L'allegria si impossessò del mio corpo. E la conseguenza fu quella di non ascoltare la mia mente. Passai una settimana con il sorriso sulle labbra.
Eppure sapevo, sapevo che lui non si sarebbe mai fermato nella mia città.
Ma continuavo imperterrita ad accusare me stessa per il pessimismo che incombeva nel mio corpo.
Perché abitualmente noi ragazze ci illudiamo fino infondo. Non ci importa di soffrire. Stiamo male solamente quando ci rendiamo conto che provare dolore è divenuto ormai indispensabile.
Fino all'ultimo istante, infatti, la gioia opprime il dolore. E noi vogliamo che sia così. Abbiamo paura di cadere in quel baratro profondo che, tuttavia, prima o poi ci ingoia.
Perché noi facciamo solamente finta di essere forti.
Perché noi non vogliamo dimenticare.
Perché siamo sadiche con l'amore.
Perché una volta che siamo convinte del sentimento che proviamo, non vogliamo cancellarlo più. E' un tiepore caldo che ci avvinghia, che ci consuma, che ci fa star male. E siamo in grado di piangere, piangere rinchiuse in noi stesse.
Magari passando il nostro periodo nero davanti ad un camino con in mano un cucchiaio e una vaschetta di gelato.
O, almeno, questo è quello che feci io.
Come avrete constatato Marco non venne nella mia città e da quel giorno la monotonia si abbatté nella mia vita. Perfino il cielo rispecchiava il mio stato d'animo. La pioggia cadeva costantemente. Tic, tic, tic.. Sempre lo stesso battito. Tic, tic, tic..
E so che mi starete giudicando come una ragazza melodrammatica. In effetti, scrivendo questa storia, mi sto accorgendo di come il buio si impossessò di me, di come la stupidità prese il sopravvento, di come il tempo passò facendomi perdere tante cose. Perché il tempo passa ed io non me ne ero accorta. Perché avevo chiuso gli occhi non accorgendomi di ciò che mi stava circondando. Alcune volte entravo in una specie di trance. Qui i miei pensieri si impossessavano del mio corpo.
Un automa.
Si, divenni un automa. E sapete una cosa? Tutto questo fu sbagliato. Tutto questo fu un errore tremendo.
Sbagliamo a chiuderci in noi stesse, a non guardare avanti. Perché lì fuori c'è un mondo. Lì fuori ci sono occasioni che possono sfuggire da un momento all'altro. Il mondo non aspetta.