Saved
and
Lost
Yzzi
guardò nervosamente verso Henry.
Ma
entrambi non ebbero il tempo di aggiungere nulla perché
un’intera flotta di Digimon li aveva circondati, facendo perdere ad
entrambi la
cognizione di spazio e tempo.
Applausi,
acclamazioni e urli di felicità li sommersero
facendogli dimenticare momentaneamente le loro preoccupazioni.
Mentre
Davis e gli altri si guardavano tra di loro
sbigottiti, Gennai si limitò semplicemente a sorridergli e, con un
gesto
gentile ed allo stesso tempo imperiale, ordinò ai Digimon che gli si
erano
ammassati intorno di far spazio per far passare.
Si
trovarono in un Hangar, di quelli militari; Yzzi ed Henry
supposero subito che si dovesse trattare di un rifugio per quella
miriade di Digimon
spaventati ma allo stesso rincuorati per la loro improvvisa apparizione.
Gennai
tirò dritto nel varco che gli si aprì davanti e il
resto del gruppo lo seguì.
Mentre
passavano i prescelti non poterono far altro che
sorridere ai loro acclamatori. Non appena raggiunsero l’ascensore che
si trovava
dall’altra parte dell’hangar e le porte si chiusero, dubbi e incertezze
si
fecero spazio nuovamente dentro di loro.
Gennai
li guardò e come se stesse rispondendo ad una loro
domanda silenziosa disse:
“Vi
acclamano perché sono fermamente convinti che riuscirete
a sconfiggere coloro che stanno cercando di impadronirsi di questo
mondo”
Yzzi
rifletté un secondo su ciò che gli era stato appena
detto, poi rispose:
“Come
fanno ad essere così certi che vinceremo se non
sappiamo nemmeno contro cosa stiamo combattendo?”
Sembrava
che avesse interpretato i sentimenti di tutti
quanti.
“Forse
non è ancora sicuro che vincerete, ma state certi che
tra non molto saprete contro chi state combattendo”
L’ascensore
si fermò e le porte automatiche si aprirono.
Si
ritrovarono dinnanzi ad un corridoio con diverse porte
che sicuramente davano l’accesso ad altre camere.
Ma
Gennai le superò tutte e si diresse verso quella infondo.
Entrò
e il resto del gruppo lo segui.
Si
trovarono dinnanzi a quello che sembrava un normale
salotto ben arredato; sulla destra vi era un divano nero in pelle e sul
muro
opposto era posizionato un televisore a schermo piatto. Al centro tra i
due vi
era un piccolo tavolino basso di cristallo.
In
fondo alla stanza, sull’angolo, si trovava un tavolo alto
con panche affiancate al muro. Nella parete al di sopra di esso si
trovava un
quadro con la cornice dorata.
Sulla
destra invece vi era un piano cucina e un frigo grigio
metallizzato.
“Dove
siamo?” chiese incerta Renamon.
“Nel
mio ufficio” rispose Gennai.
Davis
era scattato subito in avanti e si era diretto verso
il tavolo con le panche.
“te
la passi bene” aveva commentato allora Henry osservando
il televisore al plasma e il tavolino di cristallo.
“non
mi lamento” fu la risposta seccata di Gennai che si
diresse subito verso il divano.
“Che
stai facendo, Davis?” domandò curioso V-mon
avvicinandosi al suo prescelto.
Poi
anche lui rimase a fissare ciò che Davis stava
osservando.
Anche
Yzzi ed Henry si avvicinarono incuriositi.
Il
quadro appeso alla parete rappresentava quella che
sembrava la lotta tra bene e male. Figure che somigliavano a Digimon si
scontravano tra di loro ai lati della tela dove i combattenti erano
semplici
ombre delle quali si potevano distinguere soltanto gli occhi iniettati
di
sangue. Ma poi la luce compariva al centro del dipinto spazzando via le
tenebre
che erano costrette a ritirarsi ai lati della tela e sembrava scaturire
da una
piccola figura umana.
