Chiedo anticipatamente scusa per il
(decisamente mostruoso)ritardo …ma mi dilungherò su questo a fine
capitolo…
Intanto buona lettura…e ben trovati a
tutti!!
Capitolo 6: Just Married
Poco dopo le quattro di quel
sabato pomeriggio, la neve era cominciata a cadere sempre più fitta sul piccolo
paesino di Hogsmeade, tanto che Harry e Ginny fecero di corsa gli ultimi metri
prima di fermarsi sotto la pensilina del vecchio pub “I tre manici di Scopa”,
dove avevano appuntamento con il resto del gruppo.
“Siamo in orario?” chiese la
rossa strisciando gli stivali sullo zerbino all’ingresso.
“Direi proprio di no…” rispose
Harry sorridendole, mentre apriva con la spalla la porta del locale.
Concentrati su un grande tavolo
nell’angolo opposto del pub, lo schiamazzante gruppo di amici si girò verso la
porta e riconosciuti i due levarono un coro di “Ooooh…!!” “Finalmente!”
“Scusate il ritardo…” fece il
moretto cercando di allentare la sciarpa intorno al collo con una mano carica di
sacchetti.
“Ma dove diavolo eravate
finiti?!” domandò Seamus con un braccio sulla spalla di Lavanda.
“In giro a cercare i regali di
Natale per i suoi.” Harry riuscì a togliere anche il cappotto e a prendere posto
accanto a Ron.
“…e per lui.” Aggiunse raggiante
Ginny sedendosi accanto al ragazzo.
Luna la salutò agitando felice la
mano libera, poiché l’altra teneva saldamente quella di Neville.
“Oh…adesso si dice così?”
I ragazzi, eccetto Ron che invece
storse il naso, risero alla frecciatina di Simon.
“Io pensavo si dicesse…eravamo
appartati fino a 5 minuti fa…”
“No, direi di no.” Rispose
pacatamente Harry. “Come si spiegherebbe allora la mole di sacchetti che
trasciniamo da ore?”
“Potreste averli comprati tutti
stamattina…così dal dopo pranzo a ora che sono le sei avete avuto tutto il tempo
per…”
“Justin!!” Strillò Ginny
arrossendo.
“Tutti stamattina? Justin…si vede
che non conosci bene Ginny…” Ridacchiò Harry.
Ginny gli diede un colpo sul
braccio fingendosi offesa.
“Piuttosto…”continuò Harry “…che
ci siamo persi finora?”
“Niente di che. Stavamo
commentando la coppia dell’anno!” sorrise Calì.
Harry si voltò d’istinto verso
Ron, il quale si gongolava tutto tronfio di orgoglio.
Hermione alla sua sinistra
sorrideva cortesemente con le guance leggermente colorate di rosso.
“Chi, questi due? Badate che sono
smielatissimi! Davvero da nausea!” Rispose Harry.
“Confermo!” aggiunse Simon
“Stanno sempre a sbaciucchiarsi come due ventose e stanno sempre a tubare come
due piccioni!”
“Non è vero!” fece un piccolo
acuto Hermione.
“Sempre a sbaciucchiarsi?!
Simon…ma che fai? Spii? Forse ne hai visto solo uno un secolo fa e già l’hai
ingigantito?” Sorrise Ron con una vaga aria da uomo che la sa lunga “Dovevi fare
il giornalista! Tu si che vai forte con i pettegolezzi…”
“Parole sante, Ron…” sospirò con
un sorriso Terry abbassando il boccale quasi vuoto di burrobirra.
“A proposito di pettegolezzi…non
potete immaginare che tipo è quella nuova di Difesa contro le Arti Oscure…C’è
Gazza che le va dietro!” Raccontò Ginny.
“Gazza è un poveraccio
sessualmente represso. Andrebbe dietro anche dietro alla Cooman se non avesse
quella brutta fama…” Ridacchiò Ernie guadagnandosi le occhiatacce di Calì e
Lavanda.
“Che cosa ha che non va la
professoressa Cooman?” domandò stizzita la bionda.
“Solo qualche rotella mancante…”
rispose pronto Justin.
“Si, ma la professoressa di
Difesa contro le arti oscure non si può veramente definire un’insegnate! Non sa
nemmeno cosa sono i Bluming Palustri…!”
Alla frase di Luna seguì un
attonito silenzio durante il quale tutti i presenti al tavolo si domandavano
cosa diavolo fossero i Bluming Palustri…
“Ragazzi…questa la so pure io…”
giustificò Neville.
“Si, infatti voi due andate a
nozze…” ridacchiò Simon che ricevette uno scappellotto da Terry.
“Bhè…” spiegò Neville “…non sono
esseri molto comuni…si nutrono di piante palustri, come ad esempio
la Felix
Marmorea o la Caudartus Oenas, ma
prediligono la
Asio Rubecola…”
“Si. Decisamente sono una coppia
perfetta.” Borbottò ancora Simon sollevando la burrobirra per berne un po’.
