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Autore: lete89    09/12/2009    15 recensioni
Un Principe potente.
Una Principessa straniera.
Un matrimonio combinato.
Accettato e subito.
Cosa accadrà?
I pensieri lenti si trasformano in haiku.
L’ haiku rivela uno specchio vuoto: si inscrive nello spazio senza simbolizzare nulla e senza la pretesa di avere un significato. È un'immagine opaca, priva di riflessi.
Commentare un haiku è dunque impossibile. Si può solo dire che, in tutta semplicità, qualcosa avviene e basta.
Unendo i destini di un giovane guerriero e di un fiore di ciliegio.
Nell'iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si rigirò un paio di volte nel letto

Si rigirò un paio di volte nel letto.

Ormai era giorno e una calda luce innondava la stanza.

Sorrise, dando il buongiorno a quella mattina primaverile.

Si voltò ancora un paio di volte sotto le lenzuola…

Le piaceva la sensazione di quella seta delicata sulla pelle…

Una sensazione di protezione e tranquillità…

Non aprì gli occhi, godendo ancora di quel sentimento vago di oblio dato da un sonno stanco e obbligato.

Pochi pensieri razionali iniziarono a intrufolarsi furtivi nella sua mente…

Lei…

Le lenzuola…

Quel profumo…

La stanza…

LUI!

Di colpo un volto conosciuto scavalcò gli altri pensieri, imprimendosi a fuoco nella mente.

Con uno scatto felino si mise a sedere sul letto, spaventata.

Quella non era la sua stanza!

Quella era la stanza dei Sovrani!

Lei… lei era Regina!

Lei… lei era la Sposa di Sesshomaru

Vagò per interminabili minuti per la stanza vuota.

Cercava un segno, anche piccolo e insignificante del suo passaggio…

Si soffermò con attenzione estenuante su ogni particolari della stanza, dal futon, alle casse per i vestiti, al separè decorato, al piccolo scrittoio, alle sohjo aperte…

Ecco!

L’armatura da cerimonia era riposta in modo elegante in un angolo della stanza, molto lontano da lei.

Allora era tutto vero…

Ricercò quella figura impalpabile senza trovarla…

Si ritrovò chissà come a fissare uno spazio vuoto.

Anzi, uno spazio assente.

Lui non c’era più.

Rimase incantata a fissare la parete di fronte a lei, dove lui aveva dormito…

E di colpo un dubbio le si insinuò nella mente…

Si voltò a sinistra, verso la parte del futon a lui riservata.

Trovandola intatta.

Le lenzuola composte e il materasso per niente sformato…

Allora era vero…

Fissò incredula le sue mani che stringevano teneramente la coperta…

Allora era vero…

Lui…

Lui non aveva preteso niente…

Lui…

Lui non l’aveva costretta…

Una risata allegra e spontanea le sorse dal cuore.

Chiudendo gli occhi si lasciò ricadere all’indietro, sulle coperte…

Ridendo.

Ridendo come da bambina, sorpresa per un nuovo gioco o per una scoperta impressionante…

Ami aveva ragione allora!

Non può esistere una persona tanto cattiva…

Lui non era affatto così!

Con un salto si riportò in piedi, muovendo qualche passo di danza nella stanza.

Allora anche lui aveva un cuore!

No, non poteva essere come lo avevano dipinto i mercanti di Haru, non poteva essere quel mostro che uccideva gli umani e distruggeva villaggi!

Sorrise, e spontanei le tornarono alla mente dei piccoli gesti ai quali non aveva fatto caso… una carezza a Rin, un’occhiata rassicuratrice, uno sguardo pensieroso per il suo Regno…

Possibile che tutte quelle voci che aveva sentito su di lui fossero tutte menzogne?

In fondo, pensandoci bene, lei non aveva mai conosciuto veramente il marito…

Pochi dialoghi stentati o qualche litigata…

Mai un racconto personale…

Che stupida!

Aveva sempre cercato di rapportarsi con l’immagine di lui che i mercanti le avevano raccontato…

Quanti pregiudizi!!!

Lui non era così…

O, almeno, non era solo così…

O forse sì?

Si lasciò ricadere piano sul futon…

Chi era veramente Sesshomaru?

Era forse il guerriero che anni prima aveva sconfitto questo Naraku?

O era forse il Sovrano che era venuto meno a un patto con Haru?

O era forse il ragazzo silenzioso che per chissà quale motivo aveva salvato Rin?

O era forse il marito che quella notte la aveva rispettata?

Sakura si scompigliò i capelli, grattandosi nervosamente la testa…

Chi era veramente Sesshomaru?

Non poteva saperlo…

Forse nessuno lo sapeva veramente…

Era così difficile da capire!

Chiuso in quella forma di perfetta freddezza, era inarrivabile e inavvicinabile per chiunque…

Incomprensibile.

 

Il fiore di bella donzella

Si piega qua e là al vento

Nel campo d’autunno

Ma l’unico cuor suo

A chi è votato?