Notando
la curiosità nelle loro espressioni, Gennai spiegò
loro che:
“Quella
è la profezia del potere”
Tutti
lo fissarono con fare interrogativo chiedendo una
tacita spiegazione.
“In
principio le tenebre invaderanno i mondi, e la luce
sembrerà soccombere. In seguito sarà
l’amore generato dall’unione dei due sovrani che la luce farà trionfare”
Gennai
finì di recitare in modo solenne la profezia, ma
ottenne solo sguardi più confusi.
“che
in parole povere significa?” chiese allora Davis.
Gennai
alzò gli occhi al cielo, poi disse “ Questa è una tra
le profezie più antiche di DG-World. Si dice che si tramandi sin da
quando
questo mondo è stato creato. La chiamano anche profezia del potere
dell’unione”
Altri
sguardi confusi e così Gennai si affrettò
a continuare.
“La
profezia potrebbe fare riferimento a ciò che sta
accadendo in questi ultimi tempi a DG-world. Le tenebre hanno preso il
sopravvento,nella fattispecie dei casi sono i Digimon che controllano
l’esercito dei mercenari a rappresentare le tenebre di questa profezia.
Essi
risiedono nella fortezza ed è li che ci stiamo per dirigere.”
“Nella
fortezza? Ma non dovremmo prima cercare gli altri?”
domandò Yzzi sbigottito e tentomon annuì alla sua constatazione.
“Sono
già tutti li” li rassicurò allora Gennai.
“Come
fai a saperlo?” chiese allora Henry.
“Lascia
che te lo mostri” e così dicendo punto il dito verso
lo schermo del televisore.”Davis potresti andare li davanti lo schermo
e
seguire le mie istruzioni?”
Davis
lo guardò dubbioso “E il resto della profezia?”
“E’
ciò che dona speranza ai Digimon. Credono che siate voi
a possedere quell’enorme potere, denominato potere dell’unione che
riporterà la
pace in questo mondo.”
Henry
sembrò stizzito da tutte quelle profezie e soprattutto
tutto quel mistero così disse”Non ci hai ancora detto ciò che è
accaduto qui a
DG-world prima del nostro arrivo. E nemmeno chi sono i Digimon che
saremmo
costretti a fronteggiare.”
Adesso
tutta l’attenzione era rivolta verso Gennai, che
sembrava sempre più riluttante a dare spiegazioni.
“Avrei
preferito fare questo discorso non appena avremmo
raggiunto gli altri, ma dato che la vostra sete di sapere non si
esaurisce mai
sarò costretto a cambiare i miei programmi.” Detto così cominciò.
“Iniziò
tutto cinque mesi fa. Era una giornata come le altre
a DG-world. Da quando i DG-prescelti avevano riportato la pace in
questo mondo
i Digimon vivevano tranquilli e felici, lieti di poter ricevere quasi
ogni
giorno la visita dei loro amici digiprescelti. Ma quel giorno nessuno
dei
prescelti li raggiunse, e allo stesso modo i Digimon non riuscirono a
raggiungere
loro nel mondo ‘reale’”.
Stava
accadendo qualcosa di molto strano. DG-world stava
lentamente cambiando. In poche ore interi oceani scomparvero, città
intere
furono distrutte, montagne ersero dalla terra modificandone la
conformazione. E
ben presto, fasci di luce rosa invasero il nostro mondo. I Digimon
iniziarono
ad essere sballottati da un settore all’altro di DG-world mentre
creature
malvagie, Digimon oscuri, iniziavano ad attaccare e reclutare soldati
per il
loro esercito. Fu solo quando il giorno si trasformò in pochi secondi
in notte
che i tre nuovi sovrani di DG-world fecero la loro comparsa”
“Chi
sono questi nuovi sovrani che hanno la presunzione di
sottomettere un mondo felice e libero come DG-world?” domandò allora
Davis che
sembrava che stesse andando su tutte le furie. Le ingiustizie gli
facevano
ribollire il sangue nelle vene.
