Addio.
Ti ho
fatto male, lo so.
Ti ho
ferita.
Non sono
stato il padre che avrei dovuto essere.
Ma cerca
di capire, Andromaca.
Non posso
abbandonare Troia.
Non sono
un vile.
Potrei non
tornare, lo so, lo sai anche tu.
E' per
questo che soffri.
Ma non
piangere, ti prego.
Pensa a
nostro figlio, la nostra gioia.
La nostra
speranza.
Pensa al
suo futuro.
Lui sarà
un guerriero, molto più forte del padre,
e tu sarai
fiera di lui.
Troia ne
sarà fiera.
Nei tuoi
occhi non c'è più speranza,
c'è
sofferenza, lacerazione.
Impotente.
Ti senti
impotente.
Anch'io.
A volte
non basta una spada, per sentirsi forte.
Basta uno
sguardo.
Mi basterà
il tuo sguardo.
Mi
ricorderò del tuo sguardo, dei tuoi occhi tristi, innocenti,
ovunque andrò.
Anche se
non dovessi tornare.
Mi
ricorderò del tuo dolore
e non sarà
la spada, a ferirmi, ma il tuo sguardo.
Il tuo
sguardo implorante, che mi chiede perché.
Perché
è così, è la vita.
E' il
nostro destino.
Un destino
cattivo, vile e codardo.
Un destino
ingiusto.
Non me lo
perdonerò mai, Andromaca.
Ma è
il destino che decide, non noi.
Adesso
devo andare.
Perderò,
vincerò, tornerò o non tornerò, non m'importa.
Non
dimenticherò i tuoi occhi.
Mai.
Addio.
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