Now
I could go anywhere with you and I'd probably be happy
“Ehi.” Ted saluta
Lily con un sorriso e con le mani in tasca.
“Ehi.” risponde Lily,
osservando curiosa la nuvoletta biancastra di vapore che si era
formata appena il suo sospiro era uscito di bocca.
Novembre. Il suo mese
preferito.
Il mese più freddo e
buio che ci fosse.
Ted la osserva, mentre si
sfrega le mani per riscaldarsele e sorride.
“Che hai da guardarmi
così?” Lily lo fissa dal basso, corrucciata.
“Niente.” si affretta
a negare Ted, colto come sempre alla sprovvista.
I bei propositi di prima
sembravano già svaniti, non appena lei si era fatta vicina.
In fondo, andava bene
così, più o meno.
“Ok. Andiamo, Ted?”
Lily ha voglia di prenderlo per mano, di stringere le dita sottili,
fredde e affusolate di Ted tra le sue rese impacciate dalla lana. Ha
voglia di sentirlo vicino.
Ma si sente sciocca, a
pensare che sia tutto così semplice, a pensare di nuovo quello che
ha immaginato prima.
Camminano in silenzio per
Diagon Alley, osservando i passanti che si affrettano a terminare le
ultime commissioni, streghe imbacuccate in mantelli pesanti che
stringono bambini curiosi, sempre pronti a trovare una nuova vetrina
da guardare.
Gli impiegati del
Ministero spiccano in quella piccola folla per i loro completi
gessati o di tinte scure, per la ventiquattr'ore stretta alla mano
destra, per le chiacchiere d'affari che intrattengono sino a quando
non arrivano, a gruppetti di tre o quattro, al pub dell'angolo più
vicino, di cui aprono la porta, pronti per gustarsi un boccale di
Burrobirra o un caldo bicchiere di vin brulè.
“Vuoi del vin brulè?”
chiede Ted, intercettando gli occhi di Lily che si posano su un mago
che esce dal pub portando in mano due bicchieri fumanti di vino
caldo. La sua compagna, una collega, probabilmente, ha già preso
posto appoggiata alla stufa più vicina e gli fa cenno di sbrigarsi.
“Magari. Anzi no, no
Ted. Andiamo avanti a camminare. Ho voglia di camminare. Sono rimasta
chiusa in quella sartoria per tutto il giorno. Tu, come è andata al
giornale?” Lily si sistema la cuffia e riprendere a muoversi, con
passo svelto.
Ted le sta dietro e le
racconta del nuovo articolo che gli hanno commissionato, un brano
d'opinione sui recenti accordi tra il Ministero e la società che
gestiva il trasporto per mezzo dei tappeti volanti.
“Tranquillo, Ted,
quello che pensi tu sarà fondamentale per le sorti del Paese!”
esclama Lily, fissando il Tamigi che spuntava da lontano.
“Non so, Lils, non
so... sai, a volte penso che sono stufo di scrivere queste cose che
non interessano a nessuno. Vorrei fare di più. Ti ricordi che
settimana scorsa ho fatto quel colloquio all' Oracle Times? Ecco, mi
hanno richiamato e...”
“E? Avanti, Teddy,
dimmi!” Lily grida e spaventa un bambino che sta comprando un
palloncino a forma di ippogrifo da un venditore ambulante.
“E- Ted inspira ed
espira- e mi hanno detto che gli piace il mio stile e che hanno
bisogno di un corrispondente a Dublino. Vorrebbero che andassi lì.”
“Oh Merlino! Ted è
fantastico, non credi? Non trovi che sia meraviglioso? Saresti il
corrispondente all'estero dell'Oracle Times, ci pensi?” la voce di
Lily è carica d'entusiasmo.
Di entusiasmo troppo
esagerato, per essere sincero.
“Sì, sì. E' una
notizia meravigliosa, Lils. E' solo che non lo so se partire è
davvero la cosa migliore...Voglio dire, lo so che è l'occasione che
aspetto da una vita, ma prima di partire, vorrei avere una certezza.”
Ted si ferma, gesticola, si appoggia alla ringhiera della barriera
che da sul Tamigi.
Lily si ferma di fronte a
lui.
“Come sarebbe dire
certezza? Ted Remus Lupin, ti stanno offrendo il posto di
corrispondente all'estero! Non puoi non accettare, non ha senso!”
Lily sa di non potergli dire di non andare, di non lasciarla da sola,
non sarebbe giusto.
Avrà tempo per dirgli
che le mancherà. Ora deve lasciarlo andare.
“No, no, non hai
capito!” Ted le blocca le parole in gola.
“Non parlavo di quelle
certezze! Parlavo di altre certezze! Non posso andare senza sapere
Lily, capisci?”
“Sapere cosa? Che
certezze? Ted, cosa vai farneticando?”
Ted improvvisa un sorriso
sghembo.
“Lo sai cosa
succederebbe se stessi zitta per un secondo?”
Lily lo guarda per un
attimo, intontita, interdetta, imbarazzata.
Aveva capito.
Aveva immaginato.
Aveva sospettato cosa
potesse succedere.
Ted era davanti a lei,
con le mani dolcemente appoggiate sui suoi fianchi, mentre lei faceva
lo stesso con le sue spalle.
Scuote la testa, Lily,
troppo incredula per pensare che possa succedere per davvero.
Ted non sarebbe mai stato
in grado di buttare alle ortiche in un secondo tutte le sue
convinzioni sull 'età, sulla troppo particolare relazione che li
lega.
Ma Ted la sta guardando
con il suo sorriso più tenero, quello che riserva solo a lei.
Si avvicina piano, senza
smettere di guardarla e Lily, prima di rendersi conto di cosa stesse
succedendo, si ritrova a ricambiare il suo bacio, timido all'inizio e
poi via via più coraggioso.
“Il fatto è che, Lils-
Ted si ferma, ansimante. Avrebbero voluto entrambi prolungare quel
bacio, ma prima, prima c'era una cosa che dovevano sistemare.-è che
dovevo davvero dirtelo. Capisci?” Lily comprende che si riferisce
al lavoro, alla possibilità di trasferirsi in Irlanda.
Lo guarda, sgrana gli
occhi.
“Potrei andare dovunque
con te, Ted, e probabilmente sarei felice.”.
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