Salem
(Massachusetts)
Quando il pianto ed i
conati le diedero un po’ di tregua si domandò
quanto tempo era passato da quando si era ritrovata rinchiusa in quella
piccola cella, il terrore la paralizzava, respirava a fatica,
l’odore del vomito le intasava le narici, ma non osava
muoversi, “forse è solo un brutto sogno”
si disse, mentre una lacrima tornava a scendere lungo la sua guancia
avrebbe voluto urlare ma la gola le bruciava a causa del vomito e dalle
sue labbra non uscì che un suono rauco e strozzato che non
avrebbe richiamato nessuno… sempre che qualcuno potesse
sentirla! Intorno a lei solo silenzio, roboante, assordante, maledetto
silenzio! In quel silenzio innaturale udì un rumore di passi
che si avvicinavano, erano passi pesanti, cadenzati, mentre
un’allegra melodia fischiettata con noncuranza si diffondeva
nell’aria e penetrava le sue orecchie come il gemito di una
marcia funebre; con un rumore metallico si aprì uno
sportello dove probabilmente era la porta della stanza ed una sottile
lama di luce penetrò l’ombra densa della cella.
Quantico
(Virginia)
In sala Riunioni il team aspettava Dave
ed Hotch, al di la della loro curiosità in merito a quella
strana donna, ed a quanto accaduto quella mattina tra lei e Dave, ma
soprattutto tra lei ed Hotch, la questione che più premeva i
ragazzi riuniti in quella sala era in merito alla richiesta fatta a Jo
Bessy di entrare, o meglio, rientrare nella squadra; tutti, nessuno
escluso, si chiedevano perché il Team di Analisi
Comportamentale dovesse essere integrato con un ulteriore elemento, e
soprattutto temevano un loro trasferimento in qualche altra
unità, nessuno di loro avrebbe mai accettato a cuor leggero
una decisione simile, nemmeno a beneficio della propria carriera: i
membri di quella squadra non erano solo colleghi, erano
amici… i membri di quella squadra erano ognuno la famiglia
putativa dell’altro!
Nell’ufficio di Hotch intanto l’uomo ed il collega
più anziano discutevano dell’accaduto. “
Ho provato a stuzzicare la sua curiosità prima di chiederle
di tornare, ma non è servito a nulla, nonostante gli occhi
le brillassero mentre parlava e spiegava le sue teorie, nonostante in
un impeto di orgoglio abbia bacchettato Morgan e lo abbia messo a
tacere, ha rifiutato la proposta di rientrare!! Aaron quella donna
è più testarda di un mulo.”
“Lo so Dave ed immaginavo che comunque non avrebbe mai
accettato di lavorare con me.” I due uomini tacquero qualche
minuto poi Rossi guardò il collega negli occhi e
sganciò la bomba, sapeva che quello che stava per dire, se
fosse andato a buon fine, avrebbe avuto ripercussioni su tutti e non
solo sull’uomo che gli sedeva di fronte, ma tanto valeva
tentare.
“ Sai, invece penso che ti stia sbagliando, nonostante le
apparenze credo che la soluzione di tutto sia proprio
tu…” l’uomo lo interruppe “Per
favore Dave, ora non …” “Taci, ed
ascoltami! Ti aveva fatto un giuramento tempo fa, se non sbaglio ti
disse che la prossima volta che ti avesse visto ti avrebbe preso a
schiaffi anche se tu fossi stato il presidente durante una seduta del
congresso… credo siano state all’incirca queste le
sue parole.”
“Vedo che ti ha raccontato proprio tutto!” Rossi
non rispose a quel commento, e soprattutto ignorò la nota di
ironia che lo accompagnava e proseguì “Lo ha fatto
Aaron! Ti rendi conto che la prima cosa che ha fatto quando ti ha visto
è stata esattamente quella che si era ripromessa allora?!
