Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: artemide88    10/09/2009    3 recensioni
Tratto dal primo capitolo. "Correvo, correvo. Nei boschi dei druidi, correvo. Libera come non mi sentivo da tempo, libera per una volta di essere me stessa e non la signora di Avalon. Corsi spensierata senza una meta precisa. Mia madre mi stringeva forte la mano e mi guardava sorridente. Mia madre? È morta tanti anni fa, lo so bene, ero con lei quando...mi sorrise ancora e mi indicò un punto davanti a sé. Guardai ma il sole mi colpì gli occhi. Distinsi solo una figura prima di coprirmi il volto con una mano. Strano, io non avevo mai avuto paura del sole, mio padre, e dei suoi raggi miei fratelli. Pregai le forze della natura mie sorelle perché mi permettessero di vedere. La figura in controluce si volse verso di me. Gli alberi gli chiusero ogni via di fuga e i loro rami allontanarono anche i raggi del sole. L’uomo mi guardò con intensi occhi dorati. Sorrise, sporgendo denti affilati..." Ispirato al romanzo "Le nebbie di Avalon" di M.Z.Bradley. Per conoscere il resto, leggete!!!
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap 5 Odiate l'insonnia? no??? Bene, d'ora in poi imparerete ad odiarla....sono le 4:10 di mattina e non riesco a chiudere occhio, per cui dopo una veloce revisone del capitolo vi do un buon motivo per odiare le notti in bianco...il capitolo cinque, con il tanto atteso incontro tra i due hi hi hi...vi dico si da subito che Bella non sarà molto simpatica, ma ci piace così (a me, a me stessa e a Io....scusate, ho manie di grandezza). anche questo è un tentativo per farvi scrivere un piccolo commento, anche solo per dirmi che non volete la mia pazzzzzzia a notte fonda....cmq....penso che posterò ancora un po', visto che ho già scritto un po' di capitoli...e poi se le mie accanite (io non le capisco...mah...vi adoro, sappiatelo... =)) fan si alleassero contro di me per farmi pubblicare sarebbero guai, me le ritroverei sotto casa con i fucili (non scherzo...una di loro sa benissimo dove abito, sigh, mi toccherà fuggire e chiedere asilo politico in qualche altro stato....) tuttavia non posso che dirvi: grazie, grazie, grazie per impedirmi di fare cazzate!!! (tipo cancellare la storia....) purtroppo non potete controllare quello che scrivo in anticipo per la censura XD....ok, ok mi autocensuro da sola e vi lascio al nuovo capitolo...ah ultimissimissima cosa, giuro..il capitolo è stato riscritto più e più volte, ma non mi soddisfa ancora totalmente, è come se mancasse qualcosa....

CAPITOLO 5 – INCONTRO
POV EDWARD
Perlustravamo la zona da quasi un’ora ormai volendo accertarci che il territorio fosse ben rifornito di prede e che la nostra nuova villa fosse al riparo da sguardi indiscreti prima di disfare definitivamente i bagagli. Per qualche anno non avrei sopportato un'altra settimana campale come la scorsa per i bagagli, e poi ad ogni viaggio il mio adorato pianoforte a coda rischiava di rovinarsi. Senza contare che avevo bisogno di scaricare la tensione del pre-partenza, che era aumentata, sull’acceleratore della mia Aston Martin. Inoltre dopo il viaggio dovevamo cacciare, passare un paio d'ora su un aereo con un paio di bambini piagnucolanti (la voglia di toglierli di mezzo ad un certo punto era stata quasi incontrollabile...per loro fortuna sono un vampiro centenario con un secolo di autocontrollo!!), anche se in prima classe, non era per niente rilassante e i miei nervi ne avevano risentito. Quelli di Alice non li mettevo nemmeno in conto, in confronto a lei quelle due pesti umane erano degli angioletti. Diceva di avere mal di testa, come se fosse possibile per un vampiro, per le visioni che continuamente andavano e venivano, ma sempre niente di definito. Ad un certo punto aveva chiesto addirittura ad uno sconcertato Carlisle se avesse con sé un’aspirina! Jasper aveva cercato di rilassarla con il suo potere con il risultato di irritarla di più. Per questo, e per uno strisciante senso di imminente pericolo, durante quella