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Autore: My Pride    06/10/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction e one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon ♥
» 08. Brother can help you
Era divertente vedere come fossero competitivi anche per un semplice gioco e, dal modo in cui contrattaccava, Damian sembrava piuttosto intenzionato a vincere. Lo vedeva scattare a sinistra per evitare che la palla toccasse la sabbia e unire le mani per colpirla, rilanciandola ad uno dei fratelli; a volte si gettava per terra o compiva enormi balzi, con i capelli scompigliati che si incollavano alla fronte a causa del caldo e le goccioline di sudore che gli imperlavano ogni centimetro del corpo, dall'ampia schiena alle gambe toniche.
[ Dedicata a Shun di Andromeda ♥ ]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Brother can help you Titolo: Brother can help you
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1581 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Conner Kent, Jonathan Samuel Kent, Damian Bruce Wayne, Richard John Grayson, Jason Peter Todd, Timothy Jackson Drake

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?, Accenni Slash
Sapori d'estate: 24. Giocare a pallone e beccarlo in faccia
Just stop for a minute and smile: 17. "Adesso ti metterai comodo e mi racconterai tutto!"
Una volta nella vita: 17. Fare surf



SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved.


    Mentre osservava i quattro Robin giocare a pallone, Jon non poteva nascondere a sé stesso di essersi soffermato soprattutto su Damian.
    Jason lì aveva convinti ad andare in spiaggia e, anche se inizialmente Damian non ne era apparso entusiasta, aveva infine roteato gli occhi quando aveva insisto persino Dick, finendo col ritrovarsi su quell'insenatura privata che Tim aveva trovato proprio per loro. Si erano fatti un bagno e Jon non aveva potuto fare a meno di notare quanto fossero stati bravi a surfare, per quanto non avrebbe mai pensato che potessero avere anche una qualità del genere.
    Sapeva che i figli di Bruce Wayne erano bravi in molte cose, ma il surf era proprio l'ultima delle cose che si pensava di loro, nonostante i corpi tonici e la loro predisposizione agli sport estremi. Per quanto invece riguardava lui, non era mai salito su una tavola in tutta la sua vita. Durante i suoi primi dieci anni aveva vissuto in campagna e poi si era trasferito a Metropolis, e tra le pattuglie con Damian e le missioni con suo padre nel corso della sua adolescenza, fare surf era stata proprio l'ultima delle cose a cui aveva pensato.
    Era stato proprio per quel motivo che, quand'era salito su una tavola e ci aveva provato, aveva provocato lo scoppio di ilarità di tutti, imbarazzato oltre ogni dire; quando aveva incontrato lo sguardo di Damian, però, ogni parola gli era morta sulle labbra priam ancora che potesse pensare di pronunciarla. Divertito da fatto che fosse stato letteralmente inghiottito dalle onde nonostante avrebbe potuto volare via prima ancora che il tubo lo catturasse, il volto di Damian si era disteso in un sorriso così rilassato che Jon era rimasto con la tavola in mano e la bocca spalancata, tanto che era stato suo fratello Conner a richiamarlo alla realtà con una gomitata al fianco. Solo tempo dopo, scoppata la bolla di divertimento che lui aveva inavvertitamente creato, si erano concessi il lusso di bere qualcosa, e adesso, seduto sulla sabbia, Jon si era perso a guardarli mentre giocavano a pallavolo.
    Era divertente vedere come fossero competitivi anche per un semplice gioco e, dal modo in cui contrattaccava, Damian sembrava piuttosto intenzionato a vincere. Lo vedeva scattare a sinistra per evitare che la palla toccasse la sabbia e unire le mani per colpirla, rilanciandola ad uno dei fratelli; a volte si gettava per terra o compiva enormi balzi, con i capelli scompigliati che si incollavano alla fronte a causa del caldo e le goccioline di sudore che gli imperlavano ogni centimetro del corpo, dall'ampia schiena alle gambe toniche. Fletteva i muscoli e dava sfoggio delle sue abilità -
esattamente come quando, sulla tavola, aveva mantenuto un perfetto equilibrio che aveva stregato Jon - e il modo in cui il costume aderiva al suo sedere, accentuando la curva delle natiche sode e allenate, sembrava decisamente catturare l'attenzione.
