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Autore: ghostmaker    05/11/2019    1 recensioni
In meno di un anno sono morti due Imperatori, c’è stata la più grande guerra mai vista in tutta la Storia, un re deposto, amori nati, distrutti e impossibili, omicidi e tragedie, complotti e tradimenti, e infine mostri mitologici e magie impossibili. Com’è possibile che in meno di un anno le regole della magia siano state aggirate? Seguitemi e troverete le risposte nella terza serie della saga!
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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In poco più di sette anni il mondo è stato completamente sconvolto: due imperatori e due re morti, una Grande Guerra tra Regni, due guerre civili, una serie di piccole guerre tra regni confinanti, infine, il ritorno di creature soltanto nominate nei miti. I ponti, unico collegamento tra l’isola di Dwr e la terraferma, sono stati distrutti dalle tre bestie del mare, i confini tra i regni sono stati cancellati dalle nove bestie della terra; soltanto i confini nuovi tra Metel e Tan e tra Tan e lo Stato Libero di Oazo sono ancora in salvo, ma tutta la popolazione si sta aspettando l’ennesima catastrofe perché tra le Creature del Mito ce ne una che non si è ancora fatta vedere: la Fenice che dimora all’interno del grande Vulcano di Tan che copre i territori a ovest del mondo.
Tali disastri hanno portato in dote la morte di quasi trentatré milioni di persone e il crollo dell’intera economia mondiale con il parziale blocco navale.
L’imperatore Atua, CCXVII del suo nome, ha assunto le redini di ogni regno, così come il suo status gli impone, ma relegato per sicurezza sull’isola di Otoke non è in grado di gestire il governo mondiale; poche persone rischiano di solcare i mari e gli unici che raggiungono l’isola in relativa sicurezza, provengono dai regni più vicini: Metel e Dwr.





8° Capitolo – Il settimo anno (seconda parte)





– ore 22 –
Regno di Wuxing

Nel Tempio Celeste appare Fajro. La prima volta che il ragazzo era entrato in quel posto aveva trovato Eteru e soltanto due sedie, mentre adesso quella piccola saletta appare come una grande casa. Fajro si trova in una specie di corridoio, bussa alla porta posta alla sua destra e chiama Eteru senza ottenere risposta. La curiosità lo spinge ad aprire e dentro la stanza ci sono dei tappetini di allenamento sistemati a terra in modo che coprano quasi la totalità del pavimento e nell’unico lato libero, sono disposte in fila quattro armi diverse. Fajro bussa alla stanza che sta in faccia a quella appena aperta e senza ricevere risposta ci entra per curiosare. All’interno ci sono due statue di un personaggio che Fajro non riconosce, ma nota subito la somiglianza dei due volti con il viso di Eteru.
Il ragazzo procede nel corridoio, bussa e apre la seconda stanza a destra e al suo interno trova un’enorme vasca da bagno, piena d’acqua e che emana un profumo che Fajro conosce bene perché è lo steso che sente addosso a Eteru ogni volta che le è vicino. Apre anche la porta a sinistra e nella quarta stanza ci sono degli attrezzi d’allenamento che il ragazzo ha utilizzato spesso durante i sette anni di allenamento.
Fajro cammina fino in fondo al corridoio e s’imbatte nella stanza più grande della casa. Posto sulla parete di sinistra c’è un letto spazioso con lenzuola di raso dalla tinteggiatura mista di colore rosa e azzurro, a sinistra c’è una grande porta a specchio che il ragazzo apre per vedere cosa ci sia dall’altra parte. Fajro si ritrova all’aperto, davanti a lui c’è una specie di ponte tanto lungo da non riuscire a vederne la fine, non ci sono protezioni laterali ed è sprovvisto di tetto. Sul fondo del ponte Fajro nota che qualcuno sta camminando verso di lui.
La voce di Eteru raggiunge Fajro nonostante la donna sia ancora lontana: «Immagino che tu sia sorpreso di vedere tante cose in casa mia.»
Il ragazzo urla: «Non ho portato tutto io, vero?»
La donna, in un istante, è proprio davanti a Fajro. «Non serve gridare, anche un pensiero senza voce arriva a destinazione se sei in questo luogo. Tu hai portato solo le armi che hai visto in una delle stanze, il resto è la mia casa vera. Immagino che ti aspettavi un combattimento come ultima prova.»
Eteru prende a braccetto Fajro e insieme ritornano nella stanza da letto, lei chiude la vetrata, la maniglia scompare e lo specchio diventa più grande.
«Ormai non dovrei meravigliarmi, ma mi ha sorpreso vederti camminare sul ponte sospeso. Poche persone l’hanno visto e nessuna ci ha camminato sopra senza che fossi stata io a permettere di vedere o di toccare» dice Eteru sempre sorridente.
«È lunghissimo, dove finisce?» chiede Fajro.
Eteru non risponde, s’inginocchia davanti a lui e inizia a slacciargli i pantaloni.
«Che intenzioni hai?» chiede Fajro fermandole le mani.
«Mio caro, dovresti davvero fare del sesso perché ogni tuo pensiero è indirizzato a quello» risponde Eteru ridacchiando. «Ti sto spogliando perché prima di tutto devi purificare il corpo e quindi andrai nella grande vasca.»
«Ero capace anch’io di spogliarmi!»
«Sì, ma immaginavo che saresti diventato rosso e non mi volevo perdere la tua espressione vergognata.»
Fajro non riesce a finire di protestare che si ritrova in mutande, Eteru lo afferra per la mano e lo accompagna nella stanza della grande vasca poi lo guarda e dice: «Cosa aspetti? Inutile che mi dici di andare via, starò qui con te.»
Il ragazzo ormai non è più in grado di opporre resistenza, il profumo di quell’acqua gli ottenebra la mente e senza indugio si toglie le mutande ed entra nella vasca mentre Eteru dice: «Rilassati, lascia che ogni tua energia si liberi dal tuo corpo per invadere quest’acqua e ogni tuo fastidio fisico sarà lenito.»
Fajro chiude gli occhi mentre Eteru, uscita dalla stanza, raggiunge la camera da letto e si avvicina a un tavolo, fino a quel momento nascosto alla vista di Fajro, sul quale sono appoggiati l’Atamakazari, un medaglione e una veste. La donna si spoglia degli abiti da combattente mantenendo soltanto le mutandine, indossa la veste, totalmente trasparente, il medaglione, che a contatto del suo collo s’illumina, infine, l’elmo sacro, che scompare subito dopo averlo appoggiato sul suo capo.

