si abbassa gli occhiali termici sul volto, quella scintilla
ilare che non accenna a spegnersi "Ci hanno lasciato tutto il lavoro
sporco da fare." continua, chinandosi lungo il bordo del cornicione
"Una ladra e un
assassino non sono mai
il miglior biglietto di visita possibile: non davanti alla polizia,
almeno."
Jason è un profilo senza forma, una maschera che gronda - sangue
tra i denti, nel cuore.
"Io non sono come Bruce."
Selina alza un sopracciglio, estrae la frusta.
"Continua a ripetertelo, ragazzino: continua a ripetertelo."
Il silenzio inghiotte entrambi.
Nigma è furioso.
Cammina avanti e indietro per la sala comandi, avanti e indietro - le
labbra arricciate sui denti, le braccia incrociate al petto.
Qualcuno è responsabile per avergli rovinato un Natale già di
merda, e quel qualcuno pagherà.
Un suono acuto lo distrae dai suoi pensieri, lo costringe a cercarne la
fonte sulle decine di schermi che decorano la stanza.
La sagoma del Pipistrello peggiora esponenzialmente
il suo umore già pessimo.
Ci sono molti modi per sedare un'evasione ad Arkham (e non tutti
ortodossi) ma di solito il migliore è trovarne la causa e
fermarla - possibilmente con un pugno in faccia.
Jason fissa Selina parlare amabilmente con Harley, mostrarle le unghie
decorate appositamente per Natale (su una c'è persino una
renna, ha controllato) e infine girarsi verso di lui, pollice alzato e
un sorriso a trentadue denti sul viso.
"Trovato nulla?"
"Ad Harley manca il suo puddin."
Jason ringhia,
irrigidisce la schiena.
"E quindi voleva fare un bel regalo al suo puddin." continua,
svoltando l'angolo.
Jason accelera il passo, l'affianca.
"E al suo puddin
piace tantissimo il torrone di Flamigni, a quanto pare. O, quantomeno,
al suo puddin piace veder saltare denti e far incazzare Eddie."
Jason si umetta le labbra, scuote la testa.
"Un bel Natale con sorpresa."
Selina annuisce, invia le informazioni ricevute al resto della squadra.
"C'è la possibilità di recuperare..."
"No."
"L'ha già mangiato."
"Sì."
"E quindi..."
Selina individua una grata d'areazione, vi arrotola la frusta e
comincia a tirare.
"E quindi mentre voi e papino
mettete a posto questo casino, io mi occupo di Eddie. E
del suo torrone."
Jason alza un sopracciglio, la osserva staccare la grata e arrampicarsi
dentro.
"Ci vediamo dopo, little
boy."
Jason decide il prossimo Natale lo passerà a ubriacarsi con
Roy e 'fanculo
a tutti.
Sia chiaro: ripulire i sotterranei di Arkham è un compito
ingrato. Di merda,
sarebbe meglio dire.
Damian mostra un'espressione
più schifata del solito mentre affonda nella
melma fino al ginocchio, assicura le nuove manette della Wayne Tech
attorno ai polsi di Croc - lo colpisce con l'impugnatura della spada
sulla nuca.
"È già incosciente, Damian." lo redarguisce
Grayson, scostandosi appena la mascherina dall'occhio ferito "Non c'era
alcun bisogno d'infierire."
"Oh, ma sai che il piccolo figlio di Satana non è contento
se non spacca qualche testa."
"O culo, Drake, nel tuo caso."
Tim si scrolla nelle spalle, spinge verso di loro un Crane malconcio e
sbrindellato.
Nightwing alza un sopracciglio, lo fissa.
"Pare che Croc se lo stesse rosicchiando prima che arrivassimo noi."
"E cosa ci
faceva nei sotterranei?"
Tim gli porge una fiala dal contenuto verdastro, rinfondera il bastone.
"Un nuovo siero della paura. Del Natale, questa volta: sparso sulla
città avrebbe dovuto procurare un istantaneo terrore delle
renne e di Babbo Natale, o qualcosa del genere. Blaterava circa dei fottuti folletti
che volevano masticargli un polpaccio. E di pesci vipera. (1)"
Grayson scivola con lo sguardo su Crane, lo riporta sulla fiala.
"Un grinch, insomma."
"Un che?" s'intromette Damian, continuando a colpire Croc per
spostarlo.
"Un tuo parente." ribatte Tim, guadagnandosi un'occhiata assassina.
Grayson abbozza una risata, sussulta quando una fitta gli perfora il
fianco - Croc picchia, e anche di brutto.