battuta di caccia non mi sentivo tranquillo e Jasper se ne accorse. Me ne chiese mentalmente il motivo. Apprezzai, non volevo che la mia famiglia si agitasse inutilmente per una mia sensazione. Che sperai rimanesse solo tale...oh oh...Un odore acre e pungente ci colpì all’improvviso e immediatamente l’unica cosa che la mia mente riuscì a concepire fu la scritta lampeggiante: PERICOLO! Era un odore ferino ma disgustoso, sapeva quasi di ammoniaca. I guai erano in arrivo. Istintivamente indietreggiai fino a che mi trovai a cozzare la schiena contro quelle dei miei famigliari, pronti per un attacco. Si avvicinarono accerchiandoci una decina di grossi lupi troppo cresciuti. Le loro menti...erano strane, così umane. I loro pensieri erano uguali, come se la mente pensante fosse solo una, ma le loro intenzione erano evidentemente ostili. Sogghignai, noi eravamo pronti ad accoglierli. Alice con i nervi a fior di pelle mi stava chiamando allarmata, non riusciva a vedere come sarebbe finito lo scontro e non ci vedeva nel futuro. Merda, questo non ci voleva. Alice era cieca, non era mai successo e non era per niente una piacevole novità. Meglio non allarmare il resto della famiglia. Carlisle, come suo solito, pensava ad un modo per risolvere pacificamente la disputa, non voleva combattere né rischiare di ferire nessuno, il solito amante della vita! Decise di tentare avvicinandosi di più ai lupi con le mani sollevate in segno di pace. Cercava di rassicurarli per dare almeno a noi il tempo di allontanarci, ma noi saremmo rimasti con lui, la famiglia non si divideva di fronte al pericolo, doveva saperlo! Quello che sembrava il capo della comitiva, un grosso lupo dal pelo rossiccio stava pensando che se Carlisle si fosse avvicinato di più...stava pensando?? La sua mente mi sembrava umana, è vero, ma da li a dire che è un uomo...
“Carlisle. Fermati. Ti attaccheranno se ti avvicini di più.” Mi drizzai dalla mia posizione di attacco-difesa.
“veniamo in pace. Non abbiamo intenzioni ostili.” Mio padre continuò a cercare una distensione. Mi avvicinai a lui.
“Carlisle...” lo chiamai di nuovo mettendolo in guardia mentre il grande lupo mi fissò negli occhi. Scosse la testa come a scacciare un pensiero molesto. Anzi un ordine che non avrebbe mai voluto eseguire. Qualcuno voleva incontrarci. E gli imponeva di...trasformarsi? Chiunque fosse aveva chiamato il lupo Jacob. Ma soprattutto gli stava mostrando il mio volto in controluce, come nella visione di Alice. Che stava succedendo? Ero confuso e scossi la testa come il grande lupo, Jacob o qualunque fosse il suo nome che era ancora indeciso sul da farsi. Il suo istinto gli diceva di attaccare e annientarci e pensava con rabbia che quella ragazza di cui lui e il suo branco si erano assunti il piacere e l’onore di proteggere si esponeva incoscientemente a un così grave pericolo. Pericolo? Ah già, noi, sette vampiri vegetariani con il pallino per la protezione animali rari! La situazione si stava facendo molto assurda e il mio lato ironico non mi aiutava a pensare razionalmente. Nonostante tutto quello che avevo sentito, non capivo. Il mio potere mi stava confondendo anziché darmi una soluzione come al solito. Lei, chiunque fosse stava pregando Jacob di ascoltarla, decisi di darle una mano per smuovere quell'ammasso di pulci.
“Jacob, portaci da lei. Veniamo in pace e non vi attaccheremo.” Alle mie parole il lupo ringhiò con ferocia e i suoi compagni risposero con altrettanta furia. Aspettai tranquillo che si calmassero. La mia famiglia era allibita, anche se non lo dava a vedere. Il capo branco prese a tremare violentemente, tremiti incontrollabili si propagarono per tutto il suo corpo, rendendolo una macchia di rosso indistinta. Dove prima c’era un grosso lupo ora stava un ragazzo dalla pelle ambrata completamente nudo che ci guardava con disprezzo.
“una sola mossa falsa o improvvisa succhiasangue e siete morti.” Si incamminò nella foresta. “volevate parlare e adesso che ve ne danno al possibilità restate lì impalati??”

