In questa ff non si tiene conto
dei fatti occorsi nel New Moon e nell’Eclipse di S.Meyer.
Tuttavia ci saranno, in questo e nei prossimi capitoli, dei chiari
riferimenti a questi due libri.
Buona lettura.
CAP.30
BELLA
Quando apro gli occhi, mi scontro con quelli
dell’unica persona che non mi aspettavo di vedere.
Rosalie.
E’ ferma sulla porta, chissà da quanto.
Quando incrocia il mio sguardo, mi pare che abbozzi un lieve sorriso.
Cerco di sistemarmi un po’ meglio nel letto, ma lei non
accenna a muoversi. Prendo un breve respiro - ora che so che quelli
troppo profondi rischiano di farmi male sto molto più
attenta - e sento la bocca secca.
Cerco di deglutire, ma la sensazione di sete non si acquieta nemmeno un
po’. Allora mi volto verso il comodino alla ricerca di un
bicchiere e di un po’ d’acqua. Mi sento a disagio
con lei nella stanza e ancora troppo intontita dal recente risveglio
per riuscire ad essere pienamente in possesso della lucidità
e della forza per affrontarla.
Sarà qui per
dirmi che aveva ragione, che alla fine è stato tutto inutile
e che se fossi stata al mio posto, lontano dalla sua famiglia, sarebbe
stato meglio per tutti. Penso confusa e un po’
preoccupata.
Come un battito di luce, un bicchiere colmo d’acqua appare
davanti ai miei occhi. E’ lei che me lo porge.
Le sue lunghe dita pallide si avvolgono intorno al vetro con grazia ed
eleganza. Sarebbe impossibile credere che possano stritolare con
facilità un osso.
Non è mai stata così vicina a me come adesso.
Mormoro un ringraziamento esitante e non appena accetto il bicchiere
che mi porge, lei schizza nella stessa posizione di prima, vicina alla
porta. Poggio giusto le labbra sul bordo del
bicchiere. Il liquido passa dalla mia bocca alla mia gola e sembra che
il mio corpo lo assorba senza farlo nemmeno arrivare allo stomaco.
E’ questo il momento in cui mi accorgo che qualcosa pende dal
mio braccio.
E’ un tubicino di plastica trasparente che collega il mio
corpo ad un sacchetto anch’esso di plastica, ma opaco, appeso
ad un’asta attaccata al letto. Un liquido incolore gocciola
lentamente.
«Carlisle ti ha applicato una flebo» mormora
Rosalie e all’udire la sua voce, sobbalzo. Forse non mi
aspettavo che mi parlasse. O forse, non mi aspettavo che lo facesse con
un tono così … innocuo.
Annuisco con il capo, ancora sconcertata.
Restiamo così, in silenzio, per un po’.
E dopo un paio di minuti noto qualcosa di strano. Anche Rose
è a disagio.
«Vuoi … c’è qualcosa che vuoi
dirmi?» le chiedo esitante e questa volta è il mio
turno di vederla sorpresa.
Forse non si aspettava che fossi così diretta.
Ma ormai il tempo a mia disposizione è contato come le gocce
che scendono in questo tubicino, e francamente, trascorrerlo
nell’attesa che Rose dica qualcosa non è
propriamente il mio pensiero principale.
I suoi occhi passano da me alla porta dietro di sé
velocemente. Poi si gira definitivamente alla mia volta ed annuisce.
«Posso … sedermi?» chiede e di nuovo
annuisco incerta.
In un attimo è comodamente seduta su una sedia di fianco al
letto, senza che sia riuscita a cogliere nessuno dei suoi movimenti.
Batto un secondo le palpebre per rifocalizzare la scena.
Ora che mi è di nuovo così vicina, di nuovo vengo
colpita dalla sua bellezza devastante.
Rose è perfetta.
In ogni minimo dettagli. Ma stranamente, questa volta nessuna nota di
rammarico, nessuna scomoda invidia c’è nei miei
pensieri. E’ così, e non me ne dispiace.
Riafferro il bicchiere che avevo riposto sul comodino e di nuovo lascio
che l’acqua scenda nella mia gola. Il sollievo
dall’arsura è solo momentaneo, ma il gesto mi
permette di impegnare gli occhi per qualche secondo e distoglierli
dalla figura accecante e inquietante a poca distanza da me.
Rose mi osserva, calma e pensierosa. Prende un respiro e inclinando il
capo leggermente a destra:«Bella, io ti ho sempre
osteggiato» comincia e la dolcezza della sua voce non riesce
a mascherare il tono che avverto e che sento
contraddistinguerà questa conversazione.
Sembra una confessione in piena regola.
Deglutisco, del tutto impreparata ad una situazione del genere.
«E’ così raro che si allontani da te,
che ti lasci da sola, ed io volevo parlarti senza … orecchie
indiscrete nei paraggi» fa una smorfia con le labbra con il
risultato di dare al suo viso un’aria deliziosamente
imbronciata.
