Il Campeggio
Melrose
fissò gli occhi in quelli di Cedric.
Arrossendo
sfilò la mano dalla sua mentre Barty Crouch sibilava il suo
nome.
Il
gruppetto si rimise in sesto e si fermò ad osservare i due
maghi dall’aria scontrosa davanti a loro: uno di
loro reggeva in mano un grosso orologio d’oro; l'altro un
grosso
rotolo
di pergamena e una penna d'aquila.
Entrambi
erano camuffati maldestramente da babbani, e per questo Melrose dovette
sopprimere un risolino in gola.
Il
signor Weasley salutò consegnando lo stivale
all’uomo con il taccuino in mano che lo ripose con le altre
passaporte arrivate in precedenza.
“Buongiorno
a tutti!” disse l’uomo con il taccuino in mano.
“Salve
signor Bagman. Signor Crouch. Migliorato l’umore?”
chiese Melrose ironicamente beccandosi un’occhiataccia
dall’uomo con il completo in tweed e la calosce.
“Invece
di scherzare perché non cerca di fare il suo lavoro in
maniera decente?”
“Certo
signor Crouch. E’ quello che sto facendo. Non
vede?” disse lei indicando il gruppetto alle sue spalle.
“Quindi
saprai anche dove sono alloggiati i campeggi dei Weasley e dei Diggory
vero?” il signor Crouch era sempre molto velenoso con lei.
E
Melrose sapeva il perché.
Il
signor Bagman stava già cercando sul suo taccuino quando la
ragazza rispose:
“I
Weasley sono al campeggio di Roberts, a circa cinquecento metri da
qui; mentre i Diggory sono dal signor Payne, al secondo
campeggio.” rispose meccanicamente Melrose con un ghigno di
soddisfazione sul volto.
Il
signor Crouch la guardò stupefatto e deluso dal non poterla
deridere in pubblico.
“Bene.
Allora Melrose accompagna tu il tuo gruppo e poi raggiungi Bryna al
quinto campeggio. E’ appena arrivato un gruppo molto grosso e
pochi minuti fa ha chiesto di te.”
Melrose
annuì e precedette il gruppetto ammutolito nella brughiera
nebbiosa.
Dopo
circa venti minuti iniziarono ad intravedere un qualcosa nella nebbia:
una piccola casetta in pietra vicino ad un cancello, al di
là del quale si vedevano le sagome di tante tende erette sul
fianco della montagna.
“Qui
potete trovare il signor Roberts” disse Melrose indicando la
casetta in pietra ai Weasley, “Ci vediamo più
tardi!”.
La
ragazza salutò con un cenno della mano mentre riprese a
camminare seguita da Cedric e suo padre.
“Non
hai molto feeling con Barty ho notato..” disse Amos
avvicinandosi alla ragazza.
“In
effetti… il signor Crouch è la persona
più sgradevole che abbia mai incontrato in tutta la mia
vita! Persino i professori della Torre Nera sono più
piacevoli”.
Al
sentire nominare la Torre Nera, Amos Diggory si irrigidì
rallentando il passo.
Suo
figlio aveva osservato quella strana scena, ma non riusciva a dargli un
perché.
Melrose
restò impassibile; nominare la Torre Nera aveva lo stesso
effetto di quando quei pochi coraggiosi pronunciavano il nome di
Voldemort.
Incuteva
timore non perché fosse riconducibile al mago oscuro, ma
perché era un posto diverso da tutti gli altri.
E
per questo non piaceva.
Come
non piacevano le persone che frequentavano quella scuola. Come lei.
Ecco
perché Barty Crouch la odiava.
“Eccoci.
Siamo arrivati.”, disse Melrose indicando
l’ingresso al secondo campeggio, “chiedete del
signor Payne. Buon proseguimento!” li salutò
proseguendo per la stradina immersa nella nebbia.
Cedric
fece per fermarla, ma la ragazza fu più veloce e
sparì nella coltre di nebbia.
Dieci
minuti dopo, Melrose raggiunse il quinto campeggio.
Una
testa rossa spiccava tra la gente che spingeva e imprecava a destra e a
manca.
Bryna
White era una ragazza poco più che ventenne, di
bell’aspetto e dai lunghi capelli rosso fuoco.
Melrose
le si avvicinò posando una mano sulla sua spalla. Bryna si
voltò evidentemente in preda al panico, gli occhi color
ghiaccio sorrisero nel vedere l’amica.
“Hai
bisogno di aiuto?” chiese ironicamente all’Auror
suo tutore.
“Evidentemente…
Tieni! Porta questi a al campeggio numero quattro e poi torna da Bagman
con questa lista e poi torna qui.”, Bryna le diede una
cartelletta rossa, “Grazie mille! Mi hai salvata!”
la ringraziò tornando al suo gruppo di tedeschi assonnati e
imbufaliti per la lentezza della burocrazia inglese dicevano loro.
Melrose
eseguì gli ordini di Bryna, felice di poterla aiutare.
E
per un attimo soltanto credette di aver dimenticato il magnetismo di
quegli occhi che oscillavano pericolosamente tra il ceruleo e il verde
intenso, sognando il momento in cui si sarebbe persa
nell’immensità di quello sguardo.
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