“
Alcuni sono nostre vecchie conoscenze. Uno è Devimon ma
anche se si mostra al livello campione e già in grado di evolversi al
livello
Mega a suo piacimento. Stessa cosa per Icedevimon e Redevimon”
“Sono
solo i Devimon ad aver causato tutto questo?” domandò
Yzzi esterrefatto.
“Prima
di tutto sono tre Digimon di livello mega molto
potenti e secondo
si vocifera che in
realtà siano soltanto delle pedine e che dietro di loro ci sia qualcuno
di
molto più potente a comandarli.”
“qualcuno
molto più potente?” domandò Terriermon con voce
strozzata.
“Cosa
c’è di più potente di Digimon al livello mega” chiese
allora Yzzi.
Gennai
non rispose subito. Il suo viso assunse una strana smorfia
prima di rispondere “ Preferirei non saperlo… ma prima o poi se
riusciremo nel
nostro intento e se questa creatura esiste veramente sarà costretta a
uscire
allo scoperto. Solo allora inizierei a preoccuparmi seriamente”
Ci
fu un attimo di silenzio, in cui tutti rielaborarono le informazioni
appena ricevute, quando Davis chiese riferendosi a cosa ad una frase
pronunciata da Gennai “ Hai detto che i nostri amici sono nella
fortezza dove
risiedono Devimon e gli altri. Per quale motivo? Perché non hanno
aspettato
prima noi?”
“Hanno
rapito Sora” tagliò corto lui ignorando le
esclamazioni di stupore di tutti.
Gennai
si avvicinò allora al quadro e lo sposto leggermente
rivelando un bottone blu scuro. Poi chiese a Davis di dirigersi alla
destra
dello schermo, dove notò un bottone simile soltanto rosso acceso.
“al
mio tre dobbiamo premere contemporaneamente” lo avvisò
Gennai “ uno… due… tre!”
La
stanza ebbe un sussulto; il tavolino di cristallo si trasformò
in una mappa digitale tridimensionale,la parete dove poggiava il divano in pelle ruotò
su se stessa e al
suo posto apparve un grande computer con maxi schermo mentre il
televisore a
cristalli liquidi si accese mostrando ciò che accadeva in ogni angolo
della città
e nell’hangar di sotto.
“wow”
sussurrò Yzzi esterrefatto.
Gennai
sorrise e si avvicinò alla mappa tridimensionale,
ologrammi che mostravano i diversi settori di DG-world.
Indicò
alcuni puntini bianchi e altri di diverso colore
ammassati in un unico punto della mappa. Yzzi notò altri tre punti, un
verde e
due bianchi, che si trovavano dalla parte opposta del mondo. Dovevano
essere
loro.
“Come
faremo a…” ma prima che Yzzi potesse finire di parlare
la porta si aprì e Byomon entrò portando con se de mantelli neri.
Tutti
quanti sussultarono felici alla sua apparizione, tutti
tranne Henry che sembrava stanco di tutte questi colpi di scena.
Guardò
Renamon che gli restituì lo stesso sguardo sospetto e
in un sussurro, in modo che solo Henry potesse sentirla, il Digimon
volpe
disse:
“Non
mi fido di loro”
Henry
non rispose ma la cosa lo preoccupò non poco. Renamon
era un Digimon sveglio ed diffidente. Era nota per la sua furbizia ed
intelligenza. E possedeva forse come i Digimon della sua razza uno
spiccato
sesto senso. Se fosse stata solo una sua preoccupazione, non ci avrebbe
dato
molto peso, ma se anche Renamon iniziava a non fidarsi allora si che
iniziavano
i problemi.