Edward si è
allontanato … penso confusa e forse nei miei
occhi vede un accenno di panico perché si affretta ad
aggiungere:«Oh, non temere, tornerà prestissimo
… credo che lui ed Emmett non si siano allontanati per
più di un paio d’ore» sorride
«fosse stato per Edward credo che avrebbe cacciato gli
uccelli in giardino pur di non muoversi da qui, ma Carlisle ha
insistito parecchio, e non solo lui». Conclude «Era
al limite, doveva nutrirsi»
«Certo … ovvio» dico con scarsa
convinzione, delusa ma cosciente della mia totale
irrazionalità.
Mi osserva senza bersi la mia scena poco convincente, ma evidentemente
decide di sorvolare e prosegue:«Non è un mistero
che non sono mai stata entusiasta della tua presenza, ma
… non credo che tu sia al corrente delle mie reali
motivazioni». Mi guarda e forse aspetta che dica qualcosa, ma
la situazione è così surreale che temo anche le
mie stesse parole. Non mi interessa cosa pensa di me questa vampira
meravigliosa, ora che le mie priorità sono cambiate mi
importa ancor meno di prima, ma il suo atteggiamento in passato mi ha
fatto molto soffrire ed in questo momento non riesco a frenare la
curiosità di sapere cosa l’abbia spinta nella mia
direzione. Senso di
colpa?! Scuoto il capo sia alla sua domanda che alla mia
riflessione.
Non riesco a moderare il tono sarcastico quando, tuttavia, una risposta
acida affiora spontanea sulle mie labbra :«Antipatia a
pelle?», ma subito dopo mi mordo la lingua. Di certo non
è il miglior modo di incoraggiare confidenze da parte sua.
I suoi occhi si abbassano, ma le sue labbra si distendono in un accenno
di sorriso:«Forse» sussurra «ma non
solo».
Alza lo sguardo su di me e dice:«In realtà credo
che ti invidiassi» e la mia espressione deve essere comica
sul serio perché il suo quasi
sorriso, diventa una risata cristallina «certo non intendo
come bellezza, ma tu avevi qualcosa che io non avrei mai potuto avere.
Non più».
Ovviamente non per la
bellezza, penso quasi confortata di non trovarmi dinnanzi
ad uno stadio conclamato di pazzia vampira ed inarco le sopracciglia
interrogativa. Lei si affretta a spiegare:«Tu eri viva. Io
non lo sarò mai più». Sospira e con la
mano porta una morbida ciocca dei suoi biondi capelli dietro la spalla,
muovendo il collo in un gesto flessuoso.
Nemmeno se mi
esercitassi allo specchio per quindici anni riuscirei ad imitarla,
penso e mi rendo conto che è una semplice constatazione,
retaggio della Bella che ero, nulla di più.
Sono al cospetto della perfezione, in termini fisici, ma non soffro per
la mia pochezza. Questa è davvero una novità.
«Bella, io non ti sto chiedendo scusa» e sfodera
un’espressione davvero angelica. Le manca solo la corona di
dodici stelle e potrebbe tranquillamente finire in una rappresentazione
sacra.
Perché ho
l’aria di una offesa? Ha solo tormentato i miei
sogni con la sua espressione glaciale e con quel senso di insofferenza
nei miei confronti che badava a non mascherare mai in mia presenza fin
da quando ho messo piede per la prima volta in casa Cullen.
Perché mai dovrei sentirmi offesa dal suo atteggiamento? !
«No … certo che no … e
perché dovresti?» non posso far a meno di
commentare alacre.
«Capisco la tua … perplessità. Io non
ti ho reso la vita molto facile, devo ammetterlo, ma vederti buttare
via la tua umanità, mentre io avrei dato qualsiasi cosa per
essere al tuo posto … beh, non l’ho mai capito.
Ancora adesso non lo capisco».
La mia espressione non cambia. Dovrei giustificarmi con lei, spiegarle
le mie ragioni?
Decisamente no.
Sembra concentrarsi un attimo, in ascolto di chissà cosa, e
poi continua con più decisione: «Non mi resta
molto tempo», quindi, punta gli occhi nei
miei:«Bella io ero convinta che decidessi di abortire questo
bambino, che scegliessi l’eternità con Edward e
accettassi la sua proposta di trasformarti subito» si
avvicina con il busto verso di me «e so che Carlisle ti ha
descritto tutti i rischi e la pericolosità legate alla tua
scelta».
Annuisco con il capo una sola volta, ma continuo a non capire cosa
voglia Rosalie da me.
«Nessuno ti ha detto quanto la maternità sia
meravigliosa, quanto possa essere appagante, quanto possa cambiare
l’animo di una donna», la sua espressione cambia,
alza lo sguardo in un punto indefinito verso l’alto e sembra
perdersi in ricordi lontani. E allora il suo viso si illumina di una
dolcezza struggente. Quando continua a parlare non sono più
sicura che sappia dove si trovi e che si ricordi di parlare con me.
Parla a se stessa.
