E siamo giunti alla fine.
ShikaTema. Per Clà,
Elison, Lalani, Saretta (ecco la tua sorpresa), Vale e tutte le mosche nere
che mi stanno seguendo(?), sperando di farvi ridere.
Buon Natale ^_^
Capitolo 10.
Era tutta la sera che subiva
senza rispondere, mai, nemmeno una
volta, a nessuna provocazione. Ma lui era un uomo, per la miseria!
Era quasi mattina, era stanco e
infastidito. E ubriaco.
“Ora basta!” aveva detto con tono
stranamente sicuro, alzandosi di scatto e avvicinandosi a lei. E Temari non aveva nemmeno fatto in tempo a capire cosa
stesse accadendo, che si ritrovò presa di peso e posata sulla sua spalla come
un sacco, per essere poi strascinata via.
“Mettimi giù!” aveva urlato, ma Shikamaru si era già richiuso la porta della suite alle
spalle, e ora camminava a passo veloce per il corridoio di moquette rossa, fino
all’ascensore. “Shikamaru, se non
mi lasci ti uccido! Qui! Non me ne importa niente se
poi mi faranno pulire le pareti dal tuo sangue!” lo aveva minacciato, sibilando.
Ma lui si era limitato al
silenzio, entrando nell’ascensore e digitando il piano terra.
“Mi hai sentito?” alzò la voce
lei, infastidita. “Lasciami!”
“Sta’ zitta” le disse seriamente,
facendola tacere per due secondi.
Poi sbottò di nuovo, appena fuori
dall’ascensore. “Ma come ti permetti? Ehi! E dai, ci stanno
guardando tutti, lasciami!” provò a supplicarlo, notando le occhiate divertite
degli altri, mentre lui la trasportava nella hall del casinò. “Dimmi
almeno dove stiamo andando”.
“A farti stare zitta una volta per
sempre” disse lapidario, mentre un brivido di freddo – o di paura – passò sulla
schiena di Temari.
Voleva ucciderla? Solo per averlo
seccato tutta la sera? Eppure pensava ci fosse abituato…
“Amore, ma che-” provò, più
accondiscendente, ma la sua voce la interruppe.
“Kankuro”
chiamò lui, notando il gruppetto dei suoi tre amici ancora seduti fiaccamente
su un divanetto in pelle, a sorseggiare qualcosa di forte. Il diretto
interessato alzò stancamente il viso scavato, mentre gli altri due rimanevano
assorti nella contemplazione dell’oliva che danzava placidamente nell’alcool.
“Vado a sposarmi tua sorella” lo informò, per poi riprendere a camminare più
celermente di prima.
Quel peso
sulle spalle non è che fosse indifferente…
Temari
sgranò gli occhi, notando come anche le facce di Kiba
e Choji riflettessero la sua. Spaesati e increduli. Kankuro, invece,
si limitò ad alzare la mano in segno di saluto, e a borbottare un
“Felicitazioni e figlie femmine. Se il maschio
prendesse i miei geni…”
“Cosa?!”
gridò Temari, concentrando la sua attenzione su Shikamaru, che ormai si era lasciato alle spalle il triste
terzetto.
“Hai capito bene” commentò lui.
“Mettimi giù!” si agitò ancora, e
stavolta lui la fece scendere. Temari gli diede un
piccolo pugno sul torace – che lo fece indietreggiare di un passo – e poi
disse, seria e minacciosa: “Non farlo mai più”.
“Scusa” sbuffò lui, infilando le
mani in tasca ed entrando in un corridoio. Temari non
ci poteva credere, quello che lui aveva detto a suo fratello era davvero… la
verità? Shikamaru la voleva sposare? Adesso?
“Non vieni?” la chiamò, dopo che
finì di parlare con una donna dietro a una scrivania. E lei deglutì a vuoto,
avvicinandosi piano. “Hai paura?” scherzò lui.
“Figurati!” negò, con tono deciso
e freddo. Gli prese una mano con la sua e lo trascinò su una fila di sedie, in
attesa.
Rimasero in silenzio per qualche
minuto, assorti nei loro pensieri e nello stordimento dell’alcool, poi Shikamaru disse: “Quanto pensi che abbiamo bevuto,
stanotte?”
