La
mattina seguente Hermione fu completamente aggredita da Ginny che la
bombardò di una miriade di domande.
Cavoli,
già alle sette e mezza di mattina c’è
gente che
stressa!
“Allora,
Herm? Mi dici dove diavolo eri ieri sera? E perché non ti
sei
più fatta vedere?”
“Ero
alla Torre di Astronomia, Gin, te l’ho già detto.
Avevo
bisogno di stare un po’ da sola”
“Certo.
E io dovrei crederti?”
“Perché
no?” chiese la riccia, per niente sorpresa
dall’atteggiamento
della rossina nei suoi confronti. Faceva benissimo a dubitare.
“Perché
non sai mentire abbastanza bene da fregare la sottoscritta.”
“Ma
Gin, ..” cercò di dire Hermione senza successo.
“Tesoro,
ti ricordo che non sono Harry, ne tantomeno quell’idiota di
mio
fratello Ron. Ci vuole ben altro, credimi. Riprova la prossima volta,
magari sarai più fortunata”
“E
va bene. Tanto con te non ho speranze. Giusto?”
“Giustissimo!
Dai, ora dimmi perché sei uscita così di fretta
dalla
Sala Grande.”
Non
era una domanda, ne una richiesta. Ginny voleva assolutamente
saperlo, quindi suonava più come un ordine. Di conseguenza,
Hermione dovette sputare il rospo.
“Per
via di Malfoy. Mi sentivo in soggezione.”
“Ah!
Ora capisco. Ma non puoi di certo essere stata tutta sera nella Torre
di Astronomia!” insistette la piccola di casa Weasley.
“Infatti
no. Ho visto Draco da solo al Lago Nero. Così sono scesa, mi
sono trasformata e mi sono avvicinata a lui.”
Inutile
descrivere Ginny. Sotto shock! E a bocca spalancata ovviamente, come
è ovvio che Hermione le raccontò tutto nei minimi
dettagli.
Alla
fine Ginny riuscì solamente a dire:
“O-mio-Dio!
Ma tu sei un genio Hermione!” dopodiché le
saltò in
braccio per la gioia.
“Sul
serio, complimentoni per la geniale idea! Solo che prima o poi dovrai
dirglielo. E secondo me è meglio che glielo dica tu
piuttosto
che lo venga a sapere da qualcun altro o peggio, ti scopra! Immagina
il casino. Rischieresti di mandare tutto all’aria.”
“Lo
so, ma non mi sembra il momento ora e poi non saprei proprio come
fare. Ho paura di rovinare tutto quanto.”
“Dai,
ora non pensarci troppo. Quando sarà il momento ti
preoccuperai fino a bruciare tutti i tuoi neuroni.”
“Esagerata!
E comunque spero che tu abbia ragione.” Disse la riccia poco
convinta.
Finito
di prepararsi, le ragazze scesero in Sala Grande per colazione, dopo
la quale le avrebbero attese le lezioni.
Mentre
Ginny ed Hermione discutevano in camera loro, qualcuno nei
sotterranei stava facendo la stessa cosa con il proprio migliore
amico.
Avete
letto benissimo invece, non è un'allucinazione!
Draco
aveva raccontato tutto a Blaise che in quel preciso istante sembrava
la versione maschile e soprattutto Serpeverde, di Ginny quando
Hermione le aveva detto di Malfoy.
Povero
Blaise.
Aveva
dovuto sorbirsi tutte le seghe mentali del compare sia sulla pantera
che, e in particolar modo, sulla Granger.
Sì,
perché Draco gli aveva raccontato dell’infatuazione
per la bella Regina di Grifondoro.
“Cazzo,
Dra! Quella non è un infatuazione, amico mio! Tu sei
innamorato perso!”
“Ma
non dire stronzate, Blaise. Un Malfoy non può
innamorarsi!”
disse Draco per poi pensare “Almeno così
credevo”
“Sveglia,
Draco Lucius Malfoy! Sei innamorato della tua Mezzosangue, non
c’è
altra spiegazione. Avresti dovuto sentirti come parlavi di lei, non
è
da te. avrei dovuto registrarti e poi farti riascoltare tutto quello
che hai detto.” Aveva detto Blaise.
