Ed
ecco il seguito nonchè finale! Ringraziamenti ad personam:
Maggie_Lullaby:
sei sempre carinissima nei tuoi commenti, un grazie grande grande!
Danger poverino, anche quando non cerca problemi, li trova lo stesso xD
Non commento altro perchè sono curiosa di vedere cosa dirai
dopo che si saranno scoperto gli altri "scheletri nell'armadio" xD
Catchme:
anche a me piace ogni tanto scrivere qualcosa "Just Jonas". Joe non si
smentisce in ogni situazione mentre Kevin è quello
più dolcioso anche se non è poi così
innocente come può sembrare. Spero tanto di leggere il tuo
commento anche sul finale.
Una
tiratina d'orecchio a due persone che avrebbero dovuto commentare e non
l'hanno ancora fatto... 1 e 4 non vi fischiano le orecchie???? XD
Un'ultima
nota, che avevo dimenticato di mettere la volta scorsa: I personaggi di
Martha ed Eliza sono di proprietà di Temperance_Booth, alias
2, che mi ha gentilmente concesso di utilizzarli per i miei flash e che
non finirò mai di ringraziare per averle create; mentre
Ashley è mia.
Hope you'll like it!
Nel frattempo, Kevin aveva
cominciato a saltellare da un piede all’altro intonando il
classico jodel tirolese.
“Dimmi che non
è vero” mormorò Joe con un filo di
voce, fissando la salopette con sguardo allucinato.
“E’
proprio quella” confermò il fratello
passandogliela.
Per Danger fu come fare un
salto nel passato.
Aveva cinque anni e ricordava
la gioia di quel giorno, perché i nonni materni erano
tornati da un viaggio in Italia e lui aspettava con ansia i regali che
sicuramente avrebbero dato ai loro tre nipotini. Aveva schioccato un
sonoro bacio sulla guancia di entrambi, prima di agguantare il proprio
pacchetto e aprirlo. Con maligna soddisfazione aveva notato che era
più grosso di quello di Kevin e anche del piccolo Nicky.
Purtroppo la sua gioia aveva
avuto vita breve, molto breve e tutto si era trasformato in un incubo.
Si era ritrovato tra le mani
una salopette in cotone, in perfetto stile tirolese, con tanto di
stella alpina gigante ricamata sulla pettorina davanti. Non aveva fatto
in tempo a rimanerci male, perché sua madre
gliel’aveva presa cominciando a dire che era molto carina.
Ma il peggio doveva ancora
venire, perché Denise gliel’aveva fatta indossare.
Era decisamente ridicolo con
quella cosa addosso e Kevin, appena l’aveva visto, era
scoppiato a ridere facendo una serie di battute. Purtroppo, nonostante
avesse detto alla madre che non gli piaceva, era stato costretto ad
usarla più volte perché, parole testuali di
Denise, “Nonna
è stata così carina a portartela dal suo ultimo
viaggio in Italia, non puoi non metterla!"*.
La stessa sorte era toccata
anche ai suoi fratelli, ma Nicky aveva ricevuto un semplice bavaglino
che, più o meno inconsciamente, aveva sporcato quasi subito;
mentre Kevin si era ritrovato tra le mani un cappello da alpino, con
tanto di piuma rossa, che a Joe era piaciuto tanto perché
gli aveva ricordato Robin Hood. Il più sfortunato era stato
lui, perché la nonna aveva trovato la salopette solo per la
misura di un bimbo di cinque anni.
Il giorno in cui era
cresciuto abbastanza da non poterla più mettere era stato
uno dei più felici della sua vita.
Con espressione inorridita,
passò quella che lui chiamava “cosa
traumatizzante” a Nick.
“Ti prego mettila
via, in fondo al baule, ma in fondo in fondo mi raccomando”
“Vicino al foulard
di Kevin? Povere ragazze che non sanno con chi hanno a che
fare” li prese in giro il minore, riferendosi a Martha ed
Eliza.
