Destino Inevitabile - A
stretto contatto
Capitolo 14
Il ciliegio dei sogni
La stanza dove Yuuko era solita ricevere i clienti era immersa in un
silenzio teso.
Al centro, proprio come il giorno prima, il cerchio magico faceva bella
mostra di sé, catturando l'attenzione di Doumeki e Watanuki.
Gli occhi fissi sulla strega che, muovendosi in circolo, sembrava
accarezzare con il lungo bastone, il perimetro del simbolo appena
tracciato.
«Bene...» Esordì d'un tratto la donna.
«Ora, dovrete entrare nel cerchio.»
Seppur incerti su quanto stessero per affrontare, i due ragazzi
annuirono all'unisono, trovandosi nuovamente uno di fianco all'altro.
Una vicinanza che, dopo una sola notte, sembrò imrbarazzarli
oltremodo, spingendo il più piccolo ad un sorriso nervoso
che l'altro parve ignorare.
«Mi raccomando...» Riprese la strega.
«State attenti e... tornate il prima possibile.»
Concluse, sbattendo due volte il bastone all'interno del cerchio.
Quel semplice gesto bastò ad irrorare di una luce intensa
l'intera stanza, racchiudendo i due ragazzi in un vortice di colori che
in un attimo li trasportò in un tunnel dorato dopo il quale
si ritrovarono, entrambi per terra, in un luogo di costante
oscurità. Una dimensione dove il cielo e la terra sembravano
essere dello stesso colore.
Quando i loro occhi si abituarono ai diversi cambiamenti di luce, i due
ragazzi, nuovamente in piedi, si guardarono intorno, notando la
presenza di Haruka-san.
L'uomo stava osservandoli con evidente emozione. Sul viso un sorriso
più caldo del solito.
«Shizuka...» Mormorò, senza riuscire a
togliere gli occhi dal nipote. «Kimihiro-kun, ben
arrivati.»
Watanuki si limitò ad un sorriso. Lo sguardo che, senza
sosta, si spostava dall' uno all' altro, evidentemente turbato dalla
notevole somiglianza. L'arciere, era rimasto immobile, gli occhi fissi
su quella falsa immagine di sé stesso.
Per tutti quegli anni aveva solo desiderato di poterlo abbracciare
ancora una volta, di parlargli, confidargli le proprie pene. Ed ora che
lo aveva lì, a portata di mano, qualcosa sembrava
trattenerlo.
Suo nonno sembrava commosso, eppure... Yuuko-san gli aveva detto che
era stato lui a decidere di stargli lontano.
«Nonno...» Sussurrò, stringendo i pugni
per la tensione.
Quel lieve richiamo sembrò infrangere i timori di Haruka
che, consapevole del turbamento del nipote, mosse un paio di passi,
fermandosi nuovamente. «Shizuka...»
Ripetè. «Sono felice di rivederti.»
Incapace di muoversi, l'arciere mantenne lo sguardo fisso sull'uomo.
«Perché solo adesso...»
A quello, Haruka sembrò adombrarsi. «Avevo un
prezzo da pagare...»
«Un prezzo...» Ripetè l'altro, evitando
lo sguardo dell'uomo. «Perché proprio quello.
Contavo così poco?»
Il sacerdote sorrise malinconico. «Sapevo che un giorno ti
saresti trovato nella condizione di dover salvare qualcuno
più importante di me.» Spiegò, volgendo
lo sguardo in direzione di Watanuki. «Qualcuno che avresti
amato di più.»
Shizuka lo guardò con espressione sorpresa. Evidentemente
suo nonno aveva compreso quanto provava per Watanuki, ben prima di lui.
«Io...» Tentò, fermandosi subito dopo.
Rincuorato da quella piccola esitazione, Haruka si avvicinò,
parlandogli a voce bassa. «Quando eri piccolo ti dicevo che
sarei sempre stato dalla tua parte. La cosa non è cambiata,
Shizuka...» Sussurrò.
Commosso dal significato di quelle parole, l'arciere gli rivolse il
primo sorriso, dopo tanti anni di lontananza.
«Grazie...» Mormorò, mentre Haruka lo
accoglieva tra le sue braccia.
Poco lontano, Watanuki stava osservando la scena con con occhi lucidi.