“Tanto, se siamo finiti qui”
spiegò lei, poggiando la testa sulla sua spalla.
Lui mugugnò un assenso, iniziando
ad accarezzarle i capelli. “Sarà un disastro”.
“Sì. Mi sposo con un vestito
rosso, fin troppo corto. Non credo porti molto bene…”
“Meglio il tuo che quello lì”
disse, indicando un’altra coppia davanti a loro e il vaporoso vestito rosa della futura sposa.
“Infatti
apprezza pure lo sposo” ghignò lei.
“Ma ti sta guardando le gambe?”
chiese Shikamaru, sconvolto – e parzialmente geloso.
“Sempre così sveglio, tu” lo
prese in giro, ridacchiando.
“Dovrebbe
pensare alla sua, di ragazza. Non alla mia” precisò,
posando una mano sul ginocchio di lei.
“Leva subito quella mano se non
vuoi morire” lo avvisò, e lui obbedì immediatamente.
“Mh”
borbottò. “Potrei mettermi a fissare le gambe di quella lì, dato che lui
insiste con le tue” la provocò.
“Fai pure” stette al gioco, con
noncuranza.
Lui sospirò, stringendosela
contro. “Non potrei mai..” le disse, sorridendo e
guardandola negli occhi.
“E perché?” chiese fintamente ingenua
lei, avvicinandosi e socchiudendo gli occhi, piano.
Dopo aver sfiorato le sue labbra,
Shikamaru si fermò. “Perché la gonna del vestito le
copre interamente le gambe fino a terra” precisò.
“Ma che l’hai guardata davvero?”
sbottò lei, allontanandosi e fissando con astio l’altra coppia.
“No” ridacchiò. “Ma quel vestito
non passa inosservato” le fece notare. E lei si ritrovò a dargli ragione,
scrollando le spalle.
“Ehi” gli disse poi. “Perché mi
vuoi sposare?”
“Perché sono ubriaco” rispose.
“Ottimo, racconteremo questo
momento romantico ai nostri figli” e si ritrovarono entrambi a ridacchiare.
Poi Temari
sospirò. “Non posso sposarmi con questo vestito”.
“E perché?
Non è poi così male… Tranne quando era coperto dalle mani di
Rock Lee” le fece sapere.
E lei sorrise. “Ma allora te ne
sei accorto!”
“Era impossibile il contrario,
gli hai ballato appiccicata tutta la notte. Davanti a me”.
“Oh, potevi prendere il suo
posto”.
Shikamaru
sbuffò. “Lo sai che…”
“Sì, sì, va bene” lo anticipò.
“Non importa” disse, riavvicinandosi al suo viso.
“No?”
“No” confermò.
“E perché?” provò, cauto.
Temari
rise. “Perché sono ubriaca”.
“Ah. Anche io” ammise lui, scrollando le spalle e sfiorandole le labbra.
“Insomma!
Nara e Sabaku-qualcosa,
ci siete?” una voce li ridestò all’improvviso, facendoli allontanare.
Un uomo che non arrivava ai
trent’anni, pallido e con un’espressione da schiaffi, se ne stava al centro del
corridoio, una mano su un fianco – come una vecchia comare – e l’altra che
teneva una lista.
“E questo da dove è uscito?”
chiese Temari.
“Ci siamo” lo informò pigramente Shikamaru, alzando il tono di voce.
L’uomo spostò lo sguardo sulla
coppia, iroso. “E’ la terza volta che vi chiamo! Avete tutto il tempo che volete dopo
per queste cose, ora non mi seccate ed entrate” li sgridò, rientrando nella
stanzetta che fungeva da cappella.
Una delle
tante, a Las Vegas…
I due si guardarono sconcertati,
poi si fecero coraggio, e mano nella mano si avviarono verso la stanza.
Temari
sospirò. “Sicuro?”
“Sì” rispose deciso lui,
stringendole le dita.
Si ritrovarono in una cappella
decisamente fuori dal comune – ma cosa
a Las Vegas era comune? – con arredi viola (in tinta con gli occhi dell’uomo di
prima, notò Temari) e luci soffuse. Sembrava, più che
una cappella, una tomba.