Mentre spostava i vestiti
notò qualcosa di rosa in un angolo e, incuriosito,
tirò con due dita per vedere cosa fosse. Quando
l’ebbe tra le mani, corrugò la fronte, non sapendo
bene cosa pensare.
“Secondo voi,
cos’è?” domandò rivolto ai
fratelli, mostrandogli il vestitino da bambina che aveva trovato.
Vide Joe e Kevin ammutolire
d’improvviso.
“Ehi, che
succede?”
“Niente”
risposero in coro.
“Sapete di chi
possa essere?” domandò curioso.
“Di
nonna” dichiarò Joe.
“Di
mamma” dichiarò Kevin.
A questo punto Nick
cominciò a preoccuparsi seriamente perché, di
colpo, i suoi fratelli sembravano a disagio.
“Si può
sapere cosa vi è preso?
“Niente –
ripetè di nuovo Kevin – si è fatto
tardi, perché non scendiamo e…”
“No!”
Nick, socchiudendo gli occhi,
si avvicinò a quei due, tenendo in mano quel piccolo
vestitino, costringendoli ad indietreggiare in un angolo della
soffitta, vicino alla poltrona maledetta. Aveva capito subito che
c’era qualcosa di strano, soprattutto
l’atteggiamento di Kev, che aveva evitato di guardarlo negli
occhi, era stato il vero campanello d’allarme.
“Adesso mi
raccontate tutto”
“Ma
Nicky…” tentò Joe, ricevendo
un’occhiataccia e poi una minaccia dal suo fratellino, poco
adorabile in quel momento.
“Vuoi che ti aiuti
a sederti di nuovo sulla poltrona?”
Scuotendo vigorosamente il
capo, Joe rispose negativamente.
“Di chi
è questo vestito?” domandò di nuovo.
Li fissò serio,
come un maestro con i suoi alunni.
“Di Maya”
disse finalmente Kevin.
In circostanze normali quella
risposta gli sarebbe bastata ma l’atteggiamento strano dei
suoi fratelli faceva pensare a qualcosa di più. Si
passò una mano tra i riccioli fino a massaggiarsi la nuca,
valutando su quale Jonas concentrarsi.
"Joey? - disse con voce
dolce, giocando la carta del fratellino minore e indifeso - chi ti ha
aiutato quando non riuscivi a finire la ricerca sui fossili?"
Sospirando, Danger
cercò di non guardarlo negli occhi. Poteva resistere alle
minacce, agli scontri ma non al suo adorato Nicky che, probabilmente,
lo fissava con espressione da cucciolo, quella che lui aveva inventato.
Non ci riuscì e, appena incrociò i suoi occhi,
capì che era finita. Lo intuì anche Kevin, che
sospirò platealmente, appoggiandosi al muro con la schiena e
alzando la testa verso l'alto.
"Tu" rispose con un filo di
voce.
"Chi è che ha
rotto il salvadanaio, prestandoti tutti i soldi che c'erano dentro,
quando volevi comprare la super pistola ad acqua con doppio serbatoio?"
"Tu"
Nick annuì e
sferrò l'ultimo attacco.
"Chi è che ti
vuole tanto, ma tanto tanto bene?"
Quello fu il colpo di grazia.
Joe saltellò e si
spostò all'indietro, additando Kevin con il braccio alzato.
"E' stata colpa sua! E' stato
lui ad avere l'idea"
Chiamato in causa, il
fratello maggiore si spostò davanti al suo accusatore.
"Tu sei stato subito
d'accordo però"
Nick si mise in mezzo, come
un arbitro.
"Cos'avete fatto?"
sbottò, sentendo venir meno la pazienza.
Per un attimo
accarezzò l'idea assurda di afferrare le loro teste e farle
cozzare l'una contro l'altra. Forse un giorno l'avrebbe fatto davvero e
magari ne sarebbe uscito qualcosa di buono.
