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Autore: mikamey    05/07/2009    12 recensioni
Rin, una ragazza insicura, soggetta ad attacchi di panico e con manie morbose per la pulizia. Sesshomaru un demone orgolgioso e testardo infortunato ad una gamba ma bramoso di indipendenza. impareanno a conoscersi e a curarsi a vicenda affrontando le ferite della psiche e del corpo. AGGIORNATI DUE CAP FINALI 23 e 24
Genere: Generale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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21 prese di coscienza



Una sensazioni fastidiosa, quasi dolorosa, avvolge il mio intero corpo senza lasciarmi via di scampo. Freddo. Sento freddo, il mio intero copro è straziato da un gelo spietato, impietoso.

Apro stancamente gli occhi, osservando il chiarore del giorno trapelare dalla finestra. Mi accuccio maggiormente a me stessa notando lo strano ingarbugliamento del lenzuolo attorno al mio corpo,quasi mi impedisce i movimenti, eppure, non riesce a proteggere la mia pelle da questa frescura fin troppo rigida per la stagione.

Con non poca fatica riesco a liberarmi da quella morsa tirando via le lenzuola e disfacendo inevitabilmente tutto i letto.
Indosso, apatica, una maglia e un paio di pantaloncini, proteggendomi con le braccia il corpo ancora infreddolito. I ricordi della sera prima, nitidi e dolorosi, ritornano nella mia mente per tormentarmi.

Quegli occhi feriti, la figura di Sesshomaru di spalle che si allontana lentamente, quell’assurda e incontrollabile sensazione di aver sbagliato tutto che s’impone nuovamente a straziare la mia anima. Oggi, non è proprio giornata.

Osservo la biancheria del letto tutta spiegazzata, arrotolata sul pavimento. Anche un cuscino giace inerme accanto a me, ma la cosa non mi turba, anzi. Dopo un’ultima occhiata alle condizioni della camera ancora in disordine, ancora non arieggiata, ancora priva di luce, lo calpesto senza remore per dirigermi nella stanza adiacente, non ho voglia di raccoglierlo.

Arrivata in cucina, mi verso un bicchiere d’acqua riempiendo il bicchiere fin quasi l’orlo, per poi berne solo la metà e osservare il restante liquido muoversi ad ogni mio gesto.
Un’azione inutile, che ripeto metodicamente senza un perché, solo per osservare il liquido cristallino infrangersi contro le pareti fino ad acquietarsi.

Ad un movimento più brusco degli altri, qualche goccia sfugge al contenitore ricadendo sul pavimento.
Le osservo, quasi mi aspettassi un loro movimento, come se con la forza del mio sguardo riuscissi a farle sparire, cosa che ovviamente non avviene.

Resto incerta per qualche minuto se asciugare o no quelle piccole gocce, poi, afferrando un canovaccio a caso, le faccio svanire velocemente per poi riporre il tovagliolo al suo posto.

Dopo aver compiuto quel semplice gesto rimango interdetta da osservare quel lembo di stoffa sul lavello, quel canovaccio che io stessa ho poggiato con ben poca delicatezza sul piano immacolato della cucina, immacolato fino a pochi istanti fa, prima che lo inquinassi col mio gesto. Eppure,  sono stata io stessa  a farlo con una naturalezza e superficialità inaudita.

Non avrei dovuto comportarmi a quel modo, dovevo piegarlo e riporlo nella cesta del bucato, ormai è inservibile, è sporco, ha toccato il pavimento; ma io l’ho appoggiato lì, sul lavello, un po’ accartocciato senza curami della mia mancanza di igiene ed ordine. La cosa che più sconvolgente  però non è  tanto ciò che ho fatto quanto la mancanza di fastidio per quel gesto  che fino a qualche giorno prima sarebbe stato inconcepibile per me.