Gennai
aveva raccontato la storia dal suo punto di vista, ma
non aveva spiegato il perché Digiprescelti e Digimon, che non sarebbero
dovuti
esistere, erano comparsi in quel mondo ne cosa avesse provocato tutto
questo.
Forse lui stesso non ne sapeva nulla; d'altronde neanche lui sarebbe
dovuto
esistere.
Un
senso di delusione lo invase, poiché Gennai non aveva le
risposte che lui cercava ma almeno adesso sapeva dove fossero i suoi
amici.
Mentre
Byomon era immersa in una discussione con Yzzi e gli
altri, Henry si accinse a contare i puntini sulla mappa. Quattro puntini bianchi e
uno rosso si
trovavano a poca distanza di quella che doveva essere la fortezza dove
risiedevano i nuovi
sovrani. Lì dentro
vi erano altri due puntini lampeggianti; uno bianco e uno blu….. ne
mancava
uno!
Fece
il giro della mappa ma trovò soltanto i tre puntini che
indicavano loro in Cyber center City.
“Gennai!”
chiamò allora senza riuscire a nascondere una nota
di panico.
Tutti
quanti si zittirono subito.
Gennai
si girò a fissarlo confuso.
“Manca
un segnale, dov’è?”
Gennai
scosse la testa “non lo so, mi dispiace”
Henry
senti una strana fitta allo stomaco, fisso il
pavimento incapace di pronunciar parola.
“Henry”
sussurrò Terriermon.
Henry
non disse nulla, poi con tono freddo e distaccato
sussurrò:
“dobbiamo
sbrigarci, basta con le chiacchiere”
Nessuno
sembrò voler ribattere e in silenzio iniziarono a
seguire le istruzione che Gennai dava ad ognuno di loro.
Un’ora
dopo erano pronti per partire.
Per
raggiungere la fortezza in pochi secondi avrebbero
utilizzato il “teletrasporto”. Se era infatti impossibile aprire dei
passaggi
che li portassero nel mondo reale, potevano invece sfruttare alcuni
collegamenti che si erano creati tra alcune zone di DG-world.
Sfruttando
il computer e la tecnologia del DG-vice avrebbero
raggiunto un varco non molto lontano dalla fortezza.
Raggiunti
gli altri, Gennai aveva spiegato loro che si
sarebbero introdotti attraverso un tunnel segreto nascosto agli occhi
dei
Digimon e degli umani che li avrebbe condotti nei sotterranei del
castello.
Giunti li avrebbero dovuto fare l’impossibile per non farsi scoprire e
portare
Sora in salvo.
Indossarono
i mantelli neri incappucciati che Byomon aveva
portato loro; tutte le guardie del castello portavano quel mantello
quindi
avrebbero potuto facilmente scambiarli per alcuni di loro.
Così
puntarono i DG-vice verso lo schermo del computer, una
luce dorata li avvolse scomponendoli in dati e partirono.
Takato
aveva seguito attentamente ogni singola parola del racconto;
ad un certo punto aveva sentito un forte nodo alla gola e aveva
iniziato a
fissare il suolo sforzandosi di continuare ad ascoltare le parole di
Yzzi.
Ma
per quanto si sforzasse di non pensarci, quel pensiero
continuava a tornargli in mente. Mancava un segnale… nel castello non
c’era
solo Sora ma anche qualcun altro. Mancava un segnale… c’erano due amici
da
salvare.
E
se uno di quelli era Sora, rimanevano soltanto Rika e Ryo.
Ed uno dei due era scomparso.
Uno
dei suoi due amici era scomparso…
“Henry”
disse allora quando Yzzi smise di parlare e calò il
silenzio.
La
luce che lesse negli occhi del suo amico gli fece capire
che stava aspettando ma allo stesso tempo temeva quella domanda.
“Dove
sono Rika e Ryo?”
Yzzi
ed Henry si scambiarono un’occhiata colpevole. Davis
sembrava sapere ma non disse nulla.