«Quando fui strappata alla vita ho covato un odio e un
rancore che mi hanno accompagnato sempre. Da vampira ho avuto tutto
quello che si potrebbe desiderare, o almeno che io credevo fosse
indispensabile ad una donna: la bellezza senza imperfezioni, la
ricchezza, l’eternità. All’inizio pensai
che la mia nuova condizione non fosse poi così male. Ma se
ti descrivessi le circostanze che hanno spinto Carlisle a trasformarmi
vedresti la cosa da una prospettiva diversa, nuova. Non
starò a raccontarti la mia vita, né la mia
morte» e suo sul viso compare un’espressione
d’odio puro «ma posso assicurarti che se tornassi
indietro, mi trovassi nella tua identica situazione e potessi scegliere
così come puoi fare tu, io prenderei la stessa decisione che
hai preso tu in questo frangente»
Si volta verso di me e capisco che è proprio a me che deve
dire qualcosa. Nessuna confessione in punto di morte per risollevarsi
una coscienza già macchiata.
«Se potessi, darei la vita in cambio della vita di mio
figlio. E posso capirti molto più di quanto tu non creda.
Anche Esme la pensa come me. Ma nessuno, qui, oserebbe ferire Edward
dandoti il suo appoggio in maniera diretta»
Tira in su un angolo della sua bocca perfetta:«Eccetto
me».
Trattengo il fiato di fronte a questo offerta di pace di Rosalie e mi
rendo conto che ha ragione. Nessuno mi ha manifestato aperta
disapprovazione, ma nemmeno appoggio.
«Io … Rose … non so che dire»
mormoro ancora confusa.
«Non devi dire niente. Voglio solo che tu sappia che hai il
mio sostegno incondizionato e credo che a breve ti
servirà» conclude criptica.
Aggrotto la fronte:«In che senso?»
«Bella con ogni probabilità il parto
coinciderà con la fine … della tua
vita» esita solo un attimo, ma non penso che sia
perché tema di turbarmi «c’è
l’eventualità che in un momento così
critico, qualcuno potrebbe scordarsi i suoi buoni propositi e decida di
intervenire prima che sia troppo tardi».
La osservo scuotendo piano il capo:«Carlisle non agirebbe mai
contro il mio volere» dico, ma intimamente mi chiedo se ci
credo davvero io per prima.
«Lui forse no».
Ci penso su un attimo:«Edward … lui non mi farebbe
una cosa simile. Sa come la penso»
Le sue sopracciglia si inarcano graziosamente verso l’alto:
«E tu? Tu lo sai come la pensa lui?»
Sobbalzo, colta alla sprovvista dalla correttezza della sua
riflessione. No, non lo so come la pensa Edward riguardo la mia
decisione. Non ne ho la più pallida idea, poiché
lui non ne ha fatto parola. Ed io non gliel’ho chiesto. Come
se la cosa non lo riguardasse, come se non fosse anche la sua stessa
esistenza coinvolta nella mia scelta.
In effetti le esistenze di tutti i Cullen in qualche misura
risentiranno del mio comportamento.
In un modo o in un altro.
Il bambino che nascerà –perché so che
nascerà – non sarà completamente umano.
Crescerà tra dei vampiri. La sua vita influenzerà
la vita delle persone intorno a lui. E viceversa.
Uno strano senso di sollievo mi invade al pensiero che se non
… dovessi
farcela … il mio bambino sarà tra
persone simili a lui, che lo proteggeranno e lo difenderanno dal mondo
esterno. Ma lo ameranno anche? Resterà sempre un diverso.
«Edward si prenderà cura di lui» affermo
convinta.
Lo sguardo di Rosalie si assottiglia:«Ne sei proprio
convinta? Se non riuscirà a trasformarti in tempo, tu
morirai. E il bambino sarà la causa della morte del suo
amore».
Si appoggia allo schienale della sedia:«Pensi che
proverà amore
verso di lui?» e incrocia le braccia al petto in attesa di
una mia risposta.
Resto interdetta. Non avevo preso in considerazione questo aspetto
della questione. Ed il ricordo dello sguardo carico d’odio di
Edward quando guardava i lividi sulla mia pancia mi passa davanti agli
occhi con scioccante vividezza.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani , intrecciate tra loro sopra il
copriletto.
«Io non … lo so» ammetto in fine.
«Appunto» nella sua voce un tono di trionfo.
«Bella, io non sono qui per minare il vostro rapporto, non ne
ho alcun interesse. Voglio solo che tu sappia che di me ti puoi fidare,
che rispetterò sempre il tuo volere, e farò in
modo che lo facciano anche gli altri» alla nota dura
dell’ultima frase alzo lo sguardo su di lei. E a pochissima
distanza dal mio viso.
«Se sarà necessario, io mi prenderò
cura del tuo bambino … come se fosse
mio» aggiunge in un sussurro accorato.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime. Questa vampira, l’unica
che nei miei confronti si è sempre mostrata apertamente
ostile, è la sola che in questo momento mi sta tendendo la
mano. Ma la mia tristezza deriva dal terribile sospetto che Rose abbia
ragione su Edward, sul fatto che potrebbe rifiutare il bambino, il suo
stesso figlio.