 

Semplicemente incomprensibile.

Per chiunque.

Ma non lo sarebbe più stato per lei.

Decise.

Avrebbe scoperto la vera identità del demone che aveva sposato.

E questa volta, per davvero.

Non avrebbe più pensato al guerriero dei racconti dei mercanti, né al romantico Principe di Ami…

Per lei sarebbe stato solo Sesshomaru.

Basta pregiudizi.

Basta fantasie.

Solo la verità.

Doveva capire…

In fondo adesso era suo marito…

Se davvero doveva passare tutta la vita con lui, avrebbe voluto almeno sapere chi fosse in realtà.

Certo lui non sarebbe stato d’accordo…

Ma ci avrebbe provato lo stesso.

Non era un nemico.

Non più.

Non si era rivelato tale con lei.

In fondo anche per lui quello era stato un matrimonio combinato.

In fondo anche lui non sapeva nulla di lei.

Di certo non era solo l’assassino dei racconti…

Di certo però non era solo il principe della favole…

Chi era?

L’unica cosa certa era che lo avrebbe scoperto.

Ormai la curiosità era troppa.

Avrebbe svelato l’identità nascosta del Sovrano.

Sorrise, fiera del suo obiettivo.

E ottimista verso il futuro.

Forse non l’avrebbe mai amato, ma perché essere per forza nemici?

Lui la aveva rispettata…

Lei non aveva nulla di personale contro di lui…

E allora?

Tante altre domande le si affollarono nella testa, ma adesso era il momento di andare…

 

Camminare là

Paura, paura vi vedo

Fuggire non so.

 

Si stava facendo tardi…

E adesso era la Regina

Non era quello il momento per quelle domande.

Ci avrebbe pensato più tardi.

Kamigawa era di sicuro in pensiero.

E la Regina avrebbe voluto controllare com’era andata la serata…

Già.

Accidenti!

La serata era andata bene, ma non come intendeva lei!

Panico.

Cosa avrebbe pensato la Regina?

Un Sovrano e una Sovrana che la prima notte di nozze non…

Inaudito!

Il matrimonio era nullo!

Il protocollo era chiaro…

Sakura doveva ancora superare l’ultima prova.

E…

E Sesshomaru non l’aveva “messa alla prova”.

E lui?

Che cosa ne avrebbe pensato il popolo di un Sovrano che rifiuta la novella sposa la prima notte?

Si morse un labbro con nervosismo…

Certo questo non lo avevano previsto.

Per il futon non ci sarebbe stato problema….

Certo, prima di uscire, lo avrebbe rifatto del tutto, senza tenerne una parte intatta e una no, ma… e per il resto?

A questo Sesshomaru di certo non aveva pensato!

Maledizione!

Maledizione!

Un’idea.

 

Fantasia vola

Sboccia il nuovo fiore

Nel cuore di se.

 

 

Sarebbe stato difficile ma… forse…

Con un po’ di fortuna…

Doveva tentare.

O così, o con Haru sottomessa.

Alzatasi in piedi, incominciò a organizzare tutto.

 

 

 

 


Prese il mazzo di rose ormai leggermente fiorite, facendo attenzione a non sporcare l’elegante kimono.

Strano fiore la rosa.

Intenso, sensale, passionale… ma solo per un giorno.

Caduca è la sua vita.

Dura appena un attimo e poi sfiorisce.

Per sempre.

 

Pensando alle tue labbra

il mio eterno guado...labbra di una rosa

ti chiederò solo di farti amare...

 

Sakura strinse quelle rose fra le mani, incurante delle spine.

Quelle rose erano le uniche testimoni dell’ultima prova.

Come voleva il protocollo, sarebbero state offerte in dono alla tomba degli antenati per assicurare la validità del matrimonio e una discendenza pura e legittima.

Sorrise.

Se solo quelle rose avessero potuto parlare…

Mute testimoni del loro tacito rispetto.

Lanciò un’ultima occhiata alla stanza.

Tutto in ordine.

Tutto perfetto.

Bene.

Nessuno avrebbe sospettato nulla.

O, almeno, così sperava.

Se il suo trucco fosse stato scoperto, Haru sarebbe stata nuovamente assediata, suo padre spodestato e lei resa schiava.

Sarebbe stato un venir meno ai patti matrimoniali, non rispettare il contratto della cerimonia.

Eppure, anche Sesshomaru non aveva rispettato i patti, assediando il suo paese…

Sospirò.

Il sole era già alto in cielo.

Aveva dormito molto e si era svegliata tardi…

Certo, non sarebbe stato sempre così.

Solo la prima settimana di nozze le ancelle non potevano entrare nella camera coniugale per aiutare la Regina nel prepararsi…

Dopo, sarebbero entrate abbastanza presto…

Adesso era la Sovrana, non c’era tempo per dormire.

Insieme a maggior libertà, erano cresciuti anche gli obblighi.

Almeno grazie a quella regola, nessuno avrebbe scoperto quello che non era accaduto.