Al
che il biondo s’era arreso. “Ok. E se anche fosse?
Che faccio?
Mica posso andare a dirglielo.”
“Se
non glielo dici mi spieghi come può capirlo. Da te
oltretutto,
la persona più difficile da capire a questo mondo.”
“Hai
ragione, stavolta. Ci penserò. Grazie per avermi sopportato,
eh” disse Draco.
“Figurati,
Dra. Servo anche a questo” sorrise il moro.
E
scesero anche loro per la colazione in Sala Grande.
Sala
Grande…
Dal
tavolo di Grifondoro, una ragazza riccia del sesto anno, lanciava di
continuo occhiate al tavolo di serpeverde e qualcun altro, biondo e
maledettamente bello e attraente, faceva altrettanto.
Il
tutto sotto lo sguardo vigile e divertito dei corrispettivi due
migliori amici.
“Dra,
piantala o prima o poi quella si accorge. Sai benissimo che non
è
stupida! Non è una di quelle oche che ti girano
attorno”
“Oh,
ma fatti i cazzi tuoi Blaise”
“Come
vuoi amico. Ti ricordo solo che stai giocando col fuoco e..”
“Sì,
lo so. Un giorno o l’altro mi scotterò”
cantilenò
il biondo, mentre Blaise Zabini sghignazzava.
Sul
lato opposto della sala accadeva pressoché la stessa cosa.
“Herm,
ma sei matta. Guarda che Harry e Ron sospettano già qualcosa
e
se continui così non saprò più cosa
raccontar
loro”
“E
io cosa ci posso fare se non riesco a smettere di guardarlo. Dico, ma
l’hai mai guardato bene!?”
“Sì,
‘Mione, so come è Malfoy, ma ti prego: non
incantarti a
guardarlo! Interrompi il contatto visivo ogni tanto e sbatti le
palpebre o ti si seccheranno gli occhi. E bada che se non lo farai da
sola, sarò costretta a bendarti.”
“Uffa!
Dai, andiamo a lezione. Harry, Ron! Forza o faremo tardi! Ci vediamo
Gin”
“Ciao,
Hermione” rispose la rossa mentre si avviava alle sue lezioni.
Il
famoso trio si dirigeva verso i sotterranei, quando il destino volle
che s’imbatterono in Malfoy e Zabini.
“Mannaggia!
Non bastava sorbirseli due ore di prima mattina con Piton. Anche in
corridoio adesso” sbuffò Ron.
“Che
hai pezzente Weasley? Sono io che dovrei lamentarvi della vostra
presenza, non tu della mia. Dovresti pure ritenerti fortunato che
cammini sulla terra che pesto io e respiri la mia aria.”
Disse
Malfoy ghignando e alludendo al rosso e al bambino sopravvissuto.
Nel
sentirsi chiamare –pezzente- per l’ennesima volta,
Ron divenne
dello stesso colore dei suoi capelli e fece per alzare le mani, ma
un’Hermione coi riflessi più che pronti lo
bloccò con
una presa decisa e salda al braccio.
“Ron,
per favore, non farci caso e andiamo.” E rivolse uno sguardo
veloce
al biondo Serpeverde che disse gentilmente “Buongiorno,
Mezzosangue” sempre sghignazzando per non dare troppo
nell’occhio.
La
ragazza fece solo in tempo a sgranare gli occhi che di colpo venne
trascinata in aula da Harry perché stava arrivando Piton.
Il
professore non sembrava molto contento di vedere ancora dei suoi
studenti fuori dalla classe.
Una
volta seduti, Blaise sussurrò al compagno di banco
“Almeno
stamattina ti sei dimostrato gentile. Un passo avanti”
Draco
non disse niente e continuò a scrivere gli ingredienti di
una
pozione segnata alla lavagna, ma sul suo viso fece capolino un
sorriso.
*angolino dell'autrice*
oggi per mancanza di tempo mi limito a postare e a ringraziare
velocemente chi ha recensito e tutti i lettori.. spero di poter
aggiornare in tempi relativamente brevi la storia così non
vi annoiate e non perdiate il filo..
bacissimi! Cassy
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