In
poco più di sette anni il mondo è stato
completamente sconvolto: due imperatori e due re morti, una Grande
Guerra tra Regni, due guerre civili, una serie di piccole guerre tra
regni confinanti, infine, il ritorno di creature soltanto nominate nei
miti. I ponti, unico collegamento tra l’isola di Dwr e la
terraferma, sono stati distrutti dalle tre bestie del mare, i confini
tra i regni sono stati cancellati dalle nove bestie della terra;
soltanto i confini nuovi tra Metel e Tan e tra Tan e lo Stato Libero di
Oazo sono ancora in salvo, ma tutta la popolazione si sta aspettando
l’ennesima catastrofe perché tra le Creature del
Mito ce ne una che non si è ancora fatta vedere: la Fenice
che dimora all’interno del grande Vulcano di Tan che copre i
territori a ovest del mondo.
Tali disastri hanno portato in dote la morte di quasi
trentatré milioni di persone e il crollo
dell’intera economia mondiale con il parziale blocco navale.
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome, ha assunto le redini
di ogni regno, così come il suo status gli impone, ma
relegato per sicurezza sull’isola di Otoke non è
in grado di gestire il governo mondiale; poche persone rischiano di
solcare i mari e gli unici che raggiungono l’isola in
relativa sicurezza, provengono dai regni più vicini: Metel e
Dwr.
8° Capitolo –
Il settimo anno (seconda parte)
–
ore 22 –
Regno
di Wuxing
Nel Tempio Celeste appare Fajro. La prima volta che il ragazzo era
entrato in quel posto aveva trovato Eteru e soltanto due sedie, mentre
adesso quella piccola saletta appare come una grande casa. Fajro si
trova in una specie di corridoio, bussa alla porta posta alla sua
destra e chiama Eteru senza ottenere risposta. La curiosità
lo spinge ad aprire e dentro la stanza ci sono dei tappetini di
allenamento sistemati a terra in modo che coprano quasi la
totalità del pavimento e nell’unico lato libero,
sono disposte in fila quattro armi diverse. Fajro bussa alla stanza che
sta in faccia a quella appena aperta e senza ricevere risposta ci entra
per curiosare. All’interno ci sono due statue di un
personaggio che Fajro non riconosce, ma nota subito la somiglianza dei
due volti con il viso di Eteru.
Il ragazzo procede nel corridoio, bussa e apre la seconda stanza a
destra e al suo interno trova un’enorme vasca da bagno, piena
d’acqua e che emana un profumo che Fajro conosce bene
perché è lo steso che sente addosso a Eteru ogni
volta che le è vicino. Apre anche la porta a sinistra e
nella quarta stanza ci sono degli attrezzi d’allenamento che
il ragazzo ha utilizzato spesso durante i sette anni di allenamento.
Fajro cammina fino in fondo al corridoio e s’imbatte nella
stanza più grande della casa. Posto sulla parete di sinistra
c’è un letto spazioso con lenzuola di raso dalla
tinteggiatura mista di colore rosa e azzurro, a sinistra
c’è una grande porta a specchio che il ragazzo
apre per vedere cosa ci sia dall’altra parte. Fajro si
ritrova all’aperto, davanti a lui c’è
una specie di ponte tanto lungo da non riuscire a vederne la fine, non
ci sono protezioni laterali ed è sprovvisto di tetto. Sul
fondo del ponte Fajro nota che qualcuno sta camminando verso di lui.
La voce di Eteru raggiunge Fajro nonostante la donna sia ancora
lontana: «Immagino che tu sia sorpreso di vedere tante cose
in casa mia.»
Il ragazzo urla: «Non ho portato tutto io, vero?»
La donna, in un istante, è proprio davanti a Fajro.
«Non serve gridare, anche un pensiero senza voce arriva a
destinazione se sei in questo luogo. Tu hai portato solo le armi che
hai visto in una delle stanze, il resto è la mia casa vera.
Immagino che ti aspettavi un combattimento come ultima prova.»
Eteru prende a braccetto Fajro e insieme ritornano nella stanza da
letto, lei chiude la vetrata, la maniglia scompare e lo specchio
diventa più grande.
«Ormai non dovrei meravigliarmi, ma mi ha sorpreso vederti
camminare sul ponte sospeso. Poche persone l’hanno visto e
nessuna ci ha camminato sopra senza che fossi stata io a permettere di
vedere o di toccare» dice Eteru sempre sorridente.
«È lunghissimo, dove finisce?» chiede
Fajro.
Eteru non risponde, s’inginocchia davanti a lui e inizia a
slacciargli i pantaloni.
«Che intenzioni hai?» chiede Fajro fermandole le
mani.
«Mio caro, dovresti davvero fare del sesso perché
ogni tuo pensiero è indirizzato a quello» risponde
Eteru ridacchiando. «Ti sto spogliando perché
prima di tutto devi purificare il corpo e quindi andrai nella grande
vasca.»
«Ero capace anch’io di spogliarmi!»
«Sì, ma immaginavo che saresti diventato rosso e
non mi volevo perdere la tua espressione vergognata.»
Fajro non riesce a finire di protestare che si ritrova in mutande,
Eteru lo afferra per la mano e lo accompagna nella stanza della grande
vasca poi lo guarda e dice: «Cosa aspetti? Inutile che mi
dici di andare via, starò qui con te.»
Il ragazzo ormai non è più in grado di opporre
resistenza, il profumo di quell’acqua gli ottenebra la mente
e senza indugio si toglie le mutande ed entra nella vasca mentre Eteru
dice: «Rilassati, lascia che ogni tua energia si liberi dal
tuo corpo per invadere quest’acqua e ogni tuo fastidio fisico
sarà lenito.»
Fajro chiude gli occhi mentre Eteru, uscita dalla stanza, raggiunge la
camera da letto e si avvicina a un tavolo, fino a quel momento nascosto
alla vista di Fajro, sul quale sono appoggiati l’Atamakazari,
un medaglione e una veste. La donna si spoglia degli abiti da
combattente mantenendo soltanto le mutandine, indossa la veste,
totalmente trasparente, il medaglione, che a contatto del suo collo
s’illumina, infine, l’elmo sacro, che scompare
subito dopo averlo appoggiato sul suo capo.
Il ragazzo, ancora nella vasca, apre gli occhi e si accorge di avere
acquisito maggior vigore muscolare, si sente carico di energia e
soprattutto ha la mente completamente sgombra, quasi da dimenticare il
motivo per cui si trova nel Tempio. Fajro esce dall’acqua,
non si preoccupa di rivestirsi, oltrepassa l’uscio e si
dirige verso la stanza da letto completamente nudo mentre il corpo si
asciuga da solo.
