non solo un sogno
disclaimer: questi
personaggi non appartengono a me, ma all'autore di Ghost Hunt; questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Mai si trovava nella stanza riservata
a lei Masako e Ayako durante la loro permanenza nell’ immensa
abitazione della famiglia Kobuto, loro al momento si trovavano nella
stanza base con gli altri.
Il compito della Shibuya Psychic
Research era di esorcizzare degli spiriti di donne che infestavano
l’abitazione con urla laceranti e pianti disperati a tutte le ore
del giorno.
Naru e il gruppo si era trasferito sul
luogo di lavoro da due giorni, ancora non avevano risolto niente,
facendo ricerche avevano scoperto che nell’abitazione almeno
cinquant’anni prima uno stupratore aveva torturato e violentato
almeno dieci donne: questo spiegava la presenza dei fantasmi ma a
quanto pare un semplice esorcismo di John non era bastato e non avevano
ancora capito perché.
Mai sospirò e si lasciò
cadere all’indietro sul letto rifatto, aveva passato tutta la
mattina nella stanza base ad aspettare che gli altri tornassero dai
loro giri di perlustrazione e la cosa era stata noiosamente stancante,
senza contare che Naru aveva minacciato di non pagarle il mese di
lavoro se si fosse riaddormentata per l’ ennesima volta.
-Accidenti a lui, non sa quanto è difficile rimanere svegli quando non si ha nulla da fare?
La ragazza chiuse gli occhi e si
ritrovò nel solito posto buio con le luci che danzavano. Si
guardò intorno aspettando che spuntasse l’ospite abituale
dei suoi sogni…e infatti eccolo li: Shibuya Kazuya, Naru-chan in
persona, eppure cosi differente dal ragazzo che ogni giorni le ordinava
con la sua voce fredda –Te!- , il suo capo che non sorrideva mai
nella realtà e che nelle sue visioni era sempre sereno e
sorridente solo per lei.
Mai non potè fare a meno di
sorridere nel vederlo apparire poco fuori dal fascio di luce centrale.
Il diciassettenne fece un passo verso di lei e il suo volto illuminato
apparve teso e preoccupato, i suoi occhi blu pieni d’ansia:
-Naru? Che cosa c’ è?
-Stai attenta Mai, guardati sempre le spalle, il problema sta nelle profondità della casa…sta attenta!
Mai era confusa da queste parole, cosa voleva dirle?
Il sogno cominciò a sbiadire e
la ragazza apri gli occhi per scoprire che fuori dalle finestre il
cielo era diventato scuro:
-Devo aver dormito più del previsto…devo andare a dire a Naru quello che ho visto!
La ragazza si alzò e usci in
corridoio, solo tre porte la distanziavano dalla base…le luci
erano spente e per non inciampare in qualcosa si appoggiò alla
parete con una mano. Fece pochi passi e senti un respiro affannoso
dietro di sé, era sicuramente un uomo:
-C’è qualcuno?Naru? Bou-san? Lin-san?...
Nessuna risposta solo quel suono più vicino
-Chi è?
Appena il tempo di porre la domanda e
qualcosa la colpi alle spalle facendola cadere a terra, un liquido
caldo le bagnava la nuca e dal dolore acuto che senti capi che era
sangue. Guardò in alto e vide un uomo, anzi no, uno spirito che
la guardava dalla sua posizione eretta con uno sguardo agghiacciante e
un sorriso eccitato. La figura si abbassò su di lei, Mai ebbe
solo il tempo di gridare per poi cadere nell’oscurità.
Naru e gli altri erano tutti alla base
quando sentirono l’urlo di Mai, il gruppo si precipitò
subito nel corridoio per trovare la più completa oscurità.
-Qualcuno accenda la luce o prenda una torcia!
Il monaco corse all’interruttore
e una volta che ci fu abbastanza luce per vedere tutti si spostarono
verso la stanza delle ragazze senza però raggiungerla: John
aveva notato la macchia scura sul pavimento, si accucciò e la
sfiorò con due dita portandosele agli occhi, tutti stavano
osservando e tutti capirono contemporaneamente:
-Mai è scomparsa! Non c’ è nessun segno di lei neanche in camera.