Terry alzò gli occhi al cielo
disperata.
“Luna…scusami…” interruppe Harry
attirando così su di se gli sguardi di tutti “ Era da tanto che dovevo
chiedertelo, ma…cosa sono i Nargilli?”
Luna si sistemò meglio sulla
sedia e sbattè un paio di volte le palpebre.
“Credevo di avertelo spiegato
diverso tempo fa…”
“No, mi hai solo detto di starci
attento. Tutto qua.”
“Oh, sono degli animaletti
piccolissimi come degli insetti, che si annidano sotto le bacche bianche del
vischio; depositano le loro uova lì e quando si schiudono il ramo resta avvolto
da una nube di polvere molto urticante.”
“Ah, ecco…si, ci avevo pensato
agli insetti…”
“Harry…che ne dici se ordiniamo
anche noi?” domandò Ginny chiudendo il menù e poggiandolo sul tavolo.
“Ci penso io.” Fece Simon e prima
che chiunque potesse fermarlo saltò sulla sedia e urlò contro il bancone “MADAMA
ROSMERTA? LE PUO’ PORTARE ALTRE DUE BURROBIRRE? GRAZIE!!”
“SIMON!!” Strillarono in un coro
tutte le ragazze mentre lui si risedeva.
“Potevi essere meno maleducato!”
Lo canzonò poi Hermione.
“Le ho risparmiato il viaggio!”
“E tu che fai, Seamus? Sei al
ministero?” chiese Harry all’ex compagno di casata mentre Madama Rosmerta gli
metteva sotto il naso il boccale pieno di burrobirra calda e schiumante.
“No…sono collega di Hermione.
Vorrei specializzarmi in ustioni e lesioni da incantesimo.”
“Puoi fare pratica con Fred e
George. Sono due pazzi.” Scosse il capo Ron svuotando il bicchiere.
“Li ho visti fin troppo spesso da
quando sono al San Mungo.” Aggiunse Hermione.
“Però fanno dei bei prodotti!”
Sottolineò Terry. “Sono passata dal loro negozio l’altro giorno. E’ forte come
posto…e loro sono eccezionali!”
“Eh, già…marca Weasley!”
ridacchiò Ginny. “Su, Ron…ce la puoi fare anche tu! Per quanto per ora passi per
un idiota…”
“Ginny…!” sbottò il fratello
arrossendo come di rito.
Si rise ancora un po’, tra una
chiacchierata e l’altra.
Parlarono delle loro nuove vite,
di quanto invidiavano i bei tempi di Hogwarts…e di quanto sarebbe bello
frequentarsi benché sapessero tutti perfettamente che sarebbe stato molto di
rado, se non quasi mai.
Quando mancava poco meno di un
quarto d’ora alle sette, Ginny e Luna, ancora studentesse soggette al
coprifuoco, dovettero decretare la fine dell’incontro.
Harry e Ginny ora camminavano
verso l’ingresso del castello.
Mano nella mano.
Da sotto le sciarpe facevano
uscire nuvolette di fumo.
Faceva parecchio freddo, anche se
aveva smesso di nevicare e l’aria era ferma.
“Allora torni prima?” Le chiese
Harry fermandosi sotto il cancello custodito dai due gargoyle alati.
“Solo un giorno prima. Il 21. Mio
padre ha scritto formalmente alla Mc Granitt un permesso per tornare prima, così
da esserci per la cerimonia.” Disse lei entusiasta.
Harry cadde dalle nuvole.
“Cerimonia?”
“Il matrimonio di Tonks e Lupin,
no? E’ questo giovedì, ricordi?”
Harry si morse il labbro
schiaffeggiandosi mentalmente.
“Questo giovedì?” mugugnò.
“Non so se sono gli allenamenti
da Auror o i Nargilli di Luna, ma sei diventato un po’ più sbadato. O mi
sbaglio?”
“Scusa Gin…non lo ricordavo
proprio! Cioè…lo ricordavo…ma non mi ero reso conto che…accidenti! Ho perso pure
la cognizione del tempo!”
Ginny gli sorrise.
“Non fa niente. L’importante è
che te lo sei ricordato.”
“Che me l’hai ricordato.” La
corresse Harry.
I due si guardarono e
arrossirono.
Harry sperò che lei giustificasse
il suo rossore per il freddo, ma
anche lei aveva lo stesso colorito e non poteva che essere per lo stesso
motivo.
“Arrossiamo ancora come due
ragazzini…” sorrise Harry facendo sorridere anche lei che divenne ancora più
rossa e abbassò lo sguardo verso le scarpe che stavano spostando la neve intorno
a lei.
Ginny si aspettava il suo
saluto.
In queste situazioni, malgrado
stessero ormai da diversi mesi, gli prendeva un formicolio di eccitazione che
gli saliva sin dai piedi, poi su per le braccia, fin sul naso e le guance.
