Capitolo 6
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- … … … Ma che…cosa….. …
Takuya non riuscì a parlare.
Improvvisamente quella scritta iniziò a lampeggiare
simultaneamente con i battiti del suo cuore.
Si portò una mano in petto mentre
una goccia di sudore attraversò il viso del giovane ragazzo.
Senza corrente elettrica, il televisore non poteva funzionare…l’unica ipotesi plausibile restò una
sola………
il mondo digitale aveva ancora bisogno
di lui.
BIP BIP BIP BIP BIP BIP
Il cellulare di Takuya suonò
spezzando quell’attimo.
Senza staccare lo sguardo dallo schermo, indietreggiò estendendo
una mano al mobiletto.
Allungando le dita, agguantò il telefono portandolo all’orecchio.
- P-pronto..?-
fece con un filo di voce tremante.
- Il
tempo dell’attesa è finito. L’oscurità avvolgerà i due mondi,
saprai contrastarla?
Adesso
tocca a te cambiare il destino.
Takuya Kanbara è tempo di riprendere la
partita.
Il ragazzo gelò all’istante.
Deglutì a fatica cercando di parlare.
- Chi-chi sei?!
Di che parli?!! – esortò Takuya
nella speranza di chiarirsi le idee, ma, dall’altro capo non ebbe alcuna
risposta- Come faccio a riprendere la partita?!
Rispondi!!- urlò affannandosi, ma la linea cadde
all’istante lasciandolo disorientato.
Il cuore, oramai impazzito, pulsava senza sosta proprio come
la scritta in tivù.
Rimase incollato all’apparecchio per
alcuni secondi, improvvisamente il cellulare diventò completamente incandescente,
quasi irradiato da un calore derivante dal dispositivo interno.
Si sentì avvampare la parte destra del volto, e lo lasciò
cadere di riflesso sull’enorme tappeto che copriva gran parte del pavimento.
- Ma che accidenti succede?!- portò
una mano sulla guancia arrossata e completamente bollente.
Chinò il corpo in avanti adagiando le ginocchia al suolo,
protese le dita verso l’oggetto grigio metallizzato, cercò di prenderlo ma venne bloccato all’istante.
Una forte luce proveniente dal
riquadro televisivo attirò la sua attenzione, il fascio completamente oscuro,
marcava il pannello che a poco a poco cominciò a spegnersi. La scritta nel
riquadro si sgretolò come un mucchio di dati digitali, e al
suo posto, ne comparve un’altra.
Takuya allargò gli occhi facendo oscillare
le pupille, anch’esse, come le sue mani, tremanti.
Il messaggio risultò chiaro e
deciso:
To be continued:
Dirigiti al centro commerciale
di Shibuya.
Imbocca la stradina chiusa sulla destra.
Si aprirà un
passaggio nel muro di mattoni.
Oltrepassalo
e…
continuerai la partita.
Takuya correva affannosamente per
le vie cupe di Shibuya.
Dopo aver letto il messaggio, uscì di
casa frettolosamente, il tempo di sfilarsi gli indumenti da letto, indossare
abiti adatti, e si ritrovò fuori in pochi minuti.
Il quartiere era ancora avvolto
dall’oscurità, da ben quindici minuti pervadeva il buio totale. Le luci
delle strade completamente spente, nessuna persona si scorgeva nelle vicinanze,
soltanto due gattini neri sdraiati su un muretto. Nessuna luce illuminava le
case, solamente la luna che accompagnava in giovane ragazzo nella sua strada.
Il centro commerciale comparve in lontananza non appena Takuya voltò l’angolo.
L’imponente struttura, completamente spenta, appariva
tranquilla rispetto al viavai della gente che lo affollava nelle ore diurne.
Il ragazzo aumentò il passo, correndo più velocemente. Una volta raggiunto lo stabile, imboccò la stradina di
destra, ritrovandosi il muro di mattoni a chiudergli il passaggio.
- Lo stesso posto dove trovammo Ninzokumon…allora
conduce davvero a Digiworld!- Takuya
osservò attentamente la parete, avvicinandosi. Il muro iniziò a brillare di una
luce azzurrina, pian piano i mattoni scomparvero dissolvendosi, e un’enorme varco inondato di luce, apparve d’innanzi a lui.