    «Questi passerotti sono proprio un bel vedere, eh, piccoletto?»
    La voce di Conner lo fece sussultare e si portò una mano al petto, sentendolo battere all'impazzata. Non l'aveva nemmeno sentito arrivare, possibile che si fosse distratto a tal punto?
    «Mi hai fatto prendere un colpo!» si risentì, e Kon rise, lasciandosi cadere seduto sulla sabbia accanto a lui.
    «Mi avresti sentito, se fossi stato attento invece di perderti fra le grandi dune del pipistrellino».
    «Io... eh?» imbarazzato, Jon distolse lo sguardo. «Stavo semplicemente vedendo che sono bravi a giocare».
    «A me sembrava che ti stessi letteralmente divorando il demonietto con gli occhi», ridacchiò Kon, dandogli una poderosa pacca su una spalla. Non si curò di trattenere la propria forza, conscio che l'altro non avrebbe avuto problemi. «Tranquillo, Jonno, ti capisco. Io stesso non riesco a distogliere lo sguardo dal culo di Tim».
    «Kon!» esclamò Jon, con gli occhi spalancati per quella schiettezza.
    «Oh, non fare il bambino, non hai dieci anni. E non ti biasimerei di certo, hanno tutti e quattro un culo da paura».
    «Limitati a guardarne solo tre», affermò lapidario. Sì, d'accordo, era geloso. E con questo? Ma la cosa fece ridere maggiormente Conner, che gli regalò un sorrisetto prima di gettargli un braccio dietro le spalle.
    «Ti piace proprio, eh?» domandò nel punzecchiargli una guancia con un dito, ignorando le sue lamentele. «L'hai già invitato ad uscire?»
    Jon fece per replicare, ma qualunque parola gli morì in gola nel fissare il fratello con uno sguardo indecifrabile, mentre un lieve rossore gli colorava le guance. Oh, l'aveva invitato eccome... e non solo una o due volte. E non si erano nemmeno fermati lì. Ma dirlo a Conner? Nossignore. Lo avrebbe punzecchiato per settimane. «...siamo... siamo solo compagni di squadra».
    «Ce~erto... come me e Tim». L'ironia con cui lo disse gli fece guadagnare un'occhiataccia, peccato che Jon sembrasse semplicemente comico e per niente minaccioso, quando si trattava di cose del genere. «Conosco fin troppo bene quello sguardo, Jonno... e non devo ricordarti che ci sono già passato col mio bel passerotto», ridacchiò, rifilandogli l'ennesima pacca sulla spalla. «Quindi adesso ti metterai comodo e mi racconterai tutto! E se hai bisogno di qualche consiglio dal tuo fratellone, sono disponibile», gli fece l'occhiolino.
    «Damian non è Tim, Kon», bofonchiò il giovane Superboy, umettandosi un po' le labbra. Stava cominciando a sentirle un po' secche, ma non sapeva se fosse colpa del caldo o del fatto che quel discorso lo stava facendo diventare nervoso... e, involontariamente, aveva anche confermato i sospetti di Conner, tanto che imprecò e si diede mentalmente dell'idiota nel sentire la sua risata.
    «Va bene, te ne do atto, è vero. Ma almeno hai ammesso che ti piace», parve gongolare, sentendo Jon borbottare ancora. «Senti... dico sul serio. Non devi vergognarti di parlarne, non con me. Conosco da abbastanza tempo i pipistrelli laggiù», e nel dirlo fece giusto un breve cenno col capo verso i quattro che giocavano, «da sapere che sono un po' tutti complicati. Nessuno escluso. Certo, tu forse hai scelto proprio il più complicato di tutti... ma capisco bene la sensazione che si prova nel perdersi a guardare chi ami», sussurrò con un sorriso così dolce sulle labbra che lasciò stranito Jon. Sapeva che, dietro alla facciata da prima donna che mostrava al mondo, Conner in fondo in fondo era un romanticone sentimentale... ma non l'aveva comunque mai visto così preso come in quel momento. Timothy lo faceva stare davvero bene, e al pensiero venne da sorridere anche a lui.
