FAN 1 CAP 3
III
Le
Stelle Sanno Anche Piangere
Harry
camminava rapido e silenzioso con quel “fagotto” fra le braccia
che aveva nome Draco Malfoy. Si schermava dalle insidie notturne dei
labirintici corridoi di Hogwarts con l'ausilio della bacchetta,
serrata fra due dita perchè tutte le altre servivano a sostenere il
peso del ragazzo biondo e ad offrirgli un comodo appoggio nel
tragitto. Harry infatti pensava che dormisse, sfinito;
non
volendo svegliarlo evitò movimenti bruschi e ogni tanto si fermò a
controllare che non fosse in posizioni troppo scomode. Oltre a
pararsi da eventuali attacchi da parte di Gazza e Mrs.Purr, o peggio,
Piton. Poteva sentire le mani del ragazzo all'altezza del suo petto,
e il fianco pallido, scoperto dalla pregiata stoffa di un angolo di
camicia che a tradimento, durante il tragitto, era uscito dai
pantaloni, ora era a contatto stretto con il suo addome. Tutto questo
lo rendeva nervoso e stranamente accaldato, ma la sensazione
predominante era completamente diversa. Harry aveva sviluppato una
sorta di senso di responsabilità nei confronti dei ragazzi che come
lui erano stati costretti a vivere l'incubo della guerra; in
particolare aveva preso a cuore la sorte degli studenti rimasti a
scuola, Serpeverde compresi. Draco Malfoy compreso.
Lo
trasportò fino alla Comune senza particolari problemi, ma davanti
all'ingresso si fermò per un po', incerto. Poi, assicurandosi di
essere solo,a parte Draco, sibilò una breve ma intensa litania in
serpentese, che senza rendersene conto fece rabbrividire il ragazzo
che aveva tra le braccia... il ritratto comunque, soggiogato, lo
lasciò entrare e rimase incredibilmente aperto. Harry sapeva di
doversi sbrigare; una volta arrivato alla camera del caposcuola
Serpeverde, decise di fare le cose con calma per non svegliare il
ragazzo. Appoggiò con delicatezza il suo fardello leggero fra le
lenzuola di seta e gli fece distendere gli arti morbidamente, in modo
tale che la mattina dopo non ne avrebbero risentito le sue ossa...
si sa che i principini sono delicati! Gli sistemò meglio la nuca sul
cuscino, che sprimacciò bene, e poi lo coprì con la coperta e la
trapunta verde, lisciandola sul suo corpo molle. Lo guardò serio,
coscente che il giorno dopo Draco non avrebbe ricordato nulla (come
si sbagliava!) , e lo accarezzò piano sulla testa, come fosse un
bambino piccolo. Poi si rialzò, gli diede finalmente le spalle e
tirando le tende del suo baldacchino, andò via.
Draco
non poteva crederci. Aveva sentito e sbirciato ogni cosa, ma non
poteva credere che proprio Harry James Potter si fosse preso la briga
di riportarlo al suo dormitorio, entrando nella Sala Comune dei
Serpeverde, e di perdere tempo addiritura per rimboccargli le
coperte! Così dolce... il cuore gli batteva all'impazzata e aveva
caldo dappertutto. Provava il desiderio folle di Harry disteso lì
con lui a fargli compagnia, ad alleviarlo da quell'amara solitudine
che lo stava facendo impazzire. Ma ciò che lo preoccupava di più in
quel momento, era quell'altra sensazione di calore, molto più intima
e incredibile, perchè invadeva una sfera che Draco in quanto Malfoy
non aveva mai esplorato: il suo cuore. Avvertì una fitta di
delusione e rammarico non appena, aprendo un poco di più gli occhi,
lo vide di spalle chiudere piano la porta e scomparire sotto quello
straordinario mantello, come un ladro di sogni che fugga il ricordo
delle sue vittime.
Un'altra
cosa lo tormentava, ora. Non il fatto della sua evidente inferiorità,
perchè tutto il rancore che prima lo cingeva in una camicia di forza
gli era stato risucchiato via dalla potenza devastante del nemico,
Potter lo Sfregiato, ed era stato poi sostituito da una nuova fonte
di energia, irradiata dalle braccia dell'amico, di un angelo
salvatore che lo aveva protetto con le sue ali invisibili sino a quel
momento; aveva la tremenda impressione di essersene accorto tardi.
No, adesso che aveva accettato di non poter raggiungere la sua
Nemesi, voleva almeno camminare al fianco del suo protettore,
e bearsi di quel calore per il resto dei suoi giorni. Scosse cauto la
testa, sogghignando al pensiero di cosa avrebbe detto suo padre nel
sentirlo preda di parole così melense... ciò che temeva di più era
però la cupa tristezza che quella sera più volte aveva impregnato
il verde ombroso di quei profondi smeraldi.