Nella camera non c’è Eteru, il ragazzo si guarda
allo specchio, si tocca la corta barba bionda che si è fatto
crescere nell’ultimo anno, poi si sdraia sul letto e chiude
gli occhi rilassandosi. Eteru esce dalla sala delle due statue, con
passi lenti e delicati attraversa il corridoio e raggiunge la camera.
La donna guarda Fajro stesso sul letto, osserva la sua
nudità con crescente eccitazione, si accarezza il seno
inturgidendo i capezzoli ed emette un mugolio che desta il ragazzo dal
sonno.
«Ti piaccio?» chiede lei mentre sale sul letto
mettendosi in ginocchio.
«Sì» risponde Fajro stravolto
dall’eccitante visione del corpo di Eteru.
La donna gattona verso di lui dicendo: «Vuoi
scoparmi?»
«Sì.»
Eteru sale sopra il ragazzo, piega la schiena in avanti e lo bacia con
ardore e lui, travolto, corrisponde con foga.
Quella situazione è innaturale, Fajro ha sempre rifiutato
ogni proposta delle donne di Wuxing, eppure sta cedere davanti a quella
bellezza così particolare e unica poi, come se si fosse
svegliato da un lungo sonno, stacca le sue labbra da quelle di Eteru e
la spinge via alzandosi dal letto.
«Ma che cosa sto facendo?» si chiede da solo Fajro.
Eteru si rimette in ginocchio sul letto e si toglie la veste
trasparente dicendo un’altra volta: «Vuoi
scoparmi?»
«No!»
«Temi che ti possa fare del male? Non sei obbligato a
prendere la mia parte maschile se non vuoi» dice Eteru.
«Di quale parte maschile stai parlando?» chiede
sbigottito Fajro.
«Possibile che mentre ero sopra di te non hai sentito
qualcosa di strano?»
Fajro strabuzza gli occhi quando Eteru si toglie le sue mutandine.
«Io sono femmina e maschio allo stesso tempo, ho i genitali
di entrambi i sessi e racchiudo in me le qualità perfette
dei due generi» dice Eteru senza farsi problemi nel
raccontare questa sua particolarità fisica.
«Non è possibile, è solo una tua
illusione!» ribatte Fajro più intimorito che
adirato.
Eteru scatta in piedi, materializza un pugnale d’acciaio nero
e tenta di colpire il ragazzo all’addome. Fajro evita la
pugnalata, ma con una forza fisica impensabile Eteru lo sbatte contro
il muro mentre urla inferocita: «Ora morirai per esserti
preso gioco di me!»
«Ma che stai dicendo? Sono sorpreso ma non mi sto burlando di
te» risponde Fajro riuscendo a fatica a tenere lontana dal
suo collo la lama impugnata da Eteru.
Lei placa la forza e si stacca di un metro da lui,
s’inginocchia a terra dicendo con una voce infantile:
«Davvero non ti burli del mio corpo?»
«Perché mai dovrei? Sei e sarai sempre una mia
amica in qualunque caso.»
«E allora perché non vuoi più scopare
con me? È forse un peccato l’amore tra un uomo e
un essere doppio come me? Sono forse deforme ai tuoi occhi?»
chiede Eteru quasi lacrimando.
Fajro si avvicina, s’inginocchia davanti a Eteru e la
abbraccia dicendo: «Niente di tutto questo. Non voglio fare
l’amore con te, come non lo farò con
nessun’altra donna che non sia la mia amata Aarde.»
«Non merito di essere amata?» chiede sottovoce
Eteru.
«Ceto che sì, ed io ti amo, anche se in modo
diverso, così come amo ogni persona che mi è
vicino, persone come te che mettono il loro cuore davanti agli ostacoli
della vita e che donano il loro affetto senza chiedere niente in
cambio.»
Improvvisamente sul collo di Eteru appare il medaglione che aveva
indossato, la catenella si fonde, l’oggetto scivola sulle
gambe di Fajro e subito dopo appare l’elmo sacro, ma sulla
testa del ragazzo.
«Che cosa sta succedendo adesso?»
Gli occhi di Eteru hanno smesso di lacrimare, le sue labbra tornano a
sorridere come fanno sempre e lei dice: «Grazie Fajro,
l’Atamakazaki ti ha tentato, ti ha stordito e ti ha
inebriato; nello stesso tempo ha scosso il mio equilibrio accentuando
il Caos che sta lentamente mangiando il mio corpo e la mia mente. Tu
sei la persona che hai identificato in me, il tuo è un cuore
puro e nobile, tu sei un Essere Umano con valori sacri che nel mondo si
sono persi e poi diventati preda dell’oscurità che
li usa a suo vantaggio. Amico mio, è davvero giunta
l’ora di tornare a casa.»
Fajro sorride, l’ultima strana prova è stata
superata, dalla gioia bacia Eteru e lei, sorridendo, chiede:
«Meglio il mio bacio o quello di Mizu?»
Il ragazzo, senza arrossire, risponde: «Mi avete baciato
tutti, perfino il corvo mi ha beccato le labbra mentre sonnecchiavo nel
prato. Ma perdonami, alla fine il bacio più emozionante
è stato il primo che ho dato alla mia principessa.»
«Impertinente, da galantuomo avresti dovuto
mentire» dice Eteru ridendo. «Caro, è il
momento di riposare.»
Il ragazzo, in un istante, si ritrova nella sua stanza.
Fajro è effettivamente molto stanco, si sdraia sul letto, ma
la porta si spalanca e appare Kasai con addosso una semplice tunica
trasparente. Fajro si prepara a subire il solito attacco morboso ma la
donna cammina lentamente verso di lui e chiede: «Posso
dormire accanto a te questa notte?»
«Che succede Kasai?»
«Niente, vorrei solo starti vicino per questa notte e senza
doppio fine.»
Fajro è sorpreso, nota la tristezza negli occhi di Kasai e
risponde: «Il letto è grande, scegli il lato e
raggiungimi.»
La donna si sistema su un fianco alla sinistra di Fajro e lo guarda,
lui la accarezza amorevolmente, ma di nuovo la porta si apre di colpo e
ad apparire è Mokuzai vestita nello stesso modo di Kasai.
Fajro è pronto a sentire il litigio delle due donne ma la
ragazza cammina lentamente verso il letto e chiede: «Posso
dormire accanto a te questa notte?».
Anche Mokuzai mostra grande tristezza nel suo sguardo, e ancora Fajro,
senza pensarci due volte, dice: «Il letto è
grande, ci stiamo anche in tre.»