“E’
colpa nostra” disse allora il moro. “ Ci siamo divisi.
Ryo era con me e lui. Rika era con Davis. Ryo è andato a cercarli. Noi
siamo
rimasti indietro…” non ebbe il coraggio di continuare
“Ryo
ci ha raggiunti insieme a V-mon” proseguì allora Davis
“ci ha detto di scappare perché dei Digimon di livello mega erano
dietro di
noi. Io, Renamon e V-mon abbiamo iniziato a correre…. Rika e Ryo erano
dietro
di noi e poi… non c’erano più”
“I-in
che senso scusa?” domandò Tai con voce spezzata e
Agumon lo guardò silenzioso.
Davis
lanciò un’occhiata a Henry e Yzzi, entrambi muti ed
intenti ad osservare il suolo, poi rispose.
“Li
abbiamo cercati ma non c’erano. Abbiamo trovato solo i
loro zaini.” Poi si voltò a fronteggiare la fortezza “sono certo che
quel
segnale rivelato dalla mappa sia uno di loro”
Non
lo disse come una speranza. La sua era un’affermazione,
una certezza.
“Si,
ma ne manca sempre uno” aveva fatto notare allora
Henry.
“Non
demoralizzarti” sta volta fu T.K. a parlare “ci sono
molte spiegazioni a questo. Magari uno di loro si è separato dal
DG-vice per
questo non riusciamo a localizzarlo. O magari si trova in un’area di
DG-world …
senza campo!”
Forse
quello non era il momento ne il luogo per una battuta
simile, ma nessuno riuscì a impedire ai muscoli del viso di aprirsi in
un
sorriso pieno di speranza.
Matt
guardò il fratello scuotendo la testa “ o magari l’ha
spento perché non voleva essere disturbato”
Adesso
anche Henry rideva.
Takato osservò
l’amico che non riuscì a sostenere lo sguardo e guardò altrove.
Mentre
tutti adesso si guardavano con occhi pieni di una
speranza nuova, Kari si avvicinò a T.K. per sussurrargli all’orecchio:”
sei un
genio”
Gli
occhi blu di lui incontrarono quelli castano nocciola di
lei.
“Sono
o no il digiprescelto della speranza?” e si
scambiarono un sorriso complice.
Gatomon
e Patamon si lanciarono uno sguardo d’intesa prima
che quest’ultimo sussurrasse
“qui
gatta ci cova”
Gatomon
sbuffò “ E il bello è che io non ho fatto nulla”
Fu
Gennai a richiamare l’attenzione e a ricordare a tutti la
loro missione.
“Si”
annuì sull’attenti Tai.
“Sora”
fu l’unica parola pronunciata da Matt.
“Esattamente.
Avete capito il piano no? Indossate i mantelli
prima di tutto.”
Tutti
quanti obbedirono .
“Ora
vi condurrò al passaggio segreto, per far ciò ho bisogno
che Renamon distragga la guardia, sempre ovviamente senza farti vedere.
Con la
tua velocità non credo che avrai problemi.”
Renamon
annuì riluttante, ma se Rika era la dentro avrebbe
acconsentito di fidarsi per un attimo di quel tizio pur di trovare un
modo per
salvarla.
“Mi
dispiace dirvelo ma dovremmo dividerci. Ho bisogno che
qualcuno di voi rimanga all’ingresso del tunnel per controllare la
situazione
ed assicurarci una via d’uscita. Kari e T.K., ve la sentite? Ovviamente
se non vedrete
tornare nessuno entro le prossime tre ore potrete venirci a cercare.”
Kari
e T.K. si guardarono tra di loro capendosi al volo.
“Mi
sembra logico” acconsentì il ragazzo.
“Se
avrete bisogno di noi accorreremo in vostro aiuto” lo
supportò Kari.
Davis
lanciò un’occhiatina vispa ai due, ma non ebbe il
coraggio di ribattere Gennai perché primo gli sembrava la cosa più
ragionevole
da fare e secondo perché non sarebbe mai rimasto indietro con loro ad
aspettare. L’attesa era contro la sua natura.