Draco
Lucius Malfoy, sconfitto da meno di un'ora a un duello doppio da
Harry Potter, strapazzandosi le mani al di sotto delle coperte
rimboccate, non meditava vendetta ma pensava a un modo per far
tornare a risplendere quegli occhi.
3 Settembre
La
mattina seguente Harry si svegliò stanco ma ancor più determinato
nel suo proposito. Entrò nella Sala Comune sperando di non svegliare
nessuno ma si accorse che qualcuno già c'era....
Nella
Stanza delle Necessità ,Tiger apriva finalmente gli occhi... per poi
richiuderli immediatamente.
-Porco
Griffindor, che diavolo...!!!- sbottò. In effetti non era da tutti i
giorni risvegliarsi con il ragazzo che hai sempre cercato di
ammazzare, (o peggio espellere!), da circa sette anni a quella
parte, mese in più mese in meno, praticamente nudo, e a stretto
contatto con parti del tuo corpo che in quel momento avresti
preferito non avere... una in particolare al momento gli stava
causando un grosso, grosso imbarazzo.
Vincent
guardava Neville a bocca aperta, ignorando la coperta che con i
movimenti inopportuni di entrambi era caduta sul tappeto quella
notte. Il serpeverde si sentiva incapace di qualunque mossa. E dire
che avrebbe potuto fare di tutto!
Il
ragazzo vicino a lui, ignaro di tutto, dormiva come un bambino,
tenendo le labbra leggermente dischiuse; una sottile ruga
d'espressione gli solcava la fronte proprio in mezzo agli occhi...
chissà, forse stava sognando. Notò i capelli leggermente scuriti
dal sole che ricadevano scomposti in ricciolini sulla fronte del
ragazzo e gli solleticavano il petto, dalla carnagione ben più
olivastra di quella del grifondoro; le curve piene delle labbra
apparivano ancora infantili, ma allo stesso tempo sensuali. Con gli
occhi scese lungo i tendini del collo, e più giù sulla giugulare e
poi sulle clavicole... in altri momenti si sarebbe fiondato a serrare
le dita su quella gola morbida e rosea per stringere con tute le sue
forze... solo che ora se ne sentiva completamente incapace. Neville
Paciock, quando dormiva, non era più l'imbranato cronico, il timido
della scuola, no, e nemmeno il guastafeste che nell'ultimno anno
aveva messo i bastoni tra le ruote ai Carrow e persino a Voldemort...
era un angelo. Tiger si accorse in tempo che gli occhi dell'altro
stavano per schiudersi e decise di fare buon viso a cattivo gioco,
aspettandosi una reazione isterica... che però non arrivò. Quando
gli occhi di Neville incontrarono i suoi, e si sgranarono sempre di
più, vagando sui loro corpi ancora mezzi intrecciati e sulla Stanza,
non un solo suono uscì da quelle labbra morbide e invitanti. No,
Neville scosse la testa e Vincent potè quasi leggerne il tremulo
labiale:
-impossibile-,
prima che il ragazzo vicino a lui decidesse che quella non poteva
essere la realtà , e si rimettesse supino a dormire. Una sola
domanda ora dilaniava il serpeverde: “ Ma quanto possono essere
rincoglioniti i Grifondoro di prima mattina!?!”
L'aula
di incantesimi non era mai stata tanto silenziosa come quella
mattina. Di solito Grifoni e Serpi non si lasciavano sfuggire
l'occasione di poter usare liberamente le bacchette per scatenarsi
gli uni contro gli altri, ma quel giorno mancava il principale motivo
di quegli sconvolgimenti: Harry Potter. Vitious, mentre spiegava come
al solito dal suo “scranno” rialzato, osservava la situazione con
curiosità . Di solito era Malfoy a iniziare le discussioni,
indirizzando commenti acidi a Potter e ai suoi amici, dopodichè gli
altri Serpeverde si sentivano in diritto di continuare le
provocazioni sostenendo il Principe. I primi a insultare I Grifoni,
che di certo non si risparmiavano nelle risposte, erano poi Tiger,
Goyle e la Parkinson, mentre Zabini preferiva stare zitto fino a che
le cose non degeneravano e non si necessitava della sua presenza, o,
alternativamente, di quella della brillante Hermione Granger. Questa
volta molte cose erano andate in modo diverso:
Draco
Malfoy non insultava nessuno, ma fissava il banco vuoto di Potter con
aria vacua;
Tiger
non aveva sostituito il Pricipe delle serpi, ma si fissava le dita
delle grosse mani cercando chissà cosa e agrottava le sopracciglia
in modo più cupo del solito;
Neville
Paciock, ultimamente il primo a trovarsi nel fuoco delle dispute,
aveva il volto completamente arrossato ed era più o meno nella
stessa posa di Tiger... sembrava essere tornato improvvisamente il
Paciock timido del pre-guerra;
Wesley
e Granger non prestavano attenzione agli insulti di Goyle e della
Parkinson, che ovviamente non si erano resi conto di niente,( per
loro continuare la guerra tra case era un gioco divertente oltre che
un dovere da serpi...), nè soprattutto badavano alla spiegazione. Il
che significava che qualcosa di grave era successo. Perché esisteva
un unico motivo plausibile per distrarre Hermione Granger da una
lezione valida per i MAGO: Harry Potter era di nuovo nei guai.
