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3. Questions and Answers
Ran Mouri si fermò di fronte al
cancello di casa Kudo, con un sospiro. Dopo la scuola era andata direttamente
lì, senza nemmeno fare un salto a casa a posare la cartella, che ora teneva con
entrambe le mani davanti a sé, contro la gonna a pieghe azzurra che svolazzava
lievemente sotto la carezza del vento.
Avvertiva una sensazione strana
sul cuore, dopo quello che era successo con Okai. Ciò era la causa della sua
esitazione di fronte a quel cancello che conosceva così bene, che tante volte
nella sua vita aveva attraversato con Shinichi, chiacchierando con lui,
gridandogli spazientita che stavano facendo tardi, o anche da sola e in
silenzio, ma con quel sorriso a fior di labbra e quella piacevole sensazione che
la accompagnavano sempre quando sapeva che stava per incontrare Shinichi.
Piacevole sensazione che fino a
quel momento le era sembrata così naturale da non porsi alcuna domanda al
riguardo. Per Ran, essere contenta di vedere il suo amico d’infanzia, passare
momenti indimenticabili con lui, momenti in cui non desiderava essere in nessun
altro luogo e con nessun altro, era normale. In fondo, era sempre stato
così, fin da quando entrambi sapevano a malapena contare e bisticciavano per chi
dovesse mangiare l’ultima caramella del sacchetto (anche se alla fine era sempre
lei, e quando la metteva in bocca sorridente il broncio di Shinichi non sembrava
mai del tutto vero. Mai). Certo, c’erano sempre state le prese in giro degli
altri, gli sghignazzi e le frasi del tipo: “A quando il matrimonio?” e “Dai,
datevi un bacio!”, ma Ran, anche se sul momento poteva sentirsi imbarazzata, non
aveva mai dato peso a quelle voci. Gli altri vedevano la cosa in modo
superficiale, non capivano. Nessuno capiva.
Loro erano Ran e Shinichi.
Non c’era nient’altro da dire.
Almeno, così era stato fino a
quel giorno. Fino alla dichiarazione di Okai, fino al bacio. Perché prima di
allora, Ran non aveva mai considerato l’idea di passare il tempo con un ragazzo
che non fosse Shinichi. E non perché aveva sempre voluto che il suo primo amore
fosse lui, semplicemente non ci aveva mai pensato. Per lei, la vita andava bene
così. Certo, ogni tanto si baloccava con l’idea di avere un giorno un ragazzo,
ma era sempre un pensiero rarefatto che veniva presto dimenticato perché
Shinichi arrivava sorridente a raccontarle dell’ultimo giallo che aveva letto e
di come avesse scoperto chi era il colpevole almeno una trentina di pagine prima
del detective della storia.
Ma quel giorno, quando la
possibilità di avere un ragazzo si era concretizzata davanti ai suoi occhi,
abbandonando le vesti di un remoto pensiero intangibile, la lineare semplicità
della sua vita fino a quel momento era crollata sotto il peso di numerosi punti
interrogativi.
Cos’erano Ran e
Shinichi? E soprattutto, cosa Ran avrebbe voluto che fossero?
Questa domanda le pesava sul
cuore, perché apriva scenari che fino ad allora non aveva mai considerato. E più
di tutto, la portava a chiedersi cosa ne pensasse lui.
Ran sospirò ancora una volta,
ricacciando indietro l’ultima domanda, quella che non riusciva nemmeno a
formulare nella mente. Non ancora. Era tutto così assurdo. Staccò la mano dal
manico della cartella, accorgendosi con una smorfia che il palmo era tutto
sudato, e suonò al citofono.
La voce nasale di Shinichi
arrivò poco dopo:
“Ce ne hai messo di tempo,
Ran!”
“C-Come?”, balbettò,
imbarazzata e confusa. Shinichi l’aveva vista starsene lì impalata fino a quel
momento? Probabilmente ora pensava che fosse matta o qualcosa del genere. Il
pensiero le generò suo malgrado una fitta di sconforto.