"Quindi?" disse di nuovo,
richiamando la loro attenzione.
"Quel giorno, nella mia
classe, era arrivato un nuovo bambino e abbiamo fatto amicizia"
spiegò Kevin, infilando le mani in tasca.
"Me l'ha raccontato quando
è tornato a casa e mi ha detto che aveva una sorella
più piccola" continuò Joe.
"Mi sono domandato come
sarebbe stata la nostra famiglia con una sorellina" continuò
il maggiore, mentre si alternavano a parlare.
"Io gli ho detto che non
potevamo saperlo dato che eravamo tutti maschi"
"Sembravano così
felici insieme che volevo scoprire cosa si provasse"
Nick cominciava finalmente a
capire qualcosa di più, anche se non riusciva a trovare una
spiegazione logica alla vergogna che sembravano provare i fratelli.
"Avete chiesto a Maya di
fingersi nostra sorella?"
Joe scosse la testa.
"Non c'era quel giorno e
quindi ci siamo dovuti arrangiare"
Aggrottando la fronte, Nick
non riuscì a capire dove volessero andare a parare.
"Chi ha indossato questo
vestito allora?"
Nella soffitta
calò un silenzio inquietante. Sia Kevin che Joe abbassarono
lo sguardo, trovando molto interessante il pavimento.
Il minore dei Jonas
cercò di pensare a quale bambina potessero riferirsi. A
parte Maya non ricordava altre presenze femminili, gli unici amici
erano tutti maschi e si sarebbero certamente rifiutati di fare una cosa
simile. L'unica alternativa era trovare qualcuno di molto piccolo, che
non avesse fatto storie, ma era lui l'unico bimbo nella loro via a quel
tempo.
Lui era l'unico.
Lui.
L’unico.
Quelle parole rimbombarono
nella sua mente.
Sbattendo gli occhi,
parlò di nuovo.
"Ditemi che non è
vero! Ditemi che non mi avete fatto mettere quell'orrendo vestitino
rosa!" esclamò inorridito, quasi in tono di preghiera.
Kevin finalmente si decise a
guardarlo, l’espressione di Nick era così comica
da fargli scordare tutto il resto e confessare.
“Eri una bambina
stupenda e quel completo ti stava così bene”
ammise sorridendo.
Joe si accostò a
lui.
“Oh sì.
Con i riccioli e le guanciotte paffute eri una sorellina
perfetta”
Nick sentì un
ringhio e si accorse che proveniva dalla sua gola.
“Non ci posso
credere! Come avete potuto farmi questo?”
Kevin si strinse nelle spalle
e inclinò la testa da un lato, guardando il fratello con
espressione sognante.
“Volevo tanto una
sorellina” disse.
Ma quelle parole riuscirono
solo a far aumentare i ringhi del minore, mentre nella sua mente
passavano le immagini di se stesso con il vestitino rosa. Si riscosse
quando Joe gli passò un braccio dietro la schiena,
attirandolo a sé.
“Eddai Nicolette non sta
bene che una bambina educata come te faccia dei versi da maschiaccio”*
lo prese in giro.
“Nicolette lo dici
a tua sorella!” rispose di getto, spingendolo via lontano da
sé.
“Appunto!”
confermò Joe portandosi una mano sullo stomaco mentre le
risate minacciavano di soffocarlo.
Nick decise di ignorarlo e
guardò quello che, in teoria, era il fratello maggiore, il
più responsabile, quello che doveva badare ai suo fratelli
più piccoli.
“Me lo sarei
aspettato da Joe un tiro simile, ma da te…” disse
lasciando la frase in sospeso.
“Io non ti ho
obbligato, ho domandato se ti sarebbe piaciuto giocare ai travestimenti
e tu hai detto di sì”
A quel punto Nick chiuse gli
occhi, inspirò cercando di stare calmo e si toccò
la fronte con una mano. Non solo aveva appena scoperto di essersi reso
ridicolo in quel modo, ma l’aveva fatto di sua spontanea
volontà.