E qui arrossiva ancora di più e
senza un apparente motivo.
Perché sapeva che non era la
prima volta che baciava Ginny, ma gli dava sempre questa impressione.
Come se ogni volta fosse come la
prima.
Provava tutte queste sensazioni
tanto rapidamente che doveva scuotersi un po’ prima di abbracciare la sua Gin,
carezzarle un po’ i capelli e darle un dolce bacio sulle sue rosse labbra.
Poi…la magia finiva.
Si guardavano un breve attimo
prima di sorridere leggermente, e godere gli ultimi strascichi dell’atmosfera
romantica che li avvolgeva.
Harry stava davvero bene con
Ginny e davvero non vedeva l’ora che arrivassero le vacanze di Natale per
poterla avere più vicina.
“A giovedì...” Lo salutò lei.
“A giovedì.” Rispose lui mentre
le loro mani si allontanavano e lei superava i cancelli di Hogwarts per poi
risalire su per il lungo viale alberato che costeggiava il lago.
Harry la guardò allontanarsi fino
a che gli fu possibile.
Poi, non riuscendo più a
scorgerla, si strinse di più nel mantello e, nello stesso punto in cui si
trovava, scomparve smaterializzandosi a casa.
***
“Harry? Sono Simon! Allora…sto
arrivando, ragazzi! Porto le ultime cose.
Bhè…si…ok…non c’è altro!”
Era il pomeriggio successivo,
giorno del previsto trasloco di Simon.
Harry teneva la cornetta con la
spalla mentre controllava la cena in pentola.
“In ogni caso se dimentichi le
mutande a casa puoi sempre tornare a prenderle…”
“Oh…quelle le ho già prese…anzi
sono già nella mia nuova stanza. Ah! Ecco…dimenticavo di dirvi che porto con me
Whisky!”
“Whisky?!”
“Arrivo!!”
“No! Simon! Niente alcolici!!
Simon? Pronto?”
Suonarono alla porta e Harry,
sentendo che l’amico aveva riattaccato, chiuse la cornetta e la poggiò
violentemente sul tavolo per poi andare verso la porta.
“E’ Simon?” chiese Ron uscendo
dalla sua stanza.
“Me lo auguro!”
Aprì la porta: era davvero Simon,
con uno zaino nero sulle spalle, una scatola sotto braccio e…
“Quello cos’è?!” chiese il rosso
indicando il beagle che Simon teneva al guinzaglio.
Simon sorrise. “Da bravo,
Whisky…saluta Harry e Ron!”
Il cane abbaiò.
“Ecco…visto che educato il mio
cucciolotto...”
“E’ un cane!” Continuò a
indicarlo Ron.
“E che ti sembrava? Un orso
bruno?”
Harry prese sorridendo la scatola
da sotto il braccio dell’amico che entrò in casa.
“Speriamo solo che i vicini non
si lamentino mai…” Sospirò il moretto.
“Bene coinquilini…avete un
bicchier d’acqua per un povero assetato?” sorrise Simon guardandosi intorno.
“Ci penso io…” si offrì Ron
aprendo un’anta della cucina e porgendogli un bicchiere preso da li.
“E con questo che ci faccio?” lo
guardò il biondo.
“Se aspetti un attimo…sto
prendendo l’acqua dal frigo.”
“Ma va pure bene una
ciotola!”
Ron lo guardò stranito.
Simon, per risposta, indicò il
cane.
“E’ per Whisky.”
Ron sbuffò e gli tolse dalle mani
il bicchiere sostituendolo con la bottiglia d’acqua.
“Salve!!”
Tonks comparve all’improvviso in
mezzo alla stanza.
“Tonks!” esclamò Ron.
“Ehi Tonks…” salutò Harry.
“Felicitazioni!”
Harry, Ron e Tonks guardarono
Simon.
“Non è lei che si sposa?”
“Oh…si…Grazie!” rispose la
ragazza emozionata saltellando per un attimo sul posto, prima di tornare
ferma.
“Vi ho disturbato?”
“No…” rispose Ron, spegnendo il
fornello.
“Bhè…” fece lei battendo le mani
“…vi ho portato questi!” disse poggiando sul tavolo della cucina due grossa
scatole facendo così cadere il vaso con i fiori che Hermione aveva sistemato
quella mattina per ravvivare l’ambiente.
Whisky abbaiò seccato ai
frammenti del vaso per terra.
“Ops…scusate…”
“Non è niente…” rispose il rosso
uscendo la bacchetta dalla tasca e aggiustando il vaso con un rapido gesto di
bacchetta per poi riempirlo di nuovo con l’acqua del rubinetto e rimettergli i
fiori raccolti.
Si guardò bene dal rimettere il
vaso sul tavolo.
Piuttosto lo mise sul tavolino
accanto al telefono a debita distanza dalla ragazza dai capelli rosa.
“Sono i vostri vestiti per il mio
matrimonio!” Esultò Tonks battendo le mani felice.