Rose protende una mano verso di me, i suoi occhi sono luminosi, sembra
commossa, ma all’ultimo ci ripensa e la fa ricadere in
giù:«Bella, io ti giuro che su di me puoi
contare» e proprio mentre sta per aggiungere qualcosa, chiude
la bocca di scatto e rapidamente si rialza, voltandosi verso la porta.
Giusto un secondo dopo, Edward la spalanca.
EDWARD
Ho messo piede in casa da meno di tre secondi, ma
già ho capito che qualcosa non va. Alice siede tra le gambe
di Jasper sull’ultimo gradino della scala, e non
alza lo sguardo mentre entro. Ma sono i suoi pensieri a darmi la
certezza che è successo qualcosa. O meglio il suo tentativo
di eludere il mio potere.
Mia sorella è impegnata a ricordare tutti i principali
schemi del gioco degli scacchi, elencando a ruota. Jasper è
teso, concentrato sulla captazione delle emozioni che lo circondano.
Non riesco ad identificare con chiarezza chi tiene d’occhio,
ma direi un po’ tutti.
E’ istintivo per me, dunque, tendermi nello sforzo sia
uditivo che mentale nel tentativo di percepire la maggiore
quantità possibile di informazioni.
Soprattutto quelle provenienti dalla stanza mia e di Bella al piano
superiore. E’ in quel momento che sento la voce di Rosalie
provenire da lì.
Mi ci vuole solo un millesimo di secondo per rabbuiarmi completamente.
Non ce la voglio Rosalie nella stessa stanza con Bella. So che
quest’ultima si sente a disagio in presenza di mia sorella e
non voglio che qualcosa la turbi, specialmente in questo momento.
Schizzo come un lampo al piano superiore e spalanco la porta.
Il mio sguardo corre immediatamente a Bella e ai suoi occhi lucidi.
Di lacrime.
Saetto rapido su mia sorella, in piedi di fianco al letto, uno sguardo
truce e di sfida sul viso.
La rabbia mi offusca in un secondo.
«Fuori» e il mio tono è calmo, mentre mi
avvicino a passo misurato a Bella, ma non perdo di vista Rose.
Pericolosamente calmo e controllato.
E’ istintivo cercare di frappormi fra loro. Non la voglio
vicina a Bella, forse non voglio nessuno lì, ma mia sorella
in particolar modo.
Sento Emmett seguirmi silenziosamente nella stanza, ma già
sono accovacciato di fianco al letto:«E’ tutto a
posto?» chiedo scrutando gli occhi umidi di Bella e poggiando
una mano sulla sua con delicatezza. E come risposta le lacrime
cominciano a scorrere copiose sulle sue guance. Una orrenda sensazione
di frustrazione mi pervade e il desiderio di scaraventare Rose fuori
dalla finestra è irresistibile.
Mi dico che devo restare calmo, che Bella non deve agitarsi e che
riuscirò a mantenere il controllo. Per questo è
necessario che mia sorella si allontani e, quindi, con voce
più bassa e in tono gelido ripeto:«Ho detto
fuori» senza nemmeno voltarmi a guardarla.
In pochi secondi, il corpo di Bella comincia a tremare, scosso dalla
violenza dei suoi singhiozzi. Guarda me, guarda mia sorella.
«Cosa le hai detto? Cosa le hai fatto?!» mi
raddrizzo e sovrasto Rose sia con il corpo che con
l’espressione furiosa. Ma lei non si scompone minimamente,
né si muove di un passo.
«In realtà stava benissimo, fino a che non sei
arrivato tu» commenta acida.
Emmett è subito al suo fianco:«Ehi, diamoci una
calmata, ok?» dice, rivolgendosi ad entrambi, ma
frapponendosi nello stesso tempo tra noi. Dalla porta lasciata aperta
vedo Alice fare capolino con l’espressione ansiosa.
Dietro di lei, Jasper.
Lo guardo torvo, ammonendolo con gli occhi. Non desidero che usi il suo
potere su di me e voglio che sia chiaro. Stringe le labbra per un
istante, esita un attimo, poi annuisce con il capo. Sa che non
farò nulla che possa turbare Bella, e fa affidamento sul
questa certezza.
Ma Rose mi osserva con astio, come se fossi un nemico. Forse
è solo per reazione al mio comportamento, ma so che
c’è di più … e riguarda lei,
il suo passato.
Ci fronteggiamo, silenziosi, ma con due sguardi che scontrandosi
liberano scintille. E nessuno dei due accenna a retrocedere.
«Le ho detto solo la verità. Ha diritto di
conoscere il destino del suo bambino, soprattutto se lei non
sarà qui a vegliare su di lui» dice ed alza il
mento in segno di sfida.
Resto perplesso per un secondo interminabile.
«Bambino?» sussurro esterrefatto «ma
quale bambino?! In lei non cresce un bambino, ma un assassino. Un
essere che le sta rubando la vita, che si nutre delle sue forze, della
sua stessa carne».