La ragazza si sistema su un fianco alla destra di Fajro e lo guarda,
lui la accarezza amorevolmente poi il ragazzo si sistema supino mentre
Kasai e Mokuzai si stringono contro di lui. Fajro osserva le due donne
che chiudono gli occhi, ma poi sente le loro mani, delicate e sinuose,
mentre cercano le sue per stringerle. Il ragazzo accetta questo
contatto, contraccambia e chiudendo gli occhi augura il buon riposo.
–
ore 9 –
Regno
di Tera
Nella sala del trono Haag osserva in silenzio la principessa Aarde che
cammina nervosamente avanti e indietro dopo aver ascoltato la proposta
di Titan. La ragazza con stizza, si rivolge al Re di Metel dicendo:
«È inaccettabile!»
«Aarde, la situazione ci impone di agire. Se tua madre fosse
sveglia, lei ed io avremmo già sistemato le cose ancora
prima dell’apparizione delle bestie del mare, ma non possiamo
più attendere, dobbiamo dare al popolo qualcosa che ispiri
speranza nel futuro e che lo spinga a reagire contro queste forze
sovraumane.»
«E allora perché io e non una delle mie cugine?
L’impatto sarebbe maggiore!»
«Stai scherzando? Oceanya, seppur apprezzata per le sue doti
di comando, è osteggiata per le sue tendenze sessuali e ti
confesso che ho il dubbio che la rivolta ad Apen sia nata proprio per
l’annuncio del suo matrimonio con Oak. Cristalya è
la regina più odiata in ogni paese del mondo,
l’unica cosa che ispira è rabbia o
frustrazione.»
«Allora Flame. È più giovane e la sua
dedizione per il popolo è apprezzata anche da te che non sei
propriamente un loro amico.»
«Tan è un regno troppo piccolo perché
convogli la forza di tutti.»
«Questo soprattutto grazie a te che non hai perso un attimo
per invaderlo.»
«La colpa dovresti darla a chi a creato il
problema.»
Aarde si ferma, si avvicina a pochi passi da Titan e mostrando una
furia poche volte vista nei suoi occhi, risponde: «Non devi
neanche permetterti di nominarlo. Lo avete accusato, giudicato e
giustiziato in meno di un giorno senza fare ulteriori
indagini.»
Titan non può permettersi di far infuriare Aarde, la sua
proposta ha la massima importanza. Dice: «Torniamo al
discorso di partenza.»
«Continuo a non capire il motivo? Come può far
cambiare l’umore dei popoli, l’accordo che mi stai
proponendo.»
«Aarde, sei troppo ingenua. Secondo te perché tua
madre aveva accettato di sposarmi soltanto tre anni fa? È
scoppiato l’amore all’improvviso? Lo sai benissimo
che nel cuore di Wasa esiste solo il tuo povero padre scomparso.
Sicuramente ci sono sentimenti nella nostra unione, ma
c’erano anche anni addietro. La verità
è che l’aspetto politico è determinate
in queste scelte, così come lo sarebbe il tuo matrimonio con
l’unico uomo che ha sconfitto una Creatura. Apri la tua mente
e immagina quanta forza scaturirebbe nei cuori dei popoli sapere che il
Primo Cavaliere imperiale, e principe del regno più vasto, sta
per sposare la ragazza più bella del mondo,
nonché principessa del regno che ha vinto la Grande
Guerra.»
Aarde si siede sul trono e con determinazione dice: «Ora non
avrai nessuna risposta da me, non è una decisione che posso
prendere all’istante. Per adesso il colloquio si conclude qui
perché il mio primo dovere è gestire Tera come fa
mia madre.»
Titan s’inchina dicendo: «Considerata la
situazione, se mi è concessa la liberà di
soggiornare a Tera, resterò accanto a Wasa.»
«Certamente, sono sicura che mia madre senta le vostre parole
e presto si risveglierà anche grazie a voi»
risponde Aarde calcando la voce in modo che sia chiara la sua vera
priorità.
Uscito il re, Haag dice ad Aarde: «Non farlo, la sua brama di
potere è conosciuta da tutti e non perderà un
secondo per metterti in disparte quando avrai assolto il compito che ti
vuole assegnare.»
«La verità è che capisco benissimo
ciò che mi ha detto, può anche pensare di
guadagnarci personalmente, ma su tutto il resto ha più
ragione lui di me.»
Titan scende le scale e incrocia Metalo, giunto a Tera mentre lui stava
parlando con la principessa. Il re chiede al figlio:
«Com’è andata con
l’imperatore?»
«Nessun tipo di resistenza, ma era logico che accettasse la
nostra idea che è l’unica che può
risollevare il morale a tutto il mondo.»
«E della ragazza?»
«Oceanya è ovviamente guardinga, ma è
anch’essa consapevole che è la giusta
decisione.»
«Aarde sa bene che è la soluzione ideale, mantiene
la sua posizione come è giusto fare con noi che abbiamo
sempre cercato posizioni di comodo. L’ho punzecchiata ma
capirei se decidesse di non accettare.»
«Magari se le parlo, si potrebbe convincere, che ne
dite?»
«No, è da escludere un tuo intervento.
Rafforzerebbe i suoi timori e non ha buoni ricordi da condividere con
te.»
I due smettono di parlare perché alcuni servitori e dei
dottori corrono velocemente da un lato all’altro del
castello. Titan riesce a fermare il Saggio Vlek che li sta seguendo e
chiede preoccupato: «Ci sono problemi con Wasa?»
«No maestà, il trambusto, per una volta, indica
qualcosa di positivo. Il giovane ufficiale, l'aiutante del compianto
Hebber, ha ripreso conoscenza dopo sette anni di coma. Potrebbe anche
fornirmi la chiave per liberare la mia Regina dalla malattia!»
«Veniamo anche noi!» dice Titan trascinando con
sé il figlio, più per tenerlo
sott’occhio che per bisogno di compagnia.
–
ore 10 –
Regno
Wuxing
Nella sala cerimoniale l’imperatore sta dando da mangiare al
corvo Agisto mentre parla con Fajro. «Purtroppo i generali
sono in missione e non possono salutarti, però durante il
tuo percorso li incontrerai quando sarà necessaria la loro
presenza.»
«Signore, sono euforico per il ritorno a casa, ma allo stesso
tempo provo una sensazione di disagio, come se lasciassi qui qualcosa
di sbagliato.»
«È l’Atamakazari. Ora sei tu a possedere
l’elmo ed Eteru deve stare rinchiusa nel tempio
perché dal momento in cui l’hai vinta, per lei il
Caos è aumentato. Ma di questo non devi preoccupartene se
seguirai le mie istruzioni.»
