Si rigirò un
paio di volte nel letto.
Ormai era giorno
e una calda luce innondava la stanza.
Sorrise, dando
il buongiorno a quella mattina primaverile.
Si voltò ancora
un paio di volte sotto le lenzuola…
Le piaceva la
sensazione di quella seta delicata sulla pelle…
Una sensazione
di protezione e tranquillità…
Non aprì gli
occhi, godendo ancora di quel sentimento vago di oblio dato da un sonno stanco
e obbligato.
Pochi pensieri
razionali iniziarono a intrufolarsi furtivi nella sua mente…
Lei…
Le lenzuola…
Quel profumo…
La stanza…
LUI!
Di colpo un
volto conosciuto scavalcò gli altri pensieri, imprimendosi a fuoco nella mente.
Con uno scatto
felino si mise a sedere sul letto, spaventata.
Quella non era
la sua stanza!
Quella era la
stanza dei Sovrani!
Lei… lei era
Regina!
Lei… lei era la Sposa di Sesshomaru…
Vagò per
interminabili minuti per la stanza vuota.
Cercava un
segno, anche piccolo e insignificante del suo passaggio…
Si soffermò con
attenzione estenuante su ogni particolari della stanza, dal futon, alle casse
per i vestiti, al separè decorato, al piccolo
scrittoio, alle sohjo aperte…
Ecco!
L’armatura da
cerimonia era riposta in modo elegante in un angolo della stanza, molto lontano
da lei.
Allora era tutto
vero…
Ricercò quella
figura impalpabile senza trovarla…
Si ritrovò
chissà come a fissare uno spazio vuoto.
Anzi, uno spazio
assente.
Lui non c’era
più.
Rimase incantata
a fissare la parete di fronte a lei, dove lui aveva dormito…
E di colpo un
dubbio le si insinuò nella mente…
Si voltò a
sinistra, verso la parte del futon a lui riservata.
Trovandola
intatta.
Le lenzuola
composte e il materasso per niente sformato…
Allora era vero…
Fissò incredula
le sue mani che stringevano teneramente la coperta…
Allora era vero…
Lui…
Lui non aveva
preteso niente…
Lui…
Lui non l’aveva
costretta…
Una risata
allegra e spontanea le sorse dal cuore.
Chiudendo gli
occhi si lasciò ricadere all’indietro, sulle coperte…
Ridendo.
Ridendo come da
bambina, sorpresa per un nuovo gioco o per una scoperta impressionante…
Ami aveva ragione
allora!
Non può esistere
una persona tanto cattiva…
Lui non era
affatto così!
Con un salto si
riportò in piedi, muovendo qualche passo di danza nella stanza.
Allora anche lui
aveva un cuore!
No, non poteva
essere come lo avevano dipinto i mercanti di Haru,
non poteva essere quel mostro che uccideva gli umani e distruggeva villaggi!
Sorrise, e
spontanei le tornarono alla mente dei piccoli gesti ai quali non aveva fatto
caso… una carezza a Rin, un’occhiata rassicuratrice, uno sguardo pensieroso per il suo Regno…
Possibile che
tutte quelle voci che aveva sentito su di lui fossero tutte menzogne?
In fondo,
pensandoci bene, lei non aveva mai conosciuto
veramente il marito…
Pochi dialoghi
stentati o qualche litigata…
Mai un racconto
personale…
Che stupida!
Aveva sempre
cercato di rapportarsi con l’immagine di lui che i mercanti le avevano
raccontato…
Quanti
pregiudizi!!!
Lui non era
così…
O, almeno, non
era solo così…
O forse sì?
Si lasciò
ricadere piano sul futon…
Chi era
veramente Sesshomaru?
Era forse il
guerriero che anni prima aveva sconfitto questo Naraku?
O era forse il
Sovrano che era venuto meno a un patto con Haru?
O era forse il
ragazzo silenzioso che per chissà quale motivo aveva salvato Rin?
O era forse il
marito che quella notte la aveva rispettata?
Sakura si
scompigliò i capelli, grattandosi nervosamente la testa…
Chi era
veramente Sesshomaru?
Non poteva
saperlo…
Forse nessuno lo
sapeva veramente…
Era così
difficile da capire!
Chiuso in quella
forma di perfetta freddezza, era inarrivabile e inavvicinabile per chiunque…
Incomprensibile.
Il fiore di bella donzella
Si piega qua e là al vento
Nel campo d’autunno
Ma l’unico cuor suo
A chi è votato?
Semplicemente
incomprensibile.
Per chiunque.
Ma non lo
sarebbe più stato per lei.
Decise.
Avrebbe scoperto
la vera identità del demone che aveva sposato.
E questa volta,
per davvero.
Non avrebbe più
pensato al guerriero dei racconti dei mercanti, né al romantico Principe di
Ami…
Per lei sarebbe
stato solo Sesshomaru.
Basta
pregiudizi.
Basta fantasie.
Solo la verità.