Dentro, un senso di struggente malinconia. Sapere di essere stato la
causa della scelta di Haruka era una realtà che avrebbe
preferito non conoscere, pensò, stringengo i pugni e
chiudendo gli occhi.
In quel mentre, Shizuka sollevò lo sguardo sul nonno.
«Potevi evitare di dire quelle cose... davanti a
lui...» Mormorò, lanciando un'occhiata verso il
più piccolo che, ripresosi dal momentaneo sconforto, stava
osservandosi intorno.
«Oh, gli farà bene, vedrai.»
Mormorò l'altro sorridendogli. «Kimihiro-kun
è bravo a credere nelle sue stesse menzogne. Deve imparare a
cambiare...» Concluse, guardando il nipote con sguardo
incredulo, per averlo finalmente ritrovato.
Doumeki lo ascoltò senza ribattere. Suo nonno era certamente
a conoscenza di aspetti a lui ignoti. Specie se si trattava di Watanuki.
A quel pensiero il suo sguardo si adombrò e, intenerito dal
disagio del nipote, Haruka sciolse l'abbraccio, portando una mano sulla
sua spalla.
«Credo sia meglio passare a quel che va fatto.»
Dichiarò, muovendosi verso Watanuki. «Kimihiro-kun
non ha molto tempo.»
«Non ho molto tempo?» Ripetè il ragazzo,
avanzando verso nonno e nipote.
Nel vederlo così preoccupato, Doumeki mise da parte ogni
pensiero estraneo alla missione. «Cosa dobbiamo
fare?» Domandò quindi, deciso a risvolvere ogni
problema.
Per tutta risposta Haruka, volse lo sguardo verso un punto lontano, che
improvvisamente divenne visibile anche ai due ragazzi.
«Quello è il ciliegio dei sogni.»
Spiegò con espressone seria. «Recentemente uno dei
suoi petali è entrato in contatto con te,
Kimihiro-kun.» Continuò, osservando il ragazzo.
«Rubandoti gran parte della tua energia che è
confluita in te, Shizuka.» Concluse, tornando con gli occhi
sul nipote.
«Io però... non ho avvertito nulla di
strano.» Replicò l'arciere.
«È normale.» Commentò Haruka.
«Voi due avete già più di un legame. È
più che naturale che le cose siano andate in quella
direzione. E che non ve ne siate accorti è la prova di
quanto stretta sia la connessione che vi lega.»
«Quindi...» Mormorò, Watanuki.
«La mia energia è... dentro di lui? È... per
questo che mi ricarica....» Terminò, facendosi
pensieroso. Alla luce di quanto scoperto, circa i motivi che per anni
avevano tenuto lontano Shizuka da suo nonno, il pensiero di un legame
con Doumeki lo metteva a disagio.
«Quindi...» Lo sentì dire. «È
stato quel petalo...»
Haruka annuì soddisfatto. «Esattamente.»
Commentò, facendosi serio. «Un petalo che giunge
proprio da quell'albero. Di norma non è una cosa che accade
ma determinati eventi hanno permesso che quel petalo passasse in
un'altra dimensione. Ora è necessario che faccia
ritorno.»
Watanuki osservò l'albero che, in lontananza, si ergeva
maestoso. «E... come?» Chiese, tornando a guardare
il sacerdote.
«Vi occorre un pezzo delle sue radici. A quel punto
sarà Yuuko a dirvi cosa fare. E tu, Kimihiro-kun, riavrai la
tua energia.»
Il ragazzo lo guardò perplesso. «Sta dicendo
che... quel petalo passerà da lui...»
Esclamò indicando l'arciere. «A me?»
«Solo se lo vorrete.» Rispose l'uomo, enigmatico
«Ora... dovreste incamminarvi. Dovrete prendere una radice
particolare. Una che sembri adatta. E questo...»
Proseguì, guardando il nipote. «Dovrai farlo tu,
Shizuka.»
A quella raccomandazione, Watanuki restò in silenzio,
mordicchiandosi le labbra.
«Dopo...» Replicò l'arciere.
«Quando l'avremo presa, ci manderai tu da
Yuuko-san?»
il sacerdote annuì.
«Allora... Ci rivediamo, al ritorno dall'albero
vero?» Domandò il ragazzo con tono esitante.
Haruka gli sorrise in modo estremamente dolce. «Ci rivedremo
ogni volta che vorrai, Shizuka...»
