V.
Grazie all’intervento di Sam & Jerry (e sicuramente di
qualche santo benevolo nell’alto dei cieli, o così almeno aveva dichiarato lo
stesso Sam) il mezzo aveva alla fine ripreso vita. Ad ogni modo, per
evitare che il pulmino finisse per spirare definitivamente, alla guida era
stato messo Matt, decidendo così di ignorare il fatto che non avesse con sé la
patente. Se mai fossero stati fermati, alla sua mancanza avrebbe potuto
sopperire Amanda, o Daniel, nel caso di un’agente donna.
Ottenuto proprio grazie a lui un pieno gratis (gestiva la
pompa di Carlisle tal Marlene, sorella della Sharlene pseudo - amante di Daniel
di cui sopra), si erano quindi rimessi in viaggio per Tallahassee.
“A che ora dobbiamo essere lì?” chiese Amanda,
sgranocchiando un’altra Delizia al formaggio. “Mmm, questi cosi sono
deliziosi.”
“Lo so” confermò Wilhelmina tra sé.
“Hai detto qualcosa?” le chiese Daniel, seduto accanto a lei.
“No.. no no, volevo solo rispondere ad Amanda che dobbiamo
essere a Tallahassee per le nove di domani sera.”
“Le quattro.” La corresse Betty.
“Cosa? No dico, stiamo scherzando? Non arriveremo MAI in
tempo” ribatté Willie incredula.
“Chissà di chi è la colpa…” rincarò Amanda, ancora immersa
nel sacchetto di Delizie.
“Ehi” intervenne allora Marc “ho avuto un attacco d’asma—”
“Oh sì sì… ma tranquillo, so che l’aria di Londra fa
miracoli in questi casi…”
“Amanda…”
“Londra?” interruppe Wilhelmina “Marc, mi vuoi spiegare?”
“Te ne avrei parlato Willie.. ecco-”
“Gli hanno offerto un posto come editor a Vogue UK e lui
vuole accettare. Oh, è piuttosto semplice da raccontare tutto sommato.”
Wilhelmina si girò verso Marc, sedutole dietro.
“Sta dicendo la verità?”
Marc non poté fare altro che annuire. Wilhelmina lo guardò
severa per qualche instante, poi tornò a voltarsi.
“Beh, era inevitabile. Buona fortuna”
“Cosa? Tutto qui” Amanda si era alzata e affacciata sul
sedile dove stava seduta Wilhelmina “Digli qualcosa, non possiamo farlo partire
così!”
“E’ una buona occasione. Sarebbe uno sciocco a lasciarsela
scappare—”
“Dopo tutto quello che ha fatto per te, per Mode! Bella
riconoscenza, davvero!”
“Amanda..” Marc la prese per un braccio cercando di
riportarla a sedere, ma lei lo respinse.
“Sta’ zitto tu, sta’ zitto…”
Amanda si rimise a sedere, rivolgendo però lo sguardo fuori
dal finestrino.
Wilhelmina seguì la parte finale della pantomina con la coda
dell’occhio, cercando di capire se Amanda gli avrebbe tenuto il broncio per
tutto il resto del viaggio o se avrebbe rinunciato al prossimo pacchetto di Delizie.
Alla fine, era più o meno tutta colpa sua. Se lei non lo
avesse illuso con la prospettiva di quella promozione, Marc non avrebbe tentato
di trovare soddisfazione altrove, e lei non avrebbe perso il suo
efficientissimo assistente e non avrebbe dovuto sopportare per altre venti ore
le scene drammatiche di Amanda.
“Matt?”
Betty, seduta nel sedile accanto al guidatore, tentò di
approfittare del silenzio seguito al drama per ritentare un approccio
con il suo ex.
“Problemi?” le rispose lui, cercando di ostentare quanta più
indifferenza possibile.
“No no.. era solo per beh, fare conversazione.. Non so, ad
esempio, tu che ne pensi di questa gara? Devo confessare che mi ha sorpreso la
tua adesione.. se dovessimo vincere, la Meade potrebbe essere in grado di farcela anche senza i soldi di tuo padre..”
“Oh beh” rispose Matt “intanto la gara va vinta. Ma
francamente non lo so quante possibilità abbiamo..”
“Solo per qualche minuto..”
“.. ore”
“.. di ritardo?”
“Esattamente. Comunque, nella remota ipotesi dovessimo
farcela, chi ti dice non mi faccia piacere che la Meade si riprenda economicamente? Non ho accettato il posto perché mi interessa Mode, pensavo
questo fosse chiaro..”
