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Autore: Marauders    19/08/2009    3 recensioni
Dedicata a quelli che come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà completamente diversa come quella dell’università o simili. Ho descritto questo posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito una materia. Spero che anche chi non ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di trasmettere. A voi tutti do il benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona lettura! Padfoot
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chiedo anticipatamente scusa per il (decisamente mostruoso)ritardo …ma mi dilungherò su questo a fine capitolo…

Intanto buona lettura…e ben trovati a tutti!!

 

Capitolo 6: Just Married

 

Poco dopo le quattro di quel sabato pomeriggio, la neve era cominciata a cadere sempre più fitta sul piccolo paesino di Hogsmeade, tanto che Harry e Ginny fecero di corsa gli ultimi metri prima di fermarsi sotto la pensilina del vecchio pub “I tre manici di Scopa”, dove avevano appuntamento con il resto del gruppo.

 

“Siamo in orario?” chiese la rossa strisciando gli stivali sullo zerbino all’ingresso.

 

“Direi proprio di no…” rispose Harry sorridendole, mentre apriva con la spalla la porta del locale.

 

Concentrati su un grande tavolo nell’angolo opposto del pub, lo schiamazzante gruppo di amici si girò verso la porta e riconosciuti i due levarono un coro di “Ooooh…!!” “Finalmente!”

 

“Scusate il ritardo…” fece il moretto cercando di allentare la sciarpa intorno al collo con una mano carica di sacchetti.

 

“Ma dove diavolo eravate finiti?!” domandò Seamus con un braccio sulla spalla di Lavanda.

 

“In giro a cercare i regali di Natale per i suoi.” Harry riuscì a togliere anche il cappotto e a prendere posto accanto a Ron.

 

“…e per lui.” Aggiunse raggiante Ginny sedendosi accanto al ragazzo.

 

Luna la salutò agitando felice la mano libera, poiché l’altra teneva saldamente quella di Neville.

 

“Oh…adesso si dice così?”

 

I ragazzi, eccetto Ron che invece storse il naso, risero alla frecciatina di Simon.

 

“Io pensavo si dicesse…eravamo appartati fino a 5 minuti fa…”

 

“No, direi di no.” Rispose pacatamente Harry. “Come si spiegherebbe allora la mole di sacchetti che trasciniamo da ore?”

 

“Potreste averli comprati tutti stamattina…così dal dopo pranzo a ora che sono le sei avete avuto tutto il tempo per…”

 

“Justin!!” Strillò Ginny arrossendo.

 

“Tutti stamattina? Justin…si vede che non conosci bene Ginny…” Ridacchiò Harry.

 

Ginny gli diede un colpo sul braccio fingendosi offesa.

 

“Piuttosto…”continuò Harry “…che ci siamo persi finora?”

 

“Niente di che. Stavamo commentando la coppia dell’anno!” sorrise Calì.

 

Harry si voltò d’istinto verso Ron, il quale si gongolava tutto tronfio di orgoglio.

 

Hermione alla sua sinistra sorrideva cortesemente con le guance leggermente colorate di rosso.

 

“Chi, questi due? Badate che sono smielatissimi! Davvero da nausea!” Rispose Harry.

 

“Confermo!” aggiunse Simon “Stanno sempre a sbaciucchiarsi come due ventose e stanno sempre a tubare come due piccioni!”

 

“Non è vero!” fece un piccolo acuto Hermione.

 

“Sempre a sbaciucchiarsi?! Simon…ma che fai? Spii? Forse ne hai visto solo uno un secolo fa e già l’hai ingigantito?” Sorrise Ron con una vaga aria da uomo che la sa lunga “Dovevi fare il giornalista! Tu si che vai forte con i pettegolezzi…”

 

“Parole sante, Ron…” sospirò con un sorriso Terry abbassando il boccale quasi vuoto di burrobirra.

 

“A proposito di pettegolezzi…non potete immaginare che tipo è quella nuova di Difesa contro le Arti Oscure…C’è Gazza che le va dietro!” Raccontò Ginny.

 

“Gazza è un poveraccio sessualmente represso. Andrebbe dietro anche dietro alla Cooman se non avesse quella brutta fama…” Ridacchiò Ernie guadagnandosi le occhiatacce di Calì e Lavanda.

 

“Che cosa ha che non va la professoressa Cooman?” domandò stizzita la bionda.

 

“Solo qualche rotella mancante…” rispose pronto Justin.

 

“Si, ma la professoressa di Difesa contro le arti oscure non si può veramente definire un’insegnate! Non sa nemmeno cosa sono i Bluming Palustri…!”

 

Alla frase di Luna seguì un attonito silenzio durante il quale tutti i presenti al tavolo si domandavano cosa diavolo fossero i Bluming Palustri…

 

“Ragazzi…questa la so pure io…” giustificò Neville.

 

“Si, infatti voi due andate a nozze…” ridacchiò Simon che ricevette uno scappellotto da Terry.