Io ora dovrei andare in camera da letto ad aprire le finestre per far cambiare aria, dovrei mettere a lavare le lenzuola, passare l’aspirapolvere, cambiare il cuscino…

Ancora non ho nemmeno sciacquato il viso, non ho fatto la doccia ne pettinato i capelli. Da quando mi sono alzata non ho fatto niente, non ho voglia di far niente.

Senza una motivazione apparente mi dirigo lentamente alla porta di casa, senza aprirla, accostandomi delicatamente ad essa ed acuendo i miei sensi alla ricerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno. Non avverto la presenza di Sesshomaru, il suo odore è ancora presente ma molto lieve, dall’appartamento accanto non proviene nessun rumore, di sicuro se ne è già andato.

Una spiacevole sensazione di oppressione si impossessa del mio cuore appesantendo la mia anima. I rimorsi e il pentimento circa quello che è successo ieri, si ripresentano impietosi a tormentarmi. L’unica pausa è stata la dormita.

Situazione alquanto ironica, prima non riuscivo a chiudere occhio senza una ragione precisa, stanotte invece, ho dormito pur sapendo che la mia vita sta andando a rotoli. Sesshomaru mi ha lasciata e Kohaku tornerà a bussare alla mia porta, ed io, ho riposato come niente fosse, un sonno senza sogni ne incubi, vuoto.

Mi dirigo stancamente in bagno osservando al mia immagine riflessa allo specchio, il viso stanco, gli occhi leggermente gonfi ancora segnati dal breve risveglio, i capelli arruffati… sembro un rudere, un edificio fatiscente e decadente. Sembro tornata a mesi fa, alla morte della nonna, quando l’apatia si era impossessata di me.

Stringo le mani a pugno chinando il viso verso il basso e chiudendo gli occhi il più forte possibile. Cerco di scacciare dalla mia mente quei pensieri, la mia immagine riflessa, la mia volontà di vivere che ancora una volta mi vuole lasciare.

Sento gli occhi pizzicare di lacrime e tento di ricacciarle, ma poi, mi arrendo  a quello sconforto schiudendo gli occhi per permettere a quelle stille salate  di dolore di solcare il mio viso, ma ciò non avviene.

 Sotto di me, sul pavimento s’impone davanti alla mia vista l’asciugamano col quale ho tamponato le mani di Sesshomaru ieri, prima di lavarle. E’ sporco di sangue, del suo sangue, lo stesso che ha tinto di rosso le mie dita le mie mani, il pavimento. Lo stesso che invece di catalizzare la mia attenzione sullo sporco ha fatto si che mi preoccupassi solo delle ferite che lo hanno prodotto.

Ripenso al pavimento della mia camera ancora macchiato da quel liquido vermiglio ormai rappreso, perché non mi sono preoccupata di lavarlo? Perché l’asciugamano è qui e non  nella cesta del bucato? Perché non sono andata nel panico quando il sangue ha sporcato anche me?

Distendo una mano di fronte a me osservandone le estremità, non trema. Perché?? Perché non trema, dovrebbe, anzi dovrei essere nel panico, il mio respiro dovrebbe essere accelerato, la mia testa confusa, il mio corpo scosso da spasmi e le mani dovrebbero avere quel maledettissimo tremore che mi ha accompagnata fino ad ora, fino a questa notte. Ma non è cosi, il mio cuore è calmo cosi come il mio respiro, e le miei mani, sono ferme e sicure.

Ho odiato quei tremiti con tutta me stessa, eppure, ora che non ci sono più li voglio, mi sento quasi spoglia senza di essi. E’ come se ormai non potessi farne a meno, come fossero diventati parte integrante di me, una parte non voluta ma ormai indispensabile per l’accettazione con la quale ho permesso che si radicassero in me. Perché diamine non mi stanno tremando le mani? Dovrebbero.. loro.. loro dovrebbero tremare..

