cap 3
Ciao a tutti... =) ho
trovato un attimo di tempo tra le valigie da preparare, il casino
pre-partenza e gli appunti da stampare (mi tocca studiare anche in
vacanza, mannaggia!!!) per postare il nuovo capitolo. Mi sarebbe
dispiaciuto un sacco non poter aggiornare prima di partire (lo so, lo
so, sono una persona originale e vado in vacanza quando tutti tornano
XD) quindi eccolo!!!! bè buona prima settimana di settebre e mi
raccomando, lasciate anche solo un piccolissimo commento per farmi
sapere che ne pensate =) p.s.: dimenticavo, grazie a chi ha messo la
storia tra i preferiti, a chi la segue e a chi la legge soltanto!!
Isy_624: ciao!!!
si, ho dovuto modificare leggermente la storia di Edward per renderlo
più umano...perchè secondo me alla fine è un gran
tenerone anche se non lo ammetterà mai con gli altri e forse
nemmeno con se stesso. Emmett e Rose mi fanno morire dal ridere e
poi si prestano benissimo per le descrizioni più
divertenti...per il prossimo capirolo (con l'incontro tra i due =))
dovrai aspettare un po' più di una settimana, mi disp... ah,
grazie per il sostegno!!!
CAPITOLO 3 – PARTENZA E ARRIVO.
Era arrivato il giorno della partenzae e con grande rammarico avevo
esaurito le scuse per rimandare. Feci controllare il baule e tutti i
miei averi. Nel portagioie di madreperla era conservata la Goccia
di Avalon, il ciondolo simbolo antico di potere e di amore delle
sacerdotesse, lo presi e prima di legarmelo al collo lo osservai a
lungo. Indossai un abito la cui gonna, ricamata a sangallo,
arrivava appena al di sopra delle ginocchia mentre una grossa cintura
di cuoio lo fermava appena sotto il seno. Era di un tenue color verde,
comodo e all’ultima moda ma io personalmente per il viaggio
avrei preferito un bel paio di pratici jeans, ma come al solito mi era
stato risposto che la signora di Avalon non indossava certi
vestiti. Amavo la comodità e la praticità e correre
nudaattraverso l'isola ma avevo un debole per la moda quindi quella
sera per la cena in mio onore avrei messo il vaporoso abito da sera che
mi ero fatta fare apposta ad imitazione si un abito visto ad una
passerella parigina. Mio padre non avrebbe sicuramente approvato visto
quanto amava le convenzioni ma non me ne importava, anzi un po’
mi divertiva stuzzicarlo. E io dopo aver viaggiato un giorno intero per
raggiungere il villaggio che ospitava il concilio dei druidi mi sentivo
in diritto di mettermi in ghingheri per farmi guardare. Secondo Jacob,
giocavo sporco visto che non pensavo minimamente a soddisfare i miei
spasimanti. Sorrisi all’idea che tra poco lo avrei rivisto quando
qualcuno bussò alla mia porta.
“signora, siamo pronti, quando vuole possiamo partire.”
Gael era un rematore della barca della Signora di Avalon, mi avrebbe
accompagnato lui sulla terraferma. La sua voce piena di dolcezza e
rispetto mi distolse dai miei pensieri.
“andiamo Gael, o faremo tardi.” Gli sorrisi e lo seguii alla barca.
Osservai triste la mia isola diventare sempre più piccola man
mano che ci allontanavamo e quando divenne un puntino in lontananza mi
alzai cercando di mantenere l’equilibrio. Alzai le mani al cielo
in un gesto antico, che tutte le sacerdotesse prima di me avevano
compiuto. Il ciondolo a forma di goccia si illuminò, dissolvendo
la nebbia che avvolgeva perennemente la strada per la mia isola, quanto
bastava per farci passare. La densa foschia tornò ad avvolgere
il mio regno non appena la nave la oltrepassò. Ora eravamo in
quello degli umani, il molo era a pochi metri da noi. Il mio sorriso
istintivamente si allargò vedendo Jacob che mi aspettava nella
sua forma umana mentre i suoi compagni, erano alle sue spalle sotto
forma di lupo. L’accoglienza non poteva essere migliore, la
Guardia al completo mi attendeva. La barca non fece in tempo a toccare
terra che io ero già tra le braccia del mio migliore amico che
mi strinse in un abbraccio soffocante. Avevo tante cose da dirgli! Il
sogno del giorno prima mi perseguitava ancora e volevo che fosse il
primo a saperlo. La cosa che mi assillava maggiormente era che nel giro
di due giorni avevo avuto sogni diversi e non era mai successo.