“
Non appena arriveremo alla fine del tunnel ci divideremo
in due gruppi; Tai, Yzzi e Matt seguiranno il segnale di Sora mentre
Davis,
Henry e Takato seguiranno l’altro. Io non posso esservi di alcun
supporto,
quindi rimarrò dall’altra parte del Tunnel e correrò a cercare Kari e
T.K. se
non vi vedrò tornare”
Tai
lo guardò sbigottito “ E come faremo ad orientarci senza
di te?”
“Ho
messo una mappa nei vostri DG-vice… Ve l’ho spedita col
Bluetooth.”
“ah”
fu l’unica esclamazione in risposta di Tai.
Henry
non controbatté. Sarebbe stato felice di non averlo in
mezzo ai piedi.
Neanche
Yzzi lo fece. In fondo Gennai non era mai
intervenuto direttamente nelle loro battaglie. Il suo compito era stato
sempre
e solo quello di guidarli e consigliarli. Per il resto se l’erano
sempre cavata
da soli.
“Cercate
di non farvi scoprire. Ricordate questa è una
missione di salvataggio. Non siamo qui per combattere. Almeno non oggi.
Ma se
proprio dovrete farlo, potreste mandare un saluto come si deve a
Devimon da
parte mia? Ho ancora qui la cicatrice che mi lasciò anni fa…”
Renamon
scattò in avanti lanciando un sasso dalla parte
opposta alla guardia che era appostata sul lato destro della gradinata
e si
nascose subito dietro una roccia. La guardia si voltò dove la pietra
aveva
sbattuto e si avvicinò per controllare, mentre otto prescelti, i loro
Digimon e
Gennai passavano inosservati alle sue spalle sparendo uno ad un in un
passaggio
segreto nella parete rocciosa.
Il
Digimon volpe fu l’ultima ad entrarvi e si trovò davanti
l’oscurità. Grazie ai suoi sensi riuscì a vedere ben oltre ciò che gli
occhi
dei ragazzi, che lentamente stavano abituandosi al buoi, non riuscivano
a
vedere.
Il
tunnel procedeva diritto per all’incirca trecento metri
prima di arrivare ad un punto in cui molto probabilmente sarebbe sceso
per
raggiungere i sotterranei del castello.
L’aria
era umida e stantia. Gocce d’acqua uscivano dalle
pareti rocciose e alcune cadevano giù dal soffitto basso sostenuto da
robuste
travi di legno.
Nell’
oscurità riconobbe Gennai che affidava una torcia nelle
mani di Tai, una nelle mani di Takato e l’altra nelle mani di T.K.
“
a dopo allora” disse T.K. a bassa voce sorridendo. Detto
da lui sembrava quasi possibile che tutto sarebbe andato per il verso
giusto.
“State
attenti. E tu Davis non fare di testa tua” ammonì
Kari.
Davis
arrossì mentre tutti quanti soffocavano una risata.
“Va
bene Kari” sussurrò a denti stretti tra l’istinto di
uccidere tutti (soprattutto Tai e Matt che si stavano scambiando
battutine
all’orecchio”) e quello di correre ad abbracciare Kari.
Stava
optando per la seconda, ma prima che potesse riuscirci
Tai lo afferrò per la collottola e lo trascinò con se accendendo la
torcia e
inoltrandosi nel tunnel con
Matt,
Agumon, Gabumon e V-mon al seguito.
Henry
e Takato augurarono buona fortuna
ai due ragazzi e si accinsero a raggiungere
gli altri con i loro Digimon e Gennai.
Yzzi
lanciò un’occhiata preoccupata ad entrambi “ State
attenti anche voi” ‘e assicuratevi che Gennai non scappi. Ho come
l’impressione
che ci nasconda qualcosa’ avrebbe voluto aggiungere ma loro sembrarono
capire e
annuirono lanciando un’occhiata a Gennai che ormai era a diversi metri
di
distanza.
