Crimson
{I’d
Give My Heart}
In
qualche modo, tutto
andò alla deriva.
In
fondo, cosa ho chiesto alla vita di così impossibile?
Un’esistenza felice, tranquilla, normale.
Una vita a fianco dell’uomo che amavo, che ero riuscita
finalmente ad accettare (perché
non avrei
mai ottenuto ciò che davvero avevo desiderato)…
un bambino o una bambina
–che importa-, una casa piena di luce e colore…
E invece, non ho avuto nulla. Niente di ciò a cui avevo
agognato
poteva essere mio.
Perché
tutto mi è
stato strappato dalle mani,
mi chiedo, mentre ti vedo inerme, sotto le mie mani
insanguinate?
Credo
di impazzire, o forse sono già pazza.
La
vista mi si annebbia, facendo tremare il coltello che stringo,
accelerando i miei battiti e il ritmo dei miei respiri… e,
per sostenermi,
torno a fissare quell’infernale colore che mi droga e mi
accarezza premuroso,
come le mani che da troppo tempo non possono più sfiorarmi.
Rosso, come il sangue.
Rossa, la giacca del mio maggiordomo,
l’uomo che in questo momento è qui accanto a me,
ad accompagnarmi nel labirinto
della mia follia.
Rosso, rosso, rosso come i miei capelli, i miei vestiti, i miei
occhi, le mie mani.
Solo rosso, ovunque.
Quello
che ho amato…
che avevo incominciato ad amare…
Si era tinto… era
tutto colorato del rosso che ho sempre sdegnato!
Ho
cercato di adattarmi a quello che il mio destino mi aveva
lasciato, senza pretendere altro che un po’ di
felicità… ma tutto era destinato
a distruggersi, a finire in un soffio, come polline mosso dal vento in
primavera.
Perché voi prima di me? Perché proprio tu, e il
nostro bambino?
E la mia rabbia, la frustrazione per il vuoto che sentivo imperare
nel mio cuore [una scatola di latta vuota e sigillata] si è
convertita in
furia, nel desiderio di eliminare la madre senza scrupoli che mi
trovavo
davanti… la madre che voleva liberarsi del suo bambino solo
per poter
intrattenere altri uomini.
E
ti chiedo perdono, anche se non puoi sentirmi.
Ho
cercato di uccidere il mio desiderio di ciò che non ho
potuto
avere, trovandolo tutto in te. Potevi avere quanti figli volevi, e hai
sprecato
questo dono… lo hai gettato al vento, ridendo in faccia a
chi non aveva la tua
stessa fortuna, pensando di poter disprezzare una cosa tanto sacra e
preziosa…
Ma, nonostante tutto, non riesco ad odiarti.
Proprio come non ho potuto odiare te, Rachel… tuo marito
[amore..]
e il vostro splendido bambino. Non posso odiarti poiché, in
quanto medico, mi è
impossibile odiare ciò che in me suscita pietà.
Allora,
perché ti ho
uccisa?
Coloro
che hanno la
possibilità di avere quello che io non potrò mai
possedere… donne che gettano
via questo dono senza neanche pensarci…
Le tingerò! Tingerò
tutto di rosso con queste mani!
E
ora capisco di aver sbagliato tutto.
Non
posso più tornare indietro e, anche se lo
desiderassi… cosa
cambierebbe?
La morte è vicina, mi sorride sorniona con un guizzo
verde-giallo
dei suoi occhi lucenti, il fruscio setoso del suo soprabito rosso. Non
mi
inganna il suo aspetto caldo, protettivo: desidera la mia anima
più di ogni
altra cosa, e farebbe di tutto pur di portarla via intatta.
“Uccidi
quel
marmocchio!”
Mi
sta chiedendo di fare l’unica cosa alla quale non desidero
sottomettermi. Come potrei uccidervi, Conte Phantomhive?
(Ciel,
bambino mio…)
Come
potrei mai uccidere il frutto dell’unione delle due persone
più importanti della mia vita? Da quando sei nato, sei stato
per me tutto ciò
che ho sempre considerato una famiglia,
l’ultimo legame con il mio passato distrutto, dimenticato.
Tuo padre e tua
madre hanno avuto la fortuna di andarsene insieme, di morire uno
accanto
all’altro, lasciando intatto il loro amore…
Io
non sono stata altrettanto fortunata.
…
Ma se quel bambino è
ritornato, perché lui no?
Perché lui se n’è
andato con mia sorella e non con me?
Cado
senza peso, sporcando l’asfalto con lo stesso rosso che ho
guardato spargersi con piacere poco fa.
Me
ne sto andando?
Ha
preso indietro ciò che gli spettava, e ora ride alle mie
spalle, il maggiordomo infernale: vedo ancora splendere il rosso
accecante dei
suoi capelli, illuminato dalla luna come lo vidi la sera in cui ci
incontrammo,
ormai tanti, troppi mesi fa…
Chiudo gli occhi, lasciandomi andare ai ricordi, l’unico
conforto
che mi resta in questo momento. Almeno non ho il rimorso di averti
fatto del
male, Ciel; tua madre ne sarebbe stata felice.
Una
lacrima mi solca il viso.
Potrai
mai perdonarmi?
Tutto…
è sfuggito al
mio controllo.
I'd give my heart, I'd
give my soul.
I'd turn it back, it's my fault.
Your destiny is forlorn,
have to live till it's undone.
I'd give my heart, I'd give my soul.
I'd turn it back and then at last I'll be on my way.
{Jillian
(I’d Give My Heart), Within
Temptation}
*°*°*°*°*°*°*°*°*
Prima
fiction che scrivo su Kuroshitsuji, manga che conosco da
poco ma mi sta piacendo moltissimo. La shot è una ripresa
dell’episodio 5,
quello in cui Ciel e Sebastian scoprono
chi è davvero Jack lo Squartatore. Mi ha commosso molto la
storia di Madam Red,
così ho provato a interpretarla a modo mio dal punto di
vista della donna. Spero
di non essere andata troppo OOC!
La parte in grassetto si riferisce ai pensieri di Madam Red
così come sono riportati nell'episodio, mentre quelli in
corsivo sono i pensieri immaginati da me. La canzone
inserita alla fine è degli Within Temptation, ed
è
stata la colonna sonora con cui ho scritto la fic. Ascoltatela se non
la
conoscete, è splendida.
Come sempre, critiche e commenti sono beneaccetti! Mi aiutano a
capire cosa ho sbagliato e cosa vi è piaciuto :)
Ino
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