Il ragazzo, ancora nella vasca, apre gli occhi e si accorge di avere acquisito maggior vigore muscolare, si sente carico di energia e soprattutto ha la mente completamente sgombra, quasi da dimenticare il motivo per cui si trova nel Tempio. Fajro esce dall’acqua, non si preoccupa di rivestirsi, oltrepassa l’uscio e si dirige verso la stanza da letto completamente nudo mentre il corpo si asciuga da solo.
Nella camera non c’è Eteru, il ragazzo si guarda allo specchio, si tocca la corta barba bionda che si è fatto crescere nell’ultimo anno, poi si sdraia sul letto e chiude gli occhi rilassandosi. Eteru esce dalla sala delle due statue, con passi lenti e delicati attraversa il corridoio e raggiunge la camera. La donna guarda Fajro stesso sul letto, osserva la sua nudità con crescente eccitazione, si accarezza il seno inturgidendo i capezzoli ed emette un mugolio che desta il ragazzo dal sonno.
«Ti piaccio?» chiede lei mentre sale sul letto mettendosi in ginocchio.
«Sì» risponde Fajro stravolto dall’eccitante visione del corpo di Eteru.
La donna gattona verso di lui dicendo: «Vuoi scoparmi?»
«Sì.»
Eteru sale sopra il ragazzo, piega la schiena in avanti e lo bacia con ardore e lui, travolto, corrisponde con foga.
Quella situazione è innaturale, Fajro ha sempre rifiutato ogni proposta delle donne di Wuxing, eppure sta cedere davanti a quella bellezza così particolare e unica poi, come se si fosse svegliato da un lungo sonno, stacca le sue labbra da quelle di Eteru e la spinge via alzandosi dal letto.
«Ma che cosa sto facendo?» si chiede da solo Fajro.
Eteru si rimette in ginocchio sul letto e si toglie la veste trasparente dicendo un’altra volta: «Vuoi scoparmi?»
«No!»
«Temi che ti possa fare del male? Non sei obbligato a prendere la mia parte maschile se non vuoi» dice Eteru.
«Di quale parte maschile stai parlando?» chiede sbigottito Fajro.
«Possibile che mentre ero sopra di te non hai sentito qualcosa di strano?»
Fajro strabuzza gli occhi quando Eteru si toglie le sue mutandine.
«Io sono femmina e maschio allo stesso tempo, ho i genitali di entrambi i sessi e racchiudo in me le qualità perfette dei due generi» dice Eteru senza farsi problemi nel raccontare questa sua particolarità fisica.
«Non è possibile, è solo una tua illusione!» ribatte Fajro più intimorito che adirato.
Eteru scatta in piedi, materializza un pugnale d’acciaio nero e tenta di colpire il ragazzo all’addome. Fajro evita la pugnalata, ma con una forza fisica impensabile Eteru lo sbatte contro il muro mentre urla inferocita: «Ora morirai per esserti preso gioco di me!»
«Ma che stai dicendo? Sono sorpreso ma non mi sto burlando di te» risponde Fajro riuscendo a fatica a tenere lontana dal suo collo la lama impugnata da Eteru.
Lei placa la forza e si stacca di un metro da lui, s’inginocchia a terra dicendo con una voce infantile: «Davvero non ti burli del mio corpo?»
«Perché mai dovrei? Sei e sarai sempre una mia amica in qualunque caso.»
«E allora perché non vuoi più scopare con me? È forse un peccato l’amore tra un uomo e un essere doppio come me? Sono forse deforme ai tuoi occhi?» chiede Eteru quasi lacrimando.
Fajro si avvicina, s’inginocchia davanti a Eteru e la abbraccia dicendo: «Niente di tutto questo. Non voglio fare l’amore con te, come non lo farò con nessun’altra donna che non sia la mia amata Aarde.»
«Non merito di essere amata?» chiede sottovoce Eteru.
«Ceto che sì, ed io ti amo, anche se in modo diverso, così come amo ogni persona che mi è vicino, persone come te che mettono il loro cuore davanti agli ostacoli della vita e che donano il loro affetto senza chiedere niente in cambio.»

Improvvisamente sul collo di Eteru appare il medaglione che aveva indossato, la catenella si fonde, l’oggetto scivola sulle gambe di Fajro e subito dopo appare l’elmo sacro, ma sulla testa del ragazzo.
«Che cosa sta succedendo adesso?»
Gli occhi di Eteru hanno smesso di lacrimare, le sue labbra tornano a sorridere come fanno sempre e lei dice: «Grazie Fajro, l’Atamakazaki ti ha tentato, ti ha stordito e ti ha inebriato; nello stesso tempo ha scosso il mio equilibrio accentuando il Caos che sta lentamente mangiando il mio corpo e la mia mente. Tu sei la persona che hai identificato in me, il tuo è un cuore puro e nobile, tu sei un Essere Umano con valori sacri che nel mondo si sono persi e poi diventati preda dell’oscurità che li usa a suo vantaggio. Amico mio, è davvero giunta l’ora di tornare a casa.»
Fajro sorride, l’ultima strana prova è stata superata, dalla gioia bacia Eteru e lei, sorridendo, chiede: «Meglio il mio bacio o quello di Mizu?»
Il ragazzo, senza arrossire, risponde: «Mi avete baciato tutti, perfino il corvo mi ha beccato le labbra mentre sonnecchiavo nel prato. Ma perdonami, alla fine il bacio più emozionante è stato il primo che ho dato alla mia principessa.»
«Impertinente, da galantuomo avresti dovuto mentire» dice Eteru ridendo. «Caro, è il momento di riposare.»
Il ragazzo, in un istante, si ritrova nella sua stanza.

Fajro è effettivamente molto stanco, si sdraia sul letto, ma la porta si spalanca e appare Kasai con addosso una semplice tunica trasparente. Fajro si prepara a subire il solito attacco morboso ma la donna cammina lentamente verso di lui e chiede: «Posso dormire accanto a te questa notte?»
«Che succede Kasai?»
«Niente, vorrei solo starti vicino per questa notte e senza doppio fine.»
Fajro è sorpreso, nota la tristezza negli occhi di Kasai e risponde: «Il letto è grande, scegli il lato e raggiungimi.»
La donna si sistema su un fianco alla sinistra di Fajro e lo guarda, lui la accarezza amorevolmente, ma di nuovo la porta si apre di colpo e ad apparire è Mokuzai vestita nello stesso modo di Kasai. Fajro è pronto a sentire il litigio delle due donne ma la ragazza cammina lentamente verso il letto e chiede: «Posso dormire accanto a te questa notte?».
Anche Mokuzai mostra grande tristezza nel suo sguardo, e ancora Fajro, senza pensarci due volte, dice: «Il letto è grande, ci stiamo anche in tre.»
La ragazza si sistema su un fianco alla destra di Fajro e lo guarda, lui la accarezza amorevolmente poi il ragazzo si sistema supino mentre Kasai e Mokuzai si stringono contro di lui. Fajro osserva le due donne che chiudono gli occhi, ma poi sente le loro mani, delicate e sinuose, mentre cercano le sue per stringerle. Il ragazzo accetta questo contatto, contraccambia e chiudendo gli occhi augura il buon riposo.