Affanno mentre i miei occhi si posano per un attimo su Bella
:«Ma non la vedi? Non vedi come si è ridotta, come
quella … cosa
l’ha ridotta? Pensi che le tue parole l’aiutino?
Che servano a qualcosa?»
Serviranno al bambino
… Quando nascerà, ci sarò io a
prendermi cura di lui … e voglio che Bella lo sappia.
Mi risponde a mente Rose.
La guardo, confuso.
Ma che diavolo sta dicendo? Stringo gli occhi, riducendoli a due
fessure e mi concentro su di lei. E, nonostante tutti i suoi tentativi
di nascondermi i suoi pensieri, la conversazione appena intercorsa tra
lei e Bella si dispiega con chiarezza nella sua mente, e, quindi, anche
nella mia.
Sento tutti i muscoli irrigidirsi all’istante.
Perché anche se le parole di mia sorella non sono state
brutali o irrispettose, non può nascondermi la vera natura
dei suoi pensieri più intimi.
E più rivoltanti.
A Rose, non importa nulla di Bella, della sua salute fisica o psichica.
Non le importa di rassicurarla circa il futuro, di risollevarle lo
spirito offrendo il suo aiuto. Vuole solo assicurarsi il suo permesso
per poter disporre della cosa
una volta che questa avrà portato a termine la sua missione
omicida sulla sua genitrice.
Ecco cosa vuole.
Anzi, a dirla tutta, lei confida, seppur inconsciamente, nella morte di
Bella.
«Come osi … venire qui, davanti a lei …
proclamarti sua amica» le parole mi escono con
difficoltà, la vista mi si sta offuscando ogni secondo che
passa.
«Vi prego» la voce di Bella è un
sussurro lieve, rotto, tra un singhiozzo e l’altro
«Non litigate, vi prego … non litigate a causa mia
…»
«Tranquilla, Bella. Rose stava andando via» dico
rivolgendo prima un’occhiata infuocata a mia sorella che
stringe le labbra e poi abbassando il capo verso mia moglie con il
più sereno dei sorrisi.
Ma il suo sguardo non è sulle mie labbra, bensì
nei miei occhi.
E non può che leggervi rabbia, e sconforto, e dolore.
«Voleva solo aiutarmi, Edward …, rendersi utile.
Non essere duro con lei» mormora e abbassa gli occhi.
Mi sono perso qualcosa? Da quando Bella difende Rosalie Hale?! Scuoto
il capo, ancora più basito di prima.
«E come pensi che ti aiuterebbe? Supportandoti in questa tua
scelta? Prospettandoti tutte le opzioni post-mortem che hai a tua
disposizione? Lei vuole solo soddisfare un suo capriccio, Bella. Non le
interessa nulla di te» concludo amaramente.
Mi osserva a lungo. In silenzio.
«E a te? A te interessa di me? Di noi?» e
con la mano tremante sfiora leggera il suo ventre prominente celato
dalla coperta.
Come un lampo sono al suo fianco, all’altezza del suo
viso:«Come puoi pensare che non mi importi di te? Come puoi
credere che tu non sia il mio chiodo fisso in ogni istante che passa e
che sento scorrermi tra le dita senza che possa fare nulla per
trattenerlo?» la mia voce è vibrante, carica di
angoscia.
Sussulta colta alla sprovvista dalla veemenza della mia reazione, io
che in sua presenza sto raggiungendo livelli di autocontrollo
sconosciuti perfino a me stesso.
Alza piano una mano verso il mio viso, accarezzandomi una guancia.
Resto immobile, congelato dalle mie stesse parole:«Non essere
inquieto, Edward, ti prego … non sopporto di vederti stare
male» dice e batte veloce le palpebre per ricacciare indietro
le lacrime. Con la mano scende lentamente, fino a trovare la mia. Ne
intreccia le dita con le sue e la tira leggermente verso di
sé. Ne assecondo il movimento, ma improvvisamente mi blocco,
capendo dov’è che vuole portarla.
Sul suo ventre.
Spalanco gli occhi, mentre nei suoi compare il dispiacere per la mia
titubanza.
Sciolgo rapidamente la presa delle sue dita e le mie mani si chiudono
ai lati del suo dolcissimo viso. Lo tengo fermo così, il mio
sguardo perso nel suo quando sussurro:«Io ti amo. E sei tutto
per me. Tutta la mia vita». Scendo con lentezza sulle sue
labbra con le mie e le sfioro, senza chiudere i miei occhi. Non voglio
perdere la vista del suo volto nemmeno per lo spazio di un battito di
ciglia. Sessanta, settanta anni –la vita che Bella avrebbe
avuto dinnanzi a sé se fosse rimasta umana- una volta mi
erano sembrati pochi … perché ancora non avevo
compreso davvero quanto potessero esserlo un paio di settimane
… attimi rubati ad una insopportabile eternità.
