cap 5
Odiate l'insonnia?
no??? Bene, d'ora in poi imparerete ad odiarla....sono le 4:10 di
mattina e non riesco a chiudere occhio, per cui dopo una veloce
revisone del capitolo vi do un buon motivo per odiare le notti in
bianco...il capitolo cinque, con il tanto atteso incontro tra i due hi
hi hi...vi dico si da subito che Bella non sarà molto simpatica,
ma ci piace così (a me, a me stessa e a Io....scusate, ho manie
di grandezza). anche
questo è un tentativo per farvi scrivere un piccolo commento,
anche solo per dirmi che non volete la mia pazzzzzzia a notte
fonda....cmq....penso che posterò ancora un po', visto che ho
già scritto un po' di capitoli...e poi se le mie accanite (io
non le capisco...mah...vi adoro, sappiatelo... =)) fan si alleassero
contro di me per farmi pubblicare sarebbero guai, me le ritroverei
sotto casa con i fucili (non scherzo...una di loro sa benissimo dove
abito, sigh, mi toccherà fuggire e chiedere asilo politico in
qualche altro stato....) tuttavia non posso che dirvi: grazie, grazie,
grazie per impedirmi di fare cazzate!!! (tipo cancellare la storia....)
purtroppo non potete controllare quello che scrivo in anticipo per la
censura XD....ok, ok mi autocensuro da sola e vi lascio al nuovo
capitolo...ah ultimissimissima cosa, giuro..il capitolo è stato
riscritto più e più volte, ma non mi soddisfa ancora
totalmente, è come se mancasse qualcosa....
CAPITOLO 5 – INCONTRO
POV EDWARD
Perlustravamo la zona da quasi un’ora ormai volendo accertarci
che il territorio fosse ben rifornito di prede e che la nostra nuova
villa fosse al riparo da sguardi indiscreti prima di disfare
definitivamente i bagagli. Per qualche anno non avrei sopportato
un'altra settimana campale come la scorsa per i bagagli, e poi ad ogni
viaggio il mio
adorato pianoforte a coda rischiava di rovinarsi. Senza contare che
avevo bisogno di scaricare la tensione del pre-partenza, che era
aumentata, sull’acceleratore della mia Aston Martin. Inoltre dopo
il viaggio dovevamo cacciare, passare un paio d'ora su un aereo con un
paio di bambini piagnucolanti (la voglia di toglierli di mezzo ad un
certo punto era stata quasi incontrollabile...per loro fortuna sono un
vampiro centenario con un secolo di autocontrollo!!), anche se in
prima
classe, non era per niente rilassante e i miei nervi ne avevano
risentito. Quelli di Alice non li mettevo nemmeno in conto, in
confronto a lei quelle due pesti umane erano degli angioletti. Diceva
di
avere mal di testa, come se fosse possibile per un vampiro, per le
visioni che continuamente andavano e venivano, ma sempre niente di
definito. Ad un certo punto aveva chiesto addirittura ad uno
sconcertato Carlisle
se avesse con sé un’aspirina! Jasper aveva cercato di
rilassarla con il suo potere con il risultato di irritarla di
più. Per questo, e per uno strisciante senso di imminente
pericolo, durante quella battuta di caccia non mi sentivo tranquillo e
Jasper se ne accorse. Me ne chiese mentalmente il motivo. Apprezzai,
non volevo che la mia famiglia si agitasse inutilmente per una mia
sensazione. Che sperai rimanesse solo tale...oh oh...Un odore acre
e pungente ci colpì all’improvviso e immediatamente
l’unica cosa che la mia mente riuscì a concepire fu la
scritta lampeggiante: PERICOLO! Era un odore ferino ma disgustoso,
sapeva quasi di ammoniaca. I guai erano in arrivo. Istintivamente
indietreggiai fino a che mi trovai a cozzare la schiena contro quelle
dei miei famigliari, pronti per un attacco. Si avvicinarono
accerchiandoci una decina di grossi lupi troppo cresciuti. Le loro
menti...erano strane, così umane. I loro pensieri erano uguali,
come se la mente pensante fosse solo una, ma le loro intenzione
erano
evidentemente ostili. Sogghignai, noi eravamo pronti ad accoglierli.