Dopo…

Solo per particolari festività e su preciso ordine del Sovrano le ancelle avrebbero ritardato la sveglia.

Per motivi decisamente ovvi.

Coraggio.

Un altro sospiro profondo e fece scorrere le eleganti shojo di fronte a lei…

Era il momento di recitare l’ultimo atto di quella commedia…

Sakura si guardò un paio di volte attorno, spaesata.

Nessuno.

Era come se tutto il palazzo dormisse ancora…

Era entrata in quell’ala del castello solo la sera prima e le Dame la avevano condotta alla sala dei Sovrani.

Non c’era mai stata prima.

Eppure, quel silenzio aveva un che di tranquillo e protettivo.

Si avviò silenziosa per i lunghi corridoi di legno chiaro, stringendo al petto le rose, ormai completamente sciupate dal nervosismo della giovane.

Voltò distrattamente l’angolo, scontrandosi con qualcuno.

Non fu un urto particolarmente violento.

Ma per lo spavento, le rose caddero a terra.

Sakura, mortificata, s’inginocchiò subito a raccoglierle.

 

-La prego di scusarmi, ero soprappensiero…-

 

Silenzio.

Che imbarazzo…

Non riuscì ad alzare gli occhi per vedere chi fosse quella figura…

Che cosa avrebbe pensato?

Certo, uno solo era il pensiero degli abitanti del palazzo quel giorno, sia dei servi che dei nobili…

Com’era andata la “serata”.

E questo pensiero bastò a far aumentare il nervosismo della giovane…

Ecco, mancava solo una rosa e sarebbe tornata a nascondersi negli anfratti isolati e bui di quell’immenso maniero.

Allungò la mano, per ritrovarsi a sfiorare quella dello sconosciuto.

Accettò la rosa, sorridendo.

 

-Grazie…-

 

Ma fu appena un sospiro.

 

Profumo di te,

mi manca il respiro,

dolce affanno.

 

Non erano solo loro due.

Ma erano tanti.

E tante.

E lui… lui era Lui.

Il Principe…

Anzi no!

Il Sovrano…

Lasciò cadere nuovamente per terra la rosa.

Il Sovrano!?

Rimase un attimo interdetta, fissando quelle inespressive iridi ambrate.

Abbassò imbarazzata gli occhi…

Il caldo al volto aumentò vertiginosamente mentre le scuse si alternavano simulando un pigolio lento e sommesso…

Sesshomaru, indifferente, si alzò in piedi, porgendole una mano per alzarsi.

La Regina la accettò.

La Regina. La nuova Regina.

La sua mano era calda, non come quelle di lei, fredde e tremanti…

Altero e sicuro.

Fiero e indomito.

Nonostante tutto.

 

-Ben svegliata, Regina.-

 

Si accorse solo in quel momento della presenza della Madre del Sovrano.

Sakura abbozzò un lieve inchino, appena un cenno del capo, come vuole la tradizione.

Il minimo necessario per voltarsi leggermente e non vedere più il marito.

 

-Come avete passato la notte?-

 

Sakura voltò repentinamente il volto verso il demone che, impassibile, osservava la scena.

La Regina abbassò nuovamente gli occhi, imbarazzata.

E umiliata.

Come mai prima.

La Regina Madre nascose la bocca dietro il ventaglio, ma la risata giunse cristallina alle orecchie della demone, così come le occhiate luminose delle Dame.

 

-No, vi prego, non dite nulla… il vostro atteggiamento parla per voi…-

 

Già…

Era facile scambiare quell’atteggiamento per timidezza…

Invece che imbarazzo…

Umiliazione…

 

-Io… le rose…-

 

Piccoli mormorii che Sesshomaru raccolse indistintamente…

 

-Dopo mia cara… prima devo controllare l’esito della “serata”…-

 

Ecco.

Proprio a questo punto Sesshomaru voleva che arrivasse il discorso.

Era uscito di stanza molto presto, ma già tutti erano alzati ad aspettare il suo arrivo.

Senza un cenno di saluto, si era diretto a conversare con dei soldati.

Nessuno aveva il coraggio di chiedere direttamente a lui, il Sovrano, il più valoroso guerriero delle Terre dell’Ovest, chiarimenti riguardo la sera.

Certo, sapeva che sua madre era curiosa, vedeva Kamigawa fremere di rabbia, ma nessuno aveva avuto il coraggio di chieder nulla.

Molto meglio aspettare lei.

L’elemento debole della coppia, e riferire a lei, dimentichi della timidezza, le proprie domande, le proprie curiosità con lui represse.

Sesshomaru mosse un passo verso la Madre.

E una mano lo bloccò con un cenno deciso, appena poco prima che parlasse.

 

-Ma certo Regina Madre. E’… è andato tutto bene…-

 

Quante volte Sakura si morse la lingua dopo quella frase…

Quanto le costarono quelle parole!

Per Haru

In uno svolazzio di vesti, la Regina Madre si diresse nella stanza seguita da Dame giovani e anziane, curiose ed esperte.