 

“Bhè…” spiegò Neville “…non sono esseri molto comuni…si nutrono di piante palustri, come ad esempio la Felix Marmorea o la Caudartus Oenas, ma prediligono la Asio Rubecola…”

 

“Si. Decisamente sono una coppia perfetta.” Borbottò ancora Simon sollevando la burrobirra per berne un po’.

 

Terry alzò gli occhi al cielo disperata.

 

“Luna…scusami…” interruppe Harry attirando così su di se gli sguardi di tutti “ Era da tanto che dovevo chiedertelo, ma…cosa sono i Nargilli?”

 

Luna si sistemò meglio sulla sedia e sbattè un paio di volte le palpebre.

 

“Credevo di avertelo spiegato diverso tempo fa…”

 

“No, mi hai solo detto di starci attento. Tutto qua.”

 

“Oh, sono degli animaletti piccolissimi come degli insetti, che si annidano sotto le bacche bianche del vischio; depositano le loro uova lì e quando si schiudono il ramo resta avvolto da una nube di polvere molto urticante.”

 

“Ah, ecco…si, ci avevo pensato agli insetti…”

 

“Harry…che ne dici se ordiniamo anche noi?” domandò Ginny chiudendo il menù e poggiandolo sul tavolo.

 

“Ci penso io.” Fece Simon e prima che chiunque potesse fermarlo saltò sulla sedia e urlò contro il bancone “MADAMA ROSMERTA? LE PUO’ PORTARE ALTRE DUE BURROBIRRE? GRAZIE!!”

 

“SIMON!!” Strillarono in un coro tutte le ragazze mentre lui si risedeva.

 

“Potevi essere meno maleducato!” Lo canzonò poi Hermione.

 

“Le ho risparmiato il viaggio!”

 

“E tu che fai, Seamus? Sei al ministero?” chiese Harry all’ex compagno di casata mentre Madama Rosmerta gli metteva sotto il naso il boccale pieno di burrobirra calda e schiumante.

 

“No…sono collega di Hermione. Vorrei specializzarmi in ustioni e lesioni da incantesimo.”

“Puoi fare pratica con Fred e George. Sono due pazzi.” Scosse il capo Ron svuotando il bicchiere.

 

“Li ho visti fin troppo spesso da quando sono al San Mungo.” Aggiunse Hermione.

 

“Però fanno dei bei prodotti!” Sottolineò Terry. “Sono passata dal loro negozio l’altro giorno. E’ forte come posto…e loro sono eccezionali!”

 

“Eh, già…marca Weasley!” ridacchiò Ginny. “Su, Ron…ce la puoi fare anche tu! Per quanto per ora passi per un idiota…”

 

“Ginny…!” sbottò il fratello arrossendo come di rito.

 

Si rise ancora un po’, tra una chiacchierata e l’altra.

 

Parlarono delle loro nuove vite, di quanto invidiavano i bei tempi di Hogwarts…e di quanto sarebbe bello frequentarsi benché sapessero tutti perfettamente che sarebbe stato molto di rado, se non quasi mai.

 

Quando mancava poco meno di un quarto d’ora alle sette, Ginny e Luna, ancora studentesse soggette al coprifuoco, dovettero decretare la fine dell’incontro.

 

Harry e Ginny ora camminavano verso l’ingresso del castello.

 

Mano nella mano.

 

Da sotto le sciarpe facevano uscire nuvolette di fumo.

 

Faceva parecchio freddo, anche se aveva smesso di nevicare e l’aria era ferma.

 

“Allora torni prima?” Le chiese Harry fermandosi sotto il cancello custodito dai due gargoyle alati.

 

“Solo un giorno prima. Il 21. Mio padre ha scritto formalmente alla Mc Granitt un permesso per tornare prima, così da esserci per la cerimonia.” Disse lei entusiasta.

 

Harry cadde dalle nuvole.

 

“Cerimonia?”

 

“Il matrimonio di Tonks e Lupin, no? E’ questo giovedì, ricordi?”

 

Harry si morse il labbro schiaffeggiandosi mentalmente.

 

“Questo giovedì?” mugugnò.

 

“Non so se sono gli allenamenti da Auror o i Nargilli di Luna, ma sei diventato un po’ più sbadato. O mi sbaglio?”

 

“Scusa Gin…non lo ricordavo proprio! Cioè…lo ricordavo…ma non mi ero reso conto che…accidenti! Ho perso pure la cognizione del tempo!”

 

Ginny gli sorrise.

 

“Non fa niente. L’importante è che te lo sei ricordato.”

 

“Che me l’hai ricordato.” La corresse Harry.

 

I due si guardarono e arrossirono.

 

Harry sperò che lei giustificasse il suo rossore per il freddo,  ma anche lei aveva lo stesso colorito e non poteva che essere per lo stesso motivo.

 

“Arrossiamo ancora come due ragazzini…” sorrise Harry facendo sorridere anche lei che divenne ancora più rossa e abbassò lo sguardo verso le scarpe che stavano spostando la neve intorno a lei.

 

Ginny si aspettava il suo saluto.