“Hai scelto l’ambientazione del
conte Dracula?” gli chiese lei in un sussurro, mentre si avvicinavano
all’altare.
“Era l’unica disponibile” si
scusò, deglutendo a vuoto.
“Vi date una mossa?” li apostrofò
l’uomo, che assunse il suo ruolo di prete. “Per colpa vostra sono in ritardo,
quindi faremo un rito veloce” fece sapere loro, aprendo un libretto nero.
“Ma se eravamo gli unici in
fila…” bisbigliò Shikamaru.
“Ma è scemo?” domandò retorica Temari.
“Allora, tu, ragazzo, Shika-ehm-maru
Nara e tu, Sabaku no-ehm-ma che
razza di cognome è?”
“Sabaku! Si legge Sabaku no
Temari! Ma sei idiota?” sbottò lei,
punta sul vivo.
L’uomo alzò appena gli occhi
violetti su di lei. “Come vuoi” e scrollò le spalle. “Tu, Shika-com’è-che-era? Nara e tu, ragazza seccante dalla
lingua lunga” li chiamò, mentre Temari sbuffava e Shikamaru annuiva piano. “Con il potere conferitomi
dal Dio Jashin-”
“Chi?!”
se ne uscì Temari, curiosa, mentre il ragazzo si
sbatteva una mano in fronte.
L’uomo se ne rimase impassibile,
mentre un sopracciglio raggiungeva picchi stellari. “Senti un po’, ragazzina dal nome ridicolo e dal cognome ancora più
impronunciabile…”
“Ehi!”
“Siete nella mia cappella e vi
sposerete come dico io, chiaro?” continuò quello.
Temari
era pronta a ribattere, ma Shikamaru la fermò.
“Continui pure, grazie”.
L’altro riprese contegno
tossicchiando un paio di volte, borbottando uno “Stupidi
giapponesi dai nomi assurdi”, e poi riprese a leggere. “Insomma, voi due, vi dichiaro marito e moglie. Fermi!” li bloccò, prima che si baciassero. “Prima vi dovete
scambiare gli anelli” disse noncurante, guardandosi le unghie di una mano.
I due prima lo guardarono furiosi
per l’interruzione, poi curiosi, infine sconvolti.
“Cazzo” imprecò Shikamaru.
“Ehi! Siamo in una chiesa” lo sgridò l’altro.
Temari
lo fissò. “Non possiamo fare senza?”
“No!
Ragazzina, ovvio che no! Ma che domande idiote fai?
Che matrimonio è senza fedi?” le disse, guardandola
scioccato.
Lei sbuffò, imbronciandosi. “E
quindi?”
“Ehm, ora trovo una soluzione”
pensò Shikamaru.
Ma Temari
fu più svelta. Si alzò sulle punte dei piedi e gli si avvicinò, sfiorandogli la
testa con la mano. Arrivò all’elastico che teneva i suoi capelli nella solita
coda alta, e lo tirò via.
“Fai piano almeno!” si lamentò
lui.
“E non piagnucolare sempre!” lo
riprese. “Toh, ecco qui la tua soluzione” ghignò, mostrandogli l’elastico nero.
Lui lo prese e sorrise. “Con
questo anello, io ti sposo” recitò,
prendendole la mano destra – che lei puntualmente cambiò in quella sinistra,
alzando gli occhi al cielo – e passandole il nastro più volte intorno
all’anulare.
“Ehi, quella battuta non c’era!”
commentò il prete, cercando in diverse pagine del suo libretto. “O forse sì?”
E mentre quello era ancora preso
a cercare, Shikamaru portò una mano al viso di Temari, e le sfilò poi l’elastico di uno dei codini,
porgendoglielo con un sorriso.
Lei lo accettò subito,
prendendogli la mano e infilandolo al suo dito. “Con questo anello, io ti
sposo” recitò anche lei. “Contento ora?” ghignò.
“Quasi” disse, prendendola poi
per la vita e stringendosela contro, per darle un bacio intenso. Che non
terminò troppo presto.
