Inedito il figlio il prediletto
anestetico fisarmonizzava le albe mie presagite piene zeppe di
relativitą demagogiche
trasparenze d'acque che nello spalancarsi al mio volto
stanco quasi bianco impallidivano decodificavano livide l'immobilitą
che m'apparteneva e che era mia pił che mai un po' oggi un po'
domani per sempre l'avrei desiderata e detestata insieme.
La cittą sconvolta ha due anime:
una isolata e teporosa distante dal mondo dai
mondi librata e raggomitolata su sč stessa e su pacifiche sere di
luce, era pronta come eroina a scaldarmi le budella
l'altra si smarrisce gasteropode su
strisce striscia viscosa su costa che non si posa la sosta che non si
trova sempre nuova sempre nuova pugnalata alle spalle dalla terra e
speriamo che non piova e soprattutto che si muova ...
quest'anima bruta al sapor di cicuta soffocava il
volere mio maieutico e malefico di stasi frasi quasi a perdersi nel
mare che limpido e linfocita fagocitava il mio respiro
respiro che ero ben contento di non esalare che č
demone crudo ed č per forza l'ultimo
ogni boccata d'aria č morte č fine della
serenitą.
E sul piano euclideo di quei
pomeriggi fotografavamo le nostre speranze neosimboliste di non essere mai
nel mucchio ma quel mucchio domarlo poco a poco
mangiucchiarlo stuprarlo.
E soldi quanti soldi a piovere dal cielo e erba a
poco prezzo due euro al grammo che č troppo bello
per essere vero.
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