21 prese di coscienza
Una sensazioni fastidiosa, quasi dolorosa, avvolge il mio intero corpo senza lasciarmi via di scampo. Freddo. Sento freddo, il mio intero copro è straziato da un gelo spietato, impietoso.
Apro
stancamente gli occhi, osservando il chiarore del giorno trapelare
dalla finestra. Mi accuccio maggiormente a me stessa notando lo strano
ingarbugliamento del lenzuolo attorno al mio corpo,quasi mi impedisce i
movimenti, eppure, non riesce a proteggere la mia pelle da questa
frescura fin troppo rigida per la stagione.
Con non poca fatica riesco a liberarmi da quella morsa tirando via le lenzuola e disfacendo inevitabilmente tutto i letto.
Indosso,
apatica, una maglia e un paio di pantaloncini, proteggendomi con le
braccia il corpo ancora infreddolito. I ricordi della sera prima,
nitidi e dolorosi, ritornano nella mia mente per tormentarmi.
Quegli occhi
feriti, la figura di Sesshomaru di spalle che si allontana lentamente,
quell’assurda e incontrollabile sensazione di aver sbagliato tutto che s’impone nuovamente a straziare la mia anima. Oggi, non è proprio giornata.
Osservo la
biancheria del letto tutta spiegazzata, arrotolata sul pavimento. Anche
un cuscino giace inerme accanto a me, ma la cosa non mi turba, anzi.
Dopo un’ultima occhiata alle condizioni della camera ancora in
disordine, ancora non arieggiata, ancora priva di luce, lo calpesto senza remore per dirigermi nella stanza adiacente, non ho voglia di raccoglierlo.
Arrivata in
cucina, mi verso un bicchiere d’acqua riempiendo il bicchiere fin
quasi l’orlo, per poi berne solo la metà e osservare il
restante liquido muoversi ad ogni mio gesto.
Un’azione
inutile, che ripeto metodicamente senza un perché, solo per
osservare il liquido cristallino infrangersi contro le pareti fino ad
acquietarsi.
Ad un movimento più brusco degli altri, qualche goccia sfugge al contenitore ricadendo sul pavimento.
Le osservo,
quasi mi aspettassi un loro movimento, come se con la forza del mio
sguardo riuscissi a farle sparire, cosa che ovviamente non avviene.
Resto incerta
per qualche minuto se asciugare o no quelle piccole gocce, poi,
afferrando un canovaccio a caso, le faccio svanire velocemente per poi
riporre il tovagliolo al suo posto.
Dopo aver compiuto quel semplice gesto rimango interdetta da osservare quel lembo di stoffa sul lavello, quel canovaccio che io stessa ho poggiato con ben poca delicatezza sul piano immacolato
della cucina, immacolato fino a pochi istanti fa, prima che lo
inquinassi col mio gesto. Eppure, sono stata io stessa a
farlo con una naturalezza e superficialità inaudita.
Non avrei
dovuto comportarmi a quel modo, dovevo piegarlo e riporlo nella cesta
del bucato, ormai è inservibile, è sporco, ha toccato il
pavimento; ma io l’ho appoggiato lì, sul lavello, un
po’ accartocciato senza curami della mia mancanza di igiene ed
ordine. La cosa che più sconvolgente però non
è tanto ciò che ho fatto quanto la mancanza di
fastidio per quel gesto che fino a qualche giorno prima sarebbe
stato inconcepibile per me.
Io ora dovrei
andare in camera da letto ad aprire le finestre per far cambiare aria,
dovrei mettere a lavare le lenzuola, passare l’aspirapolvere,
cambiare il cuscino…
Ancora non ho
nemmeno sciacquato il viso, non ho fatto la doccia ne pettinato i
capelli. Da quando mi sono alzata non ho fatto niente, non ho voglia di far niente.