“Isabella. Non è tempo per i saluti, dobbiamo partire e
abbiamo fretta.” Quella voce. Mio padre. Rimasi basita, quella
proprio non me l’aspettavo. Di solito si faceva trovare tra gli
altri druidi. Arrossii.
“si padre.” Presi le redini del cavallo che mi tendeva e
agilmente salii in sella, per noi niente automobili durante gli
incontri ufficiali, e di certo quei congegni infermali ed inquinanti li
lasciavo volentieri ai comuni mortali amandoli ben poco. Jake mi
guardò dispiaciuto e mentalmente mi comunicò che non
aveva potuto dire di no al capo druido quando aveva voluto venire con
lui. Triste gli sorrisi sapendo che non poteva evitarlo. Scambiai un
altro sguardo complice con il mio migliore amico che sotto i miei occhi
si trasformò. La mia guardia personale si dispose ai lati della
compagnia a cavallo. Non potevo parlare con Jake, non adesso o
avrebbero saputo tutto il suo branco del sogno. Maledissi le menti
comunicanti dei licantropi e aspettai che mio padre prendesse la parola.
“Isabella, hai quasi 18 anni.” Sbuffai, come se non sapessi
la mia età! Se avesse detto ancora una volta il mio nome
completo mi sarei incazzata sul serio. Già la prima parte del
discorso non mi piaceva, sapevo bene dove voleva andare a parare.
“devi celebrare il tuo compleanno. Ne abbiamo già parlato
e non sono ammesse repliche. Il consiglio è d’accordo con
me.”
“lo hai detto al consiglio???” ero incredula. Io la
consideravo una questione tra padre e figlia. Sembrava che non contasse
niente che fossi la signora di Avalon, per lui, per il capo dei druidi,
ero solo una ragazzina da controllare. Per il resto del viaggio non
dissi niente e non gli risposi. Chiusi la mia mente a chicchessia.
Mi muovo tra le nebbie di Avalon.
Alzo le mani come al solito per disperderle. Chiedo un aiuto
supplementare al ciondolo, da lui attingo forza ma non riesco a
disperderle. Sotto i miei piedi nudi non sento il famigliare legno
della barca ma solo la terra umida. Una mano fredda mi afferra e mi
trascina a sé. Finalmente la nebbia si è dissolta, sono
nel bosco dei druidi. Il mio volto è a pochi centimetri dal suo.
Sorride beffardo. Urlo.
“BELLA!” sentii la voce di Jake che allarmata cercava di
scuotermi dal torpore che mi ha preso. Mi sono addormentata a cavallo e
sarei caduta se Seth, il luogotenente di Jacob, non mi avesse vista in
pericolo e si fosse prontamente trasformato per sorreggermi. Il capo
alfa avrebbe voluto fermarsi per farmi riposare. In effetti avevo
cercato di non addormentarmi in questi giorni, non dopo quel sogno
poichè appena abbassavo le palpebre rivedevo sempre quel volto.
Mi perseguitava ma non capivo che volesse dire, se non che forse lo
avrei incontrato di persona. Ma c’era qualcosa, un particolare
che mi sfuggiva, oltre alla sensazione di aver già visto da
qualche parte quel viso. Inoltre il quesa visione era così
definita rispetto al primo sogno, una grande massa rossa fumosa che ad
un certo punto si illuminava. Insistetti per proseguire il
viaggio per avvivare al villaggio e potermi rilassare con un bagno
caldo. Arrivammo quando il sole stava per tramontare a un villaggio che
conoscevo bene e in cui avevo trascorso parte della mia infanzia.
Eravamo arrivati a Eyam.
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