Doremì- 30 luglio
Prima di
tutto…
Hatori: sono proprio
felice che il compleanno di Momoko ti sia piaciuto, anche
perché l’ho scritto piuttosto in fretta e non mi
sembrava che l’idea fosse granché…
invece a quanto pare è piaciuto. E sono contenta anche di
aver azzeccato i frutti!
BabyDany94: beh, per
questo avete dovuto aspettare un po’… ma eccolo
qui! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto (e anche che
ti abbia fatto venire l’acquolina in bocca)!
kikkyxx14: felice di
aver azzeccato i frutti, e soprattutto che ti sia piaciuta!
ale03: tranquilla,
puoi leggere quando vuoi! Anche se il giorno giusto sarebbe
più adatto… Comunque in giapponese
“pesca” si dice “momo”, mentre
il “ko” è un tipico suffisso per nomi
femminili, che letteralmente significa “bambina”.
Dedicato a tutti coloro
che sono nati sotto il segno del Leone in un giorno di piena estate,
specialmente ad A.T., che fa anche lei un quinto di secolo
Ogni volta che cercava di riportare alla mente il giorno del suo
compleanno, la prima sensazione che ricordava era sempre la stessa.
Svegliarsi nel proprio letto in un bagno di sudore, con i capelli
completamente zuppi anche se li aveva lavati la sera prima, e
l’aria immobile. La finestra aperta era completamente
inutile, se fuori non c’era nemmeno un filo d’aria.
Nascere nel bel mezzo dell’estate comportava tutto questo,
anche se Doremì non se n’era mai lamentata.
Principalmente perché sapeva che, malgrado il caldo torrido,
sua madre quella sera le avrebbe cucinato una bella bistecca succulenta.
Si alzò e si vestì, come una brava bambina di
ormai sette anni dovrebbe fare. I capelli, invece, le davano ancora un
po’ di problemi, e doveva sempre essere la mamma a
pettinarglieli. Comunque presto avrebbe imparato a pensarci da sola.
Si prospettava una giornata magnifica: probabilmente avrebbero fatto
una gita presso qualche fiume con papà, che avrebbe provato
a farla pescare, mentre la mamma si occupava di Bibì.
Ma quando arrivò in cucina, si rese conto che un elemento
fondamentale del suo compleanno stava già andando storto.
Pioveva.
E non si trattava di un temporale passeggero: era quella pioggia estiva
dolce e fragrante, capace di durare un’intera giornata.
Infatti lesse sul viso dei suoi genitori un certo dispiacere, quando le
dissero che la gita al fiume era stata annullata.
- Ma non devi preoccuparti, Doremì – le disse suo
padre – Festeggeremo degnamente anche a casa: ho giusto un
bel po’ di palloncini da gonfiare… -.
Sembrava potesse andare bene comunque. E invece no.
Perché nel pomeriggio, con la pioggia che cadeva
scrosciante, a sua sorella venne la febbre alta. Troppo alta per una
bambina di nemmeno due anni.
- Devono essere questi sbalzi di temperatura –
mormorò sua madre, preoccupata – La porto in
ospedale, spero che riescano ad abbassargliela in fretta -.
Suo padre annuì, mentre avvolgevano Bibì in una
coperta leggera e la infilavano in macchina.
Ora, non è che a Doremì quella specie di
nanerottola stesse proprio simpatica: da quando aveva imparato a
camminare, la seguiva ovunque- perfino in bagno- e non perdeva
occasione per sbavarle addosso. Però vederla così
arrossata, mentre respirava a fatica, la preoccupò non poco.
- Ehi, tranquilla – fece suo padre, appoggiandole una mano
sulla testa – Non devi preoccuparti, saranno di ritorno prima
di quanto pensiamo -.
Doremì annuì, anche se la sua aria mogia non
passò. Niente, in quella giornata, stava andando per il
verso giusto. Era davvero la bambina più sfortunata del
mondo.
Suo padre se ne accorse, e andò ad aprire un cassetto
lì vicino. Ne tirò fuori un pacchetto con un bel
fiocco rosa, e glielo porse.
- Questo è il tuo regalo – disse –
Sarebbe stato bello aprirlo con la mamma e Bibì, ma vista la
giornata forse potremmo guardarlo insieme -.