Ora dimmi, quanti anni sono passati? Dodici? Tredici? Aveva poco
più di vent’anni allora ed ora è una
donna, eppure lo ha fatto!! Non ha dimenticato…non TI ha
dimenticato!”
“ Dave, ho paura di aver capito dove vuoi arrivare e la mia
risposta è no!”
“ Ragiona Hotch, falle il profilo e ragiona…
quanto è avvenuto oggi ti ha dimostrato chiaramente che
qualsiasi cosa sia accaduta, sei ancora parte di lei, e nonostante le
apparenze l’unica persona che può riuscire a
convincerla sei tu! Lo sai Aaron se non fosse così
importante per la squadra, per la nostra credibilità, non
insisterei, ma pensa alle eventuali conseguenze… pensa ad
avere in squadra quell’inetto di Bob Carlson invece che
lei!” Hotch tacque, poi si diresse verso la porta “
E’ meglio che andiamo di la, i ragazzi vorranno qualche
spiegazione, ed a parte le nostre implicazioni personali, ne hanno
diritto almeno per il fatto che è stato chiesto ad una nuova
persona di entrare in squadra senza che loro ne fossero precedentemente
informati.” “ Ok, andiamo.” Arrivati
sulla porta della sala riunioni Dave posò una ma no sulla
spalla di Hotch fermandolo prima che questi aprisse la porta
“Pensaci!” disse, dopo di che entrarono nella
stanza.
Quando varcarono la soglia la conversazione che era in atto nella sala
si interruppe di colpo, era chiaro che stavano ancora parlando di
quanto accaduto poco prima. Rossi interruppe quel silenzio imbarazzante
“Ragazzi, credo che per una volta, prima di discutere del
caso abbiate diritto ad una spiegazione in merito a quanto avete udito
dire da me a Jo Bessy poche ore fa in questa stanza” la
precisazione, fatta in tono categorico voleva, almeno momentaneamente,
mettere Hotch al riparo da ulteriori imbarazzi, poi l’uomo
proseguì “La persona che avete conosciuto si
chiama Jorja Bessy, ed è un agente di
quest’unità in congedo temporaneo, ma questo credo
che lo aveste già intuito…”
“Perché ci è stata presentata come
consulente e non per quello che era realmente? Non vi fidavate di
noi?” chiese Morgan alquanto infastidito
dall’essere stato tenuto all’oscuro di qualcosa di
così importante “No – rispose Dave
– non è così, ma dati i motivi
personali che hanno portato in passato l’agente Bessy ad
allontanarsi dall’unità abbiamo pensato che fosse
meglio agire così, nemmeno io ero sicuro di chiederle di
rientrare fino a che non l’ho fatto”
“Ecco a proposito di questo, che bisogno abbiamo di un
elemento in più? C’è per caso qualcosa
che qualcuno di noi dovrebbe sapere, ma che non gli è ancora
stata comunicata??” Emily aveva finalmente dato voce al
dubbio che attanagliava tutti loro Dave li guardò tutti e
sorrise “Il problema non siete voi ragazzi, ma Bob Carlson
Jr. il nipote del Senatore Carlson…”
“Carlson… Carlson, mi dice qualcosa…
ah, si!! Ma non è quel poliziotto in cerca di fama che con
le sue dichiarazioni alla stampa ha quasi mandato a monte
l’operazione che ha portato all’arresto di Rudolph
Cosentino e di buona parte della famiglia cosentino??”