Di bene in meglio
Ci mancava solo che
cominciasse ad apprezzare le creme e i trucchi e poi era pronto per
buttarsi sotto un treno. No riusciva ad immaginare niente di peggio di
quanto aveva appena scoperto. Grazie al cielo sembrava che nessuno ne
fosse al corrente, nemmeno Ash.
Ashley.
Se solo l’avesse
scoperto l’avrebbe preso in giro a vita. No, si corresse,
anche nel paradiso di cui parlava sempre suo padre. Aveva appena detto
che non esisteva niente di peggio? Sbagliato.
Quello sarebbe stato il
peggio.
Rialzò il capo,
fulminando quei due esseri che aveva la sfortuna di dover chiamare
fratelli.
“Voi due - disse in
tono deciso – dovete giurarmi che questa storia
rimarrà un segreto”
Gli occhi di Joe brillarono
maliziosamente nel sentire quelle parole. Si avvicinò a Nick
e gli strappò di mano il vestitino, tenendolo sospeso
davanti a sé.
“Ma sarebbe un vero
peccato…” commentò.
“Tu prova a
raccontarlo a qualcuno e io…”
“Tu
cosa?” lo rimbeccò Danger.
Nick strinse gli occhi,
mentre le sue labbra si distendevano in uno strano sorriso soddisfatto.
“Faccio vedere a
tutti le tue foto con la salopette tirolese. Eri così
adorabile” li disse in tono deciso, sapendo che quella
minaccia sarebbe stata efficace.
Joe, difatti,
boccheggiò prima di riuscire a parlare.
“Tu…
non… non lo faresti mai!” piagnucolò.
Nick, soddisfatto, si
avvicinò al fratello, con fare battagliero e fermandosi a
pochi centimetri da lui.
“Sei disposto a
rischiare?” gli domandò quasi in un sussurro.
“Ragazzi
basta!”
La voce di Kevin si intromise
fra loro.
“Non vi sembra di
esagerare?” siamo grandi ormai e quelle erano solo stupidate
da bambini. Cosa volete che importi ad Eliza o Ashley se avete
indossato dei vestiti ridicoli? Potrebbe essere una cosa divertente da
raccontare” concluse appoggiando le mani sulle spalle dei
suoi fratelli, che lo fissarono in modo strano, non essendo per niente
d’accordo.
“Se sono cose da
bambini allora possiamo raccontare a Martha della tua cotta per
Megan” affermò Nick, per niente ingannato
dall’atteggiamento di Kevin, che si fingeva superiore.
“E della bandana
che conservi ancora” aggiunse Joe.
Kevin storse la bocca in una
smorfia
“Quella
è una faccenda diversa”
“Perché?”
domandò Nick.
“Perché…”
“Perché
riguarda te?” lo incalzò Joe.
Kevin non rispose,
consapevole che i suoi fratelli aveva detto la verità. Si
diede dello stupido per essersi messo in mezzo invece di farsi gli
affari suoi e lasciarli litigare.
“Facciamo
così – propose dopo averci riflettuto qualche
secondo – rimettiamo queste cose al loro posto, in fondo al
baule e promettiamo di non aprirlo più. Cosa ne
dite?”
Joe e Nick si scambiarono
un’occhiata prima di rivolgersi al fratello maggiore annuendo.
In un riverente silenzio
ognuno nascose quello che lo riguardava e poi, il minore dei Jonas,
chiuse il baule con un tonfo.
“Perfetto”
disse Kevin battendo le mani.
“Abbiamo finito
finalmente” sospirò Joe che, senza pensarci, si
sedette di nuovo sulla poltrona.
“Oh no! –
esclamò inorridito, rendendosi conto di cos’aveva
fatto - un’altra volta no!!!”
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