La bambina aprì in fretta il regalo, curiosa. Vide che era
una videocassetta, ma quando notò il disegno sulla custodia
rimase senza fiato.
- Allora? – chiese suo padre – Sai leggere il
titolo? -.
Doremì annuì, scandendo piano le parole:
- “Majo no takkyuubin” (*)-.
- Sono sicuro che ti piacerà. Adori le streghe, non
è vero? -.
Mentre il padre infilava la cassetta nel videoregistratore, la bambina
studiò attentamente l’immagine sulla custodia,
bevendone ogni singolo particolare.
Una ragazzina a cavallo di una scopa, sullo sfondo il mare e i gabbiani
e tra le braccia un gattino nero.
Quando suo padre pigiò il tasto “Play”,
Doremì dimenticò tutto il resto.
Entrò in quel mondo magico e così reale,
chiedendosi se anche lei a tredici anni avrebbe scoperto di essere una
strega. Se davvero indossassero una semplice veste nera, e non avessero
alcun bisogno di una bacchetta magica.
Però volare sulla scopa non sembrava affatto semplice e si
chiese se, data la sua goffaggine, ci sarebbe riuscita. Magari arrivata
a tredici anni sarebbe stata più agile. Forse.
Anche a lei avrebbero dato un gatto nero parlante come accompagnatore?
Ma magari c’erano anche altri animali… forse anche
gatti bianchi o raganelle…
Lei credeva profondamente alla magia, anche se l’unica a cui
l’aveva confidato era la sua migliore amica, Hazuki. Lei non
si era espressa al riguardo: le bastava che non esistessero spiriti o
fantasmi, le streghe le erano indifferenti.
Quando il film finì, il telefono prese a squillare.
- Pronto? Oh, certo cara! Davvero? Bene, sono sollevato. Sì,
sì, ci penso io -.
Il padre mise giù il ricevitore e le rivolse un gran sorriso.
- Bibì sta bene e fra un po’ lei e la mamma
torneranno a casa. Cosa ne dici se intanto cominciamo a cuocere le
bistecche? -.
E c’era da chiederlo? Doremì fece un salto
giù dal divano, prontissima ad aiutare.
Ma prima tolse la cassetta dal videoregistratore, la mise
premurosamente nella custodia e la portò in camera sua.
Non accese la luce, e per questo finì per inciampare e
cadere immancabilmente a terra.
- Doremì, tutto bene? – fece la voce di suo padre
dalla tromba delle scale.
- Sì, non mi sono fatta niente! -.
Ma la bambina non si rialzò subito dalla sua postazione sul
pavimento. Era ancora immersa nel film.
Le streghe. Le streghe. Lei era certa che esistessero, e un giorno ne
avrebbe trovata una. Forse sarebbe addirittura diventata una di loro.
- Allora, Doremì, preferisci il sushi? – la
chiamò la voce di suo padre.
- Certo che no! Arrivo subito! – esclamò lei,
precipitandosi giù dalle scale con tanta foga che
rischiò di cadere.
Un inconfondibile profumino di bistecca stava già
cominciando a diffondersi per la casa.
(*) “Majo no
takkyuubin”: è il titolo giapponese
di “Kiki’s Delivery Service”, film di
Hayao Miyazaki.
Ed eccoci giunti alla
fine.
Questo è
l’ultimo compleanno della raccolta, l’ultimo della
serie iniziata a settembre. Se avete visto “Kiki’s
delivery service” (Kiki- consegne a domicilio”),
sicuramente l’avete capito di più.
Comunque il film narra
le vicende di Kiki, una giovane strega di tredici anni, che deve
imparare a cavarsela da sola, e parte da casa con la sua scopa e il suo
gatto Jiji.
Ve ne consiglio la
visione, perché è splendido (come tutti i film di
Miyazaki, del resto)!
Ringrazio tutti coloro
che hanno commentato e messo la storia fra i Preferiti o semplicemente
nei Seguiti. Anche coloro che hanno semplicemente letto, cercando
magari il capitolo dedicato al loro personaggio preferito: mi farebbe
piacere che me lo dicessero in questo che è
l’ultimo, tanto per salutarci. Comunque fate quello che
volete.
Grazie quindi a ale03,
Tsukino_chan_91, AikoSenoo, Sadako87, kikkyxx14, Alissyachan,
BabyDany94, Hatori.
Alla prossima!
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