Il giovane sgranò gli occhi fissando l’enorme sfavillio di colori. Fece un passo in avanti strusciando la scarpa al suolo, poi arrestò
a pochi centimetri. Il cellulare, deposto nella tasca dei suoi pantaloni,
cominciò a vibrare insistentemente. Takuya lo tirò
fuori, notando il display tinto di rosso.
“ Takuya Kanbara, la tua storia
inizia da qui”
- Ma chi ha parlato? Sei tu Ophanimon?!- Takuya
girò il capo più volte, quella strana voce probabilmente proveniva dal
cellulare, pensò. L’oggetto in questione fu avvolto da una spirale di luci, man
mano che il ragazzo si avvicinava al passaggio, il bagliore che cingeva
l’apparecchio, aumentava sempre più quasi volesse
indicargli la strada. La fessura cominciò a rimpicciolirsi mantenendo però la
stessa intensità di potere- O adesso o mai più!- affermò Takuya
scattando in direzione del foro dimensionale. Non
appena vi fu dentro, scomparve in pochi istanti risucchiato
dal fascio accecante che svanì al suo accesso.
L’apertura spalancatasi dall’altro lato, fece atterrare il
ragazzo sul pavimento rugoso e impolverato di quella che apparentemente,
potesse sembrare una locanda.
- Haihai…che botta…non posso dire che sia stato un atterraggio perfetto…- si massaggiò il
fondoschiena, dolorante, alzandosi da terra.
BIP BIP BIP BIP BIP
- Ma che…- nella mano destra, il
cellulare grigio metallico, si disgregò improvvisamente. Al suo posto, spiccò
con i forti colori del rosso e del nero, il leggendario D-Scan,
l’oggetto capace di attivare il potere della digievoluzione
– Ma questo è… il mio…
Di-Digivice!?! Incredibile!! Non riesco
a crederci!!- Takuya spalancò gli
occhi sbalordito e festoso ma la sua
felicità fu immediatamente interrotta dalle voci squillanti di due strani
individui.
- Ehi Gotsumon hic!
Dammi un’altra birra!
- Spiacente Nanimon, ne hai bevuto
abbastanza, adesso basta.
- COSA?! Stupido hic ammasso di sassi, non osare hic contraddirmi chiaro?! Ho detto
che voglio hic
un’altra birra!!- urlò il possente Digimon sbattendo
un pugno sul bancone. Il potente colpo fece traballare una piramide di
bicchieri poco distante, Gotsumon prontamente li
tenne stretti prima che cadessero.
- C’è mancato poco!! Ma sei
impazzito?!- gli strillò la piccola creatura lasciando
i gotti- Non mi assumo nessuna
responsabilità se commetti avventatezze…sei praticamente sbronzo, a momenti non
ti reggi nemmeno in piedi…!
- Hai la testa più dura della roccia! Tu adesso mi dai un
altro bicchiere di hic…di…di quella roba gialla con
la schiuma…accidenti hic non ricordo più come si
chiama hic…- barbugliò lo strano essere
singhiozzando- Perdindirindina come sono confuso…hic…- si portò una mano
alla fronte, strofinandola, mentre con l’altra finì di scolarsi il tredicesimo
bicchiere di birra.
- Sentimi bene, non ho tempo da perdere con te, ci sono
altri clienti che aspettano e non mi và di fare
inutili questioni, se vuoi un consiglio, torna quando la sbornia ti sarà
passata…
Nanimon, oramai infuriato, ribatté
un pesante colpo più forte del precedente, il tavolo di legno sussultò interamente
arrivando perfino a sollevarsi pochi centimetri da terra, e questa volta, la
piramide di boccali pregiati, crollò fracassandosi al suolo sotto lo sguardo
impietrito del giovane Gotsumon.
Gli occhioni gialli del piccolo
mostriciattolo digitale si spalancarono fissando il mucchio di vetri sparsi sul
pavimento.
- Che…che hai fatto?!! Questo era il servizio regalatomi da mio nonno…non ci credo…non è
possibile…! Ubriacone che non sei altro!! Questa me la
paghi!! E questi me LI paghi!!