«Farò ciò che mi ordinate!»
risponde Fajro con sicurezza.
«Semplicemente: non devi usare la magia se non è
necessaria perché diventeresti visibile agli occhi
dell’Inquisitore e se ti attacca prima del previsto, non ne
uscirai indenne; non puoi svelare il tuo vero nome, tornare a casa o
far visita alla tua amata perché nel mondo tu sei un
assassino e quindi un fuggitivo dalla prigione di Koraha; non puoi
usare la katana perché è un’arma che
nel mondo non esiste e attirerebbe l’attenzione su di
te.»
«Lo sapevo che dovevo aspettare a dirvi che avrei ubbidito
alle vostre richieste» dice Fajro sorridendo.
«Tranquillo, quando sarà il momento giusto tutto
accadrà senza che sia tu a forzare i tempi. Ci
sarà sicuramente qualcuno che ti riconoscerà
perché dopo sette anni il tuo viso, anche con questa barba
corta e bionda, non si è modificato e i tuoi occhi mostrano
la tua determinazione proprio come facevano prima di venire qui, ma se
ti fidi totalmente delle persone che ti riconosceranno, allora ti
basterà chiedergli di mantenere il segreto.»
«Signore, come farò a trovare gli oggetti sacri
senza conoscere la direzione da cui partire o da seguire?»
«Noi sappiamo soltanto che devi partire da Koraha e che gli
avvenimenti seguenti ti porteranno a trovare le cose importante nel tuo
viaggio. Nel frattempo, un nostro caro amico, svolgendo il suo compito,
ti fornirà le informazioni necessarie per procedere verso la
direzione giusta.»
«Chi è questo “nostro”
amico?»
E dopo una gracchiata si presenta con il suo classico:
“Impiccati al pennone!»
«Agisto è un alleato prezioso ma potrai conoscerne
meglio le qualità soltanto dopo che lui tornerà
da te» dice l’imperatore accarezzando la bestiola.
La voce di Eteru rimbomba nella sala: «Mantieni il tuo cuore
puro, segui il tuo istinto, non farti accecare dall’odio e
non forzare il destino anche se scoprirai che qualcosa sta minacciando
tutto ciò che ami.»
«Mi spiace non poterti abbracciare, ma seguirò
anche i tuoi consigli» risponde Fajro.
«Giovanotto, è ora, Atua ti sta aspettando davanti
alla tua abitazione e insieme andrete al veliero dove gli altri samurai
ti attendono per la partenza. Sei diventato uomo e noi tutti abbiamo
fiducia in te.»
Fajro saluta l’imperatore con un inchino e subito si ritrova
davanti ad Atua.
«Ho imparato a usare la magia, ma questa del trasporto veloce
da un posto all’altro non me l’ha insegnata
nessuno!» dice Fajro bofonchiando.
Il leggendario è in evidente imbarazzo, sa qualcosa ma non
può parlare, si lascia andare soltanto alla frase:
«Magari un giorno l’impari da solo» e poi
cambia prontamente discorso iniziando a camminare verso il veliero.
«Le tue cose private le ha prese Kasai mentre la tua katana
sarà custodita dai samurai e te la consegneranno nel momento
del bisogno.»
«Anche loro, come i generali, mi aiuteranno durante il mio
viaggio?»
«Certamente, tu affronterai un percorso personale, ma quando
t’imbatterai nel sovrannaturale loro, secondo la situazione,
saranno vicini a te nella battaglia.»
«Voi non mi accompagnerete con la nave?»
«Figliolo, il mio compito finirà nel momento in
cui salirai la passerella del veliero. È stato bello
conoscerti e poter partecipare al tuo addestramento, ma come ti ho
detto anni fa, il corpo che vedi è solo in prestito e fra
poco tornerò a essere un Globo di Luce
com’è giusto che sia.»
«Che stupido, se mi fossi ricordato le vostre parole non
avrei mai continuato a fare domande ai ragazzi. Mi avevate risposto voi
fin da subito. Anche i samurai sono Globo di Luce all’interno
di copie dei loro corpi» dice Fajro abbassando la testa.
«Avevi intuito che ci fosse qualcosa di strano, ma eri
impegnato nel tuo addestramento e l’imperatore ha scelto di
non dire nulla che potesse crearti turbamento. Ora comprendi
perché tu hai ventiquattro anni mentre Mokuzai sembra averne
sempre diciotto?»
«È l’ultima immagine del suo corpo in
vita ed è deceduta diciottenne in una guerra
magica.»
«Quando sono giunto a Wuxing, io ero piccolo e con lei si
è instaurato un rapporto di fratellanza, ma tu, arrivato
diciassettenne, hai scatenato la sua fase adolescenziale che non aveva
potuto sviluppare nella sua vita originale.»
«Signore, ma allora a Wuxing non c’è
nessuno vivo?»
«L’imperatore Tengoku è un Essere Umano
vivente e il suo ciclo di vita dura secoli, poi
c’è Eteru che…»
Atua smette di parlare, la voce delicata di Eteru entra direttamente
nella testa di Fajro dicendo: «Ti hanno detto che sono la
persona più vicina al Creatore ed è
così perché, seppur umana, sono
immortale.»
Fajro, adesso che ha compreso, preferirebbe non aver saputo niente. La
tristezza che compare sul suo volto è così
visibile che appena raggiunge il veliero Kasai esclama cercando di
farlo ridere: «Sei triste perché inizi a pentirti
di non aver voluto giocare con il mio corpo!»
«Fajro, tutti noi siamo contenti di aver passato anni insieme
a te e non devi sentirti né in colpa né pentirti
di niente. Ti stiamo affidando le nostre anime convinti che ci salverai
tutti dal Caos» dice Atua.
Fajro s’inchina davanti al Leggendario, mette il secondo
piede sulla passerella, si guarda indietro e Atua gli riserva un ultimo
sorriso mentre svanisce.
«Andiamo amico» dice Kinzoku a Fajro mentre il
corvo Agisto vola direttamente dentro il veliero.
–
ore 11 –
Regno
di Tera
Aarde è nella sala delle riunioni e sta firmando una serie
di documenti che Haag le ha consegnato. La principessa sbuffa dicendo:
«Non immaginavo che mia madre dovesse firmare così
tante scartoffie solo per assegnare gli appalti per la lavorazione dei
campi ortofrutticoli.»
«La Regina ha molte mansioni di governo a Tera, ma stai
sostituendo egregiamente tua madre e il nostro popolo ti
adora… mai quanto me ovviamente» dice il giovane
capitano guardando la principessa negli occhi.