Spietate e pungenti ritornano alla mente le parole di Sesshomaru, la nostra conversazione. Lui voleva che tornassi ad essere la ragazza forte di un tempo e io, invece, mi stavo abbandonando nuovamente al nichilismo, senza rendermene conto, senza un perché, anzi non ho mai abbandonato quello stato di fragilità .

Lui era la differenza, il mio appiglio, la figura che mi donava di riflesso la sua forza; ma io per tornare ad essere la ragazza che rendeva fiera mia nonna, devo essere indipendente e forte a prescindere da chi ho accanto. Io stavo cambiando, lui mi stava cambiando, ma cocciuta volevo rimanere nel mio rifugio. Mi sono ostinata a mantenere la mia fragilità con l’egoismo.
 La vita è una maestra severa ma io sto commettendo ripetutamente lo stesso errore, quante volte ancora dovrà punirmi per farmi capire la lezione?

Non mi lascerò abbattere, non permetterò tutto questo, non di nuovo. Se Kaede mi vedesse in questo momento sarebbe molto delusa da me, così come lo è stato Sesshomaru. Io non avrei dovuto chiedergli di portarmi via, è stata una richiesta da vigliacchi, è dunque questo ciò che mi sono ridotta ad essere? Una codarda pusillanime? Una donna priva di volontà e coraggio? Io devo affrontare i problemi cosi come la nonna mi ha insegnato a fare, cosi come lui mi ha ricordato di fare.

Io devo essere autonoma, perchè non vivo in una favola, non sono una principessa, e non ho bisogno di dipendere da nessuno. Se voglio qualcosa devo conquistarla, meritarla, solo allora potrò definirmi con orgoglio Rin Main, la ragazza che da bambina ha superato la perdita dei suoi genitori, che ha conquistato con la sua determinazione mete a molti recluse, la stessa che ha “torturato” un demone di ghiaccio guadagnandosi il suo rispetto.


Mi spoglio velocemente per concedermi una doccia fresca, rivitalizzante, per spazzare via tutto quel tepore rubato che ormai non ha senso trattenere. Sciacquo via la mia personalità deformata, la mia apatia, la vita che non mi appartiene per lasciare posto alla mia nuova pelle, quella dura e coriacea capace di proteggersi da sola, quella che si nascondeva, coperta dal quel velo di fragilità che io stessa le avevo imposto.

Linda e profumata, inizio a rassettare la casa, metto a lavare la biancheria sporca, lavo il pavimento, rifaccio il letto. Gesti che ho compiuto metodicamente e meticolosamente negli ultimi tempi invasa dall’ansia, ma che oggi mi sembrano nuovi, meno gravosi, meno importanti. L’unico scopo di questa pulizia, è data dal mantenere la casa in condizioni normali e non per sfogarmi o per la paura di contrarre chissà quale malattia se non disinfetto tutto.

È così strano rendersi conto di essere cambiati ma non avere il coraggio di ammetterlo a se stessi, io ho superato la morte della nonna, ho superato lo shock di Kohaku eppure ancora non volevo affrontare la vita… mi domando il perché di tutto questo, della mia cecità, delle mie paure. Domande alle quali non so rispondere e alle quali, molto probabilmente, non troverò mai risposta; Ma ora non conta, ora che gli occhi sono aperti, ora che vedo, ora che so cosa fare, devo solo agire.

Lo squillo del telefono interrompe i miei pensieri. Non ne vengo infastidita, il silenzio di questa casa iniziava a mettermi in soggezione, eppure, stregata da quel suono mi rifiuto volontariamente di rispondere. Forse per timore, forse per lasciare che la casa sia ancora invasa da quel sonoro trillo, forse semplicemente per noia.

 Aspetto paziente l’innesco della segreteria ascoltando la mia voce che incita il diretto interessato a lasciare un messaggio in quanto, al momento, non sono in grado di rispondere personalmente alla sua telefonata.

