ordini
ORDINI
Sfrecciamo
per le stradine strette della città veloci come il vento,
silenziosi come il respiro. Sento il vento ,che prima non c'era, che mi
schiaccia la pelle sul viso e i capelli sulla testa, come se qualcuno
li tirasse con forza. Lo stomaco, per l'accellerazione improvvisa,
è rimasto al punto di partenza, ma l'adrenalina è in
circolo, la sento pungere viva nelle vene. I palazzi e i lampioni
corrono ai miei fianchi, confondendosi in una muraglia marrone e
luminosa.
In contrario all'ebrezza della velocità, provo una gran paura di
morire; sono troppo terrorizzata per chiudere gli occhi e lo scenario
che mi si para è confuso. La paura di cadere o di essere presa e
riportata a casa crea un mix micidiale che mi attanaglia lo stomaco e,
per la prima volta in vita mia, sento la fiacchezza e le vertigini
tipiche della nausea da movimento. Stringo spasmodicamente le braccia
intorno al busto del ragazzo sconosciuto che stranamente ha accettato
di aiutarmi e, senza guardare dietro le spalle, lo incito ad
accellerare. Nel sentire le mie parole e il rombo delle auto alle
nostre calcagna, cambia marcia e dà gas. Il dolore allo stomaco
si accentua pericolosamente e un connato di vomito sembra voler
prendere il sopravvento su di me, ma cerco ugualmente di accovacciarmi
il più possibile e serro gli occhi per resistere alla forte
velocità. Il buio mi si para davanti e il resto dei sensi si
accentuano: riesco a sentire il rumore delle ruote che percorrono
furiosamente la strada e qualche volta incappano in una pozza d'acqua.
Le auto dei miei " baby-sitter " ci seguono imperterriti e qualche
volta degli automobilisti arrabbiati schiacciano la mano sul clacson.
Improvvisamente la moto svolta a sinistra e, presa alla sprovvista dal
repentino cambio di direzione, sbarro gli occhi. Stiamo percorrendo una
stradina angusta dove a stento riescono a passare i pedoni. Mi giro per
vedere che fine hanno fatto le macchine e scopro che ,grazie alla pazza
velocità del mio nuovo amico e all'improvvisa svolta nella
stradina, le abbiamo seminate.
Anche se le mie guardie del corpo non ci sono più alle calcagne,
continuiamo a correre per le vie della città, fino a che la moto
non si ferma ,sgommando, nella retrovia di un imponente palazzo. La
nausea è momentaneamente scomparsa, ma lo stomaco è
ancora in subbuglio per la folle corsa.
Il ragazzo si sfila abilmente il casco e si passa una mano tra i
capelli scompigliati per dargli una forma decente, infine, si gira
verso di me sorridendo. L'attenzione inaspettata da parte sua mi fa
salire il sangue alle guance, tingendole irrimediabilmente di rosso.
Abbasso velocemente lo sguardo ed anch'io mi sfilo malamente il casco,
ma purtroppo i miei capelli non sono perfetti come i suoi, sono invece
una massa informe. Sospiro alla certezza che non sarò mai
perfetta e senza curarmi del mio aspetto trasandato gli passo il casco
ringraziandolo gentilmente.
Scendo prudentemente dalla moto, cercando di non dare briglia sciolta
alla mia goffaggine, ma purtroppo all'ultimo momento inciampo su una
mattonella del marciapiede provocando la risata del mio complice. Mi
giro indispettita ignorandolo e mi incammino velocemente verso la fine
della via, sperando che non faccia domande... speranza vana.
< < Ehi, aspetta > > mi urla alle spalle. Sospiro e
lentamente mi giro, infilando le mani nelle tasche posteriori dei
pantaloni. Nel vedere la mia faccia sconfitta, scoppia in una fragorosa
risata che mi colpisce irrimediabilmente. E' cristallina e dolce,
melodiosa, contagiosa e libera... stupenda. Dopo il temporaneo
stordimento, l'irritazione prende il sopravvento e irrimediabilmente
sbuffo aumentando il volume delle sue risa.