– ore 9 –
Regno di Tera

Nella sala del trono Haag osserva in silenzio la principessa Aarde che cammina nervosamente avanti e indietro dopo aver ascoltato la proposta di Titan. La ragazza con stizza, si rivolge al Re di Metel dicendo: «È inaccettabile!»
«Aarde, la situazione ci impone di agire. Se tua madre fosse sveglia, lei ed io avremmo già sistemato le cose ancora prima dell’apparizione delle bestie del mare, ma non possiamo più attendere, dobbiamo dare al popolo qualcosa che ispiri speranza nel futuro e che lo spinga a reagire contro queste forze sovraumane.»
«E allora perché io e non una delle mie cugine? L’impatto sarebbe maggiore!»
«Stai scherzando? Oceanya, seppur apprezzata per le sue doti di comando, è osteggiata per le sue tendenze sessuali e ti confesso che ho il dubbio che la rivolta ad Apen sia nata proprio per l’annuncio del suo matrimonio con Oak. Cristalya è la regina più odiata in ogni paese del mondo, l’unica cosa che ispira è rabbia o frustrazione.»
«Allora Flame. È più giovane e la sua dedizione per il popolo è apprezzata anche da te che non sei propriamente un loro amico.»
«Tan è un regno troppo piccolo perché convogli la forza di tutti.»
«Questo soprattutto grazie a te che non hai perso un attimo per invaderlo.»
«La colpa dovresti darla a chi a creato il problema.»
Aarde si ferma, si avvicina a pochi passi da Titan e mostrando una furia poche volte vista nei suoi occhi, risponde: «Non devi neanche permetterti di nominarlo. Lo avete accusato, giudicato e giustiziato in meno di un giorno senza fare ulteriori indagini.»
Titan non può permettersi di far infuriare Aarde, la sua proposta ha la massima importanza. Dice: «Torniamo al discorso di partenza.»
«Continuo a non capire il motivo? Come può far cambiare l’umore dei popoli, l’accordo che mi stai proponendo.»
«Aarde, sei troppo ingenua. Secondo te perché tua madre aveva accettato di sposarmi soltanto tre anni fa? È scoppiato l’amore all’improvviso? Lo sai benissimo che nel cuore di Wasa esiste solo il tuo povero padre scomparso. Sicuramente ci sono sentimenti nella nostra unione, ma c’erano anche anni addietro. La verità è che l’aspetto politico è determinate in queste scelte, così come lo sarebbe il tuo matrimonio con l’unico uomo che ha sconfitto una Creatura. Apri la tua mente e immagina quanta forza scaturirebbe nei cuori dei popoli sapere che il Primo Cavaliere imperiale, e principe del regno più vasto, sta per sposare la ragazza più bella del mondo, nonché principessa del regno che ha vinto la Grande Guerra.»
Aarde si siede sul trono e con determinazione dice: «Ora non avrai nessuna risposta da me, non è una decisione che posso prendere all’istante. Per adesso il colloquio si conclude qui perché il mio primo dovere è gestire Tera come fa mia madre.»
Titan s’inchina dicendo: «Considerata la situazione, se mi è concessa la liberà di soggiornare a Tera, resterò accanto a Wasa.»
«Certamente, sono sicura che mia madre senta le vostre parole e presto si risveglierà anche grazie a voi» risponde Aarde calcando la voce in modo che sia chiara la sua vera priorità.

Uscito il re, Haag dice ad Aarde: «Non farlo, la sua brama di potere è conosciuta da tutti e non perderà un secondo per metterti in disparte quando avrai assolto il compito che ti vuole assegnare.»
«La verità è che capisco benissimo ciò che mi ha detto, può anche pensare di guadagnarci personalmente, ma su tutto il resto ha più ragione lui di me.»

Titan scende le scale e incrocia Metalo, giunto a Tera mentre lui stava parlando con la principessa. Il re chiede al figlio: «Com’è andata con l’imperatore?»
«Nessun tipo di resistenza, ma era logico che accettasse la nostra idea che è l’unica che può risollevare il morale a tutto il mondo.»
«E della ragazza?»
«Oceanya è ovviamente guardinga, ma è anch’essa consapevole che è la giusta decisione.»
«Aarde sa bene che è la soluzione ideale, mantiene la sua posizione come è giusto fare con noi che abbiamo sempre cercato posizioni di comodo. L’ho punzecchiata ma capirei se decidesse di non accettare.»
«Magari se le parlo, si potrebbe convincere, che ne dite?»
«No, è da escludere un tuo intervento. Rafforzerebbe i suoi timori e non ha buoni ricordi da condividere con te.»

I due smettono di parlare perché alcuni servitori e dei dottori corrono velocemente da un lato all’altro del castello. Titan riesce a fermare il Saggio Vlek che li sta seguendo e chiede preoccupato: «Ci sono problemi con Wasa?»
«No maestà, il trambusto, per una volta, indica qualcosa di positivo. Il giovane ufficiale, l'aiutante del compianto Hebber, ha ripreso conoscenza dopo sette anni di coma. Potrebbe anche fornirmi la chiave per liberare la mia Regina dalla malattia!»
«Veniamo anche noi!» dice Titan trascinando con sé il figlio, più per tenerlo sott’occhio che per bisogno di compagnia.