I due ingaggiarono una tremenda lite a suon di sberle e bacchettate, sotto gli occhi stizziti di Takuya che rimase a bocca aperta.
- Aah fantastico… torno a Digiworld
dopo cinque anni e mi ritrovo in un covo di pazzi
anziché quello di Lucemon… come inizio non c’è male…-
disse il ragazzo sospirando- Ehm…scusate…gentilmente potreste dirmi dove ci
troviamo con esattezza? Cioè…intendo dire, in che
settore di Digiworld sono atterrato…?- chiese lui
avvicinandosi con cautela.
I due, senza fermarsi, continuarono a rimbeccarsi tra loro,
escludendo il giovane guerriero, che si grattò la fronte raggrinzandola.- Grazie
della risposta…siete stati parecchio esaurienti…!- fece in tono sarcastico. Poi,
si incamminò fuori abbandonando la taverna. Non appena
scostò le tendine del fabbricato, i suoi occhi si illuminarono
all’istante trovandosi di fronte la sua cara vecchia terra.
- Digiworld…dopo tanto ci
rivediamo ancora una volta eh?- fece lui sorridendo appena. Non era cambiato
assolutamente nulla dal giorno in cui fece ritorno nel
suo mondo, tutto era rimasto identico dal momento della partenza.
Una grande distesa verde
accerchiava quel posto, alberi pieni di fiori si scorgevano in lontananza
insieme a piccole case colorate. Il cielo era limpidissimo, tinto d’azzurro con
qualche nuvola a sfumarne il colore.
Takuya rimase un po’ interdetto
portandosi le mani sui fianchi.
- Mi aspettavo di trovare un mondo completamente diverso, in
cinque anni ne cambiano di cose...ma invece… -
guardandosi intorno girò il capo da ambedue i lati, alcuni Digimon
giocavano a palla, altri invece si davano da fare per trasportare della legna –
Qualunque sia l’aspetto, questo mondo mantiene sempre la sua bellezza! Meglio
darsi da fare… come prima cosa, devo chiedere informazioni…quei due matti là dentro
non sono stati di gran utilità…- adocchiò un Digimon a poca distanza semicoperto da un grosso giornale,
e decise di domandare a lui avvicinandosi.
- Ehm…mi scusi…mi dispiace interrompere la sua lettura ma sa dirmi che settore è questo?
- Ci troviamo a Midorioka village! Il villaggio della collina verde! Benvenuto anche
a te giovane straniero!- esclamò il Digimon
abbassando la rivista. Non appena si trovarono faccia a
faccia, tra lui e il ragazzo ci fu un attimo di silenzio.
- Ta-Takuya?!?
- Bokomon?!?
I due rimasero a bocca aperta, dopodichè la piccola creatura
si buttò al collo del giovane ed entrambi finirono a
terra.
- Takuya sei proprio tu!?! Non posso crederci, come sei cresciuto! E’ passato tanto
tempo da quando andasti via, mi sei mancato tantooo sigh sob!-
Bokomon cominciò piangere avvinghiandosi alla gola
del giovane che cercò di staccarlo.
- So-soffoco…a-aiuto! Staccati!-
il Digimon mollò la presa e Takuya
riprese a respirare massaggiandosi la gola- Lo so che
sei felice di rivedermi, e anch’io lo sono, ma strozzarmi mi sembra un tantino
esagerato non credi? Comunque, che ci fai tu qui?
- Io ci vivo! Tu piuttosto che ci fai a Digiworld!?! Credevo che non ci saremmo mai più incontrati, come sei
giunto fin qui??- fece la creatura con occhi lucidi.
- Bella domanda…vorrei saperlo anch’io, molte cose sono un
mistero anche per me…in ogni modo ti spiegherò tutto più tardi, ma prima dimmi,
hai visto Kouji e gli altri
da queste parti?
- Veramente sei il solo essere umano che intravedo
dopo tanto tempo…ma allora ci siete tutti? Tutti i leggendari guerrieri sono
qui?!- il volto di Bokomon
si illuminò di colpo intrecciando le manine in segno di ammirazione tanto
quanto di stupore.