    «Grazie, Kon... anche se, uh, scusa, ma... non mi servono i tuoi consigli». Allo sguardo stranito che gli  lanciò il fratello, si affrettò a sollevare le mani e a spiegarsi. «N-No, ecco, vedi...! Io e Damian... mhn... noi... usciamo già insieme», pigolò, decidendo di essere sincero. Dopo tutto si era aperto con lui in quel modo... glielo doveva.
    Conner si zittì per un attimo, poi sbatté le palpebre come se stesse assimilando la notizia. «Oh! Hai capito il mio fratellino!» replicò divertito, scompigliandogli vistosamente i capelli prima che un grande ghigno gli si disegnasse sulle sue labbra «...se hai bisogno di consigli sul sesso, il tuo fratellone è qui per aiutarti», lo prese in giro, e Jon sgranò gli occhi a tal punto che poco ci mancò che gli fuoriuscissero dalle orbite. 
    «Kon!» esclamò letteralmente rosso in viso e, prima ancora che potesse aggiungere altro, una pallonata senza ritegno lo colpì in viso, lasciandolo interdetto. «Ehi!» si fece sentire in tono sconcertato, incrociando lo sguardo di Damian. Aveva le braccia distese lungo i fianchi e i pugni chiusi, e il modo in cui aveva assottigliato le palpebre non prometteva niente di buono. «Ma sei scemo, D?!» sbraitò, rimediandoci solo un suono stizzito.
    «Sei fatto d'acciaio, smettila di lamentarti come se ti avessi fatto male e tira quella palla!» sbottò il ragazzo di rimando, continuando a fissarlo. E, se Jon avesse potuto leggere i suoi pensieri, non gli sarebbero piaciuti affatto. Così, seppur avesse uno sguardo ancora stranito, vide il giovane kryptoniano borbottare qualcosa fra sé e sé mentre Kon-El se la rideva, finendo con l'afferrare la palla che gli venne rilanciata prima di tornare accanto ai fratelli.
    Nessuno di loro aveva proferito parola, ma il suo nervosismo era così palese che
fu Tim ad adocchiarlo, mentre Jay e Dick se la sghignazzavano fra loro, lanciandosi sguardi piuttosto complici. «Non sta nemmeno giocando, perché gliel'hai tirata?»
    «Chiamala intuizione, Drake... chiamala intuizione», borbottò Damian, fulminando un'ultima volta Jon con lo sguardo. Non aveva il super-udito, ma aveva studiato abbastanza bene il linguaggio del corpo da rendersi conto che quell'idiota di un kryptoniano stava parlando di lui con quel clone altrettanto idiota. 
    Dick ridacchiò. «Credevo tu fossi il detective migliore tra noi, Timbo».
   
«Andiamo, non è ovvio?» rimbeccò Jay con un ghignetto. «Conner ha appena scoperto che Jon e il demonietto hanno una tresca... e dispensava consigli da bravo fratello maggiore».
    Stavolta fu il turno di Damian di arrossire, soprattutto nel rendersi conto che persino Grayson si era lasciato andare ad una mezza risata alle parole di Red Hood. Di solito era dalla sua parte, per così dire, ma da quando sapeva di lui e Jon non perdeva occasione di punzecchiarlo un po' anche lui.
«Sta' un po' zitto, Todd», sbottò nel tirare una pallonata anche a lui, ma Jason si limitò a scansarsi e a ridere a crepapelle alla sua espressione e a quella stranita di Tim.
    Fratelli maggiori... non li avrebbe mai capiti
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Eccoci qua, ho deciso di chiudere la raccolta con questo capitolo perché l'ispirazione per la roba estiva è finita esattamente nello stesso momento in cui è finita l'estate, lo ammetto aha
Comunque sia, Jon è fin troppo ovvio agli occhi di suo fratello ed era palese che sarebbe stato beccato, non è poi così sottile come crede di essere... soprattutto se si perde ad osservare Damian in quel modo. Stessa cosa dicasi per Damian. I fratelli non gli daranno più scampo, visto che sanno che sotto sotto lui e Jon si vogliono un mondo di bene ;)
Anche se questa raccolta è finita, comunque, le avventure della bat-family (e di Jon e Damian) continuano sulle pagine della raccolta
Allegretto ~ Deux ou trois choses que je sais de nous e anche su From this day Foward ~ Knowing the sound of your heartbeat
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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