Masako che era andata avanti tornò dal gruppo raccolto tutto intorno alla scoperta raccapricciante.
-In questa casa pare ci sia più di qualche spirito spaventato.
Naru aveva parlato con la solita voce
fredda, si girò e tornò nella stanza base dirigendosi
subito al suo portatile in cerca di ulteriori informazioni.
Tutti quanti lo seguirono a ruota preoccupati per la sorte della ragazza.
- Cos’è che non abbiamo calcolato? Cosa ci sfugge?
Naru parlava tra sé e sé ma tutti potevano sentirlo e si ponevano la sua stessa domanda.
-Ho trovato!
Il capo dell’agenzia girò il computer dall’ altro lato della scrivania cosi che gli altri potessero vedere.
Sullo schermo c’ era
l’immagine di una pagina di giornale che aveva come titolo:
SCOPERTO IL LUOGO IN CUI IL RAGNO IMPRIGIONAVA LE SUE PREDE!!!
E sotto in piccolo: in una delle
stanze della casa è stato trovato un passaggio nascosto che
conduce ad un sotterraneo, qui in una stanza, l’ uomo legava le
sue vittime a un lettino e dopo averle torturate per ore le stuprava
per poi ucciderle.
L’ uomo è stato ucciso
dall’agente che ha scoperto il nascondiglio, il passaggio
è stato murato cosi da poter dimenticare gli orrori che vi sono
stati compiuti.
-E a quanto pare anche per non lasciarli uscire.
-Allora Mai è stata presa dal fantasma dell’ uomo, l’ ha portata nel suo nascondiglio!
Era stata Kyoko a parlare, ora fissava
con aria speranzosa Naru aspettando che si alzasse e procedesse. Il
ragazzo annui, e si alzò per dirigersi verso uno scaffale.
-Prendete tutto l’occorrente per abbattere un muro, credo che ci sarà un po’ da lavorare.
Tutti si attrezzarono e iniziarono le ricerche per trovare il passaggio nascosto.
Non fu molto difficile, in una delle
due sale da pranzo della casa trovarono, togliendo la carta dalle
pareti che la muratura era differente rispetto a quella del resto della
stanza. Tutti gli sforzi si concentrarono su quel muro.
Mai ormai era scomparsa da circa due ore, nella testa di tutti i suoi compagni si ripeteva la stessa domanda: faremo in tempo?
Era buio, ancora buio.
Sapeva di essere sveglia, di avere gli occhi più spalancati che poteva ma non filtrava nessuna luce da nessuna parte.
Il dolore era in tutto il corpo, in
ogni molecola, in ogni centimetro di pelle. La tortura era cominciata
da ore, o forse erano giorni?
La ragazza non riusciva a ricordarlo,
tutto ciò che le riempiva la testa era l’agonia. In un
momento d’incoscienza, quando il dolore era stato troppo, aveva
rivisto il viso di Naru…il suo sorriso gentile che poteva vedere
solo in sogno, lui le aveva detto con la voce piena d’affetto che
presto sarebbe tutto finito, che doveva resistere solo un altro
po’.
Da quando si era risvegliata dopo la
cattura, ritrovandosi nella completa oscurità, la tortura era
iniziata incessante e senza tregua.
Si sentiva bagnata su tutto il corpo,
gli abiti, o quello che ne restava le stavano attaccati come una
seconda pelle, il sangue e il sudore erano mischiati.
Era immobilizzata ma sapeva che non
sarebbe riuscita a muoversi neanche volendo. Aveva smesso di urlare,
continuava a sentire il dolore terribile dei tagli che le venivano
inferti in continuazione ma sperare che sarebbero venuti a salvarla la
aiutava a concentrarsi su altro e la cosa non sembrava piacere al
fantasma che rinnovando gli sforzi aumentò la profondità
dei tagli facendole riperdere ancora il controllo di sé. La gola
le bruciava e la voce era rauca mentre pregava lo spirito di smettere,
di lasciarla andare, o almeno di ucciderla…
All’ improvviso cessò tutto, niente dolore, niente urla, solo oscurità e silenzio.