Doveva capire…
In fondo adesso
era suo marito…
Se davvero
doveva passare tutta la vita con lui, avrebbe voluto almeno sapere chi fosse in
realtà.
Certo lui non
sarebbe stato d’accordo…
Ma ci avrebbe
provato lo stesso.
Non era un
nemico.
Non più.
Non si era
rivelato tale con lei.
In fondo anche
per lui quello era stato un matrimonio combinato.
In fondo anche
lui non sapeva nulla di lei.
Di certo non era
solo l’assassino dei racconti…
Di certo però
non era solo il principe della favole…
Chi era?
L’unica cosa
certa era che lo avrebbe scoperto.
Ormai la
curiosità era troppa.
Avrebbe svelato
l’identità nascosta del Sovrano.
Sorrise, fiera
del suo obiettivo.
E ottimista
verso il futuro.
Forse non
l’avrebbe mai amato, ma perché essere per forza nemici?
Lui la aveva
rispettata…
Lei non aveva
nulla di personale contro di lui…
E allora?
Tante altre
domande le si affollarono nella testa, ma adesso era
il momento di andare…
Camminare là
Paura, paura vi vedo
Fuggire non so.
Si stava facendo
tardi…
E adesso era la Regina…
Non era quello
il momento per quelle domande.
Ci avrebbe
pensato più tardi.
Kamigawa era di sicuro in pensiero.
E la Regina avrebbe voluto
controllare com’era andata la serata…
Già.
Accidenti!
La serata era
andata bene, ma non come intendeva lei!
Panico.
Cosa avrebbe
pensato la Regina?
Un Sovrano e una
Sovrana che la prima notte di nozze non…
Inaudito!
Il matrimonio
era nullo!
Il protocollo
era chiaro…
Sakura doveva
ancora superare l’ultima prova.
E…
E Sesshomaru non l’aveva “messa alla prova”.
E lui?
Che cosa ne
avrebbe pensato il popolo di un Sovrano che rifiuta la novella sposa la prima
notte?
Si morse un
labbro con nervosismo…
Certo questo non
lo avevano previsto.
Per il futon non
ci sarebbe stato problema….
Certo, prima di
uscire, lo avrebbe rifatto del tutto, senza tenerne una parte intatta e una no,
ma… e per il resto?
A questo Sesshomaru di certo non aveva pensato!
Maledizione!
Maledizione!
Un’idea.
Fantasia vola
Sboccia il nuovo fiore
Nel cuore di se.
Sarebbe stato
difficile ma… forse…
Con un po’ di
fortuna…
Doveva tentare.
O così, o con Haru sottomessa.
Alzatasi in
piedi, incominciò a organizzare tutto.
Prese il mazzo
di rose ormai leggermente fiorite, facendo attenzione a non sporcare l’elegante
kimono.
Strano fiore la
rosa.
Intenso,
sensale, passionale… ma solo per un giorno.
Caduca è la sua
vita.
Dura appena un
attimo e poi sfiorisce.
Per sempre.
Pensando alle tue labbra
il mio eterno guado...labbra di una rosa
ti chiederò solo di farti amare...
Sakura strinse
quelle rose fra le mani, incurante delle spine.
Quelle rose
erano le uniche testimoni dell’ultima prova.
Come voleva il
protocollo, sarebbero state offerte in dono alla tomba degli antenati per
assicurare la validità del matrimonio e una discendenza pura e legittima.
Sorrise.
Se solo quelle
rose avessero potuto parlare…
Mute testimoni
del loro tacito rispetto.
Lanciò un’ultima
occhiata alla stanza.
Tutto in ordine.
Tutto perfetto.
Bene.
Nessuno avrebbe
sospettato nulla.
O, almeno, così
sperava.
Se il suo trucco
fosse stato scoperto, Haru sarebbe stata nuovamente
assediata, suo padre spodestato e lei resa schiava.
Sarebbe stato un
venir meno ai patti matrimoniali, non rispettare il contratto della cerimonia.
Eppure, anche Sesshomaru non aveva rispettato i patti, assediando il suo
paese…
Sospirò.
Il sole era già
alto in cielo.
Aveva dormito
molto e si era svegliata tardi…
Certo, non
sarebbe stato sempre così.
Solo la prima
settimana di nozze le ancelle non potevano entrare nella camera coniugale per
aiutare la Regina
nel prepararsi…
Dopo, sarebbero
entrate abbastanza presto…
Adesso era la Sovrana, non c’era tempo
per dormire.
Insieme a
maggior libertà, erano cresciuti anche gli obblighi.
Almeno grazie a
quella regola, nessuno avrebbe scoperto quello che non era accaduto.
Dopo…
Solo per
particolari festività e su preciso ordine del Sovrano le ancelle avrebbero
ritardato la sveglia.
Per motivi
decisamente ovvi.
Coraggio.
Un altro sospiro
profondo e fece scorrere le eleganti shojo di fronte
a lei…
Era il momento
di recitare l’ultimo atto di quella commedia…
Sakura si guardò
un paio di volte attorno, spaesata.