“Esatto Reid, proprio lui… dopo quello che ha
fatto è stato messo a scaldare una scrivania nella speranza
di limitarne i danni, ma lui, naturalmente non ha gradito, quindi ha
fatto domanda all’FBI e grazie agli appoggi politici del caro
nonnino è riuscito ad entrare; ora, dall’alto
della sua laurea in psicologia, presa sempre grazie al
l’influenza di suo nonno, pretenderebbe di lavorare in questa
squadra ed il vecchio sta facendo ulteriori pressioni, muovendo tutte
le conoscenze che ha perché ciò
avvenga..” “Ieri mattina sono stato chiamato dalla
Strauss che mi ha illustrato la situazione –
proseguì Hotch intervenendo sul discorso del collega
– e mi ha chiaramente fatto capire che l’unico modo
per impedire che ciò avvenga sia proporre un nostro
candidato con una curriculum contro il quale la scarsa esperienza e la
misera laurea di Carlson non possano competere; dopo averne discusso a
lungo ieri io e Dave abbiamo pensato a Jo, innanzitutto
perché è stata uno dei primi agenti giovani
dell’unità, era anche più giovane di
Reid quando ha iniziato, il suo stato di servizio è
ineccepibile ha un QI di poco inferiore a quello di Spencer e tre
lauree, non ha mai abbandonato del tutto il Bureau, partecipando ai
vari aggiornamenti e sostenendo periodicamente l’esame per il
porto d’armi, e la difesa personale, quindi in, poche parole
a parità di età il suo curruculum e quello di
Carlson non sono nemmeno lontanamente paragonabili, e poi lei sarebbe
solo un agente che rientra al proprio posto e conosce già il
lavoro al contrario di Carlson che dovrebbe inserirsi, insomma, lei
sarebbe il nostro asso nella manica e la nostra ancora di salvezza allo
stesso tempo. Stamattina sono andato dalla Strauss con la nostra
alternativa e lei è stata pienamente
d’accordo.” Morgan sorrise ed intervenne
“Quindi ora l’unico problemino, se così
possiamo definirlo, è convincere questa superdonna
travestita da mezzouomo a tornare nell’unità,
perdonatemi l’ironia, ma ne parlate come di un supereroe,
comunque tornando al nostro problema, nonostante le abilità
dell’agente Bessy, se l’istinto non mi ha
abbandonato, sarebbe più facile che il nostro SI venisse a
costituirsi nelle prossime due ore, piuttosto che averla in squadra con
noi!” “Infatti, per come stanno le cose al momento,
il tuo istinto non si sbaglia Derek, ma io spero sempre che qualcosa
possa accadere.” e così dicendo Rossi
alzò gli occhi a guardare Hotch che sostenne rigido il suo
sguardo e fingendo indifferenza chiuse il discorso Bessy riportando
l’attenzione di tutti sul caso e sugli elementi a loro
disposizione. Lavorarono per tutto il pomeriggio studiando i fascicoli
delle vittime che erano stati loro inviati giungendo alla conclusione
che l’SI era un collezionista, dovevano solo capire quale
fosse il punto comune tra quelle donne che le trasformasse agli occhi
di quello psicopatico in oggetti da collezione; verso sera intorno
all’ora di cena decisero che sarebbero partiti la mattina
dopo alle 6.00 con il Jet per raggiungere Salem, luogo del ritrovamento
dei corpi. Si stavano salutando ed avviando all’uscita quando
Dave fermò Hotch che si stava dirigendo fuori in tutta
fretta e gli porse un biglietto sul quale aveva scarabocchiato un
indirizzo “Tieni, spero che lo userai” Hotch lesse
il biglietto e lo guardò tra l’infastidito e lo
stupito “Odio quando fai il profiler con me, te
l’ha dato lei?” l’altro sorrise
“Ce l’ho da sempre!” e salì
sull’ascensore dove il resto della squadra li aspettava
seguito dal collega. Raggiunsero l’uscita tutti insieme
discutendo ancora del caso poi, una volta fuori, Hotch
salutò il gruppo e si allontanò
rapidamente… “Dove corre?” chiese Reid
stupito dalla fretta insolita del suo capo “A finire il
lavoro che ho iniziato io stamattina” Rossi sorrise, poteva
ben immaginare il tormento di Hotch in quel momento, Morgan chiuse
lapidario la conversazione “Viste le premesse avrebbe dovuto
portarsi un giubbotto antiproiettile!” sorrisero per la
verità celata in quelle parole e si salutarono.
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