L'arciere parve tranquillizzarsi. «Grazie...»
Sussurrò, sorridendogli.
Quel semplice gesto bastò a mandare in corto circuito il
povero Watanuki che, nel vedere il sorriso dell'arciere, si
sentì sciogliere il cuore, iniziando a tremare.
Nel notare il turbamento del più piccolo, Haruka strinse un
ultima volta il nipote per poi staccarsi e farsi improvvisamente serio.
«Andate adesso.» Esclamò, mentre con un
gesto della mano faceva apparire arco e frecce. «Io vi
aspetterò qui.»
Dopo un rapido sorriso di incoraggiamento, l'uomo mirò
dinanzi a sé, scoccando una freccia in direzione dell'albero.
«La via è aperta.» Esclamò.
xXx
Dopo essersi congedati da Haruka, i due ragazzi proseguirono in
silenzio, seguendo la scia della freccia scoccata dall'uomo.
Se pur impreparato alla moltitudine di emozioni che gli si erano
presentate in così poco tempo, per Doumeki la cosa
più strana era la presenza silenziosa di Watanuki
che, al suo fianco, continuava a camminare, immerso in
chissà quali pensieri.
«Come mai così silenzioso?» Gli
domandò d'un tratto.
Nel sentire la sua voce, l'altro ragazzo si irrigidì, quasi
si aspettasse chissà quale strana reazione.
«Tu...» Iniziò con fare esitante.
«Non sei... arrabbiato?» Domandò, senza
riuscire a guardarlo.
«Per cosa?» Domandò l'altro, senza
capire.
«Beh, per... tuo nonno. È colpa mia se per tutti questi
anni...»
«Non sei stato tu a deciderlo» Lo interruppe il
più grande. «Non ho motivo di
arrabbiarmi.»
Nel sentirlo parlare a quel modo, Watanuki trovò il coraggio
di guardarlo «È successo per salvare me. È colpia
mia.» Esclamò, corrucciato.
L'arciere sospirò stancamente. «Non dire
sciocchezze. Tu non c'entri.» Replicò con voce
atona. «E poi... è stato giusto
così.»
«Come puoi dirlo!» Replicò l'altro.
«Vi ho tenuti lontani e... non lo avrei mai voluto.»
«Lo so...» Ribattè Doumeki.
«Probabilmente non eri ancora nato quando hanno deciso tutto.
Non pensarci più.»
La tranquillità dell'arciere, in quel frangente, suonava
particolarmente stonata alla mente del più piccolo.
«Non voglio che tu stia male per colpa mia.»
Dichiarò, con una punta di imbarazzo. «Tel'ho
già detto, no?»
Doumeki lo guardò in un modo che lo fece avvampare.
«A me sta bene che sia andata così,
comunque...»
«Che?» Fece l'altro in tono esasperato.
«Beh a me no!» Replicò. Poi, quasi
inciamò su qualcosa.» Ma che...»
Borbottò osservando l'oggetto che aveva rischiato di farlo
cadere. «La freccia...» Esclamò.
«Già... Direi che siamo arrivati.»
Commentò l'altro.
Watanuki sollevò lo sguardo, notando un insieme di radici
che in svariati intrecci circondavano il grande ciliegio.
«È enorme!» Esclamò, guardandosi
intorno meravigliato.
Doumeki gli andò vicino, piegandosi sulle gambe per
osservare le radici. «Ora ci tocca sceglierne
una...» Esclamò, raccogliendo la freccia e
tornando in piedi. «Non allontanarti.»
Stranamente, Watanuki si limitò ad annuire. Il pensiero,
improvvisamente rivolto alle tante volte in cui Doumeki lo aveva
aiutato, protetto o addirittura salvato.
Ignaro del turbamento dell'altro, intanto, l'arciere si era mosso fino
a raggiungere l'albero.
Aveva compiuto ogni minimo movimento con estrema attenzione, cercando
di non calpestarne le radici.
Sapeva bene di doverne scegliere una sola e non riuscendo a decidersi,
chiuse gli occhi restando in ascolto per qualche secondo.
Quando li riaprì, notò che l'albero sembrava
brillare di luce propria, emanando con essa parte della propria energia.