< < Smettila > > gli intimo < < non sono poi così divertente > >
Inizia a tossicchiare e lentamente smette, regalandomi un sorriso sghembo.
< < No, hai ragione: non sei poi così divertente > >.
Fingo di non aver sentito l'ironia intrisa nelle sue parole e, posando
le mani sui fianchi, gli chiedo: < < Chi sei? > >
Si alza lentamente e con eleganza naturale dalla sella della moto e mi
viene incontro, poi, porgendomi la mano, si presenta: < <
Piacere. Edward. Fuggitivo a tempo perso > >
Gli stringo la mano sorridendo, ma appena la mia pelle sfiora la sua,
una scossa piacevole percorre tutto il mio corpo e mi prende alla
sprovvista, costringendomi a ritirarla frettolosamente.
< < Piacere Edward > > rispondo alla sua presentazione,
distogliendo lo sguardo dalle sue mani candide che prima mi hanno
sorpreso con l'intensità della loro stretta.
< < Interessante > > dice lui dopo un breve silenzio.
< < Che cosa? > > chiedo confusa, guardandomi attorno per capire la fonte del suo interesse.
< < In genere, quando qualcuno si presenta, l'altro fa lo stesso
> > risponde con lo sguardo fintamente sovrappensiero.
< < Io non sono qualcuno > > dico incrociando le braccia, compiaciuta di averlo almeno un po' incuriosito.
< < Questo lo avevo già capito > > dice,
rivolgendomi un sorriso fugace. < < Quindi come ti chiami, mia
dolce fuggitiva? > >.
So che queste parole sono dette da lui in modo scherzoso e canzonario,
ma il mio cuore non può fare a meno di perdere un battito.
< < Bella > > rispondo ingenuamente, ammaliata dal suo
sguardo. Dopo aver detto il mio nome mi ricordo immediatamente che non
è affatto una buona mossa rivelare la mia vera identità:
potrebbe riconoscermi! La mia sola speranza è quella che non
associ il mio soprannome, che per altro solo Alice conosce, con la
figlia del presidente degli Stati Uniti.
< < Bella > > dice, sovrappensiero < < Ce l'hai un cognome? > > chiede.
< < No, Bella e basta > > dico improvvisando. A quanto pare
la mia recita funziona, perchè mi sorride e risale in moto senza
professare parola.
Dopo averlo salutato frettolosamente mi dirigo verso lo sbocco della
via e mi guardo intorno. Nel quartiere regna uno strano silenzio,
nonostante sia notte inoltrata, c'è poca luce a causa dei
lampioni rotti e l'interno di tutte le abitazioni è buio e
silenzioso. Prima di correre fuori dal bagno, Alice mi ha promesso che
ci saremmo incontrate nel bar Mela Verde... ma dov'è?
Mi gratto la testa nel cercare di ricordare se l'ho visto mentre giravo
la città, ma niente. Il mio cervello è vuoto. Poi una
voce conosciuta giunge alle mie spalle, sorprendendomi. Mi volto
sorridendo felice che lui sia ancora lì.
< < Tu lo sai dove andare, vero? > > chiede appoggiando il
gomito sul manubrio e passandosi la mano tra i capelli ribelli:
terribilmente sexy.
< < Emm...no > > rispondo in imbarazzo e scombussolata dal suo sguardo penetrante.
< < Hai bisogno di aiuto? > > dice compiaciuto della mia ignoranza.
< < Non lo vedi?! > > sbotto esasperata, gesticolando con
le mani. Insomma, sarà anche disponibile e bellissimo, ma il suo
atteggiamento è cinico ed arrogante in modo inaccetabile.
Ridacchia e ,senza rispondee a tono come mi aspettavo, estrae il cellulare dalla tasca dei jeans e inizia a comporre un numero.
< < Ehi, Tayler. Senti, conosci per caso questo posto...? >
> . Quando si accorge di non sapere dove voglio andare, si volta
verso di me e con lo sguardo mi incita a dirgli il nome del posto in
cui sono diretta.
< < Il locale Mela Verde > > gli dico velocemente, avvicinandomi alla moto su cui è seduto.