“Beh, era piuttosto
prevedibile che, non vedendomi in classe, saresti passata dopo le lezioni”.
Il tono era saccente, ma la combinazione di voce nasale e distorsione
gracchiante del citofono la fece risultare piuttosto comica. Ran ridacchiò, e
poté figurarsi il volto del suo amico d’infanzia che si corrugava in
un’espressione d’incomprensione e fastidio.
“Fammi entrare, Grande
Detective!”. Lo esortò e lui obbedì, sbuffando.
Mentre camminava per il viale
di casa Kudo, Ran rifletté come per un attimo fosse riuscita a dimenticare i
suoi crucci solo parlando con lui. E di come, nonostante tutto, fosse riuscita
anche quel giorno ad attraversare il cancello con un lieve sorriso sulle labbra.
*
Ma che cavolo sto facendo!?
Fu il pensiero che attraversò
fulmineo la mente brillante di Conan Edogawa non appena ebbe chiuso gli occhi.
Certo, Shinichi ce l’aveva con Ran per aver dato un bacio a qualcun altro e
averglielo per di più tenuto nascosto, certo, Haibara aveva toccato le corde
giuste quando gli aveva proposto di renderle pan per focaccia, sfruttando
abilmente il suo risentimento, ma aver considerato anche solo per un istante la
possibilità di baciare la piccola scienziata per ripicca era assurdo e ingiusto.
Così, Conan aprì gli occhi e
dischiuse le labbra per dire ad Haibara che non se ne faceva niente e tutto ciò
che vide fu un getto d'acqua che gli finì in faccia e soprattutto in bocca, cosa
che lo costrinse a tossire, sputacchiando rivoli di liquido gelato sulla terra
battuta del cortile. Con un angolo della mente considerò che, se non avesse
avuto gli occhiali, anche gli occhi sarebbero stati annaffiati.
"Haibara! Accidenti a te!"
Gridò furente quando la tosse gli diede tregua, mentre intorno a lui i bambini
ridevano divertiti. Attraverso le goccioline che imperlavano le lenti degli
occhiali la vide sorridere malignamente, la pistola ad acqua che aveva tirato
fuori da chissà dove ancora fra le dita.
"Per essere lo Sherlock Holmes
del nuovo millennio, ti fai fregare piuttosto facilmente, Kudo-kun." Lo pungolò
in un sussurro. Lo sguardo che lui le rivolse in risposta avrebbe fatto venire
gli incubi a molti dei bambini che in quel momento stavano giocando nel cortile,
Ayumi, Genta e Mitsuhiko compresi. Fortunatamente se lo persero, ancora intenti
a discutere di Masked Yaibar con il ragazzino che aveva tirato fuori
l'Action Figure.
"Però mi hai sorpresa."
Proseguì Haibara, atona. "Insomma, hai accettato così facilmente di-"
"Non è vero!" La interruppe
Conan, ora paonazzo. "Stavo appunto per dirti che non se ne faceva niente quando
mi hai sparato l'acqua addosso."
"Sì. Certo." Disse la piccola
scienziata, così condiscendente da far intendere chiaro e tondo che non credeva
a una parola. Poi si alzò e gli voltò le spalle, ignorando le sue proteste e
allontanandosi.
Maledetta Haibara. Ci
mancava solo lei a completare questa giornata MERAVIGLIOSA.
Shinichi Kudo sbuffò attraverso
il corpo di Conan, poi sospirò. Doveva assolutamente scoprire cosa era accaduto
esattamente il giorno del primo bacio di Ran. Insomma, la realtà non avrebbe mai
potuto competere con tutte le scene orribili che la sua mente aveva cominciato a
immaginare da quando lo aveva scoperto. Inoltre, non poteva lasciare in sospeso
la faccenda: lui era un detective, e i detective che abbandonano un puzzle prima
di aver messo tutti i tasselli al loro posto erano detective falliti. Chissà,
forse, se l'adorabile, piccolo Conan-kun le avesse chiesto una spiegazione con
l'adeguata dose di dolcezza, Ran lo avrebbe accontentato.