Nessuno.
Era come se
tutto il palazzo dormisse ancora…
Era entrata in
quell’ala del castello solo la sera prima e le Dame la avevano condotta alla
sala dei Sovrani.
Non c’era mai stata
prima.
Eppure, quel
silenzio aveva un che di tranquillo e protettivo.
Si avviò
silenziosa per i lunghi corridoi di legno chiaro, stringendo al petto le rose,
ormai completamente sciupate dal nervosismo della giovane.
Voltò
distrattamente l’angolo, scontrandosi con qualcuno.
Non fu un urto
particolarmente violento.
Ma per lo
spavento, le rose caddero a terra.
Sakura,
mortificata, s’inginocchiò subito a raccoglierle.
-La prego di
scusarmi, ero soprappensiero…-
Silenzio.
Che imbarazzo…
Non riuscì ad alzare
gli occhi per vedere chi fosse quella figura…
Che cosa avrebbe
pensato?
Certo, uno solo
era il pensiero degli abitanti del palazzo quel giorno, sia dei servi che dei
nobili…
Com’era andata
la “serata”.
E questo
pensiero bastò a far aumentare il nervosismo della giovane…
Ecco, mancava
solo una rosa e sarebbe tornata a nascondersi negli anfratti isolati e bui di
quell’immenso maniero.
Allungò la mano,
per ritrovarsi a sfiorare quella dello sconosciuto.
Accettò la rosa,
sorridendo.
-Grazie…-
Ma fu appena un
sospiro.
Profumo di te,
mi manca il
respiro,
dolce affanno.
Non erano solo
loro due.
Ma erano tanti.
E tante.
E lui… lui era
Lui.
Il Principe…
Anzi no!
Il Sovrano…
Lasciò cadere
nuovamente per terra la rosa.
Il Sovrano!?
Rimase un attimo interdetta, fissando quelle inespressive iridi
ambrate.
Abbassò
imbarazzata gli occhi…
Il caldo al
volto aumentò vertiginosamente mentre le scuse si alternavano simulando un
pigolio lento e sommesso…
Sesshomaru, indifferente, si alzò in piedi, porgendole una
mano per alzarsi.
La Regina la accettò.
La Regina. La nuova Regina.
La sua mano era
calda, non come quelle di lei, fredde e tremanti…
Altero e sicuro.
Fiero e
indomito.
Nonostante
tutto.
-Ben svegliata,
Regina.-
Si accorse solo
in quel momento della presenza della Madre del Sovrano.
Sakura abbozzò
un lieve inchino, appena un cenno del capo, come vuole la tradizione.
Il minimo
necessario per voltarsi leggermente e non vedere più il marito.
-Come avete
passato la notte?-
Sakura voltò
repentinamente il volto verso il demone che, impassibile, osservava la scena.
La Regina abbassò nuovamente
gli occhi, imbarazzata.
E umiliata.
Come mai prima.
La Regina Madre nascose la bocca
dietro il ventaglio, ma la risata giunse cristallina alle orecchie della demone, così come le occhiate luminose delle Dame.
-No, vi prego,
non dite nulla… il vostro atteggiamento parla per voi…-
Già…
Era facile
scambiare quell’atteggiamento per timidezza…
Invece che
imbarazzo…
Umiliazione…
-Io… le rose…-
Piccoli mormorii
che Sesshomaru raccolse indistintamente…
-Dopo mia cara…
prima devo controllare l’esito della “serata”…-
Ecco.
Proprio a questo
punto Sesshomaru voleva che arrivasse il discorso.
Era uscito di
stanza molto presto, ma già tutti erano alzati ad aspettare il suo arrivo.
Senza un cenno
di saluto, si era diretto a conversare con dei soldati.
Nessuno aveva il
coraggio di chiedere direttamente a lui, il Sovrano, il più valoroso guerriero
delle Terre dell’Ovest, chiarimenti riguardo la sera.
Certo, sapeva
che sua madre era curiosa, vedeva Kamigawa fremere di
rabbia, ma nessuno aveva avuto il coraggio di chieder nulla.
Molto meglio
aspettare lei.
L’elemento
debole della coppia, e riferire a lei, dimentichi della timidezza, le proprie
domande, le proprie curiosità con lui represse.
Sesshomaru mosse un passo verso la Madre.
E una mano lo
bloccò con un cenno deciso, appena poco prima che parlasse.
-Ma certo Regina Madre. E’… è andato tutto bene…-
Quante volte
Sakura si morse la lingua dopo quella frase…
Quanto le
costarono quelle parole!
Per Haru…
In uno svolazzio di vesti, la Regina Madre si diresse nella
stanza seguita da Dame giovani e anziane, curiose ed esperte.
La giovane
coppia rimase lì, in attesa.
Tacita attesa.
Entrambi
sapevano cosa stavano cercando.
Ed entrambi
sapevano che non sarebbe stato trovato.
-Perdonami…-
Sesshomaru si scosse appena nascondendo comunque lo
stupore. Mai mostrarsi sorpresi, lo aveva imparato bene sui campi di battaglia.