 

In queste situazioni, malgrado stessero ormai da diversi mesi, gli prendeva un formicolio di eccitazione che gli saliva sin dai piedi, poi su per le braccia, fin sul naso e le guance.

 

E qui arrossiva ancora di più e senza un apparente motivo.

 

Perché sapeva che non era la prima volta che baciava Ginny, ma gli dava sempre questa impressione.

 

Come se ogni volta fosse come la prima.

 

Provava tutte queste sensazioni tanto rapidamente che doveva scuotersi un po’ prima di abbracciare la sua Gin, carezzarle un po’ i capelli e darle un dolce bacio sulle sue rosse labbra.

 

Poi…la magia finiva.

 

Si guardavano un breve attimo prima di sorridere leggermente, e godere gli ultimi strascichi dell’atmosfera romantica che li avvolgeva.

 

Harry stava davvero bene con Ginny e davvero non vedeva l’ora che arrivassero le vacanze di Natale per poterla avere più vicina.

 

“A giovedì...” Lo salutò lei.

 

“A giovedì.” Rispose lui mentre le loro mani si allontanavano e lei superava i cancelli di Hogwarts per poi risalire su per il lungo viale alberato che costeggiava il lago.

 

Harry la guardò allontanarsi fino a che gli fu possibile.

 

Poi, non riuscendo più a scorgerla, si strinse di più nel mantello e, nello stesso punto in cui si trovava, scomparve smaterializzandosi a casa.

 

***

 

“Harry? Sono Simon! Allora…sto arrivando, ragazzi! Porto le ultime cose.  Bhè…si…ok…non c’è altro!”

 

Era il pomeriggio successivo, giorno del previsto trasloco di Simon.

 

Harry teneva la cornetta con la spalla mentre controllava la cena in pentola.

 

“In ogni caso se dimentichi le mutande a casa puoi sempre tornare a prenderle…”

 

“Oh…quelle le ho già prese…anzi sono già nella mia nuova stanza. Ah! Ecco…dimenticavo di dirvi che porto con me Whisky!”

 

“Whisky?!”

 

“Arrivo!!”

 

“No! Simon! Niente alcolici!! Simon? Pronto?”

 

Suonarono alla porta e Harry, sentendo che l’amico aveva riattaccato, chiuse la cornetta e la poggiò violentemente sul tavolo per poi andare verso la porta.

 

“E’ Simon?” chiese Ron uscendo dalla sua stanza.

 

“Me lo auguro!”

 

Aprì la porta: era davvero Simon, con uno zaino nero sulle spalle, una scatola sotto braccio e…

 

“Quello cos’è?!” chiese il rosso indicando il beagle che Simon teneva al guinzaglio.

 

Simon sorrise. “Da bravo, Whisky…saluta Harry e Ron!”

 

Il cane abbaiò.

 

“Ecco…visto che educato il mio cucciolotto...”

 

“E’ un cane!” Continuò a indicarlo Ron.

 

“E che ti sembrava? Un orso bruno?”

 

Harry prese sorridendo la scatola da sotto il braccio dell’amico che entrò in casa.

 

“Speriamo solo che i vicini non si lamentino mai…” Sospirò il moretto.

 

“Bene coinquilini…avete un bicchier d’acqua per un povero assetato?” sorrise Simon guardandosi intorno.

 

“Ci penso io…” si offrì Ron aprendo un’anta della cucina e porgendogli un bicchiere preso da li.

 

“E con questo che ci faccio?” lo guardò il biondo.

 

“Se aspetti un attimo…sto prendendo l’acqua dal frigo.”

 

“Ma va pure bene una ciotola!”

 

Ron lo guardò stranito.

 

Simon, per risposta, indicò il cane.

 

“E’ per Whisky.”

 

Ron sbuffò e gli tolse dalle mani il bicchiere sostituendolo con la bottiglia d’acqua.

 

“Salve!!”

 

Tonks comparve all’improvviso in mezzo alla stanza.

 

“Tonks!” esclamò Ron.

 

“Ehi Tonks…” salutò Harry.

 

“Felicitazioni!”

 

Harry, Ron e Tonks guardarono Simon.

 

“Non è lei che si sposa?”

 

“Oh…si…Grazie!” rispose la ragazza emozionata saltellando per un attimo sul posto, prima di tornare ferma.

 

“Vi ho disturbato?”

 

“No…” rispose Ron, spegnendo il fornello.

 

“Bhè…” fece lei battendo le mani “…vi ho portato questi!” disse poggiando sul tavolo della cucina due grossa scatole facendo così cadere il vaso con i fiori che Hermione aveva sistemato quella mattina per ravvivare l’ambiente.

 

Whisky abbaiò seccato ai frammenti del vaso per terra.

 

“Ops…scusate…”

 

“Non è niente…” rispose il rosso uscendo la bacchetta dalla tasca e aggiustando il vaso con un rapido gesto di bacchetta per poi riempirlo di nuovo con l’acqua del rubinetto e rimettergli i fiori raccolti.

 

Si guardò bene dal rimettere il vaso sul tavolo.