– ore 10 –
Regno Wuxing

Nella sala cerimoniale l’imperatore sta dando da mangiare al corvo Agisto mentre parla con Fajro. «Purtroppo i generali sono in missione e non possono salutarti, però durante il tuo percorso li incontrerai quando sarà necessaria la loro presenza.»
«Signore, sono euforico per il ritorno a casa, ma allo stesso tempo provo una sensazione di disagio, come se lasciassi qui qualcosa di sbagliato.»
«È l’Atamakazari. Ora sei tu a possedere l’elmo ed Eteru deve stare rinchiusa nel tempio perché dal momento in cui l’hai vinta, per lei il Caos è aumentato. Ma di questo non devi preoccupartene se seguirai le mie istruzioni.»
«Farò ciò che mi ordinate!» risponde Fajro con sicurezza.
«Semplicemente: non devi usare la magia se non è necessaria perché diventeresti visibile agli occhi dell’Inquisitore e se ti attacca prima del previsto, non ne uscirai indenne; non puoi svelare il tuo vero nome, tornare a casa o far visita alla tua amata perché nel mondo tu sei un assassino e quindi un fuggitivo dalla prigione di Koraha; non puoi usare la katana perché è un’arma che nel mondo non esiste e attirerebbe l’attenzione su di te.»
«Lo sapevo che dovevo aspettare a dirvi che avrei ubbidito alle vostre richieste» dice Fajro sorridendo.
«Tranquillo, quando sarà il momento giusto tutto accadrà senza che sia tu a forzare i tempi. Ci sarà sicuramente qualcuno che ti riconoscerà perché dopo sette anni il tuo viso, anche con questa barba corta e bionda, non si è modificato e i tuoi occhi mostrano la tua determinazione proprio come facevano prima di venire qui, ma se ti fidi totalmente delle persone che ti riconosceranno, allora ti basterà chiedergli di mantenere il segreto.»
«Signore, come farò a trovare gli oggetti sacri senza conoscere la direzione da cui partire o da seguire?»
«Noi sappiamo soltanto che devi partire da Koraha e che gli avvenimenti seguenti ti porteranno a trovare le cose importante nel tuo viaggio. Nel frattempo, un nostro caro amico, svolgendo il suo compito, ti fornirà le informazioni necessarie per procedere verso la direzione giusta.»
«Chi è questo “nostro” amico?»
E dopo una gracchiata si presenta con il suo classico: “Impiccati al pennone!»
«Agisto è un alleato prezioso ma potrai conoscerne meglio le qualità soltanto dopo che lui tornerà da te» dice l’imperatore accarezzando la bestiola.
La voce di Eteru rimbomba nella sala: «Mantieni il tuo cuore puro, segui il tuo istinto, non farti accecare dall’odio e non forzare il destino anche se scoprirai che qualcosa sta minacciando tutto ciò che ami.»
«Mi spiace non poterti abbracciare, ma seguirò anche i tuoi consigli» risponde Fajro.
«Giovanotto, è ora, Atua ti sta aspettando davanti alla tua abitazione e insieme andrete al veliero dove gli altri samurai ti attendono per la partenza. Sei diventato uomo e noi tutti abbiamo fiducia in te.»

Fajro saluta l’imperatore con un inchino e subito si ritrova davanti ad Atua.
«Ho imparato a usare la magia, ma questa del trasporto veloce da un posto all’altro non me l’ha insegnata nessuno!» dice Fajro bofonchiando.
Il leggendario è in evidente imbarazzo, sa qualcosa ma non può parlare, si lascia andare soltanto alla frase: «Magari un giorno l’impari da solo» e poi cambia prontamente discorso iniziando a camminare verso il veliero.
«Le tue cose private le ha prese Kasai mentre la tua katana sarà custodita dai samurai e te la consegneranno nel momento del bisogno.»
«Anche loro, come i generali, mi aiuteranno durante il mio viaggio?»
«Certamente, tu affronterai un percorso personale, ma quando t’imbatterai nel sovrannaturale loro, secondo la situazione, saranno vicini a te nella battaglia.»
«Voi non mi accompagnerete con la nave?»
«Figliolo, il mio compito finirà nel momento in cui salirai la passerella del veliero. È stato bello conoscerti e poter partecipare al tuo addestramento, ma come ti ho detto anni fa, il corpo che vedi è solo in prestito e fra poco tornerò a essere un Globo di Luce com’è giusto che sia.»
«Che stupido, se mi fossi ricordato le vostre parole non avrei mai continuato a fare domande ai ragazzi. Mi avevate risposto voi fin da subito. Anche i samurai sono Globo di Luce all’interno di copie dei loro corpi» dice Fajro abbassando la testa.
«Avevi intuito che ci fosse qualcosa di strano, ma eri impegnato nel tuo addestramento e l’imperatore ha scelto di non dire nulla che potesse crearti turbamento. Ora comprendi perché tu hai ventiquattro anni mentre Mokuzai sembra averne sempre diciotto?»
«È l’ultima immagine del suo corpo in vita ed è deceduta diciottenne in una guerra magica.»
«Quando sono giunto a Wuxing, io ero piccolo e con lei si è instaurato un rapporto di fratellanza, ma tu, arrivato diciassettenne, hai scatenato la sua fase adolescenziale che non aveva potuto sviluppare nella sua vita originale.»
«Signore, ma allora a Wuxing non c’è nessuno vivo?»
«L’imperatore Tengoku è un Essere Umano vivente e il suo ciclo di vita dura secoli, poi c’è Eteru che…»
Atua smette di parlare, la voce delicata di Eteru entra direttamente nella testa di Fajro dicendo: «Ti hanno detto che sono la persona più vicina al Creatore ed è così perché, seppur umana, sono immortale.»
Fajro, adesso che ha compreso, preferirebbe non aver saputo niente. La tristezza che compare sul suo volto è così visibile che appena raggiunge il veliero Kasai esclama cercando di farlo ridere: «Sei triste perché inizi a pentirti di non aver voluto giocare con il mio corpo!»
«Fajro, tutti noi siamo contenti di aver passato anni insieme a te e non devi sentirti né in colpa né pentirti di niente. Ti stiamo affidando le nostre anime convinti che ci salverai tutti dal Caos» dice Atua.
Fajro s’inchina davanti al Leggendario, mette il secondo piede sulla passerella, si guarda indietro e Atua gli riserva un ultimo sorriso mentre svanisce.
«Andiamo amico» dice Kinzoku a Fajro mentre il corvo Agisto vola direttamente dentro il veliero.