“Ehi! Grazie…che bel pensiero! Io
pensavo di mettermi il completo che ho messo per la festa delle matricole…”
disse Harry sedendosi al tavolo.
“Già anch’io!” Gli fece eco
Ron.
“Oh! Ma questi non hanno niente a
che vedere con quel tipo di abiti…questi sono tipici del mondo dei maghi! Solo
per le nozze! Li ho ritirati solo ora…Molly mi ha fornito questa settimana le
vostre taglie e li ho fatti confezionare apposta per voi!!”
Ron corrucciò la fronte
preoccupato. “Non ci sono abiti tipici nel mondo dei maghi per i matrimoni…”
“Non per gli invitati comuni…”
sorrise passando lo sguardo prima verso Harry e poi verso Ron. “Ma per i pagetti
e le damigelle si!”
“PAGETTI?!” Urlarono.
“Certo! Ginny ed Hermione fanno
le damigelle e ne erano ben felici!” Vide le facce sconvolte dei due ragazzi e
fece un paio di saltelli eccitata “Allora…volete vederli?”
Prese il loro mutismo per un si e
tirò fuori le due scatole dai sacconi.
Harry e Ron si guardarono
preoccupati, mentre Simon afferrava una mela dalla fruttiera e si avvicinava a
Tonks per guardare.
Diede un morso al frutto e smise
di masticare non appena fu scoperchiata la prima delle due scatole.
“Tadaaan!” Sorrise Tonks in preda
ad un euforico entusiasmo per nulla contagioso. “Carino no?”
Sembrava un vestito da domatore
da circo.
Una lunga giacca grigia gessata
in completo con i pantaloni, una camicia con il colletto a sbuffo di un bel
color crema acceso, un allegro papillon color fragola e scarpe lucide color
mogano.
“E per finire…” fece levitare fin
sulla testa di Ron un cappello a cilindro.
“Devono ballare il tip-tap al
ritmo della marcia nuziale?”
“No, no, Simon! Devono solo
anticiparmi! Cammineranno davanti a me che invece arriverò con Ginny ed Hermione
che sorreggeranno il mio velo…Oh! Il loro vestito è un’amore!”
Per un breve istante Harry ebbe
la fugace visione di Ginny in un abito fuxia molto pomposo con i guantini rosa
confetto e le scarpette a bambolina verde acido.
Alla vita una fascia gialla.
Nel complesso l’abito non solo
stonava nei suoi vari pezzi…ma il peggio era proprio l’averlo messo indosso a
Ginny, che con i suoi bei capelli rossi dava davvero il colpo di grazia.
“E’ inutile che li proviate…So
già che vi stanno!” Chiuse la scatola Tonks con aria molto soddisfatta. “ Come
vi ho già detto…Molly mi ha fornito le vostre misure e Molly non sbaglia mai! Ci
vediamo!”
“No, Tonk!” La fermò Ron sulla
soglia.
“Aspetta! Noi…non siamo adatti a
fare i pagetti!” insistette Harry con voce isterica.
“Come no? Certo che lo siete! E
poi fate pure coppia con le vostre due ragazze! Devo ammettere che ero tentata
di chiederlo a Kingsley e a Moody, ma mi sono resa conto che per loro sarei
diventata davvero troppo cattiva nella scelta del vestito…e il mio matrimonio
non deve essere certo una festa in maschera…!” Tonks si sistemò meglio la
borsetta e aprì l’uscio di casa. “Fatemi andare, ragazzi…ho ancora un mucchio di
cose da fare! Ciao, ciao!!”
Disse aprendo l’ascensore
arrivato proprio in quel momento e chiudendo la porta davanti al naso di
Ron.
“Che bello!” Esclamò Simon
gettandosi sul divano “Carnevale arriva con due mesi d’anticipo! Non è
fantastico?!”
Ancora una parola, e Simon
sarebbe stato la loro cena.
***
Svegliarsi la mattina presto per
le lezioni in Accademia non era mai stato facile, e solo la forza di volontà più
tenace permetteva loro di alzarsi in tempo per arrivare ogni giorno quasi
puntuali.
Ma quel giovedì mattina, Harry e
Ron avevano tantissimi validi motivi per cui non c’era motivo di alzarsi!
Malgrado avessero puntato la
sveglia alle 8, invece che alle solite 6 del mattino…
Primo fra tutti quello era il
giorno delle nozze di Tonks e Remus.
Il resto delle motivazioni era
fortemente implicato.
Avrebbero dovuto fare i pagetti
alle nozze, quindi sarebbero entrati lungo la navata centrale, uno accanto
all’altro spargendo petali al suono della marcia nuziale, sotto gli occhi di
parenti e amici.
Numero uno.
Numero due.
Avrebbero preso posto proprio
dietro agli sposi, quindi sarebbero stati pure immortalati centinaia di volte da
quelle maledette macchine fotografiche, e in un futuro i figli dei figli dei
loro figli li avrebbero additati ridendo come matti.