Dopo essersi guardato intorno, l'arciere si concentrò su di
essa, cercando di coglierne in pieno la vibrazione. Dopo un paio di
minuti, riuscì a cogliere quanto cercava, così se
pur con molta circospezione, si avvicinò al punto esatto,
dal quale sentì sprigionarsi una carica di tipo diversa.
Dopo una rapida occhiata in direzione di Watanuki, tornò a
concentrarsi notando quasi subito una sorta di disegno, creato dalle
radici stesse.
La forma era solo abbozzata ma la prima immagine che gli giunse alla
mente fu quella di una farfalla, sotto la quale trovò la
radice che cercava. «Hitsuzen...»
Mormorò, sorridendo a se stesso ed accarezzando il tronco
dell'albero. «Perdona il disturbo. Si tratta di qualcosa di
veramente importante.» Sussurrò, strappando un
pezzo di radice e mettendo al suo posto la freccia hama.
Quell'azione stupì Watanuki che, da quando lo aveva visto
allontanarsi, ne aveva seguito ogni movimento con lo sguardo.
Nel vederlo compiere quei gesti tanto insoliti, il suo cuore aveva
iniziato a battere ad un ritmo a lui sconosciuto.
Fu così che, quasi senza accorgersene, si trovò a
pensare che un mondo senza Doumeki sarebbe stato semplicemente orribile.
In fin dei conti era sempre stato lui a proteggerlo, standogli accanto,
anche quando in cambio c'erano solo lamentele, il più delle
volte urlate.
Col tempo aveva capito di contare qualcosa ai suoi occhi. Nonostante
fosse solo da sempre e sicuramente pieno di difetti, per l'arciere lui
era tanto importante da arrivare a rischiare la vita. Così
importante da essergli ancora amico, nonostante l'aver saputo che
proprio lui era stato la causa della lontananza di Haruka. Un pensiero
così pungente da togliergli il fiato.
Nel rendersi conto di ciò, Watanuki capì che
anche per lui le sofferenze dell'amico erano fonte di dolore. Senza un
motivo preciso e non certo per un senso di gratitudine che non gli
apparteneva, si scoprì a desiderare di saperlo felice e nel
vederlo tornare, con quell'espressione tanto decisa, si
trovò a giurare che mai avrebbe permesso a qualcuno di
fargli del male. Neppure a se stesso.
Quel pensiero inatteso gli fece tremare il cuore, aprendogli gli occhi
su una realtà ben più grande di quella scoperta
negli ultimi giorni.
Quella non poteva essere una decisione presa per via dell'attrazione,
nè un pensiero dettato dall'amicizia.
Per un attimo i suoi occhi tornarono a posarsi sul volto di Shizuka. Un
gesto che lo fece arrossire dandogli una rapida scossa al cuore.
Possibile che si trattasse di... "amore...?"
Quella parola sembrò suonargli in testa come un campanello
d'allarme.
E fu proprio con espressione allarmata che si ritrasse dai suoi
pensieri, quando la voce dell'arciere giunse a comunicargli che
potevano tornare.
Senza neppure osservare la radice che l'altro teneva in mano, Watanuki
si limitò ad annuire, camminandogli accanto.
Doumeki gli fece strada, tenendolo d'occhio. «Oi... Stai
bene?» Domandò d'un tratto. «Non starai
pensando alla storia di prima?»
«Che?» Rispose il più piccolo, in
imbarazzo. «No... io. Ho capito...»
Dichiarò, sprofondando ancora una volta nel silenzio.
L'arciere gli lanciò un'occhiata e sotto il suo sguardo,
Watanuki arrossì visibilmente. Il cuore ormai impegnato in
una corsa nata per farlo crollare sotto il peso di quanto appena
scoperto.
Fu con un sospiro di sollievo che accolse l'immagine di Haruka che,
come promesso, li stava aspettando.
Quando li vide l'uomo sorrise loro, con espressione sollevata.
Dopo essersi congratulato, informandosi sulle loro condizioni, il
sacerdote osservò la radice. «E la
freccia?» Chiese poi al nipote.
«L'ho lasciata all'albero.» Dichiarò
questi.
Haruka lo osservò, sorridendogli soddisfatto. «Il
tuo istinto non fallisce, a quanto vedo.»
Dopo un lieve sorriso, l'arciere si fece improvvisamente serio.
«Cosa succede adesso? Ci manderai da Yuuko-san?»