– ore 11 –
Regno di Tera

Aarde è nella sala delle riunioni e sta firmando una serie di documenti che Haag le ha consegnato. La principessa sbuffa dicendo: «Non immaginavo che mia madre dovesse firmare così tante scartoffie solo per assegnare gli appalti per la lavorazione dei campi ortofrutticoli.»
«La Regina ha molte mansioni di governo a Tera, ma stai sostituendo egregiamente tua madre e il nostro popolo ti adora… mai quanto me ovviamente» dice il giovane capitano guardando la principessa negli occhi.
«Smettila di guardarmi in quel modo» dice Aarde arrossendo.
Bussano alla porta, Haag la apre e trova davanti a sé il principe Metalo. Il Primo Cavaliere entra senza aspettare il permesso, si dirige verso Aarde e le dice: «Sei impegnata, ma vorrei parlare con te in privato.»
«Non credo che sia il caso Metalo.»
«Devo insistere.»
«Se vuoi discutere dell’argomento che mi ha proposto tuo padre, questo non è né il luogo né il momento.»
Aarde nota della preoccupazione negli occhi di Metalo, ma non riesce a parlare perché Haag si piazza davanti al principe dicendo: «La Signora vi ha già risposto, dovete uscire immediatamente da questa sala.»
Le porte si spalancano ed entrano Titan, Buffel e alcuni soldati che impugnano delle alabarde.
«Buffel, perché questa irruzione?» chiede Aarde sorpresa, mentre Metalo, sfruttando la situazione, evita Haag e si mette al fianco della principessa.
«Capitano Haag, vi ordino di consegnarmi la vostra arma» dice Buffel tendendo una mano verso il capitano mentre l’altra è appoggiata sull’elsa della spada.
«Che cosa succede generale?» chiede Haag senza capire il motivo di quella richiesta.
Sull’uscio, dietro a tutti, il Saggio Vlek risponde alla domanda: «L’ufficiale Geel si è finalmente risvegliato e ha potuto raccontarci cosa è successo durante la festa di Juniper.»
«Vlek, esigo delle spiegazioni immediate e ti richiamo all’obbligo della verità dei Saggi!» dice Aarde con decisione.
«La Regina ed io stavamo indagando sulla causa della morte del comandante Hebber e abbiamo scoperto che non sono stati gli alimenti ma da una dose letale del veleno che si ricava dalla serpe verde di Tera. La nostra scoperta ha portato con sé anche un'altra verità traumatica: anche vostro padre Zand, compianto Re di Tera, è stato avvelenato con la stessa mistura anche se dosata lentamente anno dopo anno in modo che non lo uccidesse in poche ore come è successo a Hebber. Geel ci ha svelato che il comandante stava indagando su un fatto altrettanto increscioso che aveva colpito il nostro regno ovvero la scomparsa in mare del vostro fratello Hond. L’ufficiale ci ha raccontato che il giorno della festa di Juniper stava scortando una persona che si diceva informati sui veri fatti accaduti durante l a tempesta, ma che avrebbe parlato solo con Hebber perché all’interno delle mura del castello c’era una persona assoldata da degli assassini per mantenere tutto segreto. Ebbene, quell’uomo, prima di essere ucciso, ha rivelato il nome del congiurato. L’allora ufficiale Haag ha fornito agli assassini l’indicazione del luogo dove sarebbe attraccato Geel, ed è verosimile pensare che sia stato lui il diretto responsabile dell’omicidio di Hebber.»
Aarde, sconvolta, ha un cedimento ma Metalo riesce a tenerla in piedi mentre Haag urla la sua innocenza: «È una bugia! Ammiravo Hebber e sono un fedele suddito della Regina Wasa!»
«Ragazzo, appureremo la verità, ma adesso esegui i miei ordini» intima Buffel mentre i soldati si avvicinano al giovane capitano.
Haag si volta verso la principessa e Metalo estrae la sua spada, ma il capitano non ha intenzioni moleste e dice: «Aarde, ti giuro sull’amore che provo per te che non sono colpevole dei fatti che mi contestano.»
Aarde, ripreso vigore, con un tono molto amorevole gli risponde: «Io ti credo ma tu dovrai credere in me. Cedi la tua arma al generale e noi faremo di tutto per scovare qualsiasi prova che ti scagioni.»
«Sarò io stesso a condurre le indagini» dice Buffel.
Haag ubbidisce, consegna la spada al generale e mentre i soldati lo conducono fuori dalla sala, dice soltanto: «Io credo in te Aarde.»
«Mia Signora, farò di tutto per scoprire la verità, però è bene prendere anche in considerazione che le parole di Geel siano veritiere. Haag è diventato capitano dopo la morte di Hebber e nonostante il nuovo incarico è sempre rimasto vicino a voi come faceva da ufficiale.»
Aarde ha subito forti emozioni, crolla sulla sedia dicendo: «Percorrete ogni strada senza lasciare nulla di intentato. Voglio la verità, anche se potrebbe essere scomoda.»
Metalo pone una mano sulla spalla della principessa dicendo: «Attiveremo anche la nostra rete d’informatori, siete d’accordo padre?»
«Sì perché sono sicuro che da anni qualcuno stia tramando alle spalle di tutti i regnanti e poi perché la grande amicizia che mi legava a Zand m’impone di non fermarmi davanti a niente» dice Titan senza ombra di menzogna nelle sue parole.
«Milady, ho anche un'altra novità da riferirle. Grazie alle rivelazioni di Geel abbiamo individuato quale sia il veleno che sta affliggendo vostra madre e ho già ordinato agli erboristi di preparare le pozioni appropriate» dice con un flebile sorriso Vlek.
«Ditemi, tutto senza timore» chiede Aarde notando la cauta contentezza del Saggio.
«Sappiamo da dove iniziare, però non sono in grado di garantire che il nostro intervento sia tempestivo perché il veleno è in circolo da almeno tre anni.»
«Tre anni, proprio come per mio padre» esclama addolorata Aarde mentre picchia un pugno sul tavolo.

– ore 11 –
In volo verso Koraha

Kuoki sta governando le vele del veliero che sta scendendo lentamente sul mondo degli uomini, Fajro osserva le nuvole che l’imbarcazione oltrepassa passandoci dentro mentre gli altri samurai sono vicini al ragazzo. A rompere lo strano silenzio è Daichi che dice a Fajro: «Raggiunto Koraha il veliero non potrà atterrare perché sveleremmo la nostra presenza. Dovrai lanciarti tu ma fai attenzione perché appena toccherai la sabbia, ti verrà incontro qualcosa o qualcuno sicuramente ostile.»
«Senza la katana dovrò affrontarlo a mani nude?» chiede Fajro per essere sicuro di non commettere errori subito dopo il suo ritorno nel mondo.
«No, avrai con te questa» risponde Kinzoku mentre, ridendo, gli porge una spada di ferro piuttosto malridotta.
«Ti preferivo quando eri sempre burbero e scontroso» dice Fajro sforzandosi di sorridere.
Mokuzai prende la mano del ragazzo dicendo: «Non essere triste, non è ancora il tempo degli addii.»
«Sono triste perché senza capire, vi ho fatto del male, per esempio ti ho spesso preso in giro per i tuoi modi fanciulleschi di comportarti.»
«Io mi sono divertita anche quando ti burlavi di me, proprio perché lo facevi senza doverti trattenere per motivi inutili. E poi tu sei la persona cui ho dato il mio primo bacio e tanto mi basta.»
«Io sono quella che hai trattato malissimo, è con me che dovresti scusarti» dice Kasai senza perdere l’occasione di strusciarsi su Fajro.
«In verità ti ha dato fin troppo corda ed io non ho potuto fare niente di compromettente con lui!» protesta Mizu facendo ridere anche Fajro.
«Certo che vi siete tutte date da fare, persino la Signora e soprattutto Eteru» dice Fajro arrossendo.
Kuoki abbandona le vele ai venti e raggiunge il gruppetto. «Siamo quasi arrivati e vorrei salutare Fajro nel nostro modo poco convenzionale.»
I samurai accettano la proposta, si prendono tutti per mano, formano un cerchio, fanno un passo dopo l’altro in avanti ritrovandosi in un abbraccio collettivo. Kinzoku, il più vecchio del gruppo, dice: «Se il nostro cuore rimane puro, in ogni istante saremo sempre vicini e abbracciati come ora.»
I samurai urlano facendo commuovere Fajro, e Kasai, anche con le lacrime agli occhi, non perde l’occasione per baciare il ragazzo con tale impeto da togliergli il fiato.
«Maestra, tu sei la peggiore!» dice Fajro facendo ridere tutti.

