All
thing must pass
1)You
won't see me(George)
[But
I can't get through,
my
hands are tied.
I
won't want to stay,
I
don't have much to say.
But
I can turn away
and
you won't see me]
-Ci vediamo in
giro!- gridai, fuori di me dalla rabbia.
-George!-
Non risposi.
Non avevo voglia di
rispondere.
Non ne avevo motivo.
Mi affrettai a
lasciare la stanza, senza voltarmi indietro.
No, non mi sarei più
voltato.
Non avrei più
commesso lo stesso errore.
Non sarei più
caduto nello stesso tranello.
-George!- gridò
una voce alle mie spalle.
Era Paul.
Affrettai il passo,
pregando di sparire, di dissolvermi nell'aria prima che Paul mi
raggiungesse.
Ma non mi avrebbe
raggiunto.
Stavolta no.
Non mi avrebbe
fermato.
Nessuno mi avrebbe
fermato.
Avevano esagerato.
-Non
possiamo fare come dici tu, George, capisci? Quella frase non va
bene, quell'accordo è da cambiare e questa canzone...no, devi
rifare queste due strofe-
-No,
George, non va bene neanche adesso-
-Lascia
perdere, George. Ce ne occupiamo io e Paul-
Quelle frasi mi
rimbombavano nella testa come echi lontani, gli stessi echi da cui
io stavo fuggendo.
Non ne potevo più.
-No,
George. Non va bene. Lascia perdere, George. Lo faremo io e Paul. Ce
ne occuperemo io e Paul. Sistemeremo tutto io e Paul-
-Ha
ragione John, George. Sistemeremo tutto io e John-
-Adesso basta!-
Sbottai, girandomi
verso Paul, che ormai mi aveva quasi raggiunto.
-Torna da John!
Torna dal tuo vero amico!-
A quella frase Paul
mi lanciò un'ultima occhiata stizzita, dopodichè fece
dietro e front.
Chiusi gli occhi.
Aspettai.
Contai fino a cento.
Li riaprii.
Se n'era andato.
Finalmente.
Raggiunsi la
macchina, vi entrai sbattendo la portiera, che si chiuse con uno
schianto assordante e me ne andai.
Non sapevo a che
velocità stavo andando, non lo volevo neanche sapere.
Avevo superato il
limite. Poco ma sicuro.
Tra poco mi
avrebbero arrestato, ritirato la patente o forse, nel migliore dei
casi, mi sarei schiantato contro un albero e addio.
Ciao
ciao, George.
Riposa
in Pace.
Risi dei miei stessi
pensieri.
Mi sentivo un
perfetto idiota.
-Lascia
perdere, George. Lascia perdere, George-
Scoppiai di nuovo a
ridere, nonostante ridere fosse l'ultima cosa che avevo voglia di
fare, in quel momento.
E perchè non
“Sei un incapace, George?”.
Avrebbero fatto
prima.
Si sarebbero
risparmiati tanti convenevoli, tante false promesse, avrei sperato di
meno.
Ci avrei creduto di
meno.
Mi sarei scordato di
essere George Harrison, una personalità a parte, un anima a
se, il chitarrista dei Beatles.
Un uomo che poteva
ridere, piangere, essere triste o felice, o semplicemente essere
George.
Essere me stesso.
Risi di me stesso.
Speranze vane.
Speranze in fumo.
Non ero che un
ripiego, una riserva, l'amico di scorta di Paul, che ormai era
diventato l'amichetto del cuore di John.
Eh, già.
Non ero abbastanza,
per lui.
Non ero alla sua
altezza.
E lui voleva essere
il limite, l'irraggiungibile, voleva puntare in alto.
E io?
Io, semplicemente,
non puntavo.
Angolo autrice: Ciao
a tutti! Eccomi tornata, per vostra sfortuna, con una nuova fic...
Lo so, ne sto
scrivendo centinaia, il punto è che non riesco proprio a farne
a meno. Con tutte le idee che mi frullano per la testa in questo
periodo...
Allora, questa nuova
fic parlerà dello scioglimento dei Beatles, dei sentimenti dei
vari componenti, dei loro pensieri e delle loro decisioni.
Ho voluto cominciare
da George, prendendo spunto da un fatto realmente accaduto e una
frase che ha davvero pronunciato.
-Ci vediamo in giro-
Per questo ho
raccolto informazioni sui libri...
Da lì ho
immaginato i sentimenti, la rabbia di George dopo aver litigato con
George.
Il suo sentirsi
schiacciato da Paul e George, di sentire schiacciato il suo impulso
creativo.
Il suo rammarico nei
confronti di Paul, la sua rabbia nei confronti di John.
Spero di aver reso
l'idea...
Scusatemi se scrivo
quasi una fic ogni giorno...ma le idee non le posso fermare,
purtroppo...il bello è che poi quest'idea mi è venuta
mentre stavo facendo i compiti di matematica...boh!
Comunque spero che
vi piaccia...
A presto
Martina
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