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Autore: Kira90    15/08/2009    2 recensioni
-Draco non aveva mai sentito il suono emesso da un cuore umano. I battiti del cuore di Harry Potter gli ricordarono una storia che Narcissa gli aveva letto quando era molto piccolo, una storia babbana, proibita, ma infinitamente dolce, infinitamente giusta … parlava di un uomo che ritrovava nelle stelle ridenti il ricordo del suo Piccolo Principe … “se le stelle potessero ridere davvero, questo che sento sarebbe il trillo della loro risata”.-
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FAN 1 CAP 3



III

Le Stelle Sanno Anche Piangere



Harry camminava rapido e silenzioso con quel “fagotto” fra le braccia che aveva nome Draco Malfoy. Si schermava dalle insidie notturne dei labirintici corridoi di Hogwarts con l'ausilio della bacchetta, serrata fra due dita perchè tutte le altre servivano a sostenere il peso del ragazzo biondo e ad offrirgli un comodo appoggio nel tragitto. Harry infatti pensava che dormisse, sfinito;
non volendo svegliarlo evitò movimenti bruschi e ogni tanto si fermò a controllare che non fosse in posizioni troppo scomode. Oltre a pararsi da eventuali attacchi da parte di Gazza e Mrs.Purr, o peggio, Piton. Poteva sentire le mani del ragazzo all'altezza del suo petto, e il fianco pallido, scoperto dalla pregiata stoffa di un angolo di camicia che a tradimento, durante il tragitto, era uscito dai pantaloni, ora era a contatto stretto con il suo addome. Tutto questo lo rendeva nervoso e stranamente accaldato, ma la sensazione predominante era completamente diversa. Harry aveva sviluppato una sorta di senso di responsabilità nei confronti dei ragazzi che come lui erano stati costretti a vivere l'incubo della guerra; in particolare aveva preso a cuore la sorte degli studenti rimasti a scuola, Serpeverde compresi. Draco Malfoy compreso.
Lo trasportò fino alla Comune senza particolari problemi, ma davanti all'ingresso si fermò per un po', incerto. Poi, assicurandosi di essere solo,a parte Draco, sibilò una breve ma intensa litania in serpentese, che senza rendersene conto fece rabbrividire il ragazzo che aveva tra le braccia... il ritratto comunque, soggiogato, lo lasciò entrare e rimase incredibilmente aperto. Harry sapeva di doversi sbrigare; una volta arrivato alla camera del caposcuola Serpeverde, decise di fare le cose con calma per non svegliare il ragazzo. Appoggiò con delicatezza il suo fardello leggero fra le lenzuola di seta e gli fece distendere gli arti morbidamente, in modo tale che la mattina dopo non ne avrebbero risentito le sue ossa... si sa che i principini sono delicati! Gli sistemò meglio la nuca sul cuscino, che sprimacciò bene, e poi lo coprì con la coperta e la trapunta verde, lisciandola sul suo corpo molle. Lo guardò serio, coscente che il giorno dopo Draco non avrebbe ricordato nulla (come si sbagliava!) , e lo accarezzò piano sulla testa, come fosse un bambino piccolo. Poi si rialzò, gli diede finalmente le spalle e tirando le tende del suo baldacchino, andò via.



Draco non poteva crederci. Aveva sentito e sbirciato ogni cosa, ma non poteva credere che proprio Harry James Potter si fosse preso la briga di riportarlo al suo dormitorio, entrando nella Sala Comune dei Serpeverde, e di perdere tempo addiritura per rimboccargli le coperte! Così dolce... il cuore gli batteva all'impazzata e aveva caldo dappertutto. Provava il desiderio folle di Harry disteso lì con lui a fargli compagnia, ad alleviarlo da quell'amara solitudine che lo stava facendo impazzire. Ma ciò che lo preoccupava di più in quel momento, era quell'altra sensazione di calore, molto più intima e incredibile, perchè invadeva una sfera che Draco in quanto Malfoy non aveva mai esplorato: il suo cuore. Avvertì una fitta di delusione e rammarico non appena, aprendo un poco di più gli occhi, lo vide di spalle chiudere piano la porta e scomparire sotto quello straordinario mantello, come un ladro di sogni che fugga il ricordo delle sue vittime.
Un'altra cosa lo tormentava, ora. Non il fatto della sua evidente inferiorità, perchè tutto il rancore che prima lo cingeva in una camicia di forza gli era stato risucchiato via dalla potenza devastante del nemico, Potter lo Sfregiato, ed era stato poi sostituito da una nuova fonte di energia, irradiata dalle braccia dell'amico, di un angelo salvatore che lo aveva protetto con le sue ali invisibili sino a quel momento; aveva la tremenda impressione di essersene accorto tardi. No, adesso che aveva accettato di non poter raggiungere la sua Nemesi, voleva almeno camminare al fianco del suo protettore, e bearsi di quel calore per il resto dei suoi giorni. Scosse cauto la testa, sogghignando al pensiero di cosa avrebbe detto suo padre nel sentirlo preda di parole così melense... ciò che temeva di più era però la cupa tristezza che quella sera più volte aveva impregnato il verde ombroso di quei profondi smeraldi.
Draco Lucius Malfoy, sconfitto da meno di un'ora a un duello doppio da Harry Potter, strapazzandosi le mani al di sotto delle coperte rimboccate, non meditava vendetta ma pensava a un modo per far tornare a risplendere quegli occhi.