La giovane coppia rimase lì, in attesa.

Tacita attesa.

Entrambi sapevano cosa stavano cercando.

Ed entrambi sapevano che non sarebbe stato trovato.

 

-Perdonami…-

 

Sesshomaru si scosse appena nascondendo comunque lo stupore. Mai mostrarsi sorpresi, lo aveva imparato bene sui campi di battaglia.

Ma

Cosa voleva dire?

 

-Ho dovuto mentire… cosa avrebbero pensato?-

 

Quelle parole…

Il Sovrano non ebbe neanche il tempo di studiarle bene che un vortice colorato uscì dalla stanza insieme a risa festose e augurali.

La Regina Madre, con il lenzuolo del futon, vittoriosa.

Passò vicina a Sakura e al figlio, semplicemente raggiante.

 

-Molto bene. Il matrimonio è concluso. Il contratto è valido.-

 

Uscì altera e trionfante dal corridoio, diretta alla tomba degli antenati dove quel lenzuolo, simbolo di purezza infranta, sarebbe stato sacrificato insieme alle rose che una serva prese a Sakura.

La Regina, si limitò solamente a incassare la testa fra le spalle e a nascondere sotto il kimono, la ferita al polso.

 

-Era l’unico modo…-

 

Poche parole, biascicate senza guardarsi.

Sesshomaru aveva capito.

Non c‘era bisogno d’altra spiegazione.

 

-Andiamo. Ci stanno aspettando-

 

Uno sguardo complice fra i due.

 

Il colore dei tuoi occhi

spazi aperti da vivere

qui mi perderò

 

 

Sakura rise, ponendo fine all’imbarazzo che aveva provato appena uscita dalla stanza.

Da parte di lui, indifferenza.

Se ci fosse stato motivo, avrebbe spiegato.

Ma anche quella soluzione era accettabile.

Silenziosa, la nuova coppia si avviò all’uscita, pronta a incontrare il popolo.

 

 

 


Avevano salutato tutti.

Molti nobili dell’Ovest erano rimasti anche quella notte, altri erano tornati a casa.

Tutti con lo scopo di accertare la “validità” del matrimonio.

E il fumo che saliva stanco dalla tomba degli antenati ne era la prova.

Il lenzuolo e le rose.

In omaggio ai grandi del passato.

Ingannati.

Sakura uscì nel cortile, al fianco del marito.

Sapeva che era lì.

Lo sapevano tutti e due.

“Solo un giorno” aveva detto nella sua freddezza.

“Solo un giorno” aveva risposto nella sua sfrontatezza.

I nobili dell’Est, nuova “conquista” dei territori dell’Ovest, si stavano preparando per il lungo viaggio di ritorno…

E c’era anche lui.

Camminava nervosamente avanti e indietro, alzando soffici nuvole di polvere…

Una fitta al cuore.

Sakura aggrottò la fronte preoccupata.

Come era ridotto…

I capelli spettinati, il vestito del giorno prima, sgualcito e impolverato, la carnagione pallida e gli occhi segnati…

Con uno slancio affettivo, lo raggiunse e lo abbracciò.

Al diavolo il protocollo!

Tanto adesso era la Regina

Nessuno la poteva rimproverare…

Tranne, certo, lui…

Ma non lo avrebbe fatto…

Lo sentiva…

Zitto e immobile, poco lontano da loro, portava i suoi dovuti e forzati saluti al nuovo governatore alle sue dipendenze.

Al suocero…

Kamigawa iniziò ad accarezzare la testa della figlia, incurante della ricercata capigliatura.

Non la poteva vedere nel volto, ma sapeva che non stava piangendo…

Sua figlia non lo avrebbe mai fatto di fronte a LUI!

Era troppo testarda.

Come sua madre!

Però…

Senza smettere di accarezzare la figlia, fulminò con lo sguardo il Sovrano.

Poco alla volta, tutti i nobili dell’Ovest uscirono da Palazzo, senza coraggio di avvicinarsi.

Rimasero lì, sulla soglia, rispettando un momento di vita privata.

Sesshomaru, freddo, con l’abito scuro e lo sguardo eternamente impassibile, li osservava.

Sakura si scostò appena, incontrando gli occhi verdi del vecchio.

Si guardarono…

Gli occhi di Kamigawa si facevano sempre più luminosi quando incontrava quelli della figlia.

Ma mai avevano avuto una patina così triste.

Non aveva dormito.

Non aveva dormito tutta la notte.

Aveva bevuto, con moderazione, senza perdere lucidità.

Odiava gli ubriachi…

Odiava perdere il controllo di sé…

Era un tipo sanguigno, sempre pronto ad attaccar briga.

Ma ciò che era suo lo avrebbe difeso.

Sempre.

E invece.

Aveva fallito.

Fallito per la terza volta.

Non aveva saputo difendere sua moglie.

Non aveva saputo ribellarsi all’esercito dell’Ovest.

Non aveva liberato sua figlia da quel matrimonio.

