Brother can help you
Titolo:
Brother can help you
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot
[ 1581 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Conner
Kent, Jonathan Samuel Kent, Damian Bruce Wayne, Richard John Grayson,
Jason Peter Todd, Timothy Jackson Drake
Rating:
Giallo
Genere: Generale,
Slice of life, Commedia
Avvertimenti: What
if?, Accenni Slash
Sapori d'estate: 24.
Giocare a pallone e beccarlo in faccia
Just stop for a minute and smile: 17. "Adesso
ti metterai comodo e mi racconterai tutto!"
Una volta nella vita: 17.
Fare surf
SUPER
SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved.
Mentre
osservava i quattro Robin giocare a pallone, Jon non poteva nascondere
a sé stesso di essersi soffermato soprattutto su Damian.
Jason lì aveva convinti ad
andare in spiaggia
e, anche se inizialmente Damian non ne era apparso entusiasta, aveva
infine roteato gli occhi quando aveva insisto persino Dick, finendo col
ritrovarsi su quell'insenatura privata che Tim aveva trovato proprio
per loro. Si erano fatti un bagno e Jon non aveva potuto fare a meno di
notare quanto fossero stati bravi a surfare, per quanto non avrebbe mai
pensato che potessero avere anche una qualità del genere.
Sapeva che i figli di Bruce Wayne erano
bravi in
molte cose, ma il surf era proprio l'ultima delle cose che si pensava
di loro, nonostante i corpi tonici e la loro predisposizione agli sport
estremi. Per quanto invece riguardava lui, non era mai salito su una
tavola in tutta la sua vita. Durante i suoi primi dieci anni aveva
vissuto in campagna e poi si era trasferito a Metropolis, e tra le
pattuglie con Damian e le missioni con suo padre nel corso della sua
adolescenza, fare surf era stata proprio l'ultima delle cose a cui
aveva pensato.
Era stato proprio per quel motivo che,
quand'era
salito su una tavola e ci aveva provato, aveva provocato lo scoppio di
ilarità di tutti, imbarazzato oltre ogni dire; quando aveva
incontrato lo sguardo di Damian, però, ogni parola gli era
morta
sulle labbra priam ancora che potesse pensare di pronunciarla.
Divertito da fatto che fosse stato letteralmente inghiottito dalle onde
nonostante avrebbe potuto volare via prima ancora che il tubo lo
catturasse, il volto di Damian si era disteso in un sorriso
così
rilassato che Jon era rimasto con la tavola in mano e la bocca
spalancata, tanto che era stato suo fratello Conner a richiamarlo alla
realtà con una gomitata al fianco. Solo tempo dopo, scoppata
la
bolla di divertimento che lui aveva inavvertitamente creato, si erano
concessi il lusso di bere
qualcosa, e adesso, seduto sulla sabbia, Jon si era perso a guardarli
mentre giocavano a pallavolo.
Era divertente vedere come fossero
competitivi anche
per un semplice gioco e, dal modo in cui contrattaccava, Damian
sembrava piuttosto intenzionato a vincere. Lo vedeva scattare a
sinistra per evitare che la palla toccasse la sabbia e unire le mani
per colpirla, rilanciandola ad uno dei fratelli; a volte si gettava per
terra o compiva enormi balzi, con i capelli scompigliati che si
incollavano alla fronte a causa del caldo e le goccioline di sudore che
gli imperlavano ogni centimetro del corpo, dall'ampia schiena alle
gambe toniche. Fletteva i muscoli e dava
sfoggio delle sue abilità - esattamente
come quando, sulla tavola, aveva mantenuto un perfetto equilibrio che
aveva stregato Jon - e il modo
in cui il costume
aderiva
al suo sedere, accentuando la curva delle natiche sode e allenate,
sembrava decisamente catturare l'attenzione.
«Questi
passerotti sono proprio un bel vedere, eh, piccoletto?»
La voce di Conner lo fece sussultare e si portò una mano al
petto, sentendolo battere all'impazzata. Non l'aveva nemmeno sentito
arrivare, possibile che si fosse distratto a tal punto?
«Mi hai
fatto prendere un colpo!»
si risentì, e Kon rise, lasciandosi cadere seduto sulla
sabbia accanto a lui.
