“Oh
no! Che ci fai tu qui?!”
Poi
il ragazzo intervenne subito: “facciamo così per
stavolta,
Mezzosangue. Io non do fastidio a te e tu non ne dai a me,
così
risparmio ad entrambi, e soprattutto a me, di andare a cercarsi un
altro posto in cui stare tranquilli prima delle lezioni.”
Hermione
inizialmente sembrò stupita dallo strano comportamento del
Serpeverde. Era stato gentile e anche se l’aveva chiamata
ancora
Mezzosangue, non aveva usato il solito tono di disprezzo.
“Ci
sto Malfoy” rispose lei tornando a fissare il lago e sperando
con
tutta sé stessa che Malfoy non avesse notato il suo strano
comportamento negli ultimi tempi.
In
particolar modo quello di ieri sera in Sala Grande. Ma ahimè
al nostro bel Principe non era sfuggito niente. Ma non dava tanto
peso al comportamento strano della ragazza perché aveva
ancora
per la testa la pantera nera che lo aveva salvato.
“Tentare
di chiedere alla Granger se sa qualcosa di quella pantera non mi
nuoce di certo” pensò tra sé.
“Ma sì dai.
Proviamoci. ”
“Allora,
Mezzosangue. Notato niente di insolito negli ultimi tempi?”
fece il
biondo con indifferenza sempre fissando il lago.
“Perché
me lo chiedi Malferret? E di grazia, cosa avrei dovuto
notare?”
rispose la riccia con un pizzico di acidità e fingendo di
non
capire a cosa il ragazzo si riferisse quando invece aveva centrato in
pieno.
Cavolo,
adesso sì che era nei guai. Malfoy non aveva dimenticato la
pantera.
“Scusami
tanto se ti faccio una domanda. Beh, comunque mi riferivo a creature
a spasso per Hogwarts.”
Ok,
era seriamente nei guai. Dalla punta dei piedi fino alla radice di
ogni suo singolo capello.
Doveva
assolutamente troncare la discussione, ma senza destare sospetti.
“Calmati
Herm. Respira a fondo. Tranquillizzati e rispondigli come tu sola sai
fare.” Pensò la mora.
“Sinceramente
Malfoy, le uniche creature che vedo –a spasso- per Hogwarts,
come
dici tu, sono quelli che alleva Hagrid e i pochissimi centauri,
satiri e fate che abbiamo nella Foresta Proibita. Escludendo a priori
i nostri animali da compagnia, i rapaci alla gufiera e quei poveri
elfi domestici nelle cucine della scuola.”
“Grazie
per avermi illuminato, Granger.” Disse con insolita
gentilezza
Draco.
“Prego”
rispose semplicemente Hermione che guardò istintivamente
l’orologio.
Le
8.15.
Si
alzò e si avviò verso il castello, diretta verso
la
Sala Grande.
“Ehi!
Dove pensi di andare Mezzosangue? Dov’è finita la
buona
educazione? Non si saluta?” disse Draco stupendosi egli
stesso di
quelle parole, mentre si alzava e la seguiva.
“Vado
a fare colazione con Harry e Ron se proprio ti interessa. E poi, da
quando io e te ci salutiamo? Di solito non riusciamo nemmeno a
sostenere una conversazione civile come quella di ora senza
insultarci a vicenda.” Rispose la bella Grifondoro voltandosi
verso
di lui.
Le
guance di Draco si tinsero di un tenue rosa e il suo cuore
accelerò
un po’ il battito.
Stessa
identica cosa per la grifoncina.
“E’
vero… lascia perdere.” E con grandi falcate
superò la
ragazza che era ancora immobile per la sorpresa.
Solamente
quando Draco fu sparito dalla sua visuale si decise ad entrare.
Dopo
un’abbondante colazione, durante la quale i due non osarono
lanciarsi occhiate senza che l’altro sapesse, entrambi si
recarono
alle corrispettive lezioni con i compagni.
Ron,
strano ma vero, quella mattina lesse l’orario delle lezioni e
senza
neanche quel solito tono di voce come per dire “ma chi me lo
fa
fare di andarci?”
“Allora.
Oggi abbiamo: un’ora con la Cooman e una con Rüf.
Poi due ore
di trasfigurazione con la McGranitt e –tadadadaa- due ore di
pozioni con Piton e i serpentelli.”
“Non
farmici pensare adesso, Ron. Non ho voglia nemmeno di fare lezione
con la Cooman ed Hermione ancor meno del sottoscritto.” Disse
Harry.
“Ma
vi rendete conto che quella mi odia? Non la sopporto proprio e prima
finirà quell’ora meglio sarà. Ancora me
lo ricordo
quando mi disse al terzo anno che sarei rimasta zitella. Santo
Godric.” Rispose Hermione sperando invece in cuor suo che le
prime
quattro ore non passassero affatto.
Naturalmente
perché non voleva fare due ore di lezione con Malfoy nella
stessa stanza. Aveva come l’impressione che lui sapesse
tutto: la
sua cotta per lui e che era lei la pantera.
Purtroppo
per lei il suo desiderio non fu esaudito.
Le
ore passavano una più velocemente dell’altra e
arrivò
il turno di pozioni con i Serpeverde.
Due
ore! Come avrebbe fatto a resistere due ore senza che lui notasse i
suoi comportamenti strani (agitazione totale) e non si insospettisse?
*Nota
dell'autrice*
spero
che il capitolo vi sia piaciuto.. lasciate tanti commentini!
È
breve e insignificante lo so, ma preferisco fare poco per volta.. XD
ringrazio
di cuore coloro che hanno recensito:
Tanny:
non ti preoccupare se non riesci a leggere per tempo i
capitoli..
so che mi segui e apprezzo già fin troppo =) baci e mi
raccomando dimmi che ne pensi.
La
gIuLy PaZzA: ah sì, sono proprio sadica
nel lasciare
tutto a metà.. grazie mille anche a te..
_Giuly95_:
oh, ma grazie! ^^ sono proprio contenta che ti
piaccia.. e
fammi sapere anche tu a riguardo.. mi piace vedere cosa pensate,
è
uno stimolo in più anche per me.. baci
grazie
anche a coloro che aggiungono alle seguite o tra le preferite la mia
storia..
Bacioni
a tutti! Cassandra
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