Numero tre.
Si sarebbero dovuti vestire nel
modo più improponibile e di cattivo gusto che mai e dico mai ci si potrebbe
immaginare.
E’ già difficile, scomodo e per
nulla gradevole doversi impomatare tutto per una festa, o matrimonio che
sia.
Rendere ancora più complicata la
loro vestizione non era proprio una saggia idea.
Harry uscì dalla camera
contemporaneamente a Ron che usciva dalla sua, proprio di fronte.
Si guardarono per un attimo e con
uno sguardo furioso capirono che non avevano nemmeno voglia di prendersi in giro
e riderci su.
Quella era decisamente una
giornata no.
Simon invece era già uscito per
le lezioni in Accademia.
Lui non aveva alcun motivo di
esenzione.
Avrebbero volentieri fatto a
cambio, per quel giorno…
Harry sistemò la bacchetta nella
tasca interna della giacca e dopo un sospiro sconsolato capì che non avevano
alternative e si smaterializzarono vicino alla chiesetta, dove si sarebbe svolta
la cerimonia.
“In fondo…è solo per oggi,
no...?” Cercò di sdrammatizzare Ron tenendo in una mano la tuba.
“Sto cercando di convincermi di
far passare tutto questo come un personale regalo di nozze a Remus e Tonks…”
rispose Harry svoltando l’angolo a passo veloce.
Ma quando arrivarono trovarono
una nervosissima Tonks in un sontuoso abito da sposa che marciava avanti e
indietro sui gradini della chiesa il cui portone era, per ragioni sconosciute,
chiuso.
Vicino a lei i ragazzi del
negozio di fiori si scambiavano occhiate incerte.
“Avevo detto NIENTE margerite!”
Disse la ragazza a denti stretti arrestando il suo avanti e indietro. “Remus
ODIA le margherite! Lo fanno starnutire! E guardate un po’ com’è composto il
buchè…? Margherite e gigli! Io odio i gigli! Quelli fuxia soprattutto!! E poi le
margherite puzzano!” Agitò le braccia all’aria e riprese la sua marcia.
“Signora…” tentò uno dei ragazzi
“…le abbiamo già provato a spiegare che non c’è più il tempo di…”
“Il tempo c’è eccome! Portatemi
il buchè che avevo ordinato!” Puntò il dito contro quel povero malcapitato.
“Mughetti e rose rosse. MUOVERSI!”
I tre ragazzi inciamparono per i
gradini e salirono sul furgoncino della “Magic Bloom” posteggiato proprio
davanti.
“Ma non è tempo di mughetti! Dove
li troviamo i mughetti?!” Chiese disperato uno chiudendo la portiera.
“Zitto e andiamo…vediamo che
riusciamo a fare…” disse l’altro mettendo in moto.
“Ma santo cielo! Dov’è Remus?
Aveva detto che veniva prima di tutti con il violinista…” disse Tonks quasi in
lacrime.
“Sta calma…sono certa che
arriverà a momenti…” tentò di rincuorarla Molly, ma sembrò non sortire alcun
effetto.
“Ehi! Ciao, ragazzi!” Disse il
maggiore dei fratelli Weasley notando che Harry e Ron si erano appena aggiunti
al gruppo.
“Avete dopo un ballo in
maschera?” Chiese prontamente George.
“Ah. Ah. Ah.” Rise tetro Ron
tamburellando sul cilintro.
“Ecco l’acqua, Tonks! Fortuna che
c’era quel bar all’angolo…” Ginny ed Hermione salirono in quel momento i gradini
della chiesa fornite di un paio di bottigliette d’acqua e qualche bicchiere.
Erano molto graziose: indossavano
due semplici vestitini bianchi dall’ampia gonna, guentini e una coroncina di
fiori bianchi in testa.
Si tenevano strette ai mantelli
per il freddo.
Bhè…siamo a dicembre…c’è tanta
neve pure per le strade…
Si scambiarono un breve sguardo
con Harry e Ron, sorridendo prima di prodigarsi nella distribuzione
dell’acqua.
“Come mai è tutto chiuso?” Chiese
Harry alzando lo sguardo verso il portone.
“Non c’è nessuno.” Spiegò
Charlie.
“E noi stiamo tutti qui a morir
di freddo.” Borbottò Moody.
“Ma no, Malocchio…” ridacchiò
Turner poggiandogli una pesante pacca sulla spalla. “…non senti che bel tepore?”
rise largamente.
“Piantatela, tutti e due! E’ già
difficile così per la povera Tonks!”
Turner alzò una mano in segno di
scusa.
Dal nulla comparve in quella
confusione il povero sacrestano che non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto
di cosa stava per succedergli che fu afferrato per la giacca da una furente
Tonks.
“Dov’è…il…prete.” Disse scandendo
bene le parole.