– ore 12 –
Deserto di Koraha

L’imbarcazione è a un metro dal suolo, Fajro s’inchina un ultima volta verso i suoi amici e poi si lancia con un balzo sulla sabbia rossa di Koraha che sette anni prima doveva essere la sua tomba. La nave di Wuxing si allontana velocemente, Fajro guarda il veliero e nuovamente piange per l’emozione, poi si gira di spalle, si asciuga il viso e dai suoi occhi traspare la determinazione con cui sta per affrontare questo nuovo capitolo della sua vita. È pronto, l’hanno avvisato, sguaina la spada e attende che arrivi il benvenuto dal deserto. Sulle dune qualcosa si muove, si avvicina rapidamente e il ragazzo riconosce quelle bestie, anche se il loro corpo è deformato. Cinque Fennec, le piccole volpi del deserto, sono grandi come orsi, si avventano sul ragazzo con la chiara intenzione di divorarlo, ma Fajro ha imparato a difendersi contrattaccando e utilizza quel rudere di spada che impugna come se avesse tra le mani la preziosa katana che lasciato nelle mani di Kinzoku.
Il ragazzo ha imparato l’importanza della tattica: porta il suo primo e unico attacco contro l’animale che guida il branco e con un taglio netto gli stacca la testa; attende la risposta disorganizzata degli altri Fennec e li colpisce uno dopo l’altro in modo da neutralizzarli, infine, tronca il collo di quelli che tentano di reagire nonostante che la prima ferita li stia già portando alla morte.
Il branco di Fennec è sconfitto e Fajro osserva, con raccapriccio, il lento disfacimento delle carni degli animali e nota che le carcasse iniziano a sgretolarsi alle prime folate di vento. Fajro comprende che è il segnale della presenza di qualcosa di molto peggiore e s’incammina veloce seguendo l’ombra del covo Agisto che, volando sopra la sua testa, gli sta indicando la direzione.


– ore 13 –
Regno di Dwr, Port Tuath

Il blocco navale ha avuto ripercussioni nella cittadina del porto e sono pochi i turisti provenienti dagli altri regni, soprattutto quelli che visitavano una villetta posta nella periferia di Tuath, fino a pochi mesi prima fin troppo frequentata.
Seduto al bancone del famoso bordello chiamato “Casa di Lù” un uomo, non tanto giovane, continua a bere incurante della sbornia già ben visibile nei suoi occhi.
«Non pensa che sia ora di tornare a casa?» chiede la donna che sta servendo da bere.
«Mia cara, sto solo brindando per commemorare gli amici e i nemici caduti in mare, tutti vecchietti come me che hanno dedicato la loro intera vita al proprio regno. Ammiragli, come me, cresciuti nelle vecchie accademie navali e che sono caduti mentre svolgevano il loro lodevole lavoro.»
«Volete superare il senso di colpa del sopravvissuto affogandolo con il liquore?»
«Il mio problema non è essere vivo, ma il motivo per cui lo sono. L’unico ammiraglio dei Cinque Regni ad aver evitato la battaglia per l’ordine di una regina bisbetica!»
La donna, sottovoce, dice: «Per favore Haranche, tenga la voce bassa, non vorrete farci arrestare da qualche guardia troppo zelante?»
«Hai perfettamente ragione, scusa mia cara, ma versamene un altro goccio.»
«Piuttosto che bere in continuazione, perché non sale di sopra e si sceglie una delle ragazze per passare qualche ora in tranquillità?»
«Sono troppo vecchio, non mi diverte più toccare culi e tette senza poter fare altro con le belle concubine che mi offrite, ma ascolterò il tuo primo consiglio e torno a casa prima che mi portiate voi a spalla» risponde l’ammiraglio ridendo di sé.

Haranche non ha davvero ascoltato quella donna, è andato in città ad acquistare altro liquore, si è diretto al porto ed è salito sul vascello che comanda personalmente, dopo aver salutato le due marinaie di guardia. Lentamente raggiunge la prua della nave e lì stappa la bottiglia iniziando a bere, ma dopo due sorsi inizia a traballare. «Sono proprio ubriaco se non riesco a stare in piedi» dice prima di bere un altro sorso.
Ma non è lui, è tutto il mare che sta fremendo, così come la costa sta tremando. Un boato assordante, Haranche guarda davanti a sé e il mare sembra sollevarsi, l’ammiraglio si stropiccia gli occhi e capisce che è la sua nave che sta sprofondando.
«Amici e nemici, vi sto per raggiungere» dice Haranche sollevando la bottiglia mentre durante il secondo boato sprofondano dentro il Mare del Nord, il veliero e tutta la città di Tuath.

Il terremoto, seguito da una serie spaventosa di tsunami, inghiotte tutta la fascia costiera a nord dell’isola di Dwr. La terra sommersa porta alla morte circa due milioni di persone cancellando dalle mappe Tuath e altre cittadine del regno.


– ore 13 –
Regno di Tera

Haag, avendo ubbidito agli ordini senza ribellarsi, ha ricevuto un trattamento di favore dal generale Buffel ed è stato trasferito in una piccola casetta poco distante dal castello reale nella quale soggiornerà, controllato a vista dalle guardie di Tera, in attesa del primo processo.
Il capitano cerca di rilassarsi, prende uno dei libri che sono sugli scaffali e ne sfoglia qualche pagina, ma poi lo scaraventa a terra con furia. Sa bene che il rumore attirerà l’attenzione dei suoi carcerieri e quando sente il grido di un soldato, si aspetta di ritrovarselo in casa, invece, altre urla e poi il silenzio. Haag guarda fuori dalla finestra e non vede nessuno, circospetto apre la porta e scopre che non ci sono guardie, tutte scomparse nel nulla mentre i cavalli sono ancora legati alla staccionata. Haag non ha dubbi, prende uno dei puledri e fugge in direzione di Port Winkel.

