Rin abbracciò il cucciolo ed esclamò: “E’ il tuo compleanno? Ma allora bisogna festeggiare! Mi spiace averti fatto preoccupare”
Inuyasha guardò stizzito la ragazza e disse: “ Ti sembra il momento di festeggiare? Mi sembra ci siano cose più importante a cui pensare”
“ Dai Inuyasha! Sono d’accordo con Rin, ci farebbe bene un po’ di spensieratezza. Un giorno non ci farà perdere qualcosa” disse Miroku battendo la mano sulla spalla del mezzo demone.
“ Sì, dai! Voglio festeggiare” esordì Shippo elettrizzato.
Inuyasha alzò gli occhi al cielo rassegnato e aggiunse :” D’accordo… Torniamo al villaggio da Kaede e facciamo questo cosa…Comunque Rin, è incredibile! Anche questa volta ne sei uscita praticamente illesa dallo scontro!”
Rin si guardò un secondo e rispose grattandosi la testa: “ Eh già… Sono una roccia!”
In quel momento a Sesshomaru, che era rimasto in disparte per tutto quel tempo, balenò un’idea: se Rin avesse avuto il potere di creare una barriera senza saperlo?
Tutte le volte che si era trovata in pericolo era riuscita a riportare poche conseguenze, rispetto a quelle che avrebbe dovuto subire un semplice umano.
Anche il fatto che si gettasse senza esitazioni a proteggere i compagni, sarebbe potuto essere un effetto di questo suo potere.
“ Sesshomaru, mi stai ascoltando?”
Il grande demone si destò dai suoi pensieri e vide Rin che lo stava osservando perplessa.
“Stai bene?” gli chiese.
“Dimmi” rispose lui.
La ragazza sorrise e chiese: “ Vorresti venire con noi? Potresti approfittarne per riposare un po’ anche tu”.
I compagni di Rin per poco non si ritrovarono con la mandibola per terra a sentire quelle parole.
Sesshomaru stava per dire che lui non aveva alcuna voglia di festeggiare quel moccioso e tantomeno voleva passare altro tempo con il suo fratellastro e il suo gruppo, però poi ci riflette meglio.
In mezzo a quel branco di zotici c’era pure Rin, avrebbe potuto passare del tempo con lei e scoprire se la sua teoria poteva avere delle basi solide. Rispose:
“Va bene, vengo”.
Nessuno poteva credere a ciò che aveva appena detto il grande demone. Infatti Rin rispose in automatico:
“Oh mi spiace, però se proprio non vuoi…Aspetta! Hai detto che vieni?!”.
Dopo una giornata di viaggio, la strana combriccola arrivò al villaggio, accolti dallo stupore misto a paura degli abitanti che vedevano passeggiare tra le loro vie un grande demone.
Kagome e Rin attraversarono il pozzo per andare a prendere le decorazioni, preparare una torta per Shippo e portare anche uno stereo a pile con qualche CD da ascoltare durante i festeggiamenti.
Quando tornarono nell’epoca Sengoku, trovarono Miroku e Sango che cercavano di trattenere Inuaysha che provava a saltare addosso a Sesshomaru.
“ Inuyasha, a cuccia!” gridò Kagome “ Si può sapere che stai combinando?”
“Tsk…Sei così patetico che ti fai mettere in riga proprio come un cagnolino” sentenziò il grande demone.
Il mezzo demone guardò le ragazze e sbottò: “ Sentito? E’ tutto il tempo che fa così!”
“Non riuscite proprio ad andare d’accordo voi due, eh?” sospirò Rin.
Intervenne Rin :” Basta perdere tempo! Prepariamo tutto, la festa deve iniziare!”
Shippo passò una bellissima serata: aveva giocato, soffiato le candeline, mangiato la torta e ballato.
Tutto questo circondato dall’affetto dei suoi amici e degli abitanti del villaggio.
Si addormentò distrutto in braccio a Kagome davanti a un falò.
Miroku era crollato dopo aver bevuto litri di sakè e Sango lo aveva portato nella capanna a riposare.
Intorno al fuoco erano rimasti solo Kagome, Rin, Shippo, Inuyasha e Sesshomaru.
Kagome pensò che sua sorella avrebbe gradito passare del tempo da sola con il grande demone, così approfittò del fatto che Shippo si era addormentato per dire: “Inuyasha, andiamo a dormire? Così metto giù Shippo”
“ Non ho ancora sonno” rispose il mezzo demone.
Kagome lo incenerì con lo sguardo: “ Ho detto che dobbiamo andare”.
Inuyasha rabbrividì e la seguì.
“ Sei stanco?” chiese Rin a Sesshomaru.
“No, te?” rispose lui.
“Neanche io… è stato così terribile oggi?”
“ Decisamente”
“Però non sei scappato”
“ Io non scappo mai. Poi volevo stare con te. Ieri non ne abbiamo avuto modo”
Rin arrossì. Poi sentì la musica provenire dalla radio e disse:
“ Vuoi ballare? E’ Every thing I do di Bryan Adams…Avrà un sacco di successo tra cinquecento anni!”
Finita la frase Rin scoppiò a ridere e Sesshomaru non potè far altro che alzarsi e cingerle con una mano la vita e con l’altra la sua mano. Non sapeva resistere a quel sorriso.
Rin non fu più padrona del suo corpo. Il grande demone la faceva ondulare da una parte all’altra, le sembrava di volare.
Finché accadde. Sesshomaru si fermò e liberò la mano per alzarle il mento e sfiorarle le labbra con le sue.
Rin sentiva il respiro del grande demone aumentare, ma non approfondiva il bacio. Così fu lei a schiudere le labbra, ma lui si staccò.
“ Che succede?” chiese confusa la ragazza.
“Sesshomaru le voltò le spalle e rispose: “Devo andare”
Rin sentì la rabbia crescerle dentro : “ Memomale che eri quello che non scappava mai”
Il grande demone ringhiò e disse: “ Rin, ho detto che devo andare” e spiccò il volo.
La ragazza rimase a fissare il punto in cui Sesshomaru era sparito, senza riuscire a darsi una spiegazione per quel che era successo.
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