Scusate il ritardo ma
abbiamo avuto un sacco di problemi: primo, Anya ha gli esami di terza media e
quindi finché non avrà finito, non può finire di scrivere aprile… comunque
anche se un po’ in ritardo, qui c’è la prima parte di maggio…
È molto particolare come storia e spero
seriamente che vi piaccia… Saluti anche da parte di Anya
che, come prevedibile, sta studiando… Tanti bacioni Dalia
Maggio
Era una tranquilla giornata di
primavera. Il
pomeriggio cominciava a tingere il cielo di colori spettacolari che solo in
certi orari possono offrire a un pubblico, che
comprende palazzi, viali, negozi e cittadini con una vita caotica, uno
spettacolo quasi surreale.
Maggio. Come sempre è uno dei
mesi in cui si può passeggiare nei parchi sotto i mandorli fioriti. L’ aria
profuma di miele e tutti sembrano di buon umore.
Questo era quello che pensavano Alberto e Maty, mentre passeggiavano per il parco
più grande e bello di tutta la città.
Tutto era un sogno, uno splendido
e infinito sogno i cui protagonisti erano proprio loro
due.
I due ragazzi scherzavano,
ridevano e non ci voleva un genio per capire che i due stavano insieme.
Camminavano l’ uno
accanto all’ altra, senza una meta precisa. Era questo il loro modo preferito
di trascorrere il tempo insieme, il modo che a loro piaceva di più di passare i
pomeriggi come quello.
Maty era una ragazza di sedici
anni, alta, snella e ben formata. Portava i suoi capelli
bruno scurissimo tagliati a scalare, con la riga laterale. Aveva un
colore di pelle che faceva molto pensare al colore del legno tagliato e
verniciato, uno strano marrone chiaro tra ocra e oro. Aveva delle bellissime
mani, con dita lunghe e unghia curate e affusolate. Nel complesso era davvero
una ragazza carina, con dei lineamenti dolci ed espressione aperta. Ma una cosa aveva di particolare: gli occhi. Unici al mondo,
con quel loro colore d’ oro e ambrato… quasi giallo, Maty
aveva gli occhi profondi e splendenti come una stella.
E in quel momento la stella che
brillava era il suo sorriso che rispecchiava la felicità per lo stare vicino a Alberto, il ragazzo che tanto amava…
Alberto invece era un bel ragazzo
di diciassette anni dalla pelle abbronzata, con dei bei
capelli biondo-castano che ricordavano molto un campo di grano sotto il
sole allo zenit. Li portava a caschetto e scalati con
una riga centrale che faceva intravedere la bella fronte spaziosa. Sotto la
fronte, i suoi occhi verde palude, avevano un’ aria
seria ma esprimevano un sentimento di pace interiore. Il naso dritto scendeva
sulla bocca che, diversamente dagli occhi che facevano trasparire il suo essere
contento, come sempre era inespressiva e seria. Era un ragazzo alto, con le
spalle larghe e corpo atletico non troppo magro ma comunque
abbastanza snello. Era molto popolare tra le ragazze della sua scuola e alcune
di queste non
avevano neanche la dignità di non farsi vedere quando, vedendolo, spuntavano
loro cuoricini al posto degli occhi. Il che gli aveva confermato che l’ intelligenza di certe ragazzine era rasente l’
imbecillità.
Passeggiavano ancora sotto i
mandorli fioriti. Il silenzio regnava nel parco dove erano i due ragazzi.
Chissà la gente cosa faceva in quel momento sparsa per
la città.
-NO! MI LASCI STARE!! AIUTO! QUALCUNO VENGA! AIUTO!!!-
Un grido squarciò l’aria e Alberto
e Maty si accorsero che a urlare era stata una donna
che lottava contro un malvivente che voleva scipparle la borsa poco più avanti
di dove si trovavano loro.
-Stai zitta,
idiota!- le urlò di rimando lo scippatore.
-Che facciamo?-sussurrò
Maty ad Alberto.
Scappare? Da vigliacchi davanti a
qualcuno che ha bisogno di aiuto.
Intervenire? Troppo rischioso, comunque.
Ma stare li
impalati voleva dire che prima o poi quel disgraziato li avrebbe visti.
Alberto decise di intervenire
chiamando la polizia sperando giustamente che le forze dell’ ordine
arrivassero il prima possibile.
Prese il cellulare nel momento in
cui, con un colpo di pistola, la donna smise di urlare e si accasciò a terra,
morta.
Era questione di
attimi: se non fossero scappati l’ assassino li avrebbe visti.
Ma paralizzati com’erano nemmeno
una potentissima catastrofe naturale poteva fargli
muovere almeno un muscolo delle gambe.
Proprio mentre stavano finalmente
decidendo di darsela a gambe levate, il malvivente se li trovò davanti.
L’ audio si spense. Tutto andava
avanti come se fosse a rallentatore.
L’ assassino puntò per la seconda
volta la pistola ma questa volta sui due ragazzi.