Perdente.

Inutile.

Vecchio.

Ecco come si sentiva.

Sakura scosse la testa, in segno di rimprovero…

Quelle labbra leggermente violette, la carnagione chiara, gli occhi cerchiati.

 

-Padre, sapete che non dovete bere…-

 

Kamigawa sorrise.

Non aveva il coraggio di dire niente.

Quella voce, quella voce sembrava proprio quella di Sakura.

Della “sua” Sakura.

Eppure.

Eppure non era lei.

Era una donna ormai.

Una donna sposata.

Una Regina.

Aprì appena la bocca.

Sentiva le labbra secche.

E poi…

Che dire?

Che domanda poteva porre per non essere inopportuno?

Esisteva forse una domanda non inopportuna?

 

-E’ andato tutto bene…-

 

Rimase interdetto, senza fiato.

Girò gli occhi, mentre il volto della figlia si era abbassato.

Che umiliazione.

Davanti a suo padre!

Davanti a lui non aveva mai mentito.

Aveva sempre confessato i disastri e i dispetti fatti agli altri bambini con Toryu e Ami, ma adesso…

Avrebbe voluto corrergli incontro, sorridere, spiegargli come fossero andate davvero le cose…

Rassicurarlo…

Dire che Sesshomaru non era come tutti lo descrivevano…

Lui era…

Era?

 

-Lui…-

 

Inghiottì a fatica.

Sesshomaru alzò appena un sopracciglio, accortosi che la conversazione iniziava a interpellarlo.

Sakura sorrise.

Con dei gesti delicati e sinuosi, mostro al padre le maniche del vestito.

Kamigawa trasalì.

Che stupido!

Se ne sarebbe dovuto accorgere prima.

L’acconciatura che copriva la nuca, il vestito lungo, le maniche più corte e strette.

Certo, era sposata.

Toccò appena il polso della fanciulla, incuriosito da uno strano gonfiore.

Chiuse gli occhi.

La rabbia stava avendo il sopravvento.

Gli occhi, due piccole fessure smeraldo, avevano intenzione di uccidere.

E la sua preda era lì, di fronte a lui.

 

-Cosa ti ha fatto…-

 

Una constatazione.

Sakura, cercò di trattenerlo.

 

-Padre, non è come pensate…-

 

Quella ferita… quella ferita non era causa sua!

Era stata lei…

Lei per.. per coprire lui…

Perché?

Perché lui non l’aveva…

Lo avrebbe fatto ancora?

In fondo, non aveva detto nulla…

Che confusione!

E Sakura sorrise…

Serena…

Quasi rilassata…

Sembrava…

Sembrava una situazione così… così assurda!

Il patto che non era stato rispettato, il loro incontro e i loro litigi, la sua avversione, la freddezza del Principe, il matrimonio non “concluso”, la complicità…

Era tutto così…

Così impossibile!

Kamigawa la fissò stranito.

Sorrideva.

Sinceramente.

Ma perché?

Sakura gli prese la mano fra le sue, ancora sorridendo.

 

Annego sogni

nel pianto, mentre stringi

avversa mano

 

-E’ andato tutto bene…-

 

Veloce, si portò di fianco al padre.

Implicito invito a Sesshomaru di avvicinarsi.

Non se lo fece ripetere due volte.

Sakura adesso era veramente imbarazzata.

Chissà cosa stava pensando suo padre, adesso, nel vederli così vicini.

Anzi no, lo sapeva.

Stava pensando a quella notte.

Come da ore ormai…

E adesso…

Adesso non riusciva a capacitarsi dell’atteggiamento non più ostile della figlia.

Era come nata una specie di complicità tra i due.

Possibile?

Fissò con odio il glaciale demone di fronte a lui.

Lo odiava.

E nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.

Lo odiava e basta.

Perché non aveva rispettato i patti.

Perché aveva minacciato Haru.

Perché gli aveva portato via la sua ragione di vita.

Sakura.

L’unica figlia.

L’unica cosa che costituisse un aggancio con il passato.

Un ricordo.

Doloroso, certo ma…

Necessario.

 

-Verremo presto a trovarvi…-

 

Kamigawa sorrise, stringendo maggiormente la mano attorno a quella della figlia.

Presto…

Sarebbe stato comunque troppo tardi.

Era un tempo troppo lontano.

Ogni attimo lontano da Haru era tempo perso.

Ogni attimo lontano dalla figlia era vita non vissuta.

Eppure lo sapeva, lo sapeva che se ne sarebbe andata prima o poi.

Ma…

Ma non con lui.

Non con uno così.

Era indispensabile averla accanto per continuare a vivere.

 

Ha sapor di te

che di profumo sazi

il mio respiro

 

Lo fissa muto e impassibile nella sua forza.

Nella sua grandezza.

Nella sua vittoria.

 

-… forse addirittura la prossima primavera, non è così Sesshomaru?-

 

Il demone accennò appena con il capo, voltandosi leggermente verso la moglie.