Anche
Tentomon e Yzzi raggiunsero gli altri. Renamon lanciò
un’occhiata a Kari e T.K. prima di scomparire e ricomparire subito
accanto a
Gennai.
Kari
osservò quelle figure fin quando non furono invisibili
alla sua vista. A quel punto si voltò automaticamente verso T.K., il
quale
stava facendo lo stesso. I loro sguardi si incrociarono per l’ennesima
volta e
la mano di Kari non riuscì a non scivolare lungo il braccio di T.K. e
sfiorargli la mano che poco dopo lui strinse nella sua prima di tornare
a
fissare l’oscurità del tunnel nella speranza che i loro amici e
fratelli
fossero già di ritorno.
Il
portone si spalancò facendo svegliare la ragazza distesa
sulla panca in fondo alla navata laterale.
Riaprì
lentamente gli occhi cercando di mettere subito a
fuoco e di ricordare con la stessa velocità cosa fosse successo. Era
stata
rapita, era tenuta prigioniera all’interno del castello, secondo
Devimon lei
non era altro che un ammasso di dati, un rumore sordo l’aveva svegliata
e…
perché la temperatura era scesa vertiginosamente?
Diede
un’occhiata oltre la panca. Chi era il Digimon che
avanzava lungo la navata centrale simile a Devimon ma non del tutto
uguale?
Il suo corpo aveva
le stesse fattezze dell’altro Digimon, stessi occhi scarlatti, cambiava
soltanto il colore della pelle. Era come se fosse ricoperta di ghiaccio.
Sora
si alzò di scatto e si diresse verso il Digimon, che
sembrò ignorarla.
“Chi
sei?” chiese “Devimon?Cos-” le parole le morirono in
bocca. Il Digimon stava trasportando il corpo minuto di una ragazza
inerme.
La
sua pelle era livida, come se fosse anche lei di
ghiaccio. Non appena il Digimon le passo accanto superandola la
riconobbe.
Era
Rika, la Digimon Tamer. O forse quello era ciò che
rimaneva di lei…
“Cosa
le hai fatto?!?” urlò con tutte le sue forze“Lasciala
stare, bastardo!” e gli si scagliò contro.
Una
folata di vento gelido, una spinta, un sussultò e volo
diversi metri più in là rotolando sul pavimento in pietra e
procurandosi
diversi lividi.
“L-lasciala
andare!” sibilò a denti stretti, cercando di non
gemere per il dolore.
“Sta
zitta!” fu l’urlo che riecheggiò tra le mura della
cattedrale gelandole il sangue.” Come osi rivolgerti così ad
Icedevimon?!”
Icedevimon
poggiò il corpo di Rika sull’altare. Questo non
si mosse; neanche il suo petto sembrava contrarsi per respirare.
Lacrime
di rabbia offuscarono la vista di Sora che si alzò e
si scagliò nuovamente contro il Digimon che momentaneamente le dava le
spalle.
Un
altro colpo e volò sopra una panca che cadde all’indietro
mentre quella davanti le cadeva addosso. Sta volta il dolore fu più
atroce e si
accorse di perdere sangue dalla fronte. Testa,fianchi e schiena erano
doloranti
adesso.
“Lasciala
stare! Lei non c’entra!” qualcunò urlò.
Sora
non riuscì a vederlo dalla posizione in cui era poiché
la voce proveniva dal fondo della cattedrale; dalla sua prospettiva,
tra i
legni della panca ormai rotta, riuscì a vedere solamente la figura alta
e
imponente di Icedevimon fissare un punto in fondo alla cattedrale.
“Vieni
qui e fa il tuo dovere” gli ordinò Icedevimon.
Quando
la voce parlò di nuovo non ebbe alcun dubbio.