«Io … lo so. E’ che avrei voluto
… speravo che … » lancia uno sguardo
fugace ai presenti, sospira e abbassa gli occhi sulla coperta, indecisa
se proseguire. Ovviamente se fossimo soli in stanza non cambierebbe
nulla, non sono certo le porte a darci privacy, ma è chiaro
che non si sente di parlare con uno stuolo di spettatori al seguito.
«Per favore, uscite. Tutti» dico con la voce
bassissima, senza staccare gli occhi dal suo viso.
Perché non le
dici la verità sulle tue intenzioni, Edward?
Perché non le riveli della tua prossima vacanza programmata
per l’Italia? I pensieri di Alice suonano come
delle frustate nella mia mente. E’ arrabbiata, dispiaciuta. E
ha cercato di coprire Rose. Sapeva che sarebbe accaduto tutto
ciò e sperava che in qualche modo potessi cambiare idea se
Bella fosse stata messa al corrente della mia decisione. E sapeva anche
che spontaneamente non le avrei mai rivelato nulla.
Cerca di farmi uscire allo scoperto.
«Smettila» sibilo a velocità e volume
inafferrabili. Mi sforzo di controllare l’espressione del
volto, di non digrignare i denti, di non irrigidire i muscoli.
No! Non
smetterò mai di cercare di salvarti! Mai, hai capito? HAI
CAPITO?! E accenna un passo verso di me senza nemmeno
rendersene conto, tanto è presa, le piccole mani strette a
pugno lungo i fianchi, tremanti.
Inclino la testa di lato e mi giro a guardarla da sopra la mia spalla,
restando accovacciato di fianco al letto di Bella. Il viso di mia
sorella è rigido, ma l’espressione degli occhi mi
dice che è sconvolta.
La sua visione su di me non è cambiata.
Sposto gli occhi su Jasper indugiando intenzionalmente un secondo. Lui
si avvicina rapido a sua moglie e le poggia dolcemente una mano sulla
spalla, accarezzandola.
Edward, è
difficile per lei accettare questa tua scelta. Lo sai quanto
è legata a te … cerca di capirla. Ma
contemporaneamente a questi pensieri, quelli irritanti di Rose si
sovrappongono.
Non osare torcerle un
solo capello, intesi? Riferito a Bella.
E’ inevitabile la smorfia sarcastica che mi attraversa il
viso. Rose che cerca di difendere Bella da me. Assurdo.
Emmett e Rose lasciano la stanza per primi, e sembra che Alice non
voglia muoversi, così che Jasper cerca di sospingerla con
delicatezza verso la porta. Comincia a muoversi insieme a lui, ma i
suoi occhi rimangono su di me. Restituisco lo sguardo, determinato.
E’ meglio che se ne faccia una ragione, e che smetta di
torturarmi.
Perché vederla così angosciata è per
me davvero una tortura.
E’ allora che vedo Jasper fermarsi di botto, mentre Alice
quasi gli finisce contro. Il corpo di mio fratello viene percorso da un
brivido. Si volta verso di noi, ma i suoi occhi sono fissi su Bella,
spalancati e concentrati:«Cosa … cosa hai,
Bella?»
Con uno scatto mi giro e mi tendo nell’attesa della prossima,
ennesima sofferenza che attende mia moglie al varco.
Ma lei osserva Jasper perplessa e, dopo un attimo di sorpresa, scuote
piano il capo:«Nien …» ma le parole le
muoiono in gola al gemito di Alice.
Si è piegata sulle ginocchia e, con gli occhi serrati, si
tiene la testa con le mani. Respira affannosamente, mentre le braccia
di Jasper sonno attorno a lei, la sostengono con delicatezza e il cuore
di Bella spicca il volo.
«Alice!» sussurra angosciata.
Congelo la scena e in una frazione di secondo ritornano alla mente
tutte le altre volte in cui le circostanze sono state identiche a
questa: al risveglio di Bella il giorno prima Alice ha avuto
la stessa reazione; quando Rosalie discusse con Alice per
l’arrivo della studentessa italiana, ancora la stessa,
identica reazione in mia sorella … ma non è una
costante, non è un evento che si ripete sempre quando
è vicina a Bella.
Alice …
aggrotto la fronte e colgo nei suoi pensieri la sofferenza che le
stritola la mente.
I suoi momenti di buio
sempre più ampi sul futuro di Bella …
osservo mia moglie, tesa e spaventata nel letto che continua a ripetere
il nome di mia sorella, come a volerla risvegliare da un incubo.
Jasper che accarezza le spalle di mia sorella e le mormora parole
confortanti con un tono melodioso e ipnotico.
Jasper …
Mi alzo immediatamente e li raggiungo entrambi. Afferro mio fratello
per le spalle e lo scuoto quasi con violenza:«Che hai
percepito?» mi guarda, perplesso e seccato della mia
interferenza «prima, da Bella. Cosa hai avvertito?»
Tenendo un braccio su Alice che si è intanto raddrizzata e
ha mollato la presa con le mani sulla sua testa, senza tuttavia
riaprire gli occhi, Jasper cerca di concentrarsi sulle mie
parole.