Senza una
motivazione apparente mi dirigo lentamente alla porta di casa, senza
aprirla, accostandomi delicatamente ad essa ed acuendo i miei sensi
alla ricerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno. Non avverto la
presenza di Sesshomaru, il suo odore è ancora presente ma molto
lieve, dall’appartamento accanto non proviene nessun rumore, di
sicuro se ne è già andato.
Una spiacevole sensazione di oppressione
si impossessa del mio cuore appesantendo la mia anima. I rimorsi e il
pentimento circa quello che è successo ieri, si ripresentano
impietosi a tormentarmi. L’unica pausa è stata la dormita.
Situazione
alquanto ironica, prima non riuscivo a chiudere occhio senza una
ragione precisa, stanotte invece, ho dormito pur sapendo che la mia
vita sta andando a rotoli. Sesshomaru mi ha lasciata e Kohaku
tornerà a bussare alla mia porta, ed io, ho riposato come niente
fosse, un sonno senza sogni ne incubi, vuoto.
Mi dirigo
stancamente in bagno osservando al mia immagine riflessa allo specchio,
il viso stanco, gli occhi leggermente gonfi ancora segnati dal breve
risveglio, i capelli arruffati… sembro un rudere, un edificio
fatiscente e decadente. Sembro tornata a mesi fa, alla morte della
nonna, quando l’apatia si era impossessata di me.
Stringo le mani
a pugno chinando il viso verso il basso e chiudendo gli occhi il
più forte possibile. Cerco di scacciare dalla mia mente quei
pensieri, la mia immagine riflessa, la mia volontà di vivere che
ancora una volta mi vuole lasciare.
Sento gli occhi
pizzicare di lacrime e tento di ricacciarle, ma poi, mi arrendo a
quello sconforto schiudendo gli occhi per permettere a quelle stille
salate di dolore di solcare il mio viso, ma ciò non avviene.
Sotto di
me, sul pavimento s’impone davanti alla mia vista
l’asciugamano col quale ho tamponato le mani di Sesshomaru ieri,
prima di lavarle. E’ sporco di sangue, del suo sangue, lo stesso
che ha tinto di rosso le mie dita le mie mani, il pavimento. Lo stesso
che invece di catalizzare la mia attenzione sullo sporco ha fatto si
che mi preoccupassi solo delle ferite che lo hanno prodotto.
Ripenso al
pavimento della mia camera ancora macchiato da quel liquido vermiglio
ormai rappreso, perché non mi sono preoccupata di lavarlo?
Perché l’asciugamano è qui e non nella cesta
del bucato? Perché non sono andata nel panico quando il sangue
ha sporcato anche me?
Distendo una mano di fronte a me osservandone le estremità, non trema. Perché??
Perché non trema, dovrebbe, anzi dovrei essere nel panico, il
mio respiro dovrebbe essere accelerato, la mia testa confusa, il mio
corpo scosso da spasmi e le mani dovrebbero avere quel maledettissimo
tremore che mi ha accompagnata fino ad ora, fino a questa notte. Ma non
è cosi, il mio cuore è calmo cosi come il mio respiro, e
le miei mani, sono ferme e sicure.
Ho odiato quei
tremiti con tutta me stessa, eppure, ora che non ci sono più li
voglio, mi sento quasi spoglia senza di essi. E’ come se ormai
non potessi farne a meno, come fossero diventati parte integrante di
me, una parte non voluta ma ormai indispensabile per
l’accettazione con la quale ho permesso che si radicassero in me.
Perché diamine non mi stanno tremando le mani? Dovrebbero..
loro.. loro dovrebbero tremare..
Spietate
e pungenti ritornano alla mente le parole di Sesshomaru, la nostra
conversazione. Lui voleva che tornassi ad essere la ragazza forte di un
tempo e io, invece, mi stavo abbandonando nuovamente al nichilismo, senza rendermene conto, senza un perché, anzi non ho mai abbandonato quello stato di fragilità .
