Alice si
stava guardando allo specchio, tra qualche ora si sarebbe sposata, i
capelli erano in ordine. Era felice, Lionel la rendeva felice, era una
felicità diversa rispetto a quella del giorno in cui stava
per sposare Thomas: allora per lei era un salto nel buio ed era
convinta che il loro amore sarebbe durato in eterno e che avrebbero
avuto tantissimi figli, il destino è stato molto cattivo con
loro, solo una figlia portata via da una malattia e un tradimento che
ha portato il loro matrimonio a una situazione davvero strana che la
rendeva infelice, ma ha fatto finta di nulla e negli ultimi anni
insieme avevano raggiunto un equilibrio. Gli anni avevano trasformato
il loro amore in un’amicizia tra due persone che avevano
condiviso tutto. Lionel era arrivato quando ormai aveva deciso di
dedicare la sua vita al nipote, si erano conosciuto tre anni prima in
circostanze veramente orribili: l’immagine della sua ex
miglior amica con Junior la inorridiva ancora.
“Nonna
sei pronta? La macchina è arrivata per portarci alla
cerimonia” Sam entrò nella stanza dove la donna si
stava vestendo. “Nonna? Dove hai messo la mia dolce
nonnina?” Disse guardandola facendole un sorriso malizioso.
“Sciocco,
non adularmi. Non ho potuto fare di meglio.” alice si
girò ancora una volta verso lo specchio, per la cerimonia
aveva scelto un taillieur color pesca le sembrava assurdo mettere un
classico vestito da sposa bianco i capelli era acconciati in un morbido
chignon decorato con dei piccoli fiori d’arancio.
“Invece
hai solo fatto quello che dovevi fare: nonna sei una donna stupenda e
Lionel ti merita, anche se in realtà da nipote dovrei fare
il geloso ma non riesco. Siete perfetti insieme”
“Grazie
Sam sono felice che ti piaccia Lionel. Dopo la cerimonia
andremo due settimane alle Hawaii.”
“Se
vuoi posso venire a dar da bere alle piante la sera prima di tornare a
casa”
“Grazie
Sam ma non è necessario verrà una persona al
massimo se vuoi puoi venire a vedere se ha bisogno di
qualcosa.”
“Ogni
suo desiderio è un ordine per me milady”.
“Non
essere sciocco” e si misero a ridere. “Ora andiamo
prima che Lionel cambi idea sai convincerlo a sposarmi dopo 4 quattro
matrimoni non è stato semplice”.
La
cerimonia fu molto semplice e fu officiata dal sindaco di New Heaven:
c’erano solo gli amici più intimi. Junior si era
presentato senza Marta su richiesta del padre che si era ravvicinato da
qualche mese al figlio, non lo aveva perdonato ma era un inizio.
Il
ragazzo era veramente molto cambiato, Marta lo aveva cambiato e forse
in bene.
“Auguri
Alice spero che tu e mio padre siate felici. Marta ti manda i suoi
saluti ha preferito non venire aveva paura di trovare Julie
… sai non si parlano ancora almeno mio padre mi ha perdonato
spero che un giorno capisca che ci siamo innamorati e
…”
“Grazie
Junior. Se devo essere sincera Marta non era gradita. Julie non
è venuta, è impegnata con il lavoro.”
“Capisco,
io… non ho avuto il tempo di parlarti dopo quel
giorno”, Junior si guardava intorno cercando il coraggio di
parlare
“Non
devi dirmi niente caro”, Alice lo interuppe e lo
abbracciò. “Grazie per essere venuto, ma ora
scusami ma devo salutare anche gli altri” e lo
lasciò vicino al buffet.
Alice
e Lionel diedero inizio alle danze ballando un vecchio successo di
Sinatra, e poi la donna ballò prima con il nipote e poi con
il figliastro.
La
giornata si concluse con tutti gli invitati che fuggivano da un
temporale.