La speranza fece breccia nel suo cuore, forse era tutto finito?
Poi con orrore senti i propri vestiti
squarciarsi definitivamente, l’ aria congelata della stanza le
colpi la pelle ferita e sanguinante facendola rabbrividire.
Mani viscide iniziarono a carezzarle i fianchi, Mai si immobilizzò shockata, il dolore delle ferite era tremendo.
-Cosa vuoi fare?
La domanda era stata posta con un lamento, un sussurro disperato.
La risposta la sapeva già ma non voleva pensarla, non voleva focalizzarla nella sua mente.
Una risata fioca, come proveniente da
molto lontano echeggiò sulle pareti. Le mani continuarono a
spostarsi passando sui fianchi per poi fermarsi sul seno.
Mai tentò di muoversi anche se
il solo tentativo le procurava un dolore lancinante. Adesso il fantasma
era su di lei poteva sentire il gelo che proveniva da esso ancora
più pungente di quello della stanza in cui si trovavano.
I tentativi di liberarsi erano stati
completamente inutili, le cinghie che la stringevano al lettino su cui
era sdraiata non si erano smosse neanche di un millimetro.
-Qualcuno mi aiuti…NARU!!!
La luce penetrò dolorosamente
nell’oscurità squarciandola, Mai senti lo spirito
allontanarsi dal suo corpo. Poi schianti, voci tutte intorno a lei:
riconobbe a malapena il mantra del monaco, le preghiere di John, il
fischio di Lin che richiamava i suoi Shiki, le urla del fantasma che
veniva scacciato.
-Mai?
Sentire quella voce la spinse a
mettere a fuoco le immagini, girando lo sguardo vide quegli occhi verdi
cosi vicini ai suoi, cosi pieni di emozioni come non lo erano mai stati
nel mondo della realtà.
Le sue braccia erano state liberate senza che se ne accorgesse, sul suo corpo ferito e tremante era stata posata una giacca.
Senti di nuovo male in tutto il corpo
quando venne sollevata quasi senza sforzo dal lettino su cui aveva
passato un’eternità piena di disperazione.
-Naru…
Gli occhi le si chiusero senza volerlo.
Senti la persona che la portava
camminare, la presa sul suo corpo era salda. Con la testa appoggiata
sul petto del ragazzo Mai senti un cuore battere velocemente il respiro
ansimante, qualcosa di caldo e bagnato le cadde sulla guancia.
-Mai.
Il suo nome era stato pronunciato in
un sussurro rotto. La ragazza percepi le braccia di Naru che la
stringevano più forte e poi torno l’oscurità,
un’oscurità piena di pace…
Era di nuovo nel sogno, stava sdraiata per terra, Naru era li con lei, la stava abbracciando.
-Sei salva Mai, è tutto finito.
Lei stava li, ferma, ascoltando il
suono della sua voce affettuosa, godendone finche poteva, prima di
ritrovarsi con la copia fredda e distaccata che l’aspettava nella
realtà, però… Naru stava piangendo!?! Stava
davvero piangendo!
-Ora tutto andrà bene.
Mai richiuse gli occhi…
-Mai!...Mai…Mai..
Tornò ad alzare le palpebre per ritrovarsi a fissare un soffitto bianco, un ospedale?
-Mai!
La ragazza girò la testa verso
la voce…per un attimo le sembrò di trovarsi ancora nel
sogno: Naru era li, sdraiato accanto a lei, i loro volti vicinissimi.
Lui alzò la testa dal cuscino
per guardarla meglio, i suoi occhi seri ma quasi teneri la fissarono
per qualche minuto come aspettando qualcosa, poi da sotto le palpebre
semichiuse di Mai iniziarono a uscire tante lacrime, tante,
accompagnate da singhiozzi incontrollabili. Il corpo dolorante tremava,
lui attaccò il suo a quello della ragazza e la circondò
con le braccia stringendola e stando attento a non farle del male.
Naru le accarezzava i capelli e le
guance bagnate senza dire niente, solo aspettando che la sua assistente
si sfogasse completamente.
Poi tra i singhiozzi, un sussurro:
-Perdonami.
Mai guardò in alto per essere sicura di aver sentito quell’unica parola.