Per ora, rifletté amaramente
Conan mentre si toglieva gli occhiali per asciugarli, risolvere quel puzzle era
l'unica, minuscola consolazione che poteva avere da tutta quella storia.
*
"Te l'avevo detto che ti eri
beccato il raffreddore, Shinichi." Non poté fare a meno di rimbeccarlo Ran non
appena lo vide, gli occhi gonfi e lucidi, il naso e le guance arrossate,
bivaccato sul letto con un libro aperto che non ebbe difficoltà a riconoscere
come Il Segno dei Quattro, l'avventura di Sherlock Holmes preferita dal
suo amico d'infanzia.
"Umpf", fu la risposta
traboccante di retorica che ricevette. Apprezzò comunque che lui non le facesse
notare chi era stato a trasmettergli l'influenza, un tocco di galanteria che non
si sarebbe aspettata da Shinichi.
Decise di chiamare suo padre e
dirgli che sarebbe rimasta lì, almeno per preparare la cena. Kogoro Mouri fu
tutt'altro che entusiasta alla notizia, ma alla fine si arrese, non prima però
di essersi fatto passare Shinichi e di avergli borbottato quelle che erano di
sicuro minacce alla sua incolumità se le avesse fatto qualcosa.
"Che cos'hai, Ran?" Le chiese
il suo amico d'infanzia mentre lei si sedeva sul bordo del letto, un vassoio fra
le mani con una scodella di zuppa di miso fumante e una bottiglia di acqua
minerale.
"Che vuoi dire?".
Shinichi la guardava con le
palpebre leggermente socchiuse; attraverso le ciglia, i suoi occhi blu
brillavano sotto la frangetta bruna arruffata. La sua febbre doveva essere
peggiorata durante le ultime due ore che lei aveva passato lì.
"Lo sai. Sei taciturna e
assorta. E' successo qualcosa a scuola?"
Come no... un ragazzo
stupendo mi ha chiesto di uscire con lui, mi voleva baciare e per tutto il tempo
io non ho fatto che pensare a te. E non so perché.
O forse lo so... ma è
così...
"Niente. Davvero." Ma i suoi
pensieri l'avevano fatta arrossire e aveva abbassato gli occhi; e malato o no,
Shinichi non era certo stupido.
"Lo sai che puoi dirmi tutto,
Ran." Insisté lui, ora visibilmente preoccupato.
"Posso chiederti una cosa,
Shinichi?
"Che cosa faresti se ti
accorgessi all'improvviso di poter cambiare la tua vita, tutto quello che è
stata finora? Immagina di non poter prevedere se facendolo rovineresti ciò che
hai sempre avuto e che per te è sempre stato bellissimo. Correresti il rischio
di perdere qualcosa che per te è veramente importante?".
Okay, forse era stata un po'
una carognata fare una domanda del genere a uno con la febbre alta. Shinichi
aveva la fronte corrugata nello sforzo di concentrazione. Alla fine, si rilassò
e la guardò con quegli occhi incredibilmente blu e, solo ora questo la colpiva,
incredibilmente belli.
"Se consideri la possibilità di
cambiare, immagino che il cambiamento abbia dei lati positivi, altrimenti lo
accantoneresti a priori, giusto?"
Ran rifletté e dovette suo
malgrado annuire.
"Allora probabilmente sì, Ran.
Correrei il rischio."
Lei sorrise con una punta
d'impertinenza. "Certo, perché tu sei il grande Shinichi Kudo, che non ha paura
di niente."
Shinichi scosse la testa,
rispondendo al suo sorriso con uno più genuino.
