Note: il seguente scritto contiene
impliciti riferimenti shonen-ai.
Esso è ambientato
agli inizi della saga.
Se dovessi
spiegare perché sono finita qui, direi che è per colpa di un’opera di
coercizione voluta da una Gatta (a cui non so dire no), dal Destino (sì, quello
che ci ripete ogni 3x2 che Merlino e Artù devono
stare insieme, perché bla bla
bla) e dallo Slash Dragon (così, mi è stato detto, lo
chiamano le fans).
Ho visto giusto un paio di puntate della prima serie e la
cosa buffa è che il telefilm non mi piace neppure tanto.
Però il mio animo slash si è
acceso come le luminarie a Natale, perciò non gli si dice mai di no (neppure a
lui, che – se si offende – è la fine per me U_U).
Finora ho letto solo tre fan fiction (sempre della suddetta
Gatta), ma prometto che – al più presto – darò un’occhiata nel fandom; sono curiosa di vedere come viene gestito questo pair, da chi è più esperto di me.
Ogni parere o consiglio sarà molto
gradito. ^^
Doveri da scudiero
Alla mia gatta,
perché ha un debole
per quel coso dalle orecchie grandi.
Merlino percorse i gradini in salita a due a due, ma poi si
fermò sul pianerottolo, a cercare fiato e voglia di entrare.
L’avevano mandato a chiamare in fretta e furia, perché
soddisfacesse uno dei nuovi capricci
del suo principe. Ma non erano appena
finite le giostre? E quell’asino... non poteva restarsene quieto almeno un po’?
Scosse la testa un paio di volte e, sbuffando rassegnato,
bussò contro lo stipite.
Non attese il permesso e varcò la soglia.
Artù se ne stava gloriosamente
ignudo nel centro della stanza, con aria truce.
“Alla buon’ora!” lo rimproverò.
Merlino deglutì a vuoto.
“Vuoi che resti tutta la serata ad aspettarti?!” reiterò il principe, torvamente. “Fai il tuo dovere!”
“Ma… i-io…” balbettò.
“L’acqua, idiota!”
Solo in quel mentre il giovane mago s’accorse della tinozza
che spuntava da dietro uno dei pesanti tendaggi.
Vi erano alcuni secchi a terra, lì di fianco, e un calderone
che si stemperava sul focolare acceso.
“Devo fare le abluzioni prima del Vespro, possibilmente di
oggi.” Ironizzò il biondo, entrando nella rudimentale vasca. “Ti vuoi muovere,
di grazia?”
“E io che c’entro?” Merlino si guardò intorno, disorientato.
“Non dovrebbe essere compito dello scudiero aiutarvi nel bagno?”
Il principe sorrise con compatimento. “E tu… chi credi di
essere?”
Ci mancava solo
questa! Aiutare un asino reale a lavarsi!
Prese il primo secchio a caso, e quasi inciampò quando fu
bruscamente fatto arretrare.
“Tu vuoi gettare la malasorte su di me!” lo accusò il
principe, sdegnato.
Per un istante, Merlino pensò di aver usato inavvertitamente
la magia e che l’altro se ne fosse accorto.
Poi capì che invece aveva preso il recipiente sbagliato.
“Prima quella bollente!” ingiunse l’erede al trono,
spazientito. “E’ mai possibile che tu non sappia niente? Ho persino dovuto controllarne la temperatura da solo!”
Il mago si fece salire alle labbra una serie di riposte
assai poco rispettose, ma le ingoiò e
gli rimase un sapore acre in bocca.
Si diresse verso il focolare con un contenitore vuoto e
travasò un po’ d’acqua in un catino, bagnandosi le dita.
Calda era calda, sì. Ma non certo bollente come sosteneva quel presuntuoso.
“Milord, non vorrei che quest’acqua eccessivamente calda scottasse il vostro reale augello!” lo canzonò, con finta deferenza.
“Versa, screanzato! Alla mia
virilità ci penso io! Un giorno di questi, farò tagliare
quella tua lingua impudente!” s’adirò, colorandosi di sdegno e imbarazzo.
Merlino eseguì senza batter ciglio e, girandogli la schiena
per prendere l’acqua fredda, sghignazzò di gusto.
Prese di proposito quella più gelata tra i recipienti
disponibili e gliela rovesciò addosso senza tante cerimonie, facendolo
sobbalzare impreparato.
Egli masticò un mezzo improperio al suo indirizzo.
“Strofinami il dorso!” gli ingiunse, ringhiando quasi.
Che s’arrangiasse,
quell’idiota!, brontolò mentalmente il servo. Ma andò a raccattare un panno
pulito e s’apprestò a compiere il suo dovere. Tuttavia vide un brutto livido che
copriva mezza spalla destra.
“Vi siete ferito durante lo scontro con Sir Greindwall!”
“No, è vecchia di tre giorni.” Tagliò corto l’altro.
Solo in quel mentre, il giovane mago s’accorse della miriade
di piccole cicatrici che solcavano la pelle del principe. Ferite e sfregi,
collezione di anni e anni di esercizio nell’arte della
guerra.
Era quello il prezzo
che un Cavaliere doveva pagare?
“Ti sei imbambolato?”
Merlino si riscosse dalle proprie riflessioni. Fece passare
la pezza saponata sulle scapole, frizionando la cute senza premere troppo sulla
parte lesa.
“Ah!” lo sentì gemere.
“Vi ho forse fatto male?” chiese, stupito, allungandosi
verso il viso dell’altro in cerca di risposta.
Ma il principe distolse lo sguardo, fissando con ostentato
interesse un arazzo polveroso.
“Edward, il mio precedente valletto, non passava mai lo
straccio con così scarsa energia.” Borbottò, in tono burbero. “Sembrano quasi le
mani di una donna.”
Il mago roteò gli occhi, esasperato. “Ho avuto riguardo
della vostra ferita! Preferite che io impieghi più forza?”
Il silenzio aleggiò qualche istante fra loro.
“…No.”
- Fine -
Disclaimer: I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Note: Ed ecco la
mia prima fic su Merlin. *__*
E’ poco più di una flash-fic, ma
spero sia decente, anche se devo ancora appropriarmi dei caratteri dei
personaggi e studiarli un po’ di più.
La cosa preoccupante è che – con sole due puntate all’attivo
– ho scritto già 4 storie (che posterò tra qualche giorno). Temo che, di questo
passo, con 13 puntate mi uscirà un’antologia! XD
…Lo so, alla fine amerò questo fandom.
U_U
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