“Lo so.. Matt, dovremo andare avanti così ancora per molto?
Anche prima, al garage..”
“E’ stato per la squadra, per tirarci fuori dai guai. Tutto
qui. Dei due, sei tu quella appassionata di baci..”
Betty non rispose più nulla, abbassò lo sguardo e strinse i
pugni. Erano passate settimane ormai, e lui era ancora così arrabbiato.. Decise
comunque di non darsi per vinta: in venti ore o più di viaggio che ancora
avevano davanti, potevano ancora avere la possibilità di chiarirsi una volta
per tutte. Soprattutto perché quando, un paio d’ore prima, si erano dovuti
baciare al garage, se pure Matt si era divincolato quasi subito, c’era stato un
momento – un lungo e dolce momento – in cui l’indifferenza aveva fatto davvero
fatica a mantenersi tale..
***
“Che ore sono?”
“Amanda, chiedilo un’altra volta e giuro che torniamo indietro
e ti lasciamo a quel motel per camionisti.”
“Wilhelmina” intervenne allora Daniel “ho paura che una
minaccia del genere la invogli ad essere ancora più insistente.”
“Vero..” ridacchiò da dietro Amanda stessa.
“Comunque sono quasi le dieci e mezza”
A parlare era stato Matt, rompendo un silenzio durato ormai
da diverse ore, da quando Betty aveva tentato di rompere il ghiaccio..
“Bene, direi che è ora di fermarci per cena. Le Delizie
al formaggio, I Bagarozzi al cioccolato e il Gran Beverone
Energetico stanno cominciando a scarseggiare.” Riprese ancora Amanda.
“Come?” Betty si voltò di scatto “dovevano durare per tutto
il resto del viaggio! Amanda!”
“Ehi, non li ho consumati da sola! Vero Wilhelmina?”
Solo allora quest’ultima si rese conto delle due pacchetti
di Delizie vuoti accanto a sé, che tentò inutilmente di nascondere.
Daniel li aveva afferrati e sollevati sopra le loro teste.
“Addirittura due pacchetti signorina Slater? Questo non fa
bene alla sua linea..” disse poi ridacchiando.
Wilhelmina riafferrò i pacchetti e si limitò a un’occhiata
colpevole. Poi decise che era meglio cambiare discorso:
“Ho dato un’occhiata al programma di Lily, la tappa per la
cena era prevista in un elegante ristorante francese a Roanoke, Virginia.”
“E invece temo ci toccherà mangiare al meno elegante ma
sicuramente confortevole Barn Owl Pub di Stauton.” le rispose Daniel
“guarda, laggiù.”
Wilhelmina si voltò con terrore nella direzione indicatale.
“E in nome di Chanel, perché mai dovremmo fermarci in quel..
che diavolo, è un granaio quello?”
“Oh, credo sia un fienile, o qualcosa del genere..” le
rispose Matt.
“State scherzando vero?” Per l’ennesima volta quel giorno
Wilhelmina ebbe voglia di uccidere qualcuno. “Ribadisco, in nome di Chanel..
perché?”
“Se leggi bene il programma” Daniel ne recuperò una copia e
indicò a Wilhelmina il passo a riguardo “ecco vedi, Roanoke è a 460 miglia da New York, mentre noi ne abbiamo percorse circa 370.. l’ho chiesto prima a Matt.”
“E questo dovrebbe interessarmi perché…?”
“Perché quel posto sembra l’unico a noi accessibile da
queste parti.”
“E con accessibile ti riferisci agli Hamburger Super Plus
che pubblicizzano a un dollaro l’uno?”
“Non per dire, ma anche a un dollaro l’uno.. esattamente con
quali soldi dovremmo pagarli?”
Tutti si voltarono verso l’ultimo sedile, da dove Marc aveva
appena parlato.
“Ehi, sia chiaro, non posso farmi tutto lo staff da sola”
esclamò Amanda “avrò bisogno d’aiuto, uomini e donne. Sì Betty” aggiunse quando
la vide aggrottare un sopracciglio “anche tu. Sicuramente ci sarà qualche
fanatico del burrito.”
“Non lo metto in dubbio” le rispose Betty “ma ce ne sarà
bisogno. Se siete d’accordo, faremo qualcosa di questo genere: ci accrediteremo
come giornalisti al lavoro su una recensione del locale, e saremo abbastanza
convincenti da spingerli ad offrici la cena.”