Mille opzioni si contendono la supremazia nella mia mente. Potrebbe essere Kohaku, potrebbe voler disdire il nostro incontro o fissare un’ora precisa….potrebbe essere Kagome, per sapere come sono andate le cose con Sesshomaru o accusarmi per come l’ho cacciato.. potrebbe essere lui stesso, Sesshomaru, a chiamare.. ma quale motivo avrebbe?

Occorrono pochi secondi affinchè tutti i miei moniti trovino risposta, è Kagome, esordisce con un semplice”ciao” ma il suo tono è un misto di preoccupazione frustrazione, imbarazzo.

Prendo posto vicino all’apparecchio senza però rispondere alla telefonata, molto probabilmente Sesshomaru deve essere già tornato da loro.. chissà se gli ha spiegato il motivo del suo ritorno,se è arrabbiato, non potrei mai affrontare le sue domande o magari accuse senza rischiare di ferirla o di ferire me stessa in una conversazione diretta con lei.

-Ciao.. sono Kagome, ecco io, io volevo solo dirti che Sesshomaru è venuto qui. Io ti voglio chiedere scusa da parte sua Rin, lui.. lui ha dei modi bruschi lo sai, molto probabilmente ti ha ferita.. lui, mi ha raccontato del vostro litigio... bè più o meno, ha farfugliato cose più che altro insensate anche se lui non ne dice mai ma… ho capito che avete litigato e lo hai mandato via  ed ecco, io non voglio difenderlo ma.. lo conosci ha un carattere particolare. Molto probabilmente in questo momento ci starai odiando e non ti biasimo credimi, non so cosa è successo ha detto solo che è tutta colpa sua e… insomma  Rin lui, lui non ti ha abbandonata, lui ti ama. Anche lui sta soffrendo. È tornato a casa come una furia, non lo avevo mai visto in uno stato cosi.. instabile.. sembrava una belva in gabbia, era in preda all’ira  e allo smarrimento. Solo dopo aver devastato un intero terreno è riuscito a parlare. Rin, non voleva lasciarti, voleva essere con te per starti accanto, pensava di essere riuscito a farti ritrovare la fiducia in te stessa, ma si è reso conto di averti fatta diventare più debole.. io, non ho capito il senso delle sue parole ma, Rin io credo, anzi no sono certa che una volta trovata la calma e messo da parte l’orgoglio tornerà da te, per favore non scacciarlo, dagli la possibilità di spiegarsi, è innamorato Rin, qualunque cosa abbia fatto anche se può apparire crudele lo ha fatto pensando a te.
Io.. io non so che dire io.. mi dispiace ecco… solo.. chiamami ok? Anche se non torna solo, solo per parlare…ciao.

Ascolto interdetta quel lungo messaggio, la voce di Kagome era così dolorosa per me, il suo tono era palesemente sofferente e preoccupato, il discorso così sconnesso, come se non sapesse neanche lei cosa dire. Frasi accozzate le une alle altre per creare qualcosa che assomigliasse ad un discorso..voce tremolante e incerta.Una confessione, una scusa, non so neanche io definire questo suo gesto. Mi sento in colpa per non aver alzato la cornetta per cercare di rassicurarla, ma cosa le avrei potuto dire? Mi sento cosi sciocca.

Ancora una volta quella sgradevole sensazione di errore si impossessa di me, questa situazione è nata per colpa mia. Il mio dolore, quello di Sesshomaru e della sua famiglia è nato per colpa mia, della mia irruenza. Avrei dovuto lasciarlo parlare, avrei dovuto fidarmi del suo sguardo sofferente invece di cacciarlo.

Ma ormai è tardi per piangere sul latte versato. Nessun problema è insormontabile se lo si affronta col giusto metodo, la nonna lo diceva sempre.. “se si pensa contemporaneamente a tutti i problemi che ci assillano verremo schiacciati dal loro peso, ma se li affrontiamo uno alla volta con la giusta dose di calma e determinazione allora li supereremo senza subirne il danno.”