Sakura faticava, faticava a capire cosa si stessero dicendo senza parole quei due.

Kamigawa scosse piano la testa.

Sesshomaru” aveva detto.

Suo marito…

Poteva chiamarlo così.

Eppure…

Eppure dopo quella notte non pensava che lo avesse più fatto.

Perché Sakura non lo odiava?

Perché lo trattava con maggior comprensione e minor astio del giorno del matrimonio?

Dopo tutto quello che le aveva fatto…

 

-Magari anche con l’erede.-

 

Sakura si voltò allarmata, sentendo la presa del padre farsi più salda al suono di quelle parole.

 

Sentir calore

di te, che mano non so

come sfiorare

 

La Padrona, madre del Sovrano, si avvicinò altera e fiera, seguita da poche ancelle che rimasero a debita distanza.

 

-Ce lo auguriamo tutti, non è così?

 

Guardava Kamigawa con una certa sfida e il tono della voce aveva tradito questo sentimento.

Un erede…

Sakura arrossì violentemente nel capire cosa sottintendeva quel discorso.

Ripiegò la testa nel petto, lasciando che un ciuffo di capelli, lasciato appositamente libero, le ricadesse sul volto.

Piccola difesa.

Inutile difesa.

Perché Kamigawa non era uno stupido.

L’imbarazzo era palpabile.

 

-Non c’è fretta… in fondo sono ancora giovani, hanno tutto il tempo…-

 

Sakura sorrise imbarazzata al padre cercando con gli occhi l’appoggio del marito.

Che però non trovò.

Fiero e indifferente, Sesshomaru guardava il cielo primaverile, assorto in altri pensieri.

 

-La prossima primavera verremo ad Haru.-

 

Non una promessa.

Non un ricordo.

Un ordine per il futuro.

Sakura sorrise a quelle parole, in un modo troppo esagerato per la ex- sovrana che si limitò a storcere la bocca.

Non poteva più dirle niente adesso.

Non poteva più rimproverarla.

Era la seconda.

 

-Questo significa che ci rivedremo presto, Padre!-

 

Kamigawa sorrise.

Stanco.

Si sentiva incredibilmente stanco.

E debole.

E … finito.

 

-Ad ogni primavera

Tornerà lo splendore

Della piena fioritura

Ma incontrarla o no

È solo dono del destino-

 

-Padre!-

 

Kamigawa rise piano del rimprovero della figlia.

Non le piacevano quei discorsi.

E lui lo sapeva.

Ma…

Si sentiva vecchio.

Stanco.

Finito.

E ora… solo.

I saluti furono veloci.

Appena un accenno di inchino, un bacio a Sakura, qualche parola di circostanza ad “amici” e nobili.

Le solite raccomandazioni, le stesse promesse.

Meglio il silenzio.

Le parole erano diventate un peso.

Qualunque sarebbe stata comunque sbagliata.

Bastava uno sguardo.

Uno sguardo per intendersi.

 

Cerco frammenti

di silenzio, all'ombra d'un

fiore sbocciato.

 

E in un attimo il popolo dell’Est era uscito dalle mura, pronto a tornare a casa.

Lasciando la loro Principessa al nemico.

Lasciando una vittima sacrificale al sacerdote.

Salutando una Sovrana ormai straniera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Allora, per questo capitolo dovete ringraziare i titoli di credito.

Lo so, può sembrare strano, ma è così.

Oltre che Avalon che, dall’ultimo aggiornamento, non fa che stressarmi con “quando aggiorni?”.

Ecco-fatto allora!

E finalmente devo aggiungere.

Se guardate nel mio profilo vi farete un’idea i cosa ho in mente di fare con le mie fanfics ma di una cosa potete stare certi: questa non la abbandono.

E’ un esperimento e voglio spingermi fino in fondo.

Però… pietà!

Ci metto tre secoli a scrivere i capitoli!

Temo che il prossimo aggiornamento non sarà tanto presto… gennaio?

Che idea!

Diamoci un appuntamento!

Allora, prossimo appuntamento a gennaio, va bene?

Dovrei arrivare a pubblicare una volta al mese… spero! XD

Del capitolo, che dire?

Ho paura delle reazioni che potrebbe portare.

Certo non è all’altezza del precedente.

Lo so.

Lo sento anch’io.

Però a me piace.

Perché era “facile” suscitare pathos con un matrimonio. E’ giocare scorretto secondo me.

E’ come voler comunicare gioia descrivendo Tizio che vince alla lotteria o amore descrivendo fiumi, uccellini e nuvolette a forma di cuore.

Questo capitolo, personalmente, lo trovo più “intimo”.

Nel capitolo precedente Sakura era passiva, la sua interiorità e psicologia quasi annullata dai fatti che accadono.

E qui?

Qui accade poco, nulla.

E’ dentro di lei che accade tutto.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Vi assicuro comunque che, il prossimo capitolo (già imbastito, quindi rinnovo la promesse di una prossima pubblicazione il prossimo mese!) avrà molta più azione.