«Smettila di guardarmi in quel modo» dice Aarde
arrossendo.
Bussano alla porta, Haag la apre e trova davanti a sé il
principe Metalo. Il Primo Cavaliere entra senza aspettare il permesso,
si dirige verso Aarde e le dice: «Sei impegnata, ma vorrei
parlare con te in privato.»
«Non credo che sia il caso Metalo.»
«Devo insistere.»
«Se vuoi discutere dell’argomento che mi ha
proposto tuo padre, questo non è né il luogo
né il momento.»
Aarde nota della preoccupazione negli occhi di Metalo, ma non riesce a
parlare perché Haag si piazza davanti al principe dicendo:
«La Signora vi ha già risposto, dovete uscire
immediatamente da questa sala.»
Le porte si spalancano ed entrano Titan, Buffel e alcuni soldati che
impugnano delle alabarde.
«Buffel, perché questa irruzione?»
chiede Aarde sorpresa, mentre Metalo, sfruttando la situazione, evita
Haag e si mette al fianco della principessa.
«Capitano Haag, vi ordino di consegnarmi la vostra
arma» dice Buffel tendendo una mano verso il capitano mentre
l’altra è appoggiata sull’elsa della
spada.
«Che cosa succede generale?» chiede Haag senza
capire il motivo di quella richiesta.
Sull’uscio, dietro a tutti, il Saggio Vlek risponde alla
domanda: «L’ufficiale Geel si è
finalmente risvegliato e ha potuto raccontarci cosa è
successo durante la festa di Juniper.»
«Vlek, esigo delle spiegazioni immediate e ti richiamo
all’obbligo della verità dei Saggi!»
dice Aarde con decisione.
«La Regina ed io stavamo indagando sulla causa della morte
del comandante Hebber e abbiamo scoperto che non sono stati gli
alimenti ma da una dose letale del veleno che si ricava dalla serpe
verde di Tera. La nostra scoperta ha portato con sé anche
un'altra verità traumatica: anche vostro padre Zand,
compianto Re di Tera, è stato avvelenato con la stessa
mistura anche se dosata lentamente anno dopo anno in modo che non lo
uccidesse in poche ore come è successo a Hebber. Geel ci ha
svelato che il comandante stava indagando su un fatto altrettanto
increscioso che aveva colpito il nostro regno ovvero la scomparsa in
mare del vostro fratello Hond. L’ufficiale ci ha raccontato
che il giorno della festa di Juniper stava scortando una persona che si
diceva informati sui veri fatti accaduti durante l a tempesta, ma che
avrebbe parlato solo con Hebber perché all’interno
delle mura del castello c’era una persona assoldata da degli
assassini per mantenere tutto segreto. Ebbene, quell’uomo,
prima di essere ucciso, ha rivelato il nome del congiurato.
L’allora ufficiale Haag ha fornito agli assassini
l’indicazione del luogo dove sarebbe attraccato Geel, ed
è verosimile pensare che sia stato lui il diretto
responsabile dell’omicidio di Hebber.»
Aarde, sconvolta, ha un cedimento ma Metalo riesce a tenerla in piedi
mentre Haag urla la sua innocenza: «È una bugia!
Ammiravo Hebber e sono un fedele suddito della Regina Wasa!»
«Ragazzo, appureremo la verità, ma adesso esegui i
miei ordini» intima Buffel mentre i soldati si avvicinano al
giovane capitano.
Haag si volta verso la principessa e Metalo estrae la sua spada, ma il
capitano non ha intenzioni moleste e dice: «Aarde, ti giuro
sull’amore che provo per te che non sono colpevole dei fatti
che mi contestano.»
Aarde, ripreso vigore, con un tono molto amorevole gli risponde:
«Io ti credo ma tu dovrai credere in me. Cedi la tua arma al
generale e noi faremo di tutto per scovare qualsiasi prova che ti
scagioni.»
«Sarò io stesso a condurre le indagini»
dice Buffel.
Haag ubbidisce, consegna la spada al generale e mentre i soldati lo
conducono fuori dalla sala, dice soltanto: «Io credo in te
Aarde.»
«Mia Signora, farò di tutto per scoprire la
verità, però è bene prendere anche in
considerazione che le parole di Geel siano veritiere. Haag è
diventato capitano dopo la morte di Hebber e nonostante il nuovo
incarico è sempre rimasto vicino a voi come faceva da
ufficiale.»
Aarde ha subito forti emozioni, crolla sulla sedia dicendo:
«Percorrete ogni strada senza lasciare nulla di intentato.
Voglio la verità, anche se potrebbe essere
scomoda.»
Metalo pone una mano sulla spalla della principessa dicendo:
«Attiveremo anche la nostra rete d’informatori,
siete d’accordo padre?»
«Sì perché sono sicuro che da anni
qualcuno stia tramando alle spalle di tutti i regnanti e poi
perché la grande amicizia che mi legava a Zand
m’impone di non fermarmi davanti a niente» dice
Titan senza ombra di menzogna nelle sue parole.
«Milady, ho anche un'altra novità da riferirle.
Grazie alle rivelazioni di Geel abbiamo individuato quale sia il veleno
che sta affliggendo vostra madre e ho già ordinato agli
erboristi di preparare le pozioni appropriate» dice con un
flebile sorriso Vlek.
«Ditemi, tutto senza timore» chiede Aarde notando
la cauta contentezza del Saggio.
«Sappiamo da dove iniziare, però non sono in grado
di garantire che il nostro intervento sia tempestivo perché
il veleno è in circolo da almeno tre anni.»
«Tre anni, proprio come per mio padre» esclama
addolorata Aarde mentre picchia un pugno sul tavolo.
–
ore 11 –
In
volo verso Koraha
Kuoki sta governando le vele del veliero che sta scendendo lentamente
sul mondo degli uomini, Fajro osserva le nuvole che
l’imbarcazione oltrepassa passandoci dentro mentre gli altri
samurai sono vicini al ragazzo. A rompere lo strano silenzio
è Daichi che dice a Fajro: «Raggiunto Koraha il
veliero non potrà atterrare perché sveleremmo la
nostra presenza. Dovrai lanciarti tu ma fai attenzione
perché appena toccherai la sabbia, ti verrà
incontro qualcosa o qualcuno sicuramente ostile.»
«Senza la katana dovrò affrontarlo a mani
nude?» chiede Fajro per essere sicuro di non commettere
errori subito dopo il suo ritorno nel mondo.