Probabilmente Tonks temeva di
essere ancora fraintesa…
“Io…io…io…io…” balbettò il
poveraccio.
“Lo porti qui subito.” Lo lasciò
andare Tonks.
Il sacrestano non se lo fece
ripetere una seconda volta e riapparve dopo nemmeno un minuto trascinando il
prete.
“Signor Bibbs! La prego!” Si
districò il prete. Poi riconobbe la sposa. “Figliola! Che piacere vederti…ma…che
succede?”
“Padre…e il mio matrimonio?”
Piagnucolò lei.
“Ma…ma…” Il prete congiunse le
mani davanti alla bocca pensieroso. “Non è il 29 Gennaio?”
“No! E’ oggi!” Sospirò Tonks e la
madre cercò di confortarla carezzandole una guancia.
“Oh! Giusto…il 29 Gennaio sposo
quella coppia del Kent, si…ora ricordo…”
“E credo che per il 29 Gennaio
sarò io ad essere impossibilitato, padre…” Remus era comparso all’improvviso
vicino a loro con aria piuttosto stanca.
“Parlate della luna piena, signor
Lupin…”
Remus alzò le spalle.
Tonks scese rapidamente i gradini
e l’abbracciò. “Grazie al cielo sei qui…”
“Ho avuto qualche contrattempo.”
Cominciò a spiegare Remus.
“Dov’è il violinista?” Chiese la
ragazza guardandosi intorno.
“Ecco…volevo parlarti proprio di
questo, tesoro…” si morse il labbro lo sposo.
“Dov’è…il…violinista.”
“A casa. Con la febbre. Alta.
Molto alta. Non potrà venire.”
Tonks inspirò nervosamente
proprio mentre padre Tobias spalancava il portone della chiesa ed esclamava
allegro “Forza! Tutti dentro, che fuori si gela!”
“Ma non preoccuparti tesoro! Ho
temporeggiato proprio perché sono andato alla ricerca di una soluzione! E l’ho
trovata! Arriva subito!”
Disse Remus sorridendo un
po’.
Lo sguardo di Tonks lo
preoccupava…
Apparve dal nulla un ragazzotto
sui vent’anni, vestito di stracci e con un violino in mano.
“Troppo presto, signor
Lupin?”
“Tempismo perfetto, Zick!
Cominciamo? Io non sto più nella pelle…”
Tonks sospirò arrendendosi e
entrando si tolse il mantello di lana bianco che la riparava dal freddo
invernale.
“Harry…Ron…sapete cosa fare,
giusto?” chiese guardandosi intorno emozionata.
“Ehm…niente petali da spargere a
terra?” domandò Harry mettendosi in testa al tuba.
Tonks alzò gli occhi al cielo.
“E’ già tanto se riesce ad arrivare il buchè in tempo!”
Neanche a dirlo…ricomparve uno
dei ragazzi della “Magic Bloom” che mise tra le braccia della sposa il buchè e
scomparve con un semplice “Felicitazioni vivissime dalla ‘Magic Bloom’,
signora!”
Tonks guardò il buchè.
“Margherite e rose rosse. Non avevo chiesto altro…” Sbuffò spazientita. “Vi
prego…cominciamo! Non ce la faccio più!”
Harry e Ron annuirono e
avanzarono lungo il corridoio centrale della chiesetta.
Il violinista mendicante cominciò
una marcia nuziale con qualche stonatura che accompagnò il corteo.
Erano davvero in pochi invitati.
Gli intimissimi amici della
coppia.
I Weasley, che già riempivano per
metà…
Diversi Auror, colleghi di
Tonks…
Pochi parenti, la maggior parte
della sposa…
Padre Tobias, il sacrestano e il
violinista.
Quando Harry e Ron arrivarono
davanti all’altare il primo si sedette alla sedia alla sinistra della sposa, il
secondo alla destra dello sposo.
Dopo Tonks, che sorrise
arrossendo a Lupin, le due ragazze che presero posto accanto al rispettivo
compagno.
Dopo un’estenuante predica, il
ministrante chiese ai due quasi sposi di alzarsi in piedi e di pronunciare il
giuramento del matrimonio.
Hermione già singhiozzava accanto
a Ron da qualche minuto, facendo da eco ad Andromeda e a Molly.
Proprio perché si era arrivati al
momento clou, Arthur Weasley diede una gomitata in petto a Moody che si era
addormentato a metà sermone.
L’occhio dell’Auror fece un gran
volo, non appena Malocchio si destò all’improvviso e atterrò proprio ai piedi di
Tonks e Remus che si tenevano già le mani.
La sposina urlò per lo spavento e
si allontanò dai sedili.
Anche Remus ebbe la stessa
reazione, colto alla sprovvista dall’insolito bombardamento.
Padre Tobias sbuffò e prese
l’occhiò con un fazzoletto per poi riconsegnarlo al legittimo proprietario che
ringraziò sorridendo.
Harry e Ron si guardarono e per
poco non scoppiarono a ridere.