 

Piuttosto lo mise sul tavolino accanto al telefono a debita distanza dalla ragazza dai capelli rosa.

 

“Sono i vostri vestiti per il mio matrimonio!” Esultò Tonks battendo le mani felice.

 

“Ehi! Grazie…che bel pensiero! Io pensavo di mettermi il completo che ho messo per la festa delle matricole…” disse Harry sedendosi al tavolo.

 

“Già anch’io!” Gli fece eco Ron.

 

“Oh! Ma questi non hanno niente a che vedere con quel tipo di abiti…questi sono tipici del mondo dei maghi! Solo per le nozze! Li ho ritirati solo ora…Molly mi ha fornito questa settimana le vostre taglie e li ho fatti confezionare apposta per voi!!”

 

Ron corrucciò la fronte preoccupato. “Non ci sono abiti tipici nel mondo dei maghi per i matrimoni…”

 

“Non per gli invitati comuni…” sorrise passando lo sguardo prima verso Harry e poi verso Ron. “Ma per i pagetti e le damigelle si!”

 

“PAGETTI?!” Urlarono.

 

“Certo! Ginny ed Hermione fanno le damigelle e ne erano ben felici!” Vide le facce sconvolte dei due ragazzi e fece un paio di saltelli eccitata “Allora…volete vederli?”

 

Prese il loro mutismo per un si e tirò fuori le due scatole dai sacconi.

 

Harry e Ron si guardarono preoccupati, mentre Simon afferrava una mela dalla fruttiera e si avvicinava a Tonks per guardare.

 

Diede un morso al frutto e smise di masticare non appena fu scoperchiata la prima delle due scatole.

 

“Tadaaan!” Sorrise Tonks in preda ad un euforico entusiasmo per nulla contagioso. “Carino no?”

 

Sembrava un vestito da domatore da circo.

 

Una lunga giacca grigia gessata in completo con i pantaloni, una camicia con il colletto a sbuffo di un bel color crema acceso, un allegro papillon color fragola e scarpe lucide color mogano.

 

“E per finire…” fece levitare fin sulla testa di Ron un cappello a cilindro.

 

“Devono ballare il tip-tap al ritmo della marcia nuziale?”

 

“No, no, Simon! Devono solo anticiparmi! Cammineranno davanti a me che invece arriverò con Ginny ed Hermione che sorreggeranno il mio velo…Oh! Il loro vestito è un’amore!”

 

Per un breve istante Harry ebbe la fugace visione di Ginny in un abito fuxia molto pomposo con i guantini rosa confetto e le scarpette a bambolina verde acido.

 

Alla vita una fascia gialla.

 

Nel complesso l’abito non solo stonava nei suoi vari pezzi…ma il peggio era proprio l’averlo messo indosso a Ginny, che con i suoi bei capelli rossi dava davvero il colpo di grazia.

 

“E’ inutile che li proviate…So già che vi stanno!” Chiuse la scatola Tonks con aria molto soddisfatta. “ Come vi ho già detto…Molly mi ha fornito le vostre misure e Molly non sbaglia mai! Ci vediamo!”

 

“No, Tonk!” La fermò Ron sulla soglia.

 

“Aspetta! Noi…non siamo adatti a fare i pagetti!” insistette Harry con voce isterica.

 

“Come no? Certo che lo siete! E poi fate pure coppia con le vostre due ragazze! Devo ammettere che ero tentata di chiederlo a Kingsley e a Moody, ma mi sono resa conto che per loro sarei diventata davvero troppo cattiva nella scelta del vestito…e il mio matrimonio non deve essere certo una festa in maschera…!” Tonks si sistemò meglio la borsetta e aprì l’uscio di casa. “Fatemi andare, ragazzi…ho ancora un mucchio di cose da fare! Ciao, ciao!!”

 

Disse aprendo l’ascensore arrivato proprio in quel momento e chiudendo la porta davanti al naso di Ron.

 

“Che bello!” Esclamò Simon gettandosi sul divano “Carnevale arriva con due mesi d’anticipo! Non è fantastico?!”

 

Ancora una parola, e Simon sarebbe stato la loro cena.

 

***

 

Svegliarsi la mattina presto per le lezioni in Accademia non era mai stato facile, e solo la forza di volontà più tenace permetteva loro di alzarsi in tempo per arrivare ogni giorno quasi puntuali.

 

Ma quel giovedì mattina, Harry e Ron avevano tantissimi validi motivi per cui non c’era motivo di alzarsi!

 

Malgrado avessero puntato la sveglia alle 8, invece che alle solite 6 del mattino…

 

Primo fra tutti quello era il giorno delle nozze di Tonks e Remus.

 

Il resto delle motivazioni era fortemente implicato.

 

Avrebbero dovuto fare i pagetti alle nozze, quindi sarebbero entrati lungo la navata centrale, uno accanto all’altro spargendo petali al suono della marcia nuziale, sotto gli occhi di parenti e amici.

 

Numero uno.

 

Numero due.