«No, avrai con te questa» risponde Kinzoku mentre,
ridendo, gli porge una spada di ferro piuttosto malridotta.
«Ti preferivo quando eri sempre burbero e
scontroso» dice Fajro sforzandosi di sorridere.
Mokuzai prende la mano del ragazzo dicendo: «Non essere
triste, non è ancora il tempo degli addii.»
«Sono triste perché senza capire, vi ho fatto del
male, per esempio ti ho spesso preso in giro per i tuoi modi
fanciulleschi di comportarti.»
«Io mi sono divertita anche quando ti burlavi di me, proprio
perché lo facevi senza doverti trattenere per motivi
inutili. E poi tu sei la persona cui ho dato il mio primo bacio e tanto
mi basta.»
«Io sono quella che hai trattato malissimo, è con
me che dovresti scusarti» dice Kasai senza perdere
l’occasione di strusciarsi su Fajro.
«In verità ti ha dato fin troppo corda ed io non
ho potuto fare niente di compromettente con lui!» protesta
Mizu facendo ridere anche Fajro.
«Certo che vi siete tutte date da fare, persino la Signora e
soprattutto Eteru» dice Fajro arrossendo.
Kuoki abbandona le vele ai venti e raggiunge il gruppetto.
«Siamo quasi arrivati e vorrei salutare Fajro nel nostro modo
poco convenzionale.»
I samurai accettano la proposta, si prendono tutti per mano, formano un
cerchio, fanno un passo dopo l’altro in avanti ritrovandosi
in un abbraccio collettivo. Kinzoku, il più vecchio del
gruppo, dice: «Se il nostro cuore rimane puro, in ogni
istante saremo sempre vicini e abbracciati come ora.»
I samurai urlano facendo commuovere Fajro, e Kasai, anche con le
lacrime agli occhi, non perde l’occasione per baciare il
ragazzo con tale impeto da togliergli il fiato.
«Maestra, tu sei la peggiore!» dice Fajro facendo
ridere tutti.
–
ore 12 –
Deserto
di Koraha
L’imbarcazione è a un metro dal suolo, Fajro
s’inchina un ultima volta verso i suoi amici e poi si lancia
con un balzo sulla sabbia rossa di Koraha che sette anni prima doveva
essere la sua tomba. La nave di Wuxing si allontana velocemente, Fajro
guarda il veliero e nuovamente piange per l’emozione, poi si
gira di spalle, si asciuga il viso e dai suoi occhi traspare la
determinazione con cui sta per affrontare questo nuovo capitolo della
sua vita. È pronto, l’hanno avvisato, sguaina la
spada e attende che arrivi il benvenuto dal deserto. Sulle dune
qualcosa si muove, si avvicina rapidamente e il ragazzo riconosce
quelle bestie, anche se il loro corpo è deformato. Cinque
Fennec, le piccole volpi del deserto, sono grandi come orsi, si
avventano sul ragazzo con la chiara intenzione di divorarlo, ma Fajro
ha imparato a difendersi contrattaccando e utilizza quel rudere di
spada che impugna come se avesse tra le mani la preziosa katana che
lasciato nelle mani di Kinzoku.
Il ragazzo ha imparato l’importanza della tattica: porta il
suo primo e unico attacco contro l’animale che guida il
branco e con un taglio netto gli stacca la testa; attende la risposta
disorganizzata degli altri Fennec e li colpisce uno dopo
l’altro in modo da neutralizzarli, infine, tronca il collo di
quelli che tentano di reagire nonostante che la prima ferita li stia
già portando alla morte.
Il branco di Fennec è sconfitto e Fajro osserva, con
raccapriccio, il lento disfacimento delle carni degli animali e nota
che le carcasse iniziano a sgretolarsi alle prime folate di vento.
Fajro comprende che è il segnale della presenza di qualcosa
di molto peggiore e s’incammina veloce seguendo
l’ombra del covo Agisto che, volando sopra la sua testa, gli
sta indicando la direzione.
–
ore 13 –
Regno
di Dwr, Port Tuath
Il blocco navale ha avuto ripercussioni nella cittadina del porto e
sono pochi i turisti provenienti dagli altri regni, soprattutto quelli
che visitavano una villetta posta nella periferia di Tuath, fino a
pochi mesi prima fin troppo frequentata.
Seduto al bancone del famoso bordello chiamato “Casa di
Lù” un uomo, non tanto giovane, continua a bere
incurante della sbornia già ben visibile nei suoi occhi.
«Non pensa che sia ora di tornare a casa?» chiede
la donna che sta servendo da bere.
«Mia cara, sto solo brindando per commemorare gli amici e i
nemici caduti in mare, tutti vecchietti come me che hanno dedicato la
loro intera vita al proprio regno. Ammiragli, come me, cresciuti nelle
vecchie accademie navali e che sono caduti mentre svolgevano il loro
lodevole lavoro.»
«Volete superare il senso di colpa del sopravvissuto
affogandolo con il liquore?»
«Il mio problema non è essere vivo, ma il motivo
per cui lo sono. L’unico ammiraglio dei Cinque Regni ad aver
evitato la battaglia per l’ordine di una regina
bisbetica!»
La donna, sottovoce, dice: «Per favore Haranche, tenga la
voce bassa, non vorrete farci arrestare da qualche guardia troppo
zelante?»
«Hai perfettamente ragione, scusa mia cara, ma versamene un
altro goccio.»
«Piuttosto che bere in continuazione, perché non
sale di sopra e si sceglie una delle ragazze per passare qualche ora in
tranquillità?»
«Sono troppo vecchio, non mi diverte più toccare
culi e tette senza poter fare altro con le belle concubine che mi
offrite, ma ascolterò il tuo primo consiglio e torno a casa
prima che mi portiate voi a spalla» risponde
l’ammiraglio ridendo di sé.
Haranche non ha davvero ascoltato quella donna, è andato in
città ad acquistare altro liquore, si è diretto
al porto ed è salito sul vascello che comanda personalmente,
dopo aver salutato le due marinaie di guardia. Lentamente raggiunge la
prua della nave e lì stappa la bottiglia iniziando a bere,
ma dopo due sorsi inizia a traballare. «Sono proprio ubriaco
se non riesco a stare in piedi» dice prima di bere un altro
sorso.
Ma non è lui, è tutto il mare che sta fremendo,
così come la costa sta tremando. Un boato assordante,
Haranche guarda davanti a sé e il mare sembra sollevarsi,
l’ammiraglio si stropiccia gli occhi e capisce che
è la sua nave che sta sprofondando.