Vitious sospirò, mentre agitava la bacchetta e con una serie di
incanti non verbali attirava nuovamente l'attenzione su di sè,
causando un piccolo vortice di calamai e piume intinte, che sporcarono
dappertutto, e di pergamene e libri... Gazza avrebbe imprecato
abbondantemente contro di lui alla fine dell'ora. Un radioso sorriso
cancellò per un po' la sua nascente preoccupazione.
Alla
fine del pranzo in Sala Grande Draco non aveva ancora visto Potter, e
questo lo innervosiva parecchio. Così uscì non appena vide che la
Donnola e la Zannuta si erano alzati per andare chissà dove: aveva
bisogno di risposte , le avrebbe ottenute anche a costo di...
-Che
diavolo vuoi Malfoy, la lezione non ti è bastata?- ecco, appunto.
Draco
ingoiò il suo orgoglio e sospirò, preparato a una dura lotta: - No,
Weasel, volevo solo essere certo che il Bambino Sopravvissuto per
rompermi le palle fosse ancora vivo e vegeto... non si sa mai quando
un nuovo mago oscuro decida di sbucare da qualche caminetto con un pò
di polvere volante, no?-
-Oh,
capisco, volevi essere certo che le tue regali chiappe fossero al
sicuro... stagli lontano Malfoy e forse vivrai ancora a lungo, in
tempo per generare un nuovo serpentello – disse Ron, malevolo.
Draco
era furioso, ma non lo dimostrò.
-Che è
successo a Sfreggy?- chiese di nuovo; la Granger lo osservò con
intensità e bloccando sul nascere una battutaccia del fidanzato,
rispose: - non che siano affari tuoi, ma oggi ha ricevuto una visita
importante ed era assente giustificato … se il tuo era un tentativo
di togliere punti ai Grifondoro hai fatto cilecca. Ora scusaci ma
dobbiamo raggiungerlo... alla Torre di Astronomia Ronald? -
-Ehm,
si...ma!?-
-niente
ma, andiamo. Alla prossima Malfoy-
-Che
non sia troppo presto allora, Granger-
Draco
guardando con una punta di sorpresa le spalle della Granger, che si
stava allontanando con una certa fretta affiancata dal mentecatto
rosso, si chiese se quell'accenno non così velato riferito al luogo
dell'incontro con Potter fosse solo un caso o, come sospettava,la
Grifona aveva veramente provato ad aiutarlo all'insaputa del suo
ragazzo?
Remus
Lupin era sempre stato il “Professor Lupin” per Harry, anche dopo
che questi aveva lasciato la scuola. Nemmeno con la morte di Sirius
le cose erano cambiate: il ragazzo aveva sempre potuto contare su di
lui come un solido sostegno, come un adulto sul quale poter fare
affidamento, oltre che come amico; la faccenda di Teddy li aveva
molto avvicinati e la morte di Tonks per entrambi era stato un duro
colpo da digerire … Travolti dalla tristezza, ma anche dalla fioca
speranza di tornare a vivere pienamente, durante quella prima estate
di pace avevano tentato di ricostruire un nucleo familiare attorno al
bambino, ed Harry si prendeva cura di lui ad ogni luna piena; certo,
l'aiuto di Andromeda era stato indispensabile per supplire alla loro
inesperienza. Un giorno era capitato loro tra le mani un libro antico
che proveniva dalla biblioteca di tomi di magia oscura dei Black. Era
stato Kreacher a farlo avere al padrone. Grimmauld Place n 12 grazie
alla dedizione dell'elfo sembrava un'altra casa, perfetta per
crescervi Teddy, e perfetta anche per Remus ed Harry, che lì avevano
gli ultimi ricordi felici legati a Sirius. Nelle vecchie pagine
ingiallite avevano trovato un tesoro prezioso, e adesso che
finalmente i loro progetti stavano per dare qualche frutto… Harry
Potter digrignò i denti, sperando di riuscire a contenere la collera
che le parole di quella mattina gli avevano causato. Ma non poteva
dimenticare l'espressione sconvolta e intrisa di disperazione nelle
giovani rughe sul volto di Remus. E non voleva, per il bene di nessun
altro, lasciar perdere : avevano trovato finalmente un modo per far
tornare Sirius e quei maledetti Indicibili non ne volevano sapere di
rischiare l'incolumità loro e del Ministero per quella di un
criminale fuggito da Azkaban. Eh, già, oltre il danno la beffa.
