Abemus Papam!!!!
E finalmente
questo pomeriggio grazie all'aiuto e sostegno della mia adorata
cuginetta Anna,
sono riuscita a
terminare questo tanto atteso capitolo...
Ebbene si, siamo
giunti alla fine di questa splendida esperienza...
Ma questo non
è altro che un nuovo inizio, l'inizio di una nuova
bellissima avventura insieme.
Perchè
The Voice of Heart avrà un seguito, che
pubblicherò a breve e che spero voi
seguiate come
avete fatto con questa FF.
Bando alle
ciance, vi lascio leggere l'ultimo capitolo della mia storia....
Buona lettura!
“Io sono
una peccatrice, ma attorno a me
Non vedo
Santi”
Josephine
Heart
29. Non
addio, ma arrivederci
Josephine
POV
I
mesi erano volati.
Ci
erano scivolati tra le dita senza che ce ne accorgessimo, ed il momento
tanto temuto era arrivato.
Quella
mattina Marco, Isabelle e Cristopher stavano preparando le valigie per
la partenza definitiva.
A
malincuore avevano deciso di traslocare nella fredda Alaska, a Denali
dove risiedeva un altro clan di vampiri, che a differenza nostra si
definivano “vegetariani”.
Per
me quella era una vera e propria pagliacciata.
I
“vegetariani”, parlando di esseri umani,
generalmente si nutrono con i prodotti della terra, prediligendo le
verdure ed evitando la carne, ma includendo latte e uova.
Applicata
ai vampiri questa teoria cambia di poco: i vampiri, quelli veri, si
nutrono di sangue umano, e questo comporta l’uccisione di
persone, a volte innocenti, a volte no.
Al
contrario, i vampiri come Isabelle ed il clan di Denali, i
“vegetariani” appunto, sono quelli che decidono di
farsi violenza, di andare contro natura e praticare
l’astinenza dal sangue umano, optando per quello animale, che
non nutre come il primo ma consente la sopravvivenza.
Ecco
uno dei motivi per cui mio marito aveva deciso di allontanarsi da
Carlisle.
Lui
era un vegetariano convinto.
“Perché
hai fatto questa scelta?” chiesi seduta sul letto di
Isabelle, mentre lei ultimava la sua valigia.
“Vedi
Josephine… ero stufa di sentirmi un mostro”.
Fu
la sua risposta.
Non
capivo bene cosa provasse Isabelle, cosa intendesse per sentirsi un
mostro, ma queste parole mi risuonarono nella mente a lungo.
“E’
per questo che hai chiesto a Marco di cambiare? Credi che lui possa
davvero modificare le sue abitudini in un solo anno?”.
Mio
fratello aveva chiesto alla mia migliore amica di sposarlo, ma lei
aveva posto una clausola: prima Marco avrebbe dovuto affrontare un anno
di “disintossicazione” e convertirsi al suo stile
di vita.
“Si,
è per questo, e lui ha accettato per amore mio”.
“E’
molto innamorato se fa una scelta del genere. Sei davvero fortunata
Isabelle”
“Lo
so.”
Il
momento della partenza fu il più brutto di tutta la giornata.
Cristopher
e Marco caricarono la macchina che li avrebbe portati alla stazione,
aiutati da Edward, mentre Isabelle mi consolava tra le sue braccia.
“Mi
raccomando scrivimi sempre, non ti dimenticare di me” la
pregai mentre affondavo il viso tra i suoi folti capelli rossi.
“Tranquilla!
Ma tu promettimi che verrete al nostro matrimonio… tra un
anno esatto.”
“Sai
quanto sarà difficile convincere Edward…
E’ molto probabile che Carlisle sia a Denali. Edward aveva
letto questo progetto nella sua mente prima di
partire…” .
“Capisco..
bè troveremo sicuramente una soluzione”, mi
rassicurò carezzandomi la spalla.
Marco
si affacciò dalla porta:
“Tesoro,
è ora di andare.”
Isabelle
annuì e insieme raggiungemmo la macchina a noleggio.
“Allora…
questo è un addio?” chiese Marco amaramente,
temendo la risposta o forse conoscendola già.
“No,
non è un addio, ma un arrivederci.” dissi
abbracciando mio fratello.
“Mi
mancherai chérie…”
“Anche
tu.. scrivimi continuamente, hai capito?” gli raccomandai con
la voce strozzata da un pianto impossibile.
Marco
annuì allontanandosi per salutare Edward.
“Marco
conto su di te.” sentii mio marito sussurrare queste parole
all’orecchio di mio fratello, ma fui subito distratto
dall’improvviso abbraccio di Cristopher.
“A
presto” mi disse baciandomi la fronte.
La
tristezza prese il sopravvento quando la macchina scomparve
all’orizzonte.
Passarono
diversi giorni prima che succedesse qualcosa di diverso in
città.
Quel
giorno Edward tornò a casa esibendo il suo solito,
bellissimo, irresistibile sorriso.