-Mi dispiace di averci messo tanto…
Lei anche se con molta
difficoltà, sorrise, si girò su un fianco lasciandosi
sfuggire un lamento che cercò di ignorare, determinata a
raggiungere il suo scopo. Una volta che si fu trovata faccia a faccia
con il ragazzo, rimasto immobile, allungò le braccia per
avvinghiarsi al suo collo e appoggiando la guancia sulla sua spalla si
trovò a fissare la gola di Naru. Lui la strinse allo stesso modo
sempre con attenzione.
La ragazza voleva rassicurarlo, dirgli
che stava bene ma non era sicura che la sua voce sarebbe uscita, decise
di limitarsi a posare le labbra sulla pelle pallida della gola del
ragazzo. Naru fu attraversato da un brivido, ma non si mosse.
Capi il messaggio nascosto in quell’ atto e annui senza abbassare lo sguardo sulla chioma castana di Mai.
-Ora è tutto ok.
Questa volta fu lei ad annuire, le
lacrime avevano smesso di cadere e restando cosi vicini richiuse gli
occhi e si riaddormentò. Ora sono al sicuro.
-Naru?
Nessuna risposta, il letto accanto a lei era vuoto, toccando con la mano senti la lenzuola appena tiepide.
Era sola.
La sensazione di essere abbandonata
provata in quella stanza gelida poche ore prima però, non la
sentiva più: Naru le aveva detto che tutto era a posto e lei ora
era tranquilla.
Mai, con molta fatica e vari sussulti
causati dal dolore che le attraversava ogni centimetro di pelle, riusci
a mettersi a sedere. Alzò le lenzuola per vedere il suo corpo
coperto da un kimono da ospedale e sotto di esso sentiva vari bendaggi
che le avvolgevano quasi completamente il corpo.
Con cautela si girò e
appoggiò i piedi sul pavimento freddo e sorreggendosi al letto
provò a fare un passo, era debole, le gambe le tremavano e
sentiva che non avrebbero retto per molto il suo peso. La porta si apri
in quel momento facendola sussultare.
-Mai ma che ti salta in testa!
Tutta la SPR (tranne il capo,
notò Mai) entrò di corsa nella camera. Takigawa si
affrettò a sollevarla con attenzione e a rimetterla sul letto.
-Con tutto il sangue che hai perso pretendi di andartene in giro da subito come se niente fosse, eh signorina?
-Non volevo fare niente di male era solo una prova!
Tutti quanti sospirarono esasperati;
-Mai-chan per favore cerca di avere
pazienza per una volta, anche se sappiamo come sia difficile per te
stare ferma senza far niente.
-Magari però, visto che sei
obbligata a stare ferma potresti fare la cosa che ti riesce meglio in
queste occasioni…dormi!
Mai arrossi un po’, in fondo però avevano ragione e lei lo sapeva benissimo.
-Ci proverò.
-Cosi mi piaci.
Takigawa le arruffò i capelli e
lei fece finta di fare il broncio, Kyoko si avvicinò e l’
abbracciò teneramente:
-Cerca di non farci spaventare più in questo modo, capito ragazzina, hai fatto passare a tutti un momentaccio.
Mai non rispose si limitò ad riabbracciare l’amica.
-Persino Naru-chan era preoccupato
sai, dopo che ti abbiamo salvata non ha permesso a nessuno di toccarti.
Si è occupato lui di portarti qui ed è rimasto in camera
con te fino a poco meno di mezz’ ora fa.
Mai arrossi per la seconda volta, vide
Masako verde d’invidia a qualche metro dal letto. Takigawa le
lanciò un sorrisino ammiccando e Ayako gli tirò una
gomitata nel fianco ma sorrideva anche lei.
-Bhe ora è il caso di lasciarla
riposare ci vediamo più tardi…ah dimenticavamo di dirti
che devi stare in convalescenza per una settimana. Ciao ciao!!!
Tutti uscirono chiudendo la porta dietro di sé e lasciando Mai con una faccia disperata
-UNA SETTIMANA!!!!!!