- Beh…più o meno si…ma non ho le
prove che abbiano ricevuto anche loro il messaggio…speriamo solo che non siano
in pericolo…
- Di che messaggio parli? Ma si può
sapere come sei venuto fin qui? Credevo non ci fosse un passaggio tra il Digiworld e il mondo reale…o perlomeno, non così grande da
permettere il transito di un essere umano…
- Lo credevo anch’io e invece… ci sono tante cose che devi saperi, ma possiamo andare in luogo più appartato? Ci
sono troppi Digimon in giro e se dovessero
ascoltare ciò che ho darti, non vorrei che si venisse a creare il panico tra loro…
- Viene
con me, andiamo a casa mia…là saremo al sicuro! - propose Bokomon
indicandola con il dito.
Takuya spostò lo sguardo su essa, la piccola casetta, alta poco più di un metro, aveva
un colore giallo pallido, la porta, sufficiente a stento per il passaggio del Digimon, era tinta di verde, ai lati, due piccole finestre
dalla forma tonda.
- Ehm… forse è meglio di no…!- fece l’umano grattandosi la
guancia- Darò un’occhiata nella zona, forse saranno
arrivati prima di me e probabilmente mi staranno aspettando da qui intorno.
- Allora ti accompagno! Conosco questo
posto meglio della mia pancierina!- esclamò la
creatura battendosi una mano sulla morbida fascia rosa che gli avvolgeva la
vita.- Dai andiamo!
Tutta Midorioka village era piena di piante cariche di frutti dalle mille forme e colori, il
verde spiccava ovunque, anche nelle abitazioni e negli arredamenti degli
alloggi, dopotutto se si chiamava “villaggio della collina verde” c’era un
significato!
Girarono a lungo percorrendo più volte quelle zone, ma di Kouji e gli altri, nessuna traccia.
- Mi dispiace Takuya, qui non ci
sono…è possibile che siano atterrati in un altro settore…Digiworld
n’è piena.
- Beh, speriamo che non sia così, altrimenti sarà un’impresa
ritrovarli… senti ma, è da un po’ che non ti ho
chiesto di Neemon…dove si trova adesso? Non vi sarete
mica separati ?- chiese Takuya continuando a
camminare.
- Separati?? Anche se volessi è impossibile, da solo non sopravviverebbe un minuto…ha bisogno di una guida che gli stia accanto altrimenti sarebbe capace di cacciarsi in
qualsiasi guaio…pensa che una volta lo trovai incastrato nella finestra della
sua casa…ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a finire lì in mezzo…- Bokomon si portò una mano al mento, perplesso- Comunque
credo che in questo momento sarà senz’altro sotto un albero a sonnecchiare…non
fa altro dalla mattina alla sera…!- concluse il piccolo sbuffando.
- E’ tipico di Neemon!- disse Takuya abbozzando una risata, poi improvvisamente, il suo
volto diventò del tutto serio.
- Che hai Takuya
? C’è qualcosa che non và?- domandò il
mostriciattolo afferrandogli la maglia.
Lui annuì con il capo.
- Quando hai chiesto se tutti eravamo
a Digiworld, io ho risposto di si… sebbene non fosse
vero…
Bokomon chiuse gli occhi incrociando
le braccia.
- Quando ti ho rivisto, ero già consapevole che fosse
successo qualcosa…se sei venuto qui è per un motivo
preciso…dico bene?- Bokomon guardò il volto del
ragazzo, la sua espressione tesa quanto preoccupata, la conosceva molto bene,
in fondo era rimasto al fianco dei prescelti per parecchio tempo.- Senti,
sediamoci là, così mi racconterai tutto con calma.
Takuya assentì nuovamente,
entrambi si diresse nel posto indicato dal piccolo Digimon, e si sedettero su un tronco di legno.
Non appena il giovane ebbe conclusa
la spiegazione, ci fu un attimo di silenzio. Poi Bokomon,
deglutendo a fatica, cercò di parlare.
- Come prevedevo… Ero preparato a
una simile cosa…prima o poi so che sarebbe successo, benché tutti fossero
tranquilli, continuavo a conservare
dentro di me le immagini dell’ultima battaglia…ma oramai a distanza di cinque
anni, pensavo non sarebbe più successo…
Takuya rimase un
attimo interdetto, dopodichè articolò parole in maniera alquanto
sbigottita.