Nei
giorni successivi il tempo cambiò: da temporale la pioggia
era diventata tempesta e mancava poco per il diluvio. Sam era seduto
davanti al camino a leggere un libro prima di andare a dormire, o
meglio cercava di leggere in realtà pensava al matrimonio,
forse doveva far sul serio con Darla, era un anno che parlavano di
andare a convivere anche se lui non aveva smesso di pensare a lei. Ma
prima di andare a scegliere la camera da letto insieme a Darla avrebbe
provato a cercarla, sicuramente sua nonna aveva il suo numero sapeva
che tra le due donne era nata una forte amicizia dopo il viaggio a
Boston durante il quale Alice aveva conosciuto Lionel. Dopo il ritorno
di sua nonna da Boston aveva provato a storcerle qualche notizia di
Julie ma la donna era stata bravissima a non dire nulla,
l’unica cosa che le era sfuggita era che Junior non stava
più insieme a Julie e il fatto di averlo alla cerimonia da
solo l’aveva riempito di gioia.
Tim
si alzò e iniziò ad abbaiare alla porta,
“Ehi vecchio mio cosa c’è” e
guardò fuori dalla finestra, c’era una macchina
parcheggiata davanti al patio con qualcuno alla guida che sembrava
indeciso sul scendere o no. Sam accese la luce del patio e la
persona dentro la macchina si girò verso la casa,
l’uomo non credeva ai suoi occhi era lei, aveva paura di
uscire e poi rendersi conto che lei non era li che era un‘
illusione, ma poi lei scese dalla macchina, la vide chiudere la
portiera della macchina e dirigersi verso la casa di corsa.
Sam
si diresse verso la porta e l’aprì e
rimase sulla soglia ad aspettarla, lei fece i gradini e si
fermò. “Ciao Sam”.
“Ciao
Julie”, si era tagliata i capelli e li aveva scuriti era
anche dimagrita, e molto, portava un paio di jeans e un maglione a
collo alto blu scuro e un impermeabile giallo di quelli che si usa in
barca, ma era troppo grande per lei e le arrivava quasi ai piedi.
“Devo
parlarti lo so che è tardi e domani lavori ma avevo bisogno
di parlarti adesso e…” Julie aveva trovato un
briciolo di coraggio, da tre anni voleva trovare dentro di
sé la volontà di tornare ad amare e si era
impegnata nel lavoro senza però provare nessun sentimento
che potesse sostituire l‘amore.
“Entra
preparo un the cosi ti scaldi un po’”, lei
entrò i casa e lo seguì in cucina restarono in
silenzio mentre Sam preparava il the, con le tazze fumanti si sedettero
sulle poltrone davanti al fuoco e per un’altra
mezz’ora non parlarono. Sam aveva paura che lei sentisse il
suo cuore battere anche perché sembrava che da un momento
all’altro gli dovesse uscire dal petto.
“Il
thè è buonissimo grazie”, Julie
interuppe il silenzio, “scusami se sono piombata a casa tua
soprattutto perché l’ora non
è”.
“Non
vado a letto presto stavo leggendo” disse Sam, indicando il
libro. “Posso chiederti una cosa?”
“Certo
tutto quello che vuoi hai diritto di sapere visto il modo in cui sono
andata via l’ultima volta che ci siamo visti”.
“Come
sta il tuo bambino?se non sono indiscreto”.
“E’
morto”.
“Come
l’hai chiamato?”
“Samuel,
l’ho chiamato come te è stata tua nonna a
suggerirlo se non fosse stato per lei credo che non avrei superato la
sua morte; è una donna eccezionale”.
“Mi
dispiace per Samuel e per mia nonna sono d’accordo
con te”.
“Sapevamo
che era un rischio, comunque è morto tra le mie braccia dopo
l’intervento, sono stata molto male ma adesso va
meglio”. Julie abbassò la testa e si
asciugò gli occhi e restarono di nuovo in silenzio.
“Forse è meglio che vada sono stata una stupida a
venire”.
“Non
devi andare via, puoi dormire qui posso prepararti il divano certo non
è comodo come un letto in motel ma”.
“Grazie
ma sono a casa di tua nonna e sono venuta qui d’impulso e ho
lasciato tutto aperto”.
Ecco
spiegato l’impermeabile enorme, era di Lionel ma cosa
l’aveva spinta a venire di corsa da lui, voleva chiederle ma
aveva paura della risposta. “Julie non siamo a
Boston anche se non è chiuso non entrerà nessuno
e poi mia nonna non ha molti gioielli da essere un bersaglio per i
ladri”.