«Mi avresti
sentito, se fossi stato attento invece di perderti fra le grandi dune del
pipistrellino».
«Io... eh?»
imbarazzato, Jon distolse lo sguardo. «Stavo
semplicemente vedendo che sono bravi a giocare».
«A me
sembrava che ti stessi letteralmente divorando il demonietto con gli
occhi»,
ridacchiò Kon, dandogli una poderosa pacca su una spalla.
Non si curò di trattenere la
propria forza,
conscio che l'altro non avrebbe avuto problemi. «Tranquillo,
Jonno, ti
capisco. Io stesso non riesco a distogliere lo sguardo dal culo di Tim».
«Kon!»
esclamò Jon, con gli occhi spalancati per quella schiettezza.
«Oh, non
fare il bambino, non hai dieci anni. E non ti biasimerei di certo,
hanno tutti e quattro un culo da paura».
«Limitati a
guardarne solo tre»,
affermò lapidario. Sì, d'accordo, era geloso. E
con questo? Ma la cosa fece ridere maggiormente Conner, che gli
regalò un sorrisetto prima di gettargli un braccio dietro le
spalle.
«Ti piace
proprio, eh?»
domandò nel punzecchiargli una guancia con un dito,
ignorando le sue lamentele. «L'hai
già invitato ad uscire?»
Jon
fece per replicare, ma qualunque parola gli morì in gola nel
fissare il fratello con uno sguardo indecifrabile, mentre un lieve
rossore gli colorava le guance. Oh, l'aveva invitato eccome... e non
solo una o due volte. E non si erano nemmeno fermati lì. Ma
dirlo a Conner? Nossignore. Lo avrebbe punzecchiato per settimane.
«...siamo... siamo solo compagni di squadra».
«Ce~erto... come
me e Tim». L'ironia con cui lo disse gli fece guadagnare
un'occhiataccia, peccato che Jon sembrasse semplicemente comico e per
niente minaccioso, quando si trattava di cose del genere.
«Conosco fin troppo bene quello sguardo, Jonno... e non devo
ricordarti che ci sono già passato col mio bel
passerotto», ridacchiò, rifilandogli l'ennesima
pacca sulla spalla. «Quindi
adesso ti metterai comodo e mi racconterai tutto! E se hai
bisogno di qualche consiglio dal tuo fratellone, sono
disponibile», gli fece l'occhiolino.
«Damian non è Tim, Kon»,
bofonchiò il giovane Superboy, umettandosi un po' le labbra.
Stava cominciando a sentirle un po' secche, ma non sapeva se fosse
colpa del caldo o del fatto che quel discorso lo stava facendo
diventare nervoso... e, involontariamente, aveva anche confermato i
sospetti di Conner, tanto che imprecò e si diede mentalmente
dell'idiota nel sentire la sua risata.
«Va bene, te ne do atto, è vero. Ma almeno hai
ammesso che ti piace», parve gongolare, sentendo Jon
borbottare ancora. «Senti...
dico sul serio. Non devi vergognarti di parlarne, non con me. Conosco
da abbastanza tempo i pipistrelli laggiù», e nel
dirlo fece giusto un breve cenno col capo verso i quattro che
giocavano, «da
sapere che sono un po' tutti complicati. Nessuno escluso. Certo, tu
forse hai scelto proprio il più complicato di tutti... ma capisco
bene la sensazione che si prova nel perdersi a guardare chi
ami», sussurrò con un sorriso così
dolce sulle labbra che lasciò stranito Jon. Sapeva che,
dietro alla facciata da prima
donna che mostrava al mondo, Conner in fondo in
fondo era un romanticone sentimentale... ma non l'aveva comunque mai
visto così preso come in quel momento. Timothy lo faceva
stare davvero bene, e al pensiero venne da sorridere anche a lui.
«Grazie, Kon... anche se, uh, scusa, ma... non mi servono i
tuoi consigli». Allo sguardo stranito che gli
lanciò il fratello, si affrettò a
sollevare le mani e a spiegarsi. «N-No,
ecco, vedi...!
Io e
Damian... mhn... noi... usciamo già insieme»,
pigolò, decidendo di essere sincero. Dopo tutto si era
aperto
con lui in quel modo... glielo doveva.