Ma
Cosa voleva
dire?
-Ho dovuto
mentire… cosa avrebbero pensato?-
Quelle parole…
Il Sovrano non
ebbe neanche il tempo di studiarle bene che un vortice colorato uscì dalla
stanza insieme a risa festose e augurali.
La Regina Madre, con il lenzuolo
del futon, vittoriosa.
Passò vicina a
Sakura e al figlio, semplicemente raggiante.
-Molto bene. Il
matrimonio è concluso. Il contratto è valido.-
Uscì altera e
trionfante dal corridoio, diretta alla tomba degli antenati dove quel lenzuolo,
simbolo di purezza infranta, sarebbe stato sacrificato insieme alle rose che
una serva prese a Sakura.
La Regina, si limitò solamente
a incassare la testa fra le spalle e a nascondere sotto il kimono, la ferita al
polso.
-Era l’unico
modo…-
Poche parole,
biascicate senza guardarsi.
Sesshomaru aveva capito.
Non c‘era
bisogno d’altra spiegazione.
-Andiamo. Ci stanno
aspettando-
Uno sguardo
complice fra i due.
Il colore dei tuoi occhi
spazi aperti da vivere
qui mi perderò
Sakura rise,
ponendo fine all’imbarazzo che aveva provato appena uscita dalla stanza.
Da parte di lui,
indifferenza.
Se ci fosse
stato motivo, avrebbe spiegato.
Ma anche quella
soluzione era accettabile.
Silenziosa, la
nuova coppia si avviò all’uscita, pronta a incontrare il popolo.
Avevano salutato
tutti.
Molti nobili
dell’Ovest erano rimasti anche quella notte, altri erano tornati a casa.
Tutti con lo
scopo di accertare la “validità” del matrimonio.
E il fumo che saliva stanco dalla tomba degli antenati ne era la prova.
Il lenzuolo e le
rose.
In omaggio ai
grandi del passato.
Ingannati.
Sakura uscì nel
cortile, al fianco del marito.
Sapeva che era
lì.
Lo sapevano
tutti e due.
“Solo un giorno”
aveva detto nella sua freddezza.
“Solo un giorno”
aveva risposto nella sua sfrontatezza.
I nobili
dell’Est, nuova “conquista” dei territori dell’Ovest, si stavano preparando per
il lungo viaggio di ritorno…
E c’era anche
lui.
Camminava
nervosamente avanti e indietro, alzando soffici nuvole di polvere…
Una fitta al
cuore.
Sakura aggrottò
la fronte preoccupata.
Come era
ridotto…
I capelli
spettinati, il vestito del giorno prima, sgualcito e impolverato, la carnagione
pallida e gli occhi segnati…
Con uno slancio
affettivo, lo raggiunse e lo abbracciò.
Al diavolo il
protocollo!
Tanto adesso era
la Regina…
Nessuno la
poteva rimproverare…
Tranne, certo,
lui…
Ma non lo
avrebbe fatto…
Lo sentiva…
Zitto e immobile,
poco lontano da loro, portava i suoi dovuti e forzati saluti al nuovo
governatore alle sue dipendenze.
Al suocero…
Kamigawa iniziò ad accarezzare la testa della figlia,
incurante della ricercata capigliatura.
Non la poteva
vedere nel volto, ma sapeva che non stava piangendo…
Sua figlia non
lo avrebbe mai fatto di fronte a LUI!
Era troppo
testarda.
Come sua madre!
Però…
Senza smettere
di accarezzare la figlia, fulminò con lo sguardo il Sovrano.
Poco alla volta,
tutti i nobili dell’Ovest uscirono da Palazzo, senza coraggio di avvicinarsi.
Rimasero lì,
sulla soglia, rispettando un momento di vita privata.
Sesshomaru, freddo, con l’abito scuro e lo sguardo
eternamente impassibile, li osservava.
Sakura si scostò
appena, incontrando gli occhi verdi del vecchio.
Si guardarono…
Gli occhi di Kamigawa si facevano sempre più luminosi quando incontrava
quelli della figlia.
Ma mai avevano
avuto una patina così triste.
Non aveva
dormito.
Non aveva
dormito tutta la notte.
Aveva bevuto,
con moderazione, senza perdere lucidità.
Odiava gli
ubriachi…
Odiava perdere
il controllo di sé…
Era un tipo
sanguigno, sempre pronto ad attaccar briga.
Ma ciò che era
suo lo avrebbe difeso.
Sempre.
E invece.
Aveva fallito.
Fallito per la
terza volta.
Non aveva saputo
difendere sua moglie.
Non aveva saputo
ribellarsi all’esercito dell’Ovest.
Non aveva
liberato sua figlia da quel matrimonio.
Perdente.
Inutile.
Vecchio.
Ecco come si
sentiva.
Sakura scosse la
testa, in segno di rimprovero…
Quelle labbra
leggermente violette, la carnagione chiara, gli occhi cerchiati.