Una settimana dopo…
Mai sali i gradini che la portavano in
ufficio, l’ ospedale l’ aveva dimessa quella mattina e lei
era stata più che contentissima di andarsene. Finalmente era
libera!
Non che si sentisse sola, in fondo
venivano i ragazzi a trovarla tutti i giorni, però starsene a
letto per tutta una settimana era stato terribile!
E in più adesso aveva la
possibilità di parlare a quattr’ occhi con Naru: non erano
più restati da soli un momento, quando veniva insieme agli altri
oltre che per salutarla poi non apriva bocca.
Mai iniziava seriamente a pensare che quello in ospedale fosse stato solo un sogno…
Apri la porta e entrò nella sala di accoglienza, non c’ era nessuno.
-Naru ci sei? Lin-san?
Spalancò la porta dell’
ufficio di Naru e ci trovò lui, seduto alla scrivania davanti al
suo portatile. Quando la senti entrare alzò gli occhi dallo
schermo.
-Già tornata a lavoro? Non hai bisogno di riposarti?
-RIPOSARMI!?!?! E’ DA UNA SATTIMANA CHE NON FACCIO ALTRO CHE DORMIRE!
Naru fece un sorrisino e si alzò dalla scrivania restando in piedi davanti a essa:
-Non dovresti sottovalutare quello che ti è successo. Chiunque sarebbe esausto dopo quello che hai passato.
Mai rivide quel segno di tenerezza
negli occhi del ragazzo. Non se la senti di sopportare quello sguardo
cosi intenso e abbassò la testa fissando le proprie scarpe.
-E’ meglio che io ricominci a
passare le giornate sveglia o non riuscirò più a
distinguere i sogni dalla realtà…mi sta già
succedendo.
-Altre visioni?
Mai scosse la testa e arrossi:
-No niente del genere, almeno niente di cui preoccuparsi…
-Mai che cosa hai visto?
Naru era vicinissimo adesso, i piedi
del ragazzo erano entrati nel suo campo visivo, se avesse alzato la
testa si sarebbe trovata a pochi centimetri dal volto di lui.
-Non è niente davvero, solo te che mi consoli…
-Come hai detto?
Mai aveva pronunciato le ultime parole in un sussurro che nessuno sarebbe stato in grado di udire.
-Ho un ricordo di te nella mia camera all’ ospedale, noi due da soli, io che piango, tu che mi consoli…
A questo punto non potè evitare di alzare gli occhi per cercare una qualunque reazione nel ragazzo che le stava davanti.
Niente. Negli occhi di Naru non c’ era niente…
-Come ho detto non distinguo più il sogno dalla realtà, scusami. Vado a prepararti il tè…
La ragazza si avviò verso la
porta di nuovo a testa bassa, non per nascondere la vergogna solo per
non mostrargli le sue lacrime.
La sua mano era già sulla
maniglia quando un’ altra mano più grande e calda la prese
per un braccio facendola girare su sé stessa.
Mai guardò il volto di Naru con sorpresa.
-Non piangere…
Tutte le emozioni che la ragazza non
era riuscita a scorgere negli occhi del diciassettenne poco prima erano
tutte li ora, mischiate e alternate ma comunque li: colpa, tristezza,
forse un po’ di rabbia, ma non diretta a lei, e poi quella
tenerezza che l’ aveva colpita cosi tanto prima, solo che ora era
più forte, più calda ed era l’ emozione che
accendeva di più quelle iridi verdi.
-Naru…
Lui non le diede il tempo di finire
qualunque frase avesse potuto aver iniziato, le tappò la bocca
con le sue labbra. Nel bacio ci mise tutta la paura provata in quei
giorni, tutta la felicità per il loro ricongiungimento e tutta
la passione che provava in quel momento, lei non potè fare a
meno di rispondere con ardore approfondendo il bacio, le labbra
sigillate che si muovevano le une sulle altre senza tregua.
Le braccia di entrambi furono presto a
stringere il corpo l’ uno dell’ altra e quando si dovettero
separare per riprendere fiato si accontentarono di rimanere avvinghiati
in quel modo con il fiatone e nel caso di Mai con il volto in fiamme.
-Non sto sognando…in questo momento ne sono sicura…
THE END! XD
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