“Oooh” Amanda si agitò eccitata “come quella volta al The
Shire! Dio sorella, ho ancora i brividi a pensarci..”
“Sì, potrebbe funzionare” commentò Daniel “ma io penserei
anche a un piano B, non si sa mai..”
“Sedurre lo staff?”
“No Amanda, molto più semplicemente.. scapperemo, a gambe
levate.” le rispose Daniel.
“Oh.. beh si, potrebbe funzionare anche questo..”
Poco dopo, Matt parcheggiò il mezzo davanti al Barn
Owl Pub. In quello stesso instante, un gufo di dimensioni non trascurabili
atterrò sul tetto del pulmino.
***
“Così, eccoci qui.. Dio, non finirà mai quest’incubo”
La vista di tutti quei contadinotti e operai e commessi con
le loro enormi mogli e almeno tre mocciosi a testa, che puntavano tutti verso
il granaio in maglie sudate e jeans strappati e la pancia già piena di birra,
ora in attesa dei celebri Hamburger Plus Size della casa.. beh insomma,
una vista del genere demoralizzò Wilhelmina più di quanto avevano già potuto gli
abitanti di Carlisle con le loro salopette e i sandali alla schiava.
“Che bella clientela, non c’è che dire.. di classe,
davvero..”
“Wilhelmina, non fare così… e comunque avremmo potuto anche
non fermarci, se tu non ti fossi mangiata tutte quelle Delizie..” Daniel
si divertiva troppo a prenderla in giro a riguardo, non riusciva più a farne a
meno.
“Insomma, erano solo DUE pacchetti..”
“..di quelli grandi..”
“DUE stramaledetti pacchetti insomma!!”
“Guarda che vanno tutti direttamente sui fianc—”
Ma qualcosa – o meglio, qualcuno – interruppe violentemente
e improvvisamente Daniel. Qualcosa che gli era piombato addosso, qualcuno che
gli era saltato in braccio.
“Aiuto, aiuto, aiuuuuuuuuuto!!! Qualcosa stava per atterrami
sulla testa!!!”
Daniel alzò lo sguardo e vide la cosa che aveva
appena terrorizzato Marc svolazzarsene ora sopra Matt, che al contrario quasi
ne sembrava divertito.
“Marc, è solo un gufo.. credo, è un gufo quello?”
Betty e Matt annuirono (evidentemente gli unici della
compagnia ad avare una vaga idea di che animale fosse).
“Ecco, nulla di cui preoccuparsi. Ora potresti scendermi di
dosso?”
“Oh.. sì, certo..”
Marc lasciò il collo di Daniel che tanto gentilmente lo
aveva tenuto in braccio fino a quel momento, e tornò coi piedi per terra.
“Bene, prima di vederti passare anche te dall’altra sponda
direi di sbrigarci ad andare a ingozzarci con quegli Hamburger..” e così
dicendo, Wilhelmina si avviò verso il Barn Owl Pub.
“Ehi, ha fatto tutto lui…” tentò di rispondere Daniel, ma anche
tutti gli altri si erano ormai mossi, ridendo tra loro dell’accaduto e
dell’osservazione di Willie.
“Ah ah, sì, divertente..”
“Suvvia Daniel” riprese invece Wilhelmina “stiamo solo
scherzando, nessuno mette in dubbio la tua mascolinità..”
E continuando a ridere del Meade, arrivarono finalmente al
Pub vero e proprio.
***
“Perché ogni volta che penso di essere arrivata all’inferno
poi finisco in un luogo ancora peggiore?”
“Rassegniamoci Willie, Dio ci sta punendo per qualcosa che
gli abbiamo fatto..dici sia per quella volta che abbiamo rubato le offerte in
quella chiesetta del Queens?”
“Non credo, lasciammo i miei orecchini, ricordi? No..
piuttosto, sei sicuro non stia punendo te per come ti sei conciato l’altro
giorno? Marc, davvero.. calzini bianchi?”
Marc abbassò lo sguardo vergognandosi profondamente di sé
stesso “Sì” mormorò “dev’essere stato questo, e ora noi tutti ne paghiamo le
conseguenze.” Alzò lo sguardo e si rivolse a tutti gli altri “Mi dispiace, mi
dispiace davvero!”
“Tranquillo Marc, sono sicuro che Dio e Coco Chanel ti
avranno già perdonato, e tutto questo sta accadendo per altri motivi..” gli
rispose Betty “Piuttosto, pensiamo a trovarci un posto.”