L'auricolare ronza leggermente, annuncia qualche novità.
"Nightwing, Red Robin, mi ricevete?"
"Sì." risponde Tim, annuendo "Forte e chiaro."
"Come sta andando nel corpo centrale?"
Un frusciare di fogli in sottofondo, il masticare di Barbara -
probabilmente il tacchino di Alfred.
"Bene, direi: Bruce è riuscito ad arginare i danni. Pare che
Jason gli abbia dato una mano."
Si guardano tutti e tre, interdetti.
"Letteralmente
una mano: il reparto di traumatologia del Gotham Central
sarà contento di dover fare i turni extra questo Natale."
Damian emette un verso d'approvazione, alza il pollice verso il nulla;
Tim si passa una mano tra i capelli, sospira.
"E Nigma?"
"Urla. E strepita.
Abbiamo isolato il suo segnale e ormai è prigioniero nella
sala comandi."
"Magnifico." mormora Dick, premendosi una mano sul lato destro del
corpo "Ora dobbiamo solo farlo uscire da lì e riportarlo in
cella."
"Oh, Jason ha detto che se ne occuperà Selina."
Silenzio.
"A quanto pare in tutta questa storia c'entra un torrone. O del
cioccolato, non ho capito bene. Forse entrambi, adesso che ci penso.
Torrone al cioccolato fondente."
Grayson sgrana gli occhi, fissa Tim, poi Damian - sorpresi quanto lui.
Tutti e tre si trovano costretti ad accettare Gotham per quella che
è - al di là delle sue belle e consumate
maschere: una città in cui si può uccidere anche per un
torrone.
Avrebbe potuto rapinare tante cose, Selina, quella notte: in fondo,
è molto brava in quello che fa.
La migliore.
Avrebbe potuto rapinare Bulgari o Cartier: persino Damiani, con la sua
nuova collezione Serpenti in oro bianco e rosa.
E invece no - no:
si ritrova a uscire dal retro di una pasticceria italiana in centro -
la Forlini's - con due confezioni di torrone Flamigni in mano, al
cioccolato fondente. E al latte, perché sia mai che Nigma
cambi idea solo per farle dispetto.
Sospira, arrotola la frusta attorno al collo di una gargolla e si
lancia verso il cielo - verso Arkham.
La sua vita ha preso una piega davvero inaspettata da quando ha
accettato la proposta di Bruce.
Gordon si stropiccia i polpastrelli macchiati di nicotina tra di loro,
annuisce.
"Quindi tutto è tornato alla normalità."
"Più o meno." gli risponde quello dal casco rosso, giocando
con la sicura delle pistole "Manca Nigma: è ancora
là che strepita dalla sala comandi."
Batman inclina appena il mento verso di lui, lo ammonisce con lo
sguardo - viene ignorato, e Gordon è quasi contento di
vedere che anche il Pipistrello ha problemi a gestire l'esuberanza dei
propri figli.
"Lo tireremo fuori." gli promette, serio.
Gordon sospira, grattandosi la nuca; chissà
perché ha la netta impressione che sotto quel cappuccio
rosso il ragazzo stia ridendo del Pipistrello.
"Vedo che mi sono persa tutto il divertimento."
Bruce la fissa in tralice, raccoglie Nigma dal pavimento manco fosse
uno straccio bagnato - il suo bastone spezzato in due.
Selina si umetta le labbra, scuote un sacchetto blu e bianco - lo
indica.
"Ho preso il torrone."
Silenzio.
"Ho lasciato la mancia, non ti preoccupare."
Altro, irritante,
silenzio.
"Forse."
Bruce le dà le spalle, comincia a trascinare Nigma fuori
dalla sala comandi - un occhio nero e un'ammaccatura rossastra sulla
fronte.
"L'hai colpito forte."
"Aveva un coltello."
"E da quando il Pipistrello si fa spaventare da una lametta da barba?"
Un grugnito, seguito da un mutismo tenace.
Selina è un'ombra al suo fianco - un profilo morbido e che
ondeggia a ogni passo.
"È stato il Joker, sai?"
Bruce scende le scale, gira a destra, poi a sinistra.
"Harley,
per la precisione."
Saluta Cash con un cenno del capo, prosegue - Aaron troppo impegnato in
una guerra personale contro le piante di Ivy per prestare attenzione a
Selina e al sacchetto che lascia roteare tra le dita affilate.
"Il suo puddin
voleva un dolce speciale per Natale e Harley ha rubato quello di Nigma."
"Uhm."
Selina incrocia le mani dietro la schiena, si ferma - cella C4, piano
terra.