Harry non era riuscito a dimostrare l'innocenza di Sirius dopo la
morte di Minus, perchè il corpo del traditore era stato divorato
dalla maledetta Nagini. Strinse forte il labbro inferiore fra i
denti, come se quel piccolo dolore avesse potuto frenare il suo
turbamento, la sua voglia di fare a pezzi qualsiasi cosa … o
persona, che gli fosse capitata a tiro in quello sfortunato momento.
Quella mattina in sala comune aveva incontrato proprio Remus; Ron e
Hermione invece se n'erano andati cinque minuti prima, dopo essere
stati con lui per più di due ore cercando di rincuorarlo e di farlo
anche ragionare … sapevano bene che quando era arrabbiato Harry
agiva prima e pensava poi... se fosse stato per lui il Ministero a
quell'ora non sarebbe stato altro che un mucchietto di cenere. Si
appoggiò al cornicione e posò sconsolato il capo sulle braccia
incrociate; dietro le palpebre abbassate stava avvenendo qualcosa che
era meglio restasse solo suo … non avrebbe sopportato l'ipocrisia
della gente che si faceva avanti con lui solo per rifulgere di luce
riflessa... quasi quasi preferiva avere a che fare con i
Serpeverde...
-Potter
! -
E chi se non il principe delle serpi, Draco Lucius Malfoy,
aveva avuto il culo di beccarlo in un momento così ...oddio, ora che
ci pensava, anche se a parti inverse era già accaduta una cosa
simile. Due anni prima si erano quasi ammazzati. “O per meglio
dire, io l'ho quasi ammazzato, con quel Sectusempra”
Harry
avvertiva la presenza di Malfoy alle sue spalle, solido come una
quercia, e allo stesso tempo percepiva la sua aura magica, ancora
fragile, come un guscio fatto di cristallo, ma priva, cosa strana
questa, di un briciolo di rancore.
La
voce strascicata improvvisamente si fece sentire più vicina
all'orecchio del moro:
-Potter,
dov'eri stamattina?-
Normalmente,
Harry avrebbe risposto con un deciso “ Non sono affari tuoi,
Malferret!”, ma questa volta proprio non poteva. Sbattè le
palpebre, sorpreso dal genuino interesse che sentiva affiorare nel
tono di voce dell'altro, ma non rispose, troppo impegnato
nell'impedire a dei suoni soffocati di trapelare dalla sua bocca.
Draco
dal canto suo iniziava a spazientirsi. Gli aveva fatto il favore
immenso di salire fin lassù, rovinandosi la suola delle scarpe nuove
per tanta fatica, alla faccia dei cattivi ricordi legati a quel
postaccio, e ora non lo degnava di una minima attenzione?!? Dopo
tutto il bel discorso del “voltare pagina” ?
-Potter...
Sfregiato, SAI CHE NON SOPPORTO ...- lo prese per un braccio e
staccandolo a forza dalla posizione in cui si trovava lo girò fino a
trovarselo davanti. Gli venne un dubbio.
-Potter...
non è che dormi, eh? -
In
effetti Harry era rigido nella presa di quelle mani bianche, con la
testa china e gli occhi serrati in modo incredibile. Eppure aveva
visto con i suoi occhi Wesley e la Granger, poco prima, mentre era in
attesa dietro a un colonna … li aveva sentiti discutere di qualcosa
di cui avevano appena parlato con Potter, quindi, a meno che
l'incontro con la Donnola avesse avuto effetti soporiferi, dubitava
che il ragazzo davanti a lui potesse essere realmente addormentato.