“I prossimi!” urlò la voce del
prete. “Voi due, vi levate da qui? Via, su! Ci sono
quasi quattromila camere in questo casinò, non dovete consumare per forza nella
mia cappella! Non rompete, via!” li scacciò, e loro due,
interrotti a malincuore, si allontanarono da quel posto.
“Non ha suonato nemmeno una
marcia nuziale…” si lamentò Temari.
“Meglio così, come minimo era una
marcia funebre” costatò lui. Ed entrambi rabbrividirono.
Uscirono da quel lungo corridoio
pieno di cappelle, per arrivare nella hall del palazzo. Fuori, le prime luci
dell’alba rischiaravano l’ambiente, riflettendosi sull’acqua della fontana.
“E’ mattina, ormai” disse Shikamaru.
“Mh”.
“Questa notte è già finita…”
“Mh”.
“Penso che questa festa di laurea
non ce la scorderemo tanto facilmente”.
“Sicuro”.
Lui la guardò, curioso. “Che ne
pensi?”
“Che non è stata poi così male”
ammise sorridendo, guardando la sua mano sinistra, tesa avanti a lei, e il
nastro nero avvolto attorno al suo dito.
Lui sorrise a sua volta,
intrecciando le loro dita insieme.
“Forse dovremmo prenderci un po’
di tempo per noi, signora Nara” le sussurrò, dandole
un bacio sulla tempia.
“Penso che sia un’idea geniale,
signor Sabaku” sorrise in modo furbo, passandogli il
braccio intorno alla vita e stringendosi a lui.
Videro il sole alzarsi
lentamente, e le luci al neon che affollavano la via spegnersi inesorabilmente.
Un uomo faceva le pulizie in un angolo, un gruppo di cameriere visibilmente
stanche parlottava piano e gli ultimi giocatori uscivano dall’edificio,
sfilandosi giacca e cravatta e costatando che era appena iniziata un’altra
giornata di afa.
Anche a Las Vegas la vita seguiva
il suo corso normale, se ci si faceva bene attenzione. Era solo nascosta sotto
le luci accecanti di un neon, assopita dietro la musica assordante e tanta –
troppa – libertà.
Ma era lì, oltre Sin City, oltre
la Capitale mondiale del divertimento, oltre la finzione che regnava in
quell’oasi di paradiso infernale sperduta in mezzo al deserto.
In fondo,
dicevano che la normalità portava alla follia! *
“Che diremo agli altri?” chiese Shikamaru dopo un po’, conducendo poi Temari
verso la grande porta a vetri che fungeva da entrata – o da uscita, in quel
caso.
Lei sorrise. “Che era la nostra
serata fortunata”.
I would've
married you in Vegas
And you've given me the chance to say "I
do"
“Vegas” - All Time Low
FINE
Note: non vi strappate i capelli, manca l’epilogo.
Ed ecco qui anche l’ultimo dell’Akatsuki: il nostro caro(?) Hidan. Ho davvero fatto sposare Shikamaru
e Temari da Hidan? Ops…
Non so se al
Bellagio ci siano delle cappelle per sposarsi, non
credo proprio, ma prendetela come una AU in un universo alternativo al nostro,
uguale spiccicato, ma cambia solo la presenza al Bellagio
delle cappelle. Insomma, non potevo farli uscire o mi saltava la conclusione.
*Siate folli per non essere
normali… Perché la normalità vi porterà alla follia (Jim Morrison).
Risposte ai commenti:
Saretta: ma vedere accenni neri anche dove non ce ne sono è un bene *-*
sono molto fiera di te. I geni sono scemi, soprattutto se sono orgogliosi tanto
quanto questi qui XD non sanno comportarsi con le donne, nessuno di loro =_= sono
contenta che il NejiTen ti sia piaciuto *-* sono così
carini (lei è la ragazza del genio, ricorda niente? *ammicca*).