"No. In realtà lo farei perché,
per quanto poi la scelta possa rivelarsi sbagliata, non comprometterebbe
tutto ciò che ho sempre avuto. Perché ci sono cose che restano sempre, non
importa cosa accada. E nel mio caso, quella cosa sei tu, Ran. La costante della
mia vita." Ran arrossì, e lui abbassò gli occhi, con un sospiro. "O almeno lo
spero."
Questo era Shinichi. Riusciva a
stupirla e a fugare tutti i suoi dubbi in un istante. Forse era stata
l'influenza a farlo parlare con tanta dolce franchezza, ma Ran sapeva che
intendeva ogni parola che aveva detto. E all'improvviso, capì una cosa che forse
il ragazzo davanti a lei aveva sempre saputo.
Che loro sarebbero rimasti Ran
e Shinichi qualunque cosa fosse accaduta, non c'era nient'altro da dire.
E che la domanda che non aveva
avuto il coraggio di formulare, a cui non aveva mai dato voce in tutti quegli
anni, forse inconsciamente consapevole che l'avrebbe turbata, la domanda: Mi
sono innamorata di Shinichi?, non faceva più così paura.
"Grazie". Sorrise riconoscente
al suo amico d'infanzia, che per tutta risposta si soffiò il naso rumorosamente.
"Ora fammi mangiare, che la mia
zuppa si raffredda." Borbottò, afferrando il cucchiaio.
Un'ora più tardi lui era
beatamente addormentato e russava. Ran decise che era il momento di tornare a
casa, prima che si facesse tardi e suo padre irrompesse a casa Kudo con intenti
omicidi. Accarezzò con lo sguardo il suo profilo scostandogli una ciocca di
capelli bruni dalla fronte con le dita.
"Buonanotte, Shinichi."
Bisbigliò.
Ora credo di aver capito
qual è la risposta a quella domanda.
E tutto ciò che sentì nel
cuore, fu emozione. Dopotutto, qualsiasi cosa avesse pensato lui al riguardo,
non avrebbe potuto cambiare ciò che avevano costruito insieme in tutta la loro
vita; quel rapporto così speciale da non poter essere spiegato a nessuno,
nemmeno alla sua migliore amica, nemmeno a sua madre.
Un sorriso le affiorò alle
labbra mentre attraversava il cancello e pensava a quanto era felice che Okai le
si fosse dichiarato, quel giorno. A renderla felice era soprattutto l'aver
rifiutato sia lui che il suo bacio.
*
"Ran-neechan?".
Conan era entrato nella sua
stanza dopo aver bussato. Ran gli sorrise, distogliendo gli occhi dalle odiose
equazioni di algebra. Era sempre contenta di vedere il suo 'fratellino', ma al
momento lo era ancora di più, dato che le permetteva di fare una pausa dalla
materia che odiava di più in assoluto.
"Volevo chiederti scusa per
aver alzato la voce con te, per quella storia del bacio." Il bambino aveva la
testa china e lei non poteva vedere gli occhi, nascosti dal riflesso della luce
sugli occhiali. Comunque, sembrava davvero dispiaciuto.
"Non fa niente, Conan-kun.
Tutto dimenticato." Disse, arruffandogli affettuosamente i capelli con la mano.
"Ma in cambio del mio perdono, puoi dirmi perché ti sei accalorato tanto?".
Insomma, se davvero il piccolo si era preso una cotta per lei, era meglio
affrontare la questione subito. Conan arrossì, ma ancora non alzava gli occhi
per guardarla.
"Io.. è solo che...ero
sorpreso, tutto qui." Si giustificò. "E volevo chiederti, Ran-neechan... non è
che potresti raccontarmi come sono andate le cose?"
"Perché ci tieni tanto a
saperlo?"
"Beh, c'è questa ragazzina che
mi piace a scuola... te ne avevo già parlato, no? E...ehm... non so come vanno
queste cose di solito... e magari, se mi racconti la tua storia..."
