Il seguente scritto contiene
impliciti riferimenti yaoi.
Per ulteriori spiegazioni, vi rimando alla conclusione della fic, dopo la lettura.
Confesso che siete riusciti a
commuovermi. Non ambivo neppure nei miei sogni più arditi ad un’accoglienza
così calorosa di bentornato!
Grazie di cuore.
Come sempre, dedico il
capitolo...
A chi ha recensito i precedenti
capitoli della raccolta.
E a quanti commenteranno.
Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
Un osso duro da
rosicchiare
by elyxyz
La pioggia ticchettava insistente sui tetti delle case
coccolando la città addormentata. Nel buio della notte, East City sembrava
deserta, eccetto qualche garzone mattiniero, un ubriaco che non si reggeva in
piedi e i solerti fornai già al lavoro.
Mustang si rigirò nel letto russando leggermente e allungando
piano, d’istinto, un piede verso la parte destra del materasso.
Il freddo delle lenzuola lo infastidì inconsciamente, facendolo
ritrarre di scatto con un moto di stizza. Era una sensazione diversa dal gelo dell’acciaio
che sentiva mentre casualmente
sfiorava l’auto-mail di Edward, quando Fullmetal
dormiva da lui. Ed era questo contatto che
lui aveva cercato, non il tessuto di cotone.
Un’insoddisfazione improvvisa e indefinita lo colse. Quando
il suo cervello registrò quel dato, il Colonnello uscì dalle maglie del sonno,
sbattendo le palpebre confuso. Che giorno era? Edward non doveva essere lì, al suo fianco?
Rantolando sbadigli per ricacciare il torpore, accese l’abat-jour sul comodino. La sveglia segnava le
quattro del mattino, dagli scuri non filtrava neppure un filo di luce e la
pioggia – che lui odiava tanto – continuava imperterrita a cadere.
Si alzò stiracchiandosi, alla ricerca della vestaglia da
camera. Rabbrividendo per il brusco cambio di temperatura, lanciò un’occhiata
di rammarico alle calde coltri e uscì dalla stanza.
S’accorse immediatamente del tenue lucore che proveniva dal
salotto. Quindi non si era sbagliato!
Trovò Ed rannicchiato sotto la coperta di lana, quella con
gli azuki disegnati che gli aveva regalato per fargli
dispetto, il naso affondato nello stesso tomo della sera precedente. La lampada
a lungo stelo proiettava ombre sul suo viso in modo strano, evidenziandone
l’espressione assorta.
“Non l’hai ancora imparato a memoria?” domandò, palesando la
propria presenza.
Benché il tono fosse basso, Edward sussultò impaurito,
facendo precipitare il libro ai suoi piedi.
“Ta-Taisa!” ansimò, cercando di
calmare il battito frenetico del cuore.
“Scusami, Acciaio. Non intendevo
spaventarti.” Si giustificò, raccogliendo per lui il volume caduto. “Non è meglio terminarlo un altro giorno? E’ quasi mattina,
dovresti riposare un po’.” Gli suggerì, con paterno buonsenso.
“L’ho quasi finito. Mi mancano solo…”
“Duecento pagine?” ironizzò l’uomo.
Edo non colse la frecciatina. “Quasi trecento, a dire il
vero.” Sollevò il mattone rilegato davanti a sé, come a soppesarne il carico.
“Stai cascando dal sonno.
Interrompiti qui.” Insistette, guardando l’espressione stravolta del giovane,
la treccia sfatta, gli occhi lucidi di stanchezza.
Edward scosse la testa, strofinandosi pensieroso i capelli
in disordine. “Non riuscirei comunque a dormire. Mi sono arenato su un
paragrafo che non riesco a capire e…”
“Uno studioso saggio ammetterebbe che, a mente fresca, tutto
è più semplice.”
“Non mi arrenderò, almeno finché non risolverò questo.” Ribadì, cocciuto. “Il riposo
arriverà dopo.”
“Ho capito. Ho capito.”
Si arrese il militare con un’espressione eloquente. “Se tu fossi una persona normale,
ti preparerei del latte caldo per conciliarti il sonno, ma credo fermamente che
me lo sputeresti addosso.”
Edward sorrise stanco, stropicciandosi gli occhi assonnati.
“Lo sa che odio il latte.”
“Non credo di avere camomilla, e un the caldo non è una
soluzione ottimale, la teina ti farebbe restare sveglio.”
“Ma è quello che voglio!”
“Nah!” brontolò l’altro,
scomparendo verso il corridoio.
Quando il Colonnello ritornò da lui, erano passati solo
cinque minuti, ma Edward non se ne accorse. Aveva
letto e riletto quel capoverso decine di volte, schematizzando nei suoi appunti
alcuni passaggi, eppure qualcosa gli sfuggiva ancora.
Il padrone di casa gli porse una tazza di cioccolata fumante,
accomodandosi al suo fianco sul divano, stringendosi addosso
la vestaglia per coprirsi meglio. Lanciò un’occhiata al focolare ormai
morto. Restavano solo delle ceneri spente e qualche sparuto residuo di brace.
Evidentemente era troppo tardi per riattizzarlo, e sinceramente non aveva
voglia di mettersi a trafficare a quell’ora per accenderlo, quindi scartò
immediatamente quell’idea.