-Potter,
mi pigli per il culo!?!-disse, e lo scosse con violenza fino a che
un mezzo ghigno non apparse sulle labbra del Grifondoro:– mmm,
sarebbe quella l'idea, si-
Draco
divenne un cubetto di ghiaccio a quelle parole. Si sentì come preso
in giro, tradito nel profondo. Non aveva compreso la battuta, nè
aveva colto il sarcasmo amaro di quelle parole, nè aveva visto il
brillio acquoso proprio lì, nell'angolo dell'occhio sinistro. Harry
spesso si era chiesto se la gente per guardare la sua cicatrice
trascurasse sempre il particolare di quell'occhio, che era sempre il
primo a scintillare di lacrime salate. Ma Draco troppo confuso e
arrabbiato non se n'era accorto. Aveva avuto la sensazione tremenda
di essere stato preso in giro, sin dal duello... che fosse stato
tutto un piano di Potter e combriccola per fargliela pagare degli
anni passati? Lo vide a terra, inerme e senza bacchetta, (la Granger
aveva preferito sequestrargliela per evitare che facesse pazzie),
ancora prima di rendersi conto di avergli mollato un bel cazzotto.
Prima di rendersi conto delle scie perlacee lasciate scorrere
liberamente sulle guance arrossate. Sembrava che cercasse in tutti i
modi di trattenersi. Per orgoglio. Per paura. Per impotenza. Per
esperienza. Quel che era peggio … era ben lontano dalla fine di
quello sfogo. Draco rimase di stucco, semplicemente era troppo
sconvolto per proferire parola; sotto l'occhio destro di Potter
iniziava a uscire un alone violaceo … accidenti se l'aveva preso
in pieno! I primi singhiozzi arrivarono improvvisi e lo colsero
impreparato; Draco lo guardò piangere ad occhi spalancati, tremando
per lo sforzo di trattenersi; Harry si morse a forza le labbra e una
piccola goccia rossa scivolò da quello inferiore lungo il mento.
Seguendo l'istinto Draco allungò una mano e con il pollice asciugò
quell'unica goccia delicatamente; sotto quel tocco insolito Harry si
irrigidì per un attimo ma poi si calmò e i singhiozzi cessarono
lasciando libero corso a silenziose lacrime...
-So
che dovrei essere l'ultimo a chiedertelo Potter, ma si può sapere
che ti prende? Perchè sei sparito tutta la mattina? Al posto tuo
dopo ieri io mi sarei divertito a sfotterti e a umiliarti di fronte
all'intera scuola...-
A
Harry sfuggì un mezzo sorriso. Decise di essere sincero con lui …
Sentiva di potersi fidare. Così si asciugò gli occhi e preso un bel
respiro si ricompose, riacquistando un po' di lucidità :
-Ho
incontrato Lupin, che mi ha dato una notizia non proprio
entusiasmante. Mi sa che sarò da solo anche stavolta -
-In
che razza di guaio ti sei volontariamente cacciato Potter? Possibile
che il mondo magico non debba mai averne abbastanza delle tue
avventure? Ti prego dimmi che rischierai la vita anche stavolta, su
fammi felice!!!-
-non
cambi mai eh Malfoy?-
Harry
e Draco, ancora in quella strana posizione, si parlavano
stuzzicandosi come sempre … eppure questa volta entrambi sentivano
che qualcosa era cambiato. C'era un'atmosfera rilassata, nonostante
lo sfogo di Harry, eppure tra I due si percepiva una tensione quasi
elettrica.
Si
guardarono a lungo in silenzio.
Draco
si alzò. Tese la mano ad Harry.
Harry
la afferrò. La strinse forte e non la lasciò andar via.
-Mi
hai riportato al dormitorio ieri-
-Non è
una domanda -
-No-
-Allora
non hai bisogno di risposte-
-Sei
strano Potter. Temo che tu sia completamente andato a causa di quella
– e indicò la cicatrice a forma di saetta – e che sia
impossibile recuperarti... non che prima fossi un granchè -
-Mi
sei mancato Malfoy, non vedevo l'ora di sconfiggere Voldemort per
tornare qua a farmi sfottere da te un altro anno-
-non
scherzare Potter-
-Per
te Harry... e non sto scherzando -
-...-
-Ci si
vede in giro Draco-
Harry
Potter girò le spalle al biondo serpeverde e si incamminò con
rinnovato vigore alla Sala Comune dei Grifondoro, dove ahimè per
lui, lo attendevano Hermione e I suoi compiti di Pozioni. Nemmeno con
quella consapevolezza Harry riuscì a eliminare quel piccolo
striramento all'insù sulle sue labbra, un tiepido sorriso causato da
un ancor più confuso Draco Malfoy.
Draco
era rimasto nello stesso punto dove era stato lasciato, lì in quella
torre maledetta... e si diceva che il ricordo di Silente non lo
avrebbe sopraffatto mai più di quanto vedere Harry in lacrime avesse
già fatto. Le lacrime di una stella …
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