Ci pensa un po’ su, poi, incerto, dice:«Non lo so.
E’ stato strano, come un impulso, come una scossa
elettrica» lancia un’occhiata rapida alle mie
spalle e prosegue a mente: Proveniva
da lei, ma … io non credo che fosse una sensazione
completamente “umana”, Edward.
I suoi occhi mi scrutano con insistenza.
Lentamente chiudo i miei. Sento la sua mano poggiarsi sulla mia spalla
per una frazione di secondo, e nei suoi pensieri un moto di
solidarietà per me.
Poi, entrambi, escono velocemente dalla stanza.
Dio mio, no …
penso come se nella testa un macigno premesse a fondo, per annientare
la mia lucidità, mentre con esasperante calma una
sconvolgente consapevolezza prende possesso di ogni centimetro del mio
corpo.
Sento il sospiro di Bella e mi volto verso di lei.
Tenta di raggiungere un bicchiere mezzo pieno d’acqua sul
comodino.
Mi avvicino piano e lo afferro, porgendoglielo.
Mi ringrazia e beve un lungo sorso.
Abbassa nuovamente il capo e vedo i suoi occhi alzarsi di tanto in
tanto, passandosi il bicchiere tra una mano e l’altra.
«Non essere arrabbiato, ti prego … »
sussurra piano.
«Io non sono arrabbiato Bella. Sono solo preoccupato. Ti
rendi conto di quello che dovrai affrontare? Sai cosa
significa?»
Annuisce lentamente con il capo, ma il suo battito accelera, spaventato.
Proseguo con maggiore dolcezza:«Tu sai di cosa …
siamo capaci. Questo … feto»
mi sforzo di non chiamarlo cosa
a beneficio della serenità spirituale di mia moglie, ma
soprattutto della mia sanità mentale «sembra
somigliarci molto».
Bella alza lo sguardo su di me e mi osserva con un filo di speranza
negli occhi. Un lieve accenno di sorriso le fa incurvare
l’angolo destro delle labbra:«Lo so»
sussurra emozionata «sarà forte e bello
… come te» e una sfumatura di una leggerissima
tonalità di rosa le colora le guance, pallido ricordo dei
violenti rossori di cui era preda involontaria nelle circostanze
più varie.
Resto immobile, impotente.
Perché se tu dici ad una persona che qualcosa
l’ucciderà, e lei ti risponde con un sorriso
d’orgoglio per quella stessa cosa che segnerà la
sua fine, allora non c’è altro da dire.
Ingoio la risposta acida che mi è salita alle labbra e
aggrotto un po’ la fronte.
Osservo Bella, i suoi occhi brillanti persi nelle fantasticherie di un
improbabile futuro.
E osservo il suo ventre, per un attimo ipnotizzato da un’idea
proibita ed ammaliante … l’idea di un figlio
… mio
… in lei.
Ma non in questo tempo, non in questa vita.
Mi riscuoto, ma non do voce alle parole che ancora aleggiano nella mia
testa.
Una smorfia simile ad un sorriso di comprensione mi spunta sulle
labbra, mentre capisco che, anche se in una forma grezza e appena
abbozzata, questo feto ha già una coscienza.
NOTA
DELL’AUTRICE: Dunque…eccoci a noi XD
Sono ancora in fase di
assestamento con il lavoro, quindi di volata. Spero di non ritardarmi
troppo con i prossimi aggiornamenti. Se dovesse accadere …
plisss, perdonatemi già da adesso ;)
kikkikikki:
Zi, Eddino casca male…in fondo è giusto che si
raccolga il proprio seminato, non trovi? Ma sarà
meraviglioso lo stesso. E’ una promessa. Baci mia cara *.*
arual93: Ciao
Laura ^^ Grazie infinite dei tuoi complimenti. A presto XD
harley1958:
Il percorso di Edward sarà tortuoso, ma il lieto fine ci
sarà. Mantengo sempre le mie promesse, cara XD
vitti: Si
cara, il termine dovrebbe essere quello….sempre che il mio
cervellino allucinato non si metta a funzionare e per farlo smettere
non debba cominciare a scrivere la sceneggiatura di Beautilul :P
sily85: Mon
cher :*** Grazie, sei sempre molto cara a spendere una parolina di
conforto nei miei confronti. Ho ripreso il lavoro e va tutto
bene…mi devo organizzare, ma non vi abbandono. Siete sempre
nei miei pensieri e vi adoro… Baci *.*
lisa76: Ciao
Lisa ^^ Allora, grazie del tempo che tu dedichi a questa storia e dei
complimenti che mi fai XD Helèna ricomparirà, non
potevo certo farla uscire di scena così, e poi, la
gravidanza di Bella sarà un pochino diversa da BD, nei
prossimi capitoli spiegherò tutto meglio. Un bacione XD
FallingDoll:
Zi, hai ragione…ma ci sarà spazio anche per la
felicità…promesso XD
RenEsmee_Carlie_Cullen: Carissima
^^ La risposta al tuo dubbio era in questo capitolo. Grazie infinite,