Alice con i nervi a fior di pelle mi stava chiamando allarmata, non
riusciva a vedere come sarebbe finito lo scontro e non ci vedeva nel
futuro. Merda, questo non ci voleva. Alice era cieca, non era mai
successo e non era per niente una piacevole novità. Meglio non
allarmare il resto della famiglia. Carlisle, come suo solito, pensava
ad un modo per risolvere pacificamente la disputa, non voleva
combattere né rischiare di ferire nessuno, il solito amante
della vita! Decise di tentare avvicinandosi di più ai lupi con
le mani sollevate in segno di pace. Cercava di rassicurarli per dare
almeno a noi il tempo di allontanarci, ma noi saremmo rimasti con lui,
la famiglia non si divideva di fronte al pericolo,
doveva saperlo! Quello che sembrava il capo della comitiva, un grosso
lupo dal pelo rossiccio stava pensando che se Carlisle si fosse
avvicinato di più...stava pensando?? La sua mente mi sembrava
umana, è vero, ma da li a dire che è un uomo...
“Carlisle. Fermati. Ti attaccheranno se ti avvicini di
più.” Mi drizzai dalla mia posizione di attacco-difesa.
“veniamo in pace. Non abbiamo intenzioni ostili.” Mio padre
continuò a cercare una distensione. Mi avvicinai a lui.
“Carlisle...” lo chiamai di nuovo mettendolo in guardia mentre il grande lupo mi fissò negli occhi.
Scosse la testa come a scacciare un pensiero molesto. Anzi un ordine
che non avrebbe mai voluto eseguire. Qualcuno voleva incontrarci. E gli
imponeva di...trasformarsi? Chiunque fosse aveva chiamato il lupo
Jacob. Ma soprattutto gli stava mostrando il mio volto in controluce,
come nella visione di Alice. Che stava succedendo? Ero confuso e scossi
la testa come il grande lupo, Jacob o qualunque fosse il suo nome che
era ancora indeciso sul da farsi. Il suo istinto gli diceva di
attaccare e annientarci e pensava con rabbia che quella ragazza di cui
lui e il suo branco si erano assunti il piacere e l’onore di
proteggere si esponeva incoscientemente a un così grave
pericolo. Pericolo? Ah già, noi, sette vampiri vegetariani con
il pallino per la protezione animali rari! La situazione si stava
facendo molto assurda e il mio lato ironico non mi aiutava a pensare
razionalmente. Nonostante tutto quello che avevo sentito, non capivo.
Il mio potere mi stava confondendo anziché darmi una soluzione
come al solito. Lei, chiunque fosse stava pregando Jacob di ascoltarla, decisi di darle una mano per smuovere quell'ammasso di pulci.
“Jacob, portaci da lei. Veniamo in pace e non vi
attaccheremo.” Alle mie parole il lupo ringhiò con ferocia
e i suoi compagni risposero con altrettanta furia. Aspettai tranquillo che si calmassero. La mia
famiglia era allibita, anche se non lo dava a vedere. Il capo branco
prese a tremare violentemente, tremiti incontrollabili si propagarono
per tutto il suo corpo, rendendolo una macchia di rosso indistinta.
Dove prima c’era un grosso lupo ora stava un ragazzo dalla pelle
ambrata completamente nudo che ci guardava con disprezzo.
“una sola mossa falsa o improvvisa succhiasangue e siete
morti.” Si incamminò nella foresta. “volevate
parlare e adesso che ve ne danno al possibilità restate
lì impalati??”
Scortati da quei cani arrivammo in una radura
perfettamente circolare, delimitata da antichissime querce. Dei teli
proteggevano le persone riunite dalla fine pioggia che aveva iniziato a
cadere dal cielo. Al nostro ingresso le persone si ritrassero
istintivamente. Il silenzio permeava l’aria, non una mosca ronzava. Solo nella mia testa
rimbombavano rumorosi, inespressi pensieri, urlavano tutti arrabbiati e
spaventati. Tutti più o meno con termini sgarbati si chiedevano
perché lei ci avesse permesso di vivere. Non ne potevo
più di sentire lei, lei, lei, senza sapere chi fosse. Cercai una
voce femminile ma non ne trovai. Impossibile. Mi girai più volte
su me stesso ma non c’era nessuna donna nello spiazzo. Quello che
accadde dopo era ancora più incredibile. Mentre uno dei vecchi
alla mia destra si rivolse a Carlisle, sentì la sua voce.
