Cap11 Primi contatti
Destino Inevitabile - A
stretto
contatto.
Capitolo 11
Tenerti per mano.
La luna
piena, alta nel cielo, proiettava un tenue bagliore
sull'esterno del tempio e lungo il viale di ciliegi.
Watanuki era in piedi sul portico, il corpo avvolto in uno yukata del
tempio. Gli occhi, intenti a scrutare ogni angolo come alla ricerca di
qualcosa.
D'un tratto un alito di vento gli portò un accenno di fumo.
Una nuvola impalpabile ma abbastanza decisa da rivelargli
l'identità del proprietario che, sorridente e con la solita
sigaretta tra le dita, lo stava guardando. «Buona sera,
Kimihiro-kun.»
Watanuki fissò l'uomo con aria confusa. «Buona
sera, Haruka-san...» Mormorò. «E' tanto
che non... ci si vede...»
Haruka lo guardò con espressione ilare. «Mi sei
sembrato comunque impegnato a livello onirico,
ultimamente...» Commentò.
Il ragazzo lo fissò senza capire.
«Co...»
Un flash improvviso gli ricordò che anche i suoi sogni erano
probabilmente legati al mondo onirico.
Questo significava che Haruka-san sapeva...
«I...io.» Le gote si arrossirono visibilmente,
mentre il sudore sembrò imperlargli la fronte. Proprio non
si aspettava di dover parlare di questo, con il nonno di Doumeki.
«No, ma che dice!» Esclamò alzando il
tono della voce.
«Mi sarò sbagliato...»
Commentò l'uomo sorridendogli in modo allusivo.
«Qualcosa non va?» Domandò infine,
lasciando cadere la cenere in eccesso.
Watanuki scosse il capo cercando di non pensare al sogno e alle sue
conseguenze.
Osservò per un attimo il sacerdote che, seduto nel portico,
lo stava guardando.
Dopo un profondo sospiro lo raggiunse, sedendosi al suo fianco e
guardando davanti a se.
Deglutì a vuoto un paio di volte. «Io... la
credevo offeso...» Dichiarò, arrossendo.
Il sacerdote lo guardò senza alcun cenno di stupore
«E sentiamo... perchè dovrei esserlo?»
Chiese in tono paziente.
«Ecco... per via del litigio con Dou... Shizuka...»
Si corresse il ragazzo, sempre più imbarazzato.
«Mmh...» L'uomo prese una nuova boccata di fumo,
osservando le stelle. «Come mai avete litigato?»
La domanda sembrò spiazzare del tutto Watanuki.
«Io credo che... gli dia fastidio sentirmi parlare di
lei...» Mormorò, pentendosi subito dopo.
«Cioè, non è che non voglia sentirla
nominare! Solo che...» Improvvisamente senza parole, si
limitò ad abbassare il capo, stropicciandosi nervosamente le
mani.
L'uomo al suo fianco sorrise appena, lo sguardo carico di una profonda
tristezza. «Fammi indovinare. Gli da fastidio che si parli di
lui?» Chiese portando la sigaretta alle labbra.
«S...si, immagino sia così.»
Commentò il ragazzo. «Trattandosi di... Shizuka
dovevo aspettarmelo, vero?»
Haruka sorrise alla luna. «Non credo si tratti di orgoglio,
sai? Mio nipote sa badare alle sue priorità.»
«Che... che significa?»
Il sacerdote si voltò a fissare gli occhi blu del ragazzo.
«Tu sai di essere al primo posto, no?»
Continuò, aspirando dalla sigaretta un'ennesima boccata di
fumo.
Watanuki rimase a guardarlo, come rapito dagli occhi dell'altro. E,
comprendendo la confusione del ragazzo, Haruka si sporse in modo da
attirarne maggiormente l'attenzione. «Forse ti da fastidio
che... Shizuka si preoccupi per te?» Domandò.
A quella domanda, il ragazzo rimase senza fiato.
Sentire il nome di Shizuka, pronunciato dalla sua copia perfetta era
qualcosa che non aveva mai considerato. E poi c'erano quelle parole,
dense come non mai di significati nascosti. «N...non
è questo. Solo che... lui non mi sembra il
tipo...» Spiegò.
«Trovi?» Replicò l'uomo, divertito da
quell'affermazione. «Vedi, Kimihiro... Il fatto è
che Shizuka è un ragazzo concreto. Parla poco ma... dimostra
i suoi sentimenti attraverso i gesti.» Per un attimo il suo
sguardo si caricò della malinconia data dai ricordi.
«Anche da bambino era così.»
«Già tipico di Doum... hem, di Shizuka.»
Ribattè l'altro, facendosi pensieroso. Gli occhi puntati sul
pallido disco lunare. «Haruka-san... mi
chiedevo...» Si girò per guardarlo negli occhi.