sei un tesoro, ma fidati…Eddino non lo potrei mai far morire
:P
VampGirl:
Tesoro ^^ Se non chiudessi la storia, ad un certo punto nessuno si
ricorderebbe nemmeno come è iniziata…a me
è capitato per alcune ff che ho sempre seguito con piacere,
ma che da un po’ mi stanno stancando. Odio perdere il filo
del discorso e non voglio che succeda a voi con le mie storie. Hai
ragione, le cose belle finiscono, ma lasciano lo spazio per altre
ancora più belle…Baci *.*
piemme: Nuuu,
non mi ricordo se me l’hai detto mai….:PPPPPPP
Grazie mia cara XD
Hanairoh Ciao
cara ^^ Mamma mia sei impietosa davvero … Eddino alla fine
della tua recensione s’è nascosto
nell’armadio e non voleva più uscire…na
faticaccia convincerlo…Mmmm dovresti sapere che i finali
scontati non mi garbano…ma non dico
altro…perché c’è chi legge
un po’ tutto e non posso spoilerare… Bacioni XD
superlettrice:
Yessa!!! Hai compreso benissimo…ma non disperare, non sia
mai detto che faccia qualcosa ad Eddino… Grazie cara, un
bacione XD
garakame:
mamma Telecom ce l’ha a morte con me…questa
connessione maledetta proprio non mi facilita le cose, ma le vostre
recensioni questa volta le ho salvate prima…Grazie per i
complimenti, sei una mia affezzionatissima e lo so :arrossisco fino
all’unghietta del mignolo: Il capitolo un po’
triste ci voleva, ma ne aspettano altri dolcissimi… Trust me
XD
ginny89potter:
Dunque. Abbiamo appurato che sono una s…adica, che sono
malvagia all’inverosimile, che vi faccio rischiare
l’infarto solo quando vedete che ho aggiornato (-.-), ma che
ti faccio piangere …. NUOOOOOOOO!!! Qui piango
io… ç________ç Hai centrato un punto
fondamentale, che nemmeno io avevo mai realizzato prima. Sì,
BD mi ha lasciata in qualche punto un po’ male,
perché credo che gli stessi avvenimenti descritti secondo un
Pov diverso da Jacob (>.<) sarebbero stati
divini…ma zia Stephie aveva già in programma MS,
quindi, la scelta era un po’ obbligata…la mente di
Jake a me non è mai piaciuta tanto…e quando
rileggo la salto puntualmente…Sono una caina, che posso
farci ? Grazie di tutto e un bacione *.*
Rebecca Lupin:
Buahuahuahauahu !!! La faccenda
“tra.un.pò.tirerai.le.cuoia”….
Bhuauauahuauauaau rido fino al collasso!!!! :si asciuga le lacrime:
Anche questo se vogliamo è sullo stesso stampo…ma
qualcosa sta cambiando…Alla prossima cara. Un bacione XD
piccolinainnamora:
Nuu, niente tristezza…fra poco le cose migliorano, I promise
…Baci XD
alicecullen_robert:
Sapere che vi faccio emozionare così è per me una
soddisfazione enorme…sapessi come
gongolo…Sì, ci sarà il lieto fine e
dei capitoli dolcissimi….Grazie di ogni singola
parola…*.*
keska: :si
lustra le manine d’oro: moncherrrrr! Che carina che sei a
riempirmi di tutti questi complimenti, sono lusingata. In effetti una
capatina in Italia la dovevo mettere, perché è
una parte che ho completamente saltato in My New Moon…un
po’ melodrammatica nel NM di zia Stephie, ma qui mi sembrava
appropriata dato che è la stessa Bella che ha deciso di
sacrificarsi dopo tutto. Ma ancora è necessario un
po’, perché Eddino è un testone
silenzioso e come vedi, non ha intenzione di rivelare
nulla…ma basta patemi d’animo, le cose si
sistemano sempre…almeno nelle mie storie…:P Un
bacione cherì *.*
lilly95lilly:
La signora Telecom ce l’ha a morte con me… sto
seriamente pensando di prendere una chiavetta superveloce, ma
vabbè… Edward purtroppo è in una
situazione paradossale, perché ha le mani completamente
legate, visti i suoi trascorsi…Vedremo XD Baci :D
grepattz:
Ciao ^^ E’ vero, credo anche io che poteva andare solo
così…ma presto svolteremo….Adesso non
posso dirti molto, ma Edward per ora non sente per un motivo preciso
che ho accennato qui, ma che spiego meglio nel prossimo capitolo.
Sempre Telecom permettendo…Baci e grazie XD
Volevo scusarmi per le
prolungate assenze su twitter e fb, ma i miei problemi con la
connessione continuano. Da ciò deriva anche il fatto che non
riesco a mettere delle canzoni ai capitoli: non potendo navigare non
riesco a linkarvele :(
Ringrazio anche tutti i
lettori silenziosi: so che siete in tanti a seguirmi ^^
Bon, è tutto,
I guess.
Grazie e alla prossima.
M.Luisa
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