Dalla pistola fuoriuscirono due
proiettili che puntavano dritto al cuore di Alberto…
La polizia arrivò sul posto giusto in tempo per
catturare l’ assassino.
Pioveva.
Ormai il luogo era buio e le
sirene mute lanciavano luci rosse e blu.
Si era formata una piccola folla
dietro gli agenti che cercavano di tenere lontani i curiosi e i giornalisti.
“Un duplice omicidio. Tre persone coinvolte: una donna di ventidue anni, Rosa Garante, e
due minorenni. Uno dei due minorenni è rimasto vivo, mentre l’ altro è stato colpito al cuore da due proiettili.” Stava
dicendo una giornalista rivolta a una telecamera.
“La polizia è riuscita a
catturare il malvivente che sarà condannato certamente all’ ergastolo.”
Continuò la donna parlando con un microfono.
Una donna piangeva disperata
sulla spalla del marito e accanto a loro due ragazze guardavano anche loro in
lacrime il corpo straziato della vittima…
Maty riprese i sensi e dopo
essersi stiracchiata si guardò in giro: un parco? Stava piovendo… ma perché c’
era tutta quella gente? Che era successo?
Non riusciva a ricordare niente…
Si guardò ancora in giro e
riconobbe un tizio che dei poliziotti stavano
conducendo in una macchina della polizia.
Lo stesso tizio stava puntando una pistola contro un ragazzo. Ma la ragazza accanto a lei balzò in mezzo ai due e
sacrificò la sua vita per mantenere viva quella persona cara tanto importante
per lei…
Gli fece da scudo e cadde sopra a quel ragazzo che perse i sensi
sbattendo a terra la testa…
Quel ragazzo era vivo e in quel momento piangeva senza ritegno sul suo corpo senza
vita.
-Maty?- disse una voce che fece
sobbalzare la ragazza.
-Chi sei?-
chiese ancora scossa dalla sconosciuta.
A chiamarla era
una ragazza alta, snella, con dei capelli castano scurissimo, tagliati a
scalare con una riga laterale, degli occhi color dell’oro e interamente vestita
di bianco…
La ragazza presentatosi all’ improvviso dietro di lei, le sorrise. Maty pensò che le
assomigliava moltissimo… Poi sgranò gli occhio e
constatò che era identica a lei!
-Chi sei tu?!?-
-Mi chiamo Sara. Sono il tuo
angelo custode- rispose dopo un poco lei guardando quella
scena drammatica che si presentava davanti i loro occhi.
Sara indossava un unico vestito
bianco formato da dei pantaloncini corti, un canottiera larga
un po’ scollata e una cintura lievemente rigida che stringeva leggermente la
vita.
–Sara devi spiegarmi perché io
non ci ho capito davvero un tubo!- Maty la stava
letteralmente implorando.
Sara la guardò negli occhi e
disse dopo essere tornata a guardare la stessa drammatica scena:
-Ti spiegherò tutto - rispose
seria l’ angelo.
Il ragazzo inginocchiato per
terra stringeva a sé il corpo senza vita di una ragazza. Continuava a gridare
“Perché!?!” e non la smetteva mai di piangere.
Anche a
Maty cominciarono a sgorgare dagli occhi un paio di lacrime.
Si accorse che oltre al ragazzo
altre persone piangevano disperati…
Un uomo abbracciava la moglie al
fine di consolare la sua disperazione, mentre li
vicino altre due ragazze si abbracciavano manifestando la loro angoscia.
-Cosa sta succedendo…-chiese la ragazza che non riusciva a trattenere le lacrime,
toccata da quella tragica situazione.
Non rispose.
L’ angelo la guardò negli occhi.
-Vieni con me…- le disse infine
Lei si asciugò le lacrime e
ricambiò lo sguardo. Dopo poco capì che doveva fidarsi di lei e che per qualche
misterioso e oscuro motivo non poteva rimanere lì
Si avvicinò al ragazzo
inginocchiato per terra e lo abbracciò sapendo inspiegabilmente che lui in ogni
caso non poteva avvertire la sua vicinanza.
-Andiamo…- sussurrò Sara e Maty
si staccò dal ragazzo e mentre lo guardava triste, lentamente si alzava e
raggiungeva l’ angelo.
Si allontanarono un poco dal
gruppo di persone riunite intorno ai due ragazzi.
Sara le prese le mani e una
nuvola di luci li alzò da terra come una grande mano
che li prendeva e li portava in alto, molto in alto…
-Maty ci sei?- si sentì chiamata
la ragazza
Si trovavano nella sua camera da
letto e Sara le teneva ancora le mani.
-ok, ora mi devi ascoltare
attentamente…-
-Sento freddo…-
rabbrividì la ragazza
-In effetti…-
Fuori nevicava…
-Nevica? Nevica a maggio?!? Io l’ho sempre detto che questo
mondo è pazzo! Si, è proprio pazzo! Questo è per tutti i cataclismi che
avvengono nel mondo! L’uomo sta distruggendo questo pianeta!!