“A
casa di tua nonna ci sono cose che valgono molto di più,
stasera mi sono messa a guardare degli album di foto e ho visto
questa”, e gli porse una foto: ritraeva loro due abbracciati
sulla spiaggia, era l’ultimo giorno di vacanze della ragazza
e quella sera avrebbero fatto l’amore per la prima e ultima
volta. “Ho ripensato a quel giorno e al giorno in cui siamo
andati insieme dal dottor Francis e alla notte che abbiamo passato
insieme e di tutto quello che mi è successo, insomma vedere
tua madre e tuo marito che si danno da fare sul divano di casa tua non
ha aiutato la mia salute mentale”, Sam la guardò
sbalordito.
“Junior
e tua madre? Quando?”
“Tua
nonna non ti ha raccontato nulla? Sicuramente no, e la ringrazio forse
è meglio così, quel giorno se non
l’avessi avuta vicino a me credo che non sarei qui a
parlarti”.
Di
nuovo silenzio
“Tutto
quello che ti ho detto è vero”, questa volta era
stato Sam a parlare. “Non ti ho mai dimenticato e quella
notte ti ho fatto una promessa”, disse indicando la foto
ancora in mano a Julie
“Sam
voglio dirti una cosa, dopo la notte che abbiamo passato insieme io non
mi sentivo in colpa, ero felice e mi dispiaceva che Junior non fosse
come te. In poche parole avevo capito che provavo qualcosa per te ma
poi la morte del mio bambino mi ha convinto che non sarei mai stata in
grado di amare qualcuno di nuovo
Poi
questa sera quando ho visto la foto ho mi sono ricordata che quella
mattina tornando a casa volevo che Junior fosse come te”, Sam
la guardò perplesso si alzò dal divano e si
avvicinò alla finestra pioveva forte, “scusa non
volevo dirti questo” sentì la mano di Julie
sfiorare la sua spalla e si girò verso di lei “non
sono stata molto chiara vero? volevo dirti che volevo te, ho capito che
avrei voluto che fossi stato tu al mio fianco dall’inizio e
volevo…” ma Julie non finì di parlare
perché Sam la stava baciando.
“Tricky
non dire altro perché finalmente posso mantenere la mia
promessa: non ti lascerò andare mai più amore
mio“..
Julie
sorrise: “te la ricordi ancora dopo tutti questi anni e dopo
il male che ti ho fatto?”
“Amore
mio è stata l’unica cosa che mi ha fatto andare
avanti la possibilità di poter mantenere la mia promessa ti
avrei aspettato per sempre. Avevo anche deciso di cercarti, domani
avevo gia deciso di andare da mia nonna e sbirciare nelle agende e ti
giuro ti avrei trovato Julie”, mentre lui parlava gli baciava
il viso, “e mi sarei preso cura di te sapevo che non stavi
più con Junior quindi ero pronto a tutto per riconquistarti.
Ti amo Julie”, e la baciò finalmente era
di nuovo tra le sue braccia.
La
donna lo allontanò da se solo di qualche centimetro sul viso
di Sam comparve una smorfia.
“Samuel
Sthen prometto di non lasciarti mai più e voglio dei
bambini, voglio che tu sia il padre dei miei figli!”.
Ti
accontento subito la prese per mano e iniziò a fare i
gradini che gli avrebbe portati alla loro camera da letto, a
metà scala si Sam si fermò e le diede un bacio
leggero sulle labbra. “C’è solo un
piccolo problema: non ho ancora comprato un letto matrimoniale ho solo
un materasso per terra e per giunta è singolo.”
Julie
si mise a ridere poi si fece seria visto che Sam la guardava perplesso.
“Va
bene” si girò e iniziò a scendere gli
scalini si mise l’impermeabile e prese le chiavi della
macchina.
“Dove
… dove stai andando”.
“Da
tua nonna”.
“Ma
io avevo capito che avresti dormito qui … cosa ti ha fatto
cambiare idea. Se è solo per il letto domani mattina andremo
a comprare uno”.
Julie
si girò verso di lui e disse “ma io
dormirò qui solo che visto che a casa di tua nonna
c’è un letto vuoto pensavo di recuperare il
materasso, se vieni con me facciamo prima”.
Ecco l'ultimo capitolo,
non mi soddisfa ma ci tenevo a concludere la storia; non è
detto comunque che in futuro non decida di darle un'aggiustatina.
Ringrazio ancora tutti quelli che hanno letto la mia storiella, in
particolare Dolce Mony e piccolastellasenzacielo.
Un abbraccio a tutti
Stefy.
PS: ho scritto due One shot su Twilight se avete voglia andate a
leggerle.
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