Nel frattempo, nella sala del trono al castello, Aarde e il comandante Draak accolgono Titan. Il re s’inchina chiedendo: «Mia Signora, avete deciso?»
«Titan, ho valutato la tua proposta e continuo a non essere d’accordo sulla tua soluzione, ma devo considerare più importanti il mio ruolo di principessa e di regina in pectore di Tera piuttosto che le mie opinioni personali. Sposerò Metalo.»
«Aarde, comprendo che la scelta fosse difficile e gli avvenimenti delle ultime ore ti hanno profondamente scossa, ma sono felice che hai compreso l’importanza di questo matrimonio. Rientrerò subito a Metel e farò iniziare i preparativi per…»
«No, ho detto che accetto la proposta, ma non che mi sposerò domani. Daremo al più presto l’annuncio ufficiale del fidanzamento, ma il matrimonio si celebrerà soltanto quando le creature saranno state sconfitte.»
«Ma Aarde, il Leggendario ci ha impiegato sette anni per debellare quelle bestie!»
«Se temi il tempo che passa allora il matrimonio non ha senso di esistere. Mi sto piegando alle esigenze della politica, ma non farò la parte della moglie che rimane a guardare il suo popolo mentre muore. Inoltre, io confido che mia madre riapra gli occhi al più presto, tu no?»
«Certo che sì, che domanda!» risponde Titan irretito.
«Ebbene, io sposerò Metalo nel momento in cui mia madre sarà in grado di governare avendo la certezza assoluta che il Regno di Tera sia guidato ancora, e per sempre, dalla stirpe del mio casato. Se invochi la politica per farmi accettare un contratto di matrimonio, io faccio la stessa cosa per farti accettare i miei termini» dice Aarde in modo così serio da sorprendere il suo interlocutore.
«Accetto la tua richiesta che sarà inserita nel contratto di matrimonio, naturalmente.»
«Naturalmente, Re di Metel» risponde Aarde senza battere ciglio.

Titan s’inchina e abbandona la sala e Aarde dice al comandante che sta sorridendo beffardamente: «Forse credeva che avrei accettato senza imporre delle regole, ma non farò l’errore di Torcon, nessuno potrà sottrarmi dalle mani il Regno di Tera con facilità!»

– ore 13 –
Oasi Oazo

Agisto atterra sulla spalla di Fajro e il ragazzo gli chiede: «Magari tu mi sai dire perché ho dovuto mettere i vestiti, con i colori imperiali, che indossavo proprio quando mi hanno accusato di omicidio. Mi chiedono di non svelare la mia identità e poi mi ricoprono con questo segnale evidente, anche se sono cresciuto e sembrano un bavaglio sulla schiena e una veste da donna.»
Fajro si sorprende sentendo il corvo rispondere: «Devono immaginare che c’è in giro uno come Atua Primo.»
«Ma allora sai anche parlare bene?»
«No… impiccati al pennone!» dice Agisto spiccando il volo.
«Rispondimi! Fai il serio…»
Fajro ma smette di urlare perché ha avvistato l’oasi, si sporca ulteriormente di sabbia impiastricciandola sulle macchie di sangue dei Fennec, rallenta il passo, mima la fatica caracollando, raggiunge un bivacco e si lascia cadere sulle rocce. Sente il brusio della gente, ascolta le parole stupefatte delle persone mentre guardano il suo vestiario e fatica a trattenere la risata mentre una qualcuno urla: «Rivendico questa persona come mio schiavo!»
Due persone molto robuste lo trascinano dentro all’accampamento e lo appoggiano contro un muretto, un altro gli mette dei ferri a polsi e piedi per legarlo e l’uomo che ha rivendicato la proprietà su Fajro dice in modo arrogante: «Dagli poca acqua!»
Il ragazzo nota che i passi della persona che gli si avvicina sono leggeri, così come la vocina che dice: «Bevi piano, è poca e non va bene bere velocemente dopo essere stato a lungo nel deserto.»
Fajro sorseggia piano l’acqua, apre lentamente gli occhi e vede che è stato un bambino a porgergli la piccola ciotola. Nonostante le catene gli impediscano movimenti lineari, Fajro riesce a mettere le sue mani sulla testa del bambino e lo ringrazia sorridendo mentre sente lo schiavista che urla al corvo Agisto: «Vai via bestiaccia! Siete tutte impazzite voi bestie provenienti dal deserto?»


§   §   §


Il vecchio maestro nota che le palpebre del piccolo Ten si stanno muovendo in modo innaturale, prende un piccolo amuleto dalla propria tasca e proferisce delle parole incomprensibili mentre appoggia quell’oggetto sulla fronte del bimbo.
Ten, con un sussulto, apre gli occhi mentre il vecchio maestro gli sfila dalle mani il bastone nodoso che ha utilizzando per entrare in contatto con il corvo. Il bimbo fa un balzo dalla poltrona, corre vicino alla gabbietta di Agisto dicendogli: «Allora tu sei Matco!»
Il corvo gracchia come se ridesse, poi risponde: «No, il buon Matco ha concluso il suo lavoro e ha raggiunto Wuxing in forma di Globo di Luce. Io sono nato e morto molti anni dopo.»
«E allora perché sei qui? Quale missione hai?»
Il vecchio maestro ride, ma nasconde la risposta chiedendo al bimbo: «Giovanotto, come ti senti?»
«Maestro, è stato come vivere in un sogno, potevo vedere ogni cosa, sia tra gli uomini sia a Wuxing, ma non sentivo le parole di Matco. Perché?»
«Ti sei appena svegliato e hai già fatto tre domande!» dice il vecchio ridendo.
«A proposito, il bambino che Fajro ha accarezzato eravate voi?»
«Sì, era il primo incontro con l’uomo scampato dal deserto, anche se adesso potrei chiamarlo con il suo nome.»
«Ma certo è…»
Il vecchio maestro zittisce Ten dicendo: «Non dirlo, manteniamo anche noi il segreto come ha richiesto l’imperatore di Wuxing. Lo chiameremo con il nome che ha usato prima di rivelarsi al mondo: Capitan Blood!»
Ten strabuzza gli occhi e naturalmente dice: «Ma è il nome della piratessa Zedora!»
«Sì, hai ragione, ma questa è un'altra storia che non conosci ancora» risponde il maestro sogghignando.
Ten urla: «No, non potete dire così, chissà quanto tempo ho passato guardando il passato e adesso dovrò tornare in fretta a casa!»
«In verità hai dormito soltanto sette ore, una per ogni anno che hai visto.»
Il sorriso del bimbo è raggiante, com’è disarmante il suo cipiglio mentre dice: «Voi mi avete mentito! Voi sapevate già cosa era successo in quei sette anni!»
«Sì, lo ammetto» risponde il vecchio senza troppo curarsi di ciò che ha detto, ma per Ten non è per niente normale quella risposta e puntando il dito dice: «Voi siete un Saggio, non potete mentire!»
Il maestro sogghigna esclamando: «Che cosa ti fa pensare che io sia un saggio? Solo perché insegno alla scuola imperiale? O perché uso la magia?»
«Ma, allora chi siete?» chiede Ten.
«Un saggio poco saggio» risponde il vecchio ridendo con più gusto.
Ten bofonchia qualcosa tra sé, poi chiede: «Che cos’è un Jingoku?»
Il maestro smette immediatamente di ridere e chiede: «Dove hai sentito quel nome?»
«È una delle poche parole che ho sentito dire dall’imperatore di Wuxing a Eteru nel Tempio Celeste.»
Il vecchio maestro, evidentemente sorpreso, dice ad Agisto: «Questa è la prova!»
«Di che cosa parlate?» chiede Ten incuriosito dall’improvvisa serietà del maestro.
«E un nome che poche persone possono dire tanto facilmente e se tu sei riuscito a sentirlo significa che il tuo percorso di apprendimento sta progredendo magnificamente. Ti chiedo di non dirlo di nuovo, almeno fino a quando non lo avrai letto su uno degli ultimi tomi.»
Ten non capisce, ma sapere che potrà andare avanti con la storia gli fa dimenticare la sua stessa domanda. «Evviva! Quando potrò iniziare?»
«Siccome è mattina, facciamo una bella colazione e poi potrai leggere tutto ciò che vuoi nella mia biblioteca privata. Sempre che tu riesca a entrarci» dice il vecchio maestro lasciando il bimbo con la bocca aperta per la curiosità.