3  Settembre

La mattina seguente Harry si svegliò stanco ma ancor più determinato nel suo proposito. Entrò nella Sala Comune sperando di non svegliare nessuno ma si accorse che qualcuno già c'era....



Nella Stanza delle Necessità ,Tiger apriva finalmente gli occhi... per poi richiuderli immediatamente.
-Porco Griffindor, che diavolo...!!!- sbottò. In effetti non era da tutti i giorni risvegliarsi con il ragazzo che hai sempre cercato di ammazzare, (o peggio espellere!), da circa sette anni a quella parte, mese in più mese in meno, praticamente nudo, e a stretto contatto con parti del tuo corpo che in quel momento avresti preferito non avere... una in particolare al momento gli stava causando un grosso, grosso imbarazzo.
Vincent guardava Neville a bocca aperta, ignorando la coperta che con i movimenti inopportuni di entrambi era caduta sul tappeto quella notte. Il serpeverde si sentiva incapace di qualunque mossa. E dire che avrebbe potuto fare di tutto!
Il ragazzo vicino a lui, ignaro di tutto, dormiva come un bambino, tenendo le labbra leggermente dischiuse; una sottile ruga d'espressione gli solcava la fronte proprio in mezzo agli occhi... chissà, forse stava sognando. Notò i capelli leggermente scuriti dal sole che ricadevano scomposti in ricciolini sulla fronte del ragazzo e gli solleticavano il petto, dalla carnagione ben più olivastra di quella del grifondoro; le curve piene delle labbra apparivano ancora infantili, ma allo stesso tempo sensuali. Con gli occhi scese lungo i tendini del collo, e più giù sulla giugulare e poi sulle clavicole... in altri momenti si sarebbe fiondato a serrare le dita su quella gola morbida e rosea per stringere con tute le sue forze... solo che ora se ne sentiva completamente incapace. Neville Paciock, quando dormiva, non era più l'imbranato cronico, il timido della scuola, no, e nemmeno il guastafeste che nell'ultimno anno aveva messo i bastoni tra le ruote ai Carrow e persino a Voldemort... era un angelo. Tiger si accorse in tempo che gli occhi dell'altro stavano per schiudersi e decise di fare buon viso a cattivo gioco, aspettandosi una reazione isterica... che però non arrivò. Quando gli occhi di Neville incontrarono i suoi, e si sgranarono sempre di più, vagando sui loro corpi ancora mezzi intrecciati e sulla Stanza, non un solo suono uscì da quelle labbra morbide e invitanti. No, Neville scosse la testa e Vincent potè quasi leggerne il tremulo labiale:
-impossibile-, prima che il ragazzo vicino a lui decidesse che quella non poteva essere la realtà , e si rimettesse supino a dormire. Una sola domanda ora dilaniava il serpeverde: “ Ma quanto possono essere rincoglioniti i Grifondoro di prima mattina!?!”