Accidenti se erano precoci i
bambini, ultimamente. Ma avrebbe dovuto aspettarselo da Conan. Insomma, lui
sembrava un adulto in molti suoi atteggiamenti, non era mai infantile, se non in
casi particolari che erano l'eccezione, più che la regola. Perciò immaginava che
fosse naturale che si dimostrasse precoce anche in altre questioni.
E poi nel suo racconto non
c'era niente di scabroso. Avrebbe detto tutto già ad Ayumi il giorno prima se
Conan non avesse avuto quell'attacco di rabbia. Sospirò.
"Okay, Conan-kun. Ma devi
promettermi che non dirai nulla a Shinichi. Promesso?".
Gli porse il mignolo, e per un
attimo, quando lui la guardò, vide uno strano lampo nel blu dei suoi occhi
-Dolore? Tristezza?- ma fu solo un istante, così fugace che fu portata a credere
di averlo immaginato. Conan fece un sorriso largo e solare, stringendo il
mignolo al suo.
"Promesso, Ran-neechan!"
"Solennemente?"
"Croce sul cuore." Disse lui,
facendosi il segno di una X sul petto.
"Okay, mi fido di te." Ran
sorrise nostalgica, perdendosi nei ricordi. "Quando è accaduto, avevo cinque
anni più di te."
"Come?" Conan fece tanto
d'occhi. "Vuoi dire dodici anni?"
"Sì, esatto. Eravamo in vacanza
al mare, io, Sonoko e Shinichi. Io e Sonoko stavamo giocando a chi nuotava più
veloce, e c'era una penitenza per la perdente. Le due volte che ha perso lei,
io l'ho costretta a fare cento saltelli e a stare in verticale per cinque minuti
sulla sabbia, cose innocenti, insomma, ma quando ho perso io..." arricciò le
labbra infastidita al ricordo, "...quella peste mi ha sfidato a dare un bacio
sulle labbra a Shinichi, che si era appisolato vicino all'ombrellone."
"E-E tu l'hai fatto?". Conan
era stranamente paonazzo. Addirittura più rosso di lei.
"Beh, dovevo. Erano le
regole, e Sonoko aveva fatto le sue penitenze."
"Ah."
Ran ricordava quanto era stata
imbarazzata, quanto aveva pregato che Shinichi non si svegliasse nel momento
clou per chiederle che cavolo stesse combinando, o che sua madre, che li aveva
portati al mare, decidesse proprio in quel momento di alzare gli occhi dal suo
libro per vedere che cosa stavano combinando i pargoli.
Fortunatamente, le sue
preghiere erano state esaudite. Nessuno a parte quella streghetta di Sonoko si
era accorta di nulla, e in seguito l'avrebbe minacciata di chiudere la loro
amicizia per sempre se avesse spifferato qualcosa a chiunque. Inoltre, non era
stata poi così terribile, come penitenza: le labbra di Shinichi erano
lisce e calde di sole. Quando lei vi aveva posato le sue, aveva avvertito un
leggero sapore salato, ma non sgradevole. Ovviamente era stato un bacio
innocente, un mero sfiorarsi di labbra, ma era stato bello, davvero bello. Ran
ne conservava il ricordo con dolcezza.
E se Shinichi fosse venuto a
saperlo in qualche modo non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo in
faccia. Questo era sicuro.
"La cosa più buffa di tutte è
che Sonoko mi ha chiamato ieri per chiedermi della faccenda del bacio.
All'inizio ho creduto che si fosse dimenticata di quella giornata al mare, ma
poi ho capito: deve aver pensato che io abbia dato un altro... ehm... tipo di
bacio a qualcuno senza dirglielo." Ran rise. "Solo a lei poteva venire in mente
una cosa del genere. Vero, Conan?"
"He he he", rispose il piccolo.
"Già".