- Ma, come facevi a sapere che Lucemon sarebbe ritornato? Tutti lo abbiamo
visto scomparire disgregandosi… sarebbe folle pensare che sia sopravvissuto a
tale potenza…
- Eppure è cosi… Takuya… tu non
conosci tutto ciò che è successo migliaia di anni fa,
prima della vostra venuta in questo mondo… devi sapere che i dieci leggendari
guerrieri, costituivano per noi l’unica speranza di riportare la pace a Digiworld. Lucemon era dotato di
una forza sovrumana, capace di distruggere questo pianeta unendo l’energia
della luce a quella dell’oscurità… i miei antenati si affidarono a dieci
impavidi cavalieri, che facendo confluire la loro essenza digitale in un unico
potere, sconfissero quel terribile tiranno. Purtroppo però…per i dieci paladini
portatori di pace, la stessa sorte riversata al potente angelo, sopraggiunse anche per loro, infatti Lucemon,
prima di essere rilegato nel nucleo centrale di questo pianeta, li colpì
violentemente facendo appello alla forza distruttiva del Dead or Alive, l’arcano potere in grado di unificare le energie
negative con quelle positive e sentenziare la vita o la morte dell’essere
intrappolato all’interno del globo nefasto. Il resto…beh…lo sai già…voi ragazzi
vi siete impegnati per sconfiggere Lucemon e liberare
Digiworld, ma all’epoca nemmeno i leggendari
guerrieri riuscirono a farlo, per questo motivo lo rinchiusero al centro della
nostra terra… mi dispiace dirti una simile cosa…ma il
libro regalatomi dal mio bisnonno, descrive precisamente le gesta eroiche di quell’epica battaglia tra bene e male, e…proprio nelle ultime
pagine, incollate tra loro, viene riportato a caratteri antichi, un’antica
profezia che vuole Lucemon, in grado di reincarnarsi nell’animo
di chi è dotato di un forte potere oscuro… e quindi risorgere.
Takuya riamse
atterrito, con la fronte invasa dal sudore tentò di parlare
ma venne bloccato da un grosso rumore.
- Che è stato?!- esclamò il ragazzo
balzando in piedi.
I due si voltarono indietro dirigendosi a controllare.
Man mano che avanzavano, il rumore aumentava sempre più, Bokomon proseguiva quasi avvinghiato alla gamba di Takuya, che camminava a passo lento. Arrivati all’angolo
che conduceva al villaggio, lo strano suono si bloccò, così come i due.
- Proviene da qui dietro!- esclamò Takuya
indicando il luogo con un dito, poi scattò in avanti con un guizzo, voltando
l’angolo a gran velocità e..........
“““ !!!SDENG!!! ”””
- Ma che cavolo…?! Mamma che botto!!- Takuya finì a terra sbattendo
violentemente il fondoschiena al suolo. Alzò il capo di riflesso trovandosi di
fronte il grosso “ostacolo”.- Ju-Junpei?!?!? – esclamò spalancando le palpebre.
- Takuya!?!-
annunciò il giovine facendo altrettanto.
- La tua è una fissa quella di travolgere le persone?! Ahh lasciamo
stare…si può sapere da dove spunti? Ho setacciato l’intera area senza alcun
risultato…ma dove stavi??
- Al villaggio… E’ un pezzo che ti cerchiamo.- fece una voce
giungere dalle grandi spalle di Junpei.
- Kouji?! Ci sei anche tu?!- chiese Takuya sorpreso nel
vedere il compagno.
- Per la precisione ci siamo tutti…avanti tirati su- allungò una mano verso di lui, aiutandolo a sollevarsi,
dopodichè la infilò in tasca.
- Che intendi dire con “ci siamo
tutti”? Ti ricordo che manca
- Manco io?- disse una voce di ragazza sopraggiungere dal
dorso di Kouji.
Takuya stropicciò gli occhi esterrefatto, dopodichè allargò le palpebre
vedendo lo svolazzare di capelli biondi proprio di fronte a lui.
- I-Izumi?!?!?!!!!!
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