«Amici e nemici, vi sto per raggiungere» dice
Haranche sollevando la bottiglia mentre durante il secondo boato
sprofondano dentro il Mare del Nord, il veliero e tutta la
città di Tuath.
Il terremoto, seguito da una serie spaventosa di tsunami, inghiotte
tutta la fascia costiera a nord dell’isola di Dwr. La terra
sommersa porta alla morte circa due milioni di persone cancellando
dalle mappe Tuath e altre cittadine del regno.
–
ore 13 –
Regno
di Tera
Haag, avendo ubbidito agli ordini senza ribellarsi, ha ricevuto un
trattamento di favore dal generale Buffel ed è stato
trasferito in una piccola casetta poco distante dal castello reale
nella quale soggiornerà, controllato a vista dalle guardie
di Tera, in attesa del primo processo.
Il capitano cerca di rilassarsi, prende uno dei libri che sono sugli
scaffali e ne sfoglia qualche pagina, ma poi lo scaraventa a terra con
furia. Sa bene che il rumore attirerà l’attenzione
dei suoi carcerieri e quando sente il grido di un soldato, si aspetta
di ritrovarselo in casa, invece, altre urla e poi il silenzio. Haag
guarda fuori dalla finestra e non vede nessuno, circospetto apre la
porta e scopre che non ci sono guardie, tutte scomparse nel nulla
mentre i cavalli sono ancora legati alla staccionata. Haag non ha
dubbi, prende uno dei puledri e fugge in direzione di Port Winkel.
Nel frattempo, nella sala del trono al castello, Aarde e il comandante
Draak accolgono Titan. Il re s’inchina chiedendo:
«Mia Signora, avete deciso?»
«Titan, ho valutato la tua proposta e continuo a non essere
d’accordo sulla tua soluzione, ma devo considerare
più importanti il mio ruolo di principessa e di regina in
pectore di Tera piuttosto che le mie opinioni personali.
Sposerò Metalo.»
«Aarde, comprendo che la scelta fosse difficile e gli
avvenimenti delle ultime ore ti hanno profondamente scossa, ma sono
felice che hai compreso l’importanza di questo matrimonio.
Rientrerò subito a Metel e farò iniziare i
preparativi per…»
«No, ho detto che accetto la proposta, ma non che mi
sposerò domani. Daremo al più presto
l’annuncio ufficiale del fidanzamento, ma il matrimonio si
celebrerà soltanto quando le creature saranno state
sconfitte.»
«Ma Aarde, il Leggendario ci ha impiegato sette anni per
debellare quelle bestie!»
«Se temi il tempo che passa allora il matrimonio non ha senso
di esistere. Mi sto piegando alle esigenze della politica, ma non
farò la parte della moglie che rimane a guardare il suo
popolo mentre muore. Inoltre, io confido che mia madre riapra gli occhi
al più presto, tu no?»
«Certo che sì, che domanda!» risponde
Titan irretito.
«Ebbene, io sposerò Metalo nel momento in cui mia
madre sarà in grado di governare avendo la certezza assoluta
che il Regno di Tera sia guidato ancora, e per sempre, dalla stirpe del
mio casato. Se invochi la politica per farmi accettare un contratto di
matrimonio, io faccio la stessa cosa per farti accettare i miei
termini» dice Aarde in modo così serio da
sorprendere il suo interlocutore.
«Accetto la tua richiesta che sarà inserita nel
contratto di matrimonio, naturalmente.»
«Naturalmente, Re di Metel» risponde Aarde senza
battere ciglio.
Titan s’inchina e abbandona la sala e Aarde dice al
comandante che sta sorridendo beffardamente: «Forse credeva
che avrei accettato senza imporre delle regole, ma non farò
l’errore di Torcon, nessuno potrà sottrarmi dalle
mani il Regno di Tera con facilità!»
–
ore 13 –
Oasi
Oazo
Agisto atterra sulla spalla di Fajro e il ragazzo gli chiede:
«Magari tu mi sai dire perché ho dovuto mettere i
vestiti, con i colori imperiali, che indossavo proprio quando mi hanno
accusato di omicidio. Mi chiedono di non svelare la mia
identità e poi mi ricoprono con questo segnale evidente,
anche se sono cresciuto e sembrano un bavaglio sulla schiena e una
veste da donna.»
Fajro si sorprende sentendo il corvo rispondere: «Devono
immaginare che c’è in giro uno come Atua
Primo.»
«Ma allora sai anche parlare bene?»
«No… impiccati al pennone!» dice Agisto
spiccando il volo.
«Rispondimi! Fai il serio…»
Fajro ma smette di urlare perché ha avvistato
l’oasi, si sporca ulteriormente di sabbia impiastricciandola
sulle macchie di sangue dei Fennec, rallenta il passo, mima la fatica
caracollando, raggiunge un bivacco e si lascia cadere sulle rocce.
Sente il brusio della gente, ascolta le parole stupefatte delle persone
mentre guardano il suo vestiario e fatica a trattenere la risata mentre
una qualcuno urla: «Rivendico questa persona come mio
schiavo!»
Due persone molto robuste lo trascinano dentro
all’accampamento e lo appoggiano contro un muretto, un altro
gli mette dei ferri a polsi e piedi per legarlo e l’uomo che
ha rivendicato la proprietà su Fajro dice in modo arrogante:
«Dagli poca acqua!»
Il ragazzo nota che i passi della persona che gli si avvicina sono
leggeri, così come la vocina che dice: «Bevi
piano, è poca e non va bene bere velocemente dopo essere
stato a lungo nel deserto.»
Fajro sorseggia piano l’acqua, apre lentamente gli occhi e
vede che è stato un bambino a porgergli la piccola ciotola.
Nonostante le catene gli impediscano movimenti lineari, Fajro riesce a
mettere le sue mani sulla testa del bambino e lo ringrazia sorridendo
mentre sente lo schiavista che urla al corvo Agisto: «Vai via
bestiaccia! Siete tutte impazzite voi bestie provenienti dal
deserto?»
§ § §
Il vecchio maestro nota che le palpebre del piccolo Ten si stanno
muovendo in modo innaturale, prende un piccolo amuleto dalla propria
tasca e proferisce delle parole incomprensibili mentre appoggia
quell’oggetto sulla fronte del bimbo.
Ten, con un sussulto, apre gli occhi mentre il vecchio maestro gli
sfila dalle mani il bastone nodoso che ha utilizzando per entrare in
contatto con il corvo. Il bimbo fa un balzo dalla poltrona, corre
vicino alla gabbietta di Agisto dicendogli: «Allora tu sei
Matco!»