“se volete avere la vita
salva dovrai fidarti di me. Le regole
sono semplici. 1-parleremo solo con il pensiero, tu pensa solo le
risposte, non fiatare. 2- non mostrare alcuna
emozione e guarda sempre avanti a te, verso quei vecchi scocciatori. 3-
sii sincero e non osare mentirmi, te ne potresti pentire e con te tutta
la tua famiglia, lo saprò subito se provi a fregarmi..” Ero
shoccato ma cercai di nasconderlo, nessuno mi era mai entrato nella mente in modo tanto profondo. “siete pericolosi, vi nutrite
di sangue umano...” la interruppi in malo modo, ops, forse non era la scelta migliore, ma non potevo accettare una simile accusa.
“tu lo dici...noi siamo diversi...ci nutriamo di animali...” rise incredula.
“mostrami una vostra caccia.” Adesso si che non sapevo che
pesci pigliare! Una fitta dolorosa mi colpì alla testa. Repressi
un ringhio e una smorfia. “non avete molto tempo. O fai come dico
io o vi attaccheranno, e la cosa mi riempirà di soddisfazione
perché sarò io a dare l’ordine.”
Rise
maligna, non scherzava affatto, ma nella sua voce sentii note d'urgente
preoccupazione. E chiunque fosse non aveva pazienza nè
tempo...anzi quello mancava a noi.
Mi concentrai affidandomi totalmente a lei e bloccai ogni altro tipo di
pensiero facendomi
invadere dal ricordo della battuta di caccia di qualche giorno prima.
Io e i miei fratelli che corriamo nella foresta, Carlisle che uccide un
cervo, Esme che con grazia abbatte un altro esemplare dello stesso
branco, Alice che mi sfida a chi prende prima un puma e Emmett che
rincorre un orso, Rose che lo rimprovera bonariamente di non giocare
come un bambino. Jasper che si fionda su un grosso alce.
“vi cibate di animali?” sbuffai spazientito, come se non
glielo avessi detto. Interruppi il flusso dei ricorsi proprio mentre
rievocavo le sensazioni di potenza e vitalità che provai nell’uccidere il puma. Sentii
la “presenza” trasalire e la barriera che aveva eretto per
proteggere la sua mente crollò quanto bastava per farmi scorgere
un vampiro che si avventava sulla sua preda, una donna che cercava di
proteggere...un’altra fitta di dolore.
“non entrare mai più nella mia mente. Quelli che rischiano
siete voi. Non io.” Il suo tono gelido non prometteva niente di
buono, sicuramente me l’avrebbe fatta pagare. La sentii ridere
del mio pensiero. “stai sottovalutando il nostro potere. Siamo in
grado di annientarvi!”
“si, si, solo animali.” Risposi alla sua precedente domanda per
farle dimenticare la mia scortese intrusione, non so come ma lo aveva
percepito. Ora capivo i miei fratelli quando si lamentavano del mio
potere. Era una invasione così intima.
“forse posso fare qualcosa per voi...” e con queste parole
sentii la sua presenza uscire dolorosamente dalla mia testa, come se lo
avesse fatto apposta. Riportai la mia attenzione a Carlisle e al
vecchio che stava parlando.
“...non siete i benvenuti. Non possiamo permettervi di continuare
a vivere. Portate solo morte e...” avrebbe continuato ad
insultarci se qualcosa non avesse distolto la sua attenzione. Volse lo
sguardo al sentiero. Ascoltai la sua voce irosa.
“come si permette di tornare indietro!? L’abbiamo fatta
andare via apposta. Rischia troppo in questa situazione, la vogliamo
proteggere e lei ci sputa in faccia. Non possiamo perdere la
principessa prima che ce ne sia un’altra...”
La principessa
entrò nella radura, scortata dai lupacchiotti di prima che le si
disposero ai lati come se fossero la
sua guardia personale. Molti di loro ringhiavano contro di noi. Dal
nulla la ragazza fece apparire un trono dalle querce. La scena mi
ricordava molto una favola dei fratelli Grimm e mi sarei messo a ridere
se la situazione non fosse stata così maledettamente seria. O si
trovava una soluzione al più presto o saremmo morti, o
più propriamente avremo fatto un bel falò. Mi rivolse uno
sguardo fugace prima di rivolgersi all'uomo che parlava con mio
padre.
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