Alquanto ottimistica come prospettiva ma è l’unica alla quale mi voglio affidare, prima affronterò i miei demoni del passato poi, chiarirò con Sesshomaru, non so ancora se riusciremo a fidarci l’uno dell’altro eppure ho il bisogno di chiarire con lui qualunque sia l’esito del mio gesto.

 Rinvigorita dai miei stessi pensieri non appena avverto il rumore di una macchina nel vialetto mi dirigo alla finestra per spiare l’identità del visitatore, sono quasi del tutto certa che si tratti di Kohaku ma una piccola parte di me spera sia Sesshomaru.

Ad essere sincera non so se lo voglio al mio fianco, vorrei risolvere la questione da sola anche se non poso negare che il nervosismo inizia crescere sempre più.
Osservo la macchina parcheggiare e ,dopo alcuni istanti, per me interminabili, lo sportello del guidatore viene aperto con non poche incertezze e finalmente lo vedo, Kohaku.

Sembra smunto, trasandato, e dai suoi gesti si capisce perfettamente che è agitato almeno quanto me. Lo vedo torturasi le dita prima di chiudere la vettura e lanciare uno sguardo verso la finestra, non so se mi abbia vista o meno ma non appena avverto il rumore dei suoi passi avvicinarsi faccio un respiro profondo e mi dirigo alla porta aprendola appena un istante prima che lui suoni.

-Ciao, Rin.













Oooooooooook se avete meditato vendetta o la mia morte ne avete tutti i diritti!!!! So che il capitolo è orribile e me ne scuso infinitamente per non parlare del ritardo con cui ho aggiornato!! Purtroppo i miei piani sono stati stravolti  e il tempo di scrivere è svanito nel nulla! Chi ha il mio contatto sa che sono sparita anche da msn il problema è che hanno anticipato un dei 2  esami di quasi 15 giorni!!!!!!! quindi…ho dovuto sgobbare giorno e notte per poterlo sostenere se a qualcuno interessa ho preso 27 in un esame e 30 nell’altro.. posso ritenermi abbastanza soddisfatta credo :P

Comunque… basta parlare di argomenti che non vi interessano e passiamo al capitolo.. che dire… non so nemmeno io come definirlo, in un certo senso è di transizione ma ha comunque le sue parti importanti come la presa di coscienza di Rin circa la sua “fragilità ostentata”. In più è stato spiegato il rifiuto da parte di Sesshomaru di portare Rin con se, lui non vuole che lei dipenda da nessun altro se non se stessa! ovviamente lui è stato troppo brusco  e lei troppo irruenta.. ma.. serviva cosi.

Per quanto riguarda il prossimo capitolo non posso darvi un vero e  proprio spoiler in quanto non ho scritto il capitolo ma… Rin e Kohaku si chiariranno  e poi la nostra protagonista prenderà decisioni importanti per la sua vita.
Questa volta credo che siamo davvero vicini alla fine, ormai siamo agli sgoccioli. sigh un po' mi spiace mi sono davero affezionata a questa ff.

Che dire ancora se non che mi scuso infinitamente con voi lettori?
Perdonoooooooooooooo




Ed ora passiamo ai ringraziamenti del capitolo precedente

piccola tammy ecco qui il nuovo capitolo…un po’ deludente vero?? Sinceramente non ne sono minimamente soddisfatta e me ne scuso infinitamente come d'altronde chiedo perdono per il ritardo con cui ho aggiornato! Prometto che farò del mio meglio per la stesura del prossimo capitolo! Baciiiiiii