Bruce appoggia Nigma sul letto (lo ribalta, sarebbe meglio dire) esce -
si assicura che le porte si chiudano correttamente, imposta la nuova
sequenza numerica di controllo.
"Aspetta." lo ferma Selina, scivolando all'interno e aprendo la borsa
sul piccolo tavolo metallico.
Bruce la osserva allineare una serie di scatole colorate - torrone
classico, senza glutine, ricoperto di cioccolato al latte, fondente, bianco,
persino un pralinato alle mandorle.
Selina annuisce, soddisfatta: Nigma borbotta qualcosa, si lamenta -
sbava, e Selina non può fare a meno si scattargli una foto, deliziata.
Bruce alza un sopracciglio, la fissa - una muta domanda sulle labbra
serrate.
"Che c'è?" lo apostrofa lei, raggiungendolo fuori dalla
cella "Questa la invio a Barbara. E a Jason. Anche al piccolo figlio di
Satana."
Selina sorride, sistemandosi lenti termiche sugli occhi - gli sfiora il
petto, allusiva.
"Fatto." conclude poi, premendo il tasto condividi nella
chat di WhatsApp "Adesso possiamo andare. Mi è venuto un po'
di appetito a comprare tutti quei dolci."
Un secondo grugnito è tutto quello che ottiene come
risposta.
****
"Perché finiamo sempre così?" si lagna Tim,
fissando sconsolato il suo bagel.
"Perché, quando a casa ci aspetta un tacchino ripieno e la
cheesecake di Alfred e la salsa di mirtilli e i tortini ripieni di
verdure e besciamella e..."
Damian gli assesta un pugno sulla schiena, lo sbilancia in avanti.
"Taci, Drake, taci:
è il nostro lavoro. Mi fai venire il mal di pancia."
Tim assottiglia gli occhi, recupera al volo un pezzo del suo bagel - un
caraway mezzo masticato.
"Stronzo."
"Idiota."
Nightwing beve un sorso di caffè, piega appena un angolo
della bocca - ruba un pugno di patatine a Jason, troppo impegnato a
deglutire il suo cheeseburger maxi con bacon.
Selina osserva quel gruppo sparuto di uccellini cresciuti troppo in
fretta - chi è diventato sparviero e chi invece è
rimasto pettirosso fino a morirne.
Bruce le si avvicina, silenzioso - una linea scura che l'alba di Gotham
rende solo più spigolosa, lontana.
Le porge un caffè nero, senza zucchero: nella busta due
macaron al cioccolato.
Selina gli regala un'occhiata morbida, quieta; accetta il sacchetto con
sopra il simbolo della pasticceria all'angolo, si siede sul bordo del
cornicione.
"Vieni, Bruce." lo invita, porgendogli la mano libera, nuda
"È Natale, in fondo; dobbiamo festeggiare, no?"
Wayne posa lo sguardo sul cielo che va schiarendosi - nubi biancastre
che il sole tinge di rosso e oro.
Inspira, e l'aria fredda di Gotham gli brucia i polmoni - lo fa sentire vivo, pulsante.
Selina ondeggia con le dita tra i due macaron, uno rosa e l'altro
azzurro: sceglie il secondo, staccandone un pezzo e mangiandolo piano,
senza fretta.
Bruce sposta il mantello, lascia che copra le spalle d'entrambi - uno
scudo e un sudario.
"Però i brownie di Alfred li voglio comunque."
Alle loro spalle Damian inizia una guerra con Tim a suon di anelli di
cipolla e patatine fritte.
****
Nigma apre un occhio, libera un gemito luttuoso - lo richiude.
Si tocca il viso con la punta delle dita - la palpebra sinistra
è gonfia, sopra la fronte una protuberanza delle stesse
dimensioni di una pallina da golf.
Digrigna i denti, si alza - trattiene un conato quando la stanza
comincia a girare su stessa.
"Ehi, Eddie!" lo saluta Harley, la tuta arancione legata dietro la
schiena, il trucco sbavato - linee bianche e nere lungo le guance,
nella curva del collo.
Nigma si prende la testa tra le mani, la ignora.
"Bellissimo Natale, non trovi?"
"Fottiti, Harley, fottiti." grugnisce, massaggiandosi le tempie.
Harley incrocia le gambe tra loro, piega le labbra in una smorfia.
"Non è così che si parla a una donna, Eddie, no
no: il mio puddin non apprezzerebbe."
Nigma striscia verso il lavandino, vi si appoggia con i gomiti, le
braccia.