"Comunque, mi sono presa una
piccola rivincita e ho continuato a farglielo credere. Almeno per un po', poi le
dirò la verità. Se può essere pestifera lei, posso esserlo anch'io, no?
"Qualcosa non va, Conan-kun?".
Il piccolo sembrava decisamente più felice di quando era entrato nella stanza
pochi minuti prima. Gli angoli della sua bocca continuavano a guizzare, come se
volessero stirarsi in un sorriso e lui non glielo permettesse.
"Oh no, tutto okay, Ran-neechan.
Grazie della bella storia. Io vado di là. Ci vediamo a cena!". E uscì quasi
saltellando, come se gli avessero appena detto che Natale era arrivato con mesi
e mesi di anticipo. Ran era un po' perplessa, ma alla fine scrollò le spalle. Se
Conan era contento, lei era contenta. Tanto bastava.
Shinichi era davvero al settimo
cielo, eppure non poteva evitare di darsi dello stupido. Come detective, in quel
frangente, si era dimostrato davvero superficiale.
Perché aveva pensato che Ran
avrebbe parlato ad Ayumi, una bambina di sette anni, di un bacio
da adulti? Era ovvio che, dato il contesto, Ran non avesse pensato a un bacio
con la lingua ma ad un innocente bacio sulle labbra o sulle guance, nel
rispondere alla domanda della piccola.
Eh sì, avrebbe dovuto tenere
conto di tutti i fattori. Che imbecille era stato.
Ma, per la prima volta, essersi
dimostrato poco valido come detective non lo infastidiva. E, anche se si
trattava di un bacetto fra ragazzini, era contento che Ran lo avesse dato
proprio a lui e a nessun altro.
Cavolo, però! Ma perché
stavo dormendo!? Accidenti!
Anche se, rifletté, poteva
sempre fare una gara a penitenze con Ran e Sonoko non appena avesse riacquistato
il suo corpo di diciassettenne. Chissà che Sonoko non avesse altre idee
brillanti.
Con questo pensiero, e senza
più quel peso opprimente sul cuore che lo aveva accompagnato negli ultimi due
giorni, Conan trotterellò in direzione della cucina per farsi un sandwich.
Improvvisamente, la giornata
sembrava luminosa e fantastica.
The End
Omake (regalo)
"Allora, vediamo un po'..."
Sonoko si prese il mento fra le dita e corrugò la fronte, pensierosa.
Shinichi la osservava con
un'espressione calma e lievemente infastidita, ma dentro di sé, sogghignava.
Certo, aveva dovuto sacrificare il suo orgoglio per perdere di proposito quella
sfida a nuoto, ma se le cose fossero andate come immaginava, ne sarebbe valsa la
pena.
Scoccò un'occhiata in tralice a
Ran, stupenda nel suo bikini blu fiorato, i capelli lunghi fradici le si
appiccicavano al collo e alle spalle, le guance e il naso erano arrossati dal
sole e le labbra leggermente dischiuse, umide d'acqua di mare.
Eh sì, ne sarebbe valsa
decisamente la pena, pensò arrossendo.
"Ho trovato!" Esclamò Sonoko
battendosi il pungo sul palmo della mano. Fece un sorriso perfido, guardando
prima Shinichi, poi Ran, poi di nuovo Shinichi. "Dovrai..."
Ci siamo... pensò
raggiante il Detective dell'Est.
"...fare il bagno nudo."
"...EH!?"
FINE
Note dell'Autrice: so che merito il
plotone d'esecuzione visto tutto il tempo che vi ho fatto aspettare, vi chiedo
scusa, davvero. Metterci così tanto ad aggiornare è veramente uno scandalo,
spero che almeno il finale di questa storia vi piaccia. Me lo auguro con tutto
il cuore, perché farvi aspettare così tanto per poi darvi un bidone sarebbe
davvero pessimo, da parte mia. E visto che l'attesa è stata lunga, ho aggiunto
anche un piccolo regalo alla fine (da leggere rigorosamente dopo la storia, se
no vi anticipa delle cose), sperando che sia di vostro gradimento e che vi
faccia perdonare almeno in parte l'imperdonabile ritardo.