Edo parve leggergli nel pensiero, oppure fu merito dello
starnuto che gli sfuggì, ma allungò una parte della coperta affinché anche il Taisa si riparasse. “Prenderà freddo, se resta lì così.”
Motivò.
L’altro ringraziò con un cenno del capo, accomodandosi.
“Adesso ti dico cosa faremo: risolviamo questo rompicapo, e
poi crollerai a dormire.”
Edward lo scrutò, infilando il naso nella tazza. “Mmm...” mugugnò.
Era un’ammissione
parziale oppure un’esclamazione di gradimento verso la bevanda calda? A Roy
sarebbe sempre rimasto il dubbio.
“Seriamente: non è meglio se lo finisci
domani?”
Acciaio ignorò il suggerimento. “Mi sono bloccato qui, non riesco a capire
questo pezzo.”
“A quest’ora, io non capirei neppure come mi chiamo.”
Scherzò il Flame, sbadigliando. Tuttavia si fece
indicare il capitolo ostico “Dammi quest’osso così duro da rosicchiare!” e
iniziò a leggerlo. La sua attenzione fu però attirata dal brontolio improvviso della
pancia al suo fianco.
“Mi sta venendo fame…” ammise Edo, troppo stanco per avere
imbarazzo. “Credo che la cioccolata abbia messo in moto il mio stomaco.”
Il Colonnello rise. “Il tuo stomaco gradirebbe uno spuntino
di mezzanotte in ritardo o una colazione clamorosamente in anticipo?”
Edo fece spallucce. “Non ha preferenze.”
Adocchiarono entrambi la scatola di latta dimenticata la
sera prima sul tavolinetto, e soprattutto quei deliziosi biscotti al burro che
conteneva.
Il giovane Elric si sporse per
afferrarla, poi scambiò un’occhiata d’intesa col suo superiore.
“Aprila pia-”
Ma esattamente quando questa fece il suo fatale ‘clic’ un
familiare miagolio si elevò nel salotto.
Tora si stiracchiò in tutta fretta
per venire a spartire con loro una merenda fuori programma.
“Questo gatto è inquietante!” sbottò Roy, masticando il
primo dolcetto, mentre suo malgrado si ritrovava la
ciccia tigrata sulle ginocchia e uno sguardo famelico puntato contro. “Si è
appena svegliato, come fa ad avere fame?!”
“Potrei dire la stessa
cosa di lei.” Appuntò Ed, con sussiego.
“Io pensavo fosse educato farti compagnia mentre mangiavi!”
“Anche Tora potrebbe dire lo
stesso.” Appuntò nuovamente, stiracchiando un sorriso che divenne uno
sbadiglio.
Una scorpacciata di biscotti, un bis di cioccolata calda e un
quarto d’ora dopo, Tora ronfava felicemente
acciambellato fra loro, mentre i due Alchimisti – accoccolati sotto la coperta –
riprendevano l’odioso ostacolo. E forse,
insieme, l’avrebbero superato.
Fine
Disclaimers: I personaggi citati
in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi
diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note varie: e siamo a 70!!!
*___* (scusate, metto via l’euforia).
Il titolo è un comunissimo modo di
dire, credo sappiate tutti cosa significa.
Il colore riprende vagamente il
grigio avorio delle ossa.
La coperta con disegnati gli azuki
è citata nel cap 32 Fire Man
(III parte: Attorno al Fuoco)
Ho cercato di raccontare un
capitolo tranquillo, di quelli un po’ ‘soffusi’,
perché amo questi momenti notturni.
Qui e là, i lettori più attenti
troveranno piccoli particolari già accennati in precedenza; non è niente di
che, ma sappiate che è voluto. ^^
Venendo al capitolo… beh, non credo ci sia molto da
spiegare, in caso chiedete. ^__=
Precisazioni al capitolo
precedente: non credo scoprirete mai che fine ha fatto il portafoglio di
Roy… buah – aha – aha *risata malefica* o forse sì, dipende se mi arriva
un’idea, non avevo messo in conto di motivare la sua sparizione. U_U
Sono contentissima che vi sia piaciuto, e mi dispiace per
quelli che si sono lamentati per l’assenza di Tora.
E’ abbastanza difficile trovare un pretesto verosimile per portarselo in
ufficio! XD
Ma la sua presenza virtuale aleggia su tutti. *O*
***
Ok, questo è l’ultimo capitolo prima della partenza per le
ferie.
Salvo imprevisti, aggiornerò il prossimo fra un mese esatto,
il primo agosto, per festeggiare con voi il ritorno e il mio compleanno. (E
chissà, se mi viene l’ispirazione potrei raccontare il compleanno di qualcun
altro… l’anno scorso era di Roy, ricordate?)
Un grazie speciale a Stefy_rin,
con la speranza che prosegua i commenti con la stessa solerzia con cui ha
cominciato! ^__= (Non so… ti è arrivata la mia mail di ringraziamento?)
E anche alle 166 persone che mi hanno inserita tra i loro
autori preferiti; ai 121 utenti che hanno messo questa fic
tra le loro preferenze. Ne sono onorata (_ _)
Vi invito a dare un’occhiata alla mia fic
su Harry Potter (ambientata ai tempi dei Malandrini)
“Profumo di Mamma” che si è classificata seconda ad un Contest.
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa
pro recensioni.
Farai felice
milioni di scrittori.
(Chiunque voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
Come sempre, sono graditi commenti,
consigli e critiche.
Grazie (_ _)
elyxyz