Conner si zittì per un attimo, poi sbatté le
palpebre come se stesse assimilando la notizia. «Oh! Hai
capito il mio
fratellino!» replicò divertito, scompigliandogli
vistosamente i capelli prima che un grande
ghigno gli si disegnasse sulle sue labbra «...se
hai bisogno di consigli sul sesso, il tuo fratellone è qui
per aiutarti», lo prese in giro, e Jon sgranò gli
occhi a tal punto che poco ci mancò che gli fuoriuscissero
dalle orbite.
«Kon!»
esclamò letteralmente rosso in viso e, prima
ancora che potesse aggiungere altro, una pallonata senza
ritegno lo colpì in viso, lasciandolo interdetto. «Ehi!»
si fece sentire in tono sconcertato, incrociando lo sguardo di Damian.
Aveva le
braccia distese lungo i fianchi e i pugni chiusi, e il modo in cui
aveva assottigliato le palpebre non prometteva niente di buono. «Ma sei
scemo, D?!» sbraitò, rimediandoci solo un suono
stizzito.
«Sei fatto
d'acciaio, smettila di lamentarti come se ti avessi fatto male e tira
quella palla!»
sbottò il ragazzo di rimando, continuando a fissarlo. E, se
Jon avesse potuto leggere i suoi pensieri, non gli sarebbero piaciuti
affatto. Così, seppur avesse uno sguardo ancora stranito,
vide il giovane kryptoniano borbottare qualcosa fra sé e
sé mentre Kon-El se la rideva, finendo con l'afferrare la
palla che gli venne rilanciata prima di tornare accanto ai fratelli.
Nessuno di loro aveva proferito parola,
ma il suo nervosismo era così palese che fu Tim ad
adocchiarlo, mentre Jay e Dick se la sghignazzavano fra loro,
lanciandosi sguardi piuttosto complici. «Non sta
nemmeno giocando, perché gliel'hai tirata?»
«Chiamala
intuizione, Drake... chiamala intuizione»,
borbottò Damian, fulminando un'ultima volta Jon con lo
sguardo.
Non aveva il super-udito, ma aveva studiato abbastanza bene il
linguaggio del corpo da rendersi conto che quell'idiota di un
kryptoniano stava parlando di lui con quel clone altrettanto
idiota.
Dick ridacchiò. «Credevo tu fossi il detective
migliore tra noi, Timbo».
«Andiamo,
non è ovvio?»
rimbeccò Jay con un
ghignetto. «Conner
ha appena scoperto che Jon e il demonietto hanno una tresca... e
dispensava consigli da bravo fratello maggiore».
Stavolta fu il turno di Damian di
arrossire, soprattutto nel rendersi conto che persino Grayson si era
lasciato andare ad una mezza risata alle parole di Red Hood. Di solito
era dalla sua parte, per così dire, ma da quando sapeva di
lui e Jon non perdeva occasione di punzecchiarlo un po' anche lui. «Sta'
un po' zitto, Todd», sbottò nel tirare una
pallonata anche a lui, ma Jason si limitò a scansarsi e a
ridere a crepapelle alla sua espressione e a quella stranita di Tim.
Fratelli maggiori... non li avrebbe mai
capiti.
_Note inconcludenti dell'autrice
Eccoci
qua, ho deciso di chiudere la raccolta con questo capitolo
perché l'ispirazione per la roba estiva è finita
esattamente nello stesso momento in cui è finita l'estate,
lo
ammetto aha
Comunque sia, Jon è fin troppo ovvio agli occhi di suo
fratello
ed era palese che sarebbe stato beccato, non è poi
così
sottile come crede di essere... soprattutto se si perde ad osservare
Damian in quel modo. Stessa cosa dicasi per Damian. I fratelli non gli
daranno più scampo, visto che sanno che sotto sotto lui e
Jon si
vogliono un mondo di bene ;)
Anche se questa raccolta è finita, comunque, le avventure
della
bat-family (e di Jon e Damian) continuano sulle pagine della raccolta Allegretto
~ Deux ou trois choses que je sais de nous e anche su
From
this day Foward ~ Knowing the sound of your heartbeat
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A presto! ♥
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