Scortati da quei cani arrivammo in una radura perfettamente circolare, delimitata da antichissime querce. Dei teli proteggevano le persone riunite dalla fine pioggia che aveva iniziato a cadere dal cielo. Al nostro ingresso le persone si ritrassero istintivamente. Il silenzio permeava l’aria, non una mosca ronzava. Solo nella mia testa rimbombavano rumorosi, inespressi pensieri, urlavano tutti arrabbiati e spaventati. Tutti più o meno con termini sgarbati si chiedevano perché lei ci avesse permesso di vivere. Non ne potevo più di sentire lei, lei, lei, senza sapere chi fosse. Cercai una voce femminile ma non ne trovai. Impossibile. Mi girai più volte su me stesso ma non c’era nessuna donna nello spiazzo. Quello che accadde dopo era ancora più incredibile. Mentre uno dei vecchi alla mia destra si rivolse a Carlisle, sentì la sua voce.
se volete avere la vita salva dovrai fidarti di me. Le regole sono semplici. 1-parleremo solo con il pensiero, tu pensa solo le risposte, non fiatare. 2- non mostrare alcuna emozione e guarda sempre avanti a te, verso quei vecchi scocciatori. 3- sii sincero e non osare mentirmi, te ne potresti pentire e con te tutta la tua famiglia, lo saprò subito se provi a fregarmi..” Ero shoccato ma cercai di nasconderlo, nessuno mi era mai entrato nella mente in modo tanto profondo. “siete pericolosi, vi nutrite di sangue umano...” la interruppi in malo modo, ops, forse non era la scelta migliore, ma non potevo accettare una simile accusa.
“tu lo dici...noi siamo diversi...ci nutriamo di animali...” rise incredula.
mostrami una vostra caccia.” Adesso si che non sapevo che pesci pigliare! Una fitta dolorosa mi colpì alla testa. Repressi un ringhio e una smorfia. “non avete molto tempo. O fai come dico io o vi attaccheranno, e la cosa mi riempirà di soddisfazione perché sarò io a dare l’ordine.” Rise maligna, non scherzava affatto, ma nella sua voce sentii note d'urgente preoccupazione. E chiunque fosse non aveva pazienza nè tempo...anzi quello mancava a noi. Mi concentrai affidandomi totalmente a lei e bloccai ogni altro tipo di pensiero facendomi invadere dal ricordo della battuta di caccia di qualche giorno prima. Io e i miei fratelli che corriamo nella foresta, Carlisle che uccide un cervo, Esme che con grazia abbatte un altro esemplare dello stesso branco, Alice che mi sfida a chi prende prima un puma e Emmett che rincorre un orso, Rose che lo rimprovera bonariamente di non giocare come un bambino. Jasper che si fionda su un grosso alce.
“vi cibate di animali?” sbuffai spazientito, come se non glielo avessi detto. Interruppi il flusso dei ricorsi proprio mentre rievocavo le sensazioni di potenza e vitalità che provai nell’uccidere il puma. Sentii la “presenza” trasalire e la barriera che aveva eretto per proteggere la sua mente crollò quanto bastava per farmi scorgere un vampiro che si avventava sulla sua preda, una donna che cercava di proteggere...un’altra fitta di dolore.
“non entrare mai più nella mia mente. Quelli che rischiano siete voi. Non io.” Il suo tono gelido non prometteva niente di buono, sicuramente me l’avrebbe fatta pagare. La sentii ridere del mio pensiero. “stai sottovalutando il nostro potere. Siamo in grado di annientarvi!”
“si, si, solo animali.” Risposi alla sua precedente domanda per farle dimenticare la mia scortese intrusione, non so come ma lo aveva percepito. Ora capivo i miei fratelli quando si lamentavano del mio potere. Era una invasione così intima.
“forse posso fare qualcosa per voi...” e con queste parole sentii la sua presenza uscire dolorosamente dalla mia testa, come se lo avesse fatto apposta. Riportai la mia attenzione a Carlisle e al vecchio che stava parlando.
“...non siete i benvenuti. Non possiamo permettervi di continuare a vivere. Portate solo morte e...” avrebbe continuato ad insultarci se qualcosa non avesse distolto la sua attenzione. Volse lo sguardo al sentiero. Ascoltai la sua voce irosa.
“come si permette di tornare indietro!? L’abbiamo fatta andare via apposta. Rischia troppo in questa situazione, la vogliamo proteggere e lei ci sputa in faccia. Non possiamo perdere la principessa prima che ce ne sia un’altra...”
La principessa entrò nella radura, scortata dai lupacchiotti di prima che le si disposero ai lati come se fossero la sua guardia personale. Molti di loro ringhiavano contro di noi. Dal nulla la ragazza fece apparire un trono dalle querce. La scena mi ricordava molto una favola dei fratelli Grimm e mi sarei messo a ridere se la situazione non fosse stata così maledettamente seria. O si trovava una soluzione al più presto o saremmo morti, o più propriamente avremo fatto un bel falò. Mi rivolse uno sguardo fugace prima di rivolgersi all'uomo che parlava con mio padre. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: artemide88