< < Il locale Mela Verde? > > ripete al suo amico all'altro capo del telefono.
Dopo pochi secondi, in cui era attento ad ascoltare le indicazioni per
arrivare a destinazione, rigrazia e chiude la chiamata con un veloce
click.
< < Allora? > > chiedo.
< < So dov'è > > dice solamente rivolgendomi un sorrisino arrogante.
Sto al suo gioco e rispondo alla sua provocazione: < < Se si
potesse fare un altro giro fino al Mela Verde ne sarei felice > >
< < Hai suoi ordini, signorina Bond > > dice, continuando a
sorridere e indicandomi con la mano il posto dietro di lui.
Salgo velocemente e ,dopo esserci infilati il casco, sgommiamo per le strade di Amburgo.
Io
e Bella siamo seduti su un tavolino del locale Mela Verde da circa
un'ora. La sua amichetta non si è ancora fatta vedere e ormai ho
perso la pazienza a forza di guardarla buttare giù bicchieri di
cock-tail vari come se fossero acqua. Dopo il quinto intruglio colorato
ha iniziato a dire cose senza senso,a ridere senza motivo e a
singhiozzare... evidentemente non regge bene l'alcool. Ma sicuramente
questo non è il suo difetto più grande: la cosa peggiore
è che vuole libertà pur non sapendola gestire. In poche
parole è una bambina attratta da una cosa difficile da avere,
che fino a che non l'avrà ottenuta non smetterà di
pretenderla.
In compenso il locale è abbastanza carino ed accogliente. La
stanza è illuminata da luci soffuse e colorate, e tanti tavolini
lucidi neri pieni di persone brille fanno mostra di se. I baristi
dietro i banconi sono abili giocolieri e fanno divertire le ragazze
ubriache che li guardano ammaliate. La musica ,diffusa ad alto volume,
è accettabile, anche se non coinvolgente e del tutto
orecchiabile, e un gran numero di persone si scatenano sulla pista da
ballo illuminata da una palla argentata. Per la stanza si sentono anche
sonore risate e ragazzi ubriachi che urlano, ridono e cercano di
sedurre il maggior numero di ragazze. Il tutto è intriso da un
forte odore di fumo e alcool.
Solo dopo aver lanciato sguardi per tutto il locale, mi accorgo che
Bella mi sta fissando intensamente da più di qualche minuto.
Volgo il busto verso di lei, appoggiando un braccio sullo schienale del
divanetto nero su cui siamo seduti e l'altro sul tavolino, e ricambio
il suo sguardo.
< < Tu non bevi? > > chiede singhiozzando. E' ufficialmente ubriaca fradicia.
Chissà cosa la spinge a bere così tanto? D'altronde ha
una vita perfetta e agiata, essendo la figlia del presidente degli
Stati Uniti...
< < Stai bevendo abbastanza per tutti e due > > rispondo
mesto, ma nel vedere la sua espressione buffa non posso far altro che
lasciarmi scappare un sorriso sghembo. Mi sto per rigirare verso il
centro della pista da ballo, quando Bella ricomincia a parlare.
< < E tu? Qual è la tua storia? Con quei tuoi occhioni
belli... > > chiede ,interrompendosi varie volte, e finendo con
una sonora risata senza motivo.
La fine della sua domanda mi lascia interdetto e sorpreso... ha davvero detto occhioni belli?
Sta aspettando una risposta con un'espressione stralunata e quando sto
per aprir bocca si porta una mano alla bocca e corre verso il bagno. La
vedo entrare frettolosamente e quando si chiude la porta alle spalle
sento un coro di ragazze schifate, probabilmente alla vista del vomito.
Ecco che arrivano gli effetti della tanto agognata libertà...
Credo ci metterà molto a smaltire tutto quello che ha bevuto e
così approfitto di quel momento di nausea per uscire dal locale
e chiamare mio fratello, per sapere che fine ha fatto.