 

Avrebbero preso posto proprio dietro agli sposi, quindi sarebbero stati pure immortalati centinaia di volte da quelle maledette macchine fotografiche, e in un futuro i figli dei figli dei loro figli li avrebbero additati ridendo come matti.

 

Numero tre.

 

Si sarebbero dovuti vestire nel modo più improponibile e di cattivo gusto che mai e dico mai ci si potrebbe immaginare.

 

E’ già difficile, scomodo e per nulla gradevole doversi impomatare tutto per una festa, o matrimonio che sia.

 

Rendere ancora più complicata la loro vestizione non era proprio una saggia idea.

 

Harry uscì dalla camera contemporaneamente a Ron che usciva dalla sua, proprio di fronte.

 

Si guardarono per un attimo e con uno sguardo furioso capirono che non avevano nemmeno voglia di prendersi in giro e riderci su.

 

Quella era decisamente una giornata no.

 

Simon invece era già uscito per le lezioni in Accademia.

 

Lui non aveva alcun motivo di esenzione.

 

Avrebbero volentieri fatto a cambio, per quel giorno…

 

Harry sistemò la bacchetta nella tasca interna della giacca e dopo un sospiro sconsolato capì che non avevano alternative e si smaterializzarono vicino alla chiesetta, dove si sarebbe svolta la cerimonia.

 

“In fondo…è solo per oggi, no...?” Cercò di sdrammatizzare Ron tenendo in una mano la tuba.

 

“Sto cercando di convincermi di far passare tutto questo come un personale regalo di nozze a Remus e Tonks…” rispose Harry svoltando l’angolo a passo veloce.

 

Ma quando arrivarono trovarono una nervosissima Tonks in un sontuoso abito da sposa che marciava avanti e indietro sui gradini della chiesa il cui portone era, per ragioni sconosciute, chiuso.

 

Vicino a lei i ragazzi del negozio di fiori si scambiavano occhiate incerte.

 

“Avevo detto NIENTE margerite!” Disse la ragazza a denti stretti arrestando il suo avanti e indietro. “Remus ODIA le margherite! Lo fanno starnutire! E guardate un po’ com’è composto il buchè…? Margherite e gigli! Io odio i gigli! Quelli fuxia soprattutto!! E poi le margherite puzzano!” Agitò le braccia all’aria e riprese la sua marcia.

 

“Signora…” tentò uno dei ragazzi “…le abbiamo già provato a spiegare che non c’è più il tempo di…”

 

“Il tempo c’è eccome! Portatemi il buchè che avevo ordinato!” Puntò il dito contro quel povero malcapitato. “Mughetti e rose rosse. MUOVERSI!”

 

I tre ragazzi inciamparono per i gradini e salirono sul furgoncino della “Magic Bloom” posteggiato proprio davanti.

 

“Ma non è tempo di mughetti! Dove li troviamo i mughetti?!” Chiese disperato uno chiudendo la portiera.

 

“Zitto e andiamo…vediamo che riusciamo a fare…” disse l’altro mettendo in moto.

 

“Ma santo cielo! Dov’è Remus? Aveva detto che veniva prima di tutti con il violinista…” disse Tonks quasi in lacrime.

 

“Sta calma…sono certa che arriverà a momenti…” tentò di rincuorarla Molly, ma sembrò non sortire alcun effetto.

 

“Ehi! Ciao, ragazzi!” Disse il maggiore dei fratelli Weasley notando che Harry e Ron si erano appena aggiunti al gruppo.

 

“Avete dopo un ballo in maschera?” Chiese prontamente George.

 

“Ah. Ah. Ah.” Rise tetro Ron tamburellando sul cilintro.

 

“Ecco l’acqua, Tonks! Fortuna che c’era quel bar all’angolo…” Ginny ed Hermione salirono in quel momento i gradini della chiesa fornite di un paio di bottigliette d’acqua e qualche bicchiere.

 

Erano molto graziose: indossavano due semplici vestitini bianchi dall’ampia gonna, guentini e una coroncina di fiori bianchi in testa.

 

Si tenevano strette ai mantelli per il freddo.

 

Bhè…siamo a dicembre…c’è tanta neve pure per le strade…

 

Si scambiarono un breve sguardo con Harry e Ron, sorridendo prima di prodigarsi nella distribuzione dell’acqua.

 

“Come mai è tutto chiuso?” Chiese Harry alzando lo sguardo verso il portone.

 

“Non c’è nessuno.” Spiegò Charlie.

 

“E noi stiamo tutti qui a morir di freddo.” Borbottò Moody.

 

“Ma no, Malocchio…” ridacchiò Turner poggiandogli una pesante pacca sulla spalla. “…non senti che bel tepore?” rise largamente.

 

“Piantatela, tutti e due! E’ già difficile così per la povera Tonks!”

 

Turner alzò una mano in segno di scusa.

 

Dal nulla comparve in quella confusione il povero sacrestano che non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stava per succedergli che fu afferrato per la giacca da una furente Tonks.

 

“Dov’è…il…prete.” Disse scandendo bene le parole.