Si guardarono intorno in cerca di un cameriere o simili. Il
locale tradiva subito il proprio passato di fienile, con alti pareti in legno e
sacchi balle di fieno più o meno grandi sparse ovunque. I tavoli erano
sistemati lungo i lati lunghi, mentre in fondo erano sistemati alcuni carrelli
carichi di cibo, Hamburger soprattutto (Erano la specialità della casa, come è
ormai abbastanza chiaro).
Mentre tutta la compagnia si guardava intorno cercando di
capire il perché di tutto quello spazio, una ragazzona dalle forme generose li
avvicinò.
“Posso esservi d’aiuto?” chiese masticando vistosamente un
chewing gum.
Wilhelmina si ritrovò paralizzata dall’orrore.
“Un tavolo per sei per favore” chiese Betty “Il migliore che
avete, la prego. Sa, siamo giornalisti, e chissà che poi il vostro locale non
finisca nella rubrica gastronomica…”
“Di che giornale?” chiese la ragazzona.
“Ehm..” Dio, come diavolo aveva fatto a non pensare a un
dettaglio simile? Si voltò in panico verso gli altri, quando Matt le venne in
aiuto “Siamo del Community Weekly, di Richmond. Lo conosce?”
“Veramente no, non leggo giornali”
“Oh.. beh, ma pensi alla pubblicità— ”
“Sì sì certo, per di qua prego” e li condusse a un
tavolaccio sul fondo del locale, poco lontano dai carrelli pieni di cibo.
Quando si fu allontanata e si furono seduti, Wilhelmina
riprese l’uso della parola.
“Quindi dovremmo mangiare.. quelli?” chiese, indicando i
mucchi di pane e hamburger e salse che avevano vicino.
In risposta arrivò la ragazzona ruminante di prima, che
insieme a una ragazzina tanto magra quanto inquietante, servì ad ognuno di loro
un Hamburger Super Plus e una bottiglia di birra.
“Dopo questo non potrò mangiare per mesi” mormorò Marc
“Oh, ma non devi preoccuparti, è risaputo che la cucina
inglese è terribile. Non ti perderai niente..” gli rispose Amanda, seduta di
fonte a lui.
“Già, ha ragione” le fece eco Wilhelmina.
Comunque entrambe decisero di far cadere presto l’argomento,
volendo consolarsi con i Super Plus che avevano davanti.
“Matt” disse all’altro capo del tavolo Betty “grazie per
prima.”
“Rischiavi di tirare in ballo Mode, facendo perdere di
credibilità la storia.”
“Ah già…”
Niente, ancora glaciale come le birre a tavola, che stavano
andando via come niente. Troppo in fretta, a dire la verità.. Probabilmente fu
anche grazie alle fresche birre se si risolsero a fare quel che poi fecero..
Circa mezz’ora dopo infatti, la ragazzona ruminante era
tornata da loro pretendendo il contro. A nulla parevano servire le belle
storielle di Betty sul Community Weekly, quella era fermamente convinta
a riscuotere i 30 dollari che le dovevano.
“Oh insomma” sbottò a un certo punto Wilhelmina “per 30
maledettissimi dollari vuole perdere della pubblicità gratuita. Bene, vuol dire
che annunceremo alla Virginia intera quanto sono disgustosi i vostri Hamburger.
Gente” si rivolse alla compagnia “direi che è ora di andare” e si alzò, seguita
a ruota dagli altri.
“Ehi ehi ehi, fermi dove siete” la ragazzona si parò davanti
a loro “Dove credete di andare. Datemi quei 30 dollari, o vi denuncio.”
“Davvero?” rispose Wilhelmina con tono di sfida.
Betty, dietro di lei, si rivolse invece agli altri “Qualcuno
pensi velocemente a un modo per distrarla, dobbiamo tagliare la corda..”
“Laggiù!”
Ancora una volta, Amanda puntava il dito alla loro salvezza,
o possibile tale, scritta a pennarello su un cartone.
“Gara di tango? Amanda, non credo possa esserci—”
“Betty, leggi bene sotto. 100 dollari ai primi
classificati. Paghiamo stasera e pure il pranzo di domani.”
“.. o i materiali per la gara.” Aggiunse Daniel.
“Sì certo, i materiali..”
“Wilhelmina” la chiamò Daniel “vieni un secondo qua, forse
abbiamo risolto.”
Questa, lanciando un’ultima occhiata di fuoco alla
cameriera, li raggiunse, al che Daniel le chiese
“Ti piace il tango?”