«Lei proprio non ha modo di... andare a trovarlo?»
Lo sguardo di Haruka si fece improvvisamente triste. «Non
posso Kimihiro-kun... non posso...» Mormorò.
«Ci sono molte cose che gli impediscono di attraversare i
sogni, al momento. Una tra queste, la barriera che ha eretto tra se ed
il mondo.»
Watanuki lo guardò, non certo di aver afferrato il vero
senso di ciò che stava spiegandogli l'uomo.
«Forse...» Tentò. «Potrebbe
lasciare a me un messaggio... per lui. Credo gli farebbe piacere,
sa?» Continuò tornando a guardare il cielo
stellato. «E comunque potrebbe anche abbatterle le sue
stupide barriere!» Brontolò.
«Lo farà quando lo riterrà
opportuno.» Convenne l'uomo. «E poi...»
Riprese con una punta di divertimento nella voce. «Con te lo
sta già facendo, no?»
Watanuki sembrò riflettere su quelle parole, le gote
improvvisamente più rosse.
«Un messaggio per Shizuka...» Riprese il sacerdote,
parlando tra se e se. «Potresti dirgli che si sbaglia. Che
suo nonno è sempre dalla sua parte e... che deve mirare
dritto al bersaglio, senza esitazione.» Dichiarò.
«Che... che significa. E... cosa intendeva prima. Cosa sta
facendo con me?» Domandò il ragazzo, al colmo
dell'imbarazzo.
«Lui capirà...» Replicò
l'uomo prendendo un ultima boccata dalla sua sigaretta.
«Quanto a te...» Continuò sorridendogli.
«Credo tu sappia cosa intedendevo.» Senza attendere
una risposta, soffiò via il fumo in eccesso che prese ad
espandersi nell'aria circostante.
Watanuki fece per ribattere ma fu distratto dalla nuvola di fumo che
per un istante gli oscurò la visuale.
Quando i suoi occhi tornarono a vedere, gli ci volle qualche secondo
per capire di essere nuovamente nella suo fouton.
Al suo fianco, Doumeki lo stava fissando con attenzione. «Hai
finito di fare casino?» Domandò. Poi si fece
più serio. «Hai visto... mio nonno?»
Ancora stordito il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia.
«Non è colpa mia se parlo nel sonno! E comunque,
si... l'ho visto.» Si fermò un attimo, riflettendo
sulle ultime parole del sacerdote. «Se possibile è
stato più enigmatico del solito»
Continuò, guardandolo seriamente. «Ma... mi ha
chiesto di recapitarti un messaggio.»
Doumeki continuò a fissarlo, apparentemente impassibile e,
se pur leggermente contrariato dalla mancanza di espressione
dell'arciere, Watanuki decise di proseguire. «Mi ha detto di
dirti che lui è dalla tua parte e... ah si... di puntare
sempre dritto al bersaglio e di non esitare. Anche se...»
Continuò grattandosi la testa. «Non sono certo di
aver capito che intendeva... E tu?» Domandò,
notanto con rammarico che l'espressione del ragazzo, se possibile, si
era fatta ancora più cupa.
«Non ha detto altro?» Domandò di colpo
l'arciere, girandosi a guardare il soffitto.
Watanuki lo fissò per un istante, avvertendo l'impulso di
cancellare quell'espressione quasi sofferta dal volto dell'altro.
«Lui...» Riprese, ancora incerto su cosa dire.
«Sostiene che ti preoccupi per me...»
Continuò, arrossendo e distogliendo gli occhi da quelli di
Doumeki. «E che stai abbassando...» Si
fermò, improvvisamente conscio di essersi appena addentrato
in un argomento che non avrebbe saputo affrontare.
«Cosa...» Domandò l'altro.
Consapevole di aver detto troppo per negare di colpo ogni cosa,
Watanuki pensò a come dire la verità senza cadere
vittima dell'imbarazzo. «Ha... parlato di
barriere.» Tentò infine.
«Ho capito...» Mormorò l'arciere. Lo
sguardo fisso davanti a se.
Nel sentire quel tono cupo, Watanuki tornò a guardarlo.
«Hei... tutto bene?» Domandò.
«Si... sto bene.» Dichiarò l'altro con
poca convinzione.
Watanuki girò la testa nella sua direzione, gli occhi fissi
sull'espressione assorta dell'arciere e sui suoi capelli spettinati.
Cercò di distogliere lo sguardo, soffermandosi un attimo di
troppo sul profilo della mascella, e su quel braccio appoggiato sulla
fronte. Un gesto che lo faceva apparire quasi vulnerabile,
stringendogli il cuore in una morsa.
Passò così alcuni minuti, dopo i quali Doumeki
tornò finalmente al presente, voltandosi e sorprendendolo
intento ad osservarlo.