L'aula di incantesimi non era mai stata tanto silenziosa come quella mattina. Di solito Grifoni e Serpi non si lasciavano sfuggire l'occasione di poter usare liberamente le bacchette per scatenarsi gli uni contro gli altri, ma quel giorno mancava il principale motivo di quegli sconvolgimenti: Harry Potter. Vitious, mentre spiegava come al solito dal suo “scranno” rialzato, osservava la situazione con curiosità . Di solito era Malfoy a iniziare le discussioni, indirizzando commenti acidi a Potter e ai suoi amici, dopodichè gli altri Serpeverde si sentivano in diritto di continuare le provocazioni sostenendo il Principe. I primi a insultare I Grifoni, che di certo non si risparmiavano nelle risposte, erano poi Tiger, Goyle e la Parkinson, mentre Zabini preferiva stare zitto fino a che le cose non degeneravano e non si necessitava della sua presenza, o, alternativamente, di quella della brillante Hermione Granger. Questa volta molte cose erano andate in modo diverso:
Draco Malfoy non insultava nessuno, ma fissava il banco vuoto di Potter con aria vacua;
Tiger non aveva sostituito il Pricipe delle serpi, ma si fissava le dita delle grosse mani cercando chissà cosa e agrottava le sopracciglia in modo più cupo del solito;
Neville Paciock, ultimamente il primo a trovarsi nel fuoco delle dispute, aveva il volto completamente arrossato ed era più o meno nella stessa posa di Tiger... sembrava essere tornato improvvisamente il Paciock timido del pre-guerra;
Wesley e Granger non prestavano attenzione  agli insulti di Goyle e della Parkinson, che ovviamente non si erano resi conto di niente,( per loro continuare la guerra tra case era un gioco divertente oltre che un dovere da serpi...), nè soprattutto badavano alla spiegazione. Il che significava che qualcosa di grave era successo. Perché esisteva un unico motivo plausibile per distrarre Hermione Granger da una lezione valida per i MAGO: Harry Potter era di nuovo nei guai. Vitious sospirò, mentre agitava la bacchetta e con una serie di incanti non verbali attirava nuovamente l'attenzione su di sè, causando un piccolo vortice di calamai e piume intinte, che sporcarono dappertutto, e di pergamene e libri... Gazza avrebbe imprecato abbondantemente contro di lui alla fine dell'ora. Un radioso sorriso cancellò per un po' la sua nascente preoccupazione.



Alla fine del pranzo in Sala Grande Draco non aveva ancora visto Potter, e questo lo innervosiva parecchio. Così uscì non appena vide che la Donnola e la Zannuta si erano alzati per andare chissà dove: aveva bisogno di risposte , le avrebbe ottenute anche a costo di...
-Che diavolo vuoi Malfoy, la lezione non ti è bastata?- ecco, appunto.
Draco ingoiò il suo orgoglio e sospirò, preparato a una dura lotta: - No, Weasel, volevo solo essere certo che il Bambino Sopravvissuto per rompermi le palle fosse ancora vivo e vegeto... non si sa mai quando un nuovo mago oscuro decida di sbucare da qualche caminetto con un pò di polvere volante, no?-
-Oh, capisco, volevi essere certo che le tue regali chiappe fossero al sicuro... stagli lontano Malfoy e forse vivrai ancora a lungo, in tempo per generare un nuovo serpentello – disse Ron, malevolo.
Draco era furioso, ma non lo dimostrò.
-Che è successo a Sfreggy?- chiese di nuovo; la Granger lo osservò con intensità e bloccando sul nascere una battutaccia del fidanzato, rispose: - non che siano affari tuoi, ma oggi ha ricevuto una visita importante ed era assente giustificato … se il tuo era un tentativo di togliere punti ai Grifondoro hai fatto cilecca. Ora scusaci ma dobbiamo raggiungerlo... alla Torre di Astronomia Ronald? -
-Ehm, si...ma!?-
-niente ma, andiamo. Alla prossima Malfoy-
-Che non sia troppo presto allora, Granger-
Draco guardando con una punta di sorpresa le spalle della Granger, che si stava allontanando con una certa fretta affiancata dal mentecatto rosso, si chiese se quell'accenno non così velato riferito al luogo dell'incontro con Potter fosse solo un caso o, come sospettava,la Grifona aveva veramente provato ad aiutarlo all'insaputa del suo ragazzo?