Esco nel marciapiede illuminato solo da un piccolo lampione ed intriso
di fumo e alcool proveniente dall'interno del locale, ma non faccio in
tempo a sfilare il cellulare dalla tasca dei pantaloni, che i fari di
una macchina nera mi accecano. Mi volto verso il fascio di luce e
aspetto che il SUV accosti. Dopo qualche manovra, finalmente la
portiera si apre e sbuca fuori mio fratello Emmett, seguito da una
ragazza bionda che assomiglia ad una modella... deve essere la sua
nuova collega. Ora capisco perchè si vantava tanto...
< < Eddy, fratellino > > tuona venendomi incontro e dandomi
una sonora pacca sulla schiena. Odio quando mi chiama così e lui
lo sa... credo sia per questo che mi ha affibbiato questo stupido
nomigliolo.
Ricambio la sua allegria con una forte stretta di mano e una pacca sulla spalla destra.
< < Emmettino, come va? Adesso fai il baby-sitter a tempo pieno?
> > dico per infastidirlo e ,a quanto pare, il mio piano funziona
alla perfezione perchè mi lancia un'occhiata infuocata e non
risponde alla mia domanda provocatoria. In compenso la sua nuova
collega dice sprezzante: < < Non siamo " baby-sitter ", dobbiamo
solo evitare che Isabella si faccia male > >.
< < Bella > > la correggo senza pensare.
< < Fa lo stesso... dov'è? > > chiede la bionda
senza neanche presentarsi e ravvivandosi indietro i morbidi capelli.
Non la conosco nemmeno da cinque minuti che già la trovo
arrogante e vanitosa.
< < Per prima cosa eviterei di usare questo tono e mi presenterei > > le suggerisco, sorridendole affabile.
< < Lei è Rosalie, la mia nuova collega > > risponde
vivacemente Emmett, esibendo la sua nuova amica. Era ora che lo
accontentassero accoppiandolo con una bella donna, ma non mi aspettavo
avesse questo bel caratterino e soprattutto mi stupisco che vada
d'accordo con mio fratello. Dovrebbero essere cane e gatto, ma a quanto
pare Emmett ha la buona volontà di sopportarla nonostante tutto.
Mio fratello appoggia un braccio sulle spalle di Rosalie in modo
amichevole, ma lei lo scrolla brutalmente e ripete la sua domanda: <
< Dov'è Isabella? > >
< < Stai tranquilla. E' dentro sana e salva > > rispondo guardando anche mio fratello.
Vedo Rosalie avviarsi verso l'entrata del locale e quando sta per
spingere la porta, la fermo. < < E' meglio che non entri >
>
< < Perchè? > > chiede voltandosi verso di me e sorridendo a mo' di sfida.
< < Sta in bagno a vomitare anche l'anima > > rispondo
solamente e ho il piacere di ammirare sul suo volto un'espressione
schifata.
Emmett mi guarda male e lo stesso fa la bionda.
< < Allora non sta bene! > > urla Rosalie venendomi contro e puntandomi un dito contro.
< < Ha solo bevuto qualche bicchiere di troppo > > rispondo allontanandomi e appoggiandomi al cofano della macchina.
< < Cosa?! > > urla la bionda aggrottando le sopracciglia.
Non faccio in tempo a rispondere che il cellulare di Emmett inizia a
squillare. Io e Rosalie ci scambiamo occhiate furiose che preannunciano
un imminente litigio, ma veniamo distolti dalla voce di Emmett.
< < Buonasera, Signor Presidente > > dice con voce ferma e seria, rara in una persona allegra come lui.
Lo guardo come a chiedere informazioni, ma si gira per non essere disturbato.
< < Sua figlia è al sicuro. L'agente Edward Cullen l'ha
portata in un locale > > dice Emmett, attaccato al telefono.
< < Certo. Ora siamo con lei > > continua a parlare, mentre
Rosalie ed io stiamo in silenzio per ascoltare meglio la conversazione
e ricostruire le parti mancanti. A quanto pare il Presidente è
preoccupato per sua figlia...
< < Sì, la sua idea mi sembra perfetta > > . Nel
sentire quest'ultima frase rimaso sorpreso e confuso: di cosa sta
parlando?
< < Ora glielo passo > > dice Emmett porgendomi il cellulare. Lo afferro e me lo porto all'orecchio.