-Padre, sapete
che non dovete bere…-
Kamigawa sorrise.
Non aveva il
coraggio di dire niente.
Quella voce,
quella voce sembrava proprio quella di Sakura.
Della “sua”
Sakura.
Eppure.
Eppure non era
lei.
Era una donna
ormai.
Una donna
sposata.
Una Regina.
Aprì appena la
bocca.
Sentiva le
labbra secche.
E poi…
Che dire?
Che domanda
poteva porre per non essere inopportuno?
Esisteva forse
una domanda non inopportuna?
-E’ andato tutto
bene…-
Rimase
interdetto, senza fiato.
Girò gli occhi,
mentre il volto della figlia si era abbassato.
Che umiliazione.
Davanti a suo
padre!
Davanti a lui
non aveva mai mentito.
Aveva sempre
confessato i disastri e i dispetti fatti agli altri bambini con Toryu e Ami, ma adesso…
Avrebbe voluto
corrergli incontro, sorridere, spiegargli come fossero andate davvero le cose…
Rassicurarlo…
Dire che Sesshomaru non era come tutti lo descrivevano…
Lui era…
Era?
-Lui…-
Inghiottì a
fatica.
Sesshomaru alzò appena un sopracciglio, accortosi che la
conversazione iniziava a interpellarlo.
Sakura sorrise.
Con dei gesti
delicati e sinuosi, mostro al padre le maniche del vestito.
Kamigawa trasalì.
Che stupido!
Se ne sarebbe
dovuto accorgere prima.
L’acconciatura
che copriva la nuca, il vestito lungo, le maniche più corte e strette.
Certo, era
sposata.
Toccò appena il
polso della fanciulla, incuriosito da uno strano gonfiore.
Chiuse gli
occhi.
La rabbia stava
avendo il sopravvento.
Gli occhi, due
piccole fessure smeraldo, avevano intenzione di uccidere.
E la sua preda
era lì, di fronte a lui.
-Cosa ti ha
fatto…-
Una
constatazione.
Sakura, cercò di trattenerlo.
-Padre, non è come pensate…-
Quella ferita…
quella ferita non era causa sua!
Era stata lei…
Lei per.. per coprire lui…
Perché?
Perché lui non
l’aveva…
Lo avrebbe fatto
ancora?
In fondo, non
aveva detto nulla…
Che confusione!
E Sakura
sorrise…
Serena…
Quasi rilassata…
Sembrava…
Sembrava una
situazione così… così assurda!
Il patto che non
era stato rispettato, il loro incontro e i loro litigi, la sua avversione, la
freddezza del Principe, il matrimonio non “concluso”, la complicità…
Era tutto così…
Così
impossibile!
Kamigawa la fissò stranito.
Sorrideva.
Sinceramente.
Ma perché?
Sakura gli prese
la mano fra le sue, ancora sorridendo.
Annego sogni
nel pianto, mentre stringi
avversa mano
-E’ andato tutto
bene…-
Veloce, si portò
di fianco al padre.
Implicito invito
a Sesshomaru di avvicinarsi.
Non se lo fece
ripetere due volte.
Sakura adesso
era veramente imbarazzata.
Chissà cosa
stava pensando suo padre, adesso, nel vederli così vicini.
Anzi no, lo
sapeva.
Stava pensando a
quella notte.
Come da ore
ormai…
E adesso…
Adesso non
riusciva a capacitarsi dell’atteggiamento non più ostile della figlia.
Era come nata
una specie di complicità tra i due.
Possibile?
Fissò con odio il
glaciale demone di fronte a lui.
Lo odiava.
E nulla gli
avrebbe fatto cambiare idea.
Lo odiava e
basta.
Perché non aveva
rispettato i patti.
Perché aveva
minacciato Haru.
Perché gli aveva
portato via la sua ragione di vita.
Sakura.
L’unica figlia.
L’unica cosa che
costituisse un aggancio con il passato.
Un ricordo.
Doloroso, certo
ma…
Necessario.
-Verremo presto
a trovarvi…-
Kamigawa sorrise, stringendo maggiormente la mano attorno a
quella della figlia.
Presto…
Sarebbe stato
comunque troppo tardi.
Era un tempo
troppo lontano.
Ogni attimo
lontano da Haru era tempo perso.
Ogni attimo
lontano dalla figlia era vita non vissuta.
Eppure lo
sapeva, lo sapeva che se ne sarebbe andata prima o poi.
Ma…
Ma non con lui.
Non con uno
così.
Era
indispensabile averla accanto per continuare a vivere.
Ha sapor di te
che di profumo sazi
il mio respiro
Lo fissa muto e
impassibile nella sua forza.
Nella sua
grandezza.
Nella sua
vittoria.
-… forse
addirittura la prossima primavera, non è così Sesshomaru?-
Il demone accennò
appena con il capo, voltandosi leggermente verso la moglie.
Sakura faticava,
faticava a capire cosa si stessero dicendo senza parole quei due.