LilyProngs, ottima osservatrice! Come hai potuto notare i tuoi dubbi erano fondati! Cereto tu hai saputo in anticipo alcune cosette.. :P che dire… trovo questo capitolo orripilante ma ho aggiornato ugualmente sia perché è passato davvero troppo tempo dall’ultimo capitolo postato sia perché… boh in realtà non so perché ho postato questo orrore ma l’ho fatto :/ spero continuerai a seguire la storia baciiiiiiiii

babydgv, ti ringrazio infinitamente per i complimenti sulo capitolo precedente… che dire.. temo di aver deluso un po’ le aspettative di tutti con questo aggiornamento ma se non altro sono state svelate le motivazioni di Sesshomaru e Rin ha una nuova consapevolezza di se spero di poer leggere le tue critiche anche su questo capitolo kiss

roseinblack spero che con le motivazioni sul comportamento di Sesshomaru il tuo odio sia diminuito :P certo considerando la bruttezza di questo capitolo non ti biasimo se al posto di diminuire è aumentato :P che dire… Sesshomaru aveva i suoi buoni motivi solo.. ha un modo un po’ particolare di metterli in atto…

lua82, hai fatto centro! Sesshomaru vuole che Rin sia consapevole della sua forza, vuole che se la sbrighi da sola per rendersi conto delle sue capacità, in tutta sincerità lui voleva rimanerle accanto cioè stare al suo fianco durante l’incontro con kohaku ma quando lei gli ha chiesto di portarla via x fuggire i suoi problemi si è reso conto che lui la stava indebolendo e non rafforzando e da qui sono nati i problemi… spero che questo capitolo sia stato quantomeno leggibile, chiedo ancora perdono per il ritardo e il contenuto inaccettabile dell’aggiornamento.. baciii

Vale728, ti ringrazio infinitamente per aver commentato e per tutti i complimenti! Sono onorata da una tale gentilezza! Che dire… questo capitolo non è proprio il massimo e me ne scuso spero comunque di aver spiegato alcune situazioni rimaste in sospeso, oer quel che riguarda la sorte di kohaku.. diciamo che Rin non sarà un angioletto ma lo ferirà più che altro a parole e sesshoamru.. bè forse lo ferirà fisicamente ma più per sfogarsi che per ridurlo in fin di vita :P spero di poter leggere le tue impressioni e congetture sul prossimo cap baciiii

sara_sessho, ciau! Alluuur diciamo che le cose non si sono aggiustate del tutto ma le intenzioni dei protagonisti sono chiare! Per quanto riguarda il finale del precedente capitolo anche io mi sono odiata ma.. serviva.. bisogna che piova per vedere l’arcobaleno : )

sesshy94 l’idea del rosario mi piace davvero tuttavia questa volta il nostro demone non se lo merita, aveva i suoi motivi diciamo che Rin non gli ha lasciato il tempo di esporre i suoi piani e lui è troppo brusco nei modi… ad ogni modo come hai potuto intuire il suo voleva essere un gesto a fin di bene.

achaori, allura… di sicuro loro staranno insieme anche se io pensavo di far trasferire Rin da Sesshomaru e non il contrario.. ovviamente non demoliranno la casa di nonna Kaede! Poi per quanto riguarda il litigio,… si si sono fraintesi ma avranno modo di chiarirsi ovviamente! Tutto a suo tempo : ) grazie infinitamente x i complimenti e scusa x questo orrendo capitolo! Baciiii

callistas, purtroppo l’aggiornamento ha ritardato parecchio : ( e ancora Rin non ha affronta tao kohaku ma si è resa conto di parecchie cosette e anche voi lettori  avete avuto molti chiarimenti.. come hai potuto notare Sesshomaru non ha voluto portare via Rn proprio per mantenere quella famosa promessa! Kaede no ha cresciuto una ragazza debole! Ma una donna forte Rin aveva bisogno di ricordarselo… spero con tutto il cuore che questo capitolo sia stati minimamente leggile… spero di fare meglio mooooolto meglio nel prossimo baciiiii



Ringrazio di cuore anche tutti coloro che mi seguono in silenzio e che apprezzano la mia ff

Un abbraccio
Mikamey

  
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