“E’
lei” era la voce di un bambino.
Icedevimon
sembrò annuire poi gli sussurrò “scappa”
Sentì
un rumore sordo, come un esplosione e qualcosa andare
in pezzi e tutto divenne scuro.
“Prendi
Sora e vattene Matt!”era la voce di Tai.
Greymon
e Garurumon si scaraventarono nuovamente contro
Icedevimon; il Digimon non parve sorpreso dalla loro improvvisa
apparizione,
anzi sorrise e con fare beffardo disse :”Vi stavo aspettando”
Con
un semplice gesto si librò in aria e con un braccio
afferrò Greymon per il corno facendolo roteare su se stesso e
scaraventandolo
contro la parete laterale, mentre con l’altra mano congelava le zampe
di
Garurumon.
E
allora Henry e Takato la videro; Rika, distesa immobile
sull’altare.
“RIKA!”imprecò
Renamon che le fu subito affianco.
Prese
la Tamer tra le braccia e le ginocchia le cedettero.
Dire
freddo sarebbe stato un eufemismo; il suo corpo era
ghiacciato,la pelle era livida, le labbra violacee ed il cuore, Renamon
poté
percepirlo chiaramente, non batteva più.
Strinse
il corpo della Tamer al suo.
Henry
era rimasto paralizzato, Terriermon sopra di lui
piangeva.
“Noo!”
urlò Davis. Icedevimon si stava scagliando contro
Renamon.
“Bastardo!!”
imprecò Takato, che non aveva mai usato un
linguaggio simile in vita sua ma la rabbia e il dolore furono più forti
delle
buone maniere.
Il
DG-vice di Davis si illuminò insieme a quello di Takato
ed Henry.
X-Veemon,
Gargomon e Growlmon scagliarono i loro attacchi
più potenti contro Icedevimon che li evitò colpendo duramente X-Veemon.
Nel
frattempo Matt, aiutato da Byomon, aveva estratto dalle
macerie Sora.
Garurumon,
liberatosi dalla morsa ghiacciata alle sue zampe,
lo aveva raggiunto e il ragazzo gli era saltando in groppa tenendo Sora
in
braccio e usando come trampolino la massa di panche distrutte davanti a
se.
Yzzi
aveva raggiunto Renamon, che sembrava non volesse lasciare
andare Rika.
“fammi
dare un occhiata” le disse gentilmente “non sono Joe
ma qualcosa di medicina la so”
Renamon
lo fissò e in quegli occhi lesse tutto il suo
dolore.
“E’
troppo tardi” sussurrò.
“Potrebbe
ancora essere in ipotermia…” tentò Yzzi.
“Non
è a questo che mi riferivo” la volpe chiuse gli occhi e
quando li riaprì sembrarono iniettati di sangue.
“Scappate
finché siete in tempo!” sussurrò.
Tentomon
sussultò. Renamon con un gesto furtivo colpì Yzzi graffiandogli
il petto.
Rika
spalancò gli occhi e nello stesso istante Tentomon
digievolse in Kabuterimon.
Matt
aveva quasi raggiunto il portone in groppa a Garurumon,
quando Devimon gli si parò davanti.
Il
suo tentativo di attacco fu reso vano da Greymon che lo
scaraventò contro la parete.
Intanto
Icedevimon teneva testa a Gargomon, Growlmon ed
X-veemon; il suo corpo ghiacciato sembrava indistruttibile.
Ma
Takato ed Henry si distrassero dallo scontro; l’immagine
che videro li avrebbe resi felici ancora per poco.
“Rika!”
gridarono gioiosi.
Il
corpo esile di Rika era in piedi davanti a loro.
Ma
perché Kabiterimon stava combattendo contrò Renamon?
Fu
allora che la loro attenzioni si concentro sul colorito
livido di Rika e un brivido gli fece accapponare la pelle non appena i
loro
occhi incontrarono quelli scarlatti della Tamer.
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