Il trio sfigato lo adotterò, mi è troppo dispiaciuto trattarli male(?)… E hai fatto bene ad essere preoccupata dall’ultima
frase shikatemosa del capitolo, hai visto? Non è Las
Vegas senza un matrimonio, e casualmente proprio ho scelto loro due. La tua
sorpresina era la presenza di Hidan XD So che lui ti
piace, a me no, e si è visto in questo capitolo, l’ho trattato da scemo XD Per
questo ero incerta se la sorpresa ti sarebbe piaciuta ^^”
Vabbe’,
rubo la rivista di moda di Gaara e fuggo via XD Ciao ^^
Elison: neronero è stato, mia cara *-* piaciuto
il matrimonio? XD Ci voleva proprio un sano momento nero! Dopo tutto il casino
della fic poi… Eh, chi lo sa, magari Kakuzu era anche il banchiere oltre che ballerino (per
arrotondare balla). Sono contenta che ti sia piaciuta l’idea dell’Akatsuki XD E il NejiTen è un pair così carino (che non so
muovere XD) ^^ Grazie mille del commento, ciao!
Lalani: non ho mai letto una NejiTen, sarò
sincera (a parte la tua, che ho casualmente richiesto io XD e quella di una mia
amica), quindi non ho la più pallida idea di come venga trattato il pair. Proprio per questo non sapevo bene come trattarli, se
erano IC o se la mia idea di loro era banale e già vista. Se mi dici che la mia
visione è diversa dal fandom ma comunque corretta mi
fai felice XD Anche perché tendo sempre poco a basarmi sul fandom,
ma più a scrivere su quello che penso io di una determinata coppia. Se poi
coincide con il fandom, tanto meglio (più lettori?
Boh). Comunque la giudice stessa mi ha detto che Tenten era un pochino OOC, troppo freddina,
e le do pienamente ragione (: l’ho trovata difficilissima da trattare questa
coppia, e credo che me ne tornerò nel nero senza uscirne per un bel po’ (magari
qualche incursione rosa, che ne dici? XD). Neji lo vedo maturo e accondiscendente, insomma, con Tenten non è mai stato freddo, e poi dopo l’incontro con Naruto è cambiato così tanto… non riesco a vederlo soltanto
come ghiacciolo insensibile XD E’ un tipo sulle sue, questo sì. Ma per niente
simile a Sasuke, ecco. Ma lasciando perdere il tuo
amore, è vero che Gaara che legge la rivista di moda
è puccioso? *-* me lo immagino così bene *-* Oh, che puccio meravigliosamente dolce che è! (mezz’ora
a difendere l’IC di Neji, ricordiamolo XD e poi me ne
esco così con Gaara XD). Ed ecco il capitolo nero
anche per te *-* Grazie mille del commento, ciao ^_^
Rinalamisteriosa: yes, a Hidan
il peggio! XD Gli ho fatto fare il prete scemo che ha sposato Shikamaru e Temari! Sposati *O*
Ok, torno tra voi comuni mortali. Dicevamo di Hidan,
mancava solo lui. Spero che il capitolo sia stato interessante come la tua
curiosità si aspettava ^^ Io amo questi due, lo sai XD Per il resto, la
panoramica è stata un po’ pietosa, a fine nottata sono ridotti tutti ad uno
straccio: i tre al bar a bere, Sasuke in coma XD, Naruto svenuto (meno male che ha Hinata
^_-) come Ino, Gaara che
non sa come passare il tempo e legge XD Rock Lee… non ne parliamo nemmeno. Sono
contenta che il NejiTen ti sia piaciuto, ma è tanto
difficile come pair. Grazie
mille del commento, ciao!! ^^
Vale: ma cacchio! Vai a dormire la notte di Natale alle 3! Non mi
lasciare commenti! XD Ora, dato che per te è una vendetta, la mia sarà una
contro-vendetta. Vero che sono carini Neji e Tenten? *-* Io amo Paris, la
torre Eiffel dovevo infilarcela nella fic XD Eh sì, i
nostri beneamini… *-* nero nero come piace a noi! Eh, un trapianto di cervello…
Solo perché leggi la mia fic? :P
A Valentì, ma nd’annamo noi a Las Vegas che tanto ci ubriachiamo pure con la
coca-cola? Mah.
Ok, ecco la mia vendetta: non hai
nominato Kankuro, molto male! Ne approfitto allora
per scrivere uno spin-off su di lui, magari di un suo viaggio in qualche altra
città, con… uhm… fammi pensare bene… sì, ci sono! Con Ino
*ammicca ridendo*
Ciau.