"Però ti ringrazia: dice che Flamigni è un vero maestro."
Nigma si sveglia all'improvviso, fissando il proprio viso stravolto
nella superficie lucida del lavabo.
"Come hai detto, prego?"
Harley dondola su se stessa, sorride.
"Che Flamigni è un vero maestro; che c'è? Il
Pipistrello ti ha colpito troppo forte? Sei diventato sordo?"
Nigma si volta e
ruggisce.
****
Il Natale a Gotham è l'ennesima occasione per la
città di fare la puttana - e fregare tutti mentre si perdono
sotto un intrico di luci verdi e rosse.
Bruce tamburella con le dita sulla tazza tiepida, Selina un profilo
addormentato alle sue spalle.
"Notte difficile, Master Bruce?"
Cerca gli occhi di Alfred, annuisce.
"Non più delle altre: anzi, direi quasi divertente."
Alfred aggiunge due gocce di limone al suo tè, un filo di
zucchero.
"Quanto quella dell'anno scorso, quando il signor. Constantine si
è presentato alla sua porta?" (1)
Wayne piega le labbra in una smorfia stizzita, Alfred distende le sue
in un mezzo sorriso.
Ed è silenziosa la caverna - quieta.
Mormorano i pipistrelli - cacciano,
e gli ricordano una promessa e una condanna.
Il voto di un ragazzino
di otto anni sperduto e solo.
Bruce rialza lo sguardo su Alfred - occhi vecchi, sinceri.
Pieni.
Selina ha ancora le dita appoggiate sul bordo del piattino da dessert -
briciole di brownie e di un futuro tutto da scrivere.
"È felice, Master Bruce?" gli chiede Alfred, sedendosi - un
biscotto al burro raccolto con discrezione nel tovagliolo cifrato.
Bruce storna lo sguardo, fissa lo schermo del computer e le sue
immagini bianche e nere - Harley che canta sonetti d'amore, Croc che si
lamenta dei dolori alla schiena, Edward che divora i suoi nuovi torroni
senza dignità alcuna.
Alfred appoggia la tazzina sul bordo del tavolo, intreccia le mani in
grembo - aspetta.
Selina sospira nel sonno - si volta dall'altra parte, raggomitolandosi
nella poltrona e portandosi le ginocchia al petto.
E c'è Dick al piano di sopra che ha iniziato una guerra a
colpi di salti della fede e lame celate con Jason - è un gioco stealth,
Jay: non puoi uscire dai cespugli e ammazzare tutto quello che vedi -
Tim perso dietro un programma di cucina, Damian che finge di non
ascoltarli, ma in realtà è rimasto incantato da
una sacher bianca alle mandorle (che il giorno dopo chiederà
ad Alfred.)
C'è Barbara, al telefono con suo padre, che ha sacrificato tutto - e il suo
coraggio è bastato per entrambi.
C'è Selina vicino a lui,
"Chiedimelo ancora,
Bruce: ma questa volta non rivendicare. Chiedi e basta."(2)
sotto la pelle, nel cuore.
"Vuoi sposarmi, Selina?"(2)
Bruce si volta, inclina il mento verso Alfred,
Padre, mentore, amico,
tutto.
sorride.
"Hai mai provato a
essere felice, Bruce?"
"Sì."
Per adesso.
In questo momento.
Fino a quando Gotham non
urlerà, e griderà, e la tua giustizia
schiaccerà ogni cosa che tu abbia mai amato.
Alfred annuisce, gli posa una mano sulla spalla - sotto i polpastrelli
pelle tiepida e il cordolo asimmetrico dei punti di sutura.
Cicatrici di una città che graffia e morde e distrugge a
ogni respiro.
"Buon Natale, Bruce."
"Buon Natale, Alfred."
La voce di Gotham diventa, per quella notte, una promessa e una
speranza.
"The only way to find true
happiness
is to risk being
completely cut open."
- Chuck Palahniuk -
Note dell'autrice: (1)
riferimento a "Nightmare before Christmas".
(2) riferimento alla run
di Tom King - Batman #32, "The war of jokes and riddles."
(3) Doppio riferimento a
"Batman #35", "Rebirth" e "Le Sirene di Gotham #16, #17, #18", "Modern
Age, pre - reboot New 52".
Un grazie particolare a
Treasterischi, che ha avuto la pazienza di attendere questo torrone per
un anno intero.
Per chi fosse
interessato, la storia natalizia nel fandom di "Resident Evil" potete
trovarla qui, "If we were villains".
A tutti voi, auguri di
Buon Natale.
|