Remus Lupin era sempre stato il “Professor Lupin” per Harry, anche dopo che questi aveva lasciato la scuola. Nemmeno con la morte di Sirius le cose erano cambiate: il ragazzo aveva sempre potuto contare su di lui come un solido sostegno, come un adulto sul quale poter fare affidamento, oltre che come amico; la faccenda di Teddy li aveva molto avvicinati e la morte di Tonks per entrambi era stato un duro colpo da digerire … Travolti dalla tristezza, ma anche dalla fioca speranza di tornare a vivere pienamente, durante quella prima estate di pace avevano tentato di ricostruire un nucleo familiare attorno al bambino, ed Harry si prendeva cura di lui ad ogni luna piena; certo, l'aiuto di Andromeda era stato indispensabile per supplire alla loro inesperienza. Un giorno era capitato loro tra le mani un libro antico che proveniva dalla biblioteca di tomi di magia oscura dei Black. Era stato Kreacher a farlo avere al padrone. Grimmauld Place n 12 grazie alla dedizione dell'elfo sembrava un'altra casa, perfetta per crescervi Teddy, e perfetta anche per Remus ed Harry, che lì avevano gli ultimi ricordi felici legati a Sirius. Nelle vecchie pagine ingiallite avevano trovato un tesoro prezioso, e adesso che finalmente i loro progetti stavano per dare qualche frutto… Harry Potter digrignò i denti, sperando di riuscire a contenere la collera che le parole di quella mattina gli avevano causato. Ma non poteva dimenticare l'espressione sconvolta e intrisa di disperazione nelle giovani rughe sul volto di Remus. E non voleva, per il bene di nessun altro, lasciar perdere : avevano trovato finalmente un modo per far tornare Sirius e quei maledetti Indicibili non ne volevano sapere di rischiare l'incolumità loro e del Ministero per quella di un criminale fuggito da Azkaban. Eh, già, oltre il danno la beffa. Harry non era riuscito a dimostrare l'innocenza di Sirius dopo la morte di Minus, perchè il corpo del traditore era stato divorato dalla maledetta Nagini. Strinse forte il labbro inferiore fra i denti, come se quel piccolo dolore avesse potuto frenare il suo turbamento, la sua voglia di fare a pezzi qualsiasi cosa … o persona, che gli fosse capitata a tiro in quello sfortunato momento. Quella mattina in sala comune aveva incontrato proprio Remus; Ron e Hermione invece se n'erano andati cinque minuti prima, dopo essere stati con lui per più di due ore cercando di rincuorarlo e di farlo anche ragionare … sapevano bene che quando era arrabbiato Harry agiva prima e pensava poi... se fosse stato per lui il Ministero a quell'ora non sarebbe stato altro che un mucchietto di cenere. Si appoggiò al cornicione e posò sconsolato il capo sulle braccia incrociate; dietro le palpebre abbassate stava avvenendo qualcosa che era meglio restasse solo suo … non avrebbe sopportato l'ipocrisia della gente che si faceva avanti con lui solo per rifulgere di luce riflessa... quasi quasi preferiva avere a che fare con i Serpeverde...
-Potter ! -
E  chi se non il principe delle serpi, Draco Lucius Malfoy, aveva avuto il culo di beccarlo in un momento così ...oddio, ora che ci pensava, anche se a parti inverse era già accaduta una cosa simile. Due anni prima si erano quasi ammazzati. “O per meglio dire, io l'ho quasi ammazzato, con quel Sectusempra”
Harry avvertiva la presenza di Malfoy alle sue spalle, solido come una quercia, e allo stesso tempo percepiva la sua aura magica, ancora fragile, come un guscio fatto di cristallo, ma priva, cosa strana questa, di un briciolo di rancore.
La voce strascicata improvvisamente si fece sentire più vicina all'orecchio del moro:
-Potter, dov'eri stamattina?-