Ovviamente ringrazio tutti i
lettori, che hanno aspettato pazientemente che il capitolo uscisse, tutti i
recensori e chi ha messo la storia fra i preferiti. Siete adorabili, fantastici,
impagabili (insomma, tutto il contrario di me. ^^") e soprattutto divini. A proposito, vi ricordate
quella storia dell'errare è umano e perdonare divino? Appunto. ^^
totta1412: eh sì, sono proprio io. Grazie infinite dei complimenti,
sono contenta che La Promessa di Shinichi ti sia piaciuta così tanto, è
una storia a cui sono molto affezionata, dato che è stata la mia prima fanfic in
assoluto. La tua recensione è stata davvero lusinghiera, grazie di cuore. Se tu
sei felice di dirmi tutte quelle cose, io sono ancora più felice di sentirle,
credimi! Sei carinissima. Spero che apprezzerai anche il finale di questa
storia, mi piacerebbe sentire le tue impressioni. Un bacio!
akane_val: scusami se ti costringo ogni volta a rileggere i capitoli
passati perché aggiorno in tempi che si misurano in ere, sul serio, sorry.^^" La
situazione in cui era rimasto Conan mette i brividi anche a lui, credimi. Per
quanto riguarda le tue previsioni, non ti resta che leggere per scoprire se
avevi ragione. E se l'hai già fatto, fammi sapere che cosa ne pensi di come si è
sviluppata e conclusa la vicenda, okay? Mi farebbe piacere. Nel frattempo ti
ringrazio per la recensione e le lodi. Un bacio!
Dany92: purtroppo ti ho fatto aspettare anche stavolta, mi dispiace.
Spero che ne sia valsa la pena, almeno.^^" Grazie per i complimenti sullo scorso
capitolo, sei stata davvero gentile. Conan geloso è sempre uno spasso, è vero;
mi diverto anch'io a descriverlo così. Per quanto riguarda le tue previsioni,
leggi e dimmi cosa ne pensi della mia versione dei fatti.^^ Baci!
feferica: GRAZIE! Le tue recensioni mi fanno sempre molto piacere. Eh
sì, avevo lasciato Ran e Conan in due situazioni piuttosto scomode lo scorso
capitolo, spero che ti sia piaciuto il modo in cui le ho fatte sviluppare.
Chiedo scusa anche a te per la gigantesca attesa, mi auguro che questo capitolo
conclusivo sia di tuo gusto come i precedenti. E ancora grazie per i
complimenti. Un bacio.
_Diane_: ciao! Sono felice che lo scorso capitolo non ti abbia
delusa, mi auguro che anche questo nuovo non sia da meno. Il tono della prima
parte è un po' meno ironico, come hai potuto vedere, ma torna leggero a poco a
poco. Spero solo di non aver esagerato col romance, ma dato l'argomento non ne
ho potuto fare a meno.^^" Grazie comunque di tutte le tue osservazioni e le
lodi. Lo sai, sono completamente d'accordo con te riguardo al fatto che il bello
dello scrivere sia proprio non avere idea di come si svilupperà la propria
storia. In un certo senso, si scopre il finale insieme agli stessi lettori.
Anche se quando inizio ho una vaga idea di come devono andare le cose, lo
sviluppo e il finale escono fuori sempre diversi da come me li immaginavo.
Questa storia non fa eccezione. Ed è davvero la parte più divertente di tutta la
faccenda. XD. Baci, a risentirci!