Lui era la
differenza, il mio appiglio, la figura che mi donava di riflesso la sua
forza; ma io per tornare ad essere la ragazza che rendeva fiera mia
nonna, devo essere indipendente e forte a prescindere da chi ho
accanto. Io stavo cambiando, lui mi stava cambiando, ma cocciuta volevo rimanere nel mio rifugio. Mi sono ostinata a mantenere la mia fragilità con l’egoismo.
La vita
è una maestra severa ma io sto commettendo ripetutamente lo
stesso errore, quante volte ancora dovrà punirmi per farmi
capire la lezione?
Non mi
lascerò abbattere, non permetterò tutto questo, non di
nuovo. Se Kaede mi vedesse in questo momento sarebbe molto delusa da
me, così come lo è stato Sesshomaru. Io non avrei dovuto
chiedergli di portarmi via, è stata una richiesta da vigliacchi,
è dunque questo ciò che mi sono ridotta ad essere? Una
codarda pusillanime? Una donna priva di volontà e coraggio? Io
devo affrontare i problemi cosi come la nonna mi ha insegnato a fare,
cosi come lui mi ha ricordato di fare.
Io devo essere
autonoma, perchè non vivo in una favola, non sono una
principessa, e non ho bisogno di dipendere da nessuno. Se voglio
qualcosa devo conquistarla, meritarla, solo allora potrò
definirmi con orgoglio Rin Main, la ragazza che da bambina ha superato
la perdita dei suoi genitori, che ha conquistato con la sua
determinazione mete a molti recluse, la stessa che ha
“torturato” un demone di ghiaccio guadagnandosi il suo
rispetto.
Mi spoglio
velocemente per concedermi una doccia fresca, rivitalizzante, per
spazzare via tutto quel tepore rubato che ormai non ha senso
trattenere. Sciacquo via la mia personalità deformata, la mia
apatia, la vita che non mi appartiene per lasciare posto alla mia nuova
pelle, quella dura e coriacea capace di proteggersi da sola, quella che
si nascondeva, coperta dal quel velo di fragilità che io stessa
le avevo imposto.
Linda e
profumata, inizio a rassettare la casa, metto a lavare la biancheria
sporca, lavo il pavimento, rifaccio il letto. Gesti che ho compiuto
metodicamente e meticolosamente negli ultimi tempi invasa
dall’ansia, ma che oggi mi sembrano nuovi,
meno gravosi, meno importanti. L’unico scopo di questa pulizia,
è data dal mantenere la casa in condizioni normali e non per
sfogarmi o per la paura di contrarre chissà quale malattia se
non disinfetto tutto.
È
così strano rendersi conto di essere cambiati ma non avere il
coraggio di ammetterlo a se stessi, io ho superato la morte della
nonna, ho superato lo shock di Kohaku eppure ancora non volevo
affrontare la vita… mi domando il perché di tutto questo,
della mia cecità, delle mie paure. Domande alle quali non so
rispondere e alle quali, molto probabilmente, non troverò mai
risposta; Ma ora non conta, ora che gli occhi sono aperti, ora che
vedo, ora che so cosa fare, devo solo agire.
Lo squillo del
telefono interrompe i miei pensieri. Non ne vengo infastidita, il
silenzio di questa casa iniziava a mettermi in soggezione, eppure,
stregata da quel suono mi rifiuto volontariamente di rispondere. Forse
per timore, forse per lasciare che la casa sia ancora invasa da quel
sonoro trillo, forse semplicemente per noia.
Aspetto
paziente l’innesco della segreteria ascoltando la mia voce che
incita il diretto interessato a lasciare un messaggio in quanto, al
momento, non sono in grado di rispondere personalmente alla sua
telefonata.
Mille opzioni
si contendono la supremazia nella mia mente. Potrebbe essere Kohaku,
potrebbe voler disdire il nostro incontro o fissare un’ora
precisa….potrebbe essere Kagome, per sapere come sono andate le
cose con Sesshomaru o accusarmi per come l’ho cacciato.. potrebbe
essere lui stesso, Sesshomaru, a chiamare.. ma quale motivo avrebbe?