Kamigawa scosse piano la testa.
“Sesshomaru” aveva detto.
Suo marito…
Poteva chiamarlo
così.
Eppure…
Eppure dopo
quella notte non pensava che lo avesse più fatto.
Perché Sakura
non lo odiava?
Perché lo
trattava con maggior comprensione e minor astio del giorno del matrimonio?
Dopo tutto quello che le aveva fatto…
-Magari anche
con l’erede.-
Sakura si voltò
allarmata, sentendo la presa del padre farsi più salda al suono di quelle
parole.
Sentir calore
di te, che mano non so
come sfiorare
La Padrona, madre del
Sovrano, si avvicinò altera e fiera, seguita da poche ancelle che rimasero a
debita distanza.
-Ce lo auguriamo
tutti, non è così?
Guardava Kamigawa con una certa sfida e il tono della voce aveva
tradito questo sentimento.
Un erede…
Sakura arrossì
violentemente nel capire cosa sottintendeva quel discorso.
Ripiegò la testa
nel petto, lasciando che un ciuffo di capelli, lasciato appositamente libero,
le ricadesse sul volto.
Piccola difesa.
Inutile difesa.
Perché Kamigawa non era uno stupido.
L’imbarazzo era
palpabile.
-Non c’è fretta…
in fondo sono ancora giovani, hanno tutto il tempo…-
Sakura sorrise imbarazzata al padre cercando con gli occhi
l’appoggio del marito.
Che però non
trovò.
Fiero e
indifferente, Sesshomaru guardava il cielo
primaverile, assorto in altri pensieri.
-La prossima primavera verremo ad Haru.-
Non una
promessa.
Non un ricordo.
Un ordine per il
futuro.
Sakura sorrise a
quelle parole, in un modo troppo esagerato per la ex-
sovrana che si limitò a storcere la bocca.
Non poteva più
dirle niente adesso.
Non poteva più
rimproverarla.
Era la seconda.
-Questo
significa che ci rivedremo presto, Padre!-
Kamigawa sorrise.
Stanco.
Si sentiva
incredibilmente stanco.
E debole.
E … finito.
-Ad ogni primavera
Tornerà lo splendore
Della piena fioritura
Ma incontrarla o no
È solo dono del destino-
-Padre!-
Kamigawa rise piano del rimprovero della figlia.
Non le piacevano
quei discorsi.
E lui lo sapeva.
Ma…
Si sentiva
vecchio.
Stanco.
Finito.
E ora… solo.
I saluti furono
veloci.
Appena un
accenno di inchino, un bacio a Sakura, qualche parola di circostanza ad “amici”
e nobili.
Le solite
raccomandazioni, le stesse promesse.
Meglio il
silenzio.
Le parole erano
diventate un peso.
Qualunque
sarebbe stata comunque sbagliata.
Bastava uno
sguardo.
Uno sguardo per
intendersi.
Cerco frammenti
di silenzio,
all'ombra d'un
fiore sbocciato.
E in un attimo
il popolo dell’Est era uscito dalle mura, pronto a tornare a casa.
Lasciando la
loro Principessa al nemico.
Lasciando una
vittima sacrificale al sacerdote.
Salutando una
Sovrana ormai straniera.
Allora, per questo capitolo dovete ringraziare i titoli di
credito.
Lo so, può sembrare strano, ma è così.
Oltre che Avalon che, dall’ultimo
aggiornamento, non fa che stressarmi con “quando aggiorni?”.
Ecco-fatto allora!
E finalmente devo aggiungere.
Se guardate nel mio profilo vi farete un’idea i cosa ho in mente di fare con le mie fanfics
ma di una cosa potete stare certi: questa non la abbandono.
E’ un esperimento e voglio spingermi fino in fondo.
Però… pietà!
Ci metto tre secoli a scrivere i capitoli!
Temo che il prossimo aggiornamento non sarà tanto presto…
gennaio?
Che idea!
Diamoci un appuntamento!
Allora, prossimo appuntamento a gennaio, va bene?
Dovrei arrivare a pubblicare una volta al mese… spero! XD
Del capitolo, che dire?
Ho paura delle reazioni che potrebbe portare.
Certo non è all’altezza del precedente.
Lo so.
Lo sento anch’io.
Però a me piace.
Perché era “facile” suscitare pathos con un matrimonio. E’
giocare scorretto secondo me.
E’ come voler comunicare gioia descrivendo Tizio che vince
alla lotteria o amore descrivendo fiumi, uccellini e nuvolette a forma di
cuore.
Questo capitolo, personalmente, lo trovo più “intimo”.
Nel capitolo precedente Sakura era passiva, la sua
interiorità e psicologia quasi annullata dai fatti che accadono.
E qui?
Qui accade poco, nulla.
E’ dentro di lei che accade tutto.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Vi assicuro comunque che, il prossimo capitolo (già
imbastito, quindi rinnovo la promesse di una prossima
pubblicazione il prossimo mese!) avrà molta più azione.
E adesso i ringraziamenti.