< < Sì, Signor Presidente? > > chiedo sinceramente incuriosito.
< < Questo è un ordine agente Cullen, non una richiesta.
Ti è chiaro? > > dice la voce all'altro capo del telefono.
< < Sì, signore > > rispondo, in attesa.
< < Mia figlia vuole libertà...quindi, diamole l'illusione
di libertà. Lei vuole uscire senza le guardie attorno e si fida
di te, perciò dovrai seguirla ovunque vada e proteggerla senza
farti scoprire per nessun motivo > > dice il Presidente
lasciandomi a bocca aperta. Vuole che io faccia da baby-sitter ad una
ragazzina ribelle? Ma è impazzito?! Io non sono stato addestrato
per questo e non intendo sprecare tempo prezioso in cavolate varie per
seguire sua figlia. E poi perchè le vuole mentire così?
Non capisce che peggiorerà solo le cose mentendole e facendole
credere di essere libera?
Secondo me questa cosa non funzionerà, anzi...
< < Signore, io non credo sia una buona idea... > > dico, ma non mi lascia finire.
< < E' un ordine e tu devi eseguirlo. Ricordati ciò che ti
ho detto: devi starle accanto senza far saltare la tua copertura >
> detto questo chiude la comunicazione e mi lascia a bocca aperta.
Emmett e Rosalie mi guardano divertiti e poi scoppiano in una sonora risata tenendosi la pancia.
< < Adesso chi è il baby-sitter > > mi canzona la
bionda ridendo e asciugandosi le lacrime che le sono fuoriuscite per le
troppe risate.
Sbuffo e distolgo lo sguardo arrabbiato. Guarda cosa mi tocca fare...
Fare da balia ad una ragazzina solo perchè non sospetta di me e
ho qualche anno più di lei. Ma perchè sono diventato
un'agente? Ah sì, per salvare persone importanti e bisognose,
non per sorvegliare delle diciottenni.
Emmett e Rosalie entrano improvvisamente in macchina, così
scendo velocemente dal cofano e mi metto a battere sul finestrino
sinistro oscurato.
Il finestrino si abbassa e ne esce fuori la testa di Emmett.
< < Perchè ve ne andate? > > chiedo preoccupato di rimanere da solo con Bella.
< < E' uscita dal bagno e ti sta cercando, Tra poco uscirà, quindi ce ne andiamo > >
Vedendo il mio sguardo preoccupato, la bionda dice: < < Stai
tranquillo. Vi seguiremo senza farci notare > > . Sospiro di
sollievo, il finestrino si abbassa e l'auto sgomma lontano da me.
Dopo pochi secondi la porta del locale si apre, rivelando una Bella
ubrica fradicia. Singhiozzando e incespicando sui suoi passi si
avvicina a me e si appoggia alla mia spalla per sostenersi. Stranamente
sento una scossa nel punto in cui ha appoggiato la sua candida mano, ma
faccio finta di niente.
< < Cosa ci fai qua fuori? > > chiede con la voce impastata.
< < Sono uscito a prendere un po' d'aria > > rispondo
distogliendo lo sguardo sulla strada deserta e male illuminata.
< < Ah > > dice solamente, passandosi una mano sul viso.
Improvvisamente inizia a camminare incespicando e sbandando verso la mia moto.
< < Cosa hai intenzione di fare? > > le chiedo, osservandola divertito: è davvero buffa.
< < Voglio annusare e assaggiare tutto > > dice ridendo e
inciampando sul marciapiede, ma per fortuna si appongia ad un sudicio
muro.
< < Assicurati di aver annusato bene, prima di assaggiare >
> dico, seguendola e sorridendo vedendola in difficoltà. Mi
avvicino per aiutarla a stare in piedi, ma inciampa cadendo su dei
pedoni.
Mi scuso con loro e la aiuto ad alzarsi. Questo incarico si preannuncia più difficile di quanto sembri.
Inizia a camminare incespicando sulle mattonelle del marciapiede e a
cantare a squarcia gola cose senza senso. La seguo in silenzio, ridendo
sotto i baffi, per vedere dove va e soprattutto per aiutarla in caso di
bisogno. La sua goffaggine la rende terribilmente dolce ed attraente.