Occorrono pochi
secondi affinchè tutti i miei moniti trovino risposta, è
Kagome, esordisce con un semplice”ciao” ma il suo tono
è un misto di preoccupazione frustrazione, imbarazzo.
Prendo posto
vicino all’apparecchio senza però rispondere alla
telefonata, molto probabilmente Sesshomaru deve essere già
tornato da loro.. chissà se gli ha spiegato il motivo del suo
ritorno,se è arrabbiato, non potrei mai affrontare le sue
domande o magari accuse senza rischiare di ferirla o di ferire me
stessa in una conversazione diretta con lei.
-Ciao.. sono
Kagome, ecco io, io volevo solo dirti che Sesshomaru è venuto
qui. Io ti voglio chiedere scusa da parte sua Rin, lui.. lui ha dei
modi bruschi lo sai, molto probabilmente ti ha ferita.. lui, mi ha
raccontato del vostro litigio... bè più o meno, ha
farfugliato cose più che altro insensate anche se lui non ne
dice mai ma… ho capito che avete litigato e lo hai mandato
via ed ecco, io non voglio difenderlo ma.. lo conosci ha un
carattere particolare. Molto probabilmente in questo momento ci starai
odiando e non ti biasimo credimi, non so cosa è successo ha
detto solo che è tutta colpa sua e… insomma Rin
lui, lui non ti ha abbandonata, lui ti ama. Anche lui sta soffrendo.
È tornato a casa come una furia, non lo avevo mai visto in uno
stato cosi.. instabile..
sembrava una belva in gabbia, era in preda all’ira e allo
smarrimento. Solo dopo aver devastato un intero terreno è
riuscito a parlare. Rin, non voleva lasciarti, voleva essere con te per
starti accanto, pensava di essere riuscito a farti ritrovare la fiducia
in te stessa, ma si è reso conto di averti fatta diventare
più debole.. io, non ho capito il senso delle sue parole ma, Rin
io credo, anzi no sono certa che una volta trovata la calma e messo da
parte l’orgoglio tornerà da te, per favore non scacciarlo,
dagli la possibilità di spiegarsi, è innamorato Rin,
qualunque cosa abbia fatto anche se può apparire crudele lo ha
fatto pensando a te.
Io.. io non so che dire io.. mi dispiace ecco… solo.. chiamami ok? Anche se non torna solo, solo per parlare…ciao.
Ascolto interdetta quel lungo messaggio, la voce di Kagome era così dolorosa
per me, il suo tono era palesemente sofferente e preoccupato, il
discorso così sconnesso, come se non sapesse neanche lei cosa
dire. Frasi accozzate le une alle altre per creare qualcosa che
assomigliasse ad un discorso..voce tremolante e incerta.Una
confessione, una scusa, non so neanche io definire questo suo gesto. Mi
sento in colpa per non aver alzato la cornetta per cercare di
rassicurarla, ma cosa le avrei potuto dire? Mi sento cosi sciocca.
Ancora una
volta quella sgradevole sensazione di errore si impossessa di me,
questa situazione è nata per colpa mia. Il mio dolore, quello di
Sesshomaru e della sua famiglia è nato per colpa mia, della mia
irruenza. Avrei dovuto lasciarlo parlare, avrei dovuto fidarmi del suo
sguardo sofferente invece di cacciarlo.
Ma ormai
è tardi per piangere sul latte versato. Nessun problema è
insormontabile se lo si affronta col giusto metodo, la nonna lo diceva
sempre.. “se si pensa contemporaneamente a tutti i problemi che
ci assillano verremo schiacciati dal loro peso, ma se li affrontiamo
uno alla volta con la giusta dose di calma e determinazione allora li
supereremo senza subirne il danno.”