Normalmente, Harry avrebbe risposto con un deciso “ Non sono affari tuoi, Malferret!”, ma questa volta proprio non poteva. Sbattè le palpebre, sorpreso dal genuino interesse che sentiva affiorare nel tono di voce dell'altro, ma non rispose, troppo impegnato nell'impedire a dei suoni soffocati di trapelare dalla sua bocca.
Draco dal canto suo iniziava a spazientirsi. Gli aveva fatto il favore immenso di salire fin lassù, rovinandosi la suola delle scarpe nuove per tanta fatica, alla faccia dei cattivi ricordi legati a quel postaccio, e ora non lo degnava di una minima attenzione?!? Dopo tutto il bel discorso del “voltare pagina” ?
-Potter... Sfregiato, SAI CHE NON SOPPORTO ...- lo prese per un braccio e staccandolo a forza dalla posizione in cui si trovava lo girò fino a trovarselo davanti. Gli venne un dubbio.
-Potter... non è che dormi, eh? -
In effetti Harry era rigido nella presa di quelle mani bianche, con la testa china e gli occhi serrati in modo incredibile. Eppure aveva visto con i suoi occhi Wesley e la Granger, poco prima, mentre era in attesa dietro a un colonna … li aveva sentiti discutere di qualcosa di cui avevano appena parlato con Potter, quindi, a meno che l'incontro con la Donnola avesse avuto effetti soporiferi, dubitava che il ragazzo davanti a lui potesse essere realmente addormentato.
-Potter, mi pigli per il culo!?!-disse, e lo scosse con violenza fino a che un mezzo ghigno non apparse sulle labbra del Grifondoro:– mmm, sarebbe quella l'idea, si-
Draco divenne un cubetto di ghiaccio a quelle parole. Si sentì come preso in giro, tradito nel profondo. Non aveva compreso la battuta, nè aveva colto il sarcasmo amaro di quelle parole, nè aveva visto il brillio acquoso proprio lì, nell'angolo dell'occhio sinistro. Harry spesso si era chiesto se la gente per guardare la sua cicatrice trascurasse sempre il particolare di quell'occhio, che era sempre il primo a scintillare di lacrime salate. Ma Draco troppo confuso e arrabbiato non se n'era accorto. Aveva avuto la sensazione tremenda di essere stato preso in giro, sin dal duello... che fosse stato tutto un piano di Potter e combriccola per fargliela pagare degli anni passati? Lo vide a terra, inerme e senza bacchetta, (la Granger aveva preferito sequestrargliela per evitare che facesse pazzie), ancora prima di rendersi conto di avergli mollato un bel cazzotto. Prima di rendersi conto delle scie perlacee lasciate scorrere liberamente sulle guance arrossate. Sembrava che cercasse in tutti i modi di trattenersi. Per orgoglio. Per paura. Per impotenza. Per esperienza. Quel che era peggio … era ben lontano dalla fine di quello sfogo. Draco rimase di stucco, semplicemente era troppo sconvolto per proferire parola; sotto l'occhio destro di Potter iniziava a uscire un alone violaceo … accidenti se l'aveva preso in pieno! I primi singhiozzi arrivarono improvvisi e lo colsero impreparato; Draco lo guardò piangere ad occhi spalancati, tremando per lo sforzo di trattenersi; Harry si morse a forza le labbra e una piccola goccia rossa scivolò da quello inferiore lungo il mento. Seguendo l'istinto Draco allungò una mano e con il pollice asciugò quell'unica goccia delicatamente; sotto quel tocco insolito Harry si irrigidì per un attimo ma poi si calmò e i singhiozzi cessarono lasciando libero corso a silenziose lacrime...

-So che dovrei essere l'ultimo a chiedertelo Potter, ma si può sapere che ti prende? Perchè sei sparito tutta la mattina? Al posto tuo dopo ieri io mi sarei divertito a sfotterti e a umiliarti di fronte all'intera scuola...-
A Harry sfuggì un mezzo sorriso. Decise di essere sincero con lui … Sentiva di potersi fidare. Così si asciugò gli occhi e preso un bel respiro si ricompose, riacquistando un po' di lucidità :
-Ho incontrato Lupin, che mi ha dato una notizia non proprio entusiasmante. Mi sa che sarò da solo anche stavolta -
-In che razza di guaio ti sei volontariamente cacciato Potter? Possibile che il mondo magico non debba mai averne abbastanza delle tue avventure? Ti prego dimmi che rischierai la vita anche stavolta, su fammi felice!!!-
-non cambi mai eh Malfoy?-
Harry e Draco, ancora in quella strana posizione, si parlavano stuzzicandosi come sempre … eppure questa volta entrambi sentivano che qualcosa era cambiato. C'era un'atmosfera rilassata, nonostante lo sfogo di Harry, eppure tra I due si percepiva una tensione quasi elettrica.

Si guardarono a lungo in silenzio.

Draco si alzò. Tese la mano ad Harry.

Harry la afferrò. La strinse forte e non la lasciò andar via.




-Mi hai riportato al dormitorio ieri-
-Non è una domanda -
-No-
-Allora non hai bisogno di risposte-

-Sei strano Potter. Temo che tu sia completamente andato a causa di quella – e indicò la cicatrice a forma di saetta – e che sia impossibile recuperarti... non che prima fossi un granchè -
-Mi sei mancato Malfoy, non vedevo l'ora di sconfiggere Voldemort per tornare qua a farmi sfottere da te un altro anno-
-non scherzare Potter-
-Per te Harry... e non sto scherzando -

-...-
-Ci si vede in giro Draco-

Harry Potter girò le spalle al biondo serpeverde e si incamminò con rinnovato vigore alla Sala Comune dei Grifondoro, dove ahimè per lui, lo attendevano Hermione e I suoi compiti di Pozioni. Nemmeno con quella consapevolezza Harry riuscì a eliminare quel piccolo striramento all'insù sulle sue labbra, un tiepido sorriso causato da un ancor più confuso Draco Malfoy.

Draco era rimasto nello stesso punto dove era stato lasciato, lì in quella torre maledetta... e si diceva che il ricordo di Silente non lo avrebbe sopraffatto mai più di quanto vedere Harry in lacrime avesse già fatto. Le lacrime di una stella …

  
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