All'improvviso inciampa cadendo sulle ginocchia sulla strada, ma per
fortuna appoggia i palmi delle mani sul cemento e ferma la caduta,
evitando di sbattere la faccia sull'asfalto. Aspetto qualche secondo,
guardandola preoccupato, ma lei scoppia in una sonora risata. Corro
verso di lei e l'aiuto ad alzarsi. Dopo cinque minuti arriviamo sulle
rive dell'Elba. La luna si rispecchia sul pelo dell'acqua, rendendo
tutto bianco e nero. La luce lunare rende l'atmosfera magica e serena.
Mentre osservo le acque del fiume, non mi accorgo che Bella ha iniziato
a spogliarsi. Rimango incantato mentre si sfila frettolosamente e
malamente i vestiti partendo dalle maglietta e finendo con i pantaloni.
< < Cosa stai facendo?! > > urlo sconcertato. No, no, no, così mi metterà nei guai.
< < Per innaugurare la mia libertà voglio tuffarmi nuda nel Danubio! > > urla a squarciagola come una pazza.
< < Per prima cosa è l'Elba > > dico avvicinandomi prudentemente a lei.
< < E chi vuole fare il bagno nuda nell'Elba?! > > chiede avvicinandosi pericolosamente alla riva.
< < Appunto! > > dico, cercando di farla ragionare. <
< Che ne dici di un bellissimo bagno caldo nel tuo albergo? Se vuoi
ti ci porto subito > > propongo, ma niente, continua a spogliarsi
rimanendo in intimo. Ma che sto facendo? Non la devo guardare
spogliarsi! Devo proteggerla! Insomma è la figlia del presidente
degli Stati Uniti. Corro verso di lei, ma non faccio in tempo che si
sfila le mutande e il reggiseno. Fortunatamente è girata di
schiena, ma riesco a vedere la pelle morbida e candida dello stesso
colore della luna: perfetta. I capelli scuri sono in contrasto con la
sua carnagione, rendendola una dea ai miei occhi. I glutei perfetti e
sodi. Quando mi accorgo che è nuda e che la sto guardando troppo
mi giro dandole le spalle e ,maledicendomi mentalmente cerco, senza
toccarla, di farla ragionare e di farla rivestire immediatamente.
< < Bella è notte ed è freddo. Inoltre tutti ti
stanno guardando > > mento, facendo leva sul suo imbarazzo.
< < Per piacere, rivestiti > > continuo, alzando la voce.
Ma prima che riesca a girarmi per vedere se ha eseguito i miei
"ordini", sento l'acqua infrangersi sotto il corpo di Bella: si
è tuffata in acqua.
< < Oh mio Dio... > > sussurro, vedendola sguazzare nuda e
divertirsi nell'acqua. Immediatamente, senza pensarci due volte, mi
tuffo ancora vestito in acqua e l'aiuto ad uscire dalle acque gelide.
All'inizio fa resistenza, ma poi riesco a riportarla a riva e a farla
rivestire. Mi ci è voluto più autocontrollo di quanto
pensassi, ma ora è ferma davanti a me. Lei è
perfettamente asciutta e più sveglia di prima, ma ancora brilla,
mentre io sono fradicio come un pulcino. Se non fosse la figlia del
presidente mi vendicherei immediatamente, ma devo trattenermi.
Mi sorride come un ebete e ricomincia a passeggiare tranquillamente per
le vie della città. Neanche un grazie. La seguo sbuffando come
un cagnolino fradicio senza fiatare.
< < Lei è quella che si è tuffata, ma sono io
quello bagnato fradicio > > sussurro tra me e me, ma lei
stranamente mi sente e si gira agitandomi il dito davanti al naso.
< < Non si fa il bagno vestiti, dovevi spogliarti > > dice, ridacchiando.
< < Che divertente. La prossima volta mi ricorderò del tuo
consiglio > > rispondo sarcasticamente, ma lei non nota la mia
nota d'ironia e dice: < < La prossima volta > >. Poi si
rigira e inizia a saltellare allegramente come una bimba di due anni,
nel vederla non posso fare altro che ridere e correrle dietro.