Alquanto
ottimistica come prospettiva ma è l’unica alla quale mi
voglio affidare, prima affronterò i miei demoni del passato poi,
chiarirò con Sesshomaru, non so ancora se riusciremo a fidarci
l’uno dell’altro eppure ho il bisogno di chiarire con lui
qualunque sia l’esito del mio gesto.
Rinvigorita
dai miei stessi pensieri non appena avverto il rumore di una macchina
nel vialetto mi dirigo alla finestra per spiare l’identità
del visitatore, sono quasi del tutto certa che si tratti di Kohaku ma
una piccola parte di me spera sia Sesshomaru.
Ad essere
sincera non so se lo voglio al mio fianco, vorrei risolvere la
questione da sola anche se non poso negare che il nervosismo inizia
crescere sempre più.
Osservo la
macchina parcheggiare e ,dopo alcuni istanti, per me interminabili, lo
sportello del guidatore viene aperto con non poche incertezze e
finalmente lo vedo, Kohaku.
Sembra smunto,
trasandato, e dai suoi gesti si capisce perfettamente che è
agitato almeno quanto me. Lo vedo torturasi le dita prima di chiudere
la vettura e lanciare uno sguardo verso la finestra, non so se mi abbia
vista o meno ma non appena avverto il rumore dei suoi passi avvicinarsi
faccio un respiro profondo e mi dirigo alla porta aprendola appena un
istante prima che lui suoni.
-Ciao, Rin.
Oooooooooook se
avete meditato vendetta o la mia morte ne avete tutti i diritti!!!! So
che il capitolo è orribile e me ne scuso infinitamente per non
parlare del ritardo con cui ho aggiornato!! Purtroppo i miei piani sono
stati stravolti e il tempo di scrivere è svanito nel
nulla! Chi ha il mio contatto sa che sono sparita anche da msn il
problema è che hanno anticipato un dei 2 esami di quasi 15
giorni!!!!!!! quindi…ho dovuto sgobbare giorno e notte per
poterlo sostenere se a qualcuno interessa ho preso 27 in un esame e 30
nell’altro.. posso ritenermi abbastanza soddisfatta credo :P
Comunque…
basta parlare di argomenti che non vi interessano e passiamo al
capitolo.. che dire… non so nemmeno io come definirlo, in un
certo senso è di transizione ma ha comunque le sue parti
importanti come la presa di coscienza di Rin circa la sua
“fragilità ostentata”. In più è stato
spiegato il rifiuto da parte di Sesshomaru di portare Rin con se, lui
non vuole che lei dipenda da nessun altro se non se stessa! ovviamente
lui è stato troppo brusco e lei troppo irruenta.. ma..
serviva cosi.
Per quanto
riguarda il prossimo capitolo non posso darvi un vero e proprio
spoiler in quanto non ho scritto il capitolo ma… Rin e Kohaku si
chiariranno e poi la nostra protagonista prenderà
decisioni importanti per la sua vita.
Questa volta
credo che siamo davvero vicini alla fine, ormai siamo agli sgoccioli.
sigh un po' mi spiace mi sono davero affezionata a questa ff.
Che dire ancora se non che mi scuso infinitamente con voi lettori?
Perdonoooooooooooooo
Ed ora passiamo ai ringraziamenti del capitolo precedente
piccola tammy ecco
qui il nuovo capitolo…un po’ deludente vero?? Sinceramente
non ne sono minimamente soddisfatta e me ne scuso infinitamente come
d'altronde chiedo perdono per il ritardo con cui ho aggiornato!
Prometto che farò del mio meglio per la stesura del prossimo
capitolo! Baciiiiiii
LilyProngs,
ottima osservatrice! Come hai potuto notare i tuoi dubbi erano fondati!
