Bianco
I suoi pensieri erano …
bianchi.
Tutti bianchi.
Tutto dentro la sua testa era di quel
colore ed era come se
anche una barriera di bianco si espandesse lungo tutto il suo corpo e
gli
impedisse di sentire nitidamente ciò che era intorno a lui.
Ogni suono
gli
arrivava come una vibrazione lontana.
Vedeva ma non guardava.
Anche le immagini erano a
rallentatore.
“sei
agitato?”
“…”
“ehi
Shika, sei
agitato?”
Una voce accompagnata da uno scossone
lo riportò alla
realtà.
Quasi
sobbalzò.
Era solo Choji.
L’Akimichi lo
guardò con circospezione, si sentiva fissato
ma notava che l’amico in realtà non lo stava
guardando.
“mmm..”
formulò il Nara in risposta
“ho capito … sei
agitato” sorrise il giovane di fronte a
lui, con l’abito scuro e la cravatta celeste
“dobbiamo andare, vedi di
riprenderti” lo incoraggiò l’amico
sollevandolo per un braccio, poi aggiunse “lo sapevo che non
dovevo lasciarti
solo con Kiba ieri sera, chissà cosa ti ha fatto bere,
appena lo prendo lo
ammazzo, o meglio, se non ti riprendi le dirò che
è colpa sua, così lo
ammazza lei
mentre io guardo la scena mangiando delle patatine”piccola
pausa “da lontano”
Poi il Nara si fermò.
Si mise dritto con la schiena e
guardò Choji in faccia
posandogli le mani sulle spalle.
“ricordami
perché lo sto facendo, Cho”
Il ragazzo interpellato rise
“perché la ami”
“no, non questo,
perché le ho dato la possibilità di
organizzarlo?”
“credo sempre
perché la ami… Shika, dai andiamo sei solo
nervoso perché..”
“perché di
là c’è tutta Konoha, hai capito amico,
TUTTA
KONOHA” disse scrollandolo debolmente, mentre nei suoi occhi
lampeggiava il
terrore.
“andrà tutto
bene Shika, ci sono io vicino a te” annunciò
convincentemente l’amico prima di stringerlo in un forte
abbraccio di
incoraggiamento.
Il viso di Shikamaru riprese un
po’ di colore , forse per la
presa energica mentre si incamminava al suo posto.
Ad un certo punto si convinse che da
là sopra il tempo dovesse
necessariamente passasse molto più lentamente.
Gli
sembrò di
aspettare un giorno intero in piedi, su quelle scale, nauseato
dall’odore dei
fiori e delle candele, di fronte a quell’uomo con il libro in
mano e la tunica
lunga.
Si voltò verso Choji in
cerca di rassicurazione.
L’amico, qualche gradino
più in basso di lui, gli fece
l’occhiolino.
Poi cercò di
tranquillizzarsi guardando le file degli
invitati.
Tante.
Molte.
Troppe.
Nelle prime due a sinistra riconobbe
i suoi amici: Naruto
gli fece un saluto concitato con la mano, Shino un cenno del capo, Rock
Lee un
bel pollice alzato, Neji uno sguardo di rimprovero che assomigliava
quasi a
quello di suo padre, dall’altro lato dell’edificio,
sempre nelle prime file,
che quando intercettò lo sguardo del figlio
scrollò il capo rassegnato. Hinata
e Tenten erano in fondo al lungo tappeto rosso che dava accesso alla
chiesa e
lì si posò il suo sguardo non appena
iniziò la musica.
Il cuore batteva troppo intensamente
perché la pressione
potesse essere sopportata dalle dimensioni della sua gabbia toracica e
sentì
che in quella situazione, nonostante fosse il genio di Konoha, non vi
era
nessuna risoluzione razionale da adottare.
Inerme dovette arrendersi
all’inesorabile passare dei
secondi.
Sempre più lenti.
Finché tutto si
fermò.
Lei apparve splendida come mai prima
d’ora, accoccolata al
braccio del padre, con il velo bianco e i fiori in mano. Tutti si erano
voltati
a osservarla, meno una ragazza dai capelli rosa, posizionata in
direzione
opposta a Choji.
Ogni suo dubbio si era sciolto, tutta
la sua preoccupazione
svanita e tutta la gente in quella chiesa che fino a poco tempo prima
tanto lo
preoccupava era come non esistesse più.
Trattenne il respiro specchiandosi
nei suoi occhi celesti
che si facevano sempre più vicini e lo guardavano
emozionati, mentre sul suo viso
si dipingeva un sorriso spontaneo e sincero.
Per lui c’erano solo loro
due: sé stesso e la donna che
amava, Ino Yamanaka.
Sakura invece aveva guardato
Shikamaru Nara durante tutto
l’ingresso trionfale della sposa, perché anche se
lo considerava un idiota per
essersi sottoposto volontariamente all’ultima forma legale di
schiavitù, era
convinta che il puro amore si trovasse lì, in
quell’istante della cerimonia,
nello sguardo e nel sorriso di un uomo innamorato, la cui mente era
immersa
solo nel pensiero di passare la vita con la sua amata e il suo viso
esprimeva
tutto quello che era necessario sapere per assicurare alla sua migliore
amica
una vita ricca di amore e serenità.
In fondo era per questo che le faceva
da damigella d’onore.
Lo osservò
un’ultima volta: sì, nessuno poteva essere
migliore di Shikamaru Nara per portare a termine questo compito.
Note:
qualcuno di voi ha mai visto il film
27 volte in bianco? Beh
bellissimo e meraviglioso non bastano a definirlo… ^^
comunque, Sakura è un
po’ cinica ma solo per esigenze di
copione, infatti reinterpreta qualche
frase che mi aveva colpito del film e poi in fondo lei
deve controllare
tutto, è la sua amica e non permetterebbe a nessuno di farla
soffrire, o per lo
meno lo prenderebbe a calci dopo senza chiedere spiegazioni!
Vi ringrazio infine per aver letto la
raccolta, questa è
veramente la fine e spero vi sia piaciuta.
Il mio obiettivo era di farvi
sorridere e innamorare di
questa coppia meravigliosa, mi auguro di esserci riuscita!
Un ringraziamento particolare va
ovviamente a Ryanforever, perché
è troppo carina con me, a kikyou, che quando leggo le sue
recensioni mi fa
arrossire e a kikkixx14 perché mi segue sempre! Ovviamente
anche a chi ha messo
la storia tra i preferiti!!
baci baci
♥ marti
♥
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