N.d.A.

Ben ritrovati per quest’ultimo capitolo della terza serie.

Vi lascio con qualche informazione sulla quarta, e forse ultima, serie:
- Il titolo sarà “L’Imperatore dei Cinque Regni – Ritorni” e questo è uno spoiler diretto perché usando il plurale, significa che non è tornato solo Fajro ma ci saranno altri personaggi dei quali non sappiamo molto su cosa abbiano fatto in questi sette anni (anche se di qualcuno ho lasciato scritto delle tracce che lo identificano).
- A differenza delle altre serie posso già da ora anticiparvi che pubblicherò il primo capitolo della quarta nel mese di dicembre. (Il giorno preciso non lo so dire, potrebbe essere il primo come l’ultimo giorno del mese).
- C’è un’effettiva possibilità che la quarta serie sia più lunga dei canonici otto capitoli con cui ho gestito la trama fino a oggi e sono ancora indeciso se proporre più puntate o creare una quinta serie in modo mantenere ordinata tutta la storia.
- In anteprima vi regalo la nuova mappa del mondo con i disastri creati dalle creature, ma anche da me a mano libera.

Vi ringrazio per aver seguito questa storia fino a questo momento con la speranza di ritrovarvi di nuovo tra un mese. Nel frattempo, se avete voglia di segnalarmi errori, commentare e fare delle critiche costruttive consapevoli che riceverete sempre una risposta in tempi brevissimi.

Grazie a tutti.

MAPPA
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CAST
Importanti
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan e che ospita l’anima errante del soldato Matco, assassinato al lago Sider a Dwr
Ten [m] – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua Primo [m] – Leggendario Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro [m] – Principe di Tan e protagonista della storia

Regno Wuxing
- Tengoku [m] – Imperatore di Wuxing
- Aki [f], Fuyu [m], Haru [m], Natsu [m] – i quattro generali di Wuxing
- Eteru [f/m] (Etere) – la samurai definita più vicina al Creatore
- Daichi [m] (Terra), Kasai [f] (Fuoco), Mizu [m] (Acqua) – i tre samurai con Elementi Primari
- Kinzoku [m] (Metallo), Kuoki [m] (Aria), Mokuzai [f] (Legno) – i tre samurai con Elementi Secondari

Regno Sea (regno negli abissi marini)
- Kwakhala [f] – Regina (solo nominata)
- Kraken, Leviatano, Nathair Mara  – Creature mitologiche

Regno Koraha (regno nel deserto omonimo)
- Yuly [f] – ? (solo nominata)
- Golem, Skorpio, Chimera – Creature mitologiche

Regno Sliabh (regno sulle montagne condivise tra Metel e Tera)
- ? – guardiano del Gigante
- Gigante, Pithecus, Denosor – Creature mitologiche

Regno Hout (regno chiamato anche Foresta Proibita)
- Ombra, Maputa, Lipitoare – Creature mitologiche

Regno Heru (regno sotterraneo posizionato alle radici dell’albero Hyperion)
- Innominabile – Imperatore (soltanto identificato come imperatore)
- ? – Cinque servitori di Heru (soltanto nominato il loro ruolo)

Vulcano di Tan
- Fenice – Creatura mitologia

Altri personaggi apparsi o solo nominati nel capitolo
- Atua CCXVII (vero nome Ohlaka) – Imperatore dei Cinque Regni
- Haag – Capitano dell’esercito di Tera
- Aarde – Principessa ereditaria di Tera
- Titan – Re di Metel
- Oceanya – Principessa ereditaria e comandante in capo dell’esercito di Dwr
- Oak – Re di Apen
- Cristalya – Regina di Dwr
- Flame – Regina di Tan
- Wasa – Regina di Tera
- Metalo – Principe ereditario di Metel e Primo Cavaliere imperiale
- Vlek – Saggio di corte a Tera
- Buffel – Generale dell’esercito di Tera
- Hebber – Comandante in capo dell’esercito di Tera, deceduto
- Geel – Ufficiale dell’esercito di Tera
- Zand – Re di Tera assassinato per avvelenamento
- Hond – Principe illegittimo di Tera
- Haranche – Ammiraglio della marina di Dwr
- Draak – Comandante in capo dell’esercito di Tera
- Torcon – Principe di Tan ucciso dalla magia dell’Inquisitore.





Schema della magia
- Ogni Essere Vivente è costituito di Energia
- Con al morte fisica l’Energia si tramuta in un Globo di Luce o in uno Oscuro
- Il Globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il Globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

Schema degli elementi magici
- Esistono due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono tre Elementi Primari: Acqua, Fuoco, Terra
- Esistono tre Elementi Secondari: Aria, Legno, Metallo
- Esiste un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Neutro diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità che prende il soppravvento sulla Luce.

Schema della Forma Energetica Assoluta
- La Forma Energetica Assoluta è il massimo raggiungibile nella Forma Energetica
- La Forma Energetica si divide in tre livelli:
a) Livello Kou (alto) : lo ottengono solo l’Imperatore di Wuxing e l’Imperatore di Heru
b) Livello Heikin (intermedio): lo ottengono solo i generali di Wuxing e i servitori di Heru
c) Livello Tei (basso) – lo ottengono i samurai di Wuxing e tutti gli altri esseri viventi che hanno coscienza delle differenze.
- La Forma Energetica evoca magicamente un Animale chiamato Famiglio
  
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