E adesso i ringraziamenti.

Cielo, ho paura delle vostre possibili reazioni!

Vi ricordate ancora di me, vero?

Sono quella che mangiava le tartine al matrimonio!XDXDXD

 

 

Ringraziamenti:

 

 

Red_Lyon: Piacere di conoscerti! Come diceva Cicerone “finché c’è vita c’è speranza”! Allora, sconvolta? Soddisfatta? Fammi sapere! Bacio!

 

Ayashi683: Ecco qui un piccolo prosieguo! Ribadisco che la storia avrà una fine, non so se proprio come la volete voi (me sadica!) ma una fine la avrà! Lo prometto! Bacio!

 

Kirakira90: Sesshy lo amiamo tutte a quanto pare, fare i turni mi sembra complicato… potremmo chiedere a Rosencratz se ce ne crea uno ciascuno! Kamigawa sai, mi fa davvero-davvero piacere che tu l’abbia nominato! Lo adoro come personaggio, mentre Sakura non è proprio la mia preferita, però non dimentichiamo che è giovane e che… ehm… basta farmi fare spoiler! Un bacio!

 

Mizar89: Gli haiku continueranno imperterriti ad animare i pensieri dei personaggi, anche se in certi casi risulta difficile comprenderli. Almeno per me. XD Adesso come stai? E’ da un po’ che non ti sento! Spero di trovare presto una tua nuova recensione! Bacio!

 

Gemellina Dolly: Beh, io conosco un sacco di persone che vorrebbero sposarlo… e Sakura è proprio una stupida nel farsi tante mene mentali! Potevo appiopparla a Totosai invece, scusa! Ha avuto la fortuna di entrare nel futun di Sesshy e si comporta così? Beata gioventù ignorante, certe occasioni capitano solo una volta nella vita! Un bacione!!!

 

Crilli: Seshomamma (ti prego, posso plagiarti? *_* Tipregotipregotiprego…) è una donna forte. Temo di doverla un po’ trascurare nei prossimi capitoli ma, vedi, i novelli sposi mi daranno qualche grattacapo! XD Sakura adesso è un carattere un po’ indeterminato, ma GIURO che riserverà delle sorprese… sì ! E no, non sei complicata. Se sentissi la trama chiederesti che mi internassero! Un bacio!

 

Sesshydil: Anch’io mi sarei buttata senza ritegno!XD Per lui verrei meno alla mia nomea di donna frigida e insensibile! ù_ù Sulla seconda parte della tua recensione ho scritto tre risposte diverse, mi credi? E’ che non voglio e posso anticiparvi niente! Non posso dirvi che… ecco, lo vedi? Lo hai fatto di nuovo! Cattiva!XD Un bacio!

 

KaDe: Memorie di una Geisha non l’ho visto. No. L’ho vissuto. L’ho imparato a memoria. Ho comprato il dvd e l’ho propinato a mia sorella come non mai. XD Spero vivamente che tu non abbia ucciso nessuno per colpa mia! XD Sono sempre più convinta di darmi delle scadenze per postare (la prossima a gennaio) così da non causare disastri epocali! Un bacio!

 

Falcorisoluto: Grazie mille per i complimenti e gli incoraggiamenti! Sesshy lo ama un sacco di gente vedo! Nella prossima fic cercherò di far innamorare tutte di Jaken! XD Un bacio!

 

Flori: Tu sai come esaltare il mio ego. E non è cosa buona e giusta. Per voi. Adesso oltre che il mondo voglio conquistare l’universo! Sì, sono esaltata, e allora? XD Grazie mille per il commento! Bacio!

 

Rosencrantz: Sto raccogliendo adesioni. Ehi, non fare quella faccia! Lavoro per te! Finora ci vogliono quattro Sesshomaru di cui uno moro (e che c’è di male? Vorrei vederlo moro!) E chi meglio di te potrebbe procurarceli? Tanto sai dove andare a cercarli e no, la perdita di un arto non varrà come scusa. Muoviti a scrivere il prossimo libro, voglio leggerlo. E voglio il gatto-fantasma. Ma sto divagando. Beh, che dire? E’ normale parlare a sproposito parlare con gente “importante” nel mondo ficcinaro (spero solo che dietro il tuo nick si nasconda veramente L. M. e non Moccia o sai che figura!XD) Grazie mille per il commento professionale! Spero di trovarne altri! E a te è delegato il gravoso compito di (oltre che procurare Sesshomaru- o Suki- per tutte) controllare l’ic-tudine (Avalon può confermare. Amo fare neologismi) del glaciale demone. Un bacio!

 

Celina: I confetti sono finiti! Ç___ç Li ha mangiati tutti Gemellina Dolly, l’ho vista! Però ho trovato tracce di cioccolata anche sulla maglietta di Valery_ Ivanov… che dici, facciamo un salto nel fandom di Detective Conan e chiediamo aiuto? XDXDXD Un bacio! Adoro le tue recensioni dettagliate!!!!