Il corvo gracchia come se ridesse, poi risponde: «No, il buon
Matco ha concluso il suo lavoro e ha raggiunto Wuxing in forma di Globo
di Luce. Io sono nato e morto molti anni dopo.»
«E allora perché sei qui? Quale missione
hai?»
Il vecchio maestro ride, ma nasconde la risposta chiedendo al bimbo:
«Giovanotto, come ti senti?»
«Maestro, è stato come vivere in un sogno, potevo
vedere ogni cosa, sia tra gli uomini sia a Wuxing, ma non sentivo le
parole di Matco. Perché?»
«Ti sei appena svegliato e hai già fatto tre
domande!» dice il vecchio ridendo.
«A proposito, il bambino che Fajro ha accarezzato eravate
voi?»
«Sì, era il primo incontro con l’uomo
scampato dal deserto, anche se adesso potrei chiamarlo con il suo
nome.»
«Ma certo è…»
Il vecchio maestro zittisce Ten dicendo: «Non dirlo,
manteniamo anche noi il segreto come ha richiesto
l’imperatore di Wuxing. Lo chiameremo con il nome che ha
usato prima di rivelarsi al mondo: Capitan Blood!»
Ten strabuzza gli occhi e naturalmente dice: «Ma è
il nome della piratessa Zedora!»
«Sì, hai ragione, ma questa è un'altra
storia che non conosci ancora» risponde il maestro
sogghignando.
Ten urla: «No, non potete dire così,
chissà quanto tempo ho passato guardando il passato e adesso
dovrò tornare in fretta a casa!»
«In verità hai dormito soltanto sette ore, una per
ogni anno che hai visto.»
Il sorriso del bimbo è raggiante, com’è
disarmante il suo cipiglio mentre dice: «Voi mi avete
mentito! Voi sapevate già cosa era successo in quei sette
anni!»
«Sì, lo ammetto» risponde il vecchio
senza troppo curarsi di ciò che ha detto, ma per Ten non
è per niente normale quella risposta e puntando il dito
dice: «Voi siete un Saggio, non potete mentire!»
Il maestro sogghigna esclamando: «Che cosa ti fa pensare che
io sia un saggio? Solo perché insegno alla scuola imperiale?
O perché uso la magia?»
«Ma, allora chi siete?» chiede Ten.
«Un saggio poco saggio» risponde il vecchio ridendo
con più gusto.
Ten bofonchia qualcosa tra sé, poi chiede: «Che
cos’è un Jingoku?»
Il maestro smette immediatamente di ridere e chiede: «Dove
hai sentito quel nome?»
«È una delle poche parole che ho sentito dire
dall’imperatore di Wuxing a Eteru nel Tempio
Celeste.»
Il vecchio maestro, evidentemente sorpreso, dice ad Agisto:
«Questa è la prova!»
«Di che cosa parlate?» chiede Ten incuriosito
dall’improvvisa serietà del maestro.
«E un nome che poche persone possono dire tanto facilmente e
se tu sei riuscito a sentirlo significa che il tuo percorso di
apprendimento sta progredendo magnificamente. Ti chiedo di non dirlo di
nuovo, almeno fino a quando non lo avrai letto su uno degli ultimi
tomi.»
Ten non capisce, ma sapere che potrà andare avanti con la
storia gli fa dimenticare la sua stessa domanda. «Evviva!
Quando potrò iniziare?»
«Siccome è mattina, facciamo una bella colazione e
poi potrai leggere tutto ciò che vuoi nella mia biblioteca
privata. Sempre che tu riesca a entrarci» dice il vecchio
maestro lasciando il bimbo con la bocca aperta per la
curiosità.
N.d.A.
Ben ritrovati per quest’ultimo capitolo della terza serie.
Vi lascio con qualche informazione sulla quarta, e forse ultima, serie:
- Il titolo sarà “L’Imperatore dei
Cinque Regni – Ritorni” e questo è uno
spoiler diretto perché usando il plurale, significa che non
è tornato solo Fajro ma ci saranno altri personaggi dei
quali non sappiamo molto su cosa abbiano fatto in questi sette anni
(anche se di qualcuno ho lasciato scritto delle tracce che lo
identificano).
- A differenza delle altre serie posso già da ora
anticiparvi che pubblicherò il primo capitolo della quarta
nel mese di dicembre. (Il giorno preciso non lo so dire, potrebbe
essere il primo come l’ultimo giorno del mese).
- C’è un’effettiva
possibilità che la quarta serie sia più lunga dei
canonici otto capitoli con cui ho gestito la trama fino a oggi e sono
ancora indeciso se proporre più puntate o creare una quinta
serie in modo mantenere ordinata tutta la storia.
- In anteprima vi regalo la nuova mappa del mondo con i disastri creati
dalle creature, ma anche da me a mano libera.
Vi ringrazio per aver seguito questa storia fino a questo momento con
la speranza di ritrovarvi di nuovo tra un mese. Nel frattempo, se avete
voglia di segnalarmi errori, commentare e fare delle critiche
costruttive consapevoli che riceverete sempre una risposta in tempi
brevissimi.
Grazie a tutti.
MAPPA
CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che
ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago
Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi
del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia
Regno Wuxing
- Tengoku [m] – Imperatore di Wuxing
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali
di Wuxing
- Eteru [f/m] (Etere) – la samurai definita più
vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i
tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno)
– i tre samurai con Elementi Secondari
Regno Sea
(regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Kraken, Leviatano, Nathair Mara – Creature
mitologiche
Regno Koraha
(regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche
Regno Sliabh
(regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche
Regno Hout
(regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche
Regno Heru
(regno sotterraneo posizionato alle radici
dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come
imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro
ruolo)
Vulcano di Tan
- Fenice – Creatura mitologia
Altri personaggi
apparsi o solo nominati nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Titan – Re di Metel
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo
dell’esercito di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Cristalya – Regina di Dwr
- Flame – Regina di Tan
- Wasa – Regina di Tera
- Metalo – Principe ereditario di Metel e Primo Cavaliere
imperiale
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Buffel – Generale dell’esercito di Tera
- Hebber – Comandante in capo dell’esercito di
Tera, deceduto
- Geel – Ufficiale dell’esercito di Tera
- Zand – Re di Tera assassinato per avvelenamento
- Hond – Principe illegittimo di Tera
- Haranche – Ammiraglio della marina di Dwr
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Torcon – Principe di Tan ucciso dalla magia
dell’Inquisitore.
Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di
Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo
Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per
la creazione degli Elementi Magici
Schema degli elementi
magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere
crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari
soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento
Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.
Schema della Forma
Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile
nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di
Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing
e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e
tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
|