Cielo, ho paura delle vostre possibili reazioni!
Vi ricordate ancora di me, vero?
Sono quella che mangiava le tartine al matrimonio!XDXDXD
Ringraziamenti:
Red_Lyon: Piacere di conoscerti!
Come diceva Cicerone “finché c’è vita c’è speranza”! Allora, sconvolta?
Soddisfatta? Fammi sapere! Bacio!
Ayashi683: Ecco qui un piccolo prosieguo! Ribadisco che la
storia avrà una fine, non so se proprio come la volete voi (me
sadica!) ma una fine la avrà! Lo prometto! Bacio!
Kirakira90: Sesshy lo amiamo tutte
a quanto pare, fare i turni mi sembra complicato… potremmo chiedere a Rosencratz se ce ne crea uno ciascuno! Kamigawa
sai, mi fa davvero-davvero piacere che tu l’abbia
nominato! Lo adoro come personaggio, mentre Sakura non è proprio la mia
preferita, però non dimentichiamo che è giovane e che… ehm… basta farmi fare
spoiler! Un bacio!
Mizar89: Gli haiku continueranno imperterriti ad animare i
pensieri dei personaggi, anche se in certi casi risulta difficile comprenderli.
Almeno per me. XD Adesso come stai? E’ da un po’ che non ti sento! Spero di
trovare presto una tua nuova recensione! Bacio!
Gemellina Dolly: Beh, io conosco
un sacco di persone che vorrebbero sposarlo… e Sakura è proprio una stupida nel
farsi tante mene mentali! Potevo appiopparla a Totosai
invece, scusa! Ha avuto la fortuna di entrare nel futun
di Sesshy e si comporta così? Beata gioventù
ignorante, certe occasioni capitano solo una volta nella vita! Un bacione!!!
Crilli: Seshomamma
(ti prego, posso plagiarti? *_* Tipregotipregotiprego…)
è una donna forte. Temo di doverla un po’ trascurare nei prossimi capitoli ma,
vedi, i novelli sposi mi daranno qualche grattacapo! XD Sakura adesso è un
carattere un po’ indeterminato, ma GIURO che riserverà
delle sorprese… sì sì sì! E
no, non sei complicata. Se sentissi la trama chiederesti che mi internassero! Un
bacio!
Sesshydil: Anch’io mi sarei
buttata senza ritegno!XD Per lui verrei meno alla mia nomea di donna frigida e
insensibile! ù_ù Sulla seconda parte della tua
recensione ho scritto tre risposte diverse, mi credi? E’ che non voglio e posso
anticiparvi niente! Non posso dirvi che… ecco, lo vedi? Lo hai fatto di nuovo!
Cattiva!XD Un bacio!
KaDe: Memorie di una Geisha non l’ho
visto. No. L’ho vissuto. L’ho imparato a memoria. Ho comprato il dvd e l’ho
propinato a mia sorella come non mai. XD Spero vivamente che tu non abbia
ucciso nessuno per colpa mia! XD Sono sempre più convinta di darmi delle
scadenze per postare (la prossima a gennaio) così da non causare disastri
epocali! Un bacio!
Falcorisoluto: Grazie mille per i
complimenti e gli incoraggiamenti! Sesshy lo ama un
sacco di gente vedo! Nella prossima fic cercherò di
far innamorare tutte di Jaken! XD Un bacio!
Flori: Tu sai come esaltare il mio
ego. E non è cosa buona e giusta. Per voi. Adesso oltre che il mondo voglio
conquistare l’universo! Sì, sono esaltata, e allora? XD Grazie mille per il
commento! Bacio!
Rosencrantz: Sto raccogliendo
adesioni. Ehi, non fare quella faccia! Lavoro per te! Finora ci vogliono
quattro Sesshomaru di cui uno
moro (e che c’è di male? Vorrei vederlo moro!) E chi meglio di te potrebbe
procurarceli? Tanto sai dove andare a cercarli e no,
la perdita di un arto non varrà come scusa. Muoviti a scrivere il prossimo
libro, voglio leggerlo. E voglio il gatto-fantasma. Ma sto divagando. Beh, che
dire? E’ normale parlare a sproposito parlare con gente “importante” nel mondo ficcinaro (spero solo che dietro il tuo nick
si nasconda veramente L. M. e non Moccia o sai che
figura!XD) Grazie mille per il commento professionale! Spero di trovarne altri!
E a te è delegato il gravoso compito di (oltre che procurare Sesshomaru- o Suki- per tutte)
controllare l’ic-tudine (Avalon
può confermare. Amo fare neologismi) del glaciale demone. Un bacio!
Celina: I confetti sono finiti! Ç___ç
Li ha mangiati tutti Gemellina Dolly, l’ho vista! Però
ho trovato tracce di cioccolata anche sulla maglietta di Valery_
Ivanov… che dici, facciamo un salto nel fandom di Detective Conan e chiediamo aiuto? XDXDXD Un
bacio! Adoro le tue recensioni dettagliate!!!!