Fra qualche anno non ci sarà più neanche la foresta amazzonica! E noi come sopravvivremo? Sta nevicando a maggio! STA
NEVICANDO A MAGGIO!!!-
-Ma noi
non siamo a maggio…-
-Eh?-
Maty si voltò verso il calendario
appeso al muro… Dicembre???
-Aspetta un attimo! Che caspita
significa?- chiese sconvolta la ragazza
-Siamo tornati indietro nel
tempo… di più di un anno…- rispose tranquilla Sara
La ragazza non riusciva a credere
che veramente era tornata indietro nel tempo… e poi
perché? Quale era il motivo per cui si trovava nel
dicembre di quasi due anni prima?
Maty si guardò nel riflesso di un
quadro appeso al muro… indossava una gonnellina jeans che arrivava alle
ginocchia, una maglietta nera e sopra un maglioncino nero…
-Ma questo maglione non mi entra
più da tempo!- sentenziò la ragazza
-già… quanto hai
penato con tutte quelle diete per arrivare al tuo peso forma!-rise Sara
-Bhè con l’impegno ci sono arrivata…- lanciò un’occhiataccia all’angelo
-Mi spieghi cosa siamo tornate a
fare nel dicembre di due anni fa?-
L’angelo non rispose
subito, guardò la ragazza…
-Lo capirai tra un po’…
crescendo… e rivivendo questo anno e mezzo fino al
maggio dell’anno prossimo… lo capirai da sola… l’intelligenza non ti manca di
certo!-
-Maty? Maty ci sei? È un’ora che
ti cerchiamo! Maty sono arrivati i nonni e i cugini! Dobbiamo andare a tavola!-
-Oh Cristo!!
È tua madre!- disse Sara e le cadde in testa un libro
messo nella bacheca sopra di lei.
-Maledizione!!!-
Disse di nuovo e le caddero addosso tutti i libri della bacheca.
-Va bene, ok,
ho capito! Afferrato il concetto! Niente nomine in
vano, niente parolacce, niente di niente, lo so gia!!!- disse
rialzandosi l’angelo e massaggiandosi la testa…
Maty rise di gusto davanti a
quella scena.
Poi con un gesto della mano di Sara, i
libri si rimisero tutti a posto.
-Wow… me lo insegni? Così non
dovrò più fare traffico per riordinare la stanza!-
-Maty? Sei qui
in camera?- entrò la madre nella camera da letto.
-Finalmente ti ho trovato! È mai
possibile che sparisci così?- la rimproverò la donna.
Era una donna bellissima, che non
lasciava intravedere da nessuna parte i segni dell’età. elegante
sempre e in ogni modo e emanava dolcezza e tenerezza in ogni momento…
La donna, varcata la soglia della
stanza da letto della figlia, si guardò intorno come per cercare qualcosa, ma
non vedendo niente, rivolse di nuovo il suo sguardo ala
ragazza che aveva davanti.
-Ti stiamo aspettando. Vieni
subito.-
E detto
questo uscì.
-Mia madre ti può vedere?- chiese
Maty all’angelo accanto a lei
-No, ma è una persona molto
sensibile, come vedi ha sentito subito la mia presenza nella stanza…-
Rispose Sara
La ragazza annuì.
-Io però ora devo andare a
tavola…-
-Io starò
sempre accanto a te… è il mio compito. Però sarà raro che mi potrai vedere… quindi ti saluto…-
-Va bene…- e detto questo
l’angelo scomparve.
La ragazza si girò per qualche
secondo nella sua stanza. Era totalmente diversa da come l’aveva lasciata
qualche ora prima…
Le pareti erano tappezzate di
poster dei cantanti e attori più belli. Sul letto vi erano sparsi fogli di esercizi di matematica accomunati tutti da un punto
interrogativo scritto da lei stessa.
Non c’era nessuna foto né
incorniciata messa sul comodino, né attaccata con lo scotch al muro…
Alcuni quaderni erano buttati per
terra. Ne aprì uno a caso e la pagina nella aperta vi
era scritto
“ALBERTO MONTALTO TI ODIO! DEVI
CREPARE!!!”
“SEI UNA GRANDISSIMA
TESTA DI CAVOLO!!!”
“TI SEI FUMATO TROPPE CANNE!!!”
“ANNA E’ PIU’ STUPIDA
DI UNA GALLINA!!!MA ALBERTO NON LO BATTE NESSUNO!!!”
Scoppiò a ridere guardando quelle
scritte. Quante cose erano cambiate in quell’anno e mezzo:
Alberto Montalto era il suo ragazzo da circa dieci mesi e Anna era la sua
attuale migliore amica…
-Maty ancora non sei venuta!- la
chiamò ancora la madre
-Si, arrivo!-
Posò il quaderno per terra e
raggiunse la sua famiglia nella sala da pranzo.
Allora che ve ne pare come inizio? Fatemi
sapere al più presto! Io nel frattempo la sto continuando e devo dire che è piuttosto impegnativa… vi prego
recensite!!!!!!!!!!!! A lot of Kisses Dalia