Teneva
le mani dietro la schiena, nascondendo evidentemente qualcosa.
“Indovina?”
mi disse baciandomi.
“Cosa?
Edward sono un vampiro non un’indovina!”
“Ho
una sorpresa per te… credo ti
piacerà…”
“Cosa
cosa?” chiesi cercando di scoprire il segreto dietro la sua
schiena.
Edward
si allontanò mostrando finalmente il regalo.
“Signora,
le andrebbe di accompagnarmi a teatro questa sera?” disse
inchinandosi leggermente e porgendomi i due biglietti che stringeva tra
due dita.
“Bè,
per questa volta.. magari potrei fare
un’eccezione… E’ una vita che non ci
vado!” commentai prendendo uno dei biglietti.
“Sapevo
ti sarebbe piaciuta l’idea.”, Edward mi guardava
con aria adorante.
Era
felice di sapermi felice, e questo gli bastava.
Io
mi nutrivo del suo amore e lui del mio.
Eravamo
perfetti insieme, e lo saremmo sempre stati.
Nulla
avrebbe potuto rompere il nostro idillio.
“Cosa
c’è in programma stasera?” chiesi ad
Edward che stava leggendo il programma della serata.
“la
Traviata di Giuseppe Verdi. La conosci?”
“l’ho
solo sentita nominare… ricordo che mia madre mi cantava
sempre un’aria di quest’opera che aveva a che fare
con un certo Alfredo.. e poi ripeteva sempre una frase: Ah
della traviata sorridi al desìo a lei deh perdona, tu
accoglila, o Dio.”
Il
teatro di Chicago era uno dei più grandi in quel periodo.
Gente
elegante e altolocata affollava la hall causando un brusio soffuso che
si perdeva nelle varie nuvole di profumo che riempivano
l’ambiente.
Edward
ed io spiccavamo tra tutti, non per nostra volontà, ma il
fascino del vampiro era una clausola invitabile nel nostro contratto di
non-morte.
Con
disinvoltura ci allontanammo da quegli sguardi indiscreti e dai
commenti d’apprezzamento, raggiungendo il nostro palchetto
privato.
Entrambi
eravamo curiosi di conoscere la storia di quel contrastato amore.
Anche
se sapevamo del finale tragico.
L’opera
iniziò e finì troppo presto per i miei gusti.
Alla
fine l’intero teatro era stato preso da una silente
commozione, chi perché compativa il triste amore di Violetta
e Alfredo, e chi perché forse vedeva nella sua storia
personale un po’ dei sentimenti e delle situazioni quella
sera rappresentate sul palco.
Prima
di tornare a casa decidemmo di fare una lunga passeggiata nella notte
fredda di Chicago.
“Allora?
Ti è piaciuto il tuo regalo?” mi chiese Edward
cingendomi le spalle con il suo braccio.
“Tantissimo
amore mio. Grazie” ,mi voltai per baciarlo sulle labbra.
“E’
stato un piacere. Basta così poco per renderti
felice…”
“Mi
basta avere te accanto ogni singolo giorno per essere felice. E questo
non è poco.”
Edward
rise, e quella piccola risata fece vibrare il suo petto sotto il
cappotto.
Era
un suono idilliaco, che non mi sarei mai stancata di sentire.
Era
circa mezzanotte quando imboccammo la via di casa.
Ci
accorgemmo subito che c’era qualcosa di strano
nell’aria circostante.
“Sento
qualcosa, ma non capisco bene cos’è..”,
disse Edward inchiodandosi improvvisamente al terreno.
Anche
io avvertivo una strana presenza.
E
la risposta apparve davanti ai nostri occhi.
A
casa nostra, ai piedi del pergolato, una figura scura spiccava sullo
zerbino sotto la porta d’ingresso.
Cautamente
Edward si avvicinò lasciandomi indietro per proteggermi.
Salimmo
lentamente le scale e lo stupore prese il sopravvento: una piccola
cesta di vimini giaceva silenziosa dinnanzi ai nostri increduli occhi.
Al
suo interno il rumore di un piccolo cuore che batte.
Mi
avvicinai per sollevare un lembo della coperta.
“Edward
è un bambino!”.
CONTINUA...
RINGRAZIAMENTI:
Ringrazio tutti
voi che mi avete seguita dall'inizio della mia avventura e tutte voi
che mi avete scoperta pian piano, quando la storia aveva già
preso forma e carattere.
Ringrazio anche
tutte le persone che hanno commentato i capitoli e quelle che li hanno
solo letti!
Grazie a tutti
voi che avete aggiunto la mia storia tra i preferiti e tra le storie
seguite! Siete davvero tanti!!!!!
Grazie grazie
grazie a tutti coloro che continueranno a seguirmi e sostenermi
nell'avvincente seguito di The Voice of Heart!
Ps: la storia
rimmarrà visibile sul mio profilo per chi avesse voglia di
rileggerla o di iniziare a leggerla!
Un grande
bacio...
Sempre vostra..
Evie
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