L'uomo annui. Sul volto un'espressione insolita. «Si, vi
aprirò la strada.» Dichiarò,
abbracciandolo.
«Noi... ci rivedremo?» Domandò l'altro,
ricambiando la stretta.
«Nei sogni.» Lo rassicurò il sacerdote,
sciogliendosi dall'abbraccio. Kimihiro-kun»
Esclamò poi, avvicinandosi al più piccolo con
espressione ilare. «Tengo molto a mio nipote.»
Sussurrò, piegandosi in modo da parlargli all'orecchio.
«Non farlo aspettare troppo, intesi?».
Sotto lo sguardo dell'arciere, Watanuki cambiò rapidamente
colore. «Intesi...» Mormorò.
«Andate allora...» Commentò l'uomo,
osservando i due ragazzi con sguardo divertito. «Il tempo sta
per volgere al termine.» Concluse.
Esattamente come all'andata, il sacerdote fece apparire il suo arco,
scoccando una freccia hama che, splendendo del colore dei petali di
ciliegio, aprì uno spiraglio al confine dimensionale dal
quale, in lontananza, iniziò a comparire il negozio dei
desideri.
Allora, piaciuto l'incontro tra nonno e nipote?
Avere due Doumeki insieme è stato decisamente affascinante
oltre all'aver prodotto lacrime e commozione indicibili.
Diteci la vostra e preparatevi perché i prossimi capitoli
saranno ricchi di colpi di scena.
Ed ora... recensioni! ^_^
Gioielle: Ahah
come non concordare. Doumeki geloso è qualcosa di
semplicemente spettacolare, oltre che da SBAV :P
Se ti è piaciuta la scena dello scambio dei energia, aspetta
di leggere le prossime... Ci saranno attimi estremamente romantici. ^_^
Naco Chan: Anche le due ragazze sono utili in un mondo
simile e con un
personaggio come Watanuki. Ma non dirlo loro, o si offendono!
Ti è
piaciuto l'incontro nonno-nipote? Anche qui, un capitolo denso di
accadimenti e cose... speriamo che ti sia piaciuta la "riunione di
famiglia" con tutto ciò che ha comportato.
Non sono bellissimi i due Doumeki? *le autrici sospirano*
Grazie per seguirci... e per continuare a correggerci. Ci
metteremo d'impegno. Anche se l'ora è sempre tarda quando
revisioniamo ^^"
Thyahiel: Per prima cosa, un grazie alla tua amica
che ti permette di leggere la nostra fanfic! ^.^
Certo che l'incontro tra doumeki e Haruka è stato tanto
atteso che speriamo solo ti sia piaciuto. Continua a recensirci e facci
sapere. Kiss
Masuko: È un onore averti di
nuovo qui, carissima! Ti ringraziamo
per la super-recenzione. Delirante ma fantastica da leggere... e
commentare in diretta :P
Himawari-chan, ah, è proprio una
brava ragazza neh? Molti autori non la sopportano, almeno nel fandom
internazionale, ma a noi sta simpatica. E come tifa per quei due lei
non tifa nessuno.
Quando al rapporto tra Haruka e Shizuka, come vedi qualcosa
finalmente si è risolto. *sospirano brindando con
sakè d'annata*
Così potrà complottare meglio.
Speriamo che il capitolo nuovo ti sia piaciuto, a noi sinceramente si.
A presto!
Yusaki: Oh... siamo felicissime di sapere che anche
questo capitolo ti sia piaciuto. Liete anche di cogliere questa
propensione per Doumeki e Watanuki. Riguardo all'albero, già
da questo capitolo come avrai notato si son viste le prime terribili
scene. :P
Lawliet Phoenix: Ciao Aster! Haruka ha
risposto a qualche quesito, mh?
Beh,
il fatto è che le risposte portano a nuove domande, come
vedi. E
purtroppo per non Shizuka ha fin troppa pazienza... per fortuna per
Watanuki, però!
Grazie come sempre del commento, comunque.
Continua a seguirci e scoprirai tante, tante belle cose...
Witch of the Dimensions: Uhm grazie come sempre per i
complimenti. Piaciuto l'incontro tra Doumeki ed Haruka? Noi avevamo le
stelline negli occhi mentre li scrivevamo. Speriamo ti sia piaciuto
anche questo capitolo. Facci sapete. Un abbraccio. ^_^