 

Probabilmente Tonks temeva di essere ancora fraintesa…

 

“Io…io…io…io…” balbettò il poveraccio.

 

“Lo porti qui subito.” Lo lasciò andare Tonks.

 

Il sacrestano non se lo fece ripetere una seconda volta e riapparve dopo nemmeno un minuto trascinando il prete.

 

“Signor Bibbs! La prego!” Si districò il prete. Poi riconobbe la sposa. “Figliola! Che piacere vederti…ma…che succede?”

 

“Padre…e il mio matrimonio?” Piagnucolò lei.

 

“Ma…ma…” Il prete congiunse le mani davanti alla bocca pensieroso. “Non è il 29 Gennaio?”

 

“No! E’ oggi!” Sospirò Tonks e la madre cercò di confortarla carezzandole una guancia.

 

“Oh! Giusto…il 29 Gennaio sposo quella coppia del Kent, si…ora ricordo…”

 

“E credo che per il 29 Gennaio sarò io ad essere impossibilitato, padre…” Remus era comparso all’improvviso vicino a loro con aria piuttosto stanca.

 

“Parlate della luna piena, signor Lupin…”

 

Remus alzò le spalle.

 

Tonks scese rapidamente i gradini e l’abbracciò. “Grazie al cielo sei qui…”

 

“Ho avuto qualche contrattempo.” Cominciò a spiegare Remus.

 

“Dov’è il violinista?” Chiese la ragazza guardandosi intorno.

 

“Ecco…volevo parlarti proprio di questo, tesoro…” si morse il labbro lo sposo.

 

“Dov’è…il…violinista.”

 

“A casa. Con la febbre. Alta. Molto alta. Non potrà venire.”

 

Tonks inspirò nervosamente proprio mentre padre Tobias spalancava il portone della chiesa ed esclamava allegro “Forza! Tutti dentro, che fuori si gela!”

 

“Ma non preoccuparti tesoro! Ho temporeggiato proprio perché sono andato alla ricerca di una soluzione! E l’ho trovata! Arriva subito!”

 

Disse Remus sorridendo un po’.

 

Lo sguardo di Tonks lo preoccupava…

 

Apparve dal nulla un ragazzotto sui vent’anni, vestito di stracci e con un violino in mano.

 

“Troppo presto, signor Lupin?”

 

“Tempismo perfetto, Zick! Cominciamo? Io non sto più nella pelle…”

 

Tonks sospirò arrendendosi e entrando si tolse il mantello di lana bianco che la riparava dal freddo invernale.

 

“Harry…Ron…sapete cosa fare, giusto?” chiese guardandosi intorno emozionata.

 

“Ehm…niente petali da spargere a terra?” domandò Harry mettendosi in testa al tuba.

 

Tonks alzò gli occhi al cielo. “E’ già tanto se riesce ad arrivare il buchè in tempo!”

 

Neanche a dirlo…ricomparve uno dei ragazzi della “Magic Bloom” che mise tra le braccia della sposa il buchè e scomparve con un semplice “Felicitazioni vivissime dalla ‘Magic Bloom’, signora!”

 

Tonks guardò il buchè. “Margherite e rose rosse. Non avevo chiesto altro…” Sbuffò spazientita. “Vi prego…cominciamo! Non ce la faccio più!”

 

Harry e Ron annuirono e avanzarono lungo il corridoio centrale della chiesetta.

 

Il violinista mendicante cominciò una marcia nuziale con qualche stonatura che accompagnò il corteo.

 

Erano davvero in pochi invitati.

 

Gli intimissimi amici della coppia.

 

I Weasley, che già riempivano per metà…

 

Diversi Auror, colleghi di Tonks…

 

Pochi parenti, la maggior parte della sposa…

 

Padre Tobias, il sacrestano e il violinista.

 

Quando Harry e Ron arrivarono davanti all’altare il primo si sedette alla sedia alla sinistra della sposa, il secondo alla destra dello sposo.

 

Dopo Tonks, che sorrise arrossendo a Lupin, le due ragazze che presero posto accanto al rispettivo compagno.

 

Dopo un’estenuante predica, il ministrante chiese ai due quasi sposi di alzarsi in piedi e di pronunciare il giuramento del matrimonio.

 

Hermione già singhiozzava accanto a Ron da qualche minuto, facendo da eco ad Andromeda e a Molly.

 

Proprio perché si era arrivati al momento clou, Arthur Weasley diede una gomitata in petto a Moody che si era addormentato a metà sermone.

 

L’occhio dell’Auror fece un gran volo, non appena Malocchio si destò all’improvviso e atterrò proprio ai piedi di Tonks e Remus che si tenevano già le mani.

 

La sposina urlò per lo spavento e si allontanò dai sedili.

 

Anche Remus ebbe la stessa reazione, colto alla sprovvista dall’insolito bombardamento.

 

Padre Tobias sbuffò e prese l’occhiò con un fazzoletto per poi riconsegnarlo al legittimo proprietario che ringraziò sorridendo.