“E stia più attento la prossima
volta…” lo ammonì il prete tornando sull’altare.
Finalmente sposi, Tonks e Remus
si alzarono dirigendosi verso l’uscita, tra gli applausi degli invitati e i
fischi gioiosi dei gemelli Weasley.
“Il riso!” Gridò Harry
sporgendosi per prenderne un pugno. “Passate qua il riso!”
“Tieni, Harry…” disse Hermione
porgendo il cesti nello che lo conteneva.
“Graz…”
Ma un enorme boato coprì le sue
parole.
Molly per lo spavento inciampò
nel tappeto rosso e cadde giù per le scale.
Era crollato il grosso lampadario
che fino ad un attimo prima troneggiava sopra le teste dei due sposini, che per
il fortuito caso erano già quasi all’uscita.
Tutti si guardarono terrorizzati,
poi si precipitarono su Molly e l’aiutarono a rimettersi in piedi.
“Tout bien, Mollì?” Domandò
spaventata Fleur cercando col marito di alzarla, ma fu necessario anche
l’intervento di Harry e Ron.
“Accidenti! No! Credo….credo di
essermi presa una bella storta…”
“L’accompagno al San Mungo.”
Decretò Arthur senza ammettere eccezioni.
“Vengo con te, papà…” si offrì
Bill.
“Si, ecco…bravo. Scusate
ragazzi…noi andiamo…” disse rivolto ai due sposi. “Proprio una bella
cerimonia.”
“Vi aspettiamo al rinfresco,
Arthur!” Gli riuscì a dire Remus un attimo prima di vederli sparire.
“Speriamo non sia niente di
grave…” si morse il labbro Ginny preoccupata per le condizioni di salute della
madre.
“Dai…” la rincuorò Ron. “Mamma è
una roccia…”
“Non vedo l’ora di
mangiare…chissà che ci sarà al rinfresco…” Sdrammatizzò Turner chiacchierando
vicino a loro con Moody.
Ma anche al rinfresco…
“Abbiamo avuto…come dire…un
piccolo…piccolo problema con le cucine.” Cercò di spiegarsi il direttore del
locale. “I nostri cuochi…oggi…hanno deciso di fare…sciopero. Speravo di
dissuaderli prima del vostro arrivo…per questo non vi ho avvertiti…”
Anche Remus restò a bocca aperta.
“Uno sciopero nelle cucine?”
“Proprio oggi?” Balbettò Tonks
accanto a lui.
Il direttore allargò le braccia.
“M dispiace, signora. Comunque…congratulazione vivissime per le vostre nozze…”
esclamò gioviale il distinto mago che ora rischiava la morte…recepito che non
tirava aria, decise che era meglio per lui sparire.
Comparvero Arthur, Molly e Bill
di ritorno dal San Mungo.
“Mamma!” Le corse incontro Ginny
seguita da Ron, Hermione e Harry. “Come stai?”
“Oh, bene…bene…niente di rotto…mi
hanno dato una pozione che mi ha rimesso in piedi…ma che succede?”
Tonks singhiozzava disperata
sulla spalla del marito.
Remus le carezzava i capelli
ancora sotto il velo da sposa e cercava di calmarla.
“Doveva essere tutto perfetto!
Doveva essere un giorno indimenticabile, e invece è stato un colossale
disastro…!”
“Tesoro…guarda che sarà lo stesso
un giorno indimenticabile!” tentò di rassicurarla Remus.
“Si…il matrimonio più
disastroso del mondo!!”
“No…ci siamo sposati! Non è già
tanto? Io direi che p molto più importante questo che non le margherite nel
buchè…”
La ragazza asciugò le lacrime e
sorrise debolmente.
“Hai ragione…”
“Se volete…” Azzardò Molly
“…posso preparare in un attimo polpette, patate e qualcos’altro…”
E così andarono tutti alla Tana,
servendosi ad un buffet improvvisato.
“Allora…il prossimo Weasley a
sposarsi è Charlie!” rise Turner.
“Si…magari…se ne trovassi una…”
mugugnò il ragazzo mangiando la torta al cioccolato comprata in una pasticceria
di Diagon Alley.
“Chi vuole un thè caldo?”
Domandava Molly girando intorno agli invitati seguita da un grande vassoio.
Harry sorrise guardandosi
intorno.
Si stava davvero bene alla Tana,
per quanto risultasse piccola con tutta quella gente.
Ginny sedeva sul divano accanto a
lui e con un sorriso gli consigliò di passarsi il tovagliolo sulle labbra
leggermente sporche di cioccolato.
Furono di nuovo a Londra solo a
notte inoltrata.
Ron aprì la porta di casa e
trovarono Simon, sul divano con il computer portatile sulle gambe, gli
auricolari alle orecchie e Whisky accanto che seguiva ogni sua mossa del
gioco.
“Simon….sono le 3 del mattino…”
sospirò Harry togliendosi la giacca.