Dopo parecchi minuti arriviamo in una piazza adebita a cinema, piena di
gente ammaliata dal grande schermo. Corro dietro di lei, cercando di
non perderla di vista, fino ad un palazzo. Con il fiato corto sale le
scale esterne ridacchiando e fermandosi varie volte. Una volta in cima,
mentre sto riprendendo fiato, sale sul comignolo del tetto e prima che
si lasci scivolare giù le dico: < < Credo che sia meglio
che lasci stare i tuoi istinti e lasci andare me > > . Ma come
sempre non mi ascolta e prima che la aiuti a scendere si butta
giù urlando. La seguo preoccupato e la trovo seduta sul tetto
mentre si massaggia il fondoschiena. Scoppio in una fragorosa risata e
Bella mi guarda incenerendomi e sbuffando infastidita.
< < Sono quasi morta! > > esclama ridendo e appoggiandosi con la schiena ad un muretto.
< < Adesso non esageriamo > > sussurro e lei sentendomi scoppia a ridere.
Iniziamo silenziosamente a guardare il film, ma dopo pochi minuti sento
la sua testa posarsi sulla mia spalla e dopo poco tempo il suo respiro
diviene calmo e regolare: si è addormentata.
Dopo averle sussurrato un < < Buona notte Bella > > mi
addormento anch'io pensando all'intensa e strana giornata che ho appena
passato in compagnia di Isabella.
Mi scuso per il ritardo. Volevo
aggiornare prima, ma ci sono riuscita solo ora. Per chi segue L'amore
è complicato: i capitoli sono stati betati e ci vorrà un
po' prima che aggiorni il prossimo. Ho una nuova storia su Edward e
Bella che mi intusiasma molto, ma ne concluderò un'altra prima
di postarla.
Questo capitolo doveva essere
più corto, ma visto che ho aggiornato tardi lo ho allungato.
Spero vi sia piaciuto anche perchè è molto importante,
intenso... e divertente. Si capiscono molte cose su Edward e la sua
identità. Vi ho sorpreso o era scontato?
Ringrazio chi ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite, chi è un lettore silenzioso e chi recensisce:
volpessa22: Grazie per i
complimenti! Ogni volta che vedo una tua recensione mi viene un tuffo
al cuore: sono bellissime e lunghissime... e soprattutto costanti.
Quindi un grandissimo grazie!
Sono contenta che ti ritrovi
nel film e che tu lo abbia rivisto...io lo avrei rivisto volentieri per
scrivere meglio la storia, ma purtroppo non ho il DVD quindi vado
avanti a memoria e a fantasia. Ehh sì, i personaggi si
assomigliano molto anche secondo me e ho scelto la moto perchè
la vespa non la vedevo adatta ad Edward. Ora ho aggiornato
l'inseguimento, ma non è che sia molto lungo: ho preferito dare
importanza ad altre cose.
Grazie per avermi detto
l'errore che hai notato: non lo avevo proprio visto. Non credo di
essere bravissima, ma i complimenti fanno sempre piacere. Scusa se ci
ho messo un po', ma sono piena di impegni e ogni momento libero lo
dedico a scrivere. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e aspetto
una tua chilometrica recensione XD
Un bacione!
ChiaraBella: Grazie! Sono
contenta che la mia storia ti piaccia. Bella rimane mora, d'altronde in
Twilight è castana e non voglio cambiare più di tanto
l'aspetto dei personaggi. Ti ha sorpreso questo capitolo? Ti aspettavi
che Edward fosse un agente?
Spero che questo aggiornamento ti sia piaciuto. Un bacio
rere18:sono contentissima che
la storia ti piaccia così tanto! Mi dispiace di non aver
aggiornato subito, ma sono piena di impegni e non ho davvero tempo.
Grazie per i complimenti e spero che questo capitolo ti sia piaciuto.
Un grosso bacio
sbrilluccica: sono contenta che la storia ti piaccia e spero di non averti deluso con questo capitolo. Un bacio
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