 

Harry e Ron si guardarono e per poco non scoppiarono a ridere.

 

“E stia più attento la prossima volta…” lo ammonì il prete tornando sull’altare.

 

Finalmente sposi, Tonks e Remus si alzarono dirigendosi verso l’uscita, tra gli applausi degli invitati e i fischi gioiosi dei gemelli Weasley.

 

“Il riso!” Gridò Harry sporgendosi per prenderne un pugno. “Passate qua il riso!”

 

“Tieni, Harry…” disse Hermione porgendo il cesti nello che lo conteneva.

 

“Graz…”

 

Ma un enorme boato coprì le sue parole.

 

Molly per lo spavento inciampò nel tappeto rosso e cadde giù per le scale.

 

Era crollato il grosso lampadario che fino ad un attimo prima troneggiava sopra le teste dei due sposini, che per il fortuito caso erano già quasi all’uscita.

 

Tutti si guardarono terrorizzati, poi si precipitarono su Molly e l’aiutarono a rimettersi in piedi.

 

“Tout bien, Mollì?” Domandò spaventata Fleur cercando col marito di alzarla, ma fu necessario anche l’intervento di Harry e Ron.

 

“Accidenti! No! Credo….credo di essermi presa una bella storta…”

 

“L’accompagno al San Mungo.” Decretò Arthur senza ammettere eccezioni.

 

“Vengo con te, papà…” si offrì Bill.

 

“Si, ecco…bravo. Scusate ragazzi…noi andiamo…” disse rivolto ai due sposi. “Proprio una bella cerimonia.”

 

“Vi aspettiamo al rinfresco, Arthur!” Gli riuscì a dire Remus un attimo prima di vederli sparire.

 

“Speriamo non sia niente di grave…” si morse il labbro Ginny preoccupata per le condizioni di salute della madre.

 

“Dai…” la rincuorò Ron. “Mamma è una roccia…”

 

“Non vedo l’ora di mangiare…chissà che ci sarà al rinfresco…” Sdrammatizzò Turner chiacchierando vicino a loro con Moody.

 

Ma anche al rinfresco…

 

“Abbiamo avuto…come dire…un piccolo…piccolo problema con le cucine.” Cercò di spiegarsi il direttore del locale. “I nostri cuochi…oggi…hanno deciso di fare…sciopero. Speravo di dissuaderli prima del vostro arrivo…per questo non vi ho avvertiti…”

 

Anche Remus restò a bocca aperta. “Uno sciopero nelle cucine?”

 

“Proprio oggi?” Balbettò Tonks accanto a lui.

 

Il direttore allargò le braccia. “M dispiace, signora. Comunque…congratulazione vivissime per le vostre nozze…” esclamò gioviale il distinto mago che ora rischiava la morte…recepito che non tirava aria, decise che era meglio per lui sparire.

 

Comparvero Arthur, Molly e Bill di ritorno dal San Mungo.

 

“Mamma!” Le corse incontro Ginny seguita da Ron, Hermione e Harry. “Come stai?”

 

“Oh, bene…bene…niente di rotto…mi hanno dato una pozione che mi ha rimesso in piedi…ma che succede?”

 

Tonks singhiozzava disperata sulla spalla del marito.

 

Remus le carezzava i capelli ancora sotto il velo da sposa e cercava di calmarla.

 

“Doveva essere tutto perfetto! Doveva essere un giorno indimenticabile, e invece è stato un colossale disastro…!”

 

“Tesoro…guarda che sarà lo stesso un giorno indimenticabile!” tentò di rassicurarla Remus.


“Si…il matrimonio più disastroso del mondo!!”

 

“No…ci siamo sposati! Non è già tanto? Io direi che p molto più importante questo che non le margherite nel buchè…”

 

La ragazza asciugò le lacrime e sorrise debolmente.

 

“Hai ragione…”

 

“Se volete…” Azzardò Molly “…posso preparare in un attimo polpette, patate e qualcos’altro…”

 

E così andarono tutti alla Tana, servendosi ad un buffet improvvisato.

 

“Allora…il prossimo Weasley a sposarsi è Charlie!” rise Turner.

 

“Si…magari…se ne trovassi una…” mugugnò il ragazzo mangiando la torta al cioccolato comprata in una pasticceria di Diagon Alley.

 

“Chi vuole un thè caldo?” Domandava Molly girando intorno agli invitati seguita da un grande vassoio.

 

Harry sorrise guardandosi intorno.

 

Si stava davvero bene alla Tana, per quanto risultasse piccola con tutta quella gente.

 

Ginny sedeva sul divano accanto a lui e con un sorriso gli consigliò di passarsi il tovagliolo sulle labbra leggermente sporche di cioccolato.

 

Furono di nuovo a Londra solo a notte inoltrata.

 

Ron aprì la porta di casa e trovarono Simon, sul divano con il computer portatile sulle gambe, gli auricolari alle orecchie e Whisky accanto che seguiva ogni sua mossa del gioco.

 

“Simon….sono le 3 del mattino…” sospirò Harry togliendosi la giacca.