 

Valery_Ivanov:  *__* Davvero ti sei sostituita a lei? E’ proprio quello l’intento, far identificare noi, povere donnine assetate d’amore (pfff….) con la bella (questo sì) e intelligente (ma non proprio) Sakura! Spero di sentirti presto, un bacione!

 

Darseey: La curiosità che scava il cranio… hai tutta la mia stima. Amo quell’espressione! Che devo fare per averla? XD Anche se temo che, ormai, si arrivata a scavare fino alle ginocchia…XD Mi dispiace! Spero di non averti “persa” o delusa con questo capitolo! Un bacione!

 

Poppi: vicino a Sesshy c'è da prendersi il raffreddore per quanto sia glaciale  giuro, io vi adoro!XD Vorrei fare un collage di tutte le espressioni più belle che lasciate nelle recensioni e appendermelo in camera! A me gli invitati stavano anche simpatici ma tu falli pure fuori. Più tartine per me! XD Un bacio!

 

Ary22: Jaken è tutto tuo! Ho qui un elenco della spesa di gente che vuole Sesshy! Ormai è a rischio inflazione! Spero di sentirti presto! Un bacione!

 

Owarinai yume: Tu chiedi perdono. TU? E io che dovrei fare? Spero solo di trovare ancora qualcuno interessato a questa storia perché capisco che possa sembrare dimenticata da Dio (nella fattispecie, me-autrice. XD) ma GIURO che non è così! Mi perdoni tu? Un bacio!

 

Kaimi_11: Mmm vediamo… è rimasto un fiore marcio del bouquet, va bene lo stesso come ricordino? XD Beh, che dire? Ciao, come va, tutto bene… oh, come sono banale. Comunque ripeto: Sesshy non ha cuore ma è così che ci piace! Anche se adesso, devo ammetterlo, lo sto tradendo con un sacco di gente (immaginaria, ovvioXD) Un bacione!

 

Ayrill: Beh, dopo una reazione così bella dopo il capitolo del matrimonio spero proprio che tu non mi lancerai qualcosa dopo questo! XD Un bacio!

 

Callistas: Beh, domanda difficile. Sesshomaru capirà mai? Chi vivrà vedrà! XD Per la suddivisione dei capitoli mi dispiace ma non so cosa dirti. Prima di riflettere bene e di leggere alcuni vostri commenti lo sapevo. Adesso ho deciso di cambiare la trama, RADICALMENTE, (adesso però mi soddisfa di più!) e non so proprio quanto durerà! Però assicuro che finirà! Ok, rima schifida, lo ammetto. Ma mi volete bene lo stesso, no? XD Un bacione!

 

Miriel67: Mi sento in colpa per il tacco 12… tartina? XD Solo per te, l’ultima rimasta! XD Gentilyoukai… posso adottare anche questo? Voglio adottare le vostre espressioni, vi prego! Sono troppo belle!!! Grazie mille del commento, sono contenta di averti fatto salire su una nuvoletta rosa! Spero solo che tu non sia caduta e ti sia fatta male dopo questo capitolo! XD Un bacio!

 

Uraniaglo: Uao, quanti complimenti! Grazie mille! Beh, aggiornamento fatto alla fine, no? E’ questo che conta… il concetto di presto poi è soggettivo, no? Eh? Eh? Eh? Ok, mi dispiace! Non ho parole per scusarmi! Comunque grazie mille per le belle parole e i graditissimi complimenti! Bacio!

 

Flori: Eccolo qui! ^^

 

 

 

Allora, nell’ordine:

 

-mi sono data martellate sulle ginocchia;

-ho preso a gengivate la parete;

-mi sono sorbita un film orribile che sapevo non mi sarebbe piaciuto.

-varie ed eventuali.

 

Risultato?

 

-ho un martello in meno;

-ho abbattuto la parete della camera e mia sorella vuole compostamente uccidermi;

-ho fatto strani incubi con uova e piante grasse mutanti;

-mi odio.

 

Perché dite?

Per il mostruoso ritardo.

Vi chiedo scusa.

Vi capisco se non recensite per ripicca, se vi siete dimenticate della storia, se siete arrabbiate.

Comunque la storia la continuo, sappiatelo!

E vi ringrazio davvero, davvero per le bellissime parole.

No, non prendete sotto gamba questi ringraziamenti.

E’ stato leggendo i vostri commenti che ho deciso di cambiare trama. Prendendo idee e dicendomi “Beh, se piace così tanto devo dare il meglio di me!”

Quindi questo ritardo è anche colpa vostra in fondo in fondo… (*Lete cerca di scaricare i suoi sensi di colpa sugli altri).

 

Che dire?

Spero che qualcuno si ricordi di me (cioè spero che qualcuno si ricordi di Lete… XDXDXD Oddio! Devo dirla ad Avalon questa!) e che non mi disprezziate troppo.

 

Le verdure marce nella cesta verde, quelle ancora buone nella cesta gialla, grazie.

 

Grazie davvero.

 

 

Lete

   
 
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