Ginny85: ciao carissima!^^ Che bello risentirti ogni volta! Non
potrei mai rimproverarti per il ritardo nelle recensioni, uno perché avrei
davvero una bella faccia tosta a farlo, dati i miei tempi di aggiornamento, due
perché adoro le tue recensioni. Grazie infinite di dedicare un po' del tuo tempo
a commentare le mie creazioni. Come ti sono sembrate le scene Shinichi/Ran di
questo capitolo? Spero che non risultino troppo smielate, io ho fatto del mio
meglio per mantenere un certo equilibrio (anche se ho usato la scusa della
febbre per rendere il caro Shin-chan un po' più emotivo del solito^^). Scrivere
di Ai è sempre divertente, in rapporto a Conan. Come lo tratta lei non lo tratta
nessuno. Se hai già letto il capitolo capirai cosa intendo. Per quanto riguarda
la tua ficcy, io continuo ad aspettarla, tu fai pure con calma, se sei
impegnata. Appena comparirà sugli schermi di EFP ti assicuro che io sarò lì a
leggere. Baci baci!
Ayumi
Yoshida: ciao! Capita anche a me di perdere storie che sto seguendo,
soprattutto in fandom sovraffollati (tipo Harry Potter). Perciò ti credo e, se
sei un'imbranata, lo sono anch'io, a questo punto. XD Ti ringrazio di cuore per
questo commento così dettagliato e per le lodi che mi fai, sei veramente
adorabile. Mi fa piacere che la mia storia sia stata la prima su Detective
Conan che tu abbia mai letto e che ti sia piaciuta così tanto. Anch'io adoro
la coppia Shinichi/Ran e Conan geloso è davvero divertente. Mi auguro davvero di
non deluderti con questo aggiornamento e che i personaggi continuino a risultare
IC. Io ce la metto tutta in tal senso. Quanto all'alternanza presente/falshback,
c'è anche in questo capitolo, spero di non aver creato confusione e che il tutto
sia scorrevole; stavolta però ti ho risparmiato il To be continued e l'ho
sostituito con un bel The End.^^ Grazie di cuore anche per la tua
pazienza nell'aspettare l'aggiornamento, perché con me di pazienza ce ne vuole
davvero un mucchio (una catasta). Sono lusingata che tu abbia messo la storia
fra i preferiti, thanks. A risentirci! Un bacio.
Rinalamisteriosa: ciao! Ti ringrazio di aver recensito tutte le mie
storie su Detective Conan, sei stata adorabile. Io sono un disastro, come
ormai tu avrai capito, ma ora che sono in vacanza cercherò di tener fede a tutti
i miei impegni (aggiornare questa fanfic era uno di questi). Sono contenta che
la trama ti abbia appassionato, fammi sapere cosa ne pensi di questo finale,
okay? E grazie ancora per essere così paziente con me, che me lo merito ben
poco. Davvero, sei incredibile. A risentirci carissima, un bacio!
Roe:
grazie del tuo commento, sono stata contenta di riceverlo, e che tu abbia
trovato Conan/Shinichi in linea con il personaggio originale di Gosho. Aspetterò
le tue impressioni su questo nuovo capitolo. Un abbraccio, e grazie ancora delle
lodi.
Qualche nota conclusiva:
- La metafora del puzzle l'ho
scritta di getto, ma poi mi sono accorta che è praticamente quello che dice Near
nell'episodio 27 di Death Note (che ho rivisto da poco). Quindi do a lui
tutti i diritti. E chissà, magari Conan legge Death Note, per questo gli
è venuto in mente quel pensiero. xD
- In Detective Conan Ran
si accorge di aver cominciato a vedere Shinichi con occhi diversi dopo che lui
ha salvato la vita a lei e a un assassino a New York; però fino al volume 35 Ran
non ricorda affatto ciò che è successo a NY, eppure sa di essere innamorata di
Shinichi fin dal primo volume. Così ho pensato che potrebbe essersene ri-resa
conto poco tempo dopo che erano tornati a Tokyo, e in questa fic ho immaginato
come potevano essere andate le cose.
Con questo, ho concluso.
Ancora grazie per la vostra
pazienza.
A risentirci,
Melany
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