Valery_Ivanov: *__* Davvero ti sei sostituita a lei? E’
proprio quello l’intento, far identificare noi, povere donnine assetate d’amore
(pfff….) con la bella (questo sì) e intelligente (ma
non proprio) Sakura! Spero di sentirti presto, un
bacione!
Darseey: La curiosità che scava il
cranio… hai tutta la mia stima. Amo quell’espressione! Che devo fare per
averla? XD Anche se temo che, ormai, si arrivata a scavare fino alle ginocchia…XD
Mi dispiace! Spero di non averti “persa” o delusa con questo capitolo! Un
bacione!
Poppi: vicino a Sesshy c'è da prendersi
il raffreddore per quanto sia glaciale giuro,
io vi adoro!XD Vorrei fare un collage di tutte le espressioni più belle che
lasciate nelle recensioni e appendermelo in camera! A me gli invitati stavano
anche simpatici ma tu falli pure fuori. Più tartine per me! XD Un bacio!
Ary22: Jaken
è tutto tuo! Ho qui un elenco della spesa di gente che vuole Sesshy! Ormai è a rischio inflazione! Spero di sentirti
presto! Un bacione!
Owarinai yume: Tu chiedi perdono. TU? E io
che dovrei fare? Spero solo di trovare ancora qualcuno interessato a questa
storia perché capisco che possa sembrare dimenticata da Dio (nella fattispecie,
me-autrice. XD) ma GIURO che non è così! Mi perdoni tu? Un bacio!
Kaimi_11: Mmm
vediamo… è rimasto un fiore marcio del bouquet, va bene lo stesso come
ricordino? XD Beh, che dire? Ciao, come va, tutto bene… oh, come sono banale. Comunque
ripeto: Sesshy non ha cuore ma è così che ci piace! Anche
se adesso, devo ammetterlo, lo sto tradendo con un sacco di gente (immaginaria,
ovvioXD) Un bacione!
Ayrill: Beh, dopo una reazione così bella dopo il capitolo del
matrimonio spero proprio che tu non mi lancerai qualcosa dopo questo! XD Un
bacio!
Callistas: Beh, domanda difficile. Sesshomaru
capirà mai? Chi vivrà vedrà! XD Per la suddivisione dei capitoli mi dispiace ma
non so cosa dirti. Prima di riflettere bene e di leggere alcuni vostri commenti
lo sapevo. Adesso ho deciso di cambiare la trama, RADICALMENTE, (adesso però mi
soddisfa di più!) e non so proprio quanto durerà! Però assicuro che finirà! Ok,
rima schifida, lo ammetto. Ma mi volete bene lo
stesso, no? XD Un bacione!
Miriel67: Mi sento in colpa per il
tacco 12… tartina? XD Solo per te, l’ultima rimasta! XD Gentilyoukai…
posso adottare anche questo? Voglio adottare le vostre espressioni, vi prego! Sono
troppo belle!!! Grazie mille del commento, sono
contenta di averti fatto salire su una nuvoletta rosa! Spero solo che tu non
sia caduta e ti sia fatta male dopo questo capitolo! XD Un bacio!
Uraniaglo: Uao, quanti complimenti! Grazie
mille! Beh, aggiornamento fatto alla fine, no? E’ questo che conta… il concetto
di presto poi è soggettivo, no? Eh? Eh? Eh? Ok, mi
dispiace! Non ho parole per scusarmi! Comunque grazie mille per le belle parole
e i graditissimi complimenti! Bacio!
Flori: Eccolo qui! ^^
Allora, nell’ordine:
-mi sono data martellate sulle ginocchia;
-ho preso a gengivate la parete;
-mi sono sorbita un film orribile che sapevo non mi sarebbe
piaciuto.
-varie ed eventuali.
Risultato?
-ho un martello in meno;
-ho abbattuto la parete della camera e mia sorella vuole
compostamente uccidermi;
-ho fatto strani incubi con uova e piante grasse mutanti;
-mi odio.
Perché dite?
Per il mostruoso ritardo.
Vi chiedo scusa.
Vi capisco se non recensite per ripicca, se vi siete
dimenticate della storia, se siete arrabbiate.
Comunque la storia la continuo, sappiatelo!
E vi ringrazio davvero, davvero per le bellissime parole.
No, non prendete sotto gamba questi ringraziamenti.
E’ stato leggendo i vostri commenti che ho deciso di
cambiare trama. Prendendo idee e dicendomi “Beh, se piace così tanto devo dare
il meglio di me!”
Quindi questo ritardo è anche colpa vostra in fondo in fondo…
(*Lete cerca di scaricare i suoi sensi di colpa sugli
altri).
Che dire?
Spero che qualcuno si ricordi di me (cioè spero che qualcuno
si ricordi di Lete… XDXDXD Oddio! Devo dirla ad Avalon questa!) e che non mi disprezziate troppo.
Le verdure marce nella cesta verde, quelle ancora buone
nella cesta gialla, grazie.
Grazie davvero.
Lete