Cereto tu hai saputo in anticipo alcune cosette.. :P che dire…
trovo questo capitolo orripilante ma ho aggiornato ugualmente sia
perché è passato davvero troppo tempo dall’ultimo
capitolo postato sia perché… boh in realtà non so
perché ho postato questo orrore ma l’ho fatto :/ spero
continuerai a seguire la storia baciiiiiiiii
babydgv,
ti ringrazio infinitamente per i complimenti sulo capitolo
precedente… che dire.. temo di aver deluso un po’ le
aspettative di tutti con questo aggiornamento ma se non altro sono
state svelate le motivazioni di Sesshomaru e Rin ha una nuova
consapevolezza di se spero di poer leggere le tue critiche anche su
questo capitolo kiss
roseinblack
spero che con le motivazioni sul comportamento di Sesshomaru il tuo
odio sia diminuito :P certo considerando la bruttezza di questo
capitolo non ti biasimo se al posto di diminuire è aumentato :P
che dire… Sesshomaru aveva i suoi buoni motivi solo.. ha un modo
un po’ particolare di metterli in atto…
lua82,
hai fatto centro! Sesshomaru vuole che Rin sia consapevole della sua
forza, vuole che se la sbrighi da sola per rendersi conto delle sue
capacità, in tutta sincerità lui voleva rimanerle accanto
cioè stare al suo fianco durante l’incontro con kohaku ma
quando lei gli ha chiesto di portarla via x fuggire i suoi problemi si
è reso conto che lui la stava indebolendo e non rafforzando e da
qui sono nati i problemi… spero che questo capitolo sia stato
quantomeno leggibile, chiedo ancora perdono per il ritardo e il
contenuto inaccettabile dell’aggiornamento.. baciii
Vale728,
ti ringrazio infinitamente per aver commentato e per tutti i
complimenti! Sono onorata da una tale gentilezza! Che dire…
questo capitolo non è proprio il massimo e me ne scuso spero
comunque di aver spiegato alcune situazioni rimaste in sospeso, oer
quel che riguarda la sorte di kohaku.. diciamo che Rin non sarà
un angioletto ma lo ferirà più che altro a parole e
sesshoamru.. bè forse lo ferirà fisicamente ma più
per sfogarsi che per ridurlo in fin di vita :P spero di poter leggere
le tue impressioni e congetture sul prossimo cap baciiii
sara_sessho,
ciau! Alluuur diciamo che le cose non si sono aggiustate del tutto ma
le intenzioni dei protagonisti sono chiare! Per quanto riguarda il
finale del precedente capitolo anche io mi sono odiata ma.. serviva..
bisogna che piova per vedere l’arcobaleno : )
sesshy94
l’idea del rosario mi piace davvero tuttavia questa volta il
nostro demone non se lo merita, aveva i suoi motivi diciamo che Rin non
gli ha lasciato il tempo di esporre i suoi piani e lui è troppo
brusco nei modi… ad ogni modo come hai potuto intuire il suo
voleva essere un gesto a fin di bene.
achaori,
allura… di sicuro loro staranno insieme anche se io pensavo di
far trasferire Rin da Sesshomaru e non il contrario.. ovviamente non
demoliranno la casa di nonna Kaede! Poi per quanto riguarda il
litigio,… si si sono fraintesi ma avranno modo di chiarirsi
ovviamente! Tutto a suo tempo : ) grazie infinitamente x i complimenti
e scusa x questo orrendo capitolo! Baciiii
callistas,
purtroppo l’aggiornamento ha ritardato parecchio : ( e ancora Rin
non ha affronta tao kohaku ma si è resa conto di parecchie
cosette e anche voi lettori avete avuto molti chiarimenti.. come
hai potuto notare Sesshomaru non ha voluto portare via Rn proprio per
mantenere quella famosa promessa! Kaede no ha cresciuto una ragazza
debole! Ma una donna forte Rin aveva bisogno di ricordarselo…
spero con tutto il cuore che questo capitolo sia stati minimamente
leggile… spero di fare meglio mooooolto meglio nel prossimo
baciiiii
Ringrazio di cuore anche tutti coloro che mi seguono in silenzio e che apprezzano la mia ff
Un abbraccio
Mikamey
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