Stupito dall'improvvisa attenzione del più piccolo,
l'arciere strinse gli occhi nel tentativo di studiarlo. «Sei
più tranquillo ora che l'hai visto?»
Domandò, infine, senza smettere di guardarlo.
Quella domanda sembrò riscuotere il ragazzo che, resosi
conto di essersi perso a fissare l'arciere, arrossì
leggermente. «Si... adesso va meglio.»
Mormorò sorridendogli appena. Gli occhi come incatenati a
quelli dell'altro ragazzo.
«Ti ha detto perchè era sparito?»
Tentò Doumeki, senza distogliere lo sguardo.
Per un attimo quelle parole giunsero a Watanuki come prive di
significato. Gli ci vollero un paio di secondi abbondanti per
comprendere di cosa stesse parlando l'arciere.
«No...» Rispose, scuotendo leggermente la testa.
«Mi ha solo chiesto perchè lo credevo
arrabbiato.» Al ricordo, si lasciò sfuggire un
sorrisetto. «Non ha detto nulla in proposito. Siete sempre
misteriosi, voi Doumeki.» Concluse in tono soffice.
Il ragazzo più grande sembrò riflettere su quelle
parole. «E... di che altro avete parlato?»
Domandò.
«Lui... mi ha parlato di te...» Ammise, alzando uno
sguardo imbarazzato sull'altro per ritrovarsi nuovamente a fissarlo.
Questa volta concentrato sui lineamente così simili e al
contempo diversi da quelli di Haruka. «Ha detto... che sei
una persona che si esprime con i fatti... E che...»
Deglutì, distogliendo lo sguardo e riprendendo a parlare con
voce più bassa. «Stai abbassando delle barriere,
con me...» Quell'ultima affermazione lo fece arrossire di
nuovo e, temendo di aver detto troppo, si tese involontariamente.
Un cambiamento che l'arciere sembrò cogliere, allentando la
presa attorno al suo braccio. «Se l'ha detto lui... immagino
sia così...» Dichiarò tornando a
guardarlo. I lineamenti più distesi e, sulle labbra, un
accenno di sorriso.
Quell'immagine inattesa, lasciò l'altro senza fiato,
sprigionando un senso di commozione tanto forte da stordirlo.
Incapace di controllare l'emozione improvvisa, si voltò
dall'altra parte, annuendo debolmente e dandosi mentalmente
dell'idiota. Poi, quando riuscì a tornare un pò
più calmo, spostò un braccio in direzione
dell'altro, restando in silenzio.
Doumeki intanto lo stava osservando, riflettendo sull'improvvisa
vicinanza che entrambi stavano sperimentando. Il messaggio di suo nonno
era arrivato improvviso portando con se quella calma così
piacevole da assaporare.
Di colpo un pensiero si fece spazio nella sua mente. Chiuse gli occhi,
sorridendo a se stesso, per poi tornare ad aprirli su Watanuki.
«Quel messaggio... sei stato tu a dirgli di darmelo,
vero?» Domandò infine.
A quello, Watanuki non riuscì più a nascondersi,
voltandosi nuovamente in direzione dell'arciere.
«Si...» Ammise. L'espressione improvvisamente
più dolce. «Mi sembrava triste che tu non potessi
parlarci. Per me lo sarebbe..» Sussurrò.
Nel sentirlo parlare con quel tono, solitamente usato con gli altri e
mai con lui, Doumeki avvertì un immenso calore, aumentando
la stretta attorno al braccio di Watanuki. Quando se ne rese conto,
cercò di allentarla, portando la mano più in
basso.
Per un attimo osservò le loro mani così vicine e
fu solo obbligandosi che riuscì a non formulare pensieri dei
quali, già lo sapeva, si sarebbe pentito.
Infine, sollevando nuovamente lo sguardo sul ragazzo, gli rivolse un
lieve sorriso. «Grazie...» Sussurrò.
Nel vedere l'espressione di Doumeki finalmente serena, lo sguardo di
Watanuki si addolcì maggiormente.
Senza aggiungere nulla, il ragazzo socchiuse gli occhi, assaporando il
suono di quella parola sussurrata, come fosse qualcosa di raro e
prezioso. Poi, con un movimento lento e carezzevole, spostò
il braccio, raggiungendo d'istinto la mano dell'arciere, prendendola
nella sua e stringendola.
Il cuore di Doumeki sembrò perdere un battito. Gli ci
vollero diversi secondi prima di decidersi a ricambiare quella stretta
e, quando lo fece, Watanuki sembrò rilassarsi del tutto,
tornando ad aprire gli occhi. «Buonanotte...
Shizuka...» Bisbigliò sorridendo e, senza
attendere una risposta, tornò a chiuderli.
