Semplici e Mutati
Un passo indietro...
Una ragazza si risveglia sola in una
grotta, priva di ricordi eccetto il nome: Jera. Vaga in un bosco, in cerca
di aiuto, fino a quando raggiunge una cittadina, Grool. Qui le cose non vanno
meglio, perchè è diversa da tutti gli altri abitanti. Un gruppo di soldati,
capitanati da Edom, la cattura per sbatterla in prigione, dove resta diversi
giorni rinchiusa senza spiegazioni. Poi qualcuno arriva nella
cella...
Capitolo 4
Semplici e Mutati
-Chi sei?-, chiese per una seconda
volta Jera.
Ancora silenzio.
Forse sto ancora sognando...
La ragazza stata cominciando seriamente a
preoccuparsi; lì davanti poteva esserci chiunque: un soldato, Borra o,
ipotesi terrificante che però non poteva escludere, Edom!
Passarono ancora diversi minuti senza che si potesse
udire alcun rumore nella minuscola stanza, tranne i respiri di Jera e
del suo ospite misterioso.
Poi, dopo quello che alla ragazza parve
un'eternità, quest'ultimo si lasciò sfuggire un mugolio soffocato: stava
semplicemente dormendo!
Ma chi può essere?
La giovane, non potendosi muovere a causa della
catena, attese pazientemente che la luce del sole giungesse dalla
piccola finestra nella squallida cella, per poter finalmente intravedere il
volto dell'intruso.
Con suo grande stupore scoprì che si trattava
solamente di un ragazzo: dimostrava d'avere al massimo un paio d'anni
più di lei e riposava tranquillo sopra il giaciglio di paglia, con i riccioli
neri che scendavano ad incorniciargli il viso magro.
Perchè era stato rinchiuso? Da quando tempo era
lì? Come aveva fatto lei a non accorgersi minimamente del suo arrivo? Che doveva
fare, ora?
Mentre queste domande vorticavano nella mente di
Jera, un timido raggio di sole gli investì il volto, obbligandolo a spalancare
gli occhi. Blu, esattamente come tutti gli altri abitanti della città. Che fosse
una guardia? Dall'aspetto non lo si sarebbe detto un soldato: nessuna arma
visibile, abiti sporchi e trasandati, quasi degli stracci.
Lanciò una rapida e distratta occhiata alla cella,
per poi soffermarsi a fissare Jera; la scrutò per qualche istante, poi sbadigliò
sonoramente, senza degnarsi nemmeno di mettere una mano davanti la
bocca.
-Chi sei?-, ripetè per la terza volta la ragazza,
alzando il tono della voce in modo che il destinatario della sua domanda non
potesse fingere di non aver sentito.
-Un prigioniero, come te del resto... Il mio nome è
Gahl. E tu devi essere la famosa Mutata...-, rispose lui, noncurante.
Mutata...
Ancora quella parola. Ma cosa mai poteva significare?
Da come la pronunicavano pareva quasi un insulto.
-E' esatto, ma da quanto tempo sei qui?-,
insistette Jera, determinata ad avere più imformazioni possibili sul
suo conto.
-Mi hanno portato qui stanotte.-, l'informò Gahl,
annoiato.
-E perchè...-, tentò di continuare lei, subito
bloccata da una sua occhiataccia.
-Mamma mia, quanto parli!!! Tutti voi Mutati siete
tanto loquaci?-, la zittì seccato.
-Non te lo sò dire, dal momento che non ho idea
di chi siamo questi Mutati di cui parli.-, ribattè Jera, adesso magari avrebbe
ottenuto delle risposte alle mille domande che non le davano pace.
-Come, non conosci neppure il nome della tua gente?-,
chiese lui, incredulo.
-Esatto! Ma perchè non me ne parli tu, che sembri
tanto edotto?-, ironizzò lei.
-Non sai chi sono i Mutati, eh? Non conoscerai
neanche i Semplici...-, dedusse Gahl.
-Semplici?
-Questa città è territorio dei Semplici ormai da
decenni, quando i nostri avi la sottrassero ad una piccola comunità di Mutati.-,
spiegò. -È facile distinguere un Mutato da un Semplice, voi siete tutti biondi
con gli occhi verdi, almeno così dicono...
Perfetto! Era senza
memoria, in un paese straniero, per la sua razza, e in cella con quello strano
ragazzo! Di certo la situazione non poteva ulteriormente
peggiorare!
-Tu non avevi mai visto un Mutato, prima d'ora.-,
dedusse lei.
-Non si è mai visto uno di voi qui in città, quando
mi hanno detto di te stentavo a crederci... Hai avuto un bel coraggio a sfidare
Edom!
-Non si è trattato di coraggio, io...-, Jera si
interruppe di botto. Ma perchè se ne stava lì a parlare tranquillamente con
quello sconosciuto? In fondo non sapeva nulla di lui, solo il nome.
-Tu...-, la incoraggiò lui, incuriosito dalla piega
che stava prendendo il discorso.
-Nulla!-, sbottò lei: ora era visibilmente
irritata.
E adesso che diavolo le prende?
-Che c'è?
-Lascia perdere!
Per Is(*)! Chi capisce le donne è
bravo!
Irritato a sua volta si girò di lato, in modo da non
vedere la ragazza, e chiuse gli occhi, immergendosi nei suoi pensieri; in fondo
aveva già un bel po' di problemi, senza che quella Mutata susscettibile vi si
aggiungesse!
(*) Is è la divinità venerata a Losus, sia dai
Semplici che dai Mutati.
Angolo dell'autrice
Ciao a tutti!!!
Finalmente la vostra curiosità è accontentata: il
misterioso individuo ha fatto la sua apparizione e ci ha spiegato un bel po' di
cosette...
Vi chiedo di lasciarmi un commentino se il capitolo
vi è piaciuto, ma anche se mi volete consigliare un modo per migliorare la
storia!
A presto!!!
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