Il biondino si tolse gli
auricolari. “Bella festa?”
“Si…” mugugnò assonnato Ron.
Harry fu certo che l’amico non si
fosse accorto del computer che teneva Simon in bella mostra, perché se così non
fosse stato avrebbe cominciato a tempestare di domande.
“Noi andiamo a letto.” Annunciò
Harry entrando nella sua stanza.
“Domani viene Terry.”
“A pranzo?” chiese Ron bevendo un
bicchier d’acqua.
“No…a dormire!”
“Come?!” si affogò Ron.
“Perché no? Dai…invitiamo pure
Hermione e Ginny…” Insistette il biondo.
“Ma neanche per una notte,
Simon…Se venisse a saperlo la madre di Ron…”cominciò in difesa Harry.
“Ginny ha già dormito qui, non
vedo dove sia il problema…”
“Ma con Ginny è diverso!”
“Cosa c’è di diverso?” rise Simon
allargando le braccia. “Ginny è la tua ragazza, no?”
“Si, ma…”
“Terry è la mia ragazza?” si
indicò il petto Simon.
“Simon…quell’unica volta che
Ginny ha dormito qui è stata proprio sua madre a proporlo…”
“E questa volta lo propongo
io…dai…” lo pregò mettendosi in ginocchio davanti a lui.
“E dovrebbe dormire con te? Nel
tuo letto?” alzò un sopracciglio Harry.
“Non sarebbe la prima volta…”
quel sorriso furbo diceva molto più di quanto usciva dalla bocca del
ragazzo.
“E sia.” Cedette Harry.
“Comunque era già deciso che
venisse Ginny, domani…” si intromise Ron appoggiato al frigo.
“Ginny?” si voltò il moretto
verso di lui.
“Bhè…si! Mamma e papà partono
domani per la
Romania con Charlie…passeranno il Natale con lui…Ginny resta da
noi! Non te l’ha detto?”
Simon capì tutto prima di tutti.
“Harry…credo sia meglio che tu dimentichi tutto quello che ha appena detto
Ron…”
“Scherzi? Sono contentissimo!
Ginny qui da noi per le vacanze di Natale…è meraviglioso! E con l’approvazione
della signora Weasley…” si passò felice una mano tra i capelli.
“Probabilmente…se Ginny non ti ha
voluto dire i suoi programmi per le feste era proprio per farti una
sorpresa…”
Ron arrossì. “Ops…scusa
Harry…”
“Voi che fate per Nateale?”
domandò Simon chiudendo il computer e mettendosi in piedi. “Partite?” si
stiracchiò.
“No…non credo…resteremo
sicuramente qui.” Rispose Harry sedendosi su una sedia e slacciandosi le
scarpe.
“Io e Terry partiamo dopo domani
mattina con i miei. Andiamo in Valtellina, a sciare. Per questo viene prima
qui…per essere già insieme per la partenza…”
“Sciare?” domandò Ron. “”Vuoi
dire…scivolare sulla neve con due assi di legno ai piedi?”
“Si…ed è molto divertente se non
prendi un pino, caro scettico che non sei altro…Ora alziamo le chiappe e andiamo
a dormire…domani ci aspetta l’ultima giornataccia di Accademia prima delle
feste…oggi nessuno dei nostri allenatori è stato clemente con me oggi, malgrado
sia stato l’unico della squadra a presentarmi…”
“Domani mattinata di formazione…”
sospirò Ron amareggiato.
“Almeno il pomeriggio sarà più
allettante…abbiamo Volo e Nuoto…” si mise in piedi Harry.
“E la serata sarà decisamente
meglio con le ragazze qui!!” concluse Simon entrando in camera sua e decretando
così la fine di quella giornata.
Continua…
Decisamente…imperdonabile!
Due anni di attesa per il seguito di
"Accademia"…chiedo perdono…ma sto cercando di rimediare!
Saluto affettuosamente chi seguiva le nostre
storie…e altrettanto affettuosamente i nuovi lettori!
Non prometterò costanza, anche perché siamo
alle porte del nuovo anno accademico…ma prometto di metterci più impegno,
sperando di tornare al più presto con i ritmi serrati che avevo
prima.
Per gli interessati…ho postato qualche
giorno fa la famosa C.I.T.A. (citata nel capitolo precedente a questo),
altrimenti detta: “Cause Is The Allow”.
Viene prima di “Accademia” e del “Ballo In
Fa Diesis Minore”…spero vi piaccia…saranno diversi capitoli…ma sono già tutti
ribattuti al computer e quindi con quella storia sarò sicuramente più
veloce…
Spero siate contenti di rivederci come lo
siamo noi di essere di nuovo in rete!!
Vi mando un grosso
salutone!
Spero possiate perdonarci…ma…se tutto va
bene…siamo tornate!
Grazie di cuore per tutto l’appoggio che ci
avete dato in questi anni di assenza…
Padfoot
|