 

Il biondino si tolse gli auricolari. “Bella festa?”

 

“Si…” mugugnò assonnato Ron.

 

Harry fu certo che l’amico non si fosse accorto del computer che teneva Simon in bella mostra, perché se così non fosse stato avrebbe cominciato a tempestare di domande.

 

“Noi andiamo a letto.” Annunciò Harry entrando nella sua stanza.

 

“Domani viene Terry.”

 

“A pranzo?” chiese Ron bevendo un bicchier d’acqua.

 

“No…a dormire!”

 

“Come?!” si affogò Ron.

 

“Perché no? Dai…invitiamo pure Hermione e Ginny…” Insistette il biondo.

 

“Ma neanche per una notte, Simon…Se venisse a saperlo la madre di Ron…”cominciò in difesa Harry.

 

“Ginny ha già dormito qui, non vedo dove sia il problema…”

 

“Ma con Ginny è diverso!”

 

“Cosa c’è di diverso?” rise Simon allargando le braccia. “Ginny è la tua ragazza, no?”

 

“Si, ma…”

 

“Terry è la mia ragazza?” si indicò il petto Simon.

 

“Simon…quell’unica volta che Ginny ha dormito qui è stata proprio sua madre a proporlo…”

 

“E questa volta lo propongo io…dai…” lo pregò mettendosi in ginocchio davanti a lui.

 

“E dovrebbe dormire con te? Nel tuo letto?” alzò un sopracciglio Harry.

 

“Non sarebbe la prima volta…” quel sorriso furbo diceva molto più di quanto usciva dalla bocca del ragazzo.

 

“E sia.” Cedette Harry.

 

“Comunque era già deciso che venisse Ginny, domani…” si intromise Ron appoggiato al frigo.

 

“Ginny?” si voltò il moretto verso di lui.

 

“Bhè…si! Mamma e papà partono domani per la Romania con Charlie…passeranno il Natale con lui…Ginny resta da noi! Non te l’ha detto?”

 

Simon capì tutto prima di tutti. “Harry…credo sia meglio che tu dimentichi tutto quello che ha appena detto Ron…”

 

“Scherzi? Sono contentissimo! Ginny qui da noi per le vacanze di Natale…è meraviglioso! E con l’approvazione della signora Weasley…” si passò felice una mano tra i capelli.

 

“Probabilmente…se Ginny non ti ha voluto dire i suoi programmi per le feste era proprio per farti una sorpresa…”

 

Ron arrossì. “Ops…scusa Harry…”

 

“Voi che fate per Nateale?” domandò Simon chiudendo il computer e mettendosi in piedi. “Partite?” si stiracchiò.

 

“No…non credo…resteremo sicuramente qui.” Rispose Harry sedendosi su una sedia e slacciandosi le scarpe.

 

“Io e Terry partiamo dopo domani mattina con i miei. Andiamo in Valtellina, a sciare. Per questo viene prima qui…per essere già insieme per la partenza…”

 

“Sciare?” domandò Ron. “”Vuoi dire…scivolare sulla neve con due assi di legno ai piedi?”

 

“Si…ed è molto divertente se non prendi un pino, caro scettico che non sei altro…Ora alziamo le chiappe e andiamo a dormire…domani ci aspetta l’ultima giornataccia di Accademia prima delle feste…oggi nessuno dei nostri allenatori è stato clemente con me oggi, malgrado sia stato l’unico della squadra a presentarmi…”

 

“Domani mattinata di formazione…” sospirò Ron amareggiato.

 

“Almeno il pomeriggio sarà più allettante…abbiamo Volo e Nuoto…” si mise in piedi Harry.

 

“E la serata sarà decisamente meglio con le ragazze qui!!” concluse Simon entrando in camera sua e decretando così la fine di quella giornata.

 

 

 

Continua…

 

Decisamente…imperdonabile!

 

Due anni di attesa per il seguito di "Accademia"…chiedo perdono…ma sto cercando di rimediare!

 

Saluto affettuosamente chi seguiva le nostre storie…e altrettanto affettuosamente i nuovi lettori!

 

Non prometterò costanza, anche perché siamo alle porte del nuovo anno accademico…ma prometto di metterci più impegno, sperando di tornare al più presto con i ritmi serrati che avevo prima.

 

Per gli interessati…ho postato qualche giorno fa la famosa C.I.T.A. (citata nel capitolo precedente a questo), altrimenti detta: “Cause Is The Allow”.

 

Viene prima di “Accademia” e del “Ballo In Fa Diesis Minore”…spero vi piaccia…saranno diversi capitoli…ma sono già tutti ribattuti al computer e quindi con quella storia sarò sicuramente più veloce…

 

Spero siate contenti di rivederci come lo siamo noi di essere di nuovo in rete!!

 

Vi mando un grosso salutone!

 

Spero possiate perdonarci…ma…se tutto va bene…siamo tornate!

 

Grazie di cuore per tutto l’appoggio che ci avete dato in questi anni di assenza…

 

Padfoot

 

  
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