Nel sentire il suo nome, pronunciato a quel modo, Doumeki trattenne il
respiro, sistemandosi meglio e notando come la mano libera dalla
stretta fosse pericolosamente vicina al viso del ragazzo.
Osservò per un attimo le proprie dita, cercando di imporsi
la calma. Prima di riuscirci però la sua mano si mosse,
sfiorando il volto di Watanuki. «Buona notte,
Kimihiro...» Mormorò, sperando che l'altro si
fosse già addormentato.
Avvolto dal calore di quel momento e tranquillo per la sicurezza che la
presenza dell'arciere riusciva ad infondergli, Watanuki
sospirò dolcemente, aspirando l'odore ormai familiare di
incenso mescolato al legno e al profumo di Doumeki.
«Grazie...» Mormorò infine, ormai
cullato dalle morbide onde del sonno. Le stesse che poco dopo avvolsero
anche il ragazzo al suo fianco.
Bentornati! ^.^
Per prima cosa un enorme grazie per i
commenti che lasciate ad ogni capitolo e che ci danno la carica anche
quando siamo stanche e vorremmo andare a dormire. :P
Speriamo che questo vi sia piaciuto almeno come il precedente e che vi
abbia dato una scorta di zuccheri tale da aiutarvi a supportarne la
mancanza che a breve si farà sempre più evidente.
^^"
Ci scusiamo se vi sembrerà più corto del solito
ma era tanto dolce che inserirlo tra gli altri ci sembrava un peccato.
Meglio mantenere piccole oasi di dolciosità, fin quando si
puo'.
Ma come sempre, bando alle ciancie e diamo il via alle risposte. :P
Gioielle: Ahah come darti torto. E si, Watanuki ha
effettivamente fatto non poche figure assurde così come
continuerà a farne. Insomma, stiamo pur sempre parlando di
Watanuki, no? :P
Ahahah Nate deve stare molto attento. :P
Naco chan: Non ti preoccupare per il commento
idiota, ci fa piacere ugualmente :P
E comunque... Watanuki e la parola "capire", beh, non vanno
ben d'accordo.
Diciamo che è sulla buona strada :P Grazie per
continuare a leggerci, comunque!
Siamo onorate dalla tua fedeltà *_*
*Regalano pupazzetti a forma di doumeki-arciere*
Yusaki: Siamo felici che ti siano piaciuti anche gli
altri capitoli.
E questi? E questi? ^_^ Siamo dannatamente curiose, eh si. :P
In effetti Watanuki ormai dovrà portarsi il peso
dell'attrazione che prova e non solo di quella. Ma non spoileriamo. :P
Grazie come sempre per le tue recensioni! ^_^
Masuko: Masu-sempai! (NdHary) È un
piacere averti qui, ed è un onore l'essere riuscite a farti
leggere questi capitoli tutti d'un fiato!
Come ti abbiamo già detto, segui pure Heiko... ci
basta sapere che
la storia è piaciuta :P Certo, le recenzioni non fanno
dispiacere.
Comunque... Lo Yaoi si sta avvicinando, ma come diciamo
sempre... prima l'Angst, poi il lieto fine.
Daltronde l'Angst è bello, Heiko-san dovrebbe
essere d'accordo con noi!
*Si inchinano* Benvenuta tra le lettrici!
Witch Of The Dimensions: Ahahah Witch grazie per il
premio.
Hem.. ma degne apprendiste di Yuuko o futuri geni del male? Ammesso ci
sia una differenza, ovvio :P
Grazie mille comunque, le tue recensioni sono sempre ricchissime di
complimenti. Se un giorno ci monteremo la testa, beh ritieniti
responsabile. :P
Royforever: Continueremo così
sicuramente! Ci stiamo impegnando seriamente, sai.
Comunque, beh, capisce il suo destino è una frase
un po' esagerata.
Ma dato che non vogliamo spoilerare... vedrai.
Continua a seguirci!
LawlietPhoenix: Eh in quanto fangirls ci si capisce.
:P
Concordiamo in pieno su Watascemo, anche. Insomma solo lui potrebbe
farsi simili paranoie per così poco. ^^" Che se lo baci e
via! XD
Reiko: Oh, si, ci stiamo facendo le nostre quattro
risate rispondendo a questa! *Si immaginano DouWata transformers.
Ancora.*
Il locale, non so se lo rivedremo in questa storia, ma siamo
tentate di usarlo per altre... da Higarashi-san ci si sta troppo bene
insomma. È il bronze dello Yaoi.
I momenti d'amore arriveranno, non disperarti, comunque.
Solo, prima ci sarà l'angst.
E... tanto lo sai, che devi scrivere una DouWata!
Continua a seguirci, e grazie per le recenzioni anche ai
capitoli precedenti!
Allora ci si ritrova qui tra una
settimana precisa con il prossimo capitolo!
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